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Ma insomma, una psicoterapia a cosa serve?


aioblu

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mi posso sbagliare ma ricordo che tu hai detto che nn c'e' nessuna scienza che sia infallibile, adesso dice che la psicologia , l'analisi ecc..

sia una scienza confermata , accettata da tutti come il vangelo della vita.

beh , io credo che sia una cosa superata anche se' ancora utile ma questa e' una mia opinione.......ciao :!:  :LOL:  :LOL:

certo che la scientificità di una qualsiasi cosa corrisponde in fondo a "ritenere scientifica una cosa" più che poter affermare il valore assoluto circa la sua scientificità, quindi ricordi bene...

ma da qui a dire che la psicoterapia non cura i casi gravi, cioè le psicosi, o che sia superata, ce ne corre...di sicuro continua a non avere effetti collaterali, come invece i medicinali...infatti non credo che il nostro futuro dovrà essere per forza pieno di tali effetti collaterali, anzi...: anche la psicoterapia fa passi avanti ogni giorno...

Ciao T-e-x, che pure mi mandi al manicomio, con tutti sti nick... :)

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io son sicuro ed e' mia opinione che la psicoterapia nn ha mai quarito nessuna psicosi , che sia ancora utile ...si ma fra una ventina d'anni

sara' un'altro discorso. son dieci anni che prendo lo zoloft , certo avro' avuto qualche effetto collaterale ma ti giuro che e' passato in'osservato.

ci sono miglioni e miglioni di persone che prendono medicinali come questi e che per loro fortuna possono affrontare la loro vita quasi normalmente. questo e' dovuto allo studio di veri scenziati che mettono il loro ingegno per portare sollievo alla gente. se io compro una bottiglia di vino e nn e' buona nn ritorno a ricomperarla anzi la porto indietro.

i medicinali nn sopprimano le emozioni , regolano un meccanismo che nn funziona. io sono, triste , felice, rido , scherzo , mi amareggio e cosi' via!

nn cercare di di spaventare la gente che nn ci riesci eppoi sono adulti e vaccinati e possono decidere come vogliono .

aio , nn voglio mandarti al manicomio per aver cambiato tanti nick ma ho avuto problemi a connettarmi ieri !! :LOL::wink:

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(-

Ma insomma, una psicoterapia a cosa serve?

Quando è il caso di affrontare una psicoterapia?

Quanti approcci, ovvero metodi, scuole, indirizzi, psicoterapeutici diversi esistono?

Come scegliere quello "giusta" per noi?

Come si svolge una seduta "singola" o una seduta di "gruppo"?

Pensi sia stata utile per te che l'hai affrontata?

Può risolvere qualcosa?

Cosa può risolvere e cosa no?

Quali sono i suoi limiti?

E' utile il "fai da te" a livello psicologico?

Pensi che più gente si rivolgerà in futuro agli psicoterapeuti o è una disciplina che è destinata a perdere spazio? _ )

--------------------------------------------------------------------------------

entro solo adesso nella discussione, non ho il tempo di leggere tutto ma voglio rispondere lo stesso alle domande .

- in qualsiasi modo la si faccia ( scuola o metodo ) la terapia è necessaria per chi sta male e vuol star meglio ..

- non ci sono modi alternativi ..

- il fai da te è pericolosissimo.

i limiti li poniamo noi non l' analisi o la terapia.

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- la psicoterapia non va confusa con l'arte della consolazione;nessuna terapia infatti serve a consolare la persona che affronti un percorso terapeutico.

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io son sicuro ed e' mia opinione che la psicoterapia nn ha mai quarito nessuna psicosi , che sia ancora utile ...si  ma fra una ventina d'anni

sara' un'altro discorso. son dieci anni che prendo lo zoloft , certo avro' avuto qualche effetto collaterale ma ti giuro che e' passato in'osservato.

ci sono miglioni e miglioni di persone che prendono medicinali come questi e che per loro fortuna possono affrontare la loro vita quasi normalmente. questo e' dovuto allo studio di veri scenziati che mettono il loro ingegno per portare sollievo alla gente. se io compro una bottiglia di vino e nn e' buona nn ritorno a ricomperarla anzi la porto indietro.

i medicinali nn sopprimano le emozioni , regolano un meccanismo che nn funziona. io sono, triste , felice, rido , scherzo , mi amareggio e cosi' via!

nn cercare di di spaventare la gente che nn ci riesci eppoi sono adulti e vaccinati e possono decidere come vogliono .

aio , nn voglio mandarti al manicomio per aver cambiato tanti nick ma ho avuto problemi a connettarmi ieri !! :wink:  :wink:

Le persone fortunatamente sanno che la psicoterapia è in grado di affrontare, come affronta, "tutti" i tipi di disturbo psicologico, e quindi gli studi dei terapeuti sono sempre affollati....per il resto ti ho già risposto prima quindi ti rimando a quanto già si era detto.

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hanno trovato geni anomali che causa il bipolarismo nei  

cromosoni 4-13-15-18.

per la schizofrenia hanno trovato un gene anomalo

nel cromosone 6.

sai che hanno scoperto un gene anomalo che causa l'alta pressione sanquigna?  scoperta fatta in italia ...come vedi col tempo si sapra' di piu' e sinceramente questo futuro lo vedo super roseo.

certe professioni odiano queste ricerche perche' vogliono mantenere lo status quo? perche'?

io mi rendo conto che se hai deciso in maniera così "radicale" di seguire una strada è inutile tentare di convincerti del contrario, nè siamo qui per quello...però credo utile soffermarsi ancora un pò su questo aspetto del discorso che affrontiamo in questo topic.

A proposito della questione "geni", ti invito a riflettere su un quesito: sono le endorfine a causare la gioia, o è la gioa a causare la produzione di tali sostanze nel nostro corpo?

Deduzione: se è un processo "unitario" che determina la presenza di gioia e di endorfine dentro di noi...e quindi le due cose hanno una relazione reciproca, introdurre artificialmente dette sostanze significa alterare il processo naturale della gioia, ed inoltre rendere l'organismo incapace di far fronte da solo alla loro produzione; infatti con l'introduzione esterna di sostanze il corpo si disabitua a produrre da solo quelle sostanze. Ti dico anche il motivo, e cioè questa disabitudine subentra perchè il corpo si sente "fregato", nel senso che tu lo costringi ad essere "contento" ( e così via tutte le emozioni "artificiali" indotte dal farmaco) quando lui viceversa avrebbe bisogno, per esempio, di essere triste...questo porta a sballare tutte le "autentiche" dinamiche interne psicologiche...che essendo fenomeni "complessi", "articolati", non si può pretendere di sostituirle con sostanze biochimiche...è un assurdo se ci riflettiamo bene...

Daltronde i invito a riflettere anche sui pericoli enormi del dare per scontato che una sostanza possa risolvere problemi esistenziali...in questo modo la nostra società tende sempre più a disabituarsi/dsabilitarsi dal mettere in atto i "processi naturali dell'esistenza"...

Veniamo al "potere dei geni"; i geni possno essere intesi quali "predisposizione a ...", "possibilità di ...", in questo senso c'è sempre bisogno di un processo esistenziale, del tuo vissuto, che attivi quei geni, altrimenti non si spiega perchè alcuni sviluppano un dato tratto "previsto" dal quel dato gene mentre altri no...cioè chi ha il "gene della depressione" non è detto che in realtà la sviluppi , la manifesti...dipende dal suo vissuto...

Ora se vogliamo convincerci che i nostri mali esistenziali dipendono dai "geni" noi apriamo un'autostrada a chi ha proprio bisogno di non "responsabilizzarsi" a livello esistenziale, potendo egli credere che le sue dinamiche di vita non sono frutto del suo modo di vivere, del suo vissuto, ma semplicemente di una stupida sostanza...

e le multinazionali farmaceutiche su questa autostrada ci sguazzano, e se ne fottono di far capire alla gente che TUTTI i problemi psicologici si possono risolvere con un percorso terapeutico, anche e soprattutto i problemi più gravi...

Tex ti invito a riflettere sulla propaganda indiretta che fai alle case farmaceutiche che, non lo meritano affatto...e sul fatto che discorsi come i tuoi inducono le persone al "disimpegno esistenziale"...

Ora ti ripeto, se tu hai trovato un tuo equilibrio io sono più che contento per te, ma non ritengo affatto giusto che tu additi il metodo che tu hai scelto come esempio...non è così, ...io so perfettamente che non è così...e, a parte gli psichiatri e le case farmaceutiche, è daccordo tutto il mondo con quello che ti sto dicendo...

lascia un pò stare i premi nobel...un' aspetto biochimico particolare del problema, una semplice ricerca, ancorchè di pregio, non potrà mai spiegarti la vita...ed è invece lì che osa, con successo, la psicoterapia...

Sì , però non "dimentichiamoci" di quanto possa essere importante la genetica...e di quanto ancora poco sappiamo di essa...

P.S. Ma che c'hai te contro gli indovinelli?? :arrow:

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io son sicuro ed e' mia opinione che la psicoterapia nn ha mai quarito nessuna psicosi , che sia ancora utile ...si  ma fra una ventina d'anni

sara' un'altro discorso. son dieci anni che prendo lo zoloft , certo avro' avuto qualche effetto collaterale ma ti giuro che e' passato in'osservato.

ci sono miglioni e miglioni di persone che prendono medicinali come questi e che per loro fortuna possono affrontare la loro vita quasi normalmente. questo e' dovuto allo studio di veri scenziati che mettono il loro ingegno per portare sollievo alla gente. se io compro una bottiglia di vino e nn e' buona nn ritorno a ricomperarla anzi la porto indietro.

i medicinali nn sopprimano le emozioni , regolano un meccanismo che nn funziona. io sono, triste , felice, rido , scherzo , mi amareggio e cosi' via!

nn cercare di di spaventare la gente che nn ci riesci eppoi sono adulti e vaccinati e possono decidere come vogliono .

aio , nn voglio mandarti al manicomio per aver cambiato tanti nick ma ho avuto problemi a connettarmi ieri !! :LOL:  :wink:

Le persone fortunatamente sanno che la psicoterapia è in grado di affrontare, come affronta, "tutti" i tipi di disturbo psicologico, e quindi gli studi dei terapeuti sono sempre affollati....

certamente che sono affollati ormai il pesce ha preso l'amo ed e' difficile che si liberi ! ho letto su un sito pieno di psicologi, psicoterapeutici, sociologi, sessuologhi che rispondono a varie domande poste da familiari di malati . devo ammettere che sono delle persone veramente responsabili , che sanno i loro limiti, e veramente ci tengono alla salute dei malati . loro dicono che i bipolari , certe depressioni, disturbo borderline della personalita', disturbi schizofrenici ed altro , il trattamamento farmacologico e' indispensabile e che la terapia aiuta come ausilio al trattamento!! vedo che nn tengono i loro clienti per anni,

e li fanno dipendere psicologicamente da loro senza risultati.

per il resto ti ho già risposto prima quindi ti rimando a quanto già si era detto.

altrettando aio :wink:

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- la psicoterapia non va confusa con l'arte della consolazione;nessuna terapia infatti serve a consolare la persona che affronti un percorso terapeutico.

da dove ti viene l' idea che possa esssere consolatoria ?.

al contrario e talmente dura che molti scappano

e pensano che esistono modi alternativi .. "consolandosi" in questa idea non affrontano i loro problemi.

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io son sicuro ed e' mia opinione che la psicoterapia nn ha mai quarito nessuna psicosi , che sia ancora utile ...si  ma fra una ventina d'anni

sara' un'altro discorso. son dieci anni che prendo lo zoloft , certo avro' avuto qualche effetto collaterale ma ti giuro che e' passato in'osservato.

ci sono miglioni e miglioni di persone che prendono medicinali come questi e che per loro fortuna possono affrontare la loro vita quasi normalmente. questo e' dovuto allo studio di veri scenziati che mettono il loro ingegno per portare sollievo alla gente. se io compro una bottiglia di vino e nn e' buona nn ritorno a ricomperarla anzi la porto indietro.

i medicinali nn sopprimano le emozioni , regolano un meccanismo che nn funziona. io sono, triste , felice, rido , scherzo , mi amareggio e cosi' via!

nn cercare di di spaventare la gente che nn ci riesci eppoi sono adulti e vaccinati e possono decidere come vogliono .

aio , nn voglio mandarti al manicomio per aver cambiato tanti nick ma ho avuto problemi a connettarmi ieri !! :cry:  :wink:

Le persone fortunatamente sanno che la psicoterapia è in grado di affrontare, come affronta, "tutti" i tipi di disturbo psicologico, e quindi gli studi dei terapeuti sono sempre affollati....

certamente che sono affollati ormai il pesce ha preso l'amo ed e' difficile che si liberi ! ho letto su un sito pieno di psicologi, psicoterapeutici, sociologi, sessuologhi che rispondono a varie domande poste da familiari di malati . devo ammettere che sono delle persone veramente responsabili , che sanno i loro limiti, e veramente ci tengono alla salute dei malati . loro dicono che i bipolari , certe depressioni, disturbo borderline della personalita', disturbi schizofrenici ed altro , il trattamamento farmacologico e' indispensabile e che la terapia aiuta come ausilio al trattamento!! vedo che nn tengono i loro clienti per anni,

e li fanno dipendere psicologicamente da loro senza risultati.

per il resto ti ho già risposto prima quindi ti rimando a quanto già si era detto.

altrettando aio :wink:

L'amo lo lanciano i pescatori.

Aggiungo che chi non è capace di svolgere la professione dello psicoterapeuta, con non facile, può consigliarti di rivolgerti ad uno psichiatra che ti dia delle medicine. Secondo "il mio avviso" in quel caso un terapeuta ha rinunciato a fare il suo mestiere, che gli consente di risolvere tutte le patologie psicologiche ( nevrosi/psicosi) senza fare alcun uso di psicofarmaci.

Per il resto non faremmo che ripeterci.

Ciao Tex.

Aio.

P.S.: quando mi vieni a trovare? :D

Per Velvet.

Si, ma non dimentichiamo di capire e di fissare i limiti del rapporto tra comportamenti/processi cognitivi reali e la genetica...la genetica ti da una predisposizione: ma ogni cosa per poter avverarsi dentro di noi ha bisogno che vi sia una nostra strutturazione (gene) che faccia si che si possa manifestare quel dato tratto...in questo senso è lecito aspettarsi che qualsiasi caratteristica umana abbia riscontro in quel dato gene...ora tra la possibilità, l'essere capaci di, essere predisposti a, ed il fare reale c'è una bella differenza che oserei definire abissale...

(P.S.:"contro" nulla... ma tra indovinelli desinenze associazioni e cose del genere certe volte ho l'impressione di trovarmi sul forum della settimana enigmistica, più che su un forum di psicologia...)

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Sì , capisco quello che intendi...e sono anche molto d'accordo con te...si fossimo "tutto genetica" , in ogni senso...beh , credo che saremmo sostanzialmente identici da millennii...!

P.S. Eh , in effetti...ma sai com'è , uno deve pur trovare un sistema per aumentare i suoi posts senza riflettere su quello che scrive , o no?? :LOL:

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Sì , capisco quello che intendi...e sono anche molto d'accordo con te...si fossimo "tutto genetica" , in ogni senso...beh , credo che saremmo sostanzialmente identici da millennii...!

P.S. Eh , in effetti...ma sai com'è , uno deve pur trovare un sistema per aumentare i suoi posts senza riflettere su quello che scrive , o no?? :wink:

infatti... (sia alla tua risposta che al P.S.) :)

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Leggevo...

...Il risultato di questa fuga da se stesso è la nevrosi, la psicosi, ma anche la rigidità emotiva, l´adattamento passivo e conformista alla società” (Morelli, 1997). Manipolerà se stesso e gli altri, cercherà in ogni modo il sostegno ambientale al fine di evitare la responsabilità dei propri atti e il dolore del vivere: "nutriamo tutta una serie di aspettative catastrofiche [...] con le quali ci impediamo di vivere, di essere [...] queste fantasie ci impediscono di assumerci quei ragionevoli rischi che sono parte integrante della crescita e della vita"(Perls, 1969a).  

Correre il rischio, secondo Perls, significa restare aperti, pronti e ricettivi di fronte alle situazioni in cui ci troviamo, concedendoci di agire e di rispondere in modo autentico, non dettato dalla maschera che ci protegge. Spesso per esempio, diciamo di sì continuando a fare i “bravi ragazzi” anche quando intimamente vorremmo dire di no, perché questo comporterebbe il rischio di essere rifiutati o abbandonati, rischio che gran parte degli individui preferisce evitare pagando il prezzo del sacrificio e dell’insoddisfazione. “Meglio camminare su questa terra come dei mezzi cadaveri, che vivere pericolosamente, e capire che questo vivere pericolosamente è molto più sicuro di questa vita di assicurazioni, di sicurezza priva di rischi, che viene scelta dalla maggior parte di noi” (Perls, 1969a). Ma se non corriamo il rischio non ci apriremo mai nuove prospettive. Per cui rischiare significa porsi in una “situazione di equilibrio fra le aspettative catastrofiche e quelle anastrofiche. Bisogna vedere tutti e due lati della cosa. Potreste vincere, ma potreste anche perdere” (Perls, 1969a).

Questa non garanzia della felicità e del successo ci spaventa a tal punto che continuiamo a non assumerci la responsabilità della nostra vita. Ci neghiamo quei sentimenti, emozioni, intuizioni che ci permetterebbero nuovi modi di essere nel mondo, ma dei quali ignoriamo, e perciò paventiamo, l’imprevedibile effetto futuro.

La terapia della Gestalt non si propone di fornire conforto, consolazioni, consigli, “istruzioni per l’uso”, risposte esistenziali né tantomeno di aiutare il paziente ad essere più efficiente per riadattarsi, o adattarsi meglio, alla società. Quello che promuove invece è una crescita in termini di maggiore adesione e adattamento a se stesso affinché inizi ad interagire con l’ambiente, non sulla base di ruoli fittizi o socialmente desiderabili, bensì attraverso bisogni e modalità riconosciuti come propri. Riprendendosi la responsabilità della propria vita il paziente riacquista la capacità di autosostenersi: “Il fine della terapia consiste nel far sì che il paziente non dipenda dagli altri, e scopra fin dal primissimo momento che può fare molte cose, molte più cose di quelle che crede dipoter fare” ( Perls, 1969a).

Secondo Perls, affinché il paziente si riappropri del proprio potere, è necessario che diventi consapevole dei propri comportamenti, compresi gli aspetti disarmonici e contraddittori: "se ti assumi la responsabilità di quello che stai facendo, del modo in cui produci i tuoi sintomi, del modo in cui produci la tua malattia, del modo in cui produci la tua esistenza - al momento stesso in cui entri in contatto con te stesso - allora ha inizio la crescita, ha inizio l´integrazione" (Perls, 1969a).  

Assumersi la responsabilità della propria vita significa accettare le nostre “sfumature”, anche le più “grigie”, inquietanti e imbarazzanti, significa riuscire ad ironizzare sui propri difetti ed errori: " amico non aver paura dei tuoi errori. Gli errori non sono peccati. Gli errori sono modi di fare qualcosa di diverso, forse nuovo in senso creativo. Amico non pentirti dei tuoi errori. Siine fiero. Hai avuto il coraggio di dare qualcosa di te stesso" (Perls, 1969b).

Per questo Perls concepisce la psicoterapia come spazio-tempo in cui iniziare a contattare le proprie contraddizioni. In Gestalt si tende ad intensificare piuttosto che ridurre l´ansia, lo stress, le frustrazioni, cercando di facilitare il riconoscimento, il contatto e l’espressione di quelle emozioni, stati d’animo ansiogeni e dolorosi che in genere cerchiamo di fuggire o “aggiustare”. Il terapeuta non alimenterà la fantasia del paziente che ci possa essere qualcuno al mondo in grado di aiutarlo e di consolarlo. Al contrario gli impartirà delle piccole frustrazioni in modo che il paziente attivi le proprie risorse, impari a tollerare anche le sensazioni negative e riesca a trovare delle risposte personali senza le rassicurazioni del terapeuta. Imparare a camminare da soli significa cadere e sperimentare che si è in grado di rialzarsi senza ricorrere al sostegno esterno.

...

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a proposito della tua osservazione lo scritto che leggevo continuava proprio analizzando le differenze tra la gestalt-therapy e la psicanalisi...ovvero tra i metodi psicoterapeutici "esperienziali" / "sperimentali" e quelli "analitico/scientifici":

Da quanto detto, emerge come la terapia gestaltica sia una terapia esperenziale più che interpretativa. Essa focalizza l’attenzione sul presente, per cui i problemi che il paziente presenta in terapia, anche se possono derivare da esperienze o traumi appartenenti al passato, sono presi in considerazione solo nella misura in cui interferiscono con la realtà attuale del paziente. In terapia viene chiesto al paziente di prestare attenzione a quel che sente qui ed ora, di diventare consapevole dei suoi gesti, della sua respirazione, delle sue emozioni, dei suoi atteggiamenti, dei suoi pensieri. Questa attenzione all’esperienza presente, a ciò che sento e che sono qui ed ora permette di distogliere il paziente dalle sue razionalizzazioni, ruminazioni, idealizzazioni, gli consente di andare oltre alle rappresentazioni stereotipate di sé, ancorandolo al contatto con ciò che veramente gli sta accadendo.  

Viene scoraggiata la “dietrologia” ovvero l’interpretazione, la ricerca delle cause di ciò che esperisce. Per questo Perls, considera la relazione fra paziente e terapeuta come autentica di per sé; egli non nega che il transfert rappresenti la riattivazione di copioni relazionali esperiti in passato dal paziente, ma non è interessato a questo aspetto dal punto di vista clinico, bensì alla sua manifestazione attuale nel setting. L’interpretazione del transfert, secondo Perls, allontana l’individuo dalla ricchezza delle sue esperienze di vita, annullando la potente forza dell’azione e dei sentimenti presenti. All’interno del setting dunque, il paziente proverà delle emozioni per il terapeuta che devono essere trattate di per sé, come ora si manifestano, al fine di poter intervenire sulle distorsioni e poter operare dei cambiamenti concreti. Le opportunità di crescita nascono dalle dinamiche presenti e il lavoro per giungere a una soluzione avviene nella realtà fra paziente e terapeuta. Per esempio, se il paziente è arrabbiato col terapeuta, potrebbe essere importante sapere, come egli vive e accetta questo sentimento ora e cosa intende farne. In Gestalt dunque “viene enfatizzata la fiducia nel flusso naturale della relazione, senza costringere tale flusso in connessioni simboliche con il passato e senza andare aldilà del fatto, verso qualsiasi fattore psicologico che possa spiegare il suo comportamento attuale….Il pericolo di assegnare preventivamente un significato alle esperienze è che si potrebbe dare forma a ciò che è ancora in processo e indurre comportamenti subordinati al significato, stabilendo solo un’altra base per un comportamento stereotipato “ (Polster, 1973).  

Mentre la psicoanalisi cerca simboli nel passato del paziente che illuminino la relazione terapeutica attuale, la prospettiva gestaltica crede che la relazione terapeutica presente produca di per sé dei simboli che sono valide affermazioni e che si estendono oltre i limiti della relazione terapeutica. Dunque l’esperienza presente, è in grado di produrre nuove rappresentazioni di sé e del mondo che, assumendo la qualità di simboli, vengono proiettate anche al di fuori del setting terapeutico promuovendo un cambiamento nella vita quotidiana del paziente. Questo accento sul presente come fonte di nuovi simboli, nuove rappresentazioni che possono, senza debiti col passato, agire da qui in poi, nel futuro del paziente è l’aspetto peculiare della psicoterapia di Perls.

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caro aioblu' esistono diversi metodi validi a seconda delle scule principali a cui fanno riferimento .

ci sono persone che preferiscono la gestalt altri che preferiscono una psicoanalisi freudiana altri scelgono jung ....altri la transazionale ..

dipende da quello che le proprie resistenze gli impongono di seguire.

ad esempio io preferisco la parola perchè ho molta resistenza a mettere in gioco il corpo .. non mi faccio toccare e non mi va di stare seduto al centro di una stanza osservato nei miei gesti e nella mia postura.. scappo .

preferisco l' ombra del lettino ..

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Ehi t-e-x ma ti si è impallato il computer?

dove sei andato? 8)

Sei sei morto faccelo sapere :LOL:

Ti voglio bene fatti sentire. 8)

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  • 4 weeks later...
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  • 2 weeks later...

leggevo poc'anzi:

...Samuele Hahnemann, il fondatore dell'Omeopatia, insegnava già due secoli fa e cioè che:

- L'uomo è un essere integrato e unitario, perchè i suoi vari aspetti (fisico, neurologico, psicologico, emozionale, affettivo, sociale e spirituale) costituiscono un'unità inscendibile.

- Le malattie non sono fatti a se stanti, non sono mai localizzate e i loro sintomi hanno sempre una ragione d'essere, per cui il malato va studiato in tutta la sua unità personale con un'attenta raccolta della sua storia biopatografica.

- Ogni terapia o stimolo agisce sulla totalità della persona e ogni medicamento deve essere sperimentato sull'uomo sano.

- La terapia deve essere basata sul'uso del medicamento più simile all'intera e deve essere scelto come quello capace di ristabilire l'equilibrio e l'armonia tra tutte le parti che formano l'individuo, evitando quindi ogni terapia sintomatica o comunque riservandola solo a condizioni che non sono aggredibili in altro modo.

...

se sostiituiamo la parola medicamento con psicoterapia il significato dello scritto resta intatto ed applicabile utilmente al campo psicoterapeutico.

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  • 2 years later...
c'è un interssante link che tende a far luce su alcuni aspetti delle questioni poste dal topic

http://xenu.com-it.net/txt/folli.htm#1

che contiene una critica (cmq un pò troppo dura, secondo me, anche se interessante) relativamente a recenti "filoni" psicoterapeutici.

una battuta tratta dalla recensione:

"Cosa c'è che non va.

Studente: Cos'è la scienza?

Professore: È cercare un gatto nero in una stanza buia.

Studente: Cos'è la filosofia?

Professore: È cercare un gatto nero in una stanza buia e il gatto non c'è.

Studente: Cos’è la psicoterapia?

Professore: È cercare un gatto nero in una stanza buia dove il gatto non c 'è e trovarlo. "

Ora, una battuta è una battuta e lo stesso commentatore tiene a precisare:

"...La proporzione di rassicurazioni ai pazienti e di rappresentazione dei rischi, dei possibili abusi, delle bizzarrie, dei danni concretamente patiti da alcune persone è, però, tanto squilibrata in questa seconda direzione che più di qualche lettore potrà sviluppare alla fine del libro un atteggiamento negativo e di diffidenza verso l'intero campo della psicoterapia.

Atteggiamento negativo e di diffidenza poco giustificato e che la psicoterapia non merita più di altre forme di trattamento psicologico o psichiatrico. Si pensi, ad esempio, al fatto che il principio «una causa, una cura» è attualmente assai più diffuso nel campo della psichiatria biologica o della psichiatria sociale. E così viene spesso affermato che, a prescindere dalle caratteristiche di ciascun paziente, dai suoi bisogni, dal modo in cui si struttura e si esprime il disturbo, il farmaco Prozac può essere utile a tutti i depressi, o l’inserimento in una cooperativa sociale di lavoro a tutti i giovani schizofrenici. Anche in termini di rischi e di danni, non si possono dimenticare quelli, talvolta inevitabili (almeno in effetti collaterali), delle terapie farmacologiche. ..."

da leggere agli appassionati dell'argomento io, partirei da pagina uno e non perderei nemmeno una parola.....

123 via-- :icon_surprised:

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l'omeopatico e' un dottore come tutti gli altri e prescrivono medicine come gli altri colleghi.

e' vero che cercano di curare la base della malattia ma e' anche vero che 200 anni fa'

si capiva poco e niente sulle malattie congenitali ,ambientali (vedi l'amianto) ,

genetiche ecc e solo un folle crede che tutto debba essere risolto con cure medievali....

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l'omeopatico e' un dottore come tutti gli altri e prescrivono medicine come gli altri colleghi.

e' vero che cercano di curare la base della malattia ma e' anche vero che 200 anni fa'

si capiva poco e niente sulle malattie congenitali ,ambientali (vedi l'amianto) ,

genetiche ecc e solo un folle crede che tutto debba essere risolto con cure medievali....

l' omeopata è anche colui che ti guarda nell' insieme.

la medicina specialistica ha il difetto di aggiustare i pezzi senza guardare all' insieme.

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l'omeopatico e' un dottore come tutti gli altri e prescrivono medicine come gli altri colleghi.

e' vero che cercano di curare la base della malattia ma e' anche vero che 200 anni fa'

si capiva poco e niente sulle malattie congenitali ,ambientali (vedi l'amianto) ,

genetiche ecc e solo un folle crede che tutto debba essere risolto con cure medievali....

scusate ma ho confuso l'omeopatia con l'osteopatia.

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  • 2 weeks later...
l' omeopata è anche colui che ti guarda nell' insieme.

la medicina specialistica ha il difetto di aggiustare i pezzi senza guardare all' insieme.

L'omeopata ti cura con la visita, e poi per farti contento, ti da una boccetta di acqua bidisillata, dicendoti che li dentro sta l'elisir che ti guarira'.

E tu ci credi, e madari stai anche meglio.

Basta che non sia una malattia seria.

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caro aioblu' esistono diversi metodi validi a seconda delle scule principali a cui fanno riferimento .

ci sono persone che preferiscono la gestalt altri che preferiscono una psicoanalisi freudiana altri scelgono jung ....altri la transazionale ..

dipende da quello che le proprie resistenze gli impongono di seguire.

ad esempio io preferisco la parola perchè ho molta resistenza a mettere in gioco il corpo .. non mi faccio toccare e non mi va di stare seduto al centro di una stanza osservato nei miei gesti e nella mia postura.. scappo .

preferisco l' ombra del lettino ..

se vuoi fare lo psicologo mi sa che dovrai trovare una soluzione....

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