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frncs

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messaggi di frncs

  1. secondo me deve essere un gioco in cui ci sono tutti quei colori tranne uno

    tipo monopoli

    ma non me li ricordo i colori del monopoli

    forse il rosa non c'era (o invece si vicolo corto e vicolo stretto)

    forse l'arancione allora

    (però pure il nero non me lo ricordo)

    oppure sarà un altro gioco del genere

  2. Buona serata a tutti... :ola:

    ..non so davvero come impostare nel modo giusto la domanda :icon_confused: , per cui la butto fuori come mi viene, sperando che qualcuno possa esprimere il suo punto di vista in merito... dunque, vorrei sapere se secondo voi una persona che ha un forte disagio a livello psicologico può sostenere una relazione affettiva, come ad esempio un rapporto di coppia, in modo costruttivo o quantomeno non distruttivo... di solito si usa dire che, se una persona non vuole bene a sé stessa, non può riuscire ad amare neanche l'altro... ecco, io mi sono un pò persa in questa cosa.. nel senso che certo si può voler bene, si può amare tantissimo un altra persona ma se questa non ha gli strumenti per interagire con noi nel modo psico-affettivamente "adatto" al rapporto stesso, su cosa si stanno costruendo le fondamenta di quella relazione? Sul nulla?

    Bisogna aver superato prima i propri disagi interiori per poter soltanto dopo coinvolgesi in un "impegno" relazionale verso un'altro essere umano?

    Non ci capisco più nulla... e mi sa che ho fatto un casino! :Raised Eyebrow:

    ..grazie a chi vorrà dirmi la sua! :im Not Worthy:

    Quello che mi viene in mente leggendo il tuo messaggio è che forse una persona i propri disagi interiori non li supererà mai se intanto non prova almeno a coinvolgersi in un impegno relazionale (per usare le tue parole) di qualsiasi tipo. Lo dico per esperienza. E confrontando la mia esperienza a quelle raccontate da altri. Non credo che si possa distinguere così nettamente un prima e un poi. Forse almeno un po' le due cose dovrebbero intrecciarsi. Può darsi anche che non sia così però, visto che io personalmente conosco solo l'esempio negativo (che potrebbe anche essere dovuto ad altro). Ma mi pare difficile risolvere qualsiasi cosa se si è del tutto sradicati dal resto, perché tutto finisce presto per perdere di senso, per mancare di fondamento.

  3. Bisogna fare attenzione e distinguere. Altrimenti si scivola nel razzismo. Lo stato d'Israele e gli ebrei non sono la stessa cosa. Israele è un qualcosa di determinato che fa delle scelte determinate che si possono valutare e condannare (e che io per esempio condanno).

    Gli ebrei invece sono un insieme di persone (sparse per il mondo) che condividono alcune tradizioni e credenze, ma per il resto pensano, vivono, scelgono ognuno a modo suo, in un modo che noi non possiamo conoscere né valutare né giudicare.

  4. grazie sono lieto di accogliere anche altre proposte.

    A me, sinceramente, pare assurdo che un non psicologo regali a uno psicologo un libro di psicologia. Io mi orienterei sui romanzi. Magari qualcuno che ha a che fare con l'argomento. Per esempio Spider di Patrick McGrath. Anche perché loro di libri di psicologia già ne leggono parecchi e secondo me spesso un romanzo dice molto di più sull'animo umano. Per esempio secondo me tutti loro dovrebbero aver letto almeno (io glieli metterei nel piano di studio) l'opera completa di Dostoevskij e La ricerca del tempo perduto di Proust. Per il bene di noi pazienti.

  5. sondaggino...quante di voi integrano anche solo ciclicamente la psicoterapia con i farmaci?

    io mi sa che inizierò a prendere per un periodo un ansiolitico...perchè quest'ansia che si è liberata grazie alla scomparsa della somatizzazione mi sta massacrando

    Io integro, anzi integravo, psicoterapia e farmaci (antidepressivo e, all'occorrenza, ansiolitico). Ora solo farmaci. CHe tra l'altro nel mio caso non sono mai serviti a molto. L'antidepressivo almeno, perché l'ansiolitico non lo prendo quasi mai. Forse una vaga attenuazione delle cadute nell'abisso. MA vaga.

    Ciao a tutte.

  6. Non restare in silenzio frncs, hai appena dato un importantissimo spunto di riflessione. Questo posto è bello e ricco proprio per questo, perché qui puoi portare i tuoi pensieri più profondi quando hai bisogno di esternarli, ma anche lo scherzo e la lieve ironia che aiutano a superare i momenti difficili, gli stalli delle sedute, le assenze. Sarebbe una perdita per tutte e tutti (ma c'è qualche rappresentante?) non leggerti.

    Un abbraccio

    Siete gentili a dirlo. In realtà io qui sono un'usurpatrice fin dall'inizio. Non sono mai stata veramente in tema col titolo del topic. Ora sarei tentata di assumere il ruolo della sedotta e abbandonata (sempre dallo psicologo). Ma purtroppo non posso dire di essere stata né sedotta (il mio transfert è stato sempre negativo) né abbandonata (sono io che ho interrotto). QUindi in realtà anche quel ruolo sarebbe usurpato.

  7. Perché frncs? A me interessa quello che scrivi, mi piace confrontarmi su questi temi.

    Non ti parlerò di autostima e bla bla bla, non io. Ma credimi se ti dico che raramente capita di sentire delle riflessioni come le tue, le trovo intelligenti e acute, come coinvolgente trovo la tua sofferenza.

    Dai, resta.

    Certo che resto. Magari in silenzio ma leggo. E' che a volte mi sembra inutile (e forse colpevole) esporre in pubblico i miei stupidi giochi al massacro. Nelle sparatorie, si sa, si rischia sempre di coinvolgere i passanti innocenti. Poi mi dico che in fondo le mie sparatorie sono fatte con proiettili di gomma, inefficaci e infantili, e che al massimo possono apparire ridicole. E allora scrivo di nuovo.

  8. Scusami se mi permetto, ma se la mettiamo così l'arbitrarietà sul piano di espressione e contenuto è il fondamento della lingua. Tutta la nostra espressione è un artificio, una convenzione. E proprio questa consapevolezza ogni tanto mi fa ammutolire davanti allo psicoanalista, gliel'ho anche detto: di che dobbiamo parlare se significante e significato sono arbitrari? :Batting Eyelashes: Ora capite quando dico che uno rimette in discussione i fondamenti della vita umana?...

    Per tornare in topic, ho passato una giornata tremenda in preda ai peggiori pensieri autolesionistici. Non si può stare male per le parole dello psicoanalista, chiunque egli sia, non così tanto. E non è possibile che ogni volta io debba pensare di interrompere la terapia perché mi sento incompresa...

    E' quello che dico. L'artificio c'è sempre. Chissà magari attraverso la ricerca formale (portando l'artificio al massimo) si potrebbe sfondare il muro dell'arbitrarietà.

    Per il resto (al di là di questa possibilità che del resto a me non è data) la comprensione mi pare un'illusione. Forse bisognerebbe rinunciarci. E io dovrei smettere di scrivere idiozie. Non mi dare retta. Forse sono solo io che devo rinuciarci. Anzi ci ho rinunciato già. Agli altri va meglio. Ascolta loro.

    Un saluto a te e agli altri. Anche se scrivo poco (e mi accorgo che dovrei farlo ancora meno), ogni tanto vi leggo ancora, mi fate compagnia.

  9. apemaya però io mi chiedo una cosa: cosi non si rischia di rendere tutto artefatto?

    insomma bisognerebbe procedere per "libere" associazioni o almeno io ho capito questo. anche se spesso in realtà gli porto delle riflessioni fatte durante la settimana fuori da li.

    non lo so...non credo che gli porterò mai delle cose scritte..mi entusiasma di più parlare e vedere come facciamo assieme i legami tra le cose..la vedo più interattiva come cosa.ed il mio psi mi piace proprio perchè interagisce molto, secondo me utilizza una giusta misura..

    Io credo di sì Che sia artefatto e che proprio quello sia il vantaggio. Sono arrivata all'idea (oggi almeno, ma le mie idee crollano e si ricostruiscono diverse o uguali ogni giorno) che solo attraverso l'artificio si può cercare di dire qualcosa. La parola spontanea è vuota. E' carica di abitudine, di di luoghi comuni. La spontaneità non esiste. Almeno oggi no.

  10. io vi ho accennato di aver fatto leggere al mio psi un mio "scritto" (mooolto tra virgolette), ma non l'ho concepito come un dono, non so neanche spiegarvi la mia motivazione quando glielo portai.

    lui disse che glielo avevo dato con lo stesso atteggiamento con cui altri suoi pazienti gli hanno portato delle "lettere di suicidio".

    che poi è particolare sta cosa, tipo delle lettere da conservare nel caso si fossero suicidati...secondo me sto particolare rende bene il tipo di rapporto che giovanni riesce a creare coi suoi pazienti...

    comunque tornando a me, infatti poi mi ero pentita di averglielo lasciato, perche quelle pagine dicevano TANTISSIMO, molto di più di quanto non avessi mai detto apertamente. gli chiesi pure di ridarmele..ma con giovanni figurarsi... :Talking Ear Off:

    La potevi raccontare un po' prima questa storia delle lettere di suicidio, che gliene avrei lasciata una anche io. Era una bella idea. Mo a chi la dò? Non c'è più un'anima viva tutt'intorno.

    ps Pure io l'unica volta che (su sua richiesta) gli avevo portato vecchie pagine scritte, poi la volta dopo (pentitissima) ho chiesto to di ridarmele e lui naturalmente me le ha ridate. Forse quello (portargliele) è stata la cosa più audace che ho fatto durante tutta la terapia (era verso l'inizio).

  11. io l'ho avuto un regalino!

    la cosa che dimostra quanto sia fusa in sto periodo... è che dopo aver letto la tua domanda c'ho pensato su un po' prima di ricordarmelo... il mio transfert ormai va dove gli pare a lui...

    comunque mi regalò una piccola pianta fiorita.

    Ah meno male. E' come un petalo per ciascuno.

    Invece quei draghi terrificanti te li puoi tenere tutti per te.

  12. Che diavolo però. Speravo almeno in quelli meno intransigenti. Magari Zazà l'ha avuto un regalino. Speriamo. Per rialzare un po' le sorti della comunità dei pazienti. Io ho avuto qualche prestito. Meglio di niente. In compenso regali non ne ho fatti. E nemmeno prestiti. Quindi diciamo che contribuisco positivamente alla media dell'insieme.

  13. allora...riguardo al "devi crederci...", lascia perdere! non sono convinta che tutti quelli che fanno terapia all'inizio ci credano...a volte ci vanno per disperazione, a volte per far contento qualcun'altro. insomma, all'inizio "crederci" non è così indispensabile.

    mettiamolo da parte.

    ma il "riferisci allo psi" quello è indispensabile, si!

    te l'ho detto che la terapia è fatica. questa è la tua fatica. il tuo ostacolo da superare. lo sforzo da fare.

    ... è un po' lungo come inizio il mio...

    quanto alle fatiche mannaggia ognuno ha quelle sbagliate

    per me sarebbe semplicissima la corsetta di Lylith

    invece mi sento un'imbecille a fare la corsa sul posto

    e pure con gli ostacoli per di più...

  14. Novità:

    che per la prima volta durante la psicoterapia, il mio analista mi ha fatto davvero senso. Credo sia un passo avanti.

    in verità mi pare un passo sul posto

    sai, come quando si corre in palestra senza andare né avanti né indietro

    a chi guarda da fuori pare assurdo

    anche ridicolo direi

    ma certo lo fanno in tanti

    nella speranza di fare i muscoli

    o dimagrire

    o chissà

  15. ma quello che il radionico non v'ha detto è che i peli che non ricresceranno più a noi, verranno ridistribuiti equamente tra di voi...per una specie di legge dell'equilibrio pilifero... :Devil:

    frncs che fine hai fatto? manchi all'appello, non mi dire che ti sei scordata pure tu!

    no no

    non mi sono scordata

    è solo che da quando il topic o come si chiama lui è degenerato tendo a evitarlo

    comunque ceretta

    per la pinzetta non ho la pazienza necessaria

    ma ho fiducia

    il radionico sia con tutte voi

    anzi noi

  16. beh tu Lilyth il giudizio l'hai sospeso fin troppo... :icon_rolleyes:

    non ti andiamo mai bene però...

    bello l'uovo rosso

    peccato che poi debba rompersi per generare chissà quale mostriciattolo

    io cmq non voglio contribuire e non ci clicco

    Lilyth lascia perdere gli stoici e prendi a calci il tuo dottor jekyll prima che si trasformi definitivamente.

  17. ti hanno dato degli ottimi consigli frncs, osservati e riferisci allo psi ovviamente, te ne devi F-R-E-G-A-R-E!!! E coem ti ha detto juditta non cerca d iguardare troppo in là..comincia da lniente e anche se ti apre insignificante, usalo, vedrai che ti porta da qualche aprte am devi crederci innanzitutto in quello che fai...a volte ho la sensazione che non ci vuoi credere affatto...prova, male che vada hai perso tempo...io facevo così, non sai quante cose ho reputato sepuerflue da dire am quando le ho dette mi hanno aperto un mondo....provaci almeno un pò..

    Forse sembra assurdo ma questo è già troppo difficile per me, se non impossibile. Mi riferisco in particolare a "riferisci allo psi " e a "devi crederci... in quello che fai".

  18. se gli cambi prosepettiva magari non sono più tanto sbagliate...

    sono cose possibili o errori che eviterai in futuro

    Il problema è che io già lo so che in futuro (e anche nel presente, nel momento stesso in cui li giudico e me ne pento) li ripeterò tali e quali.

    Comunque vabbè. Farò finta di non saperlo. Niente disgusto per me. Niente giudizi. Osserverò impassibile.

  19. e allora missione numero uno: capire che sei tu! (dico poco, eh!)

    e come fai a capire chi sei tu? non ti conosci e vuoi parlare dei grandi sistemi... come se tu non sapessi camminare e volessi iniziare dalla corsa a ostacoli. inizia da piccoli passi, dalle cose piccole, banali, noiose...

    ma io non credo di essere qualcosa

    non credo che la gente sia qualcosa

    non credo che si possa capire chi si è

    forse si può imparare a credere di essere qualcosa

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