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Terapie brevi... utopia?


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Scusami ma il ragionamento non mi convince per niente, si potrebbe addirittura capovolgere e dire che anche chi promuove le terapie "speedy gonzales" ha i suoi interessi da difendere e lo fa svilendo le terapie di lunga durata facendo leva sui pagamenti a noi tutti tanto cari (cari in tutti i sensi).

Quindi tu dici che i giornali amplificano il problema dei disturbi alimentari per fare un favore alla categoria degli psicologi che fanno terapie lunghe?

o volevi dire altro e io non ho capito?

Perfetto il parallelo tra la tubercolosi e l'influenza. A questo punto ci starebbe bene un esempio del funzionamento della terapia breve, capire quali sono le tecniche, ecc ecc, immagino non sia difficile riassumere che cosa accade in poche sedute.

ma gli articoli di giornali mica se li inventano i giornalisti. contattano un professionista che dice le cose da scrivere. ovviamente come dici contattando quello lungo o quello breve, come ho detto anche prima ognuno cerca di difendere i propri inteeressi. ma secondo te, nell' interesse del paziente (come dovrebbe essere), è preferibile uno che per raggiungere lo stesso risultato (neanche a dire una è più efficace dell'altra), ci mette 4 anni, o uno che ci mette 4 sedute?

poi cmq io ho detto il discorso è ampissimo e mi sono soffermato su quello del pagamento giusto perchè ne stavate parlando. ma poi ci sta di mezzo anche il periodo di formazione, le varie scuole, gli ordini professionali, i farmaci e via dicendo.

le tecniche usate io non te le so dire, poichè i tipi le insegnano solo alla loro scuola, e anche volendo devo finire i 5 anni e iscrivermi all'albo prima, però se ti interessa sapere come funziona a grandi linee puoi dare una letta qui: http://www.psyreview.org/2010/09/25/cura-attacchi-di-panico/

che te lo spiega sicuramente meglio di me, oppure se non ti interessano gli attacchi di panico ti riporto il pezzo dove sintetizza in poche parole che fanno (non come):

Nei trattamenti emotocognitivi il paziente non si trova in una situazione in cui deve parlare ad oltranza ma, circoscritto il problema da trattare, si inizia subito nella spiegazione del “come funziona” e del “come fare”. Il paziente in pratica parla soltanto lo stretto necessario per definire il problema e per valutare i risultati. Il lavoro principale di spiegazione (intervento educativo) durante la seduta lo svolge lo psicologo, il lavoro principale del paziente sta poi nell’applicare, nel quotidiano della propria vita, le nuove informazioni apprese.

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E allora scusa, quando spostavo i mobili di casa, per fare più bello, che sintomo era?

Lo sai che l'analista mi disse che cercavo di mettere ordine nella mia testa, prendendomela con le cose?

Risolto subito.

Non c'è bisogno di altre tecniche.

Lo "shopping", beh, mi piace ancora da morire, è gratificante, wow, certo, insomma, sto attenta che il bancomat uguale soldi.

Perchè io prima ho sempre pensato che col bancomat i soldi la banca li regalasse..

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Nei trattamenti emotocognitivi il paziente non si trova in una situazione in cui deve parlare ad oltranza ma, circoscritto il problema da trattare, si inizia subito nella spiegazione del “come funziona” e del “come fare”. Il paziente in pratica parla soltanto lo stretto necessario per definire il problema e per valutare i risultati. Il lavoro principale di spiegazione (intervento educativo) durante la seduta lo svolge lo psicologo, il lavoro principale del paziente sta poi nell’applicare, nel quotidiano della propria vita, le nuove informazioni apprese.

Bellissimo, magari fosse possibile! Questo è il futuro il mio psy è passato? O sono due tecniche diverse?

Avrei dovuto capire il suo metodo quando ha detto di non credere alle cose che leggo in internet...

Io sono andata da lui per la Claustrofobia e mi sono trovata con il passato ribaltato nel presente!!

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E allora scusa, quando spostavo i mobili di casa, per fare più bello, che sintomo era?

Lo sai che l'analista mi disse che cercavo di mettere ordine nella mia testa, prendendomela con le cose?

Risolto subito.

Non c'è bisogno di altre tecniche.

Lo "shopping", beh, mi piace ancora da morire, è gratificante, wow, certo, insomma, sto attenta che il bancomat uguale soldi.

Perchè io prima ho sempre pensato che col bancomat i soldi la banca li regalasse..

Per me non funziona. Io vivo di eccessi di diverso tipo: lo psy un consiglio me lo ha dato ma nell'attesa che funzioni vorrei risolvere almeno l'eccesso nelle spese prima che sia troppo tardi :-) Per me comprare non è semplicemente un piacere, anzi non lo è per niente dato che ha tutti i tratti della compulsione ed è seguito da sensi di colpa notevoli.

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X froggy73

Ti capisco benissimo quando dici che ci sono cose che ancora non riesci a dire... è capitato anche a me, ma poi le ho dette... tanto per cominciare.

Quando sarò più forte le affronterò. Io credo comunque che per contare le sedute, bisogna aver chiaro in mente dove si vuole arrivare, cosa si vuole correggere etc. etc. altrimenti è un qualcosa "davvero" senza fine!

io pure le cose le ho dette, ma perchè ero pronta a dirle e non perchè avevo una scadenza o perchè volevo cercare di ridurre l'esborso economico.

non so se riesco a spiegarmi, io alle volte sono andata lì e mi sono incazzata (e pure tanto) con me stessa perchè non parlavo, perchè non riuscivo a far uscire delle cose.

la risposta della psi è stata che più cercavo di forzarmi e meno avrei ottenuto perchè sarei solo riuscita a rafforzare le mie difese e a barricarmi dentro me stessa.

e ti assicuro che non mi parla così perchè vuole spremermi più soldi possibile, di questo ne ho l'assoluta certezza

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Ah..sensi di colpa... m, sì, mi fai pensare anche ai miei, cioè che qualche volta, sì, dal marito..no, non avrò micacomprato troppo? ma ti dispiace? ma ho fatto bene? E' bello, vero? ma ce la facciamo lo stesso, sì?

Eh, sì, mi capita così.

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Perchè io prima ho sempre pensato che col bancomat i soldi la banca li regalasse..

perchè.... non è così ?! :o:

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perchè.... non è così ?! :o:

Pare di no, ma guarda, c'era una mia conoscente a cui un negozio aveva dato una credit card: dunque, in breve, con lacredit card, tutti i giorni se ne andava bel bello dopo il lavoro a comprarsi qualche straccetto che la tirava su di morale, finchè un giorno al marito non arrivò lo scoperto bancario, e lei cadde dalle nuvole... :icon_biggrin:

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Pare di no, ma guarda, c'era una mia conoscente a cui un negozio aveva dato una credit card: dunque, in breve, con lacredit card, tutti i giorni se ne andava bel bello dopo il lavoro a comprarsi qualche straccetto che la tirava su di morale, finchè un giorno al marito non arrivò lo scoperto bancario, e lei cadde dalle nuvole... :icon_biggrin:

In terapia c'è andato lui per curarsi gli eccessi di rabbia senza apparente motivo, presumo. :LOL:

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Ah..sensi di colpa... m, sì, mi fai pensare anche ai miei, cioè che qualche volta, sì, dal marito..no, non avrò micacomprato troppo? ma ti dispiace? ma ho fatto bene? E' bello, vero? ma ce la facciamo lo stesso, sì?

Eh, sì, mi capita così.

Light, prima o poi mio marito reagisce così:

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muchacha sei un mito! :LOL:

comunque lo shopping compulsivo è qualcosa in più di spendere un po' di più...

insomma è come andare a dire a una bulimica che non è così grave mangiare un dolce in più.

non è la stessa cosa!

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muchacha sei un mito! :LOL:

comunque lo shopping compulsivo è qualcosa in più di spendere un po' di più...

insomma è come andare a dire a una bulimica che non è così grave mangiare un dolce in più.

non è la stessa cosa!

Infatti. Per me l'eccesso si esprime anche attraverso il cibo ma non è tanto la quantità di cibo che ingurgito quanto il non poterne fare a meno, non ricavarne piacere e stare male durante e dopo, proprio come per l'abuso della carta di credito.

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A parte tutto, è una cosa che conosco abbastanza bene, ne posso parlare a cuore aperto.

Vi dirò che mi è capitato moltissimo anche in occasione delle sedute.

Per esempio, prima delle prime sedute, comprarsi qualcosa, vestiti, soprattutto.

eee...mi viene a mente Nanni Moretti. che nella Stanza del Figlio, fa vedere un paziente che dice che dopo la seduta va a comprarsi qualcosa nel negozio sotto lo studio, che fa affari d'oro con i pazienti.

Vi dirò che io sono andata a comprarmi vestiti nuovi, il giorno del funerale di mio padre, chissà, forse per lenire il dolore.

Nessuno lo sa.

Una forma di gratificazione, forse un compenso per qualcosa, direi che non l'ho mai affrontato del tutto, però mi sono resa conto della compulsività di molti miei comportamenti, compulsività che ritrovo anche in mio figlio, qualche volta, con le richieste di videogames, o regali anticipati, boh, chissà.

Adesso che ci rifletto, è un po' diminuito il disturbo, per esempio mi sono resa conto di quanti cavolo di piumini e cappotti inutili ho nell'armadio, che non vi è più spazio, e quante cavolo di scarpe non riesco a consumare.

Boh?, vediamo, questo vuol essere una condivisione, comunque il comprare compulsivamente vuol dire, per me, farlo senza quasi accorgersene, e niente, è verissimo che non è un piacere ma è seguito da sensi di colpa fastidiosissimi, al di là delle conseguenze economiche che può comportare.

Per quanto riguarda i mariti, beh, che imparino qualcosa, anche loro avranno i loro vizi.

Il mio spende un casino in insulse riviste di nautica.

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Concordo con quello che hai detto. Anzi adesso ho le idee un po più chiare... secondo me dopo 6 mesi di terapia lo psy dovrebbe già essere in grado di stimare il tempo di cura restante... del tipo "ci vorrà ancora un annetto", oppure "altri 6 mesi e ne siamo fuori".

Non credo sia una cosa impossibile!

Freud diceva qualcosa del tipo: dimmi come cammini e ti dirò quanto ci metteremo a finire...per la serie non si può sapere la fine fino a che non si sa quanto c'è da indagare (e questo lo psi certo non lo sa prima di cominciare) nè senza sapere a quale velocità si procede ( e la velocità non è sempre la stessa in un percorso terapeutico).

Comunque sei mesi sono pochissimi, anche se la terapia non è interminabile.... neanche la freudiana , io l'ho conclusa nei tempi che mi sono serviti

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Quindi teoricamente potrei risolvere in poche sedute il "sintomo" dello shopping compulsivo portando avanti parallelamente la mia eterna terapia? O le due opzioni sono incompatibili?

teoricamente tutto è possibile.

praticamente, secondo loro, avresti il 98% di possibilità di risolverlo.

se dopo l'ipotetica risoluzione sentiresti ancora il bisogno di andare in terapia mica te lo vieta nessuno.

se la tua domanda era se puoi fare entrambe le cose contemporaneamente, se te lo puoi permettere perchè no? ndo sta il problema?

mi ricordo, ad esempio, la storia di una famiglia in cura da un mio prof che mentre faceva la relazionale con lui andava dall'esorcista. :girl_devil:

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Bellissimo, magari fosse possibile! Questo è il futuro il mio psy è passato? O sono due tecniche diverse?

Avrei dovuto capire il suo metodo quando ha detto di non credere alle cose che leggo in internet...

Io sono andata da lui per la Claustrofobia e mi sono trovata con il passato ribaltato nel presente!!

certo che sono tecniche diverse (anche se non so di che orientamento è il tuo psico) che corrispondo a impostazioni teoriche diverse.

per l'emotocognitiva ad esempio il passato, le cause, l'inconscio e simili non hanno nessuna importanza (anche per questo sono cosi brevi); si concentrano solo sul disturbo e i suoi effetti nel presente.

anche in medicina (a cui secondo me la psicologia si dovreebbe affiancare invece che tentare di distanziarsi spinta dal complesso di inferiorità nei suoi confroonti) uno stesso disturbo può essere curato in modi differenti.

per un infezione al mignolo del piede si può amputare tutta la gamba, oppure somministrare degli antibiotici per dire. entrambi i metodi risolverebbero il problema, e potendo scegliere, te da quale medico andresti? :Batting Eyelashes:

solo che se il "mercato" delle seghe per tagliare e dei corsi di segatura è più imponente di quello degli antibiotici, risulterebbe complicato avere una visione di tutte le strategie possibili e quindi scegliere quella più adatta alle proprie necessità...

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solo che se il "mercato" delle seghe per tagliare e dei corsi di segatura è più imponente di quello degli antibiotici, risulterebbe complicato avere una visione di tutte le strategie possibili e quindi scegliere quella più adatta alle proprie necessità...

Ma il "mercato" è quello che offre o quello che domanda? :Confused:

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Infatti questa è una bella obiezione: sono più quelli che domandano le "seghe", o quelli che chiedono gli antibiotici?

comunque questo paragone con le "seghe"per tagliare, pare un po' tendenzioso.:)))Leggermente.

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Finita la terapia, secolare nel confronto con le storie lette qui, mi sono chiesta fino a che punto i cambiamenti funzionali a farmi vivere meglio che riuscivo a riconoscermi da quel momento fossero il risultato netto delle centinaia di sedute, o più semplicemente gli esiti dalla vita che inevitabilmente ti cambia. Sette anni non passano come acqua fresca. Il dubbio di aver sprecato denaro, tempo, intelligenza, fiducia è ineludibile e credo non trovi mai risposta.

A occhio le terapie brevi dall'obiettivo mirato e circoscritto non mi fanno gola, riconosco però che nella promessa d'impiegare poco tempo per scoprire l' ingraggio che si è inceppato e soprattutto per ripararlo, ci sta anche la possibilità di rendersi conto altrettanto velocemente se stia prendendo una cantonata; e se si è delusi, magari restano pure la voglia, il tempo e il denaro per rimediare cambiando strada. Cosa che non accade dopo terapie quasi decennali. Al loro fallimento sopravvive solo la speranza in Lourdes.

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comunque non è detto che le terapie "non brevi" siano decennali!

Io ho fatto una psicoterapia dinamica di tipo analitico, non una psicoanalisi ma nemmeno una terapia breve! La mia psi dal primo giorno mi ha detto che lei non credeva nelle psicoterapie troppo lunghe (nel senso che non perforza le psicoterapie per funzionare debbano essere lunghe) anche se ovviamente non poteva darmi un tempo prestabilito di inzio e fine!

Alla fine è durata 2 anni e mezzo, non nego che probabilmente alcune cose non le ho scavate in fondo, e non escludo di poterlo fare in futuro, anche tramite la terapia di gruppo, ma insomma l'uitilità dell'analisi non dovrebbe essere scavare il più possibile ma arrivare a trovare una certa sintonia con se stessi...un equilibrio che non ci faccia cadere nel baratro!

Io non so cosa si intende con precisione per "terapie brevi", diciamo che io non credo nelle terapie " a tempo", poi breve o lungo dipende dal valore che ognuno di noi da a queste parole!

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Ma il "mercato" è quello che offre o quello che domanda? :Confused:

la domanda è 1: io cho lo shopping compulsivo (esempio) e me lo voglio togliere dalle balle;

il "mercato" dell'offerta è vario:

1- io te lo tolgo con l'ipnosi

2- io te lo tolgo facendoti parlare di tua madre

3- io te lo tolgo coi farmaci

4- io in 4 sedute.

ecc ecc.

solo che la possibilità del soggetto che fa la domanda di accedere a ognuna di queste offerte è dipendente dall'imponenza delle offerte stesse (che non necessariamente dipende dall'efficacia, ma da altri fattori prevalentemente economici);

se un soggetto non ha modo di accedere a determinate alternative, chiaro ce non ne può domandare la prestazione, quindi in risposta al tuo quesito, il mercato della domanda è irrilevante poichè subordinato a quella dell'offerta.

fermo restando che ci può stare tranquillamente qualcuno che preferisce farsi tagliare la gamba agli antibiotici, l'importante dunque non è pilotare il paziente verso l'una o l'altra terapia, ma dare a questo paziente la possibilità di scegliere tra tutte quelle disponibili :ola (4):

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Orpo, Ego... mi sarei accontentato anche di una risposta stringata tipo "è quello che offre", comunque grazie della risposta articolata!

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Finita la terapia, secolare nel confronto con le storie lette qui, mi sono chiesta fino a che punto i cambiamenti funzionali a farmi vivere meglio che riuscivo a riconoscermi da quel momento fossero il risultato netto delle centinaia di sedute, o più semplicemente gli esiti dalla vita che inevitabilmente ti cambia. Sette anni non passano come acqua fresca. Il dubbio di aver sprecato denaro, tempo, intelligenza, fiducia è ineludibile e credo non trovi mai risposta.

A occhio le terapie brevi dall'obiettivo mirato e circoscritto non mi fanno gola, riconosco però che nella promessa d'impiegare poco tempo per scoprire l' ingraggio che si è inceppato e soprattutto per ripararlo, ci sta anche la possibilità di rendersi conto altrettanto velocemente se stia prendendo una cantonata; e se si è delusi, magari restano pure la voglia, il tempo e il denaro per rimediare cambiando strada. Cosa che non accade dopo terapie quasi decennali. Al loro fallimento sopravvive solo la speranza in Lourdes.

Forza Tessa, oggi mi sembri un pochino sconfortata mentre nel post con cui ti sei presentata qualche giorno fa esprimevi maggiore forza d'animo!

Sai, le tue parole mi hanno ricordato una persona che conosco molto bene, a cui spesso lo stesso tipo di sconforto ha portato il pensiero a Lourdes...

Se la tua terapia è secolare, la mia è millenaria, perché sono in analisi da più di dieci anni e dubito di terminarla a breve.

Sarò un caso disperato ma non sono mai stata presa dal dubbio di aver sprecato alcunché, semmai sono le nevrosi che mi hanno rosicchiato pesantemente la vita.

Vedo la mia vita come una specie di guerra, occorre essere battaglieri e non escludo qualsiasi mezzo per farvi fronte.

Tra l'altro, non mi preoccupo di fare paragoni. Viva le terapie brevi per coloro a cui fanno effetto, io so benissimo che non sarebbero servite a me.

E nemmeno Lourdes perché non ci credo neanche un po'.

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