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nello

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  1. PECOS BILL anzi BULL CHIARETTA SARFA Scusate ma volevo dirvi : IL FUMO FA VERAMENTE SCHIFO L'ALITOSI DA FUMO E' INSOPPORTABILE IL FUMO PUZZA. Sarebbe meglio che vi mangiaste una carota o un finocchio crudo. Ciao a tutte/i..........buttate via le sigarette.
  2. SCRISSI : Sarebbe meglio progettarlo con strutture tralicciate.... che non con estensori che lavorano a trazione..... le strutture sorrette a trazione hanno un equilibrio interstrutturale ad alto rischio complessivo.... diciamo che tutto il modello matematico del ponte fondato su un progetto staticamente e tipologicamente discutibile (unica campata) è una inutile sfida contro la Sicurezza nel tempo del manufatto. In Italia questo tipo di struttura è ssolutamente insicura in una zona definita ad alto rischio sismico (Reggio e Messina)
  3. DISSI CHE ERA ZONA SISMICA : Trema la terra, paura nello Stretto Scossa di terremoto di 4,5 gradi della scala Richter avvertita alle 5.34 in provincia di Messina. Il sisma sentito anche nel Reggino MESSINA - La terra ha tremato questa mattina nello Stretto di Messina. Una scossa di terremoto di 4,5 gradi della scala Richter è stata avvertita alle 5.34 in provincia di Messina e il sisma è stato sentito anche nel Reggino. Molte persone, prese dal panico, sono scese in strada e hanno chiamato i vigili del fuoco. Per fortuna non si registrano danni a persone o cose. Il fenomeno è stato avvertito da gran parte della popolazione, in particolare nelle zone di Bercellona Pozzo di Gotto, Terme Vigilatore e Rodi Milici. REGGIO CALABRIA - In provincia di Reggio Calabria gli effetti maggiori sono stati registrati nei territori di alcuni comuni della fascia tirrenica reggina, come Palmi, Gioia Tauro e Bagnara Calabra. Anche in Calabria non vengono segnalati danni a persone e cose. Nella notte un lieve terremoto di magnitudo 4,0 della scala Richter aveva turbato il sonno dei palermitani. Il sisma è stato avvertito all'1,22, senza tuttavia causare danni a persone o cose. La Protezione civile ha precisato che l’epicentro del sisma è stato localizzato nel mar Tirreno a nord-est dell’isola di Ustica. 27 febbraio 2006
  4. ENNESIMA TRAGEDIA FAMILIARE Quando l'uomo si sente tradito dagli affetti più sinceri scatta la folle rivalsa vitale. A innescare la tragedia, secondo gli investigatori, questioni d’interesse. La donna, colpita da 4 proiettili, si salverà Andrea Acquarone Anche ieri fioccava. Ma non c'era bisogno che la neve attutisse l'eco sorda degli spari. Nessuno avrebbe potuto sentirli. Spaventarsi. Melignon di Rhêmes Saint Georges, una manciata di case spruzzate nel parco del Gran Paradiso, d'inverno è poco più di un paese fantasma. Ci abita una famiglia su questi pendii vicini ad Aosta: una pittrice solitaria con suo marito. Il loro è l'unico camino che fuma. L'agriturismo vicino, invece, vive solo d'estate, quando i turisti con zuava e alpenstock scorrazzano colorando la valle. Sei, sette colpi, ieri pomeriggio, hanno rotto l'incantesimo. Come un frullar di ali agitate. Gli uccelli, loro per primi, avevano percepito la tragedia. Richiamando due guardacaccia. La tragedia si era compiuta. Due cadaveri e una donna ferita gravemente. Ecco il bilancio dell'ennesimo massacro famigliare. Severino Pont, 60 anni, ex operaio a Cogne ed ex guardaparco, residente a Nus, aveva appena finito di uccidere. Prima aveva sparato ad Anita Cachoz, 55 anni, la sua ex cognata, poi al nipote di lei Felice Cachoz, di 31 anni, agricoltore di Saint Pierre. La donna, ora è in prognosi riservata, ma i medici dicono che se la caverà. Il giovane è morto, centrato da un paio di colpi calibro 22 in una stanza-magazzino dove si conservano salumi e formaggi. D'inverno non abitavano a Rhêmes, probabilmente avevano un appuntamento con l'assassino. Severino Pont a questo punto si è diretto verso l'agriturismo Edelweiss. Quello di proprietà di sua moglie Franca, dalla quale vive separato da un paio di mesi, ma forse anche l'oggetto del contendere. Qui l'assassino è salito in una stanza al primo piano e ha impugnato ancora un'arma, stavolta una calibro 7.65, puntandola contro se stesso. Un colpo alle tempia, letale. A dare l'allarme sono stati due guardaparco che stavano controllando la zona. Coordinati dal pm Luca Ceccanti, sul posto sono giunti i carabinieri di Aosta. Prima hanno trovato il corpo di Felice Cachoz ((oggi avrebbe compiuto 32 anni). La zia Anita, non lontano, invece respirava ancora: è stata trasportata con tre proiettili conficcati nella spalla e uno nell'inguine nell'ospedale del capoluogo e qui sottoposta ad intervento chirurgico. Ci sarebbero del denaro, degli impegni non rispettati dopo la separazione, dietro questa esplosione di follia. Almeno così ipotizzano gli investigatori dopo aver ascoltato i parenti di vittime ed assassino. Severino Pont pochi mesi fa aveva disinvestito dei soldi in banca, sembra con l'intenzione di investirli nel mattone. Un progetto sfumato in seguito all'addio della donna. «Soffriva molto per il fatto che la moglie se n'era andata di casa con le due figlie - spiegano alcuni famigliari- e ultimamente era apparso esaurito e depresso». Da alcuni giorni Pont era tornato nell'agriturismo e nel primo pomeriggio ha incontrato Felice Cachoz, il nipote acquisito. Ne sarebbe nata una discussione accesa. Si parlava di soldi, di investimenti immobiliari di cui evidentemente la famiglia dell'ex moglie non voleva più saperne. Sono volate parole grosse, minacce. Stavolta erano vere.
  5. Francia, patria potestà congiunta nelle coppie gay venerdì, 24 febbraio 2006 8.46 PARIGI (Reuters) - La corte di Cassazione francese ha stabilito che tutti e due i partner di una coppia omosessuale possono esercitare la patria potestà su un figlio, piuttosto che il solo genitore naturale. La sentenza della Cassazione, che decide sull'interpretazione della legge francese ma non svolge processi, potrebbe riaprire il dibattito sul matrimonio omosessuale in Francia e la possibilità di adottare dei bambini da parte di coppie dello stesso sesso, al momento illegali. "Il codice civile non si oppone a una madre, come unica persona a esercitare la patria potestà, che delega tutti o alcuni diritti alla donna con cui vive in una relazione stabile e continua", ha scritto la corte nel suo verdetto. La sentenza è valida anche per le coppie omosessuali formate da uomini, nelle quali uno dei partner è il padre biologico del figlio. La corte ha stabilito il diritto per le coppie dello stesso sesso di esercitare congiuntamente la patria potestà in presenza di alcune condizioni: l'esercizio del diritto deve essere fatto nei migliori interessi del figlio e la presenza di un accordo. Fino ad ora, i tribunali francesi hanno stabilito che la legge permetteva solo una delega temporale della responsabilità del padre o della madre a una persona al di fuori dei genitori naturali in casi eccezionali. La sentenza di oggi è arrivata dopo che una coppia di francesi omosessuali legati in un'unione civile -- un diritto stabilito dal governo socialista nel 1999 - si è andata a sposare in Belgio. "E' una vergogna dovere andare all'estero per sposarsi", ha detto Dominique Adamski, 52 anni, cha ha sposato Francis Sekens, 60 anni, nel piccolo paese belga di Mouscron, attaccato al confine francese. L'attuale governo conservatore si oppone al matrimonio gay e non permette alle coppie omosessuali di adottare dei figli, ma ha dato alle coppie omosessuali legati da un'unione civile maggiori agevolazioni finanziarie.
  6. Oppure vuoi dire che i RIS hanno fatto una buona indagine? Oppure dobbiamo dire : e si capita! Ehi in quella casa sono andati 20 volte e hanno dimostrato che sono degli incapaci... la chiami ira questa o occhi aperti... sai non ti capisco proprio.... vuoi difendere il tipo di linguaggio o le idee? Grazie se rispondi.
  7. Ti ringrazio ma il tuo bene tienitelo pure per Te grazie... non so che farmene.
  8. ovviamente : meglio soli sull'isola che in dolce compagnia
  9. La risposta della durata temporale è in funzione dell'estensione della superficie. Riformulare la domanda grazie. oppure : Isola piccola 3 giorni Isola grande 3 settimane senza bici : neanche un'ora.
  10. la frase era......... non si trovi l'arma... a fare una figura di merdaaaaa come di fatto ha fatto nella gestione della ricerca delle prove. RIS veri incapaci e arruffoni nella fattispecie : le prove sono sotto gli occhi di tutti. Arma : veri mistificatori Non chiedermi di moderarmi perchè di fronte a tanta incapacità mi indigno ancora.
  11. Dai ora pensa a studiare che "le cose" bisogna saperle. Ciao.
  12. ahhhhhhhhh mattioli sei trattato da pirla da Chiaretta. ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh e te lo meriti ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh Firmato : GENGIS KAN (AMICO DI GENGIS GAT) Dr. VADA VIA I CIAPP
  13. POLIZZIOTTI ASSASSINI? PARE ROPRIO DI SI! «Guardate come hanno ridotto mio figlio: che c’entra la droga?» Sto da schifo... mi è costato tantissimo mettere quella foto sul blog... guardarla mi provoca un dolore incredibile. Ma è nulla in confronto al dolore che deve aver provato Federico nei suoi ultimi momenti di vita. Quella foto parla da sola». Non dev’essere facile parlare per Patrizia Moretti nel giorno in cui la perizia che spiega la morte di suo figlio è finalmente stata depositata in procura. Ma quelle carte, una trentina di pagine attesa da cinque mesi, sono state rifiutate ai legali di parte civile dalla pm che s’è praticamente blindata in procura dopo aver messo alla porta anche la stampa. Fabio Anselmo e Riccardo Venturi, avvocati della famiglia Aldrovandi, dovranno attendere l’avviso di avvenuto deposito per poter fare una copia della relazione dei periti. Così, a Ferrara, inizia lo stillicidio di anticipazioni che dovrebbe terminare oggi quando Mariaemanuela Guerra, la magistrata che segue il caso, renderà pubbliche le sue conclusioni. Il bivio è tra la richiesta di archiviazione o l’emissione di alcuni avvisi di garanzia. Che la procura parli proprio oggi lo dice Stefano Malaguti, medico all’istituto di medicina legale del capoluogo estense e consulente tecnico del pm, uno dei sei periti che hanno esaminato i dati del diciottenne morto a Ferrara all’alba del 25 settembre scorso durante un misterioso e violentissimo controllo di polizia. Il mattinale della questura suggerì ai giornali locali la tesi del malore fatale dovuto a una presunta overdose. A smentire quasi subito giunse la perizia tossicologica che trovò solo lievi tracce di oppiacei e chetamina insufficienti a spiegare non solo la morte ma anche i comportamenti violenti contro sé e contro gli agenti delle due volanti che intervennero poco prima delle sei del mattino nel parchetto di fronte all’ippodromo cittadino. Malaguti - che si limita ad assicurare che le trenta pagine forniscono una «conclusione univoca» - conferma le «profonde e concrete divergenze», tra i periti del pm e quelli della famiglia, le stesse a cui vuole accennare il procuratore capo, Severino Messina, che solo 24 ore prima aveva convocato i cronisti locali per assicurare che la procura sarebbe andata fino in fondo su questa vicenda. La parola-chiave dell’autopsia sembra «sovradosaggio», che sarebbe la traduzione italiana di overdose. In pratica, si lascia intendere che sarebbe stata l’eroina a stressare il corpo del ragazzo, con una depressione respiratoria che avrebbe influito sull’arresto cardiaco che constatarono ambulanzieri e medici del 118 accorsi sul posto. In questo modo risulterebbe alquanto temperata la conclusione dei periti della famiglia Aldrovandi per i quali Federico non sarebbe stato ucciso dalle botte e nemmeno dalla droga. Piuttosto dal trattamento complessivo subito quel mattino dagli agenti delle due volanti che, dopo averlo pestato, lo avrebbero immobilizzato con la forza fino a metterlo in condizione di non respirare. i Enfatizzare il ruolo della droga - avverte l’avvocato Fabio Venturi - non esclude i comportamenti umani successivi». La foto, quella che «parla da sola», è comparsa ieri pomeriggio sul blog che Patrizia Moretti ha voluto aprire cento giorni dopo la morte del figlio. «Rientrava a casa a piedi. Disarmato, incensurato, solo. Non stava commettendo nessun reato. Non aveva mai fatto del male a nessuno nella sua vita», ripeteva, ieri, il cliccatissimo diario elettronico che ha dato una scossa alle indagini. «Mostrare quelle foto era una cosa che avrei evitato se non fossi stata messa alle strette - continua al telefono con Liberazione - ma ora mi sembra un elemento che serve a capire la situazione... tutti gli atti dovrebbero essere pubblici». Nella foto sembra evidente il segno di una manganellata, probabilmente inferta con lo sfollagente impugnato al contrario. Uno dei due attrezzi riportati a pezzi in centrale, rotti «in prossimità dell’impugnatura», come hanno dichiarato Pisanu e Giovanardi rispondendo alle interrogazioni parlamentari sulla vicenda. Gli stessi rapporti delle due volanti, intervenute in Via Ippodromo, ammettono il contatto, quantomento “brusco” con il ragazzo esperto di karate. Ma i quattro agenti non hanno mai spiegato perchè non hanno resi pubblici da subito i referti degli effetti della colluttazione su di loro. Il personale del 118 si sentirà riferire che Federico si sarebbe accasciato a terra dopo essere stato ammanettato. Il questore dichiarerà che gli infermieri avrebbero chiesto di non togliergli i ferri dai polsi. Ma tutti gli ambulanzieri diranno di aver trovato «inanimato» il diciottenne già morto all’arrivo dell’auto medicalizzata. Senza che nessuno abbia pensato di mettere mano al defibrillatore che doveva essere a bordo di una delle vetture del 113. Che “Aldro” avesse bisogno di aiuto lo hanno ripetuto i testimoni raccontando i rantoli e la disperazione di un ragazzino che, in seguito, sarebbe stato dipinto dalla questura più o meno come un energumeno tossico. Delle evidenti ferite sul corpo si cercherà di dar conto descrivendo la scena di un forsennato che sarebbe saltato su una volante ricadendo a cavallo dello sportello (da cui lo schiacciamento dello scroto) e ricaduto di schiena sul cofano e poi a terra. Sopra di lui, già ammanettato, mentre gridava aiuto, ci sarebbe stato un poliziotto che lo teneva fermo con un ginocchio puntato sulla schiena e, tirandolo per i capelli, gli teneva alzato il capo con un manganello sotto la gola. Su questo punto le relazioni degli agenti ai loro capi sarebbero contraddittorie. Una delle volanti avrebbe detto che i quattro agenti sarebbero tutti finiti a terra, durante la colluttazione, nel tentativo di ammanettare Federico. L’altra sosterrebbe, invece, che uno solo dei quattro poliziotti era chino sulla vittima. Testimoni diretti e indiretti hanno ricordato frasi precise e l’accento veneto di una poliziotta, unica donna su quelle volanti. Voci di poliziotti increduli che quel moretto, senza documenti, e con le sopracciglia folte, fosse davvero italiano. Voci, subito dopo, concitate e incredule che quel ragazzino avesse smesso di respirare. Nel giro successivo di raccolta delle testimonianze tra i residenti di Via Ippodromo, più di qualcuno ricorda il fare «arrogante» di chi indossava la divisa. Sta di fatto che un possibile testimone-chiave lascerà in fretta e furia la città dopo i fatti e altri aggiusteranno più volte il loro racconto o accetteranno di apparire in tv con la voce e il volto camuffati. Ferrara è una città divisa tra chi ha paura - «Non avete visto come hanno ridotto quel ragazzo?!» - tra chi è indifferente - «Tanto era un tossico...» - e chi continua a chiedere verità e giustizia sul blog e nella piazza centrale tra il comune e la Cattedrale, ogni sabato. Il prossimo saranno cinque mesi esatti dal “controllo” di polizia. Dalla questura si tenterà di accreditare la tesi che, se due carabinieri (uno dei quali restato ucciso in uno scontro a fuoco) hanno commesso l’errore fatale di arrestare un evaso senza perquisirlo, è stato per la «tensione provocata dal caso Aldrovandi». In città ci si chiede perché mai le indagini siano state affidate proprio alla polizia, quando addirittura un capo della polizia giudiziaria sarebbe sentimentalmente legato all’unica donna a bordo di quelle volanti. Eppure la Corte europea per i diritti dell’uomo da molti anni ha stabilito il principio secondo il quale in caso di implicazione di appartenenti alle forze dell’ordine, le indagini devono essere affidate a corpi che siano indipendenti da quelli che coinvolti nei fatti. di Checchino Antonini (mercoledì 22 febbraio)
  14. Par condicio, Agcom: "Che tempo che fa" ha violato norme mercoledì, 22 febbraio 2006 4.18 Versione per stampa ROMA (Reuters) - Il programma condotto da Fabrizio Fazio su Raitre, "Che tempo che fa", ha violato le regole sulla par condicio fissate dalla Commissione di Vigilanza Rai, che limitano la presenza dei politici nei programmi di intrattenimento in campagna elettorale. Lo dice oggi una nota dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). "Nel ciclo di trasmissioni 'Che tempo che fa' diffuse dal 4 novembre 2005 al 5 febbraio 2006, da qualificarsi come programmi di intrattenimento, si è registrata l'abituale presenza di esponenti politici, intensificatasi nell'approssimarsi della campagna elettorale, senza che tale presenza trovasse motivazione nella particolare competenza degli invitati sui temi trattati". "Ciò ha contribuito a dare alla trasmissione una forte connotazione politica, con l'indebita introduzione, in una trasmissione non appropriata, di spazi di approfondimento politico non riconducibili a saltuarie "finestre informative" e non rispettosi, per di più, all'interno delle singole tematiche, dei "principi di parità, del più ampio pluralismo e - tranne che risulti tecnicamente impossibile - del contraddittorio". Spetta ora alla Rai valutare l'avvio di un procedimento disciplinare, dice l'Agcom.
  15. Mi trovo a disagio quando la politica cade sugli uomini e non sulle idee la vecchia sinistra punta contro l'uomo Berlusconi e non contro la sburocratizzazione Gurada caso solo la destra di Berlusconi è riuscita emanare Il Testo Unico sull'Edilizi, sul Turismo., sulle Tasse eccetera.....ma gli amici di sinistra dove erano prima? D'Alema è un pollo allevato in Batteria Prodi è un uomo di potere economico di stato..ex Presidente dell'UE che ha traghettato la minchiata dell'Euro.... che ogni volta che parla è infarcito di leziosità cattolica.... è un pollo di batteria...... fassino è un altro pollo di batteria.............bertinotti ha sbagliato secolo ed è un uomo sfacciatamente di parte........... insomma odiano Berlusconi perchè il loro disegno di cancellare il PSI di Craxi ed il centro è naufrafato contro una persona ex FAI DA TE Berlusconi...... Meglio un bullo come Berlusconi che è brillante e che si presta a vivere la quotidianità senza l'enfasi dei politici di sinistra. Io sono per la povera gente, per i bambini in primis, per gli anziani e per i lavoratori.... ma odio quella sinistra burocratica che si annida nei dipendenti dello stato che prevaricano i diritti di noi cittadini con l'attuazione della burocrazia.................................................... Berlusconi non è il massimo ma Bertinotti, Follini, Prodi, D'Alema e quello detto ex bello ex Radicale ex Sindaco ex......a si Rutelli SONO IL MINIMO Grazie io voto a destra pur essendo di formazione di sinistra perchè in questa gentaglia che prevarica i diritti dei cittadini con l'avanzata dello statalismo non so che farmene. Dimenticavo mi fa andare di corpo Pisanu ed il nostro amato Presidente Ciampi ex capo del governo, ex Capo della banca d'Italia. Personaggio politico che durante il cossidetto scandalo delle tangenti ha fatto salatre 250.000 posti di lavoro in edilizia. Ultimo : ma se il ladrocinio dell'Unipol l'avesse fatto Berlusconi cosa ci racconterebbero gli amici della sinistra? Amici di sinistra potete vincere solo se avrete i voti dei lazzaroni annidiati nei posti statali. Cioè di coloro che pensano solo ai loro interessi di impiegati inamovibili. Cosa dirte poi dei sindacati che sanno scendere in piazza solo quando c'è la destra al potere : davvero squallidi, patetici e prevedibili.
  16. Sottoscrivo in toto-calcio.
  17. LO STRESS DELLA QUOTIDIANITA' LAVORATIVA LA PRIVAZIONE DEGLI AFFETTI FAMILIARI OVVERO : 41enne SCOPPIATO Italiano sui 50 anni si barrica in un'area di servizio e poi si arrende Finto kamikaze in autogrill, bloccata l'A1 Un uomo dice di aver addosso una cintura esplosiva: chiuso per un'ora il traffico sulla Bologna-Firenze. Ma l'allarme rientra L'area di servizio Cantagallo (Corsera) BOLOGNA - «O mi faccio saltare o la polizia mi ammazza»: è iniziata con questa minaccia, all'interno del autogrill Cantagallo, la lunga mattinata del camionista «finto» kamikaze che per circa un'ora - nascondendo sotto il giubbotto un cuscino che aveva sul camion, facendo credere che fosse una cintura con esplosivo, da cui pendeva il filo di un caricabatteria - ha tenuto col fiato sospeso gli agenti intervenuti sul posto, coloro che - alcune decine di persone - si trovavano nell'autogrill, e che hanno cominciato a fuggire in preda al panico, e chi si trovava a passare con l'auto in zona. L'autostrada è rimasta bloccata al traffico per poco più di un'ora, dalle 6.45 alle 7.50: intanto l'uomo, dopo una lunga e complessa trattativa in cui il dirigente della squadra mobile della questura di Bologna, Armando Nanei, si è finto giornalista per poter parlare con lui (il camionista chiedeva insistentemente di incontrare la stampa per raccontare i propri problemi) si è consegnato in lacrime al dirigente della Digos di Bologna, Vincenzo Ciarambino, che ha capito a un certo punto che l'uomo stava crollando. «Stava piangendo - ha raccontato Ciarambinio - gli ho allungato i fazzolettini e l'ho abbracciato». L'uomo - 41 anni, incensurato, separato e con due figli - originario di Potenza, risiede nel biellese e lavora per una ditta di laterizi della provincia di Reggio Emilia. Agli agenti - a cui ha detto di sentirsi sfruttato sul lavoro - ha chiesto che non fossero informati i familiari. Sarà ora il magistrato Paolo Giovagnoli - in seguito agli accertamenti ancora in corso della polizia - a decidere se scatteranno a suo carico eventuali reati, come l'interruzione di pubblico servizio, procurato allarme, minacce, porto abusivo di un coltellino. 21 febbraio 2006
  18. CHE DIRE ? DIPENDE DALLA PERSONA NON CERTO DALLA PROFESSIONE RELIGIONE QUANTO ALLA CULTURA MI DISPIACEREBBE SE I MIEI FIGLI SPOSASESSERO UN SOMARO O UNA SOMARA... OVVIO NO?
  19. O Messere giaccio con la mia ignominia nel più freddo perpetrare la morte tiranna e lassù vedo l'arciere fiero che si fregia del mio Tissot e non sa quando l'ora lo coglierà. Ebbene ormai mi son giocato la cupidigia dell'assolutismo e fungo come un calice al suo bevitore............................... che ne sarà di me oltre l'Oceano e oltre la memoria dei miei cari? quale vento istriano coglierà i profughi sulle loro terre morse dall'assenza? dopo anni ritorneranno prigionieri di pensiero con la semplicità costruttiva del popolo in quelle pietre bianche e abbandonate in quella strada irta salente con Roverelle fiondate dal vento porgimi o padre il mio vino che voglio inebriare i i ricordi dei pensieri. L'uomo coi baffi passò e sulle spalle portava pali di pomodori mentre sulla Titocest l'avventura del viaggio coglieva le nostri notti nei Roveri di Slavonia. Addio gioventù non completata. (Autore : il mi babbo)
  20. Sto ascoltando mio padre che recita la Sporta di Giovan battista Gelli (1498-1563) ovvero il mi babbo dice che : Nella Firenze granducale a metà secolo, la produzione di commedie si orienta (come per altre ragioni a Venezia) verso un repertorio di consumo, in cui la sostanziale modestia dei testi è riscattata dalla loro dignità letteraria, da una sicura conoscenza della tradizione teatrale, da Plauto e Terenzio ad Ariosto e Machiavelli, e dalla qualità degli allestimenti, spesso in funzione celebrativa del potere mediceo. Tra i vari nomi di autori, quasi tutti membri dell'Accademia Fiorentina patrocinata da Cosimo I, da ricordare almeno Gelli, D'Ambra, Cini, il Lasca e il Cecchi. Il singolare artigiano-filosofo Giovan Battista Gelli autodidatta e studioso di Dante, frequentatore in gioventù degli Orti Oricellari e appassionato sostenitore della supremazia della lingua fiorentina, scrisse due notevoli trattati in forma di dialoghi, I capricci del bottaio e La Circe, e due commedie, La Sporta e L'Errore. Quest'ultima (che fonde spunti presi dal Decameron, dalla Clizia e da altre commedie fiorentine nella vicenda di un vecchio sorpreso dalla moglie e dal figlio mentre, travestito da donna, crede di recarsi a un convegno amoroso) fu recitata «alla cena che fece Ruberto di Filippo Pandolfini alla Compagnia de' Fantastichi l'anno 1555 in Firenze» (come si legge nella prima stampa, 1556). Storicamente più interessante La Sporta (1543), non tanto per l'invenzione - si tratta di un rifacimento assai fedele dell'Aulularia di Plauto, probabilmente imitato, o copiato, come insinua il Lasca in vari luoghi delle sue Rime, da un abbozzo perduto di Machiavelli - quanto per i ripetuti accenni nel testo del Gelli ad altre commedie: La Mandragola e La Clizia (III, 4), e quella Commedia in versi di Lorenzo Strozzi (V, 2) che sarà una delle fonti del suo proprio Errore. Non meno significativi per la ricostruzione di una cultura teatrale fiorentina integrata alla vita della città sono i riferimenti al "teatro delle monache" (III, 3 e 4), cioè agli spettacoli che le suore allestivano nei loro conventi, adattando lavori esistenti, o scrivendone loro di nuovi, come la commedia in cinque atti Amor di virtù, di suor Beatrice del Sera (1548), tratta dal boccacciano Filocolo e pubblicata recentemente da Elissa Weaver (1990). A Machiavelli possono far pensare tutt'al più, in un testo lontano dal valere la Mandragola o la Clizia, certe massime, come questa di Ghirigoro: «Perché la roba di questo mondo è oramai tante volte stata rubata e tirata in qua e in là, che ella non ha più veri padroni; ed è di chi se la toglie, pur ch'ei sappia fare in modo ch'ella gli sia lasciata torre» (III, 1). Né possiamo sapere, in mancanza dell'archetipo machiavelliano, quanto originale sia l'edificante conclusione che Gelli aggiunge alla favola dell'Aulularia (giuntaci come è noto mutila delle ultime scene), con il vecchio e ridicolo Ghirigoro che dopo aver ricuperato la preziosa borsa o sporta piena di monete che gli era stata rubata, si pente della propria sordida avarizia e riprende un ruolo di padre nobile, un po' come il machiavelliano Nicomaco guarito delle sue velleità erotiche nella Clizia. Lo stesso anno 1543 in cui fu composta La Sporta, fu recitata a Prato La Trinuzia di Agnolo Firenzuola (1493-1543), la più originale delle sue due commedie (l'altra, I Lucidi è un rifacimento dei Menaechmi). Come annuncia il titolo della Trinuzia, ambientata a Viterbo, tre matrimoni vengono a coronare il viluppo di bugie con cui due furbi servitori, il Golpe e il Dormi, cercano di agevolare i piani matrimoniali dei loro padroni: e si tratta davvero, come ha osservato Maestri, l'editore più recente della commedia, di un superficiale e saporito "teatro di parole" (Firenzuola, 1970: 8). Francesco D'Ambra (1499-1558) scrisse tre commedie, Il furto in prosa (rappresentata nel 1544 nella sala del Papa adiacente al chiostro di Santa Maria Novella, poi nella villa medicea di Castello, davanti a Cosimo I), I Bernardi (1547) e La Cofanaria in endecasillabi sdruccioli. Merita di essere menzionata soprattutto quest'ultima, recitata «nelle Nozze dell'Illustriss. Sig. Principe Don Francesco De' Medici, e della Sereniss. Giovanna d'Austria» nel 1565 con Intermezzi di Giovan Battista Cini tratti dalla favola di Amore e Psiche e musicati da Alessandro Striggio, e pubblicata l'anno seguente con una Descrizione degl'intermedj dedicata dal Lasca (cioè dal Grazzini) ai futuri granduchi. Nella Cofanaria presenta qualche interesse la trama straordinariamente complicata, che ruota attorno all'idea, balenata all'astutissimo servo di Ippolito, Panurghio, di far credere vivo, e in procinto di arrivare per magia da Firenze da Costantinopoli, Claudio già marito della giovane vedova Laura, che il suo padrone dovrebbe controvoglia sposare, per un accordo fra il padre di lui Bartolo e il padre di lei Ilario: ora Claudio non solo è vivo davvero, ma si trova già a Firenze, e si fa conoscere alla moglie; nel frattempo Ippolito è sorpreso dagli Otto in un forziere (il cofano del titolo) dentro il quale cercava di farsi portare in casa della ragazza da lui amata. Quando si scopre che questa è in realtà una sorella di Laura, che i genitori avevano smarrito durante l'assedio di Firenze (1529-30) e credevano morta, Ippolito può, sposandola, diventare ugualmente genero di Ilario, mentre Laura e Claudio sono felicemente riuniti. Che questo tipo di commedia faccia ormai parte di un repertorio semiufficiale mediceo si vede anche da altre allusioni, come quella all'«amicizia / Che tiene il nostro Principe con Cesare» (I, 3), cioè con l'Imperatore padre della sposa festeggiata. La rappresentazione e la pubblicazione della Cofanaria illustrano tra l'altro esemplarmente la funzione e l'importanza che, in un teatro inteso soprattutto a celebrazioni dinastiche, hanno assunto gli Intermedi, tratti di solito da episodi mitologici che presentassero qualche analogia con l'evento da festeggiare (nozze, battesimi ecc.), e affidati per l'allestimento e gli "effetti speciali" ad esperti ingegneri. Dopo l'esempio canonico delle moresche e altri balli inscenati per la "prima" della Calandria a Urbino (1513), a Firenze c'erano stati gli Intermedi di Giovan Battista Strozzi per il Commodo di Antonio Landi (1539) montati da Aristotile da Sangallo; quelli per La Gelosia del Grazzini (1550); e dopo la Cofanaria quelli di Bernardo de' Nerli per Il Granchio di Leonardo Salviati (1566), e quelli del Cini per la sua propria commedia La Vedova, rappresentata nel 1569 nel Salone dei Cinquecento in onore dell'arciduca Carlo d'Austria. Proprio Giovan Battista Cini (1525 circa-1586), autore di due brillanti commedie plurilingui, la già ricordata Vedova in versi riesumata dal Croce (1953) e messa in scena nel 1954 da Guido Salvini al Teatro Olimpico di Vicenza e Il Baratto in prosa (pubblicato solo recentemente da Maria Luisa Doglio, 1972) è il perfetto rappresentante del letterato fiorentino sotto i primi granduchi: fedelissimo cortigiano e ascoltato consigliere del principe o, per usare le sue parole, «non meno servitore che vassallo» e celebratore ufficiale delle glorie medicee, lascerà oltre ai testi teatrali un'ampia Vita del serenissimo Cosimo de' Medici primo Granduca di Toscana che sarà pubblicata postuma dal figlio nel 1611. Ovvia ora vu' avete capito perchè farnetica il pover'omo
  21. Se non ti sei divertito posso organizzare un week and week senza end con amiche Varesotte o se preferisci Ticinesi (CH) Svizzera non Chieti. Pensavo di corrisponderti la parcella non solo il rimborso a pie' di lista. Tui chiamale se Vuoi Prestazioni..... Chiudere gli occhi e guidare a fari spenti nella notte gridando... tu chiamale se vuoi Prestazioni..................... Io tento di vivere senza crearmi inutili rivalità da pollaio, purtroppo faccio fatica e spesso mi trovo comunque coinvolto....Tu chiamale se vuoi Inconclusioni..... Ciao.
  22. GENITORI MALEDETTI ! Il piccolo presenta fratture alla scatola cranica e lesioni al cervello Percosso dal padre, in coma bimbo di 4 mesi L'uomo, un egiziano di 25 anni, ha tentato il suicidio dopo avere avvertito il 118. La madre, una ventenne italiana, era fuori casa CREMA - Brutta vicenda di presunti maltrattamenti in famiglia a Crema. Un bimbo di 4 mesi è in coma dopo essere stato più volte percosso. Il piccolo è figlio di un egiziano di 25 anni che ha tentato il suicidio dopo avere avvertito il 118, e di una donna di 20 anni, italiana, che al momento del ricovero del piccolo all'ospedale si trovava fuori dalla propria abitazione. LE INDAGINI - Sull'episodio, che ha ancora diversi lati oscuri, sta indagando la polizia di Crema, ma intanto la Procura ha aperto un fascicolo per il reato di lesioni gravissime che sarebbero state inferte dal padre sul corpo del neonato, la cui vita è appesa a un filo. Il rapporto dei medici parla di fratture alla scatola cranica compatibile con delle percosse e delle lesioni forse irreversibili al cervello. Il padre dopo avere ingerito del topicida è stato sottoposto alla lavanda gastrica: gli inquirenti attendono che le sue condizioni di salute migliorino per interrogarlo. 21 febbraio 2006
  23. Fisco, è "assalto" al 5 per mille 30mila Onlus chiedono il riconoscimento Dai campi da golf ai gatti randagi, dai giochi a scacchi alle bocce, dalle associazioni parrocchiali ai gay-pride, dai gruppi corali agli amici del castagno. L'elenco dei richiedenti del 5 per mille è lunghissimo e da oggi anche pubblico. L'agenzia delle Entrate ha infatti messo sul suo sito l'elenco delle onlus che hanno fatto domanda per accedere ai nuovi fondi introdotti con l'ultima Finanziaria. Un vero e proprio esercito che va ben oltre le associazioni di volontariato "vero", fiore all'occhiello del Paese, e che comprende anche una moltitudine di associazioni, tutte no-profit e tutte a caccia di fondi. Ma cos'è il 5 per mille? Come già avviene con l'8 per mille, dove il contribuente può decidere di destinare alle chiese riconosciute o in alternativa allo Stato una quota delle proprie tasse, la legge ha introdotto in via sperimentale la possibilità di destinare il 5 per mille a finalità di sostegno del volontariato. La Finanziaria infatti ha previsto per l’anno 2006, a titolo sperimentale, la destinazione in base alla scelta del contribuente di una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità di sostegno del volontariato, onlus, associazioni di promozione sociale e di altre fondazioni e associazioni riconosciute; finanziamento della ricerca scientifica e delle università; finanziamento della ricerca sanitaria; attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente. Un esperimento che ha scatenato migliaia di associazioni ed enti esistenti. Un elenco lunghissimo che fotografa un'Italia dai mille volti. E lo strumento del 5 per mille, finalizzato a trovare risorse per l' Italia del no-profit, rischia cosi' di diventare uno strumento a maglie troppo larghe, almeno a leggere lo sterminato elenco di coloro che vogliono entrare nella partita. Tra associazioni impegnate in zone di guerra o in ospedali e altre finalizzate a rendere piu' verdi i campi da golf, la scelta spettera' comunque ai contribuenti. Saranno loro, a partire dalla prossima dichiarazione dei redditi, a decidere a chi destinare una quota pari al 5 per mille delle loro tasse. Il meccanismo e' abbastanza semplice - il contribuente dovra' solo apporre il codice fiscale dell'associazione che ritiene meritevole del suo contributo - ma forse si e' rivelato anche troppo ghiotto. Oltre 30.000 le sigle che si sono prenotate iscrivendosi all'apposito elenco dell'Agenzia delle Entrate. Le associazioni sono precisamente 30.279, di cui 29.660 onlus (o almeno queste dovevano essere secondo le intenzioni) e 619 tra istituti dedicati alla ricerca sanitaria e universitaria (di cui 570 segnalati dal ministero dell'Istruzione e 49 da quello della Salute). L'elenco delle associazioni è già visibile e comprende le cose più disparante: un po' perche' il mondo del volontariato in Italia e' capillare, un po' perche' sembra essersi intrufolato chiunque, ma anche perche' le grandi associazioni, dall'Avis alle Acli, dall'Anfass alla Caritas, come anche gli scout o le associazioni legate ai grandi sindacati, hanno 'prenotato' piu' caselle dando la voce alle loro sedi territoriali che di fatto da anni e anni mettono in campo la loro opera veramente nel sociale. Scorrendo il lungo elenco - 632 pagine fitte fitte di sigle e codici fiscali - sembra dunque che la norme della Finanziaria sia un po' a maglie larghe. Per ora fa fede l'autocertificazione; in un secondo momento si vedra' se davvero tutti questi soggetti hanno accesso o meno al 5 per mille. E comunque stara' al buon cuore di contribuenti scegliere a chi dare il contributo. Il 'non optato' non sara' ridistribuito, come invece accade per l'8 per mille. TANTO SPORT. Dilettanti di calcio, basket ma nell'elenco anche associazioni di volley, golf, squash, danza. Imperversano gli amanti delle bocce. GLI "AMICI DI..." Quasi 700 le associazioni iscritte che portano nel loro marchio la parola "amici": ci sono gli amici degli "emarginati" dei "bambini di Chernobyl" degli "indios" ma anche del "castagno", del "fegato" o del Pollino; ben una decina i gruppi amici della montagna. Tra le curiosita' anche l'associazione culturale dedicata ai nuraghe, e' in via Sardegna ma ad Alessandria. O il "club amici delle Topolino" con sede a Bergamo. C'e' ancora il coro della Parrocchia di Mussotto ad Alba ma anche l'associazione per il Gaypride di Foggia. ENTI RELIGIOSI, E L'8 PER MILLE? Sono oltre 600 tra parrocchie e associazioni parrocchiali ad avere fatto domanda. Enti religiosi che potrebbero gia' usufruire del piu' consolidato meccanismo dell'8 per mille. PAPA BUONO BATTE PAPA POLACCO. Tante le onlus intitolate a santi. Lungo anche l'elenco delle "misericordie" e delle "confraternite". Tra i nomi Papa Giovanni XXIII e' il piu' gettonato tra i pontefici: 27 associazioni contro le 13 dedicate a papa Wojtyla. Per restare ai pontefici dello scorso secolo, solo un paio le associazioni dedicate a Papa Luciani, una a Paolo VI. L'elenco definitivo sara' disponibile a partire dal 10 marzo ed entro il primo marzo eventuali errori di iscrizione nell'elenco possono essere fatti valere dal legale rappresentante del soggetto richiedente presso la Direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate nel cui ambito territoriale si trova il domicilio fiscale del soggetto medesimo. Entro il 30 giugno i legali rappresentanti dei soggetti iscritti nell'elenco definitivo devono spedire all'Agenzia una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorieta' relativa alla persistenza dei requisiti che qualificano il soggetto richiedente tra quelli contemplati nella presente disposizione di legge.
  24. Quando sono giù in taverna ascolto : Peppino di Capri - Franco I e Franco IV - Tony Astarita - Tony Santagada - Little Tony - I DIK DIK - Il mio cane Giotto - Caterimna Autostrade - Jannacci (il nome non me lo ricordo) - Riccardo Del Turco - Raul Casadei - Poi mi sparo una torta di mele e pere al cioccolato per tirarmi su.... Ho scritto t'amo sulla sabbia ma il vento a poco a poco se l'è portato via con se............
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