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compromessi


diase

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i compromessi,sono molto difficili x me..però a volte sono richiesti per "paura" di perdere quello che conta per se stessi..

eppure è un'enorme fatica dover scegliere fra il valore di "essere interamente se stessi" o "perdere qualcosa di importante"

sono le scelte..ma a volte essere se stessi sino in fondo (perchè si tiene molto a quella parte di sè)è così difficile da affrontare, lascia dolore,svuota,è la rinuncia..

l'unico tentativo è trovare di meglio,cioè una direzione che ti permetta di conservare tutto questo..ma è una strada così in salita che sembra "a vista"non ci sia granchè da sperare..eppure devo farlo..

a volte mi chiedo se non devo "smettere" di ragionare in questi termini ed adeguarmi..ma a cosa?(forse tornerei sempre da me,ma non lo so..)..a volte è così profondo questo mio desiderio che rischio,soffrendo, davvero tutto il resto..non so..che pensate?

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Io penso che la maggior parte dei quelli che chiamiamo "compromessi" non sono compromessi... bensì imposizioni,

e che "bisogna saper scendere a compromessi" sia una delle tante formule magiche di cui s'abusa per abusare.

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sono d'accordo,si paga un prezzo per non permettere a qualcuno di "abusare"..

certo esiste il giusto compromesso,quello che veicola quello che è giusto che venga veicolato,diversamente non avremmo nessun interesse a "scambiare" e relazionare con l'esterno..si tratta di delimitare i confini..

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Io credo che se non riconosciamo noi stessi e i nostri confini personali, qualsiasi compromesso potrà sembrare un abuso o un atto lecito...

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bella e giusta osservazione datango..bisogna sentire la spinta interiore,l'istinto..e cos'altro?

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Io penso che quando si parla di compromessi, sempre che si parli di compromessi con altri, e

non con se stessi, sia meglio concentrarsi un po' meno sui limiti personali e un po' di più sui

confini tra le persone.

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non credo si tratti di limiti ma di una conoscenza profonda di se stessi..perchè limiti?se una parte parla non è detto che stia parlando male..se ho inteso quello che vuoi dire..

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non credo si tratti di limiti ma di una conoscenza profonda di se stessi..perchè limiti?se una parte parla non è detto che stia parlando male..se ho inteso quello che vuoi dire..

No... ho detto limiti ma avrei potuto dire anche caratteristiche... non sono un gran cultore del sè diviso in parti:

intendevo soprattutto dire che se (solo per fare un esempio) io e te volessimo raggiungere un compromesso di

qualche tipo, sarebbe meglio che io parlassi con te e tu con me, anziché io con me e tu con te.

Poi non è detto che anche facendo così si finisca per conoscere meglio se stessi. A caval donato...

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non sempre il contatto con l'altro è diretto ma sottointeso..quindi parlare con se stessi,in questo caso, significa necessariamente considerare le opinioni e caratteristiche altrui.. certo meglio affrontare apertamente le questioni per non creare equivoci ma non sempre è il caso..infatti in questo mio caso non ho affrontato direttamente,sono pensieri che si colgono..

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non sempre il contatto con l'altro è diretto ma sottointeso..quindi parlare con se stessi,in questo caso, significa necessariamente considerare le opinioni e caratteristiche altrui.. certo meglio affrontare apertamente le questioni per non creare equivoci ma non sempre è il caso..infatti in questo mio caso non ho affrontato direttamente,sono pensieri che si colgono..

Si, il contatto indiretto e sottinteso c'è quasi sempre, anzi, continua anche quando c'è un confronto più aperto.

Tanti malintesi nascono perché si tende a vedere segnali che si desidera vedere, o che al contrario si teme di

vedere, quindi in effetti è meglio conoscersi bene per non cadere in trappole di questo tipo.

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Si, il contatto indiretto e sottinteso c'è quasi sempre, anzi, continua anche quando c'è un confronto più aperto.

Tanti malintesi nascono perché si tende a vedere segnali che si desidera vedere, o che al contrario si teme di

vedere, quindi in effetti è meglio conoscersi bene per non cadere in trappole di questo tipo.

Premesso che dal mio punto di vista, lo stato di coscienza dell'essere e dell'immaginifico stato di coscienza oggettiva, sono traguardi che solo la convinzione della mente può decretare di aver raggiunto.

Io credo che i compromessi non dovrebbero esistere (anche se riconosco che ne metto in atto giornalmente una buona quantità :icon_confused: ), perchè questa azione è un adeguamento del nostro modo di essere ad una persona o a una situazione.

Curiosa è la convinzione che attuare un compromesso crei vantaggio, nella realtà la tua coscienza del tuo essere ne soffrè perchè mistificata ogni volta che si mette in atto questa azione.

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Hai aperto un bel topic Diase. Compromessi: personalmente li faccio tutti i giorni, con il mio Dio, me stessa, mio marito, miei figli....ed alcune volte sono stanca.

Lorella.

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per Datango: in realtà crea vantaggio,non è affatto curioso,non è un credere è reale,certo a scapito di un'altra parte,purchè siamo noi a scegliere quale sia quella che preferiamo..

per Lorella:sei squisita con la tua sensibilità..si tratta anche di capire davvero quello che baratta il compromesso: è giusto,vero,sentito?o non cedendo guadagniamo altro,ancora tutto da scoprire..

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Premesso che dal mio punto di vista, lo stato di coscienza dell'essere e dell'immaginifico stato di coscienza oggettiva, sono traguardi che solo la convinzione della mente può decretare di aver raggiunto.

Io credo che i compromessi non dovrebbero esistere (anche se riconosco che ne metto in atto giornalmente una buona quantità :ph34r: ), perchè questa azione è un adeguamento del nostro modo di essere ad una persona o a una situazione.

Curiosa è la convinzione che attuare un compromesso crei vantaggio, nella realtà la tua coscienza del tuo essere ne soffrè perchè mistificata ogni volta che si mette in atto questa azione.

Nemmeno a me - ti confesso - piacciono molto i compromessi. Preferisco altre cose tipo i patti, gli accordi,

gli scambi, i doni (reali non estorti)... cose di cui spesso i compromessi sono solo la compromissione...

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per Datango: in realtà crea vantaggio,non è affatto curioso,non è un credere è reale,certo a scapito di un'altra parte,purchè siamo noi a scegliere quale sia quella che preferiamo..

Il vantaggio nel compromesso secondo me è una reale convinzione, cerco di argomentare meglio: se accetti un compromesso, hai messo in moto un processo mentale che ti fa esprimere un giudizio su tale compromesso, questo processo di pensieri sarà comunque condizionato da quello che consciamente credi sia giusto per te. Il concetto di giusto o sbagliato nella tua mente realmente non esiste, arrivi a definirlo consciamente perchè sei condizionata dall'ammasso di informazioni che hai accolto durante la tua vita.

Io credo che l'azione spontanea non sia un compromesso, lo diventa se deve essere accettata da te o da chi si relazione con te, credo che la nostra coscienza di essere nell'azione spontanea si realizzi, il vantaggio è solo li.

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esatto,quindi adesso il problema è la parola COMPROMESSO che non esprime il significato che gli abbiamo dato..

io l'ho chiamato così perchè è un mezzo che relaziona altro da noi(che possa diventare nostra e quindi spontanea)ma si puo definire meglio come infatti dice Ste con altre parole..

stiamo argomentando in quale modo?è tipico della filosofia credo..si sa di più così..

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molte cose hanno un senso perchè devono essere accettate o rifiutate quindi in questo senso non sono naturali,spontanee ..ma non ci si può fermare allo stadio naturale delle cose quindi per evolverci è necessario che ci sia un compromesso(io lo chiamo così,non mi sembra inopportuno)..il punto è che alcuni scambi chiedono "altro"e quindi il compromesso scambia qualcosa che non deve essere scambiato..chi definisce il limite? come?mi hai già risposto tu prima..l'individuo,la nostra parte interna..facendo davvero molta attenzione a tutto..e certamente anche quello che esterno da noi..

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molte cose hanno un senso perchè devono essere accettate o rifiutate quindi in questo senso non sono naturali,spontanee ..ma non ci si può fermare allo stadio naturale delle cose quindi per evolverci è necessario che ci sia un compromesso(io lo chiamo così,non mi sembra inopportuno)..il punto è che alcuni scambi chiedono "altro"e quindi il compromesso scambia qualcosa che non deve essere scambiato..chi definisce il limite? come?mi hai già risposto tu prima..l'individuo,la nostra parte interna..facendo davvero molta attenzione a tutto..e certamente anche quello che esterno da noi..

Perchè pensare che l'evoluzione è nell'elaborare qualcosa che avviene spontaneamente? Il nuovo, se di nuovo si tratta, non ha niente a che fare con il passato, altrimenti avremo un un passato modificato e non un nuovo.

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per Datango: in realtà crea vantaggio,non è affatto curioso,non è un credere è reale,certo a scapito di un'altra parte,purchè siamo noi a scegliere quale sia quella che preferiamo..

per Lorella:sei squisita con la tua sensibilità..si tratta anche di capire davvero quello che baratta il compromesso: è giusto,vero,sentito?o non cedendo guadagniamo altro,ancora tutto da scoprire..

Grazie Diase.

Personalmente non so' cosa si possa guadagnare. Non sempre quello che veramente si vuole, se abbiamo famiglia si guadagna la tranquillità casalinga che è vero: è quello che si vuole, ma si vorrebbe forse anche di più. Per esempio quel piccolo angolo freddo dentro il tuo cuore, non lo si riscalda così facilmente.

Un abbraccio.

Lorella.

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Perchè condannare la parola "compromesso"?

A me pare che sia molto imprtante...ognuno di noi vorrebbe un sacco di cose nella vita,ma ci sono sempre dati possibilità e tempi limitati,cosi dobbiamo decidere quali obbiettivi abbandonare...e un compromesso è necessario.No?

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I compromessi (per me), sono obbligatori. Non necessari.

Un abbraccio.

Lorella.

Secondo me niente è obbligatorio e necessario, sono i nostri condizionamenti mentali a renderci i compromessi come tali, la vita va avanti anche senza...

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E che differenza c'è fra obbligatori e necessari?Se una persona o una cosa che può farti male ti obbliga a fare qcs,è ncessario che tu la faccia,se ti vuoi bene.

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