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liberarsi dai condizionamenti ....è possibile?


mio

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Quando accade una cosa, quando ci troviamo davanti alla vita cosa succede? Dobbiamo farci qualcosa, abbiamo uno stimolo a cui rispondere....e come lo facciamo? Io dei con il pensiero....con la memoria che analizza paragonando il nuovo a cio che sa e decide cosa è meglio in base alle sue esperienze....questo mi sembra scontano o no?

Scontato, ma parziale, nel senso che l'esperienza è una delle cose che ci condiziona di fronte alla vita ma non è la

sola cosa. Tra le altre, ad esempio, c'è la vita stessa che ci troviamo davanti.

dunque siamo condizonati sempre dal nostro passato....ma per capire ciò che vorrei esprimere non dobbiamo dare nè una valenza positiva nè una negativa alla cosa, dobbiamo solo osservare la cosa in noi quando agiamo e vedere se è vero?

ora chiedo qualcuno vede questa cosa o no?

Certo. Non ha di per sè valenza negativa nè positiva, ma può assumere connotati negativi o positivi a seconda del

caso, o anche connotati diversi all'interno dello stesso caso. Ad esempio se quando uno guida un'automobile non fosse

condizionato dal passato, probabilmente andrebbe a sbattere in poco tempo e ciao futuro, ma allo stesso tempo se

fosse condizionato solo dal passato, dopo aver affrontato tre curve consecutive a destra se ne trovasse una a sinistra

uscirebbe fuori strada. Insomma, per fare quella dannata curva a sinistra ha bisogno sia del condizionamento del

passato che di non farsene condizionare troppo.

Aggiungerei anche che secondo me l'assenza di condizionamento, quand'anche fosse reale e non un autoconvincimento,

sarebbe di per sè un condizionamento molto forte. Anche se non le considero due condizioni possibili, l'assenza di

condizionamento e il condizionamento totale direi proprio che sono i classici estremi che coincidono.

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aggiungo questo...

il pensiero è la risposta della memoria al presente....

ma qual'è la fonte che lo genera se non la memoria, i suoi ricordi, ecc,,,ecc,,,

questo campo è limitato e non può non condizionare il pensiero....esso è condizionato dalla fonte....ma non è negativo, lo diventa quanto fa cio che non gli compete :essere.

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Scontato, ma parziale, nel senso che l'esperienza è una delle cose che ci condiziona di fronte alla vita ma non è la

sola cosa. Tra le altre, ad esempio, c'è la vita stessa che ci troviamo davanti.

la vita stessa....

sul momento?

o come ulteriore accumulo di esperienza?

insomma il pensiero è condizionato sempre o possiamo pensare al presente mentre accade?

Certo. Non ha di per sè valenza negativa nè positiva, ma può assumere connotati negativi o positivi a seconda del

caso, o anche connotati diversi all'interno dello stesso caso. Ad esempio se quando uno guida un'automobile non fosse

condizionato dal passato, probabilmente andrebbe a sbattere in poco tempo e ciao futuro, ma allo stesso tempo se

fosse condizionato solo dal passato, dopo aver affrontato tre curve consecutive a destra se ne trovasse una a sinistra

uscirebbe fuori strada. Insomma, per fare quella dannata curva a sinistra ha bisogno sia del condizionamento del

passato che di non farsene condizionare troppo.

Aggiungerei anche che secondo me l'assenza di condizionamento, quand'anche fosse reale e non un autoconvincimento,

sarebbe di per sè un condizionamento molto forte. Anche se non le considero due condizioni possibili, l'assenza di

condizionamento e il condizionamento totale direi proprio che sono i classici estremi che coincidono.

per le cose tecniche io non dire condizionato....ma allenato che è diverso....imparo a guidare , faccio l'esperienza e so come usare il mezzo....

ma la paura, non è un condizionamento?

i gusti?

l'odio?

la rabbia?

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la vita stessa....

sul momento?

o come ulteriore accumulo di esperienza?

insomma il pensiero è condizionato sempre o possiamo pensare al presente mentre accade?

per le cose tecniche io non dire condizionato....ma allenato che è diverso....imparo a guidare , faccio l'esperienza e so come usare il mezzo....

ma la paura, non è un condizionamento?

i gusti?

l'odio?

la rabbia?

scusa mio ma per te il "condizionamento" finisce per essere un calderone in cui ci metti dentro di tutto: pensieri, carattere, sentimenti, gusti.

ad esempio gusti e sentimenti sono due cose ben diverse.

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scusa mio ma per te il "condizionamento" finisce per essere un calderone in cui ci metti dentro di tutto: pensieri, carattere, sentimenti, gusti.

ad esempio gusti e sentimenti sono due cose ben diverse.

allora , dobbiamo chiarire, c'è troppa confusione...

il pensiero è la risposta della memoria, se non concordiamo su questo non riusciamo ad andare avanti...

il gusto anche...e i sentimenti pure....

parlo di sentimenti come noi li intediamo ad oggi, non quelli mistici...

il pensiero è la risposta delle memoria, delle esperienze che essa contiene ecc...ecc..

ora questo pensiero sarà o no condizionato dal contenuto della memoria o no...

perchè diamine, mangi la mucca e non il cane? ...

perchè non mangi un cadavere di un uomo?

perchè hai paura di un cimitero di notte?

tutto cio , paura, rabbia, sentimenti , sono dovuti al pensiero condizionato...

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allora , dobbiamo chiarire, c'è troppa confusione...

il pensiero è la risposta della memoria, se non concordiamo su questo non riusciamo ad andare avanti...

sono obbligata a concordare?

perchè ci sono varie scienze, tra cui la neurologia ad esempio, che si occupano del pensiero...

dovrei documentarmi, ma cosa sia il pensiero è una questione molto complessa.

se devo per forza accettare questa definizione allora mi fermo io.

tu parlavi di un confronto, ma se sono obbligata ad essere d'accordo con te, che confronto è?

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la vita stessa....

sul momento?

o come ulteriore accumulo di esperienza?

insomma il pensiero è condizionato sempre o possiamo pensare al presente mentre accade?

per le cose tecniche io non dire condizionato....ma allenato che è diverso....imparo a guidare , faccio l'esperienza e so come usare il mezzo....

Quindi sei condizionato dall'esperienza. Anche se la chiami allenamento non è che cambia il fatto che si tratta di esperienza

e soprattutto che lo fai proprio per condizionare il tuo modo di reagire di fronte al sistema auto/altre auto/strada/pedoni ecc.

Ti liberi dell'esperienza, e non sai più usarlo perché ti manca il condizionamento dell'esperienza, oppure (guardando da un

altro punto di vista) sei condizionato dall'assenza di esperienza o dalla sua perdita.

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no , non rimuovere, capire come agisce, come crea gusti, come interpreta, come giudica, e cosa non può fare : essere.

su come posso affermarlo che dire.....pensa alla sensazione di "bagnato" (quello è pensare) poi corri in bagno e bagnati una mano ( quello è il fatto)...come fai ha riconoscere la differenza....? Lo senti , per vero....

io non nego la funzione della mente, essa rende vivo il corpo tramite le sensazioni, ma la mente non è solo contenuto...essa è anche presente con le sensazioni, con la "presenza" dell'adesso....

no sul tempo e il pronome personale non c'è ovviamente differenza, non sono Osho che parlava dicendo "colui che parla afferma.."

se l'ho fatto era ,per me , per rendere il discorso più chiaro...null'altro.

Bhe! l'hai scritto tu che il mio passato non esiste più sicchè...

Prova a fare un esperienza mio, torna su con la pagina e rileggi quello che hai scritto qualche ora fa, sembra scritto da te o da un' altra persona?

P.S. puoi anche stare sulla risposta più tempo del necessario, non mi servono neanche troppe spiegazioni, mi basta anche un accenno di quello che emergerà quando lo farai.

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sono obbligata a concordare?

perchè ci sono varie scienze, tra cui la neurologia ad esempio, che si occupano del pensiero...

dovrei documentarmi, ma cosa sia il pensiero è una questione molto complessa.

se devo per forza accettare questa definizione allora mi fermo io.

tu parlavi di un confronto, ma se sono obbligata ad essere d'accordo con te, che confronto è?

non obbligata, chi l'ha detto..

ma se siamo io e te e dobbiamo o meglio vogliamo parlare del mare, e uno dei due non lo vede.......

comunque stiamo , forse per colpa mia non so, perdendo la via..

su hai detto che reagisci in base alle circostanze e non hai condizionamenti, io ti ho chiesto, se provi rabbia....

se hai paura, se desideri, se hai scopi, se hai speranze...

perchè tutte queste cose condizionano o sono condizionate.....

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Quindi sei condizionato dall'esperienza. Anche se la chiami allenamento non è che cambia il fatto che si tratta di esperienza

e soprattutto che lo fai proprio per condizionare il tuo modo di reagire di fronte al sistema auto/altre auto/strada/pedoni ecc.

Ti liberi dell'esperienza, e non sai più usarlo perché ti manca il condizionamento dell'esperienza, oppure (guardando da un

altro punto di vista) sei condizionato dall'assenza di esperienza o dalla sua perdita.

Sinceramente credo che la funzione della mente e dellamemoria sia proprio l'utilità del ricordare le cose che tecnicamente ti possono aiutare, io non ho mai negato questa importanza....senza pensiero e memoria, non parleremmo, non ritorneresti in casa, non guideresti.....ma per amare o per osservare c'è nè bisogno? Io credo di no, e vedo invece che oramai il processo utile nel tecnico intervinene anche nello psicologico creando conflitti tra falso e reale, tra il "me" e il mio essere...

dunque se parliamo di "condizionamento" sostituendolo all'imparare una tecnica....per me siamo fuori tema...io parlavo di condizionamenti psicologici, come la paura, il possesso, ecc...

poi ovviamente si può parlare di ogni cosa, ma per me imparare a guidare non è essere condizionati, essere condizionati sarebbe aver paura di guidare per aver visto troppi incidenti alla TV...

poi liberi tutti

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Bhe! l'hai scritto tu che il mio passato non esiste più sicchè...

Prova a fare un esperienza mio, torna su con la pagina e rileggi quello che hai scritto qualche ora fa, sembra scritto da te o da un' altra persona?

P.S. puoi anche stare sulla risposta più tempo del necessario, non mi servono neanche troppe spiegazioni, mi basta anche un accenno di quello che emergerà quando lo farai.

ovvio , l'ho scritto io ma io non sto parlando di questo, non ti seguo , mi sono perso....

non mi pare di aver negato che io di adesso non sono l'io di ieri....anche se l' ieri è un idea , come fatto...

io ora rileggo è ora rileggo prima ho scritto....ma scusa non seguo cosa mi hai detto , non ho capito, stiamo parlando di cose diverse forse....

si sta parlando del vivere nell'adesso presenti, attenti, a cio che accade, o interpretarlo con il "pensiero" che è passato e che in realtà non entrerà mai in contatto con cio che accade , impedendo di fatto di allineare essere e "presenza"...e che condiziona cio che viviamo.

Questo condizionamento inoltre aumenta con il passare del tempo in quanto "noi" siamo accumulo, e se da un lato cresce dall'altro si fossilizza....

quando vivi un attimo ci sono due modi di farlo...pensare, verbalizzando in continuo cio che fai....è questo è vivere tramite il passato che è condizionato ovviamente da se stesso o "essere presenti" il che implica non giudicare, non avere scopi sulla cosa, non avere speranze, non desiderarla,,,,,tutte cose che se sono in essere sono obbligatoriamente provenienti dal prima e sono obbligatoriamente condizionate.

non so se sono riuscito ad ampliare questo concetto o meglio a chiarirlo in modo che tu possa capire ciò che intendo...

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... ovvio , l'ho scritto io ma io non sto parlando di questo, non ti seguo , mi sono perso....

non mi pare di aver negato che io di adesso non sono l'io di ieri....anche se l' ieri è un idea , come fatto...

io ora rileggo è ora rileggo prima ho scritto....ma scusa non seguo cosa mi hai detto , non ho capito, stiamo parlando di cose diverse forse....

Mio vorrei farti notare una cosa. Hai evitato la domanda che ti avevo posto, hai comunque risposto argomentando e dimostrandoti efficiente ma così facendo secondo me ti sei allontanato da me e da quanto ti avevo richiesto: rileggere quello che avevi scritto e osservare ciò che ne emergeva a livello emotivo. Io credo che l'efficienza a volte non faccia il paio con l'entrare in contatto con le proprie emozioni, anzi è un astuto stratagemma della mente per evitare questo contatto.

Adesso provo a riformulare...

quando una cosa non è me, uso la terza persona.

nessuno , in te e la stessa che parla. :Batting Eyelashes: (battuta contenente verità)

Quando dico Mio è condizionato, cosa intendo? intendo L'idea di me che ho io o altri , l'idea fatta di passato, esperienze, paure, idee, ideologie, desideri, progetti, speranze....ma io non sono tutto ciò, questo in me non ha gestione nell'azione...dunque se parlo di questo dico "mio"..

Hai affermato che tu non sei il tuo passato quindi trovi più corretto parlare di te in terza persona riferendoti al passato.

La domanda è:

Parlare di te al passato in prima persona (ad esempio: io ho fatto, io sono stato...etc) cosa implica a livello emotivo per te?

Modificato: da datango
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non obbligata, chi l'ha detto..

ma se siamo io e te e dobbiamo o meglio vogliamo parlare del mare, e uno dei due non lo vede.......

e allora vedi che tu ritieni di conoscere la verità a differenza nostra?

perchè è proprio questo che stai affermando.

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Mio vorrei farti notare una cosa. Hai evitato di rispondere alla domanda che ti avevo posto, hai comunque argomentato dimostrandoti efficiente ma così facendo ti sei allontanato da quanto ti avevo richiesto: rileggere quello che avevi scritto e osservare ciò che ne emergeva a livello emotivo. Io credo che l'efficienza a volte non faccia il paio con l'entrare in contatto con le proprie emozioni, anzi è un astuto stratagemma della mente per evitare questo contatto.

Adesso provo a riformulare...

Hai affermato che tu non sei il tuo passato quindi trovi più corretto parlare di te in terza persona riferendoti al passato.

La domanda è:

Parlare di te al passato in prima persona (ad esempio: io ho fatto, io sono stato...etc) cosa implica a livello emotivo per te?

P.S.: Puoi anche non darmi una risposta immediata.

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e allora vedi che tu ritieni di conoscere la verità a differenza nostra?

perchè è proprio questo che stai affermando.

Assolutamente....magari sono io quello che vede male, chissà...

resta il fatto che per discutere su un punto, il punto lo si debba aver presente in due...

io dico , riusciamo a vedere i nostri condizionamenti?

e tu mi dici : io non sono condizionata.

la discussione è già conlusa. Non trovi?

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P.S.: Puoi anche non darmi una risposta immediata.

Anzi puoi anche non rispondermi. :Four Leaf Clover:

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Assolutamente....magari sono io quello che vede male, chissà...

resta il fatto che per discutere su un punto, il punto lo si debba aver presente in due...

io dico , riusciamo a vedere i nostri condizionamenti?

e tu mi dici : io non sono condizionata.

la discussione è già conlusa. Non trovi?

io non ho scritto non sono condizionata.

io ho scritto come agisce il condizionamento nell'esempio da te proposto...

la discussione a me sembra conclusa perchè non sto arrivando alle conclusioni che tu vorresti!

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Mio vorrei farti notare una cosa. Hai evitato di rispondere alla domanda che ti avevo posto, hai comunque argomentato dimostrandoti efficiente ma così facendo ti sei allontanato da quanto ti avevo richiesto: rileggere quello che avevi scritto e osservare ciò che ne emergeva a livello emotivo. Io credo che l'efficienza a volte non faccia il paio con l'entrare in contatto con le proprie emozioni, anzi è un astuto stratagemma della mente per evitare questo contatto.

Adesso provo a riformulare...

Hai affermato che tu non sei il tuo passato quindi trovi più corretto parlare di te in terza persona riferendoti al passato.

La domanda è:

Parlare di te al passato in prima persona (ad esempio: io ho fatto, io sono stato...etc) cosa implica a livello emotivo per te?

qui forse ho fatto confusione io , perdonami..

io , ora, mentre sono, sono immerso nel presente, lo vivo, senza interpretarlo, vedo i condizionamenti che la mia mente mi pone in essere, ma compreso il meccanismo non li ascolto, e si placano , si fermano...cosa resta l'agire...io sono l'agire...

ma lo ero anche ieri...e lo sarò domani.....

usare io ho fatto , io sono stato per me è normale, lo faccio sempre, lo trovo anche corretto...

quando dico che non sono il mio passato intendo questo....

sento una musica.....chi sente....potrebbe essere il passato che associa interpreta e ascolta, condizionato da suo sapere...

oppure non c'è nessuno che ascolta, c'è l'ascolto, c'è la musica, e ti immergi in essa, attento ma non giudicante non come uno che paragona....

in questo senso sono "adesso" nell'ascolto, non il mio passato.....Ora se dico Mio non ascoltava, con Mio intendo tutto l'accumulo di esperienze conoscenze ecc..ecc... e dico una verità (ovviamente potrebbe essere una mia illusione..ma a livello razionale hai capito cosa intendo)...

quando io e te parliamo e io dico una cosa tu puoi ascoltare in due modi .....dall'adesso in te o con Daniele...in che senso..

puoi ascoltare per "imparare" cosa sto dicendo in modo da comprendere il fatto che dico e "toccare con mano" "sentire in te" la cosa (poi poterbbe essere che uno dica , dopo, non l'ho trovata vera, ma ho capito cosa intendessi, ho ascoltato)...oppure puoi ascoltare facendo paragoni con cio che sai...dicendo è vero, non è vero , qui non concordo.....e mentre nel primo caso saresti "ascolto" nel secondo c'è Daniele che ascolta....e mentre nel primo caso comprenderesti cio che io volevo esprimere perfettamente (ripeto senza che cio implichi nessun accordo o disaccordo) nel secondo avresti interpretato la cosa e non è possibile una chiare comprensione , diciamo che mentre nel primo caso avresti un rapporto diretto con cio che io intendevo nel secondo lo avresti con un'idea da te formulata su una cosa non compresa totalmente.

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io non ho scritto non sono condizionata.

io ho scritto come agisce il condizionamento nell'esempio da te proposto...

la discussione a me sembra conclusa perchè non sto arrivando alle conclusioni che tu vorresti!

non fare così....non intendevo questo..

mettiamola così...

tu hai paura....?

sei mai eflice per una speranza?

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Anzi puoi anche non rispondermi. :Four Leaf Clover:

E perchè mai....dovrei non risponderti.... :icon_biggrin:

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E perchè mai....dovrei non risponderti.... :icon_biggrin:

Perchè è una possibilità che possiamo concederci il non rispondere o il non essere efficenti.

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Sinceramente credo che la funzione della mente e dellamemoria sia proprio l'utilità del ricordare le cose che tecnicamente ti possono aiutare, io non ho mai negato questa importanza....senza pensiero e memoria, non parleremmo, non ritorneresti in casa, non guideresti.....ma per amare o per osservare c'è nè bisogno? Io credo di no, e vedo invece che oramai il processo utile nel tecnico intervinene anche nello psicologico creando conflitti tra falso e reale, tra il "me" e il mio essere...

dunque se parliamo di "condizionamento" sostituendolo all'imparare una tecnica....per me siamo fuori tema...io parlavo di condizionamenti psicologici, come la paura, il possesso, ecc...

poi ovviamente si può parlare di ogni cosa, ma per me imparare a guidare non è essere condizionati, essere condizionati sarebbe aver paura di guidare per aver visto troppi incidenti alla TV...

poi liberi tutti

mio il punto è proprio quello sottolineato: ciò che tu intendi per "me" e il "mio essere"...me= passato, "mio essere"= presente.

sbaglio???

Lo psicologo non fa distinzione a livello di utilità, perchè se è vero che è importante rielaborare il passato per vivere meglio il presente, è anche vero che non si può fare a meno del passato...perchè noi siamo ANCHE quello!!!!

Mi vengono in mente tante persoen tutte uguali, senza passato, sarebbe impossibile!!!

Tra l'altro lo psicologo non è che cerca di indicarti il tuo "io"....quello lo si dovrebbe trovare da soli, lo psicologo al contrario cerca di farti vivere il presente al meglio, poi quello che viene in più è sempre merito della volontà del paziente....

Ora per me vive peggio chi ha letto dei libri di filosofia e da lì ha pensato di far la sua ragione di vita....pensando di doversi "liberare dai condizionamenti", ovviamente vive male senza saperlo, illudendosi distar bene e per far ciò deve anche ergersi un tantino al di sopra di tutti quelli che in qualche modo vivono i (quelli che tu chiami) condizionamenti in tutta tranquillità!

Riprendendo la domanda che hai fatto a juditta , "tu provi paura"? La paura è un sentimento dell'uomo che può avere sia origine istintiva, prendi la paura di ciò che non si conosce, e anche condizionata (come lo intendi tu), la paura di un animale feroce per esempio, che noi riconosciamo come tale per "esperienza".

Ora mi chiedo cosa c'è di strano o di male o cosa impedisce l'aver paura???? Io direi che addirittura la paura ci salva a volte....vedo un vicolo buio, so che è una zona malfamata, evito di entrarci....menomale che la mia "esperienza" me lo ricorda!!!!!!

Se la paura diventa condizionante è un altro conto, rientriamo in un disturbo, rientriamo in un problema che va affrontato e superato....ma su questo siamo tutti d'accordo....spero! :icon_rolleyes:

mi dici come la paura (intesa come condizionamento) può impedirci di vivere il presente????

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mio il punto è proprio quello sottolineato: ciò che tu intendi per "me" e il "mio essere"...me= passato, "mio essere"= presente.

sbaglio???

si, diciamo che per "me" "io" "se" intendo il passato, ma non come passato in senso di tempo, ma come passato in senso si accumulo di esperienze, un accumulo che crea un idea di "se", tipica dell'uomo, non presente negli animali, che determina ogni condizonamento che va dal gusto, alla paura, alla sessualità, alle speranze, ai credi..ecc..ecc.

Lo psicologo non fa distinzione a livello di utilità, perchè se è vero che è importante rielaborare il passato per vivere meglio il presente, è anche vero che non si può fare a meno del passato...perchè noi siamo ANCHE quello!!!!

Mi vengono in mente tante persoen tutte uguali, senza passato, sarebbe impossibile!!!

Tra l'altro lo psicologo non è che cerca di indicarti il tuo "io"....quello lo si dovrebbe trovare da soli, lo psicologo al contrario cerca di farti vivere il presente al meglio, poi quello che viene in più è sempre merito della volontà del paziente....

ok, si concordo con il fatto che lo psicologo cerchi di farti comprendere il tuo "io" per comprendere meglio i tuoi "condizionamenti" e vivere l'adesso meglio..

Ora per me vive peggio chi ha letto dei libri di filosofia e da lì ha pensato di far la sua ragione di vita....pensando di doversi "liberare dai condizionamenti", ovviamente vive male senza saperlo, illudendosi distar bene e per far ciò deve anche ergersi un tantino al di sopra di tutti quelli che in qualche modo vivono i (quelli che tu chiami) condizionamenti in tutta tranquillità!

questo è un punto importante da chiarire. Se il mio "io" decide di liberarsi dal condizionamento, mi sto imbrogliando perchè esso stesso è il condizionamento, il tal caso ci sarebbe uno scopo, anch'esso condizionato, anch'esso proveniente dal condizionamento stesso.

ma se nell'adesso, comprendo la falsità e il filtro che il condizionamento mi mette davanti al presente , il condizionamento si ferma da solo, semplicemente non è più in essere....

dunque cio che tu dici è vero, ma spero che tu veda che non è cio che sto dicendo io (indipendentemente dal fatto che io sia condizionato o meno, che mi stia illudendo o no.)

Riprendendo la domanda che hai fatto a juditta , "tu provi paura"? La paura è un sentimento dell'uomo che può avere sia origine istintiva, prendi la paura di ciò che non si conosce, e anche condizionata (come lo intendi tu), la paura di un animale feroce per esempio, che noi riconosciamo come tale per "esperienza".

Ora mi chiedo cosa c'è di strano o di male o cosa impedisce l'aver paura???? Io direi che addirittura la paura ci salva a volte....vedo un vicolo buio, so che è una zona malfamata, evito di entrarci....menomale che la mia "esperienza" me lo ricorda!!!!!!

Se la paura diventa condizionante è un altro conto, rientriamo in un disturbo, rientriamo in un problema che va affrontato e superato....ma su questo siamo tutti d'accordo....spero! :icon_rolleyes:

mi dici come la paura (intesa come condizionamento) può impedirci di vivere il presente????

ok, la paura.

nel presente, giri in un bosco incontri un animale grosso, un orso, sei totalmente presente, è uno di quei casi dove il presente prende sopravvento su qualsiasi io.....e fuggi, scappi....

dopo razionalizzi e pensi che non deve accadere più, pensi che il bosco sia un posto pericoloso, pensi a cio che poteva accadere, a tua moglie sola ai tuoi figli orfani, pensi che potevano esserci loro , questo diventa parte del tuo "io"...

Ora tutto questo fa crescere o meglio modificare il tuo "io" o no?

quando vedrai un orso, un uomo che cammina per il bosco, o tu andrai a funghi, il tuo incoscio involontariamente ti darà un senso di agitazione (ora, sto facendo un esempio banale, solo per capire il meccanismo, in realtà credo sia molto più complesso) ....

dunque quel episodio ti ha condizionato.

ora cosa dico io per eliminare il condizionamento? Se sei presente nell'adesso, se vivi il presente senza vagliarlo allo scanner dell"io", anche l'incoscio tace, e tu passerai dal condizionamento alla consapevolezza del pericolo, e mentre il primo ti distorce il momento, il secondo no.

ora non ti chiedo se è vero o no, ma se hai razionalemnte capito cosa intendo.

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questo è un punto importante da chiarire. Se il mio "io" decide di liberarsi dal condizionamento, mi sto imbrogliando perchè esso stesso è il condizionamento, il tal caso ci sarebbe uno scopo, anch'esso condizionato, anch'esso proveniente dal condizionamento stesso.

ma se nell'adesso, comprendo la falsità e il filtro che il condizionamento mi mette davanti al presente , il condizionamento si ferma da solo, semplicemente non è più in essere....

dunque cio che tu dici è vero, ma spero che tu veda che non è cio che sto dicendo io (indipendentemente dal fatto che io sia condizionato o meno, che mi stia illudendo o no.)

il punto è che io credo che ciò non sia possibile....il condizionamento si può eliminare solo quando diventa nocivo....

comunque tirispondo giù così usiamo l'esempio.

ok, la paura.

nel presente, giri in un bosco incontri un animale grosso, un orso, sei totalmente presente, è uno di quei casi dove il presente prende sopravvento su qualsiasi io.....e fuggi, scappi....

dopo razionalizzi e pensi che non deve accadere più, pensi che il bosco sia un posto pericoloso, pensi a cio che poteva accadere, a tua moglie sola ai tuoi figli orfani, pensi che potevano esserci loro , questo diventa parte del tuo "io"...

Ora tutto questo fa crescere o meglio modificare il tuo "io" o no?

quando vedrai un orso, un uomo che cammina per il bosco, o tu andrai a funghi, il tuo incoscio involontariamente ti darà un senso di agitazione (ora, sto facendo un esempio banale, solo per capire il meccanismo, in realtà credo sia molto più complesso) ....

dunque quel episodio ti ha condizionato.

ora cosa dico io per eliminare il condizionamento? Se sei presente nell'adesso, se vivi il presente senza vagliarlo allo scanner dell"io", anche l'incoscio tace, e tu passerai dal condizionamento alla consapevolezza del pericolo, e mentre il primo ti distorce il momento, il secondo no.

ora non ti chiedo se è vero o no, ma se hai razionalemnte capito cosa intendo.

Però :Talk to the Hand: diciamo innanzitutto che ne presente io giro in un bosco e incontro un orso il mio condizionamento (sempre per come lo intendi tu) dovrebbe già agire in quanto io SO che un orso può essere pericoloso....e in quel momento io reagisco alla paura scappando..quindi grazie al cielo che LO SAPEVO!!!

Il razionalizzare dopo, non lo so quante persone si farebbero tutti quei film sulle varie possibilità di incontrare l'orso con i figli la moglie ecc.

Più plausibile invece è la possibilità che andando dinuovo per boschi il mio inconscio mi ricordi l'episodio, certo!!!

Ma, non è detto che mi crei agitazione e io rinuncio alla passeggiata nel bosco ....

Potrei anche ricordare l'episodio e essere più prudente stavolta ,evitando di andare in quelle zone in cui c'è la possibilità di incontrarne ancora ad esempio...comunque proseguendo la mia passeggiata serenamente! Anche questo per te è un condizionamento???? E se si perchè dovrei liberarmene? Perchè ci ho pensato qualche secondo e ho tolto tempo al presente???? Non mi pare poi una cosa così improtante visto che però pensarci mi ha permesso di essere più prudente!!!

Io ho capito cosa intendi tu e ti dico che aver paura di un orso che non c'è e abbandonare la passeggiata per paura è un problema, dovuto a un trauma subito, non un condizionamento (poi se ti va di chiamarlo così ok)! E una cosa così va curata...perchè diventa un impedimento....

Ma adesso mi dici che impedmento mi dà fare sesso anale??? (restando sulla scia del discorso) :icon_rolleyes:

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qui forse ho fatto confusione io , perdonami..

io , ora, mentre sono, sono immerso nel presente, lo vivo, senza interpretarlo, vedo i condizionamenti che la mia mente mi pone in essere, ma compreso il meccanismo non li ascolto, e si placano , si fermano...cosa resta l'agire...io sono l'agire...

ma lo ero anche ieri...e lo sarò domani.....

usare io ho fatto , io sono stato per me è normale, lo faccio sempre, lo trovo anche corretto...

quando dico che non sono il mio passato intendo questo....

sento una musica.....chi sente....potrebbe essere il passato che associa interpreta e ascolta, condizionato da suo sapere...

oppure non c'è nessuno che ascolta, c'è l'ascolto, c'è la musica, e ti immergi in essa, attento ma non giudicante non come uno che paragona....

in questo senso sono "adesso" nell'ascolto, non il mio passato.....Ora se dico Mio non ascoltava, con Mio intendo tutto l'accumulo di esperienze conoscenze ecc..ecc... e dico una verità (ovviamente potrebbe essere una mia illusione..ma a livello razionale hai capito cosa intendo)...

quando io e te parliamo e io dico una cosa tu puoi ascoltare in due modi .....dall'adesso in te o con Daniele...in che senso..

puoi ascoltare per "imparare" cosa sto dicendo in modo da comprendere il fatto che dico e "toccare con mano" "sentire in te" la cosa (poi poterbbe essere che uno dica , dopo, non l'ho trovata vera, ma ho capito cosa intendessi, ho ascoltato)...oppure puoi ascoltare facendo paragoni con cio che sai...dicendo è vero, non è vero , qui non concordo.....e mentre nel primo caso saresti "ascolto" nel secondo c'è Daniele che ascolta....e mentre nel primo caso comprenderesti cio che io volevo esprimere perfettamente (ripeto senza che cio implichi nessun accordo o disaccordo) nel secondo avresti interpretato la cosa e non è possibile una chiare comprensione , diciamo che mentre nel primo caso avresti un rapporto diretto con cio che io intendevo nel secondo lo avresti con un'idea da te formulata su una cosa non compresa totalmente.

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