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Complicità negli atti delittuosi.


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Ciao a tutti,

la ben nota strage di Erba compiuta (ora si può dire) dai coniugi Romano mi ha fatto tornare in mente un quesito che mi pongo da sempre:

Quanto influisce, a livello psicologico, la complicità nel compiere gli atti delittuosi in genere?

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate...Ciao :LOL:

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Intendi dire se l'influenza reciproca ha qualche influenza

nella decisione di compiere un reato? In questo senso?

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Ciao a tutti,

la ben nota strage di Erba compiuta (ora si può dire) dai coniugi Romano mi ha fatto tornare in mente un quesito che mi pongo da sempre:

Quanto influisce, a livello psicologico, la complicità nel compiere gli atti delittuosi in genere?

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate...Ciao :LOL:

Ciao,

una mente più forte che aggancia quella più debole...la comanda...una personalità e un carattere severo e allo stesso tempo triste...e una personalità e un carattere debole e totalmente dipendende...da quello severo.

Sicuramente l'idea nel compiere l'omicidio/strage è stata progettata e ordinata da solo uno dei due...

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Ciao a tutti,

la ben nota strage di Erba compiuta (ora si può dire) dai coniugi Romano mi ha fatto tornare in mente un quesito che mi pongo da sempre:

Quanto influisce, a livello psicologico, la complicità nel compiere gli atti delittuosi in genere?

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate...Ciao :wink:

Ciao,

una mente più forte che aggancia quella più debole...la comanda...una personalità e un carattere severo e allo stesso tempo triste...e una personalità e un carattere debole e totalmente dipendende...da quello severo.

Sicuramente l'idea nel compiere l'omicidio/strage è stata progettata e ordinata da solo uno dei due...

Gia...così sembrerebbe...però quella mente "severa" non l'avrebbe vinta su di un'altra mente che non fosse, a mio avviso, già malata...già intenzionata ad uccidere...

Cosa pensi del fatto che sembrerebbe abbia ucciso lei il bambino? Il suo istinto di madre sarebbe stato completamente soggiogato?

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Intendi dire se l'influenza reciproca ha qualche influenza

nella decisione di compiere un reato? In questo senso?

Perchè io cosa ho detto? :wink:

:LOL: Beh, avrei potuto leggerla in mille modi diversi... (te li risparmio! :wink: )

Secondo me può influire molto, e allo stesso modo può influire molto

nelle decisioni di non compiere un reato.

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Intendi dire se l'influenza reciproca ha qualche influenza

nella decisione di compiere un reato? In questo senso?

Perchè io cosa ho detto? :wink:

:LOL: Beh, avrei potuto leggerla in mille modi diversi... (te li risparmio! :wink: )

Secondo me può influire molto, e allo stesso modo può influire molto

nelle decisioni di non compiere un reato.

Anche su quest'ultimo punto sarebbe interessante ragionare...mi chiedo come viene comunicata all'altro, in questo caso coniuge, ma potrebbe esserci qualsiasi altro rapporto, l'idea di uccidere?

In fondo chi decide di comunicare le sue idee pensa di farlo con qualcuno che gli è affine nel modo di pensare...e allora da cosa nasce questo pensiero?

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secondo me non è detto che la persona "soggiogata" debba essere per forza già propensa all'omicido. può anche darsi che la persona sia a tal punto dipendente dalla personalità di chi l'ha soggiogata da annullare totalmente la propria.

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Riporto un intervento - articolo interessante.

STRAGE DI ERBA / IL COMMENTO

Fin troppo vicini: così gli uomini

diventano ciechi assassini

«PURTROPPO uno i vicini di casa non se li può scegliere», come diceva Andreotti quando parlava di Gheddafi. Il problema è tutto nella distanza, un molesto ad un chilometro di distanza è un innocuo, ad un metro diventa un assillo. Alzi la mano chi in una riunione di condominio non ha desiderato di strozzare il signore della porta accanto.

Ad Erba l’hanno pensato e fatto, almeno stando alle conclusioni a cui sono arrivati gli investigatori.

Gli argomenti non mancano per i presunti indagatori dell’anima su ciò che questa vicenda ha dimostrato in pregiudizi, razzismo e armamentario simile.

Ma di che cosa dobbiamo stupirci se quel che accade in un cortile è esattamente quello di cui ci raccontano i giornali, quando parlano di grandi tragedie accadute in luoghi lontani? Semplicemente, quel che è successo è accaduto nello spazio ristretto di un pianerottolo.

Ma da che mondo e mondo è con i vicini che si fanno le guerre e solo nell’ultimo centinaio di anni abbiamo imparato a farle anche ai lontani, solo perchè i mezzi di comunicazione e la tecnologia li ha resi vicini.

La mancanza di distanza è un elemento di rischio. In tutte le sfere, sia in quella fisica che intellettuale. Nella prima perché gli scienziati hanno dimostrato che lo spazio interagisce sull’aggressività e tanto più si riduce il primo tanto più cresce la seconda.

Nella seconda sfera, quella intellettuale, la mancanza di distanza deforma la percezione delle cose, muta l’illusione in realtà, fino alle estreme conseguenze di rendere gli uomini ciechi.

Non è forse l’identificazione dell’io con il bisogno o con qualunque identità sacra che trasforma gli uomini in guerrieri, che si sentono legittimati a perpetrare soprusi e a presentare le prepotenze come soddisfacimento di necessità o realizzazione di disegni divini?

Io sono Dio è la massima dichiarazione di superbia e allo stesso tempo la negazione di ogni decente distanza tra l’io e il suo agire o pensare.

La strage di Erba è una pazzia senza distanza. Cioè è una pazzia perfetta

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Intendi dire se l'influenza reciproca ha qualche influenza

nella decisione di compiere un reato? In questo senso?

Perchè io cosa ho detto? :LOL:

:LOL: Beh, avrei potuto leggerla in mille modi diversi... (te li risparmio! :LOL: )

Secondo me può influire molto, e allo stesso modo può influire molto

nelle decisioni di non compiere un reato.

Anche su quest'ultimo punto sarebbe interessante ragionare...mi chiedo come viene comunicata all'altro, in questo caso coniuge, ma potrebbe esserci qualsiasi altro rapporto, l'idea di uccidere?

In fondo chi decide di comunicare le sue idee pensa di farlo con qualcuno che gli è affine nel modo di pensare...e allora da cosa nasce questo pensiero?

Ci potrebbe essere una specie di alimentazione reciproca tra complici

(magari non simmetrica), fatta senza una vera e propria decisione a

tavolino, che porta ad amplificare cose magari piccole (esempio, la

rabbia per uno sgarbo) e alla lunga a percepire l'azione delittuosa come

giusta, consentita, non rischiosa.

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Riporto un intervento - articolo interessante.

STRAGE DI ERBA / IL COMMENTO

Fin troppo vicini: così gli uomini

diventano ciechi assassini

«PURTROPPO uno i vicini di casa non se li può scegliere», come diceva Andreotti quando parlava di Gheddafi. Il problema è tutto nella distanza, un molesto ad un chilometro di distanza è un innocuo, ad un metro diventa un assillo. Alzi la mano chi in una riunione di condominio non ha desiderato di strozzare il signore della porta accanto.  

Ad Erba l’hanno pensato e fatto, almeno stando alle conclusioni a cui sono arrivati gli investigatori.  

Gli argomenti non mancano per i presunti indagatori dell’anima su ciò che questa vicenda ha dimostrato in pregiudizi, razzismo e armamentario simile.  

Ma di che cosa dobbiamo stupirci se quel che accade in un cortile è esattamente quello di cui ci raccontano i giornali, quando parlano di grandi tragedie accadute in luoghi lontani? Semplicemente, quel che è successo è accaduto nello spazio ristretto di un pianerottolo.  

Ma da che mondo e mondo è con i vicini che si fanno le guerre e solo nell’ultimo centinaio di anni abbiamo imparato a farle anche ai lontani, solo perchè i mezzi di comunicazione e la tecnologia li ha resi vicini.  

La mancanza di distanza è un elemento di rischio. In tutte le sfere, sia in quella fisica che intellettuale. Nella prima perché gli scienziati hanno dimostrato che lo spazio interagisce sull’aggressività e tanto più si riduce il primo tanto più cresce la seconda.  

Nella seconda sfera, quella intellettuale, la mancanza di distanza deforma la percezione delle cose, muta l’illusione in realtà, fino alle estreme conseguenze di rendere gli uomini ciechi.  

Non è forse l’identificazione dell’io con il bisogno o con qualunque identità sacra che trasforma gli uomini in guerrieri, che si sentono legittimati a perpetrare soprusi e a presentare le prepotenze come soddisfacimento di necessità o realizzazione di disegni divini?  

Io sono Dio è la massima dichiarazione di superbia e allo stesso tempo la negazione di ogni decente distanza tra l’io e il suo agire o pensare.  

La strage di Erba è una pazzia senza distanza. Cioè è una pazzia perfetta

Articolo davvero interessante. Il fattore distanza potrebbe anche

influire non facendo percepire la violenza come tale quando

è troppo vicina.

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Ciao,

una mente più forte che aggancia quella più debole...la comanda...una personalità e un carattere severo e allo stesso tempo triste...e una personalità e un carattere debole e totalmente dipendende...da quello severo.

Sicuramente l'idea nel compiere l'omicidio/strage è stata progettata e ordinata da solo uno dei due...

Ma si dice pure: Dio li fa e poi li accoppia. A certi livelli non è possibile non esista una certa comunanza di intenti, anche se tutto questo non ci deve far dimenticare la parte bestiale che è in tutti noi e che riusciamo in qualche modo a sublimare (vecchio termine della psicologia che non si usa più). Quante volte in sogno ho ucciso mio padre buonanima, e magari, in un momento di follia, lo avrei potuto fare nella realtà.

Però non mi sono informato sul delitto dei Romano e sulla psicologia degli assassini. Rimango sbalordito dalla possibilità che oggi esiste di poter risalire ai responsabili di antichi delitti, pare abbiano trovato l'assassino di Tutankhamen...forse troveranno quello della Cesaroni.

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