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SOFFERENZA


ANTIUS

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CI SONO DELLE PERSONE CHE HANNO BISOGNO DI SOFFRIRE,IL PIACERE

NON E MAI ABBASTANZA FORTE.ESSI HANNO BISOGNO DI DOLORE. :Batting Eyelashes:

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Può essere mai ababstanza il piacere....? Può esso soddisfare mai il desiderio che lo richiamava a se?

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Può essere mai ababstanza il piacere....? Può esso soddisfare mai il desiderio che lo richiamava a se?

Penso che sofferenza e piacere siano strettamente legati da una qualche specie di legge...Infondo cosa sono piacere e sofferenza? ambedue sono legati al corpo (o quello che il corpo prova: emozioni), e come due faccie della stessa medaglia si richiamano...Uno prima o poi deve compensare l'altro..Nel gioco dell'ego sembra che si debbano bilanciare in tutti i casi. C'è una dipendenza da questi due stati nell'essere umano...Ci sono poi casi di personalità che provano piacere in quello che altre persone etichetterebbero come dolore...

Per tornare alla bella domanda sopra...è il desiderio che è insaziabile. L'ego spinto da una pulsione interiore (desiderio) fa un giochetto molto semplice..ricopre di uno strato emotivo atti o cose che tendenzialmente dovrebbero saziare il desiderio. Allora compriamo macchine, oggetti, facciamo sesso, vogliamo essere persone prestigiose, di successo..solo per saziare quel buco interiore che si esprime con il desiderio... Il processo è molto più ampio perchè abbraccia tutto l'essere umano in ogni sua cellula...Quindi il desiderio non può esser mai soddisfatto, se interiormente non ne capiamo il motivo e lo saniamo verso una crescita spirituale. Le pulsioni interiori vengo interpretate (dall'ego) come "accumulo" verso l'ego, che tenderanno a richiamare il gioco di opposti piacere/dolore...un discorso che mi piacerebbe afforntare con più calma...

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Secondo me si tratta di persone sensibili. Persone che stanno male anche per il dolore di altri, per esempio per la povertà in alcuni popoli, per la sorte di alcuni animali.

Riconosco che forse non c'è equilibrio in queste persone. In me per prima, che se vedo un animale investito, mi sento male.

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Trovo molto interessanti le parole di TempoFuoriLuogo,e mi meraviglio di come sia rarrivato ad avere la consapevolezza dell'unione fra dolore e piacere in maniera così istintiva,senza razionalizzare tanto.Io invece ci sono arrivato razionalizzando,e non riesco a imprimere nella mia anima il concetto che dolore e piacere sono due faccie dela stessa medaglia.

Io credo che la piegazione di questo fatto si possa ben capire in chiave evoluzionistica:la tesi fondamentale della teoria di Darwin è la sopravvivenza e conseguente riproduzione del più adatto.

Mi soffermo sul significato di sporavvivenza:se uno sopravvive,vuol dire che riesce a conservare le forme del suo corpo e può continuare a procreare,se non sopravvive,vuol dire che il corpo è stato sformato,che la macchina si è rotta,e non può continuare a procreare.Le creature che hanno avuto successo nell'evoluzione sono state quelle che hanno sviluppato delle"volontà istintive"di sopravvivere,e queste sono l'istinto di conservazione,archetipo del dolore;e gli istinti sessuali e di nutrirsi,archetipi del piacere.

Per quanto riguarda gli archetipi del piacere,ho un nodo da sbrogliare:mentre l'istinto a nutrirsi sembra il naturale corrispondente dell'istinto di conservazione,dato che se non mangi c'è un effettiva degenerazione del corpo,quello sessuale sembra proprio non c'entrare con la conservazione delle forme del corpo.Sembrerebbe una cosa del tutto diversa.

Comunque,ecco il ragionamento che porta anche me a concludere che dolore e piacere sono la stessa medaglia:

Se:

dolore="volontà"di sopravvivenza

e

piacere="volontà"di sopravvivenza

Allora:

dolore=piacere

Penso che sia questa la legge di cui si è parlato.

Solo che la sessualità guasta un pò tutto :Alien:

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Sai, dolore e piacere sono infondo percezioni della mente. A livello psichico penso che in realtà che la mente e il corpo tendano sempre a cercare il "piacere", anche se la situazione può essere considerata poco piacevole. Ora non so se può essere applicata questa regola a tutti i casi, ma penso che una base di verità a quello che andrò spiegando ci sia, e sia molto evidente.Vediamo se riesco a spiegarmi. Attraverso un evento e l'interpretazione che percepiamo (o diamo nel caso si abbiano già schemi mentali ben definiti) creiamo la chimica che inonda il nostro corpo e ci fa provare alcune emozioni. La ripetizione continua di alcuni stati d'animo porta il corpo ad aver bisogno di una determinata chimica, perchè ne diventa dipendente. (su questo punto non mi dilungo ora). Ci persone che provano piacere ( e non lo sanno a livello conscio) nell'arrabbiarsi e nello stressare il corpo, perchè il loro corpo ed ogni loro cellula è stato così "drogato" da quella chimica che viene sprigionata, che ne sono diventati dipendenti. Quindi stando a questi passaggi potremmo affermare che nel bene o nel male tutto quello che cerchiamo è un "piacere", anche se è autodistruttivo. E' un pò come il cibo spazzatura, sappiamo che ci fa male, ma lo mangiamo perchè tutto sommato ci piace. La persona depressa o che si sente vittima a livello inconscio vuole quello stato d'animo e quel tipo di emozioni perchè il suo corpo ne ha bisogno. Questa persona sollecitata dal corpo (che ha bisogno di quella chimica) e da meccanismi inconsci collegati, cercherà situazioni per dare al corpo la chimica di cui ha abusato. In sintesi se noi abusiamo di sensazioni anche spiacevoli (quali vittimismo) arriveremo a provar piacere nello stare in quello stato d'animo, e solo per dare al corpo la chimica di cui ha fame. Sembra assurdo, ma provate ad osservarlo nella vostra vita o nella vita deglia altri. Ci sono persone che sistematicamente devono stressare il loro corpo aggredendo o trovando una situazione, dove devono litigare o criticare, oppure cercano di complicare un rapporto di coppia per "sentirsi" vittime, e caricare il loro corpo di una chimica di cui fin da piccoli hanno abusato. Tutto questo è un processo inconscio, dove mente, emozioni e corpo hanno un ruolo fondamentale. Se la mente influenza il corpo, anche il corpo influenza la mente. Piacere e dolore sono così intimamente legati, forse perchè non riconoscibili...a volte.....

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Sai, dolore e piacere sono infondo percezioni della mente. A livello psichico penso che in realtà che la mente e il corpo tendano sempre a cercare il "piacere", anche se la situazione può essere considerata poco piacevole. Ora non so se può essere applicata questa regola a tutti i casi, ma penso che una base di verità a quello che andrò spiegando ci sia, e sia molto evidente.Vediamo se riesco a spiegarmi. Attraverso un evento e l'interpretazione che percepiamo (o diamo nel caso si abbiano già schemi mentali ben definiti) creiamo la chimica che inonda il nostro corpo e ci fa provare alcune emozioni. La ripetizione continua di alcuni stati d'animo porta il corpo ad aver bisogno di una determinata chimica, perchè ne diventa dipendente. (su questo punto non mi dilungo ora). Ci persone che provano piacere ( e non lo sanno a livello conscio) nell'arrabbiarsi e nello stressare il corpo, perchè il loro corpo ed ogni loro cellula è stato così "drogato" da quella chimica che viene sprigionata, che ne sono diventati dipendenti. Quindi stando a questi passaggi potremmo affermare che nel bene o nel male tutto quello che cerchiamo è un "piacere", anche se è autodistruttivo. E' un pò come il cibo spazzatura, sappiamo che ci fa male, ma lo mangiamo perchè tutto sommato ci piace. La persona depressa o che si sente vittima a livello inconscio vuole quello stato d'animo e quel tipo di emozioni perchè il suo corpo ne ha bisogno. Questa persona sollecitata dal corpo (che ha bisogno di quella chimica) e da meccanismi inconsci collegati, cercherà situazioni per dare al corpo la chimica di cui ha abusato. In sintesi se noi abusiamo di sensazioni anche spiacevoli (quali vittimismo) arriveremo a provar piacere nello stare in quello stato d'animo, e solo per dare al corpo la chimica di cui ha fame. Sembra assurdo, ma provate ad osservarlo nella vostra vita o nella vita deglia altri. Ci sono persone che sistematicamente devono stressare il loro corpo aggredendo o trovando una situazione, dove devono litigare o criticare, oppure cercano di complicare un rapporto di coppia per "sentirsi" vittime, e caricare il loro corpo di una chimica di cui fin da piccoli hanno abusato. Tutto questo è un processo inconscio, dove mente, emozioni e corpo hanno un ruolo fondamentale. Se la mente influenza il corpo, anche il corpo influenza la mente. Piacere e dolore sono così intimamente legati, forse perchè non riconoscibili...a volte.....

sono pienamente d'accordo con tutto ciò che dici, è vero l'ho provato sulla mia pelle, l'esempio della depressione è tipico, di questa ricerca di sofferenza, prendiamo le malattie tipiche della psiche che però hanno una espressione patologica, come la bulimia e anoressia, la ricerca spasmodica del cibo (che sappiamo farci male) per poi provocarsi il dolore del vomito, o la sofferenza della fame, un specie di masochismo perverso, il dolore che dà piacere, e la ricerca del piacere nel dolore...

Questo naturalmente è un esempio estremo ma utile per far capire qual'è la connessione fra le due cose apparentemente opposte....

Dininnescare questo circolo di dolore e piacere è tanto più difficile quanto più è forte lo stato di dipendenza (una droga vera e propria). Una volta trovata la strada per uscirne non è detto che non ci si ricaschi, proprio per quell'attrazione forte che crea, la dipendenza è difficile da cancellare.

Leopardi diceva "...e il naufragar m'è dolce in questo mare"....

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:Praying:

mi sembra un esperto Tempofuoriluogo :rolleyes:

anche dal nome :rolleyes:

cmq il dolore può essere causato anche dalla fuga, come se il cervello dicesse che è meglio soffrire oggi per l'assenza del piacere piuttosto che domani pensando alla delusione di ciò che abbiamo sperato fosse possibile.

voglio dire che il discorso è più complicato e pieno di sfumature non è solo una medaglia

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Sai, dolore e piacere sono infondo percezioni della mente. A livello psichico penso che in realtà che la mente e il corpo tendano sempre a cercare il "piacere", anche se la situazione può essere considerata poco piacevole. Ora non so se può essere applicata questa regola a tutti i casi, ma penso che una base di verità a quello che andrò spiegando ci sia, e sia molto evidente.Vediamo se riesco a spiegarmi. Attraverso un evento e l'interpretazione che percepiamo (o diamo nel caso si abbiano già schemi mentali ben definiti) creiamo la chimica che inonda il nostro corpo e ci fa provare alcune emozioni. La ripetizione continua di alcuni stati d'animo porta il corpo ad aver bisogno di una determinata chimica, perchè ne diventa dipendente. (su questo punto non mi dilungo ora). Ci persone che provano piacere ( e non lo sanno a livello conscio) nell'arrabbiarsi e nello stressare il corpo, perchè il loro corpo ed ogni loro cellula è stato così "drogato" da quella chimica che viene sprigionata, che ne sono diventati dipendenti. Quindi stando a questi passaggi potremmo affermare che nel bene o nel male tutto quello che cerchiamo è un "piacere", anche se è autodistruttivo. E' un pò come il cibo spazzatura, sappiamo che ci fa male, ma lo mangiamo perchè tutto sommato ci piace. La persona depressa o che si sente vittima a livello inconscio vuole quello stato d'animo e quel tipo di emozioni perchè il suo corpo ne ha bisogno. Questa persona sollecitata dal corpo (che ha bisogno di quella chimica) e da meccanismi inconsci collegati, cercherà situazioni per dare al corpo la chimica di cui ha abusato. In sintesi se noi abusiamo di sensazioni anche spiacevoli (quali vittimismo) arriveremo a provar piacere nello stare in quello stato d'animo, e solo per dare al corpo la chimica di cui ha fame. Sembra assurdo, ma provate ad osservarlo nella vostra vita o nella vita deglia altri. Ci sono persone che sistematicamente devono stressare il loro corpo aggredendo o trovando una situazione, dove devono litigare o criticare, oppure cercano di complicare un rapporto di coppia per "sentirsi" vittime, e caricare il loro corpo di una chimica di cui fin da piccoli hanno abusato. Tutto questo è un processo inconscio, dove mente, emozioni e corpo hanno un ruolo fondamentale. Se la mente influenza il corpo, anche il corpo influenza la mente. Piacere e dolore sono così intimamente legati, forse perchè non riconoscibili...a volte.....

ciao, mi piace fare delle considerazioni.Per la chimica:per quando riguarda le emozioni c'è l'amigdala che a la funzione di regolare o meno le emozioni,in particolore la paura,è stato riscontrato a livello anatomico che le persone in uno stato di paura questa ghiandola è abbastanza attiva.invece recenti studi americani a livello endocrino una forte produzione di cortisolo si riscontra in persone con una forte depressioni.Detto questo faccio l'ultima considerazione:ragazzi la felicità è un bene prezioso,fermatevi un attimo,osservatevi modificate l'approccio con le persone che vi stanno accanto,forse in questo momento qualcuno a bisogno del vostro aiuto.Concludo, l'orgoglio lo dico con molta umiltà mettetevelo nel.......

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Sono d'accordo che le persone vogliono sempre comunque provare piacere.Ma un pò meno d'accordo sono per quanto riguarda il discorso sulla chimica della psiche.

Non dico che sia sbagliato in sè,poiche TempoFuoriLuogo mi sembra una persona molto ben informata,ma dico che è limitante:si esamina solo il caso di una sofferenza patologica,in cui sei drogato dalle senzazioni dolorose.Ma a volte uno nella sofferenza ci si ritrova,e allora non si può più parlare di sofferenza patologica.Come fare allora a dare un senso ad ogni esperienza dolorosa?

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Sono d'accordo che le persone vogliono sempre comunque provare piacere.Ma un pò meno d'accordo sono per quanto riguarda il discorso sulla chimica della psiche.

Non dico che sia sbagliato in sè,poiche TempoFuoriLuogo mi sembra una persona molto ben informata,ma dico che è limitante:si esamina solo il caso di una sofferenza patologica,in cui sei drogato dalle senzazioni dolorose.Ma a volte uno nella sofferenza ci si ritrova,e allora non si può più parlare di sofferenza patologica.Come fare allora a dare un senso ad ogni esperienza dolorosa?

il problema è che -come ho scritto qualche giorno fà e come ribadisci tu ora- la nostra identità ci viene anche dalle nostre emozioni (che siano positive o negative)....Senza le emozioni con qui ci siamo identificati fin'ora, ci sentiamo persi... E' una forma mentis che si è impregnata in ogni singola cellula del corpo. Ma c'è rimedio a tutto (altro discorso)

...è fuor discussione che una persona possa provar piacere "nello star male" e nello struggersi, ma è anche vero che questo tipo di emozioni, logorano il suo corpo e la psiche. Allora è lecito fare una distinzione tra le emozioni negative (quelle che logorano) e quelle che influiscono affatto. Provare piacere per il "dolore" (per quella gamma di emozioni elencate nel post sopra) comunque porta a logorare il tuo corpo, che è comunque uno strumento evolutivo...Spostando il punto di vista, la prospettiva cambia totalmente....

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Non ho capito bene la pertinenza del tuo post col mio :Confused:

Comunque,faccio un esempio:se tu sei una persona felice,assolutamente senza l'ombra di una malattia mentale,e dopo uno tsunami la tua famiglia viene sterminata,come reagisci?Come elabori il dolore?

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Non ho capito bene la pertinenza del tuo post col mio :Confused:

Comunque,faccio un esempio:se tu sei una persona felice,assolutamente senza l'ombra di una malattia mentale,e dopo uno tsunami la tua famiglia viene sterminata,come reagisci?Come elabori il dolore?

Allora sono io che non ho compreso quello che stavi dicendo...io mi ero ricollegato alla situazioni sopra, dove si parlava di sofferenza psichica e piacere nel provare emozioni negative...

Di fronte a situazioni di questo genere una persona reagisce in base agli schemi mentali e hai modelli che ha assunto nella vita. Concordi con me che se una persona ha una visione della vita dove "la morte fisica è semplicemente un processo" avrà un atteggiamento di fronte all'evento completamente diverso da una persona che pensa che "la vita fisica sia tutto".....La forma mentis determina il nostro atteggiamento nei confronti della vita. In alcune culture la morte fisica è vista come una liberazione, ed è celebrata ad esempio. Sta tutto nella nostra mente. Dolore e piacere sono li...è per quello che alcune filosofie ritengono che sia tutto illusione. Perchè il mondo e gli eventi del mondo, passano attraverso la percezione che abbiamo degli eventi, che è sempre è solo soggettiva e non oggettiva....E' l'interpretazione dell'evento che scatena nell'essere le emozioni relative...

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