frncs
-
Numero di messaggi
369 -
Registrato dal
Tipo di contenuto
Calendario
Profili
Forum
messaggi di frncs
-
-
Anzi no. Ci ho ripensato. Forse non sono nmmeno al centro del mio mondo. Anche se ci sono solo io, sto in periferia. Non capisco niente, né sentimenti né desideri. Non so ascoltare nemmeno me, so solo inventare.
-
secondo me noi dobbiamo essere al centro del nostro mondo. o almeno la terapia ce lo può insegnare...
ma non intendo questa cosa in senso egoistico, della serie "il mondo ruota intorno a me"
piuttosto come la capacità di ascoltarsi, di capire cosa si prova e perchè, di capire quali sono i nostri veri desideri...
ho la sensazione che buona parte dei problemi nascano proprio dal fatto che noi non siamo al centro del nostro mondo...
Nel mio caso credo che il problema nasca da un fatto un po' diverso. Io sono al centro del mio mondo (perché nel mio mondo non c'è nessun altro), ma che il mio mondo non ha niente a che fare con quell'altro mondo, quello degli altri. Quello che non mi riesce è il contatto tra i due mondi.
-
perchè?
io non parlo della spesa, non perchè mi metta a disagio, non mi sentirei a disagio a parlare della spesa...semplicemente non provo nulla a riguardo e dopo averglielo detto passerei oltre...
a me mettono a disagio altre cose e c'è voluto del tempo perchè mi lasciassi andare a parlare di ciò che mi premeva. gli ho taciuto per mesi una cosa che per me era importantissima perchè mi vergognavo, perchè mi sembrava una cosa così stupida e stupida io a darle così tanta importanza. beh, sto argomento si è rivelato uno dei filoni più importanti della mia terapia, una delle cose sulle quali mi sono messa alla prova e grazie alla quale sono cresciuta tanto per quanto riguarda i rapporti interpersonali.
Ma sì. Avete ragione. Ma poi la mia non è un'opinione ma solo un dubbio che si insinua a volte. E che in realtà investe la terapia in generale. Diciamo il mettere noi (con tutte le piccole cose che ci compongono) al centro del mondo. Forse è questo (anche questo) che a volte (solo a volte, non è una convinzione, ma solo un dubbio) mi pare sbagliato e mi fa sentire a disagio. Ed è naturale che questa sensazione sia più forte quando non parlo di sintomi gravi o di cosedel genere che in un certo senso sembrano gistificare la terapia e il suo mettermi al centro del mondo.
-
nessuno dice che il disagio sia insano...insano può essere il fatto che ti condizioni al punto di ostacolare la tua terapia.
e più di insanità sarebbe per te interessante capire perchè lo provi sto disagio. il mio psi mi dice che ci sono suoi pazienti che vanno li e gli raccontano cose noiosissime, che fanno la spesa eccetera...quelle persone mica si sentono a disagio a parlare di cose banali...
e non sarebbe giusto che si sentissero a disagio almeno un po'?
-
certo l'utilità non la puoi valutare su una o due sedute... l'utilità la scoprirai nel tempo, quando ti renderai conto del processo che si è attivato iniziando a parlare di ciò che ti mette a disagio!
nessuno dice che sia una passeggiata, e potrebbe risultare insopportabile per un po'...
ma senza questa fatica non si ottiene nulla!
se almeno lui insistesse
invece di rispettare i miei tempi
che sono tempi morti
-
E poi non riesco a respingere del tutto un dubbio:
e se invece fosse sano il disagio che provo ad attribuire apertamente un'importanza enorme (come se si trattasse del destino dell'umanità) alle piccole idiozie della mia vita?
-
frncs la terapia per funzionare DEVE essere faticosa.
finchè continuerai a evitarti di "sporcarti le mani", ad esempio rischiando il ridicolo, ne farei ben poca di strada, ma poca poca...
posso capire che tu non possa obbligarti a provare emozioni, assurdo anche pensarlo.
ma puoi obbligarti a fare qualcosa che ti mette a disagio...e sta sicura che quel disagio qualcosa lo nasconde...le famose resistenze!
Ho provato una volta. Verso l'inizio. E' stata una cosa insopportabile. E inutile. Forse quel fallimento ha pesato sul seguito.
-
non essite un modo ideale o un modo strano per me, esiste il tuo, il suo, il mio e quello di tutti gli altri...ognuno ci prova a modo suo a scendere in questo profondo...
Pensa che io ho cominciato cercando di rintracciare cose davvero molto molto nascoste...non perchè lo volessi veramente ma forse perchè secondo il mio giudizio inconscio dovevo cercare delle cose importanti da portare per essere riconosciuta....con i ltempo ho potuto capire che la psi non era lì per dirmi quale cosa mi aveva fatto soffrire di più ma accoglieva il mio dolore in toto, anche se derivante dal nulla!!!!
Così ho cominciato a parlare del superficiale e come per magia ho trovato la mia strada, che scava in superficie e ogni tanto scende in fondo afferra qualcosa la rimescola con la superifcie e mi dà il tempo di digerirla, elaborarla, farla mia....
La psi sembra contenta ...come dice lei, ho trovato la mia strada per l'inconscio...
Forse è proprio per questo motivo che la terapia con me non funziona. Anche io mi sento come in dovere di cercare dei motivi al mio stato attuale e di parlare solo di quello che potrebbe avere a che fare con questi motivi. O di stare zitta. Mi sento insulsa a parlare di cose qualsiasi, come se dovessi "meritare" l'attenzione sua con qualche fatto traumatico, patologico o comunque significativo.
Credo che sia anche per questo (oltre al fattto che non sono disposta a parlare di tutto) che non riesco a parlare liberamente. Non mi sento in diritto di farlo. Non riesco ad accettare veramente il principio della terapia secondo il quale tutto quello che ci viene in testa merita attenzione. Non ci riesco. Mi sento ridicola e egoista a dare importanza, parlandone, a stupidi pensieri ed episodi. Anzi il discorso mi sembra ridicolo e sbagliato anche quando a farlo è lui, cioè quando è lui a parlare di dolore e sofferenza al mio posto. Non so, le parole mi sembrano teatrali e ho l'impressione di reggere (colpevolmente) il gioco nascondendo il sorriso che mi sale sulla faccia (non è difficile perché non mi vede bene dato che sono stesa). Insomma reggo il gioco, ma con distacco. Non riesco a partecipare veramente. Non potrei essere io a dire quelle parole seriamente.
Lo so che la psicoterapia presupporrebbe proprio il contrario, ovvero la sospensione del giudizio sulle proprie parole. Ma non ci riesco. Forse non ci riesco perché non avendo fiducia nella riuscita, non me la sento di affrontare il rischio del ridicolo. Né di rinunciare alla segretezza del mio mondo immaginario.
-
ma che è?
state facendo degenerare il topic
mo chiamo il signor radionico, legittimo proprietario, e vi faccio bandire.
-
Carina questa!
Scusa se ci gioco su frncs, ma che darei per trovarmi nella stessa situazione
E lo sprecheresti (quello che daresti intendo) perché se della situazione non potresti goderne data l'impossibilità a provare qualsiasi sentimento.
-
io l'ho anticipata alle 12.30.... spero che mezz'ora di ritardo non mi freghi !!
Tranquilla, c'è l'ora legale. Le 12.30 sarebbero in realtà le 11.30. Il signor radionico non mi sembrava troppo preciso e puntiglioso in fatto di astronomia. Secondo me si è dimenticato di tenerne conto. Quindi direi che la scadenza è alle 13.00. Certo resta il problema dell'anno bisestile e delle ore sfalzate che ci trasciniamo nei non bisestili, ma vabbè... facciamo finta di non saperlo.
-
ciao Frncs....Dio come non ti capisco!!!!!.....Eh no perchè qui si tende tutti a scivere: "ti capisco, anch'io sento così e cosà, anche per me uguale,ecc"....Ecco invece io proprio NON TI CAPISCO COME SEI!!!.........Io mi sento abbandonata e c'ho i vuoti ma sono un'affettivona...vorrei che tutti mi amassero e sono disposta ad amare tutti...spassionatamente...ed infatti, quando non mi sento amata ed il mio potenziale d'amore resta sospeso....insomma come avere un colpo in canna che non posso sparare...beh, lì mi vengono i vuoti!!! Tu sei l'opposto dici che non senti nulla ma pure tu hai momenti abbandonici.....sarà che son stanca ma io nel meccanismo della mente umana mi ci raccapezzo poco!!
Comunque (secondo me eh!) non mollare la terapia....semmai prova a cambiare....scusa, forse mi son persa dei pezzi: riguardo al transfert che mi dici???
Non mi capisco tanto nemmeno io
sento il vuoto e l'abbandono
ma come un fatto incontrovertibile
irrimediabile
sento l'impossibilità e l'inefficacia di qualsiasi rimedio.
Il transfert è comunque una forma di sentimento e di legame
temo che non mi sia concesso nemmeno quello
ovviamente loro direbbero che anche l'assenza di transfert è una forma di transfert
cioè riflette qualcosa dei primi rapporti con gli altri.
mah
In realtà secondo lo psi non è neanche vero che non c'è transfert, che non c'è affetto,
solo che, per uno strano fenomeno proiettivo, lo prova lui al posto mio, visto che io lo rifiuto.
-
viva gli allegri psicologi
la sento proprio questa sostanza indifferenziata che mi invischia
come il blob del film
quanto al credere nella terapia, credo che serva
semplicemente perché se non si crede almeno in parte nella riuscita è difficile che si riesca rischiare facendo un tentativo vero
-
frncs secondo me il fatto che lui ti ha dato la diagnosi ti ha fornito un alibi, perchè non si può essere indifferenti...è impossibile, si può fingere a se stessi di esserlo per difesa....si per difesa e per paura di soffrire....il punto è che dovresti affrontare questa tua paura di esere ferita o tradita...
Qualche mese fa è morto mio zio, che aveva adottato due figli quandoerano piccoli. Il più grande aveva 8 anni quando fu adottato, una vita alle spalle davvero triste (abusi, violenze e abbandoni), il piccolo aveva la mia età 5 anni.
Con il tempo il piccolo ha reagito alla vita fregandosene del prossimo, rubava, spacciava ecc.ecc. e in tutto questo predneva in giro i miei zii, con la sua faccia d'angelo....
l'altro sembrava completamente distaccato dai rapporti umani, gli erano tutti indifferenti, diffidava di tutti, se ne fregava, aveva sempre pronte rispostacce, un cafone...ma io li conoscevo, abitavano a fianco casa mia, sono cresciuta con loro...
Il più grande dentro soffriva, il suo comportamneto era di difesa, e come biasimarlo...la mamma lo ha portato un giorno dalle suore (questo sappiamo ma credo che al storia è ancora più complicata) dicendo che sarebbe tornata e invece lo ha lasciato lì solo, malato e con un fratellino a cui badare....
Insomma per farla breve, quando è morto mio zio, il fratello più grande, quello che sembrava fregarsene di tutto, indifferente come dici tu, la notte in cui è morto improvvisamente mio zio, si è ubriacato e nel dolore ha fatto uscire fuori i suoi VERI sentimenti....altrochè indifferenza!!!!
I miei per la prima volta mi hanno dato ragione su di lui....io l'ho sempre detto che lui un cuore ce l'aveva e come!!!!
Ovviamente dopo la sbronza anche se pian piano ha ricominciato a indossare la maschera dell'indifferenza.....anche se credo che questa esperienza gl iha isnegnato che non sempre le persone abbandonano....per esempio io dopo esser stata trattata di merda tempo fa da lui per nessun motivo, quella notte ero al suo fianco quando vomitava e piangeva....
Quanto ho cercato in passato di fare qualcosa per lui....ma c'è troppa ignoranza in quella famiglia....associata alle resistenze è impossibile davvero...
Ma frncs, tu sei in analisi, uan scelta dopotutto l'hai fatta, non so cosa ti ha portato a essere indifferente, ma sono certa che non lo sei davvero!!!! sono certa che puoi davvero ritrovare i tuoi sentimenti ma devi volerlo per prima tu...non ti serve uno psi simpatico o carino, che ti consola o non so che, ti serve uno psi che prima ti faccia soffrire ....perchè è da lì che dobbiamo passare...e poi ti dimostri che si può soffrire ma rimanere a galla e accorgersi che c'è qualcuno pronto ad accoglierci ancora....
Scusa se ti ho messa al corrente di cose che ti potranno essere indifferenti, a ragione stavolta, , ma volevo dirti il mio pensiero....
bacio
Quello che scrivi è interessante come al solito. E ti ringrazio. Anche lo psi, gentilimente, mi dice cose del genere. Che l'indifferenza è una difesa e che per paura dei soffrire mi condanno in realtà a situazioni ancora peggiori a quelle che probabilmente temo. Per molto tempo ho immaginato, sentendomi in colpa per pensieri del genere, fatti drammatici, tragedie e morti, per immaginare la mia eventuale reazione. Forse pensavo che, come nel caso che hai raccntato tu, avrebbero potuto spezzare improvvisamente questa specie di patina di indifferenza in cui mi sentivo e mi sento avvolta. QUando poi i fatti sono successi invece sono rimasta confinata nell'irrealtà, come se si trattasse sempre di fantasie, nel senso di colpa per l'incapacità di provare qualcosa e, per il resto, nell'indifferenza. Comunque per una volta mi sento in dovere di difenderlo lo psi. Anche lui mi fa discorsi del genere, anche in modo più rude a volte. Quando dico che la terapia per me ha tutt'al più un valore consolatorio non intendo dire che lui mi consoli. Non lo fa per niente. Anzi mi sembra che mi accusi sempre un po'. MA siccome io resto comunque distaccata e indifferente e forse non riesco a "volerlo" davvero il cambiamento, il risultato generale della terapia è comunque consolatorio. COme in un certo può essere consolatoria per me anche la tua risposta. Nel senso che la terapia mi fa sentire meno abbandonata. So che c'è qualcuno che sa della mia semi-esistenza, che si interessa un po', che ogni tot giorni ho una cosa da fare... Non so... Cose del genere insomma. Allora da una parte mi dico che se non ho il coraggio o la volontà di aderire alla terapia in modo vero dovrei avere almeno quello di interromperla. Sarebbe più onesto, in un certo senso.
-
non sempre però, qualche volta ti ho vista arzilla in altri topic, chissà.....forse dovresti trovarti uno psi antipatico
io vado, buonanotte e anche se ti sarà indifferente........
forse sarebbe meglio
buonanotte pure a te
-
non hai legami nemmeno con i tuoi?!
che vuoi dire? puoi spiegarti meglio?
o stai dicendo che sei nata sotto un cavolo? (battutaccia )
voglio dire che anche se a volte li vedo i miei, vado a pranzo da loro per esempio o altro, però non sento un legame
ci vado perché mi chiamano, perché si aspettano che ogni tanto ci vada,
ma non mi importa
potrei partire e non mi importerebbe di sapere di loro
potrei non vederli più da un giorno all'altro se avessi un motivo per non farlo
affondo nell'indifferenza
-
cioè stai dicendo che non hai legami con i tuoi, non hai amici, niente di niente?
certo non posso rispondere io al problema che poni in generale, non ne ho proprio idea, ma ne hai parlato col tuo analista?
"disturbi in cui c'è un'impossibilità a stabilirli"......parli quasi come se fossi un extraterrestre inguaribile
sei na capa tosta, mannaggia a te! [/
no, non ne ho
niente di niente
sono un extraterrestre inguaribile
ne ho parlato un po' con lui
dice che li potrei creare se volessi
il problema in generale non glielo ho posto
-
e dalle.....scusa, ma chi l'ha detto che non puoi stabilire legami veri?!
Di fatto non ci riesco
Mai
Né nel mondo né in terapia
Ma poi ponevo il problema anche in generale, cioè a parte me, esistono dei disturbi in cui c'è un'impossibilità a stabilirli, mi chiedevo come li affrontano gli psicoterapeuti e se possono affrontarli.
-
comunque sia anche se apprentemente non esistente, sevondo me anche in questa inesistenza ci può essere un tipo di rapporto....mafari difficile, magari impossibile ma si crea ....
Ma tu se dovessi descrivere sto "non-rapporto" cosa diresti??? Cosa diresti se dovessi descrivere il tuo psi???
Perchè secondo me prima di tutto dovresti chiarirti se è una questione di rapporto o di semplice mancanza di empatia....
Nel secondo caso coem dice zazà dovresti provare a cambiare...tanto è inutile soffermarsi sul niente...
non è mancanza di empatia secondo me
anzi lui mi dedica molta attenzione
è sempre disponibile e gentile
mi è anche simpatico
il punto è che poi in me non cambia niente
è come se fossi impermeabile a tutto
non mi pare una cosa che dipende da lui ma da me
e infatti non ho mai pensato di cambiare
tutt'al più di smettere
anzi ci penso spesso di smettere
chissà forse ho paura di una dipendenza e per evitare il rischio me ne resto isolata
potrebbe anche essere così, ma non è una cosa che posso decidere di cambiare,
è come se proprio in me mancassero gli appigli a cui attaccare qualsiasi cosa.
-
Se davvero senti insistentemente che la tua terapia non sta funzionando, allora cambia!
Puoi provare altri psicologi e/o altri approcci terapeutici.
Anche questo intendevo dicendo di provare in tutti i modi.
Il problema, anche se temo di annoiare il forum dicendo sempre le stesse cose, è che penso che la terapia non funzioni perché io non sono in grado affrontarla, forse proprio perché non posso stabilire legami veri con nessuno e quindi nemmeno col terapeuta, né con questo né con un eventuale altro. Perciò mi chiedevo come si fa in questi casi. Non sarò certo l'unica ad avere questo tipo di difficoltà che complica (per non dire impedisce) la terapia. Almeno in teoria avranno un metodo. Boh. O forse in quei casi dicono ai pazienti che non è il caso di fare una psicoterapia.
-
se ti tagli le gambe da sola, buttandoti giù, difficile che qualcuno possa fare il miracolo.
Devi crederci tu per prima, prova in tutti i modi.
sì ma servirebbe un miracolo perché io possa crederci e provare in tutti i modi
ma in ogni caso
pare anche a te che senza un legame la psicoterapia non possa funzionare?
e in caso affermativo, se il disturbo implica proprio l'incapacità di creare dei legami, come si fa?
-
chi stabilisce questa incapacità?
io la stabilisco
o meglio la constato
-
il mostro mio ha vinto sul resto di me da tanto tempo
e c'è poco da fare
non capisce le parole di nessun dottore
è di un altro mondo
segue un'altra logica
sonnecchia per i fatti suoi
e se pure si risvegliasse (da solo, per motivi suoi)
mi sa che nn cambierebbe molto
chissà forse se lo divorerebbe il dottore
insieme alle sue parole e alle sue teorie
il giovanni di juditta è fortunato insomma
mi chiedo
ma se uno è incapace di costruire un legame affettivo, può mai funzionare una psicoterapia?
-
E che sono mo tutte queste defezioni?
E se ci si innamora dello psicologo?
in Parliamo di Psicologia
Inserita:
Infatti.
Visto? mi ero corretta prima di leggerti.