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liberarsi dai condizionamenti ....è possibile?


mio

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il punto è che io credo che ciò non sia possibile....il condizionamento si può eliminare solo quando diventa nocivo....

comunque tirispondo giù così usiamo l'esempio.

Però :Talk to the Hand: diciamo innanzitutto che ne presente io giro in un bosco e incontro un orso il mio condizionamento (sempre per come lo intendi tu) dovrebbe già agire in quanto io SO che un orso può essere pericoloso....e in quel momento io reagisco alla paura scappando..quindi grazie al cielo che LO SAPEVO!!!

ok...dici bene...

però facciamo attenzione a questo particolare...

un conto è utilizzare il passato , come informazioni utili, ed è questo il suo giusto posto. Un conto e permettere al passato di intervenire nel rapporto tra me e il presente....generando il pensatore.

ora quando vedi l'orso credi che ti metti a pensare a cosa fare, nel senso non di che azione compiere, ma in qualche modo credi di interpretare o agisci sull'adesso senza voci in testa per ovvia importanza dell'adesso? nel senso quando mi leggi, di certo c'è "digi" che nella tua testa dice , questo è vero, qeusto no, ma guarda sto qui, questo mi fa sorridere..e.cc..ecc...e credi che davanti ad un orso ci sia sempre "digi" ad interferire....?

Il razionalizzare dopo, non lo so quante persone si farebbero tutti quei film sulle varie possibilità di incontrare l'orso con i figli la moglie ecc.

Più plausibile invece è la possibilità che andando dinuovo per boschi il mio inconscio mi ricordi l'episodio, certo!!!

Ma, non è detto che mi crei agitazione e io rinuncio alla passeggiata nel bosco ....

certo , non ti impedisce, (ho detto infatti che il mio esempio era troppo esemplificativo rispetto alla realtà) , ma ti impedirebbe il contatto diretto con l'adesso......o per lo meno lo inquinerebbe colorandolo, intepretandolo condizionandolo....

Potrei anche ricordare l'episodio e essere più prudente stavolta ,evitando di andare in quelle zone in cui c'è la possibilità di incontrarne ancora ad esempio...comunque proseguendo la mia passeggiata serenamente! Anche questo per te è un condizionamento???? E se si perchè dovrei liberarmene? Perchè ci ho pensato qualche secondo e ho tolto tempo al presente???? Non mi pare poi una cosa così improtante visto che però pensarci mi ha permesso di essere più prudente!!!

questo è il modo corretto di usare il passato....tu fai così? insomma ricordare l'orso darebbe sicurezza, ma vedere il vicino con rabbia perchè ti ha detto che sei una poco di buono che utilità ha, tu non lo fai?

Io ho capito cosa intendi tu e ti dico che aver paura di un orso che non c'è e abbandonare la passeggiata per paura è un problema, dovuto a un trauma subito, non un condizionamento (poi se ti va di chiamarlo così ok)! E una cosa così va curata...perchè diventa un impedimento....

Ma adesso mi dici che impedmento mi dà fare sesso anale??? (restando sulla scia del discorso) :icon_rolleyes:

alloa l'impedimento alla gita sarebbe il motivo per andare da uno psi ch può aiutarti a razionalizzare e superare quella paura...

ma io non parlo sono del problema quando esso da un problema al normale corso della vita, il discorso è mooolto più ampio , perchè noi viviamo costantemente con "mio" e "digi" che chiaccherano, interpretano giudicano, provocano paure incosce o consce, ora indipendentemte da cosa provocano , il che potrebbe essere anche speranza e piacere...impediscono un contatto diretto con la realtà che si può avere solo non giudicandola e per non giudicarla "digi" o "mio" devono tacere, non ci devono distrarre...

sul discorso del sesso anale, non ti seguo, iin che senso? Come ti ho appena specificato non è che ogni condizionamento dia problematiche dirette, l'attaccamento alla moglie per me è condizionamento ma rende felici non tristi!

perchè liberarsene? Perchè agire per l"io" è agire per una cosa che non esiste, soddisfare l'io da piacere, ma soddisfare cio che l'immediato propone da gioia infinita, molto più globale e totale del raggiungimento di uno scopo...

ora io dicevo sul sesso....sento la pulsione inguinale dovuta alla presenza di una donna nuda che dorme con me, o dovuta alla vista , al ricordo ecc...faccio sesso, sono totalmente presente e soddisfatto...cosa ti spinge a cercare altro se non "mio" o "digi" che per loro stessa natura devono crescere e aumentare nel tempo propinandoci con violenza il loro moto e dunque la ricerca perpetua di un "di più" sia di piacere, sia di sicurezza, sia di pace....insomma questo condizonamento questo se, ti fa vivere sempre in divenire, mai nell'adesso sai perche? Perchè l'adesso per loro ha le porte chiuse, non sono compatibili, sono come buio e luce.

se uno c'è l'altro manca.

"mio" "digi" sono memoria e crescono in continuazione, loro cercano sicurezza con il "sapere" e cercano di razionalizzare ogni attimo, ma come possono se l'attimo è adesso e loro sono "passato" entrarvi in contatto? Non possono e questo , quando noi siamo "nel pensiero continuo" impedisce di vedere la verità mutevole che la vita è.

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Scrivendo questa risposta come ti sei sentito? efficente o non efficente?

ho cercato di esprimere una mia sensazione nel modo migliore che consoco, per farlo ho usato la memoria ovviamente come per scrivere in italiano e per comunicare....

se sono stato efficente non lo so, sicuramente sono stato attento , immerso in quello che scrivevo, non so pormi questa domanda , non riesco a rispondere....efficente sarebbe il mio scritto se tu avessi compreso, inefficente in caso opposto..

mentre scrivevo non mi sentivo in nessun modo, ero totalemte al 100 per 100 attento allo scrivere...

spero di averti risposto chiaramente, e spero che tu non veda una non risposta ,ma una buona precisazione.

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ma qui si parla di condizionamenti di cui si è coscienti ..

perchè secondo me il condizionamento probelmatico è quello profondo che anche se riesci a scoprire non puoi evitarlo proprio perchè profondo.

cioè alcune cose le introiettiamo e le facciamo nostre.. sradicarle poi non è cosa cois' facile o scontata.

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ho cercato di esprimere una mia sensazione nel modo migliore che consoco, per farlo ho usato la memoria ovviamente come per scrivere in italiano e per comunicare....

se sono stato efficente non lo so, sicuramente sono stato attento , immerso in quello che scrivevo, non so pormi questa domanda , non riesco a rispondere....efficente sarebbe il mio scritto se tu avessi compreso, inefficente in caso opposto..

mentre scrivevo non mi sentivo in nessun modo, ero totalemte al 100 per 100 attento allo scrivere...

spero di averti risposto chiaramente, e spero che tu non veda una non risposta ,ma una buona precisazione.

Hai cercato di esprimere la tua sensazione nel modo migliore (efficiente) che conosci, hai un idea del perchè ti sei sentito di dover essere efficiente?

Modificato: da datango
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ma qui si parla di condizionamenti di cui si è coscienti ..

perchè secondo me il condizionamento probelmatico è quello profondo che anche se riesci a scoprire non puoi evitarlo proprio perchè profondo.

cioè alcune cose le introiettiamo e le facciamo nostre.. sradicarle poi non è cosa cois' facile o scontata.

Concordo con quanto scritto da Left, riuscire ad osservare un meccanisco incoscio di condizionamento non è scontato o facile, occorre la volontà di affrontare un lavoro su se stessi, l'essere aperti alla relazione e concedersi di mettere in discussione quello che siamo.

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Sinceramente credo che la funzione della mente e dellamemoria sia proprio l'utilità del ricordare le cose che tecnicamente ti possono aiutare, io non ho mai negato questa importanza....senza pensiero e memoria, non parleremmo, non ritorneresti in casa, non guideresti.....ma per amare o per osservare c'è nè bisogno? Io credo di no, e vedo invece che oramai il processo utile nel tecnico intervinene anche nello psicologico creando conflitti tra falso e reale, tra il "me" e il mio essere...

dunque se parliamo di "condizionamento" sostituendolo all'imparare una tecnica....per me siamo fuori tema...io parlavo di condizionamenti psicologici, come la paura, il possesso, ecc...

poi ovviamente si può parlare di ogni cosa, ma per me imparare a guidare non è essere condizionati, essere condizionati sarebbe aver paura di guidare per aver visto troppi incidenti alla TV...

poi liberi tutti

Ma facendo questo discorso tu sembri introdurre il presupposto che l'apprendimento di qualcosa come il guidare non abbia

nulla a che vedere con lo psicologico o più in generale con la psiche, e che quindi sia qualcosa che coinvolge "parti di te"

completamente diverse da quelle che sono coinvolte in altri tipi di apprendimento tipo quello del fatto che un oggetto scotta,

che un altro dà la scossa, che una persona dell'altro sesso ti può far soffrire o cose così. Un presupposto molto poco credibile,

onestamente. Tra l'altro, anche l'apprendimento che tu definisci "tecnico" può creare problemi (hai presente le deformazioni

professionali?) e d'altro canto anche l'assenza di apprendimento che tu definisci "psicologico" può essere problematico (di

persone che si innamorano sempre di idioti/idiotesse che sembrano fatte con lo stampo per poi soffrire puntualmente come

cani ne è pieno il mondo... e mi ci metto dentro anche io che non è una cosa che abbia imparato poi tanto bene, se devo

essere sincero..).

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Hai cercato di esprimere la tua sensazione nel modo migliore (efficiente) che conosci, hai un idea del perchè ti sei sentito di dover essere efficiente?

bhè ho cercato di esprimermi nel modo più comprensibile, direi per aver successo nella comunicazione....

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d'altro canto anche l'assenza di apprendimento che tu definisci "psicologico" può essere problematico (di

persone che si innamorano sempre di idioti/idiotesse che sembrano fatte con lo stampo per poi soffrire puntualmente come

cani ne è pieno il mondo... e mi ci metto dentro anche io che non è una cosa che abbia imparato poi tanto bene, se devo

essere sincero..).

qui c'è l'inghippo....

se non hai accumulo psicologico, non hai attaccamento, non hai un "io" che è la somma di tutte gli accumuli che possa "possedere" , ami, ami incondionatamente , mentre la sofferenza per l'abbandono implica obbligatoriamente un'immagine di se che si presume erroneamente possa possedere...

i problemi del condizionamento infatti vengono in essere con la sofferenza, tipo l'abbandono.

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Concordo con quanto scritto da Left, riuscire ad osservare un meccanisco incoscio di condizionamento non è scontato o facile, occorre la volontà di affrontare un lavoro su se stessi, l'essere aperti alla relazione e concedersi di mettere in discussione quello che siamo.

anch'io credo in cio che left ha scritto.

io però non dico che è necessario conoscere il pensiero o l'esperienza condizioante, perchè tutto lo sono, ma è il meccanismo che condiziona quello da comprendere...

questo meccanismo è il pensiero con la attività di paragone, interpretazione, e attività di riconoscimento.

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qui c'è l'inghippo....

se non hai accumulo psicologico, non hai attaccamento, non hai un "io" che è la somma di tutte gli accumuli che possa "possedere" , ami, ami incondionatamente , mentre la sofferenza per l'abbandono implica obbligatoriamente un'immagine di se che si presume erroneamente possa possedere...

i problemi del condizionamento infatti vengono in essere con la sofferenza, tipo l'abbandono.

O più semplicemente, invece di fare tesoro dell'esperienze pregresse te ne sei liberato. Magari non senza ragioni. Si capisce meglio

se invece di "accumulo psicologico" dici "esperienza emotiva" ("accumulo psicologico" fa tanto batteria del cellulare...).

Senti, Mio, non incominciamo con la storia dell'annullamento dell'"io", per cortesia... l'abbiamo capito tutti che non lo puoi vedere, il tuo,

ma non è che perché tu ti odi tanto dobbiamo fare una crociata collettiva ognuno contro il proprio, eh! Il mio "io" non sarà il non-plus-ultra

(anzi, non lo è)... ma non è il tuo "io", e non vedo perché debba essere tirato in mezzo nelle guerre tra te e te stesso.

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O più semplicemente, invece di fare tesoro dell'esperienze pregresse te ne sei liberato. Magari non senza ragioni. Si capisce meglio

se invece di "accumulo psicologico" dici "esperienza emotiva" ("accumulo psicologico" fa tanto batteria del cellulare...).

Senti, Mio, non incominciamo con la storia dell'annullamento dell'"io", per cortesia... l'abbiamo capito tutti che non lo puoi vedere, il tuo,

ma non è che perché tu ti odi tanto dobbiamo fare una crociata collettiva ognuno contro il proprio, eh! Il mio "io" non sarà il non-plus-ultra

(anzi, non lo è)... ma non è il tuo "io", e non vedo perché debba essere tirato in mezzo nelle guerre tra te e te stesso.

io non odio nulla....

io sto dicendo che "io" altro non è che accumulo e sino a che viviamo mettendolo in mezzo tra noi e cio che è, questo ovviamente ci condizionerà, il che ha come "danno" il compiere azioni non dovute al nostro essere ma al nostro trascorso..

l'io non è un'esperienza emotiva ma l'accumulo delle stesse, e si modifica ogni attimo in base a cio che reciepisce e cio che recepisce e sempre più distorto man mano che l'accumulo aumenta.

pensare , giudicare, altro non è che una risposta che si ha paragonando cio che accadato ( o meglio la nostra percezione dell'accaduto) con il nostro trascorso e siccome una cosa è nuova l'altra vecchia , non si ha mai una risposta "giusta" ma solo una che appaghi il bisogno di sicurezza del pensare stesso ("moto dell'io")

personalmento non odio il mio io, ho visto la sua essenza fantasiosa.

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ho visto la sua essenza fantasiosa.

Mio, la frase "ho visto" racconta un'esperienza evidentemente condizionante, e il soggetto, anche se è fuori dal campo visivo in

quanto implicito, è proprio "io" (nel caso specifico tu). E' solo scomparso dalla tua vista, null'altro. Però che la sua essenza sia

fantasiosa, non sarà certo io a metterlo in dubbio, anzi, la cosa mi incuriosisce molto... che fantasie si fa? Tipo quelle di Entomo?

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ok...dici bene...

però facciamo attenzione a questo particolare...

un conto è utilizzare il passato , come informazioni utili, ed è questo il suo giusto posto. Un conto e permettere al passato di intervenire nel rapporto tra me e il presente....generando il pensatore.

ora quando vedi l'orso credi che ti metti a pensare a cosa fare, nel senso non di che azione compiere, ma in qualche modo credi di interpretare o agisci sull'adesso senza voci in testa per ovvia importanza dell'adesso? nel senso quando mi leggi, di certo c'è "digi" che nella tua testa dice , questo è vero, qeusto no, ma guarda sto qui, questo mi fa sorridere..e.cc..ecc...e credi che davanti ad un orso ci sia sempre "digi" ad interferire....?

io credo di si, francamente sei tu ad aver tirato fuori l'esempio dell'orso, ora perchè cambi esempio? :huh:

certo , non ti impedisce, (ho detto infatti che il mio esempio era troppo esemplificativo rispetto alla realtà) , ma ti impedirebbe il contatto diretto con l'adesso......o per lo meno lo inquinerebbe colorandolo, intepretandolo condizionandolo....

o semplicemente ARRICCHENDOLO!!!! E' qui che non concordiamo!

questo è il modo corretto di usare il passato....tu fai così? insomma ricordare l'orso darebbe sicurezza, ma vedere il vicino con rabbia perchè ti ha detto che sei una poco di buono che utilità ha, tu non lo fai?

daje.... :Raised Eyebrow: perchè continui a cambiar esempio???

Allora, santa pazienza :Rolling Eyes: se il vicino mi dà della poco di buono così da nulla, io penso che sia un cretino....rabbia no, francamente non perdo tempo ditro a queste scaramucce... :Raised Eyebrow:

alloa l'impedimento alla gita sarebbe il motivo per andare da uno psi ch può aiutarti a razionalizzare e superare quella paura...

e per me è questo l'unico motivo per cui devo cercare di trovare l'eventuale condizionamento.

ma io non parlo sono del problema quando esso da un problema al normale corso della vita, il discorso è mooolto più ampio , perchè noi viviamo costantemente con "mio" e "digi" che chiaccherano, interpretano giudicano, provocano paure incosce o consce, ora indipendentemte da cosa provocano , il che potrebbe essere anche speranza e piacere...impediscono un contatto diretto con la realtà che si può avere solo non giudicandola e per non giudicarla "digi" o "mio" devono tacere, non ci devono distrarre...

ecco qui ritorni alla teoria e sulla teoria caro mio inutile stare a parlare, perchè ritorniamo ne lcampo di quello che ognuno di noi vede come verità....la tua verità sarà pure interessante per te ma a me me apre una strunzata.... :Raised Eyebrow:

scusa se te lo dico....il contatto diretto con la realtà per me avviene quando si esprime pienamente noi stessi, essendo consapevoli di ciò che siamo...non eliminando noi stessi ("mio", Digi", come dici tu)...cosa tra l'altr impossibile da fare se non illudendoci di ciò.

sul discorso del sesso anale, non ti seguo, iin che senso?

nel senso che se anche il sesso anale è un condizionamento, volevo capire in che modo "inquina" l'atto di far il sesso...per me ripeto fa parte integrate di esso...(sempre per chi piace farlo).

Come ti ho appena specificato non è che ogni condizionamento dia problematiche dirette, l'attaccamento alla moglie per me è condizionamento ma rende felici non tristi!

dipende cosa intendi per attaccamento, anche qui siamo sul teorico...

perchè liberarsene? Perchè agire per l"io" è agire per una cosa che non esiste, soddisfare l'io da piacere, ma soddisfare cio che l'immediato propone da gioia infinita, molto più globale e totale del raggiungimento di uno scopo...

teoria anche qui, questo lo dici tu, ma non l opuoi provare...allora perchè non ti rassegni all'idea che PER TE vada bene così, senza cercare di convincere un forum intero, propindaci tue convinzioni in ogni post????

non te l odico per offenderti ma per farti capire cosa a tanta gente (lo ammetterai) infastidisce di questi discorsi che fai.

ora io dicevo sul sesso....sento la pulsione inguinale dovuta alla presenza di una donna nuda che dorme con me, o dovuta alla vista , al ricordo ecc...faccio sesso, sono totalmente presente e soddisfatto...cosa ti spinge a cercare altro se non "mio" o "digi" che per loro stessa natura devono crescere e aumentare nel tempo propinandoci con violenza il loro moto e dunque la ricerca perpetua di un "di più" sia di piacere, sia di sicurezza, sia di pace....insomma questo condizonamento questo se, ti fa vivere sempre in divenire, mai nell'adesso sai perche? Perchè l'adesso per loro ha le porte chiuse, non sono compatibili, sono come buio e luce.

se uno c'è l'altro manca.

idem come sopra....teoria....cosa mi spinge a far sesso anale??? quello che mi spinge a far sesso: voglia, piacere, condivisione, amore.

non è che uno ci pensa e dice"adesso ci provo perchè l'ho visto in tv"...oppure siccome ha avuto un trauma di non so quale natura ora è destinato a vita a far sesso anale per soddisfare il suo masochismo....se così fosse , ripeto, sarebbe vissuto male e dventerebbe un problema, o peggio una patologia.

Qualsiasi sia l'origine ( e condivido se dici che i gusti sessuali si formano in base alla nostra personalità e al nostro vissuto spesso inconscio- anche il tuo) per cui una persona sceglie di fare sesso anale, se lo fa senza viverlo male (colpa, sottomissione ecc.), per me, è solo un qualcosa in più (arricchimento come dicevo poc'anzi), nessun inquinamento del presente....anzi un viverselo appieno!!!

"mio" "digi" sono memoria e crescono in continuazione, loro cercano sicurezza con il "sapere" e cercano di razionalizzare ogni attimo, ma come possono se l'attimo è adesso e loro sono "passato" entrarvi in contatto? Non possono e questo , quando noi siamo "nel pensiero continuo" impedisce di vedere la verità mutevole che la vita è.

anche qui parole sagge ma se intepretate nel modo giusto...per me tu prendi troppo alla lettera ciò che J.K. scrive...

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ste ha chiesto

Mio, la frase "ho visto" racconta un'esperienza evidentemente condizionante, e il soggetto, anche se è fuori dal campo visivo in

quanto implicito, è proprio "io" (nel caso specifico tu). E' solo scomparso dalla tua vista, null'altro. Però che la sua essenza sia

fantasiosa, non sarà certo io a metterlo in dubbio, anzi, la cosa mi incuriosisce molto... che fantasie si fa? Tipo quelle di Entomo

risp

certo io , la mia mente incondizionata dal passato perchè completamente immersa nell'adesso, osservando il suo stesso moto ha visto che l'io" inteso come "accumulo di sapere, come pensatore, come attore" non esiste è un'idea, non per altro io lo definisco (non originalmente) l'idea di se stessi , che solo l'uomo ha.

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certo io , la mia mente incondizionata dal passato perchè completamente immersa nell'adesso, osservando il suo stesso moto ha visto che l'io" inteso come "accumulo di sapere, come pensatore, come attore" non esiste è un'idea, non per altro io lo definisco (non originalmente) l'idea di se stessi , che solo l'uomo ha.

a chi/cosa ti riferisci mio???? :icon_rolleyes:

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io credo di si, francamente sei tu ad aver tirato fuori l'esempio dell'orso, ora perchè cambi esempio? :huh:

bhè l'esempio lo cambio perchè il mio scopo e rendere l'idea, e se posso miglioro quanto ho detto prima, almeno ci provo...

dici di si, che nel pericolo immediato "il tuo contenuto" interpreti....

non concordo , ma non posso far altro che suggerirti , dopo che accade (spero non l'orso ma una sensazione forte) nel analizzarla vedere se eri "totalmente presente" o distratta dai pensieri...

poi chissà lo rivedremo e me lo dirai.

o semplicemente ARRICCHENDOLO!!!! E' qui che non concordiamo!

di sicuro impedisce di comprenderlo per cio che è, sono proprio sfasati nel tempo, l'io è passato la verità (cio che accade) è adesso, non si incontrano mai. Krishamurti usava l'espressione "vivere una vita di seconda mano" per dire che l'uomo vivendo nel suo pensiero vive solo quello senza nessun contatto tra essere e cio che è

daje.... :Raised Eyebrow: perchè continui a cambiar esempio???

Allora, santa pazienza :Rolling Eyes: se il vicino mi dà della poco di buono così da nulla, io penso che sia un cretino....rabbia no, francamente non perdo tempo ditro a queste scaramucce... :Raised Eyebrow:

bhè siete tutti così calmi solo fuori dal forum allora :teasin1125tc: ..scherzo..

e per me è questo l'unico motivo per cui devo cercare di trovare l'eventuale condizionamento.

su questo concordo , è l'unico motivo per conoscerlo, per vivere il presente non serve, per farlo devi spazzare via tutto il "contenuto" della mente come "io", altrimenti non c'è contatto con la verità, ma per farlo devi comprendere osservandone il meccanismo....il famoso "conosci te stesso"...

ecco qui ritorni alla teoria e sulla teoria caro mio inutile stare a parlare, perchè ritorniamo ne lcampo di quello che ognuno di noi vede come verità....la tua verità sarà pure interessante per te ma a me me apre una strunzata.... :Raised Eyebrow:

scusa se te lo dico....il contatto diretto con la realtà per me avviene quando si esprime pienamente noi stessi, essendo consapevoli di ciò che siamo...non eliminando noi stessi ("mio", Digi", come dici tu)...cosa tra l'altr impossibile da fare se non illudendoci di ciò.

secondo me non esprimi te stessa , ma il tuo condizionamento...e ripeto non ho espresso la mia verità, la veritàsenza tante stupidaggini sopra se esiste è quello che esite, non c'è scampo, ma il punto è abbiamo contatto con questa cosa, con cio che esiste e avanza attimo dopo attimo...

ora ti chiedo qual'è la mia verità? Visto che pur non avendo mai enunciata e pur avendo detto che tutto cio che esiste è la verità e che non è nè conoscibile tu dici che è una stronzata...

ma credo ti riferissi al mio dire che "senza condizionamenti" è possibile compredere davvero cosa hai davanti? Ma anche così cadi nel credo non avendolo mai fatto.

ora visto per me l'incomprensione di base, siccome affermi che io avrei una verità per te falsa ed errata, mentre io non ho mai detto che conosco la verità, anzi affermo che non la si può conoscere, aspetto una riposta in merito..

poi continuo con il resto, sempre che ti faccia piacere.

ti prego rispondi alla domanda in neretto

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a chi/cosa ti riferisci mio???? :icon_rolleyes:

ho scritto sotto ste, ma simultaneamente hai cliccato anche tu....dovevo postare ma mi son sbagliato...

sorry

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bhè ho cercato di esprimermi nel modo più comprensibile, direi per aver successo nella comunicazione....

Perdonami se insisto, credo che siamo sulla strada giusta...

La mia domanda:

...hai un idea del perchè ti sei sentito di dover essere efficiente?

voleva semplicemente farti prendere contatto con il condizionamento inconscio che ti agisce e per il quale tu hai necessità di sentirti efficace per avere successo ed essere compreso.

Ti ribadisco che io non necessito di una risposta tantomeno di una risposta immediata eventualmente, prenditi tutto il tempo che puoi.

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ste ha chiesto

Mio, la frase "ho visto" racconta un'esperienza evidentemente condizionante, e il soggetto, anche se è fuori dal campo visivo in

quanto implicito, è proprio "io" (nel caso specifico tu). E' solo scomparso dalla tua vista, null'altro. Però che la sua essenza sia

fantasiosa, non sarà certo io a metterlo in dubbio, anzi, la cosa mi incuriosisce molto... che fantasie si fa? Tipo quelle di Entomo

risp

certo io , la mia mente incondizionata dal passato perchè completamente immersa nell'adesso, osservando il suo stesso moto ha visto che l'io" inteso come "accumulo di sapere, come pensatore, come attore" non esiste è un'idea, non per altro io lo definisco (non originalmente) l'idea di se stessi , che solo l'uomo ha.

Tutto questo lo fai (o faresti) perché sei condizionato da ciò che hai visto (o che credi di aver visto). Esperienza passata condizionante,

e totalizzante. Totalizzante significa proprio che esclude tutto il resto... in questo caso la tua "esperienza" di autovisione, lungi dal

renderti incondizionato, monopolizza il condizionamento escludendo tutto il resto. Beh, credendoci, ovviamente.

Come ti dicevo, l'assenza di condizionamento e il condizionamento totale mi sembrano proprio i classici estremi che coincidono.

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Perdonami se insisto, credo che siamo sulla strada giusta...

La mia domanda:

voleva semplicemente farti prendere contatto con il condizionamento inconscio che ti agisce e per il quale tu hai necessità di sentirti efficace per avere successo ed essere compreso.

Ti ribadisco che io non necessito di una risposta tantomeno di una risposta immediata eventualmente, prenditi tutto il tempo che puoi.

Certamento lo scopo di essere chiaro e preciso, mi fa sentire più efficace...

però intervengo su cio che sto facendo adesso per farlo bene, il centro , l'obiettivo , e lo scopo, coincidono con cio che sto facendo..

comunque si , possiamo anche considerarlo un condizionamento, no c'è problema, però non interviene nell'azione ecco perchè ho paura a chiamarlo condizionamento...

in realtà ero attento a quello che facevo più per assenza di altri condizionamenti che per lo scopo dell'efficenza...

ho capito però cio che volevo comunicarmi credo, ed hai ragione , spesos l'incoscio agisce nascosto...

ma non è tanto l'azione dovuta ad un condizionamento ad impedire il contatto con la verità, con cio che è, un contatto diretto...ma direi "come" vivi l'azione, se è presente l'attore pensante o meno.

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Tutto questo lo fai (o faresti) perché sei condizionato da ciò che hai visto (o che credi di aver visto). Esperienza passata condizionante,

e totalizzante. Totalizzante significa proprio che esclude tutto il resto... in questo caso la tua "esperienza" di autovisione, lungi dal

renderti incondizionato, monopolizza il condizionamento escludendo tutto il resto. Beh, credendoci, ovviamente.

Come ti dicevo, l'assenza di condizionamento e il condizionamento totale mi sembrano proprio i classici estremi che coincidono.

stavo riflettendo sul termine "assenza di condizionamento " è lo trovo non corretto...

direi "attenzione pura" senza motivo, senza perchè, con l'unico scopo di apprendere cio che si osserva....in quanto in quell'istante è la verità-

dunque non posso dire che una cosa sia l'opposto dell'altra ma solo che in assenza di una (del "io") l'altra (l'attenzione) si può manifestare....

cio che dici lo comprendo comunque e lo trovo razionale, per te, che se non hai mai provato questa "attenzione totale" ed essendo molto razionale e critico (almeno questa è l'idea che mi son fatto) non credi...ma questo mi riporta al condizionamento....perchè non credi...ma soprattutto perchè dovresti credere o non credere.?

perchè non stai ascoltando, ma stai valutando confrontandolo con le tue esperienze e visto che non gli appartine non lo accetti, lo neghi....ma io non ho chiesto se mi credi o meno, se avessi ascoltato con attenzione avresti capito che ho chiesto "vedi il tuo condizionamento" "e' possibile agire senza" è avresti osservato in te la cosa e poi mi avresti detto cosa hai visto, magari raccontandomi una cosa diversa dalla mia esperienza....invece hai risposto condizionato dall'"io".

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...ho capito però cio che volevo comunicarmi credo, ed hai ragione , spesos l'incoscio agisce nascosto...

Ok mio credo tu sia riuscito a intuire qualcosa sui meccanismi inconsci...

Ti volevo far notare anche un altra dinamica...

Invece di stare su quella intuizione, ti sei affrettato ad affermare ...

ma non è tanto l'azione dovuta ad un condizionamento ad impedire il contatto con la verità, con cio che è, un contatto diretto...ma direi "come" vivi l'azione, se è presente l'attore pensante o meno.

Invece è proprio una mente condizionata (che deve essere efficace\avere successo\essere accettato) che da luogo ad un gesto condizionato (una comunicazione efficace\che riscuota successo\ e sia accettata) ad impedire il contatto con la realtà e il contatto con le emozioni stimolate da essa (la realtà). Nel momento in cui quella mente sente minacciata la sua sopravvivenza dalla realtà e dai sui stimoli (intuizioni) mette in campo resistenze, anchesse inconsce che tendono a ristabilire una condizione di omeostasi (stabilità dell'io)

Il contatto con la verità di cio che è passa attreverso l'osservazione e il riconoscimento di queste dinamiche che danno forma al famigerato io, una volta osservate abbiamo la possibilità di operare su di esse per non esserne più agiti.

La questione è però meno competitiva di quanto possa sembrare se vediamo la cosa da ques'altro punto di vista: abbiamo tutti quanti un certo livello di condizionamenti, ed essi sono fondamentali per garantire la sopravvivenza nella realtà in cui siamo calati, tuttavia possiamo riconoscere quei condizionamenti che legano il nostro modo di essere in continua evoluzione all'io che tenta di preservare la sua sopravvivenza rimuovendo eventuali dissidi interni generati da un essenza che cerca di emergere ed essere riconosciuta.

Se qualcosa non ti è chiara ti prego di farmelo notare.

Modificato: da datango
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stavo riflettendo sul termine "assenza di condizionamento " è lo trovo non corretto...

direi "attenzione pura" senza motivo, senza perchè, con l'unico scopo di apprendere cio che si osserva....in quanto in quell'istante è la verità-

dunque non posso dire che una cosa sia l'opposto dell'altra ma solo che in assenza di una (del "io") l'altra (l'attenzione) si può manifestare....

cio che dici lo comprendo comunque e lo trovo razionale, per te, che se non hai mai provato questa "attenzione totale" ed essendo molto razionale e critico (almeno questa è l'idea che mi son fatto) non credi...ma questo mi riporta al condizionamento....perchè non credi...ma soprattutto perchè dovresti credere o non credere.?

perchè non stai ascoltando, ma stai valutando confrontandolo con le tue esperienze e visto che non gli appartine non lo accetti, lo neghi....ma io non ho chiesto se mi credi o meno, se avessi ascoltato con attenzione avresti capito che ho chiesto "vedi il tuo condizionamento" "e' possibile agire senza" è avresti osservato in te la cosa e poi mi avresti detto cosa hai visto, magari raccontandomi una cosa diversa dalla mia esperienza....invece hai risposto condizionato dall'"io".

Più che altro ha tutta ma proprio tutta l'aria di essere attenzione concentrata verso se stesso.

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Ok mio credo tu sia riuscito a intuire qualcosa sui meccanismi inconsci...

Ti volevo far notare anche un altra dinamica...

Invece di stare su quella intuizione, ti sei affrettato ad affermare ...

Invece è proprio una mente condizionata (che deve essere efficace\avere successo\essere accettato) che da luogo ad un gesto condizionato (una comunicazione efficace\che riscuota successo\ e sia accettata) ad impedire il contatto con la realtà e il contatto con le emozioni stimolate da essa (la realtà). Nel momento in cui quella mente sente minacciata la sua sopravvivenza dalla realtà e dai sui stimoli (intuizioni) mette in campo resistenze, anchesse inconsce che tendono a ristabilire una condizione di omeostasi (stabilità dell'io)

Il contatto con la verità di cio che è passa attreverso l'osservazione e il riconoscimento di queste dinamiche che danno forma al famigerato io, una volta osservate abbiamo la possibilità di operare su di esse per non esserne più agiti.

La questione è però meno competitiva di quanto possa sembrare se vediamo la cosa da ques'altro punto di vista: abbiamo tutti quanti un certo livello di condizionamenti, ed essi sono fondamentali per garantire la sopravvivenza nella realtà in cui siamo calati, tuttavia possiamo riconoscere quei condizionamenti che legano il nostro modo di essere in continua evoluzione all'io che tenta di preservare la sua sopravvivenza rimuovendo eventuali dissidi interni generati da un essenza che cerca di emergere ed essere riconosciuta.

Se qualcosa non ti è chiara ti prego di farmelo notare.

chiaro, dire esplicativo al massimo. Compliementi.

osservare quanto dici è già osservare la verità.

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