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Stupidità funzionale


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sarebbe stato come dirle "sei stupida?" ("sei in grado di connettere?"), e la cosa sarebbe stata aggiunta alla "scia di insulti" che a

posteriori qualcuno mi ha accusato di essermi lasciato dietro, e che presumo fossero più o meno tutti di questo tipo

(presumo perché quando ho chiesto "per esempio?", ho ottenuto un più che prevedibile silenzio di risposta)

Forse no, dipende dalla capacità di farsi scivolare le cose addosso che aveva la tua collega :Thinking:

Il problema, a mio avviso, del farsi scivolare le cose addosso è che quando iniziano a scivolare poi non le fermi più...e ti ritrovi a non dare più considerazione a nulla perché fai fatica ad afferrare le cose proprio in virtù della viscosità che hanno acquisito...

Il problema opposto, quello di chi si trova ad aver a che fare con persone che si fanno scivolare le cose addosso, è dato dall'impossibilità di comunicare.

C'era un mio collega, con il quale era diventato impossibile comunicare. Qualcuno arrivava ad offenderlo pesantemente per cercare di "scuoterlo" ma lui nulla, nemmeno quando gli hanno comunicato il licenziamento in tronco ha fatto una piega tanto che il giorno dopo s'è presentato a lavoro :huh:

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E che vor dì? :nea: (traduzione: di grazia, cosa significa?)

In quel caso lì, conoscendo il 'dietro-le-quinte', so per certo che vuol dire "qualunque cosa accada, sopportare e non disturbare!".

In particolare non disturbare il responsabile delle risorse umane, che si è fatto una sorta di guscio ideale (nemmeno tanto

originale, molto diffuso per esempio in certi conventi) per evitare di affrontare problemi che dovrebbero essere di sua competenza,

e le persone che dovrebbe affrontare per farlo. Tutte cose che sarebbero piuttosto stressanti.

Ragionamenti tipo "per valutare lo stress e la capacità di reggerlo bisognerebbe considerare anche il carico" non trovano spazio

in situazioni del genere. Vengono bloccati dal guscio e contrastati con una dialettica che ricorda i dialoghi di "Alice nel paese delle

meraviglie" e che a prima vista sembrano espressione di stupidità "pura" (un ingegnere che valuta sollecitazioni e rotture senza

considerare il carico è inequivocabilmente "stupido") ma che in realtà è "funzionale" (a non farsi carico del problema e a liquidarlo

come un problema personale).

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Forse no, dipende dalla capacità di farsi scivolare le cose addosso che aveva la tua collega :Thinking:

Il problema, a mio avviso, del farsi scivolare le cose addosso è che quando iniziano a scivolare poi non le fermi più...e ti ritrovi a non dare più considerazione a nulla perché fai fatica ad afferrare le cose proprio in virtù della viscosità che hanno acquisito...

Il problema opposto, quello di chi si trova ad aver a che fare con persone che si fanno scivolare le cose addosso, è dato dall'impossibilità di comunicare.

C'era un mio collega, con il quale era diventato impossibile comunicare. Qualcuno arrivava ad offenderlo pesantemente per cercare di "scuoterlo" ma lui nulla, nemmeno quando gli hanno comunicato il licenziamento in tronco ha fatto una piega tanto che il giorno dopo s'è presentato a lavoro :huh:

poveretto lo hanno scioccato a tal punto..

Insultare è un modo per scuotere una persona e comunicarci? Cos'era, un ambiente di mostri?

E' una fortuna essere licenziati da un posto simile.

mettiamo che il disturbo a comunicare glielo abbiano fatto venire loro, oppure che ce lo avesse prima, non fa differenza, si tratta di vessazioni gigantesche, un insulto a uno che non reagisce è come accanirsi contro un debole, a terra,un ferito, un incapace di difendersi, sai quanti ne ha presi mio figlio?

Duemila, ma la rabbia cova, non è che non li sente, li capisce benissimo, ed è quello il pericolo.

Eh, lo fanno anche i ragazzi, si chiama bullismo, è proprio dei prepotenti e dei malati mentali.

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poveretto lo hanno scioccato a tal punto..

Questo me lo sono chiesta fin dall'inizio...in realtà non lo so, lui lavorava lì prima di me...

Insultare è un modo per scuotere una persona e comunicarci? Cos'era, un ambiente di mostri?

E' una fortuna essere licenziati da un posto simile.

Si e no...non è certo il paradiso in terra, ci sono posti migliori, ma non tutti siamo diventati così...anzi ho portato il suo esempio perché è stato senza dubbio eclatante del danno che può causare il cominciare a lasciarsi scivolare addosso le cose...

mettiamo che il disturbo a comunicare glielo abbiano fatto venire loro, oppure che ce lo avesse prima, non fa differenza, si tratta di vessazioni gigantesche, un insulto a uno che non reagisce è come accanirsi contro un debole, a terra,un ferito, un incapace di difendersi, sai quanti ne ha presi mio figlio?

Duemila, ma la rabbia cova, non è che non li sente, li capisce benissimo, ed è quello il pericolo.

Eh, lo fanno anche i ragazzi, si chiama bullismo, è proprio dei prepotenti e dei malati mentali.

Io non credo che il mio collega avesse problemi di autismo o simili, io credo che lo facesse sapendo di farlo, credo che il suo fosse un atteggiamento di evitamento, non ammetto che esiste un problema così non lo debbo risolvere, ci penserà qualcun altro...fino ad un certo punto gli ha detto anche bene, i capi alla lunga si stufano di ripetere le cose e allora le fanno fare a chi le capisce prima ancizhé a chi fa finta di non capirle, e quì parlo proprio di fare finta, non di avere un problema nel comunicare...

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funziona bene con dei capi essi stessi evitanti e facendolo da subito...

sarebbe interessante conoscere i pregressi, ad esempio se questo atteggiamento l'aveva da subito o se l'aveva

adottato tardivamente dopo essersi reso conto della scorciatoia manageriale

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funziona bene con dei capi essi stessi evitanti e facendolo da subito...

sarebbe interessante conoscere i pregressi, ad esempio se questo atteggiamento l'aveva da subito o se l'aveva

adottato tardivamente dopo essersi reso conto della scorciatoia manageriale

Funziona bene se è circoscritto e volto a "proteggerti" da un "pericolo" imminente...ma ho sempre avuto l'impressione che questo atteggiamento, iniziato per qualsivoglia motivo, abbia preso il sopravvento su di lui, che sia diventato uno "stile di vita" ... ovviamente resta solo un'impressione visto che io l'ho conosciuto quando era già così...

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da come lo racconti ricorda un po' Bartleby lo scrivano...

comunque intendevo dire che funziona bene, nel senso che non porta a conseguenze come quella che ha avuto lui, se

1) l'atteggiamento è tollerato nell'azienda, e

2) è tollerato che lo faccia tu

il punto 1) è abbastanza garantito dove l'"evitare" è piuttosto diffuso e soprattutto se lo è anche tra quadri e dirigenti

(cosa affatto rara e di cui i Jalisse danno qualche chiave di lettura)

il punto 2) deriva da una variante manageriale dell'effetto San Matteo, che hai descritto bene nel tuo post in rosso dove

scrivevi che "... alla lunga si stufano..." (in realtà spesso "la lunga" è molto corta, ma quello è solo un dettaglio...), e che

non è certo una cosa priva di conseguenze nelle scelte individuali sul come comportarsi in azienda...

Ne parlano anche qui: http://blogs.wsj.com/atwork/2013/03/27/bad-at-their-jobs-and-loving-it/ (traduco? :crazy: )

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Anche a me risulta che i capi si stufano alla corta, cioè tendano a circondarsi di possibili galoppini, persone possibilmente che li accontentano in tutto per a sua volta sbrigarsi e levarsi di torno, molto funzionale, devo dire, ha fatto comodo anche a me.

Vi cito una collega che l'altra mattina mi ha fatto venire il nervoso però sono stata ben d'accordo, "sai", mi fa, "mettiamo le rientranze al verbale, e io, "ah sì? e perchè? Perchè "lui vuole le rientranze sennò ci rompe i koglioni e a mezzogiorno siamo sempre qui"

Io dentro di me, non frequentando mai l'Ufficio del Dirigente, mi sono detta: "andiamo bene, assecondiamo il matto, per salvarci, mi sta bene"

Conoscere il nemico in tutte le fisime e nevrosi è utile.

Poi non si meravigli, il capo, che certa gente come me non si offra mai per fare nulla, se c'è un compito lo evita e se capita nei dintorni degli Uffici burocrazia, si rende invisibile o si infila cappelli improbabili per assomigliare a un attaccapanni,

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ahah, io sono di quelle che se c'è un gruppo di gente, io sono nel mezzo o dietro nascosta ben mimetizzata, non c'è l'evitante, c'è proprio l'insetto "stecco", divento del colore del cappotto della collega, apposta:)))))))))))))))))))))))))))))))))))))

d'altra parte dal mobbing bisogna difendersi, perchè se c'è un nevrotico, ansioso, nell'ambiente pubblico già riesce a far diventare pazzi, nel privato mi immagino cosa possa accadere, anche di tirarsi di sotto dalle finestre.

Credo che, non mi è mai capitato e mi auguro non succeda, se il mio posto di lavoro dipendesse da un superiore qualsiasi e dai suoi capricci nevrotici,, mi farei subito tutelare da qualcuno in anticipo.

Nelle aziende private dovrebbero mettere secondo me, un ambulatorio che attesti la sanità e l'equilibrio dei capi, prima di tutto, se hanno problemi, se non sono squilibrati ecc,ma c'è?

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A me sembra ci siano situazioni in cui le cose non dipendono da te, in qualunque modo tu cerchi di affrontarle. A volte, ci si ritrova non tanto ad attirarsi delle rogne ma ad essere semplicemente nel posto in cui confluiscono.

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Il problema è che se fossero rogne inerenti il lavoro in sè, nessuno si tirerebbe indietro, ma se sono rogne inerenti le persone che esercitano il potere, nessuno ci vuole avere a che fare.

Se il capo non sa gestire i suoi problemi e non si sa dare una regolata, soprattutto se si prende la libertà di invadere la sfera emotiva e personale dei suoi sottoposti con atteggiamenti o troppo amichevoli, o al contrario ostili, presto avrà il vuoto intorno,che consiste nella disistima generale, e sarà circondato da tanti squaletti come lui, pronti a divorarlo.

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Anche a me risulta che i capi si stufano alla corta, cioè tendano a circondarsi di possibili galoppini, persone possibilmente che li accontentano in tutto per a sua volta sbrigarsi e levarsi di torno, molto funzionale, devo dire, ha fatto comodo anche a me.

Io intendevo una cosa diversa... forse più tipica di situazioni in cui le cose da fare non sono da "galoppini" per cui se ne hai uno

o cento non cambia nulla dal punto di vista del risultato.

In quelle occasioni sono molto funzionali gli evitanti, perché pur non facendo molto nel senso di lavoro in senso stretto, svolgono

compiti molto utili (e spesso con molta 'zelanzia' e vorauleseilandergehorgasmia ) nell'incastrare i prescelti.

Di questi sì ne servono tanti... e infatti tanti ce ne sono, e spesso (quanto consapevolmente non so) tendono a razionalizzare la

loro 'sopravvivenza' adducendola a motivi diversi da questo, attribuendosi ad esempio improbabili qualità relazionali o cose così

(qualità talmente spiccate che poi tra tutti per sopportarsi a vicenda fanno fiorire i settori farmaceutico e di assistenza psicologica).

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Io intendevo una cosa diversa... forse più tipica di situazioni in cui le cose da fare non sono da "galoppini" per cui se ne hai uno

o cento non cambia nulla dal punto di vista del risultato.

In quelle occasioni sono molto funzionali gli evitanti, perché pur non facendo molto nel senso di lavoro in senso stretto, svolgono

compiti molto utili (e spesso con molta 'zelanzia' e vorauleseilandergehorgasmia ) nell'incastrare i prescelti.

Di questi sì ne servono tanti... e infatti tanti ce ne sono, e spesso (quanto consapevolmente non so) tendono a razionalizzare la

loro 'sopravvivenza' adducendola a motivi diversi da questo, attribuendosi ad esempio improbabili qualità relazionali o cose così

(qualità talmente spiccate che poi tra tutti per sopportarsi a vicenda fanno fiorire i settori farmaceutico e di assistenza psicologica).

da noi sono quelli che non fanno nulla di lavoro, che stanno poco in classe e molto dal Dirigente, tengono i rapporti, organizzano corsi, fanno telefonate, vanno alle riunioni, sono nelle commissioni, sono ovunque, sono quelli che chiacchierano ai Collegi, sono i famigerati con gli Incarichi, le Figure Obiettivo, li scelgono apposta perchè sono bravi a infinocchiare i colleghi rincretinendoli di discorsi inutili al microfono.

Sono i parlatori, i venditori di fumo e delle loro qualità relazionali.

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Il problema è che se fossero rogne inerenti il lavoro in sè, nessuno si tirerebbe indietro, ma se sono rogne inerenti le persone che esercitano il potere, nessuno ci vuole avere a che fare.

Se il capo non sa gestire i suoi problemi e non si sa dare una regolata, soprattutto se si prende la libertà di invadere la sfera emotiva e personale dei suoi sottoposti con atteggiamenti o troppo amichevoli, o al contrario ostili, presto avrà il vuoto intorno,che consiste nella disistima generale, e sarà circondato da tanti squaletti come lui, pronti a divorarlo.

Qui si ritorna al discorso delle dinamiche animali... Secondo me questa cosa non accade molto negli ambienti di cui stiamo parlando

perché oltre a non essere habitat adatti a bestie feroci (anche se tendono a rappresentarsi così), il collante che tiene insieme questi

gruppi di persone non è la qualità dei rapporti ma quella cosa che compie il mesiversario al 27 del mese. La capacità di tolleranza di

questi ambienti, nel loro complesso, rispetto a 'leadership' nefaste è molto elevata e scema rapidamente solo quando la leadership non

sa più come reperire le risorse per festeggiare quella ricorrenza.

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Qui si ritorna al discorso delle dinamiche animali... Secondo me questa cosa non accade molto negli ambienti di cui stiamo parlando

perché oltre a non essere habitat adatti a bestie feroci (anche se tendono a rappresentarsi così), il collante che tiene insieme questi

gruppi di persone non è la qualità dei rapporti ma quella cosa che compie il mesiversario al 27 del mese. La capacità di tolleranza di

questi ambienti, nel loro complesso, rispetto a 'leadership' nefaste è molto elevata e scema rapidamente solo quando la leadership non

sa più come reperire le risorse per festeggiare quella ricorrenza.

molto meglio insomma, credo che la scuola sia un ambiente molto più giungla proprio perchè, ed è questo che la rende temibile, le bestie che la popolano hanno dimenticato proprio lo scopo originario, prendere li sordi al 27, le nostre sono tutte bestie missionarie e legate da rapporti viscerali, infatti siamo dei soggetti attorno ai quali gli psicologi si trovano benissimo, vorrebbero tutti lavorare a scuola, siamo all'ambiente più primordiale di tutti, na famigliona gigante.

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A me sembra ci siano situazioni in cui le cose non dipendono da te, in qualunque modo tu cerchi di affrontarle. A volte, ci si ritrova non tanto ad attirarsi delle rogne ma ad essere semplicemente nel posto in cui confluiscono.

Sì, e un buon modo per trovarcisi è appunto non rendersi conto per tempo dell'effetto San Matteo...

Se te ne accorgi quando la cosa ha già acquisito quantità di moto (o forse meglio... momento angolare)

diventa dura ritornare sui tuoi passi ed allinearti...

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molto meglio insomma, credo che la scuola sia un ambiente molto più giungla proprio perchè, ed è questo che la rende temibile, le bestie che la popolano hanno dimenticato proprio lo scopo originario, prendere li sordi al 27, le nostre sono tutte bestie missionarie e legate da rapporti viscerali, infatti siamo dei soggetti attorno ai quali gli psicologi si trovano benissimo, vorrebbero tutti lavorare a scuola, siamo all'ambiente più primordiale di tutti, na famigliona gigante.

e daje con questa giungla... sono ambienti burocratici, non compatibili con la giungla, e habitat per animali molto diversi

la giungla forse ci sarà dopo, come nella città Maya, quando la burocrazia sarà scomparsa, ma non è ancora tutto perduto

una cosa che potrebbe essere utile per evitarlo potrebbe essere quella di appendervi un po' di manifesti con su scritto

"Qualunque sia il tuo ruolo in questa organizzazione, ricordati che sei una persona e che questi sono uffici".

Capisco che magari è un po' deprimente, ma ad insistere con improbabili paragoni con cose certamente più affascinanti

come gli animali della giungla, o i condottieri da campi di battaglia come Napoletone, si richia di alterare un po' troppo

la percezione che si ha di sè e degli altri...

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A me sembra ci siano situazioni in cui le cose non dipendono da te, in qualunque modo tu cerchi di affrontarle. A volte, ci si ritrova non tanto ad attirarsi delle rogne ma ad essere semplicemente nel posto in cui confluiscono.

Sto' seriamente pensando di mettere come screensaver al mio pc in ufficio questa frase: se qualcosa può andar, male lo farà...

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Credo che, non mi è mai capitato e mi auguro non succeda, se il mio posto di lavoro dipendesse da un superiore qualsiasi e dai suoi capricci nevrotici,, mi farei subito tutelare da qualcuno in anticipo.

Nelle aziende private dovrebbero mettere secondo me, un ambulatorio che attesti la sanità e l'equilibrio dei capi, prima di tutto, se hanno problemi, se non sono squilibrati ecc,ma c'è?

In base alla mia esperienza la maggior parte dei posti di lavoro nel privato dipendono dai capricci dei superiori.

Non vorrei spaventare nessuno...ma le tutele praticamente non esistono se miri a conservare il posto.

In alcuni casi si può ottenere un indennizzo economico ma farsi reintegrare in una struttura che non ti vuole significa costruirsi da soli la propria croce.

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Doppio...


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nelle aziende private più che gli ambulatori per i capi mancano i contrappesi, sia quelli legali che quelli culturali

quelli sono necessari dovunque ci sono cariche e relativi strumenti (e prebende), giustificati con l'assunzione di doveri e responsabilità maggiori

altrimenti degenerano rapidamente sia l'esercizio del potere che il modo di rapportarsi ad esso... cosa che infatti avviene sistematicamente...

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In base alla mia esperienza la maggior parte dei posti di lavoro nel privato dipendono dai capricci dei superiori.

Non vorrei spaventare nessuno...ma le tutele praticamente non esistono se miri a conservare il posto.

In alcuni casi si può ottenere un indennizzo economico ma farsi reintegrare in una struttura che non ti vuole significa costruirsi da soli la propria croce.

E' vero, ma infatti non esiste di andare a rilavorare nel posto con il quale si è in conflitto, se ci si scontra, non ci si reintegra più, ma perchè. E' anche qui la stortura, la società non ammette reintegrazioni, si fanno tanti discorsi sull'integrazione ma nei fatti e nella realtà, l'uomo non sa integrare,perchè non sa perdonare e comprendere, la società è una realtà chiusa, una volta uscitone sei fuori, a meno che tu non elimini tutti i tuoi avversari politici:)))))

Ieri guardavo l'ultimo Anna Karenina, qual è il messaggio? Chi esce allo scoperto e manifesta apertamente i suoi bisogni e il suo dissenso, ora lì siamo all'apoteosi, è paria per sempre, l'importante è che questo essere paria non lo sconvolga al punto di sentirsi colpevole.

Il paria deve mantenere il suo coraggio di dissentire fino in fondo, fino a spremere dalla società tutto ciò che può.e non lavorare a suo favore, Chi lavora dà in cambio di mangiare, è un rapporto commerciale, è un baratto, non vi sono correttezze nel commercio, si fa a chi ottiene di più.

Il lavoratore e la società SONO CONTROPARTI, nemici.

La croce se la fa chi vorrebbe tutto, cioè sia dissentire, sia il riconoscimento di un ruolo utile, di lavorare per la società, è impossibile.

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'sti viziatoni...

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leggevo nel libro di Jared Diamond una cosa abbastanza curiosa: i vichingi che si erano insediati in Groenlandia non mangiavano pesce.

Era una delle poche risorse di cui godevano in abbondanza, provenivano da zone dove se ne faceva largo uso da secoli, erano pure cristiani

(venerdì...), morivano di fame ogni anno dispari, si erano adattati a mangiare anche cose schifose come la carne di foca, ma pesce niente.

Lui ipotizza che avessero sviluppato una sorta di tabù e fa un'ipotesi scherzosa su come potrebbe essere nato...

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