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EuridiceBrescia

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  1. Io credo di aver capito i vostri interventi ... cerco di spiegarli la questione è che siccome una è collega del terapeuta ( vuoi per gli studi fatti, che per l'esperienza ecc..) dovrebbe avere delle armi in più per capire dove sta andando la terapia, quindi in un certo senso aver introiettto la funzione dell'analisi e dell'analista. Ciò vuol dire capire-pensare il setting, le regole, la neutralità necessaria e il procedere del terapeuta nell'asimmetria quasi coadiuvando il lavoro del terapeuta attraverso il fare proprie tutte queste funzioni, divenendo un ''gruppo'' che lavora in alleanza... (per me tutto questo è lontano perchè dentro non riesco ancora a sentirne la necessità..) ed anche nell'ultimo intervento light non dice cose sbagliate poichè se pure collega l'analizzando è pur sempre analizzando, l'asimmetria rimane e si sente, forse si sente ancora di più rispetto a un paziente non collega.....(io non faccio testo perchè ho delle difese un po' primitive e un passato sentimentale che mi ha spaccato la mente, quindi il povero analista è sempre sotto pressione con me, sono io stessa che cerco cntinuame di stimolare delle reazioni in lui, soprattutto di amorevolezza e accudimento. Ci siamo chiariti su questo punto, forse per questo mi ha concesso la sua emotività che tanto ricerco: è un'analisi un po' anomala, fatta di rispecchiamenti all'interno della coppia dove io sono ancora una bambina e lui la mamma o il papà, o il fidanzato a seconda del giorno; un'analisi dove sento realmente il legame con lui, anche erotico, il suo bene e la sua stima noostante gli faccia sudare 7 camicie)
  2. ma lol... beh dai, mi sono spiegata e tutto si è risolto, comunque mi sono state fatte notare cose importanti che prenderò in considerazione, ancora più con cognizione di causa rispetto agli anni passati... non posso che esserne grata!
  3. ma quale intervento light? Purtoppo ho avuto la malaugurata idea di segnare tra i progetti per il futuro anche quello di aprire uno studio e di spargere la notizia... ... So che il mio amato guru mi aiuterà e sosterrà anche in questo passaggio così critico.... quindi stamattina sarò fiduciosa... (tuttavia lui è sempre stato un sostenitore della mia arte, quando gli ho regalato i miei dischi li ha ascoltati con piacere e mi ha sempre apprezzata e appoggiata, molto di più che nella veste di psi, anche se ha detto che posso dare molto anche in quel campo!...) Chissà come andranno le cose
  4. non capisco il fatto della psicomoglie e psicobimbo, mi sono persa dei post...
  5. perchè anche se mi manca un background solido, mia madre faceva letture di psicologia già da quando ero piccola, lei stava studiando filosofia ed erano comprese negli esami, io un po' ne ero affascinata, volevo possedere le stesse conoscenze... in verità vi dico che l'ho fatto per imitare mia madre (non psicologa ma pittrice) come nelle altre cose che le piacevano: l'arte, la psicologia, le diete (purtroppo si, il mio controllo del peso mi è stato indotto da lei), perfino la musica ...(solo la ''voce'' è un qualcosa di realmente mio, sapevo disegnare benissimo ma non ho mai dipinto perchè lei era, è, inarrivabile come pittrice ).... in adolescenza mi piaceva la psicologia, amavo anche la spiritualità, (la amo tutt'ora ma sono stata tacciata di ''pensiero magico'' , un po', per il bene del mio funzionamento, me ne sono distaccata...), leggevo freud da ragazzina senza capirci niente, poi un giorno l'impatto con l'università ha smantellato ogni passione, ha impietosamente bruciato tutto, con la musica ho iniziato tardi,alla fine del liceo, per fortuna è arrivata a tamponare la disillusione dell'università...per fortuna sono sopravvissuta
  6. Ciao ragazze, ho tardato a rispondere perchè ho lavorato tantissimo, allora, letto qua e la... dunque tengo a precisare che prima che io inizi soltanto a pensarmi come un'analista passerà tanto di quel tempo che non ne avete idea, tuttavia sulla carta potrei già iniziare ad esercitare, (in supervisione e sotto l'egidia della scuola) per il fatto che sono iscritta ad una scuola di specializzazione... ovviamente nella realtà ciò è altamente sconsigliabile perchè mi manca sia il background ( culturale e sociale) e, soprattutto e attualmente, la motivazione per crearmelo (poichèio sono una che ha studiato per il conservatorio e andava all'uni, - si - impegnandosi, ma soltanto per finire)! Un giorno sono andata a vedere l'appartamento per farci lo studio, presa dall'amor proprio e dalla voglia di determinarmi, ho preso contatti, mi sono informata su come iniziare ma sto abbandonando l'idea, e dato che un minimo di sale in zucca mi resta per quest'anno evito di fare il tirocinio, l'anno scorso ho preso servizio in un csm ma ero distratta, non c'ero con la testa, per cui, per il momento, almeno fino a quando non riuscirò ad avere un atteggiamento più distaccato e meno emotivo verso il mio analista, ( il tirocinio mi porterebbe a vedere pazienti in struttura), atteggiamento che ora mi invade la mente e che non mi permette di lavorare con lucidità in un campo tanto delicato e impegnativo, lontano da quello artistico, nel quale mi sono formata, più familiare. Judy e Froggy I vostri commenti non fanno una piega, aggiungo che per essere analisti bisogna essere già analisti, vivere da analisti, crederci e solo poi studiare...essere appunto lucidi, strutturati, solidi, nulla di più lontano da me, dato che in questa fase di vita non sono neanche capace di uscire con un ragazzo, (pensate che i miei colleghi riescono ad essere già ben funzionanti, ci riescono, ci credono...mi viene da piangere se ci rifletto)...Io invece a differenza dei colleghi attualmente sono solo una paziente-musicista innamorata del suo analista che, non si capisce come, è rientrata in una scuola di specializazione per diventare analisti. Non posso che appoggiarmi a zazà, in futuro, se forse riesco a rinsavire e se mi viene passione, non per il terapeuta ma per la terapia, potrei diventare io stessa una brava terapeuta: dovrà passare moltissimo tempo, per il momento mi vivo la nostra coppia, lui mi vuole bene, si emoziona, si accalora, patisce con me questo transfert, per il momento non voglio rompere il ''noi due'' e capisco perchè mi tiene ancora nonostante le mie richieste di cambiare analista, ormai ho smesso di chiederglielo e mi fido di lui. Stamattina pergiunta gli ho chiesto scusa di essere una paziente così pessima... Sapete, finito il percorso universitario, cioè dopo la laurea, i tirocinii e ad un passo dall'esame di stato invece di scegliere il biennio di perfezionamento nel conservatorio e fare un salto di qualità, (erò già in analisi e innamorata ), ho deciso di imitare il mio analista e seguirlo in tutto e per tutto, inoltre ho fatto questa scelta per trovare il pretesto, davanti alla mia famiglia, di andare in seduta 3 volte a settimana anzichè due, ho capito che la scelta di intraprendere questo percorso è stata dettata soprattutto dall'amore verso di lui. Lui sa del mio mega acting, ne abbiamo parlato fino a stamattina, ma ha sempre approvato la mia scelta, non tanto della scuola ma di aver fatto questo per lui, anzi, sembra quasi compiaciuto, ed è forse una spinta in avanti verso qualcosa di costruttivo.
  7. già...continuo a dire che mi fido di lui, mi aiuterà sicuramente ad armonizzare queste istanze cn un'identità professionale stabile mi ha detto che posso diventare realmente una brava analista se sistemo i miei nodi di emotività. Certo la situazione, con questa neutralità così precaria, non è l'habitat ideale perchè ciò avvenga ma io ora non ce la faccio a prendermi le responsabilità verso me stessa (so che dovrei, ma non riesco) cambiando terapeuta e lui non ha intenzione di inviarmi nonostante in passato, nei rari barlumi di sanità, io lo abbia richiesto più volte. Andiamo avanti così, lui stesso dice che si può condurre un'analisi anche con questi presupposti e lo dice con una veemenza tale che io gli credo, alla fine è lui il professionista.... rileggendo mi sono ricordata che una volta mi ha detto che è stato lui a scegliere me, perciò non mi invierà mai anche se fosse per il mio bene...
  8. ragazze io mi sono spesso posta (ed ho posto) lo stesso problema che notate voi ma è lui che conduce il gioco, io non posso fare altro che affidarmi e continuare a esprimere i miei sentimenti
  9. chissà, forse ti conviene aprire l'argomento con lui ancora per un po'...
  10. infatti...(non volevo dirlo) ma lui è stato un po' ''emotivo''... vedila in positivo...è stato un errore proficuo...
  11. ha smosso una reazione in te, qualcosa in te, comunque è un episodio positivo poichè tu stessa hai potuto saggiare le tue capacità di discernimento
  12. però ti ha fatta arrabbiare... (mi è venuto un flash...)
  13. Judy mi suona bene assai, è come se stessi smantellando un sistema di protezione rispetto alle emozioni, soprattutto se sono forti e difficili da contenere. Capitava spesso anche a me: inizialmente facevo come hai fatto tu, poi ho imparato a dargli ragione, la cosa andava a smantellare un certo alone da ''casta diva'' che mi contraddistingueva (anche ora.. però meno). Grazie agli interventi dell''amato (anche se talvolta mi piacevano poco e temevo che lui non mi capisse) ho fatto pace con gli aspetti inaccettabili di me, me li sono ripresi e ho capito che in fondo non sono poi così male... Se lui ti ha detto qualcosa che non senti tuo, non sottovalutare quel qualcosa, l'aspetto potrebbe in un certo senso appartenerti e la sua elaborazione integrarsi al tuo processo di crescita... Pulcino, per quanto riesco cerco di essere discreta sul forum, ehm diciamo che ho i miei buoni motivi e diciamo che per alcuni motivi la neutralità non è molto rispettata , e poi non è un problema che mi pongo perchè prevale distintamente la dimensione del ''noi due'', è una coppia che lavora e che ha una forma sotto diversi punti di vista, uomo donna, analista paziente, amato amata, padre figlia, madre figlia. Cerca di tenere duro e di essere sempre sincera verso te stessa e verso di lui, abbiamo visto più volte in queste pagine che spesso l'atteggiamento di silenzio e distacco e un modo per difendersi rispetto alle giuste pressioni affettive, ci vuole tempo, bisogna abituarsi al clima emotivo che seduta dopo seduta si va creando e trasformando per poi iniziarlo a pensare e vivere. E' molto importante il tuo ritrovarvi una sorta di circolarità e ripetitività: è la tua storia che si sta riproponendo. Il regalo di san valentino l'ha scartato e l'ha preso, inizialmente è rimasto sulle sue, sopreso, interdetto, lo aveva davanti a sè chiuso nel pacchetto, poi mano a mano che parlavo si è proprio sciolto addolcito e l'ha aperto...è stato tenerissimo ed io stavo morendo di amore... Però allo stesso tempo lui è bravissimo, professionale, riesce a gestire le distanze per farmi lavorare seriamente e mi piace tanto anche per questo, per questa autorevolezza e rispetto del lavoro nnostante le inondazioni sentmentali...ha grinta, passione, anche quando sbaglia, (ed ha sbagliato spesso con me, soprattutto all'inizio quando non parlavo, non mi spiegavo e mi riferisco in particolar modo all'ultimo episodio spiacevole, quello per cui mi ero arrabbiata, anche se lui non è coinvolto direttamente), ho notato che quando sbaglia ci sto io a fare da cuscinetto ai suoi errori, a farli miei e trasformarli, quindi comunque sia lavoriamo insieme nel bene e nel male...
  14. Ragazze mie... ieri l'ho visto di nuovo in una situazione extra-setting, nei vari momenti della mattinata ci ciamo cercati con gli sguardi... quando mi guarda sembra che mi spogli, chissà cosa gli comunico quando lo guardo io, devo essere piena di luce e di erotismo perchè mi sento che impazzisco in quel momento, scaldare, benedire. Mi sono innamorata di nuovo, non ce l'ho fatta a distaccarmi come dicevo nei giorni passati, c'è troppa attrazione fisica ed ora non faccio che pensare a lui, mi è passata l'arrabbiatura dei giorni passati e mi è ritornato in mente il momento in cui ha scartato il mio regalo di san valentino che ha accettato e tenuto con sè... sembrava che mi mangiasse, è stato così dolce ed emozionante. Però quando è così, non riesco più a vedere l'analisi, non me ne frega niente, voglio solo stare tra le sue braccia (..e mi sa, da come mi cerca, che neanche lui disdegnerebbe). Confrontandomi un po', ho capito che non riesce a lavorare molto bene con me, sono io che con i miei continui richiami non lo consento e quest'attrazione non lo rende possibile ma lui è tuttavia il mio analista, abbiamo camminato tanto insieme. La nostra storia, la mia storia è li dentro, non potrei mai cambiare, non potremmo separarci. Lui stesso mi ha detto in passato che si poteva continuare: io potevo, avevo le armi per farlo ed anche lui con le spalle ben piantate nella sua profesisonalità può condurre un setting del genere... Ora però alzo bandiera bianca..lo amo, lo amo sul serio, amo tutto quello che mi ha comunicato in questi due anni e mezzo, quello che conosco di lui, quello che è, amo anche l'analista ed il suo lavoro (faticoso) con me, non amo l'analisi che fraintende e denatura le passioni umane...allo stesso tempo sono tentata e ho paura di mandare il lavoro all'aria, ma la fenice risorge dalle proprie ceneri e vola trasformata, so che lui saprà elaborare e trasformare tutte le follie amorose che avvengono li dentro...mi sa che sto per tuffarmi di nuovo.
  15. mutande? Cosa essere mutande? In realtà quell'immagine me l'ha ispirata il post di Ludmilla, non riuscivo ad usare delle parole, poi mi è tornata l'associazione a quella immagine, la amo perchè mi fa pensare a tante cose, al fatto di gettarsi incontro alla vita, alla bellezza, alla libertà, al benessere.. Vi auguro dal profondo del cuore tutto questo
  16. il bagno nella piscina di lourdes non è una cattiva idea
  17. scusami, ti ho mandato un mp data la delicatezza dell'argomento, a forse non l'hai letto quindi ti risondo qui.. mi chiedevo quanti anni avessi per il motivo che secondo me quella che hai avuto è una reazione normale alla presenza e quindi separatezza (con la possibilità della perdita) dell'Altro da sè, probabilmente con questa ragazza, a cui tieni tanto, hai sperimentato un rapporto adulto: nel fatto che non sei solo cioè non sei un monade autosufficiente e che hai potuto incontrare un'altra persona da investire affettivamente; allo stesso tempo grazie a lei hai potuto sperimentare che vuol dire essere solo (quando vi siete lasciati) venendo a cotatto con un distacco improvviso e importante, per poi di nuovo ritrovarla. Tutte queste cose hanno generato un terremoto fatto di sensazioi ed emozioni, terremoto, che se non viene elaborato da una mente sufficientemente matura a livello emotivo ed esperienziale, rimane ascritto immancabilmente nel corpo, o peggio ritorna come una memoria implicita, soprattutto se in epoca arcaica hai subito alri distacchi o abbandoni. Forse è vissuto normale ma è nuovo per te, probabilmente data la giovane età...se tieni a lei parlane, parlane e parlane (parla con i tuoi genitori, con tuo padre, con gli amici...) chiedi, confrotati e vedrai che le cose si metteranno a posto
  18. puoi cominciare col sentirti mentre sei li, senza elucubrarci troppo sopra
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