Vai al contenuto

Frustrazione...


Messaggi consigliati

Frustrazione <_< ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

estratto da "Psicologia" (le Garzantine)=

situazione interna o esterna che non consente di conseguire un soddisfacimento o di raggiungere uno scopo. Il termine è stato introdotto da Sigmund Freud che riteneva la frustrazione utile per lo sviluppo dell'Io e per il suo adattamento alla realtà. Oltre una certa soglia la frustrazione è considerata dannosa perché innesca meccanismi o aggressivi come nel caso di chi raccoglie tutte le sue energie per raggiungere la soddisfazione indipendentemente dalle regole dell'ambiente che lo circonda, o regressivi con ritiro dell'energia frustrata dagli oggetti reali per tornare a forme fantastiche in cui sono le tracce di formazioni precedenti.

La frustrazione non dipende solo dal mondo esterno, ma anche da quello interno come può essere un divieto del Super-io al raggiungimento del soddisfacimento: tale è il caso citato da Freud di soggetti che si ammalano nel momento in cui raggiungono il successo: << Sorprenderà e addirittura turberà noi medici la constatazione che le persone talvolta si ammalano proprio quando è stato appagato un loro desiderio profondamente radicato e per lungo tempo accarezzato. Si ha davvero l'impressione che costoro non siano in grado di sopportare la loro felicità, dal momento che la connessione causale fra successo e malattia risulta inequivocabile >> ... ... In ordine all'apprendimento, la frustrazione, secondo J.S. Brown e Farber, può provocare due effetti: un aumento del livello generale di motivazione, o una reazione di fuga e di allontanamento, ribadendo così la nozione di "soglia" già evidenziata da Freud.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

...dopo questa introduzione tendenzialmente (e forse anche troppo :angry: ) psicoanalitica... mi interesserebbe conoscere, sempre se qualcuno ha voglia di parlarne, quali sono le strategie che voi mettete in atto di fronte ad una frustrazione (piccola o grande che sia) di qualsiasi tipo... oppure quello che personalmente avete imparato in merito alle frustrazioni... magari anche facendo qualche esempio... :blush:

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Pubblicità


Ospite sea

niente strategie coscienti, for me.

tutto istintivo, dipende esclusivamente dallo spirito di autoconservazione, ossia la capacità naturale di adattarsi a situazioni pericolose per la mia sopravvivenza ( fisica e mentale, che coincidono).

Link al commento
Condividi su altri siti

 

quando capita, cerco di osservarla....capire perchè mi sento così e solitamente ne vedo la stupidità....e scoppia a ridere prendendomi per il culo da solo!....

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Frustrazione <_< ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

estratto da "Psicologia" (le Garzantine)=

situazione interna o esterna che non consente di conseguire un soddisfacimento o di raggiungere uno scopo. Il termine è stato introdotto da Sigmund Freud che riteneva la frustrazione utile per lo sviluppo dell'Io e per il suo adattamento alla realtà. Oltre una certa soglia la frustrazione è considerata dannosa perché innesca meccanismi o aggressivi come nel caso di chi raccoglie tutte le sue energie per raggiungere la soddisfazione indipendentemente dalle regole dell'ambiente che lo circonda, o regressivi con ritiro dell'energia frustrata dagli oggetti reali per tornare a forme fantastiche in cui sono le tracce di formazioni precedenti.

La frustrazione non dipende solo dal mondo esterno, ma anche da quello interno come può essere un divieto del Super-io al raggiungimento del soddisfacimento: tale è il caso citato da Freud di soggetti che si ammalano nel momento in cui raggiungono il successo: << Sorprenderà e addirittura turberà noi medici la constatazione che le persone talvolta si ammalano proprio quando è stato appagato un loro desiderio profondamente radicato e per lungo tempo accarezzato. Si ha davvero l'impressione che costoro non siano in grado di sopportare la loro felicità, dal momento che la connessione causale fra successo e malattia risulta inequivocabile >> ... ... In ordine all'apprendimento, la frustrazione, secondo J.S. Brown e Farber, può provocare due effetti: un aumento del livello generale di motivazione, o una reazione di fuga e di allontanamento, ribadendo così la nozione di "soglia" già evidenziata da Freud.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

...dopo questa introduzione tendenzialmente (e forse anche troppo :crazy: ) psicoanalitica... mi interesserebbe conoscere, sempre se qualcuno ha voglia di parlarne, quali sono le strategie che voi mettete in atto di fronte ad una frustrazione (piccola o grande che sia) di qualsiasi tipo... oppure quello che personalmente avete imparato in merito alle frustrazioni... magari anche facendo qualche esempio... :80:

Ciao Quint....non ti posso aiutare in questo,o meglio sarebbe devastante la mia risposta.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Frustrazione <_< ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

estratto da "Psicologia" (le Garzantine)=

situazione interna o esterna che non consente di conseguire un soddisfacimento o di raggiungere uno scopo. Il termine è stato introdotto da Sigmund Freud che riteneva la frustrazione utile per lo sviluppo dell'Io e per il suo adattamento alla realtà. Oltre una certa soglia la frustrazione è considerata dannosa perché innesca meccanismi o aggressivi come nel caso di chi raccoglie tutte le sue energie per raggiungere la soddisfazione indipendentemente dalle regole dell'ambiente che lo circonda, o regressivi con ritiro dell'energia frustrata dagli oggetti reali per tornare a forme fantastiche in cui sono le tracce di formazioni precedenti.

La frustrazione non dipende solo dal mondo esterno, ma anche da quello interno come può essere un divieto del Super-io al raggiungimento del soddisfacimento: tale è il caso citato da Freud di soggetti che si ammalano nel momento in cui raggiungono il successo: << Sorprenderà e addirittura turberà noi medici la constatazione che le persone talvolta si ammalano proprio quando è stato appagato un loro desiderio profondamente radicato e per lungo tempo accarezzato. Si ha davvero l'impressione che costoro non siano in grado di sopportare la loro felicità, dal momento che la connessione causale fra successo e malattia risulta inequivocabile >> ... ... In ordine all'apprendimento, la frustrazione, secondo J.S. Brown e Farber, può provocare due effetti: un aumento del livello generale di motivazione, o una reazione di fuga e di allontanamento, ribadendo così la nozione di "soglia" già evidenziata da Freud.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

...dopo questa introduzione tendenzialmente (e forse anche troppo :crazy: ) psicoanalitica... mi interesserebbe conoscere, sempre se qualcuno ha voglia di parlarne, quali sono le strategie che voi mettete in atto di fronte ad una frustrazione (piccola o grande che sia) di qualsiasi tipo... oppure quello che personalmente avete imparato in merito alle frustrazioni... magari anche facendo qualche esempio... :80:

Sorprenderà e addirittura turberà noi medici la constatazione che le persone talvolta si ammalano proprio quando è stato appagato un loro desiderio profondamente radicato e per lungo tempo accarezzato. Si ha davvero l'impressione che costoro non siano in grado di sopportare la loro felicità, dal momento che la connessione causale fra successo e malattia risulta inequivocabile >> ...

Direi che le persone si potrebbero ammalare quando hanno terminato un compito,-- con o senza successo.

A questo proposito vorrei dare un esempio di esperienza personale: io tendo ad ammalarmi ogni inverno di influenza. Ma un'eccezione c'e' stata nell'inverno in cui curai mio marito gravemente ammalato, ed allora rimasi sana. Potrebbe essere che il compito che ho avuto in quel periodo mi abbia mantenuta sana?

E per cio' che riguarda le mie reazioni ad una o piu' frustrazioni, sono del parere che si deve continuare ad agire confrontandosi con nuovi compiti. Non si dovrebbe restare sotto l'influenza negativa del mancato successo, ma adoperarsi per conseguire nuovi successi.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Frustrazione :girl_devil:

evvai colla "metafa"!!! ^_^

Per non essere frustrati, frustiamo noi stessi...

...dopo questa introduzione tendenzialmente (e forse anche troppo :shok: ) psicoanalitica... mi interesserebbe conoscere, sempre se qualcuno ha voglia di parlarne, quali sono le strategie che voi mettete in atto di fronte ad una frustrazione (piccola o grande che sia) di qualsiasi tipo... oppure quello che personalmente avete imparato in merito alle frustrazioni... magari anche facendo qualche esempio... :):

fru|stra|zió|ne

Definizione dal vocabolaio di lingua italiana:

- mancato soddisfacimento o appagamento dei propri desideri, delle proprie speranze; stato di insoddisfazione, delusione che ne deriva.

- psic., impossibilità o incapacità di soddisfare un desiderio o un bisogno, con conseguente tensione emotiva.

Concordo con Freud :;): , sentire la frustrazione è necessario per sviluppare l'io al fine di al fine di adattarlo alla realtà circostante, concettualizzata poco oggettivamente da ciascuno di noi, per soddifare i nostri bisogni e perseguire i nostri obbiettivi -_- .

Le strategie che metto in atto ?.... :Thinking:

La strategia che ho messo in atto a seguito dell'ultima frustrazione è stato interpretare uno script depressivo, funzionale per stabilire con discreta approssimazione di aver riconosciuto un mio limite.

Parlando di frustrazione, come gia scrissi tempo fa su post (se non ricordo male riguardo al narcisismo & co.), il bambino per il suo corretto sviluppo emotivo ha biosogno di sentire la frustrazione. Altrimenti vivrà una vita seguendo copioni in cui la sindrome di onnipotenza non gli permetterà un corretto relazionamento con la realtà.

Modificato: da datango
Link al commento
Condividi su altri siti

 
Ciao Quint....non ti posso aiutare in questo,o meglio sarebbe devastante la mia risposta.

Quanto te piace farti pregare Antò :girl_devil: , essu dicce di questa devastazione!!

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Direi che le persone si potrebbero ammalare quando hanno terminato un compito,-- con o senza successo.

A questo proposito vorrei dare un esempio di esperienza personale: io tendo ad ammalarmi ogni inverno di influenza. Ma un'eccezione c'e' stata nell'inverno in cui curai mio marito gravemente ammalato, ed allora rimasi sana. Potrebbe essere che il compito che ho avuto in quel periodo mi abbia mantenuta sana?

E per cio' che riguarda le mie reazioni ad una o piu' frustrazioni, sono del parere che si deve continuare ad agire confrontandosi con nuovi compiti. Non si dovrebbe restare sotto l'influenza negativa del mancato successo, ma adoperarsi per conseguire nuovi successi.

Io su questo filone, sento spesso parlare di persone che lavorano una vita e finalmente vanno in pensione, dopo poco si ammalano di cancro & co :Thinking: , sarà un caso vero? :girl_devil: .

Link al commento
Condividi su altri siti

 
 
Quanto te piace farti pregare Antò :girl_devil: , essu dicce di questa devastazione!!

Non voglio far male a nessuno DANIè ,O FRAT TUOI.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
niente strategie coscienti, for me.

tutto istintivo, dipende esclusivamente dallo spirito di autoconservazione, ossia la capacità naturale di adattarsi a situazioni pericolose per la mia sopravvivenza ( fisica e mentale, che coincidono).

..quindi sei cosciente di averne ma non sei cosciente "nel mentre" le utilizzi.. correggimi se sbaglio eh! :shok:

..certo probabilmente un approccio psicologico "autoconservativo" istintivo è a posteriori che ci rendiamo conto di averlo utilizzato (sempre se ci interessa rendercene conto :Thinking: )... quindi in questa ottica è tipo un riflesso "ancestrale" (se così posso dire) che va ad esplicarsi nelle esperienze che viviamo personalmente... :girl_devil:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
quando capita, cerco di osservarla....capire perchè mi sento così e solitamente ne vedo la stupidità....e scoppia a ridere prendendomi per il culo da solo!....

...non ne dubitavo :girl_devil:.. eh eh.. :Thinking:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
 
Ciao Quint....non ti posso aiutare in questo,o meglio sarebbe devastante la mia risposta.

..si, certo, capisco Ant.. non ti preoccupare :girl_devil: .. ma sai che ho letto in proposito all'uso della frustrazione da parte di Fritz qualcosa di molto interessante.. se lo ritrovo dopo lo inserisco...

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Direi che le persone si potrebbero ammalare quando hanno terminato un compito,-- con o senza successo.

A questo proposito vorrei dare un esempio di esperienza personale: io tendo ad ammalarmi ogni inverno di influenza. Ma un'eccezione c'e' stata nell'inverno in cui curai mio marito gravemente ammalato, ed allora rimasi sana. Potrebbe essere che il compito che ho avuto in quel periodo mi abbia mantenuta sana?

Prima di tutto grazie per aver esposto un tuo vissuto personale..

..solo vorrei sapere se ho compreso bene il contenuto: vuoi dire che la frustrazione derivata dall'impegno psicologico che hai riversato nei confronti di tuo marito ti ha, diciamo, permesso di non far ammalare te stessa in quella occasione?

E per cio' che riguarda le mie reazioni ad una o piu' frustrazioni, sono del parere che si deve continuare ad agire confrontandosi con nuovi compiti. Non si dovrebbe restare sotto l'influenza negativa del mancato successo, ma adoperarsi per conseguire nuovi successi.

Sarebbe ottimale anche secondo me questo tipo di atteggiamento mentale :girl_devil: ... anche se non è sempre facile da mettere in pratica...

Link al commento
Condividi su altri siti

 
O a te stesso :girl_devil:

Prevalentemente a me stesso!!!!!ahahahahah.....

Link al commento
Condividi su altri siti

 
..si, certo, capisco Ant.. non ti preoccupare :Thinking: .. ma sai che ho letto in proposito all'uso della frustrazione da parte di Fritz qualcosa di molto interessante.. se lo ritrovo dopo lo inserisco...

:girl_devil:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
..si, certo, capisco Ant.. non ti preoccupare :Thinking: .. ma sai che ho letto in proposito all'uso della frustrazione da parte di Fritz qualcosa di molto interessante.. se lo ritrovo dopo lo inserisco...

:girl_devil:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Per non essere frustrati, frustiamo noi stessi...

:shok:

fru|stra|zió|ne

Definizione dal vocabolaio di lingua italiana:

- mancato soddisfacimento o appagamento dei propri desideri, delle proprie speranze; stato di insoddisfazione, delusione che ne deriva.

- psic., impossibilità o incapacità di soddisfare un desiderio o un bisogno, con conseguente tensione emotiva.

Grazie per la ricerchina Dat.. :Thinking:

Concordo con Freud :;): , sentire la frustrazione è necessario per sviluppare l'io al fine di al fine di adattarlo alla realtà circostante, concettualizzata poco oggettivamente da ciascuno di noi, per soddifare i nostri bisogni e perseguire i nostri obbiettivi -_- .

..con "poco oggettivamente" si intende qui dire che, in riferimento al contesto in cui ci troviamo e delle risorse da noi possedute se non sentissimo le frustrazioni non valuteremmo coerentemente ciò a cui possiamo aspirare a livello di soddisfacimento di bisogni e raggiungimento di obiettivi, giusto?

Le strategie che metto in atto ?.... :girl_devil:

La strategia che ho messo in atto a seguito dell'ultima frustrazione è stato interpretare uno script depressivo, funzionale per stabilire con discreta approssimazione di aver riconosciuto un mio limite.

..quindi, immagino, che nel tuo caso il "prendere coscienza" (se così posso dire) a posteriori del tuo comportamento di fronte ad una frustrazione, ti agevoli a metabolizzare e, forse, anche a non ricorrere nuovamente a quel meccanismo (sempre, ovvio, se trattasi di un meccanismo "deleterio") in situazioni analoghe.. giusto o no?

Parlando di frustrazione, come gia scrissi tempo fa su post (se non ricordo male riguardo al narcisismo & co.), il bambino per il suo corretto sviluppo emotivo ha bisogno di sentire la frustrazione. Altrimenti vivrà una vita seguendo copioni in cui la sindrome di onnipotenza non gli permetterà un corretto relazionamento con la realtà.

...frustrazioni adeguate però.. eh?! ^_^:):

Link al commento
Condividi su altri siti

 
 
Ospite sea
..quindi sei cosciente di averne ma non sei cosciente "nel mentre" le utilizzi.. correggimi se sbaglio eh! :shok:

..certo probabilmente un approccio psicologico "autoconservativo" istintivo è a posteriori che ci rendiamo conto di averlo utilizzato (sempre se ci interessa rendercene conto :Thinking: )... quindi in questa ottica è tipo un riflesso "ancestrale" (se così posso dire) che va ad esplicarsi nelle esperienze che viviamo personalmente... :girl_devil:

Per me fai conto di vedere la volpe con l'uva.

Non la posso avere? Beh, fa schifo, echissene.

Poi c'è la questione della competizione.

Se sono frustrata perchè faccio a gara con me stessa, male di nulla.

Se però faccio una gara con gli altri.. ci sta che a lungo andare.. dài oggi dài domani, io non riesco.. ma perchè gli altri sì.. si comincia a intaccare l'autostima..

e allora diventa pericoloso.

Se non mi soccorre l'istinto, è un casino. Perchè cominci ad arrabbiarti con te stesso..e dove si va non si sa, se si prolunga nel tempo...

Link al commento
Condividi su altri siti

 
..con "poco oggettivamente" si intende qui dire che, in riferimento al contesto in cui ci troviamo e delle risorse da noi possedute se non sentissimo le frustrazioni non valuteremmo coerentemente ciò a cui possiamo aspirare a livello di soddisfacimento di bisogni e raggiungimento di obiettivi, giusto?

Si :Thinking:

..quindi, immagino, che nel tuo caso il "prendere coscienza" (se così posso dire) a posteriori del tuo comportamento di fronte ad una frustrazione, ti agevoli a metabolizzare e, forse, anche a non ricorrere nuovamente a quel meccanismo (sempre, ovvio, se trattasi di un meccanismo "deleterio") in situazioni analoghe.. giusto o no?

Certo che puoi dirlo quintessenza, dopo aver riconosciuto un limite siamo liberi di accettarlo e conviverci, eppoi possiamo anche concederci di perseguire altri obbiettivi. :girl_devil:

...frustrazioni adeguate però.. eh?! :;):^_^

E certo, la mamma a un certo punto è bene che torni senno il bimbo poi la rifiuta. :shok:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Ospite sea
Si :Thinking:

Certo che puoi dirlo quintessenza, dopo aver riconosciuto un limite siamo liberi di accettarlo e conviverci, eppoi possiamo anche concederci di perseguire altri obbiettivi. :girl_devil:

E certo, la mamma a un certo punto è bene che torni senno il bimbo poi la rifiuta. :shok:

S', sarà bene che la mamma torni alla svelta, sennò il bimbo spacca tutto! :;):

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Per me fai conto di vedere la volpe con l'uva.

Non la posso avere? Beh, fa schifo, echissene.Se sono frustrata perchè faccio a gara con me stessa, male di nulla.

Be c'azzecca come poche la favola della la favola della volpe e l'uva:

"Una volpe, dopo aver sognato di raggiungere un grappolo d'uva, si sveglia accorgendosi che quel grappolo esiste davvero. L'animale affamato tenta con grandi balzi di staccare il grappolo ma ogni sforzo è vano. Constatando di non poterla raggiungere, esclama: "tanto è ancora acerba!".

Secondo me in questo caso la volpe evita di riconoscere un suo limite, che è quello di avere la capacità di saltare abbastanza in alto per raggiungerla, trova la sua giustificazione "tanto è acerba", che denota l'onnipotenza di attribuire o meno delle qualità che tuttavia non corrispondono alla realtà (l'esperienza del mangiare il chicco)

Poi c'è la questione della competizione.

Se però faccio una gara con gli altri.. ci sta che a lungo andare.. dài oggi dài domani, io non riesco.. ma perchè gli altri sì.. si comincia a intaccare l'autostima..

e allora diventa pericoloso.

Se non mi soccorre l'istinto, è un casino. Perchè cominci ad arrabbiarti con te stesso..e dove si va non si sa, se si prolunga nel tempo...

Be in questo caso credo che il tuo, come dice Oatley, sia un pre-addictive scripts, ovvero un copione emotivo che interpreti per raggiungere il rilassamento sfuggendo, ma anche evitando un evento negativo, che stimolerà conseguentemente un emozione negativa (la depressione di non essere capace di raggiungere l'uva di cui sopra)

Link al commento
Condividi su altri siti

 
S', sarà bene che la mamma torni alla svelta, sennò il bimbo spacca tutto! :D:

Be piucchealtro io mi preouccuperei del fatto che il bambino una volta vissuto l'abbandono da parte della madre, comprometterà le sue modalità relazionali. -_-

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.