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no capito :Straight Face:

Più che in italiano, non so scriverlo, però ci riprovo: non mi interessano quelle problematiche in cui c'è uno che propina o impone

un contratto di lavoro più o meno illegale ad un altro che non ha modo di rifiutare o di farlo sapere in giro perché non ci sono persone

nel raggio di 1000 chilometri (isola deserta). Non mi interessano, davvero. Già mi interessano poco le questioni contrattuali in sè...

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ps: Una cosa però voglio farla notare... e cioè che il contratto tra una persona e un'azienda, è una prosopopea.

(giusto per tenermi in allenamento -_- )

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Basta leggere il link:

"Figura retorica per cui si introducono a parlare persone assenti o defunte, o anche cose inanimate, astratte, come se fossero presenti, vive, animate"

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non sono figure inanimate, sono l' apparato o la persona che determina la tua vita contrattuale.

Sto solo dicendo che alcune delle forme contrattuali più diffuse sono state tudiate in modo da rendere più difficile la possibilità di migliorare le proprie condizioni di lavoro, anche in termini di ricattabilità. Non sto affermando che non si può parlare o che non ne valga la pena (magari a maggior ragione) ma stavo constatando una situazione oggettiva peggiorativa, a mio avviso. Può darsi che sia un discorso un po' fine a sè stesso, del resto, se non si riesce ad intervenire personalmente sulle situazioni non si può pretendere che le cose migliorino prosopopeicamente. Va be'.

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Non mi interessa parlare di queste sciocchezze. Parlane con altri.

Ti dico solo il motivo per cui non mi interessa: perché nel momento in cui accetti l'idea che la tua vita lavorativa sia

determinata da un contratto, rinunci allo status di cittadino italiano (nel quale tutti i rapporti con gli altri, inclusi e a maggior

ragione quelli con le persone con cui lavori, sono vincolati da cose extra-contratto che valgono che tu abbia un contratto

o meno). Ci rinunci e ne assumi un altro.

Quale? Non mi interessa. Non mi interessava quando avevo un contratto, perché non ho mai rinunciato alla mia

cittadinanza italiana in virtù di (o per un) contratto, e a maggior ragione non mi interessa adesso che contratti non ne ho.

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Prego. Aggiungo un altro motivo: se il problema sta nel contratto e questo ti viene imposto con la minaccia o il ricatto,

e non c'è nessuno nel raggio di 1000 chilometri (isola deserta) che, facendoglielo sapere, ti dia manforte per contrastare

'sta cosa o per sottrartici, il problema non sta nel contratto. Sta nel fatto che sei su un'isola deserta, sola con qualcuno di

poco raccomandabile.

Se invece c'è tanta gente, magari nelle stesse condizioni, ma è come se fossi su un'isola deserta, nemmeno in questo

caso il problema sta nel contratto: sta nel fatto che sei finita su un'isola mafiosa (per definizione da c.p. di "mafia").

Dubito fortemente che sia un problema affrontabile con clausole e riforme contrattuali, nell'uno e nell'altro caso.

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Non ho ben capito a cosa debba cotanta lezione, ho solo fatto una constatazione e non mi pare ci si potesse ravvisare il motivo di questa tua precisazione, senza dubbio una rispettabile posa tanto che mi verrebbe da dire ”bravo, sei un figo !” ma detto ciò visto che mi hai gentilmente mandato a parlarne con altri, (potevi anche suggerire di cosa) saluto.

:Batting Eyelashes:

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E' una constatazione che fa parte del repertorio di cose che ci si ritrova sbattute in mezzo sistematicamente quando si prova a dire ciò

per cui ho aperto il topic per chiedere "come dirlo". Non solo il nonno è tossico...

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E' una constatazione che fa parte del repertorio di cose che ci si ritrova sbattute in mezzo sistematicamente quando si prova a dire ciò

per cui ho aperto il topic per chiedere "come dirlo". Non solo il nonno è tossico...

E' una constatazione che fa parte del repertorio per cui preventivamente ci si ritrova sbattuti in mezzo sistematicamente. :Batting Eyelashes:

Io la vedo così, poi ci sta che non mi sappia spiegare, stavo cercando di ampliare il discorso, al limite sono finita OT. Se hai letto qualche giustificazione di sorta nel limite del come dirlo, sono contrita ma non ce ne erano. Poi, mi piace andarci da sola da qualche parte se proprio devo, ma esserci mandata un po’ meno. Capita anche in altre occasioni, sai? Magari proprio quando si ha bisogno di parlare e a piè pari si viene liquidati perché tanto si dicono sciocchezze. :good:

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Premessa: questa cosa l'avevo postata in un altro topic, ma poi ho pensato che richiede un topic tutto suo (ci si

potrebbe fare un concorso a premi...).

Sto pensando da qualche anno a come dire una cosa che ho provato in mille modi a dire, ma proprio non mi riesce.

Vediamo se qualcuno riesce a trovare le parole giuste (così poi copincollo :Whistle: )

La cosa è più o meno questa: il problema di chi viene colpito da mobbing non è quello di non saper/voler andarsene

ma di far cessare i tentativi (in malafede o in buonafede che siano) di spingerlo ad andarsene altrove. E' il contrario.

Quello di non saper/voler andarsene è il problema di altre persone: quelli insoddisfatti, quelli che fanno un lavoro che

non è il loro o non ne sono portati, quelli che ritengono di non essere pagati o rispettati abbastanza ma non ritengono

di farlo presente (pensano di non esserne in grado, di non poterlo fare, che sia inutile...) ecc ecc.

Come si fa a dire una cosa del genere? Molti casi di mobbing cesserebbero all'istante (e molti servizi migliorerebbero),

se si riuscisse a dirla.

io credo che in un ambiente ostile non si possa stare .

quindi il volersene andare è giustificatissimo da questo fatto.

non credo affatto che sia compito di chi subisce il mobbing imporsi sul posto di lavoro quello magari è il compito delle istituzioni.

chi subisce il mobing dovrebbe poter andare via, rivolgersi alle istituzioni, farla pagare a chi gli ha rotto le balle e farsi reintegrare.

solo che in questo mondo la dignità di chi lavora non è tutelata.

è questo mi sembra il problema.

poi la questione della frase che tu cerchi è molto enigmatica.

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io credo che in un ambiente ostile non si possa stare .

quindi il volersene andare è giustificatissimo da questo fatto.

Giusto, ma questa è un'altra delle cose che fanno parte dell'arsenale. Se uno si sente in un ambiente ostile,

e/o pensa che la sua permanenza in un luogo sia soggetta al volere o agli umori di un ambiente (<-prosopopea),

se ne può benissimo andare senza far troppa filosofia su ciò che si deve e si può fare in generale, no?

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Giusto, ma questa è un'altra delle cose che fanno parte dell'arsenale. Se uno si sente in un ambiente ostile,

e/o pensa che la sua permanenza in un luogo sia soggetta al volere o agli umori di un ambiente (<-prosopopea),

se ne può benissimo andare senza far troppa filosofia su ciò che si deve e si può fare in generale, no?

io credo che un po di filosofia la si debba fare.

filosofia dei diritti.. sicuramente.

purtroppo in teoria, non si potrebbe esercitare pressione su di una persona affinchè questa decida di andarsene da un posto di lavoro.

quindi esprimere i propri umori e i propri voleri ( prosopopea) in un ambiente di lavoro non dovrebbe essere consentito.

ma questo discorso lo abbiamo già fatto parlando di don abbondio.

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Esatto. Per cui non serve rifarlo ogni volta per affermare il principio che bisogna adeguarsi ad un volere indefinito

di un qualcosa di impersonale come un ambiente, e levarsi dalle palle di conseguenza rinunciando a diritti non banali.

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Esatto. Per cui non serve rifarlo ogni volta per affermare il principio che bisogna adeguarsi ad un volere indefinito

di un qualcosa di impersonale come un ambiente, e levarsi dalle palle di conseguenza rinunciando a diritti non banali.

tu afferma quello che vuoi, ma non mi affibbiare concetti che non mi appartengono.

io sostengo proprio l' opposto.

penso che l' esistenza di un diritto fa si che l' individuo non debba piu' lottare per ottenere quella determinata cosa .

se no vuol dire che il diritto in questione non è stato acquisito.

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Oppure che è stato acquisito ma basta che le persone prendano l'abitudine di farsi interpreti del volere e degli umori dell'ambiente

(un po' come i preti che si fanno interpreti di quello di Dio) per farlo andare giù per la brega.

E al quel punto bisogna ricominciare a lottare per esso. Dove e contro chi/cosa?

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Non importa...

Unica cosa... se mai dovesse capitarti di venire a sapere che un ambiente è ostile nei miei confronti, ti prego di mandarlo

da me, cosi vedo di chiarirmi con esso a quattr'occhi. :rolleyes:

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Non importa...

Unica cosa... se mai dovesse capitarti di venire a sapere che un ambiente è ostile nei miei confronti, ti prego di mandarlo

da me, cosi vedo di chiarirmi con esso a quattr'occhi. :rolleyes:

l' ambiente per definizione è composto da piu' persone.. altrimenti si definisce come individuo..

quindi sono piu' di quattro.

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l' ambiente per definizione è composto da piu' persone.. altrimenti si definisce come individuo..

quindi sono piu' di quattro.

Allora mandamele una ad una.

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agiscono in branco...

Allora mandamele tutte assieme. Insomma... mandamele. Basta che non te ne fai portavoce.

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se ti capita di incontrare persone ostili nella tua vita veditela come meglio credi.

io personalmente preferisco sempre far valere dei diritti.

e se questi diritti non esistono mi preoccupo di capire come si possa fare per cambiare le cose.

l' idea di doversela vedere personalmente non mi è mai piaciuta..

pero' ognuno ha il suo modo di fare.

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Bravo. Quando mi capiterà di incontrare persone ostili, se non saprò come trattare la cosa, verrò a chiederti consiglio.

Ora possiamo tornare all'argomento del topic, che non riguarda il come trattare le persone ostili, ma come fare a dire cose tipo

che discorsi come "se l'ambiente è ostile nei tuoi confronti devi andartene" sono, fino a prova contraria, solo pressioni per indurre

una persona ad allontanarsi da un ambiente.

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