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1knnconoscesestesso

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  1. mio mio... Io già sono pignolo... "di mio"! Poi ti ci metti tu costringermi a queste cose da precisino! Non ho detto che dici quelle cose, ho detto che le postuli: se dici "io partirei da una divisione più drastica....da un lato la mente, dall'altro il suo contenuto..." stai dicendo che il "tutto" oggetto del discorso si divide in due parti: "da un lato la mente, dall'altro il suo contenuto..." E quindi ho elicitato i postulati impliciti del tuo discorso. Poi, può anche essere che quanto intendevi dire è differente... E' proprio per questo che ho scritto quello che ho scritto :)
  2. Spero di aiutare la comprensione reciproca e non di ottenere l'esito contrario... Comunque: psikedelika, hai pensato che forse, indipendentemente dalle tue intenzioni, alcune tue affermazioni possono lasciare troppo spazio a chi interpreta le cose in un certo modo? Voglio dire: forse gli appunti che ti sono stati rivolti non si riferiscono a quello che pensi, ma a un modo particolare di interpretare quello che hai scritto (le due cose sono separate). Se non è chiaro fa niente, ignoratemi pure! :) oggi non è che mi sento molto lucido..
  3. 1knnconoscesestesso

    Distortopic...

    E se ci si innamora del proctologo?
  4. 1knnconoscesestesso

    vita parallela

    Ciao Cutty, Mi sembra che tu la situazione ce l'abbia molto chiara :) So che andare in terapia ti può fare paura, ma se davvero sei convinta che questo sia un problema, stai tranquilla: troverai senza (troppi) problemi la forza di affrontare questo leone. Se invece non ne sei convinta... Tranquilla lo stesso: o non è un problema, oppure prima o poi ti convincerai :))) D'altronde, anche a me capita relativamente spesso di "capire" che ho bisogno di compiere un passo prima di essere pronto a farlo... E' inutile cercare di farlo prima di essere pronti. Con affetto
  5. Che domande, certo che credo a me stesso! ;P
  6. Innanzitutto... Ma un diritto è tale solo se viene riconosciuto? O lo è a priori? ...Credo che una cosa o l'altra cambi abbastanza i termini della discussione, non trovate?
  7. 1knnconoscesestesso

    Distortopic...

    Nooooo... Questa la volevo fare io! :D
  8. 1knnconoscesestesso

    Distortopic...

    Uno strano canone da pagare...
  9. 1knnconoscesestesso

    Distortopic...

    Tu credi alla vita dopo le torte? sottotitolo: si vede che non hai mai mangiato quelle di mia mamma!
  10. 1knnconoscesestesso

    Distortopic...

    Tu credi alla vita dopo le botte? Sottotitolo: Se vede che non t'ho mai menato io!
  11. 1knnconoscesestesso

    rabbia

    Che dire? Quoto tutto: inizio, svolgimento e conclusione! :)
  12. Così però postuli - che la mente sia un contenitore - che tutto ciò che esiste sia contenuto nella mente (in altre parole: che non esista nulla che non sia contenuto nella mente)
  13. Quanto è spiegabile con la scienza è indice di quanto la scienza sia progredita in merito. Quanto non è ancora stato chiarito è indice di quanto la scienza debba ancora progredire. Comunque io quei tipi di mente li sperimento tutti... E sono per me differenti. ... Filotea, se come dice Impa stavi parlando di qualcosa che realmente ti è accaduto, ti chiedo scusa per la mia insensibilità, per il tono "distaccato" con cui ho affrontato l'argomento. Scusami, davvero!
  14. :-DDDDD Ragazzi.... Che uno-due! ;P
  15. Non si cancella... Mi permetti di dire per fortuna? Perdonami, lo so che detto così sembra proprio una cattiveria... Non lo è. Personalmente credo che i due dolori non siano paragonabili (ma chennesò, poi, dal momento che non ho provato nessuno dei due?). Se non altro, per il fatto che mentre la morte della madre è qualcosa che capiamo in giovane età che prima o poi dovremo affrontare... Ovvero è "nell'ordine delle cose" (ma ne vogliamo parlare, di questo ordine?)... La morte di un figlio è "inaspettata", "non giusta"... Se muore un genitore, prima o poi doveva succedere. Se muore un figlio, non si può non provare (alla sola idea!) un senso di "sbagliato"... Ho messo un sacco di virgolette... Non a caso. L'idea che mia figlia debba morire prima di me è qualcosa che mi devo forzare anche solo a scriverne. Tutte quelle cose messe tra vorgolette le sento in maniera estremamente intensa. Ma... Questo post si incrocia con quelli sulla discussione "il Tempo". Come ho detto già lì, credo che in tutto quello che accade ci sia un apprendimento... E comunque è accaduto. E' la realtà. E la realtà a volta fa male. Ma dimenticarla... Una madre che ha perso un figlio (scrivendo "madre" evidentemente mi sembra un pò più lontano... vigliacco, eh?) vorrebbe dimenticarsi di quel figlio che ha amato per non soffrire più? Certo, per un periodo può essere logico... Ma dimenticare del tutto? Per sempre? Come se non fosse mai esistito per lei? Anche fosse... Per paura della sofferenza, si perderebbe tutto ciò che di meraviglioso ha vissuto con lui. Comunque, la butto lì: e se al "Tempo" sostituissimo la "Coscienza"? Per coscienza intendo... Per dirla un pò con mio: "ora" non sono più quello di prima. Indipendentemente dalla memoria, sarà comunque cambiato qualcosa, perlomeno a livello molecolare ad esempio (anche quello sono io, no?) per cui non sono più quello che ero un attimo fa. M;a quello che ero e quello che sono sono legati da un legame di causa-effetto... Ciò che succede adesso è "figlio" (toh! torna il discorso dei figli...) di ciò che era prima... che a sua volta è figlio di ciò che era prima ecc ecc. Quindi, possiamo dire che ciò che sono adesso è la "somma" di ciò che sono stato finora, no? E, mio, quando dico indipendentemente dalla memoria: lo stesso discorso lo possiamo fare anche per una pianta. Che (indipendentemente da quale sia la sua realtà profonda) tutti quanti riusciamo facilmente ad immaginarci come essere che "vive", senza la memoria... Semplicemente è, attimo per attimo. Ma sempre nel legame causa-effetto, sempre con un "dopo" generato da un "prima". Prima e dopo, quindi, diventano completamente superflui se semplicemente prendiamo in considerazione ciò che è. Non più il mio passato ed il mio presente, ma la coscienza che ho adesso, che è sempre quella che ho adesso. Non ho un "tempo" in cui averla...
  16. :D Beh, quel qualcuno non sono di certo io... :) Ok, ci voglio provare... Anche perché a me riferire il raccontato da altri proprio non piace ;p Sul corpo penso ci possiamo mettere d'accordo in fretta (anche se volendo potrei complicare le cose... Ma lasciamo perdere per ora ). Abbiamo tutti un corpo, e questo è sicuramente un fatto. Sulla mente... Beh, io ho cercato parecchio, ma una definizione di mente che mette d'accordo tutti è una chimera. Per quanto riguarda il mio vissuto, invece... Devo per forza effettuare delle divisioni: infatti sperimento almeno tre tipi di mente, molto differenti tra loro... Innanzitutto, c'è la mente in cui risiedono rabbia, euforia, stordimento... Tutte sensazioni molto intense, di durata estremamente variabile ma comunque volubile... E tutte con un forte correlato fisico (ormoni, neurotrasmettitori...). Poi c'è la mente intesa nel senso più tipico, quella del pensiero, quella di "allora lui ha detto, per cui ciò significa, però se teniamo conto anche... certo che però...". Tra l'altro, questi pensieri possono essere completamente slegati dalla realtà fisica del pensante. E' ovvio che sto semplificando, però penso non sia troppo difficile concordare sulle differenze qualitative di queste due tipologie di "mente"... Poi, c'è il terzo tipo. E qui cominciano le difficoltà... Per semplificare, però, potrei calcare le orme di una discussione tenutasi di notte, su una panchina sottostante la torre di Galata (a Istanbul), con un mio caro amico e collega. Una chiacchierata andata avanti fino a oltre le due di notte... Pensa ad uno scienziato. Che si arrovella su un problema. Studia, sperimenta... Apprende direttamente e studiando quanto mostrato da altri... fa una somma dentro di sè... E poi... Bum! L'idea. La soluzione. Da dove l'ha presa? Non era in quello che ha studiato. Non era in quello che ha sperimentato. Però, ad un certo punto, i collegamenti vengono fatti, e in maniera improvvisa (già, ma perchè poi sempre improvvisa?)... Sa qualcosa di più. Ottiene un risultato che prima non c'era. Ecco, la terza mente è quella che, una volta riempita con le informazioni, fa dei nuovi collegamenti. Intuisce. Ma mi rendo conto che così è un pò troppo accademico. Mettiamola così, allora: in quanto padre di una cinquenne, sono sottoposto a situazioni che soltanto un altro padre può comprendere... Tra queste, ci sta che mia figlia ad esempio è capace non solo di una intelligenza, ma anche di una cocciutaggine decisamente fuori dal comune. L'accoppiata, per un genitore, è devastante: praticamente... una graticola emotiva continua! Anche perchè con mia moglie siamo separati. Ma sto uscendo fuori dal seminato. Quello che voglio dire è che spesso mi trovo in difficoltà con lei. Perchè la mente (secondo tipo) mi dice come mi dovrei comportare con lei, di cosa ha bisogno, ma la diavoletta è molto abile a punzecchiarmi in tutte le direzioni, piacevoli e non, stimolando quindi la mente del primo tipo in maniera il più delle volte conflittuale: ad esempio capisco che in quel momento ha bisogno di sentirmi presente, "contenente", ma il suo comportamento è estremamente irritante... Beh, spesso questa "graticola" aumenta di intensità finchè... Bum! Mi "arriva" il progetto di un approccio che è sempre, risolutivo. Può essere una battuta, un discorso da farle, un'azione che interrompe il pattern... Ma è sempre immediato, sempre dopo una graticola (una sorta di sovra-input razionale-emotivo), e sempre, sempre risolutivo. Non sbaglia mai. In realtà c'è anche un quarto tipo, ma... Non è facile parlarne, anche perchè non so se sono esperienze condivise, a volte penso di essermi fatto di qualche sostanza da piccolo (sai, tipo Obelix con la pozione)... Il fatto è che c'è anche una mente che è una assenza di mente. In breve, qualche volta (raro, ma troppo simile come esperienza per non collegare le cose) mi è capitato di aver fatto delle cose... senza averle fatte. Come una sorta di perdita di coscienza... solo che nel frattempo ho parlato, addirittura portato a termine operazioni complesse... Ma me ne sono reso conto soltanto dopo. E' successo poche volte, ma sono state sempre esperienze molto significative. La più eclatante mi ha salvato la vita, ma anche le altre volte è sempre servito a qualche "scopo"... Cosa sono io dunque? Beh, ci sono degli aspetti con cui l'identificarsi è ovvio... Quasi forzato (fisico, primi due tipi di mente). Ma gli altri? Sono me... Eppure è difficile identificarcisi. Allo stesso tempo, però, sono la parte "migliore" di me, senza ombra di dubbio. E' difficile identificarmici perchè non è che sono sempre lì a ricordarmi di loro. Al contrario, corpo (sapessi che dolori in questi mesi! ) e mente dei primi due tipi "scalpitano" continuamente perchè li riconosca come me... Ed è giusto che sia così, d'altronde: loro certo muoiono... Gli altri... che dici?
  17. 1knnconoscesestesso

    rabbia

    Che dire quoto tutti.... Tranne il primo post di mio: purtroppo ancora non ho imparato a ridere di me stesso tutte le volte che servirebbe! Sono un dannato seriosone... Che palle! :p
  18. Ottima osservazione, direi... Se non altro perchè mi spinge fuori dal lurkeraggio ;p Mio, potresti spiegare meglio questa tua sollecitazione? Voglio dire, mi sembrerebbe ovvio che, se si parla di reincarnazione (o simili), venga tirato in ballo il ricordo delle esperienze passate. E il fatto, che esistano casi in cui persone hanno mostrato ricordi che sono stati dimostrati come non appartenenti nè a loro, nè a questo periodo temporale, se non lo si vuole negare costringe comunque a prendere in considerazione ipotesi compatibili con la reincarnazione (o simili, ancora). O, forse... volevi stimolare a parlare di cos'altro si reincarna, oltre la memoria?
  19. 1knnconoscesestesso

    IL TEMPO

    Sì, è esattamente quello che intendo anche io. Il mio riferimento al desiderio di dimenticare, tuttavia, non era tanto nel senso di ristagno, quanto... Vi faccio un esempio. Recentemente, sentendo musica alla radio, hanno trasmesso una dopo l'altra la canzone degli zero assoluto "Perdimenticare" e quella di tutti i cantanti riuniti per l'abbruzzo (credo si intitoli "Domani", o qualcosa del genere. Mi sono alterato. In ambedue, se ci fate attenzione, il concetto imperante (in maniera subdola, aggiungerei), è quello di superare una sofferenza dimenticando... Fa male, per cui, con l'aiuto del tempo, dimentico... Adesso soffro, ma se resisto abbastanza col tempo dimenticherò... Ma che bella idea, innamorarsi per poi dimenticare se qualcosa va male. Meglio, vivere con persone care per poi sperare di dimenticarle se scompaiono prematuramente! La paura di soffrire non va alimentata, secondo me. E' venefico incoraggiare il desiderio di non soffrire per le perdite... Perchè alla lunga l'unica soluzione sarebbe quella di non sentire.
  20. 1knnconoscesestesso

    IL TEMPO

    Non so voi, ma... Per me il tempo è ciò che sembra necessario per mettere insieme i pezzi, per collegare. Per capire e imparare, insomma. Comunque, su una cosa sono sicuro: il desiderio di dimenticare, seppure in alcuni casi sia comprensibile, è malsano. Nel senso che ci fa male, non ci fa bene. Qualunque cosa succeda, è la realtà. Volerla dimenticare è come volerla negare, come dire "questo aspetto della realtà non voglio impararlo"... Certo, è facile per me dirlo in astratto... Senza provare (in questo momento, almeno) il dolore che spinge a desiderare di non soffrire più... Chissà.
  21. Mmmmmhhh... Il giovane sperimenta una cosa. Vive qualcos'altro. Quando sperimenta "di nuovo" quello che si aspetta essere la stessa cosa, ne trova invece un'altra. Questo è il vissuto del giovane, come viene raccontato dalla storia. Non ha senso metterlo in discussione, fa parte del "contratto narrativo", no? D'altronde, è anche "normale", in una storiella zen, che ci siano situazioni che non hanno senso: "come può essere il vissuto del ragazzo coerente con la realtà? Deve per forza sbagliarsi...." Il saggio, però, sembra avere una spiegazione alternativa al rifiuto di ciò che il giovane ha vissuto... ;P
  22. La mia situazione personale è molto simile... Quello che mi sento di dirti è solo questo: credo che l'unica cosa che possa essere nociva ai tuoi figli - indipendentemente dalla età - è la mancanza di chiarezza, spazi vuoti della comprensione che possono essere riempiti da paure o da desideri. Entrambi non sono la realtà. La realtà può anche essere dolorosa, a volte, ma col tempo si cresce e si impara a viverci. Se si vive nella paura o nei sogni, invece, ci si troverà sempre a soffrire. Perchè si costruisce sofferenza dove non c'è, o perchè la realtà ci costringe sempre a fare i conti con lei. Non c'è evento, per quanto drammatico, che un bambino anche piccolo non possa superare. Hai fatto una scelta difficile, non annacquarla con comportamenti poco chiari. Abbi fiducia nella loro capacità di comprendere e di elaborare. Sii loro affianco. Non temere di rispondere alle loro domande, né di vederli soffrire perchè prendono atto di una cosa reale: soffri con loro, ma non gli negare la possibilità di crescere :)
  23. Io... Io pensavo di avere capito cosa è l'amore. Mi ero innamorato tante volte. Avevo sofferto tante volte. Avevo una moglie e una figlia. Studiavo filosofia e spiritualità. Vivevo con serenità (o così mi pareva) la separazione da mia moglie e il vedere di meno mia figlia. Probabilmente, avrei scritto qualcosa di molto simile a quello che scrive mio. Molto, molto simile. Poi... La Vita. Cose che pensavo fondamentali nella mia vita, apparentemente sono diventate meno importanti di un sorriso, di un sms. Il cuore che batteva all'impazzata all'incrocio di uno sguardo, le mani che tremavano allo squillare del telefono... E tutta la mia filosofia, tutto il mio distacco, tutto quanto... Che fine aveva fatto? Quante palle mi sono raccontato... Non è astraendosi che si può vivere l'Amore.
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