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responsabilità


Responsabili si nasce o si diventa?  

8 utenti hanno votato

  1. 1.

    • si nasce
      2
    • si diventa
      5
    • è questione di intelligenza
      1


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Secondo voi, perchè alcune persone sono responsabili in ogni azione ed altre non lo sono?

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"alcune persone sono responsabili in ogni azione ed altre non lo sono?"Potresti chiarirmi cosa intendi dire? :?:

Vorrei sapere cosa intendi tu per "responsabilità" :wink:

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Ciao penny :D ...io penso che dipenda tutto in gran parte dalla propria storia personale e dal modello educativo e formativo che si è avuto alle spalle...es.: una persona che è da sempre "abituata" ad avere qualcuno alle sue spalle in grado di coprirla, i cui "sbagli" vengono per la maggior parte delle volte giustificati, che non le viene fatto capire che un suo atteggiamento sbagliato può ledere gli altri... allora quella persona, sicuramente, sarà tendente a essere meno responsabile rispetto ad un'altra che invece ha dovuto da sempre guardarsi le spalle da sè... questo potrebbe essere uno dei motivi che rende irresponsabile una persona, ma di certo non l'unico....dipende tutto dalla propria storia.

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Ciao penny :D ...io penso che dipenda tutto in gran parte dalla propria storia personale e dal modello educativo e formativo che si è avuto alle spalle...es.: una persona che è da sempre "abituata" ad avere qualcuno alle sue spalle in grado di coprirla,  i cui "sbagli" vengono per la maggior parte delle volte giustificati, che non le viene fatto capire che un suo atteggiamento sbagliato può ledere gli altri... allora quella persona, sicuramente, sarà tendente a essere meno responsabile rispetto ad un'altra che invece ha dovuto da sempre guardarsi le spalle da sè... questo potrebbe essere uno dei motivi che rende irresponsabile una persona, ma di certo non l'unico....dipende tutto dalla propria storia.

Sono d'accordo con te anche se le persone molto egocentriche difficilmente sono molto responsabili perchè pensano unicamente a se stesse anche a discapito della famglia, del lavoro ecc.

Quindi penso che alla base sia una questione di equilibrio caratteriale, intelligenza, empatia, educazione e ambiente.

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Secondo me il senso di responsabilità si conquista e nel migliore dei casi soppianta l'inutile e tossico senso di colpa.

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Secondo me il senso di responsabilità si conquista e nel migliore dei casi soppianta l'inutile e tossico senso di colpa.

Il senso di colpa non è nè inutile nè tossico, chi non l'ha è spesso un delinquente :?

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Secondo me il senso di responsabilità si conquista e nel migliore dei casi soppianta l'inutile e tossico senso di colpa.

Il senso di colpa non è nè inutile nè tossico, chi non l'ha è spesso un delinquente :?

eh eh..me l'aspettavo..permettimi di continuare in una benevola provocazione dicendo che secondo me spesso si diventa delinquenti proprio per liberarsi dal senso di colpa....mentre è la persona responsabile che fa certe scelte e vi adegua coerentemente e coscientemente la propria vita e condotta..

ciao 8)

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Secondo me il senso di responsabilità si conquista e nel migliore dei casi soppianta l'inutile e tossico senso di colpa.

Il senso di colpa non è nè inutile nè tossico, chi non l'ha è spesso un delinquente :?

eh eh..me l'aspettavo..permettimi di continuare in una benevola provocazione dicendo che secondo me spesso si diventa delinquenti proprio per liberarsi dal senso di colpa....mentre è la persona responsabile che fa certe scelte e vi adegua coerentemente e coscientemente la propria vita e condotta..

ciao 8)

Non è così semplice e comunque ti posso dire che ho un figlio con problemi di dipendenza attualmente in una comunità che recupera agendo psicologicamente sui ragazzi. Una delle loro preoccupazioni è proprio quella di instillare in loro il senso di colpa per evitare che continuino nella loro distruttività.

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Ciao penny :D ...io penso che dipenda tutto in gran parte dalla propria storia personale e dal modello educativo e formativo che si è avuto alle spalle...es.: una persona che è da sempre "abituata" ad avere qualcuno alle sue spalle in grado di coprirla,  i cui "sbagli" vengono per la maggior parte delle volte giustificati, che non le viene fatto capire che un suo atteggiamento sbagliato può ledere gli altri... allora quella persona, sicuramente, sarà tendente a essere meno responsabile rispetto ad un'altra che invece ha dovuto da sempre guardarsi le spalle da sè... questo potrebbe essere uno dei motivi che rende irresponsabile una persona, ma di certo non l'unico....dipende tutto dalla propria storia.

ciao whitepearl, credo che sia come dici tu ed è altrettanto vero che oltre tutti questi fattori ci sia anche un fatto di sensibilità individuale come ha detto curiosadite

la mia domanda nasce dal fatto che tutte le persone che ho visto nelle terapie di gruppo le trovo molto irresponsabili, pensano sempre che loro siano delle vittime quando intorno hanno tutto l'aiuto di cui hanno bisogno, dovrebbero solo avre il coraggio di fare piccoli movimenti ma continuano a stare lì fermi nelle loro pretese.... forse è proprio educazione, abitudine come dice whitepearl....... il fatto è che questa responsabilità che dovrebbero avere non ha niente a che fare con la loro malattia, è un discorso un po' complicato però nel confrontarmi con loro ho avuto la sensazione che loro potessero permettersi di non esserlo perchè dietro avevano un appoggio sicuro a cui chiedere continuamente :? :x mi da fastadio lo ammetto e mi fa anche un po' rabbia.... :wink:

personalmente ho sempre sentito molto forte il senso di responsabilità fin da bambina, tutti dicevano che ero "una bambina responsabile"

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Tante volte una persona pretende dagli altri un qualcosa che deve venire solo da se stessa e questo spesso capita quando, chi si ha intorno, non ha il coraggio di far “aprire gli occhi” a chi per un motivo o per un altro vive in una condizione di dolore, e a volte si crogiola in esso in quanto ha la percezione che tutto andrà bene finchè ci sarà chi gli dirà che va tutto bene…e così non si affrontano le proprie responsabilità…responsabilità, in primo luogo, nei confronti di se stessi…tali persone allora si sentiranno sempre vittime perché non riusciranno a vedere l’aiuto che hanno intorno perché questo in qualche modo gli sembra dovuto…

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Secondo me il senso di responsabilità si conquista e nel migliore dei casi soppianta l'inutile e tossico senso di colpa.

Il senso di colpa non è nè inutile nè tossico, chi non l'ha è spesso un delinquente :?

eh eh..me l'aspettavo..permettimi di continuare in una benevola provocazione dicendo che secondo me spesso si diventa delinquenti proprio per liberarsi dal senso di colpa....mentre è la persona responsabile che fa certe scelte e vi adegua coerentemente e coscientemente la propria vita e condotta..

ciao 8)

Non è così semplice e comunque ti posso dire che ho un figlio con problemi di dipendenza attualmente in una comunità che recupera agendo psicologicamente sui ragazzi. Una delle loro preoccupazioni è proprio quella di instillare in loro il senso di colpa per evitare che continuino nella loro distruttività.

Certo, tutto come al solito dipende e le generalizzazioni hanno sempre grandi limiti,ma qui,penso, non si può che affrontare gli argomenti tentando delle generalizzazioni.

L'assoluta mancanza di senso di colpa è nociva tanto quanto il rimanerne seppelliti .

Tuttavia continuo a vedere il senso di colpa più involuto rispetto al senso di responsabilità e mi interessava proprio sottolineare come ci sia un'evoluzione possibile ,nella storia dell'individuo , tra senso di colpa e senso di responsabilità.

Non è detto che una persona che conduce una vita "nelle regole" sia una persona responsabile.Può, piuttosto, essere una persona che se l'è bevute e le rispetta perchè ne teme le conseguenze,(così come da piccoli si temevano le punizioni dei genitori se non si era "bravi").Magari avrebbe dei desideri di trasgressione, ma si condanna per averli e si sottomette con insoddisfazione a una norma che non si sente di trasgredire ma che tuttavia avverte come esterna a lui.Quel che è interno a lui è piuttosto la condanna, la riprovazione morale per "sentire" certe spinte,il non perdonarsi di sentirle. Il senso di responsabilità è una scelta consapevole e serena,non per timore di una condanna, un'adesione fatta con tutta la propria persona,la presa d'atto cosciente di una condotta, e la sua successiva interiorizzazione, la reinvenzione personale di un'etica,non la sua assunzione passiva.Nel mezzo tra l'uno e l'altro c'è un percorso lungo e difficile, un percorso di differenzazione e di individuazione

Stupendamente dice Carotenuto,citando Wilde a proposito della parabola del figliol prodigo: "Sono certo che se gliel'avessero chiesto,Cristo avrebbe risposto che il momento in cui il figliol prodigo cadde in ginocchio e pianse, egli trasformò l'aver sperperato le sue sostanze in donne di malaffare, fatto il guardiano di porci ed essersi nutrito delle stesse ghiande mangiate dai suoi porci, nei momenti più belli e sacri della sua vita" ...era arrivato alla fine del suo viaggio di separazione da un padre esterno a lui e il suo ritorno alla casa era piuttosto un "ritorno a se stesso"

E penso che per chiunque risultati di stabilità maggiori li offra il senso di responsabilità, assai più che il senso di colpa.

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Certo, tutto come al solito dipende e le generalizzazioni hanno sempre grandi limiti,ma qui,penso, non si può che affrontare gli argomenti tentando delle generalizzazioni.

L'assoluta mancanza di senso di colpa è nociva tanto quanto il rimanerne seppelliti .

Tuttavia  continuo a vedere il senso di colpa più involuto rispetto al senso di responsabilità e mi interessava proprio sottolineare come ci sia un'evoluzione possibile ,nella storia dell'individuo ,  tra senso di colpa e senso di responsabilità.

Non è detto che una persona che conduce una vita "nelle regole" sia una persona responsabile.Può, piuttosto, essere una persona che se l'è bevute e le rispetta perchè ne teme le conseguenze,(così come da piccoli si temevano le punizioni dei genitori se non si era "bravi").Magari avrebbe dei desideri di trasgressione, ma si condanna per averli e si sottomette con insoddisfazione a una norma che  non si sente di trasgredire ma che tuttavia avverte come esterna a lui.Quel che è interno a lui è piuttosto la condanna, la riprovazione morale per "sentire" certe spinte,il non perdonarsi di sentirle. Il senso di responsabilità è una scelta consapevole e serena,non per timore di una condanna, un'adesione fatta con tutta la propria persona,la presa d'atto cosciente di una condotta, e la sua successiva interiorizzazione, la reinvenzione personale di un'etica,non la sua assunzione passiva.Nel mezzo tra l'uno e l'altro c'è un percorso lungo e difficile, un percorso di differenzazione e di individuazione  

Stupendamente dice Carotenuto,citando Wilde a proposito della parabola del figliol prodigo: "Sono certo che se gliel'avessero chiesto,Cristo avrebbe risposto che il momento in cui il figliol prodigo cadde in ginocchio e pianse, egli trasformò l'aver sperperato le sue sostanze in donne di malaffare, fatto il guardiano di porci ed essersi nutrito delle stesse ghiande mangiate dai suoi porci, nei momenti più belli e sacri della sua vita" ...era arrivato alla fine del suo viaggio di separazione da un padre esterno a lui e il suo ritorno alla casa era piuttosto un "ritorno a se stesso"

E penso che per chiunque risultati di stabilità maggiori li offra il senso di responsabilità, assai più che il senso di colpa.

pienamente d'accordo con te ilaria.

è sempre un piacere leggere le tue considerazioni.

Comunque penso sia molto difficile stabilire il concetto di senso di responsabilità in quanto lo trovo molto soggettivo e soprattutto assolutamente suscettibile alla cultura e alla morale personale.

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pienamente d'accordo con te ilaria.

è sempre un piacere leggere le tue considerazioni.

Comunque penso sia molto difficile stabilire il concetto di senso di responsabilità in quanto lo trovo molto soggettivo e soprattutto assolutamente suscettibile alla cultura e alla morale personale.

Già ..non possiamo che procedere per approssimazioni, sempre, stante la relatività di tutto, sempre.

Carissima xela , e sai io cosa apprezzo tanto di te? La capacità di parlare di cose serissime in modo lieve, con i giusti chiaroscuri..già.

ciao :D

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Il senso di colpa non è nè inutile nè tossico, chi non l'ha è spesso un delinquente :?

Io penso che una cosa sia l'angosciante e dannoso senso di colpa, un' altra l'essere capaci di riconoscere i propri errori con tranquillità (come non è giusto giudicare gli altri, così non è giusto giudicare se stessi). :LOL:

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Il senso di colpa non è nè inutile nè tossico' date=' chi non l'ha è spesso un delinquente :?[/quote']

Io penso che una cosa sia l'angosciante e dannoso senso di colpa, un' altra l'essere capaci di riconoscere i propri errori con tranquillità (come non è giusto giudicare gli altri, così non è giusto giudicare se stessi). :LOL:

Il senso di colpa è sicuramente una forma più coercizione interiore che ognuno sente piu' o meno forte in relazione all'educazione ricevuta e alla propria sensibilità. Averla in eccesso è dannoso quanto non averne per nulla e sarebbe molto meglio avere un sano senso di responsabilità. Io per senso di responsabilità intendo la capacità che ha una persona di dare seguito con coerenza ai propri impegni, nei confronti della famiglia, del lavoro, delle promesse fatte. Certo questo presuppone onestà di fondo, empatia, senso etico. :)

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Il senso di responsabilità : è il senso della sopravvivenza.

Responsabilità significa essere sui problemi in prima persona e pagare delle proprie scelte giuste o sbagliate che siano.

Certo non è facile tradurre in parole un sistema di pensiero personale fondato sulla pluralità delle possibilità attuative.

Il senso di responsabilità può anche coincidere con la scelta più opportuna (non ho detto giusta ma opportuna).

Il senso di responsabilità potrebbe essere per paradosso definito l'opportunismo della buona morale o del buon materialismo.

Io mi limiterei a definire il senso di responsabilità come SPIRITO PRATICO.

Quanto al senso di colpa condivido tutto quello che avete detto e cioè : è un buon freno per i bisognosi di carattere ed un buon vestito per chi si ritiene vittima e si autoassolve dicendo che poi i problemi ricadono sostanzialmente su di Lui.

Non vorrei generalizzare ma credo che le definizioni corrette siano solo riferibili a casi soggettivi specifici, diversamente si tende a fare un accorpamento per tipologia comportamentale che nella specificità umana rappresenta una pessima diagnosi.

Scusate la serietà.

UGO DALLE VETTE.

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La parola responsabilità è nata secondo me quando qualcuno ( per un suo tornaconto, per un suo modo di vedere le cose ) si aspettava che un altro si comportasse in un certo modo; vista la refrattarietà di quest'ultimo, quel qualcuno, facendo sforzi "sovrumani" o "disumani" (dipende…) , ha inventato l'etica, la morale, le regole : così si poteva far giudicare l'altro in base a criteri, che se non rispettati, inducevano tutti a tacciare il malcapitato di mancanza di "responsabilità"

Il sistema che è stato così inventato, che ha avuto come noto un largo successo tra gli umani, non mi dispiace affatto: a patto però di considerare sempre a quali valori si riferisce una data posizione etica. Mi spiego meglio. Per un certo sceicco, e per la filosofia che ha inventato "ad hoc" - (filosofia che non a niente a che fare con l'Islam ) - è assolutamente da irresponsabile se uno non si prodiga attivamente per la distruzione dell'occidente!!!

Riguardo al senso di colpa credo che sia manipolativo di se stessi: o l'ho fatta una cosa o non l'ho fatta, inutile rodersi col fine di non utilizzare meglio il tempo, chiedendosi per es. " che significato ha per me questa azione? Quali significati può avere per chi attraverso questa azione è in relazione con me?

In tal senso concordo con Turbo quando dice "come non è giusto giudicare gli altri, così non è giusto giudicare se stessi", che è il giusto prolungamento dello stesso concetto espresso dall' Inventore di una certa religione, probabilmente quando Lui si è reso conto che i suoi discepoli cominciavano a soffrire di esagerati… sensi di colpa. Questo non toglie che lo stesso Autore non abbia pure detto: chi è senza peccato …, ma il peccato principale era "non vedere Dio" cioè non vedere la verità ( non solo fuori, ma soprattutto dentro di sé…)

Se poi vogliamo restringere il campo ad un senso di responsabilità verso se stessi, ritengo che questa possa bene essere rappresentata dal concetto di "autenticità" Cioè si è responsabili verso se stessi quando ci si comporta ed esprime in maniera autentica, cioè per quello che realmente siamo. Essere autentici però presuppone la coscienza di sé (la consapevolezza), e la libertà dalle proprie dinamiche patologiche ; dinamiche che abbiamo tutti, anche se spesso non ce ne rendiamo conto.

Il risultato di ciò sarebbe la capacità di scegliere realmente, senza i condizionamenti delle nostre distorsioni interne. Solo in tal modo si è in grado di assumersi in prima persona il peso delle proprie scelte, quando sappiamo cosa stiamo facendo realmente.

Insomma, saremo tutti d’accordo, non è facile essere responsabili. E fino a quando non raggiungeremo la piena consapevolezza di noi stessi e delle nostre azioni, meglio tollerarsi un po’ a vicenda, essere moderati nei giudizi, e continuare la ricerca di noi stessi, concordando, in questo caso, di usare nel frattempo lo "spirito pratico" suggerito da Nello

Un'ultima nota: non credo che la consapevolezza ci porti mai verso scelte nefaste per gli altri, in quanto tendenzialmente andiamo verso la vita. Senza voler scomodare Freud, difatti, credo che il concetto di "thanatos" sia riconducibile a quello di "inconsapevole".

Scusate qualche parola in più, ma l'argomento merita…

Gianni.

Ps.: ( x Nello) personalmente, io qui sto bene sia quando siamo "seri" che quando siamo "spiritosi", tra l'altro, non riesco bene a distinguere le due cose, nel senso che si può essere "spiritosi" anche quando si fanno discorsi "seri" e viceversa essere "seri" quando si fa una battuta "spiritosa" che serve ad es. ad esprimere la nostra rabbia a qualcuno.

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questo fine settimana sono stata a casa di mia osrella acquisita [ nicole= AnDouar ]

i suoi sono partiti 2 giorni per lavoro.. abbiamo fatto la spesa.. abbiamo pulito.. abbiamo cucinato etc

è stato bellissimo.. non ho messo piede a casa, mia madre è arrabbiatissima.. io le urlavo al telefono che volevo i miei spazi e che non capiva niente.. mi costringeva a salire a casa ma io resistevo e non cedevo.. alla fine ha gettato la spugna.. mi dovevano trascinare a calci in culo a casa per schiodarmi da lì..

avrò fatto bene ? :?

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X Chiara. Mi fai venire in mente il mio conterraneo Marzullo: ti sei fatta una domanda, e ti sei data la risposta. :!:

Chi poteva saperlo meglio di te? :LOL:

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Se mi dici da quale altro lato si potrebbe vedere la questione potremo forse aggiungere qualcosa.

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Tu tieniti la confusione e lo sballamento, fino a quando non vorrai dare una risposta anche ad essi. Nel frattempo non trascurerei assolutamente che una risposta "chiara" Chiara tela sei data: come dici? ti dovevano tirare a pedate e più chiara di come te la sei data la risposta, mia cara Chiara, nessuno potrebbe mai.

Mi viene sempre voglia di abbracciarti, non mi dire niente, ma mi fai troppa tenerezza :LOL:

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