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L'empatia sarebbe l'amore di contro-transfert?

ogni volta i terapeuti si innamorano?

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ogni volta i terapeuti si innamorano?

se...magari

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dal libro Ragione e affetti

"Ciò che riteniamo giustificato dire in proposito è solo ed esclusivamente ciò che già tutti sanno, ovvero

che la scelta dell’analista nei riguardi della propria professione nasce sul dolore e per il dolore, anche se

poi, da questo, inevitabilmente deve differenziarsi: è questa antica ferita che ci rende disponibili ad

accogliere la sofferenza dell’altro. Tuttavia, seppure il dolore possa essere considerato occasione

dell’incontro analitico, ne è anche, contemporaneamente, uno dei maggiori ostacoli e limiti.

Il contenimento del dolore, il suo accoglimento e la sua elaborazione come possibilità trasformative sono

dunque dei compiti precisi nei quali transfert e controtransfert trovano una collocazione importante. In

questo senso possiamo dire che il luogo e il tempo della terapia permettono l’attivazione, il

riconoscimento ed il superamento del dolore, consentendo di trovare analogie tra sentimenti di perdita del

sé e dolore mentale, quindi tra dolore mentale e passione."

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Il contro-transfert è la risposta del terapeuta al transfert del paziente. In terapia il paziente tende a proiettare sul terapeuta affetti originariamente provati per figure un tempo significative (banalmente il padre o la madre, ma è solo un esempio per capirsi). La risposta emotiva del terapeuta è il così detto contro-transfert. L'instaurarsi di questa dinamica permette in psicanalisi la creazione della così detta nevrosi di transfert, che è poi l'oggetto e lo strumento dell'analisi stessa. Il motivo per cui i terapeuti di orientamento psicodinamico (tutti quegli orientamenti che in varia misura derivano dalla psicanalisi e che costituiscono l maggior pate della psicoterapia contemporanea, ma non tutta) è dovuto prooprio a fare si che il terapeuta, consapevole delle proprie dinamiche interne, non proietti sul paziente suoi vissuti emozinali e suoi bisogni. Queste perchè in terapia è il paziente che viene per risolvere i suoi problemi, esattamente come il terapeuta lo è stato a suo tempo per i suoi col suo terapeuta.

Motivo per cui non esiste solo l'innamoramento del terapeuta ma anche l'odio per il terapeuta. Il primo è be più conosciuto e sperimenato poichè tende ad essere vissuto nella terapia. Il secondo in genere è liquidato con critiche al terapeuta "incapace" ed il paziente tende a cambiare professionista (salvo un rapporto stabile e duraturo che permetta il viversi anche queste emozioni, che è tra le altre cose uno degli obiettivi di molte terapie. cioè la libertà di essere come si è).

Il contro-transfert è un concetto proprio della psicoanalisi, che ha influenzato altri approcci che però lo hanno riletto diversamente per farne un uso differente in terapia.

L'empatia è un concetto ben differente, e si tratta della capacità di mettersi nei panni dell'altro. è proprio di tutta la psicologia.

I terapeuti non si innamorano ogni volta, poichè l'amore vissuto in terapia non è la stessa cosa dell'amore vissuto fuori dalla terapia (e questo vale per il terapeuta e per il paziente). Le caratteristiche proprio della terapia non sono equivalenti alle caratteristiche proprie della vita quotidiana, non a caso parlare con un amico è molto differente dal fare terapia. Se uno dei due (terapeuta o paziente) o entrambi confondono l'amore provato in terapia con l'amore provato fuori dal setting terapeutico e questa cosa non diviene oggetto di discussione in terapia si verifica quella che si chiama empasse. In sintesi la terapia non produce più risultati se non un buon rapporto, piacevole, che però non è più terapeutico.

Spero di esserti stato utile.

Un saluto

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Se uno dei due (terapeuta o paziente) o entrambi confondono l'amore provato in terapia con l'amore provato fuori dal setting terapeutico e questa cosa non diviene oggetto di discussione in terapia si verifica quella che si chiama empasse. In sintesi la terapia non produce più risultati se non un buon rapporto, piacevole, che però non è più terapeutico.

mi sa che è quello che sta capitando a me...... :):

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Il contro-transfert è la risposta del terapeuta al transfert del paziente. In terapia il paziente tende a proiettare sul terapeuta affetti originariamente provati per figure un tempo significative (banalmente il padre o la madre, ma è solo un esempio per capirsi). La risposta emotiva del terapeuta è il così detto contro-transfert. L'instaurarsi di questa dinamica permette in psicanalisi la creazione della così detta nevrosi di transfert, che è poi l'oggetto e lo strumento dell'analisi stessa. Il motivo per cui i terapeuti di orientamento psicodinamico (tutti quegli orientamenti che in varia misura derivano dalla psicanalisi e che costituiscono l maggior pate della psicoterapia contemporanea, ma non tutta) è dovuto prooprio a fare si che il terapeuta, consapevole delle proprie dinamiche interne, non proietti sul paziente suoi vissuti emozinali e suoi bisogni. Queste perchè in terapia è il paziente che viene per risolvere i suoi problemi, esattamente come il terapeuta lo è stato a suo tempo per i suoi col suo terapeuta.

Motivo per cui non esiste solo l'innamoramento del terapeuta ma anche l'odio per il terapeuta. Il primo è be più conosciuto e sperimenato poichè tende ad essere vissuto nella terapia. Il secondo in genere è liquidato con critiche al terapeuta "incapace" ed il paziente tende a cambiare professionista (salvo un rapporto stabile e duraturo che permetta il viversi anche queste emozioni, che è tra le altre cose uno degli obiettivi di molte terapie. cioè la libertà di essere come si è).

Il contro-transfert è un concetto proprio della psicoanalisi, che ha influenzato altri approcci che però lo hanno riletto diversamente per farne un uso differente in terapia.

L'empatia è un concetto ben differente, e si tratta della capacità di mettersi nei panni dell'altro. è proprio di tutta la psicologia.

I terapeuti non si innamorano ogni volta, poichè l'amore vissuto in terapia non è la stessa cosa dell'amore vissuto fuori dalla terapia (e questo vale per il terapeuta e per il paziente). Le caratteristiche proprio della terapia non sono equivalenti alle caratteristiche proprie della vita quotidiana, non a caso parlare con un amico è molto differente dal fare terapia. Se uno dei due (terapeuta o paziente) o entrambi confondono l'amore provato in terapia con l'amore provato fuori dal setting terapeutico e questa cosa non diviene oggetto di discussione in terapia si verifica quella che si chiama empasse. In sintesi la terapia non produce più risultati se non un buon rapporto, piacevole, che però non è più terapeutico.

Spero di esserti stato utile.

Un saluto

GRAZIE DEL CHIARIMENTO! :D:

mi è molto utile

:):

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Ospite bissa73
Il contro-transfert è la risposta del terapeuta al transfert del paziente. In terapia il paziente tende a proiettare sul terapeuta affetti originariamente provati per figure un tempo significative (banalmente il padre o la madre, ma è solo un esempio per capirsi). La risposta emotiva del terapeuta è il così detto contro-transfert. L'instaurarsi di questa dinamica permette in psicanalisi la creazione della così detta nevrosi di transfert, che è poi l'oggetto e lo strumento dell'analisi stessa. Il motivo per cui i terapeuti di orientamento psicodinamico (tutti quegli orientamenti che in varia misura derivano dalla psicanalisi e che costituiscono l maggior pate della psicoterapia contemporanea, ma non tutta) è dovuto prooprio a fare si che il terapeuta, consapevole delle proprie dinamiche interne, non proietti sul paziente suoi vissuti emozinali e suoi bisogni. Queste perchè in terapia è il paziente che viene per risolvere i suoi problemi, esattamente come il terapeuta lo è stato a suo tempo per i suoi col suo terapeuta.

Motivo per cui non esiste solo l'innamoramento del terapeuta ma anche l'odio per il terapeuta. Il primo è be più conosciuto e sperimenato poichè tende ad essere vissuto nella terapia. Il secondo in genere è liquidato con critiche al terapeuta "incapace" ed il paziente tende a cambiare professionista (salvo un rapporto stabile e duraturo che permetta il viversi anche queste emozioni, che è tra le altre cose uno degli obiettivi di molte terapie. cioè la libertà di essere come si è).

Il contro-transfert è un concetto proprio della psicoanalisi, che ha influenzato altri approcci che però lo hanno riletto diversamente per farne un uso differente in terapia.

L'empatia è un concetto ben differente, e si tratta della capacità di mettersi nei panni dell'altro. è proprio di tutta la psicologia.

I terapeuti non si innamorano ogni volta, poichè l'amore vissuto in terapia non è la stessa cosa dell'amore vissuto fuori dalla terapia (e questo vale per il terapeuta e per il paziente). Le caratteristiche proprio della terapia non sono equivalenti alle caratteristiche proprie della vita quotidiana, non a caso parlare con un amico è molto differente dal fare terapia. Se uno dei due (terapeuta o paziente) o entrambi confondono l'amore provato in terapia con l'amore provato fuori dal setting terapeutico e questa cosa non diviene oggetto di discussione in terapia si verifica quella che si chiama empasse. In sintesi la terapia non produce più risultati se non un buon rapporto, piacevole, che però non è più terapeutico.

Spero di esserti stato utile.

Un saluto

Caspita! Che bella spiegazione. Un grazie anche da parte mia .... anche se mi ha messo paura l'ultima frase "In sintesi la terapia non produce più risultati se non un buon rapporto, piacevole, che però non è più terapeutico" spero proprio che non sia il mio caso ...... io credevo che la terapia andasse meglio dopo i chiarimenti, ed invece potrebbe essere solo "un buon rapporto, piacevole", cavolo!!!!!!!!!!!!

Ciao

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Il contro-transfert è la risposta del terapeuta al transfert del paziente. ...

Spero di esserti stato utile.

Un saluto

Caspiteronzola che spiegazione gagliarda!! :mellow:

Il rispetto dei ruoli, credo sia un aspetto fondamentale della vita di relazione in genere :blush: , quando li confondi so cavoletti amari :ph34r:

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Il modo di utilizzare il controtransfert in ambito psicanalitico è più o meno confondibile con quelli che si possono chiamare "chiarimenti". I "chiarimenti" sono il primo passo verso l'analisi del transfert del paziente, che porta alla comprensione gradualmente sempre più profonda delle sue modalità relazionali e della sua affettività. Chi va da un terapeuta di formazione psicanalitica sicuramente gia sa che questo processo graduale richiede un certo tempo, per cui non si scoraggi.

Esistono poi vari altri modi di affrontare ciò che si intende per transfert e contro-transfert, altri approcci usano metodi molto differenti tra loro, tutti tesi comunque a far raggiungere almeno la consapevolezza delle proprie modalità relazionali e della propria affettività, poichè è impossibile o quantomeno improbabile cambiare ciò che non si conosce.

Un Saluto

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...Esistono poi vari altri modi di affrontare ciò che si intende per transfert e contro-transfert, altri approcci usano metodi molto differenti tra loro, tutti tesi comunque a far raggiungere almeno la consapevolezza delle proprie modalità relazionali e della propria affettività, poichè è impossibile o quantomeno improbabile cambiare ciò che non si conosce.

Un Saluto

E vero, la consapevolezza delle proprie modalità relazionali ne aiuta la variazione. Io credo che il cambiamento sia stimolato soprattutto dalla scelta di assumere con serietà quel ruolo che eventualmente si sfugge per paura o falsa comodità.

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Il modo di utilizzare il controtransfert in ambito psicanalitico è più o meno confondibile con quelli che si possono chiamare "chiarimenti". I "chiarimenti" sono il primo passo verso l'analisi del transfert del paziente, che porta alla comprensione gradualmente sempre più profonda delle sue modalità relazionali e della sua affettività. Chi va da un terapeuta di formazione psicanalitica sicuramente gia sa che questo processo graduale richiede un certo tempo, per cui non si scoraggi.

Un Saluto

Non capisco perchè chiarimenti e il modo di utilizzare il contro-transfert siano confondibili...grazie al controtransfert il terapeuta riesce a "chiarire "...vuoi dire che capisce "sulla sua pelle" l'effetto che fa il paziente nelle sue relazioni, e dunque le sue modalità relazionali? :mellow:

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Non capisco perchè chiarimenti e il modo di utilizzare il contro-transfert siano confondibili...grazie al controtransfert il terapeuta riesce a "chiarire "...vuoi dire che capisce "sulla sua pelle" l'effetto che fa il paziente nelle sue relazioni, e dunque le sue modalità relazionali? :mellow:

credo proprio di si, infatti è con questa conoscenza che può interrompere il meccanismo patologico

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credo proprio di si, infatti è con questa conoscenza che può interrompere il meccanismo patologico

:mellow: mi piacerebbe sapere come fa....e a che punto di contro-transfert sta...

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ma allora un terapeuta quindi prova sempre e sicuramente un controtrasfer?E se si varia da paziente a paziente in relazione al transfer dello stesso?O il terapeuta lo prova piu' o meno a forte seconda di come è lui umanamente?

Perchè penso che uno psi distaccato non si dovrebbe far condizionare piu' di tanto dal transfer del paziente

Per esempio il mio non penso che sia coinvolto piu' da uno pittosto che da un altro paziente..........mi sembra un tipo equilibrato che non si lascia trasportare 'dal mio trasfer'

Non so ma sta storia del contro trasfer mi è poco chiara.......lo psi puo' anche non provarlo........??Se non lo prova forse è perchè non si coinvolge e quindi rimane piu' obbiettivo..... non è cosi che dovrebbe funzionare??

mi incuriosisce tutta sta questione...........

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se il paziente si rende conto che lo psicologo e' affascinato dal suo cliente? il paziente stesso come si dovrebbe comportare?

visto che in qualche modo su questo topic qualcosa e' successo... possiamo chiedere un chiarimento direttamnte al dottor massimo giusti?

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se il paziente si rende conto che lo psicologo e' affascinato dal suo cliente? il paziente stesso come si dovrebbe comportare?

visto che in qualche modo su questo topic qualcosa e' successo... possiamo chiedere un chiarimento direttamnte al dottor massimo giusti?

si è vero speriamo che massimo ..........risponda....mi incuriosisce sto argomento......

sai sarebbe bellissimo se il mio psi mi dicesse che mi vuole bene............sarebbe positivo secondo me per la terapia.....perchè non lo dice?perchè non lo prova........o perchè non DEVE dirlo?

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si è vero speriamo che massimo ..........risponda....mi incuriosisce sto argomento......

sai sarebbe bellissimo se il mio psi mi dicesse che mi vuole bene............sarebbe positivo secondo me per la terapia.....perchè non lo dice?perchè non lo prova........o perchè non DEVE dirlo?

perchè non deve dirlo.....

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Questione di punti di vista: a me qualcosa del genere l'ha detto ma io penso che fosse perché doveva :mellow:

eh ma lì è il tuo contro-contro -transfert che lavora!!!! Io penso che gli psi in generale vogliano bene ai loro pz, certo non ne sono infatuati come noi, (e d'altra parte noi vediamo dei semidei che ci mantengono a distanza, loro delle poverette che si dibattono per la qualsiasi..) ma un po' di bene è necessario per prendersi cura di qualcuno , anche se pagante...poi certo si fanno aiutare dalla tecnica, dall'esperienza...a me non hai mai detto espressamente che mi vuole bene, però mi ha detto che senza un po' d'amore le terapie non possono essere portate avanti...poi dire proprio :"ti voglio bene", bè questo penso non lo dicano perchè non possono e non devono: dove andrebbe a finire la nostra frustrazione trapeutica? :ph34r:

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ma io avverto......che lui non dice cosa sente.........perchè non è terapeutico.......e quindi sta cosa innesca altri meccanismi......che hai di fronte una persona che non puo' lasciarsi andare.

A me sta cosa un po' fa pensare........lui non è se stesso..........si lo so deve essere cosi se no non mi aiuterebbe......ma....non so...mi fa pensare.........

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e.poi dire proprio :"ti voglio bene", bè questo penso non lo dicano perchè non possono e non devono: dove andrebbe a finire la nostra frustrazione trapeutica? :D:

la mia anche se non me lo dice mi vuole bene!!!!! lo sento proprio, e quindi e' come se me lo dicesse ogni volta che mi vede

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eh ma lì è il tuo contro-contro -transfert che lavora!!!! Io penso che gli psi in generale vogliano bene ai loro pz, certo non ne sono infatuati come noi, (e d'altra parte noi vediamo dei semidei che ci mantengono a distanza, loro delle poverette che si dibattono per la qualsiasi..) ma un po' di bene è necessario per prendersi cura di qualcuno , anche se pagante...poi certo si fanno aiutare dalla tecnica, dall'esperienza...a me non hai mai detto espressamente che mi vuole bene, però mi ha detto che senza un po' d'amore le terapie non possono essere portate avanti...poi dire proprio :"ti voglio bene", bè questo penso non lo dicano perchè non possono e non devono: dove andrebbe a finire la nostra frustrazione trapeutica? :D:

Quella tua osservazione sul "capire sulla sua pelle l'effetto che fa il paziente nelle sue relazioni" mi ha messo i brividi. Ma sì, diciamo pure che per ascoltare le paturnie dei pazienti una certa vocazione umanitaria (o, nel caso del mio terapeuta, al martirio) ci vuole, anche se a pagamento.

Però nel mio caso specifico ho un'impressione diversa: lui ha avuto un transfert paternale/professorale nei miei confronti, e io non ho saputo gestire il mio controtransfert rabbioso. Io nelle mie relazioni non mi comporto come faccio solitamente con lui.

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la mia anche se non me lo dice mi vuole bene!!!!! lo sento proprio, e quindi e' come se me lo dicesse ogni volta che mi vede

sei un pezzo avanti andreatt..... io so che mi vuole un po' di bene, ma ne dubito in continuazione o meglio io so accademicamente che mi vuole bene , ma non lo sento e se pure mi capitasse di sentire qualcosa, mi sbrigherei a ricacciarla indietro.....

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io se non me lo dice non ne ho la conferma.......son cosi nella vita....

si anche io lo sento, ma le cose detta son quelle........avrei la conferma di quello che recepisco dai suoi comportamenti.......io glielo ho detto che voglio che me lo dica......ovviamento non fa cosa le chiedo io.........io gli ho detto che se me lo dicesse per me sarebbe il massimo......e poi gli ho detto perchè non puo' dirmelo provi a cambiare... se sa che a me serve perchè non dirmelo?......

e lui mi dice è lei che deve cambiare e non dipendere da qs cose.......se facessi cosa vuole lei sarebbe antiterapeutico...e cosi.....non capisco.....se me ne vuole.......(ma...... forse si!)

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