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Stupidità funzionale


Ste

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l'impianto elettrico è tecnologia!

comunque se fossi un dirigente così...

... probabilmente mi sentirei rassicurato da questi! assunti!

(soprattutto quello che Leopardi ce l'aveva con tutti! :cool: )

Avete letto i commenti su yt sotto al video? :21:

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non ho potuto fare a meno di leggere questo... :icon_neutral:

Lavoro (ancora per poco) in telecom. Sono uno di quei 2200 dipendenti del IT prossimo all'esteralizzazione e

ad un processo detto di efficientamento (ci esternalizzano e 800 di noi saranno licenziati in poche parole).

Lui però sarà ancora lì, come tanti altri.... questa è l'Italia "meritocratica"

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Conclusioni

Gli studi sul management e le organizzazioni abbondano di rapporti dal suono positivo sull'importanza dei lavoratori ben educati e brillanti nelle aziende basate sulla conoscenza che sono in prima linea nell'economia della conoscenza. Vi è 'un generale consenso sul fatto che le economie moderne stanno diventando progressivamente ad intensità di conoscenza' (Adler, 2001, p.216). Molti presumono che l'essere in grado di mettere intelligentemente all'opera la conoscenza pare essere l'essenza di ciò che fanno le organizzazioni (di successo) (Kogut e Zander, 1992). Noi abbiamo sostenuto che l'assunto del campo di 'acume' sorregge un più generale ed in qualche modo diverso insieme di idee a riguardo delle organizzazioni. Essa enfatizza l'importanza dell'uso sofisticato delle risorse cognitive nelle organizzazioni contemporanee. Noi pensiamo che questo assunto richieda di essere preso con delle riserve e sfumature significative, e che necessiti di essere qualificato [orig: calls for significant reservation, nuance, and qualification] (e.g. Alvesson, 2004, 2013b; Böhm, 2005; Fleming et al. 2004; Sweet e Meiksins, 208; Thompson et al. 2001). Le descrizioni dominanti sono spesso stilose e pretenziose. In aggiunta, pensiamo che il consenso in questo ampio campo necessiti di essere sfidato – forse gli sviluppi chiave e le condizioni contemporanee significano anche che le economie e le organizzazioni moderne diventano a maggior intensità di stupidità?

Per sviluppare questa sfida, abbiamo provato ad offrire qualcosa di diverso attirando l'attenzione sull'importanza della stupidità funzionale nelle organizzazioni. La nostra comprensione della stupidità funzionale è che essa emerge dall'interazione tra la riluttanza ed una (appresa) incapacità di intraprendere riflessività, una parziale chiusura mentale, il congelare lo sforzo intellettuale, un focalizzarsi ristretto, ed un'assenza di richiesta di ragioni. Significa comprare affermazioni opinabili ma simbolicamente attraenti riguardo le strutture organizzative contemporanee e le pratiche dominate dall'intensità di conoscenza, la leadership visionaria, e la post-burocrazia. La stupidità funzionale include una (intenzionale) mancanza di riconoscimento dell'incompletezza e dell'incertezza della nostra conoscenza e della natura frequentemente discutibile degli obiettivi dominanti e delle logiche dominanti. Come tale, essa funziona come un controllore del dubbio ed un meccanismo per affrontare l'incertezza. La stupidità funzionale può aiutare a marginalizzare le fonti di attrito e di incertezza. Comunque, a nostro modo di vedere, ciò che è cruciale è che la stupidità funzionale non è una semplice aberrazione della vita organizzativa. In molti casi essa è centrale dal momento che è supportata da norme organizzative, e facilita interazioni agevoli all'interno delle organizzazioni. Essere svegli e intelligenti va bene ed è necessario, ma altrettanto lo è l'essere riluttanti ad essere riflessivi, l'evitare di chiedere ragioni di decisioni e strutture, e il minimizzare il ragionamento sostanziale riguardo a valori ed obiettivi. In questo senso, la stupidità funzionale può aiutare a produrre risultati, sia per le organizzazioni che per gli individui. E' produttiva perché taglia corto questioni costose e che inducono ansietà e crea un senso di sicurezza. In tal senso, è un pilastro dell'ordine organizzativo. Mentre la stupidità funzionale fornisce molti benefici, essa può anche creare rischi significativi per gli individui così come per l'organizzazione nel suo complesso. La stupidità funzionale può essere controproducente creando in senso di dissonanza: discrepanze sempre più grandi tra gli assunti condivisi e la realtà possono alla fine produrre incidenti o disastri. Pertanto la stupidità funzionale potrebbe non sempre essere completamente funzionale. La contraddizione di termini implica ciò e punta alla tensione interna del concetto. Funzionalità indica i potenziali benefici. Stupidità attira l'attenzione sui rischi e i problemi che comporta. Come molte cose nella vita organizzativa, è un'arma a doppio taglio – allo stesso tempo, funzionale e stupida. Ciò la rende importante ed interessante da considerare ed osservare, sia dal punto di vista accademico che nella pratica delle organizzazioni.

Articolando il concetto di stupidità funzionale, cerchiamo di andare oltre i resoconti esistenti sui limiti all''acume' nelle organizzazioni. In particolare, abbiamo indicato che la carenza di riflessione, di pensiero critico, e le richieste di ragioni non sono una contingenza inevitabile creata da una razionalità limitata (March and Simon, 1958), dalla natura caotica delle organizzazioni (Cohen et al., 1972), da incertezza ambientale (March, 1996), da copioni cognitivi ampiamente condivisi (Ashforth e Fried, 1988), o dalla natura delle moderne specializzazioni professionali e conoscenze specialistiche (Ungar, 2008). Noi vediamo la stupidità funzionale come derivante non da deficit intellettuali ma da espedienti politici e dall'esercizio del potere. Per metterla in un altro modo, i membri dell'organizzazione diventano funzionalmente stupidi attraverso una serie di credenze istituzionali e culturali e arrangiamenti salienti in una economia della persuasione, ed un'intelaiatura rinforzata da interventi gestionali (e auto-gestionali) (come l'incoraggiare un ristretto orientamento all'azione, la celebrazione della leadership, l'attaccamento alla struttura, una forte fede nelle istituzioni) che scoraggia la riflessività, il ragionamento effettivo, e la giustificazione. Ciò accade attraverso una combinazione di indiretti e più sistemici interventi di stupidity management, e di forme più dirette di stupidity management episodico, e di stupidity self-management. Ognuno di questi interventi scoraggia il ragionamento critico, le preoccupazioni sostanziali, e la richiesta di ragioni. Questo può creare un forte sistema di controllo che produce effetti altamente funzionali. In tal senso il nostro resoconto di stupidità funzionale aiuta a mostrare come le strutture di controllo possono funzionare limitando o confinando la conoscenza e la razionalità, anziché, come affermerebbero molti studiosi Foucauldiani, solo 'produrla' (e.g. Clegg et al. 2006; Flybjerg, 1998: Knights et al., 1993).

Noi non dobbiamo considerarci immuni alla stupidità funzionale. Vediamo la stupidità funzionale come una condizione generale che pervade molte sfere della vita sociale (Alvesson, 2013a; Foley, 2010), incluso l'ambito accademico. L'ambito accademico contemporaneo può essere visto come un terreno di coltura per la stupidità funzionale. Nell'ambito accademico, si spendono enormi quantità di tempo ed energie nello scrivere articoli perché siano pubblicati in giornali prestigiosi, il nostro obolo per poter 'partecipare al gioco'. Questi articoli potrebbero essere letti od utilizzati da veramente poche persone, e principalmente da quelle ansiose di arrichire la lista di riferimenti allegata ai loro, di articoli (Gabriel, 2010). Raramente si fa qualche seria discussione riguardo la sensatezza di questa industria (cf. Grey, 2010), a parte qualche occasionale dibattito sulla 'rilevanza' (e.g. Hodgkinson e Rousseau, 2009; Kieser e Leiner, 2009). Probabilmente ciò è perché le pubblicazioni non sono solo una misura del nostro 'valore di mercato' ma sono anche viste come un'espressione della nostra intelligenza e conoscenza. L'effetto del fatto che un articolo sia accettato per essere pubblicato può essere un profondo senso di soddisfazione e una forte conferma della nostra identità, semplicemente perché 'prova' quanto intelligenti siamo. Naturalmente ci sono remunerazioni materiali, ma queste spesso sono meno importanti di quelle simboliche. Uno potrebbe dire che la stupidità funzionale è una risorsa chiave per ogni istituzione che ambisce a massimizzare il carrierismo. Questo può trasformare molti ricercatori in volenterosi tecnici della pubblicazione di articoli che si focalizzano sullo scrivere articoli su un ristretto sotto-ambito per i giornali più importanti. Questo può distogliere da studi più ampi che diano risultati più lenti a venire e più imprevedibili e, forse, con una maggior possibilità di dire qualcosa di veramente interessante e/o socialmente utile (Alvesson e Sandberg, 2013).

Per riassumere, questo articolo dà tre contributi. In primo luogo, i nostri concetti di stupidità funzionale e di stupidity management hanno del potenziale per scuotere gli assunti dominanti riguardo all'importanza di conoscenza, intelligenza, creatività, apprendimento, e l'uso generale delle risorse cognitive. Noi vediamo questa letteratura come unilaterale ed ideologica e bisognosa di apertura attraverso la considerazione di qualcosa di decisamente diverso. In secondo luogo, forniamo un assunto diverso proponendo la nozione di stupidità funzionale. Facendo questo, abbiamo evidenziato come le organizzazioni coltivano la stupidità funzionale e proposto un'intelaiatura per il suo funzionamento. Infine, abbiamo abbozzato alcune idee di ricerca in quest'area, per incoraggiare l'indagine sull'evitare il ragionamento critico, il bloccare l'azione comunicativa, e il tagliar corto nelle conversazioni interiori.

(continua...)

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Implicazioni per la ricerca e la pratica

Il concetto di stupidità funzionale affronta un aspetto della vita organizzativa che, ad oggi, è stato ampiamente ignorato dai ricercatori. Noi pensiamo che offra un certo numero di direzioni interessanti per ricerche future.

Primo, sarebbe interessante esplorare come la stupidità funzionale opera in contesti differenti come quelli ad alta intensità di emozioni (ad esempio, le organizzazioni di aiuto), ad intensità estetica (e.g. quelle che operano nei servizi di ospitalità), quelle ad intensità di processo (e.g. quelle che forniscono servizi di routine), e ad intensità di conoscenza (e.g. università e aziende high-tech). Potrebbe essere particolarmente interessante studiare organizzazioni e lavori dove il contributo al bene sociale è oggetto di discussione, come le industrie della pubblicità, della moda, del tabacco e delle armi. Tali indagini richiederebbero casi studio comparativi in una gamma di settori o contesti lavorativi diversi. Secondo,, non sappiamo come la stupidità funzionale cambia o evolve nel tempo. Porre attenzione alla sua dimensione temporale potrebbe dimostrare come la stupidità funzionale aumenta o diminuisce in base ad aspetti come l'età dell'organizzazione, il grado di istituzionalizzazione, l'emergere di nuove mode, e se l'organizzazione si trova in un contesto relativamente favorevole o in uno di crisi in corso. Terzo, potrebbe essere interessante vedere come gli individui evolvono nel tempo in termini di capacità e volontà di pensare criticamente, di riflettere più a fondo, e di sollevare temi che sono sperimentati come problematici e che richiedono giustificazione. Sono i neofiti più inclini al pensiero indipendente e alla richiesta di spiegazioni, o sono l'esperienza, una visione più ampia, e una maggior confidenza ad orientare in tal senso? Quarto, sarebbe interessante studiare se e come l'uso della ragione e della stupidità funzionale coesistono o onteragiscono. Ricerche future potrebbero esplorare la relazione tra i processi organizzativi che facilitano l'uso della conoscenza per scopi funzionali, e processi che incoraggiano i membri dell'organizzazione ad astenersi dalla riflessione, dal pensare oltre aspetti strumentali o dal fare domande critiche sulle ragioni delle pratiche organizzative. Quinto, non è chiaro cosa accade se c'è una discrepanza in termini di stupidità funzionale tra l'organizzazione e l'individuo. Esplorare questa tensione potrebbe rivelare come persone 'intelligenti' sopravvivono in aziende 'stupide' e come persone 'stupide' fanno strada in organizzazioni 'intelligenti'. Infine, ci sono alcune sfide metodologiche associate allo studio della stupidità funzionale. Un'opzione è quella di spiegare il concetto agli interessati e chiedere il loro parere [sviluppate la sintesi, prima! N.d.T.] Questo potrebbe aiutare a testare la validità ed applicabilità di facciata del concetto. Comunque, un modo più obliquo per catturare la stupidità funzionale potrebbe essere quello di far domande riguardo a dubbi, riflessioni, richieste di spiegazioni ed esperienze, e parlare dell'assenza di significato e di scopo sul lavoro. Agli interrogati potrebbero essere rivolte domande indagative riguardo alla propria esperienza di senso e assenza di senso sul lavoro, e ai propri sforzi di sollevare criticamente e riflessivamente problemi e intavolare discussioni. Agli interrogati potrebbe anche essere chiesto se a loro parere le loro controparti riflettono, fanno domande critiche, chiedono ragioni, o protestano contro quelli che sono visti come disposizioni ed atti irrazionali o non-etici.

In aggiunta al fornire una gamma di nuove questioni da investicare, la nostra tesi ha alcune implicazioni pratiche. L'inferenza primaria del nostro studio è che mette in dubbio nozioni unilaterali come quella di conoscenza così come idee più generali centrate sull'intelligenza. Riconoscendo il ruolo giocato dalla stupidità funzionale, speriamo di promuovere un atteggiamento un po' più umile nei contesti organizzativi che frequentemente enfatizzano la loro intensità di conoscenza e generale intelligenza. Una seconda implicazione è il ricordare ai professionisti che la stupidità nella vita organizzativa non è necessariamente un'aberrazione. Al contrario, essa è una norma frequente e prodotta organizzativamente. Speriamo di incoraggiare il riconoscere da parte di professionisti che ciò che può apparire come un atto di stupidità potrebbe non essere dovuto ad una deficienza cognitiva di un individuo, ma ad un attivo stupidity management. Noi auspichiamo che se i professionisti sono in grado di riconoscere i vari promotori della stupidità, essi possano essere in grado di riflettere e magari riconsiderare le pratiche di stupidity management nella loro organizzazione. Speriamo anche che tali riflessioni possano aiutare i professionisti a fare un uso maggiore di anti-stupidity management – o almeno di lavorare in modi diversi e migliori. Terzo, abbiamo mostrato che la stupidità non dovrebbe essere sradicata completamente dall'organizzazione: essa può essere una risorsa importante che le organizzazioni dovrebbero coltivare, manutenere e ingegnerizzare [no problem!N.d.T.]. In molti casi, una dose di stupidità funzionale è ciò che serve. Impiegare persone molto qualificate può essere un disservizio per loro e per l'organizzazione. Supportare un certo grado di stupidità funzionale è un compito manageriale importante. Quarto, e contrario al punto precedente, i manager dovrebbero cercare di stare in guardia contro gli eccessi di stupidità funzionale. Abbiamo indicato che mentre la stupidità funzionale può aiutare le organizzazioni a funzionare, può avere conseguenze negative come delusione e fallimenti. Per evitare queste cose, i professionisti devono avere la volontà di iniettare strategicamente alcuni aspetti del pensiero critico nella vita organizzativa. Questo aiuterà a scuotere forme di stupidità funzionale che si sono radicate troppo. Infine, e forse più importante, speriamo che il concetto di stupidità funzionale facilito una riflessione più critica sulle organizzazioni 'smart'- In particolare, speriamo di indurre un dibattito più ampio su perché le organizzazioni intelligenti possono essere tanto stupide a volte.

(fine)

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mo' meglio se torno sui protocolli perché anche solo leggere di 'ste cose mi fa un effetto kryptonitico che mi debilita per 'na settimana... 3085667177.gif

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Tu in che categoria ti saresti collocato, intelligente in azienda stupida, stupido in azienda intelligente, intelligente in intelligente o stupido in stupida?:)

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io sono un paria, non ho il potere di collocarmi mi collocano gli altri...

cmq ai miei tempi sono stato collocato nella categoria "mito che aleggia in azienda"

(il che la qualifica indubitabilmente come 'stupida' perché non penso proprio che in un'azienda intelligente,

quant'anche ne esistessero, sarei risaltato... figuriamoci al punto da assurgere a quella temibile qualifica!)

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non è possibile, perché non so aleggiare... quello che hanno visto era un ologramma!

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infatti sicuramente, c'è sempre stato tanto bisogno di miti, era una proiezione, ahah:)) magari in treD, gli appari ogni tanto, come Cristo, l'apparizione, te faranno la Grotta e poi giù venderanno i souvenirs:)))e faranno tanti soldi, pure.:))

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quelli li hanno già fatti... ma non con la mia immagine perché l'hanno dovuta distruggere... non perché importasse molto (non c'era un

granché di 'pubblico... anzi non c'era proprio) ma per la questione di minimizzazione delle dissonanze di cui parlano i Jalisse

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certo che a leggere 'sta roba, vien da chiedersi se non ci si ritrovi una manica di anche solo potenziali schizofrenici... :unsure:

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D'altra parte se uno si crede d'essere napoleone, lo fanno superdirigente di Telecom :icon_mrgreen:

conviene, ovvia giù:))))

del resto stamani il nostro napoleone dell'aziendA SCUOLA DI CAMPAGNA, così da lui definita ( no, siccome lui è di città:)), prima ha fatto una interrogazione stupenda a noi insegnanti di "primo pelo" ( età media cinquanta) sulla differenza tra conoscenze, abiltà e competenze,tutto un discorso delle solite robe fumose che un servono a nulla, indi ha concluso che dall'Ipsia il suo amico Luigi ( altro Dirigibile), si contenterebbe che sapessero leggere e scrivere, perchè gli arrivano analfabeti:))))))))))

poi la cilegina "sapete detto tra noi, il vostro collega Tizio seeembra un cinghialotto, ma poi ragazzi, lavora sodo eh"

Quasi quasi a Tizio glielo riferisco, così il cinghialotto entra in Presidenza e lo appiccica al muro:)))))

Chissà icchè dice di me, minimo per come lo guardo stranita, e in silenzio, dirà che sono catatonica o scema del tutto, ahahah:)))

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certo che a leggere 'sta roba, vien da chiedersi se non ci si ritrovi una manica di anche solo potenziali schizofrenici... :unsure:

mi viene in mente di una volta che una mia collega davanti alla macchina del caffé raccontava di un suo ex-collega:

"... non so come facesse... aveva sviluppato una capacità incredibile di farsi scivolare le cose addosso. C'era un

superiore che lo aggrediva di continuo, lui non faceva una piega e finito il cazziatone prendeva una pillola di lexotan

e via come niente fosse...".

Ci rimasi un po' così e mi morsi la lingua per non chiederle se secondo lei il lexotan lo prendeva per le emorroidi...

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sarebbe stato come dirle "sei stupida?" ("sei in grado di connettere?"), e la cosa sarebbe stata aggiunta alla "scia di insulti" che a

posteriori qualcuno mi ha accusato di essermi lasciato dietro, e che presumo fossero più o meno tutti di questo tipo

(presumo perché quando ho chiesto "per esempio?", ho ottenuto un più che prevedibile silenzio di risposta)

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Comunque faceva parte di una discussione di corridoio nella quale si stava rielaborando una sorta di 'scala di merito' cui

adattare sanzioni e premiazioni che lasciavano un po' perplessi, e la "capacità di farsi scivolare le cose addosso" stava

risalendo velocemente quella scala

Una curiosità: non molto tempo fa ho visto un annuncio di ricerca di personale di quest'azienda, nel quale tra le altre cose

richieste vi è la "capacità di reggere lo stress". Probabilmente perché ci sono stati altri casi di gente che è sbottata.

La possibilità che ci possa essere anche chi regge lo stress evitandolo, e chi non lo regge perché su di lui/lei ne arriva

troppo, era stata bannata in quella fase (insieme alle responsabilità e agli obblighi legali dell'azienda in tal senso...).

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Comunque faceva parte di una discussione di corridoio nella quale si stava rielaborando una sorta di 'scala di merito' cui

adattare sanzioni e premiazioni che lasciavano un po' perplessi, e la "capacità di farsi scivolare le cose addosso" stava

risalendo velocemente quella scala

Una curiosità: non molto tempo fa ho visto un annuncio di ricerca di personale di quest'azienda, nel quale tra le altre cose

richieste vi è la "capacità di reggere lo stress". Probabilmente perché ci sono stati altri casi di gente che è sbottata.

La possibilità che ci possa essere anche chi regge lo stress evitandolo, e chi non lo regge perché su di lui/lei ne arriva

troppo, era stata bannata in quella fase (insieme alle responsabilità e agli obblighi legali dell'azienda in tal senso...).

la capacità di farsi scivolare le cose addosso secondo me è di due tipi: Uno positivo e uno negativo, ma il negativo in realtà non è la capacità di farsi scivolare le cose addosso ma il suo esatto contrario, il covarle.

Quindi un atteggiamento passivo di fronte ad aggressività e insulti va bene interpretato, attraverso anche l'espressione del volto o la postura, che è eloquente al di là delle parole o dei gesti o non gesti di reazione,

i capi che insultano o aggrediscono, essendo malati, farebbero bene a stare guardinghi, da bravi paranoici, a chi insultano, perchè su dieci reazioni assertive, ne arrivano venti passive, che sono ben più pericolose di quelle aggressive, vedi gente che spara dopo anni di vessazioni da parte del malato Dirigente.:))

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più che i tipi di "capacità di farsi scivolare le cose addosso", interessanti sono i metodi con cui lo si fa

uno efficace e molto diffuso consiste nel banalmente evitare di impegnarsi, e confidare nell'uso manageriale

di scorciatoie che viste da fuori sembrano un po'... stupide, ma che sono sicuramente funzionali

secondo me però la lettura che quando uno spara a un dirigente è perché è stato vessato per anni è un po'

semplistica... se fossi un dirigente che vessa, sarei maggiormente guardingo nei confronti delle persone che

mi aiutano a farlo (le vedrei più propense a reagire sparandomi, nel momento in cui dovessi scaricarle...).

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più che i tipi di "capacità di farsi scivolare le cose addosso", interessanti sono i metodi con cui lo si fa

uno efficace e molto diffuso consiste nel banalmente evitare di impegnarsi, e confidare nell'uso manageriale

di scorciatoie che viste da fuori sembrano un po'... stupide, ma che sono sicuramente funzionali

secondo me però la lettura che quando uno spara a un dirigente è perché è stato vessato per anni è un po'

semplistica... se fossi un dirigente che vessa, sarei maggiormente guardingo nei confronti delle persone che

mi aiutano a farlo (le vedrei più propense a reagire sparandomi, nel momento in cui dovessi scaricarle...).

eh ma allora te sei più paranoico del dirigente? :)))

Te vedi la rete dei nemici anche fra gli attuali alleati, mica sei stato Dirigente, per caso, che anticipi tutti i possibili quadri di guerra in anticipo?

E' il frutto di una mente analitica, che prevede tutti i fronti, alla Napoleonica,

I grandi strateghi hanno vinto le battaglie prevedendo mosse inaspettate future:)))) E' una qualità anche quella, non proprio stupida,:))

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non tanto perché alleati miei, ma per l'aver aiutato in vessazioni

fa curriculum

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l'averne subìte ne fa un po' meno...

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... per la particolare 'posizione' di cui si parla, si capisce...

Invece per la posizione di vessato/a preferirei un curriculum che dica, oltre che 'appetibile' (capace, figa, cose così), anche

'in grado di mantenere la consapevolezza, anche sotto pressione, dei vincoli che la società mette ai modi in cui può reagire

senza passare dalla parte del torto' . Altrimenti rischio di farmi male...

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tra le altre cose richieste vi è la "capacità di reggere lo stress"

E che vor dì? :nea: (traduzione: di grazia, cosa significa?)

Se non viene specificato da cosa può derivare questo "stress", la frase posta lì nell'annuncio è tutt'altro che chiara... ognuno di noi posto davanti ad un determinato evento può reagire in un modo soggettivo, se non mi si specifica l'evento come faccio a sapere che sarò in grado di reggerlo?

Ad esempio in un azienda in cui si effettuano turni lavorativi notturni lo stress può derivare proprio dall'adattamento agli orari e così via...

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