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Generazione né-né


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Lascia perdere le "condizioni lavorative", che quelle per la maggior parte degli italiani che lavorano sono ancora fin troppo buone.

Di solito implica la rinuncia ad occuparsi di fare i conti su ciò che ci riguarda, per mettersi a farli su ciò che non ci riguarda.

ho letto adesso...

:icon_question:

mi riformuli la frase? non ho mica capito a cosa si riferisce...

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ho letto adesso...

:icon_question:

mi riformuli la frase? non ho mica capito a cosa si riferisce...

La prima o la seconda?

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la seconda

Era già una riformulazione, di questa:

Un altro potrebbe essere questo: visto che siamo tanto bravi a fare conti, scelte "d'economia", e rinunce, si

potrebbe incominciare a indirizzare queste qualità verso i nostri luoghi di lavoro.

Non si passerebbe da attivi ad inattivi, ma da attivi in una direzione ad attivi in un'altra. Potrebbe essere utile

anche per i discorsi che si facevano prima (si potrebbe scoprire che mentre facciamo economia per mantenere

dei figliuoli, gli si sta scavando un buco sotto...).

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Perché parli di costrizione?

O mamma, l'avevo già scritto. Riporto:

"...se entrambi i genitori lavorano a tempo pieno e non riescono ad inserirli all'asilo o a pagare una baby-sitter, o uno dei due rinuncia al lavoro, o lasciano i figli a casa da soli tutto il giorno oppure li danno ai nonni... non vedo molte alternative."

Non mi sembra ci sia molto da scegliere... si stava parlando di emancipazione totale e non solo economica dai genitori e qui spiegavo perchè secondo me è impossibile.

Tu invece parli di scelta: perchè?

E comunque che c'entra tutto il discorso dell'essere passivi o attivi sul lavoro con l'emancipazione dai genitori? Non siamo un po' OT? :huh:

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O mamma, l'avevo già scritto. Riporto:

"...se entrambi i genitori lavorano a tempo pieno e non riescono ad inserirli all'asilo o a pagare una baby-sitter, o uno dei due rinuncia al lavoro, o lasciano i figli a casa da soli tutto il giorno oppure li danno ai nonni... non vedo molte alternative."

Non mi sembra ci sia molto da scegliere... si stava parlando di emancipazione totale e non solo economica dai genitori e qui spiegavo perchè secondo me è impossibile.

Tu invece parli di scelta: perchè?

E comunque che c'entra tutto il discorso dell'essere passivi o attivi sul lavoro con l'emancipazione dai genitori? Non siamo un po' OT? :huh:

No, non lo siamo. Te l'ha ordinato il medico di mettere al mondo figli e farti una famiglia, o l'hai scelto tu?

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la seconda

La posso riformulare anche in un altro modo. Appena ci si avvicina al discorso lavoro (cioè fonte di reddito), siam

tutti bravi a tirar fuori cose tipo "si è costretti", "è colpa del capo", "faccio un lavoro che non mi piace" ecc ecc

(non sto a ripetere tutto il repertorio perché siamo in Italia... basta andare a lavorare tre giorni senza i tappi di

cerume e lo si impara a memoria... ora poi c'è pure il mitico "c'è la crisi"...).

Son tutte cose che a volte sono esagerazioni, altre volte hanno qualche fondamento più o meno solido, ma che

comunque sia rappresentano dei problemi: dei problemi personali (di come si vive e si percepisce il lavoro), oppure

dei problemi collettivi, ma comunque sono dei problemi. Invece vengono presentati come dei vincoli.

Un vincolo è una cosa diversa da un problema. Un problema è una cosa che va affrontata e risolta, mentre un

vincolo è qualcosa al quale bisogna adeguarsi, che va rispettato, e magari anche imposto...

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No, non lo siamo. Te l'ha ordinato il medico di mettere al mondo figli e farti una famiglia, o l'hai scelto tu?

Ah, quindi la scelta sta nel fare o non fare figli... non avevo capito! :rolleyes:

Comunque, posso anche essere d'accordo che se uno decide di metter su famiglia debba poi accettare di pesare per forza sui genitori, questo non l'ho mai messo in discussione, ho solo detto che c'è modo e modo di pesare su di essi e farsi fare il bucato e la cena non mi sembra il modo giusto.

La posso riformulare anche in un altro modo. Appena ci si avvicina al discorso lavoro (cioè fonte di reddito), siam

tutti bravi a tirar fuori cose tipo "si è costretti", "è colpa del capo", "faccio un lavoro che non mi piace" ecc ecc

(non sto a ripetere tutto il repertorio perché siamo in Italia... basta andare a lavorare tre giorni senza i tappi di

cerume e lo si impara a memoria... ora poi c'è pure il mitico "c'è la crisi"...).

Son tutte cose che a volte sono esagerazioni, altre volte hanno qualche fondamento più o meno solido, ma che

comunque sia rappresentano dei problemi: dei problemi personali (di come si vive e si percepisce il lavoro), oppure

dei problemi collettivi, ma comunque sono dei problemi. Invece vengono presentati come dei vincoli.

Un vincolo è una cosa diversa da un problema. Un problema è una cosa che va affrontata e risolta, mentre un

vincolo è qualcosa al quale bisogna adeguarsi, che va rispettato, e magari anche imposto...

Ora è più chiaro anche a me cosa intendevi, però continuo a non capire cosa c'entri col discorso sull'emancipazione dalla famiglia d'origine.

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Ah, quindi la scelta sta nel fare o non fare figli... non avevo capito! :rolleyes:

No, non è quella (o non solo quella) la scelta, ma la tua risposta alla mia domanda "perché parli di costrizione?" ha portato lì.

Comunque, posso anche essere d'accordo che se uno decide di metter su famiglia debba poi accettare di pesare per forza sui genitori, questo non l'ho mai messo in discussione, ho solo detto che c'è modo e modo di pesare su di essi e farsi fare il bucato e la cena non mi sembra il modo giusto.

Giusto o ingiusto in queste cose dipende dalle persone e dagli accordi tra di loro, penso. Soprattutto se persone adulte.

C'è a chi piace badare a bambini e chi preferirebbe di gran lunga preparare cene e fare il bucato. In termini di peso, avendo fatto

un po' di tutte e tre le cose nella vita, sono abbastanza certo che la prima è decisamente più pesante (sia come responsabilità che

come energie psicofisiche e tempo da dedicarvi). Ma le mamme queste cose dovrebbero saperle, immagino..

Ora è più chiaro anche a me cosa intendevi, però continuo a non capire cosa c'entri col discorso sull'emancipazione dalla famiglia d'origine.

Parlavo di emancipazione in senso esteso. O forse in senso stretto (boh?).

Emancipazione significa sostanzialmente uscita da uno stato di assoggettamento, di costrizione.

Non ha tanta importanza se è in famiglia o se è in qualche altra forma di aggregazione, sempre se

si parla di emancipazione sostanziale e non formale.

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No, non è quella (o non solo quella) la scelta, ma la tua risposta alla mia domanda "perché parli di costrizione?" ha portato lì.

Allora se la scelta non è quella (o non solo quella), mi puoi dire qual è, per favore? :huh:

Giusto o ingiusto in queste cose dipende dalle persone e dagli accordi tra di loro, penso. Soprattutto se persone adulte.

C'è a chi piace badare a bambini e chi preferirebbe di gran lunga preparare cene e fare il bucato. In termini di peso, avendo fatto

un po' di tutte e tre le cose nella vita, sono abbastanza certo che la prima è decisamente più pesante (sia come responsabilità che

come energie psicofisiche e tempo da dedicarvi). Ma le mamme queste cose dovrebbero saperle, immagino..

Sicuramente se ci sono accordi hai ragione. Io personalmente preferisco di gran lunga badare i bambini piuttosto che fare i lavori di casa, ma questo non toglie che ci possa essere chi preferisce il contrario.

Il discorso è però che i nonni non possono scegliere fra lavori e bambini, nel senso che se non ci sono alternative, i bambini li devono guardare per forza, a meno di lasciarli da soli, quindi perchè gravare su di loro anche con le incombenze domestiche? E comunque per me rimane un aiuto non indispensabile e quindi da non chiedere, visto che uno se la può sbrigare da solo al ritorno dal lavoro o nel week-end.

Parlavo di emancipazione in senso esteso. O forse in senso stretto (boh?).

Emancipazione significa sostanzialmente uscita da uno stato di assoggettamento, di costrizione.

Non ha tanta importanza se è in famiglia o se è in qualche altra forma di aggregazione, sempre se

si parla di emancipazione sostanziale e non formale.

Ma qui si parlava di emancipazione dalla famiglia e non in senso esteso.

In ogni caso, uno che ha raggiunto l'emancipazione che dici tu, è necessariamente emancipato anche dalla famiglia, perchè quella di cui parli è una condizione mentale che ti porta ad essere autonomo in tutto.

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Ma qui si parlava di emancipazione dalla famiglia e non in senso esteso.

In ogni caso, uno che ha raggiunto l'emancipazione che dici tu, è necessariamente emancipato anche dalla famiglia, perchè quella di cui parli è una condizione mentale che ti porta ad essere autonomo in tutto.

mi trovo d'accordo! poi secondo me non bisogna confondere l'emancipazione, con il discorso di trovarsi in una condizione di bisogno. se uno ha dei figli e deve lavorare, non potendoli lasciare soli ha bisogno di qualcuno a cui affidarli. ci sono varie opzioni, asili pubblici e privati... e anche i nonni. e se il nonno ha piacere ad accudire i nipoti, perchè no? è una scelta anche quella. deve appunto essere una scelta, non un obbligo o un imposizione, o una cosa date per "scontata".

mi è capitato di parlare con una coppia di amici che devono lavorare entrambi perchè si sono sobbarcati una rata di mutuo molto elevata (hanno SCELTO di acquistare un appartamento grande e di arredarlo con mobili molto costosi), ma altresì hanno intenzione di avere "almeno 3 figli". a me che gli facevo notare le "difficoltà" del loro progetto è stato risposto che tanto ai figli piccoli "avrebbero badato i nonni"

ecco a me queste persone non sembrano molto "emancipate".

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Allora se la scelta non è quella (o non solo quella), mi puoi dire qual è, per favore? :huh:

Quello devi dirmelo tu. Sei tu che parli di costrizioni e io che t'avevo chiesto "perché parli di costrizioni?".

Costrizione significa essenzialmente interdizione di scelte, quindi a quali scelte ti riferisci?

Ma qui si parlava di emancipazione dalla famiglia e non in senso esteso.

No, qui si parla di emancipazione in senso esteso. Non farti ingannare dallo spunto dal quale ho lanciato il topic.

In ogni caso, uno che ha raggiunto l'emancipazione che dici tu, è necessariamente emancipato anche dalla famiglia, perchè quella di cui parli è una condizione mentale che ti porta ad essere autonomo in tutto.

Questa è un'opinione, che se devo essere sincero mi sembra costantemente smentita dai tanti condizionamenti mentali

e dai tanti compromessi che si accettano quando si sta negli ambienti dove ci si spartisce il reddito (leggi "luoghi di lavoro"),

e dalle tante vere o presunte costrizioni di cui ci si lamenta di continuo.

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ecco a me queste persone non sembrano molto "emancipate".

Appunto.

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Questa è un'opinione, che se devo essere sincero mi sembra costantemente smentita dai tanti condizionamenti mentali

e dai tanti compromessi che si accettano quando si sta negli ambienti dove ci si spartisce il reddito (leggi, luoghi di lavoro),

e e dalle tante vere o presunte costrizioni di cui ci si lamenta di continuo.

la vita è tutto un "compromesso". già solo con la persona che si ama e con cui si sceglie di dividere il tetto...per realizzare la convivenza si realizzano mille compromessi. credi che questo renda le persone meno emancipate?

cosa intendi per "emancipazione"?

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la vita è tutto un "compromesso".

Si, ma attenta che compromesso significa anche marcio. C'è compromesso e compromesso, insomma... quando parlo

dei compromessi che si accettano per poter essere indipendenti economicamente dalla propria famiglia, mi riferisco a

quelli tipici dei luoghi di lavoro, non certo al compromesso del tipo tu lavi i piatti e io cucino.

Tra l'altro, nota che "indipendenza economica" è una contraddizione di termini: tutta l'economia si basa proprio sulla

reciproca dipendenza economica tra soggetti di vario tipo.

cosa intendi per "emancipazione"?

Non certo il lavarsi la biancheria. "Autodeterminazione", va bene?

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Si, ma attenta che compromesso significa anche marcio. C'è compromesso e compromesso, insomma... quando parlo

dei compromessi che si accettano per poter essere indipendenti economicamente dalla propria famiglia, mi riferisco a

quelli tipici dei luoghi di lavoro, non certo al compromesso del tipo tu lavi i piatti e io cucino.

Tra l'altro, nota che "indipendenza economica" è una contraddizione di termini: tutta l'economia si basa proprio sulla

reciproca dipendenza economica tra soggetti di vario tipo.

Non certo il lavarsi la biancheria. "Autodeterminazione", va bene?

e io con autoderminazione indendo che se ho un progetto "vivere solo" "avere una famiglia", devo sapere fare i conti con la realtà per portarlo avanti cercando di camminare con le mie gambe. ovvio che ci saranno vari compromessi che dovrò accettare, a volte chiederò ai miei di lavarmi la biancheria...

quello che io non considero "autodeterminazione" è l'atteggiamento di tante persone che "mettono su famiglia" con lavori precari, basandosi solo sull'aiuto familiare. il genitori hanno sempre aiutato i figli e i nipoti...

ma non posso pensare che sia la "normalità" accettare contratti di lavoro che nei fatti impediscono l'emancipazione.

ovvio che la "situazione lavorativa" non migliora perchè " a me non sta bene".

ma io, almeno finora, il più delle volte ho visto il disinteresse dei diretti interessati. ho visto tanta gente fregarsene perchè l'aiuto offerto dalla famiglia d'origine, gli permetteva di non sentire l'iniquità della situazione.

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e io con autoderminazione indendo che se ho un progetto "vivere solo" "avere una famiglia", devo sapere fare i conti con la realtà per portarlo avanti cercando di camminare con le mie gambe. ovvio che ci saranno vari compromessi che dovrò accettare, a volte chiederò ai miei di lavarmi la biancheria...

quello che io non considero "autodeterminazione" è l'atteggiamento di tante persone che "mettono su famiglia" con lavori precari, basandosi solo sull'aiuto familiare. il genitori hanno sempre aiutato i figli e i nipoti...

ma non posso pensare che sia la "normalità" accettare contratti di lavoro che nei fatti impediscono l'emancipazione.

ovvio che la "situazione lavorativa" non migliora perchè " a me non sta bene".

ma io, almeno finora, il più delle volte ho visto il disinteresse dei diretti interessati. ho visto tanta gente fregarsene perchè l'aiuto offerto dalla famiglia d'origine, gli permetteva di non sentire l'iniquità della situazione.

Sono perfettamente d'accordo in tutto e per tutto con ciò che scrivi, con però un'importante aggiunta (non una sostituzione, eh!)

alla parte finale, nel senso che io ho visto soprattutto tanta gente fregarsene perché l'iniquità della situazione è tale per cui una

volta staccatisi (non emancipatisi) economicamente ed entrati nel mondo del lavoro, quello di fregarsene o almeno di far finta di

fregarsene è uno dei modi migliori per non aver bisogno (o aver meno bisogno) dell'aiuto della famiglia d'origine.

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Quello devi dirmelo tu. Sei tu che parli di costrizioni e io che t'avevo chiesto "perché parli di costrizioni?".

Costrizione significa essenzialmente interdizione di scelte, quindi a quali scelte ti riferisci?

Ste, scusa la franchezza, ma non puoi continuare a sviare le domande altrui con altre domande, altrimenti la discussione diventa abbastanza sterile.

Io ho già detto chiaramente a quali costrizioni mi riferisco e a quale interdizione di scelte (tanto per ribadire: scegliere di pesare o meno sui genitori, in determinate condizioni, per quanto riguarda i figli), perchè invece non mi dici tu quali scelte possono effettuare dei genitori che non riescono ad inserire il figlio al nido e non hanno soldi per la baby-sitter, visto che hai detto che per quanto riguarda i figli nessuno è costretto e può scegliere... bene, dimmi cosa può scegliere (a parte non fare figli, è chiaro, ma hai parlato anche di altre scelte...).

No, qui si parla di emancipazione in senso esteso. Non farti ingannare dallo spunto dal quale ho lanciato il topic.

No, qui si parlava di emancipazione dalla famiglia, perchè nei forum si parla degli spunti che lanciano i topic, tutto il resto è OT.

Poi, se il discorso divaga su altri temi, si può parlare volentieri anche di quello, ma rimane OT.

Questa è un'opinione, che se devo essere sincero mi sembra costantemente smentita dai tanti condizionamenti mentali

e dai tanti compromessi che si accettano quando si sta negli ambienti dove ci si spartisce il reddito (leggi "luoghi di lavoro"),

e dalle tante vere o presunte costrizioni di cui ci si lamenta di continuo.

La vita, come dice Juditta, è fatta di compromessi e, aggiungo, costrizioni. Viviamo in una società e questo ci porta per forza a non fare quello che ci pare.

Sui luoghi di lavoro le costrizioni di cui ci si lamenta penso che spesso siano vere, sono però d'accordo con te sul fatto che non sia il caso di lamentarsene, perchè comunque se mangiamo è per merito del lavoro e se non ci va bene quello che facciamo possiamo provare a rischiare e cambiare. Questa si che è una scelta, bisogna solo avere il coraggio di farla e, se non si ha, hai ragione a dire che non bisogna lamentarsi.

Il fatto di accettare compromessi e costrizioni non significa non essere emancipati, penso anzi sia un segno di maturità, perchè la vita ce lo impone e la persona matura è quella che lo accetta.

L'emancipazione che dici tu penso sia un'utopia, per averla bisognerebbe vivere da soli su un eremo e sostenersi con quello che si trova, senza dipendere da nessuno, ma finché si vive in una società non è possibile essere totalmente liberi da compromessi e costrizioni.

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Ste, scusa la franchezza, ma non puoi continuare a sviare le domande altrui con altre domande.

Potrei dire la stessa cosa. Perché parli di costrizioni? Le persone si cercano un lavoro più adatto alle proprie condizioni

famigliari oppure cercano di migliorare il mondo del lavoro in modo da renderlo più compatibile e non sono più costrette, no?

Se questo non è fattibile o addirittura nemmeno concepibile, allora non sono emancipate, solo passate dalla padella alla brace.

No, qui si parlava di emancipazione dalla famiglia, perchè nei forum si parla degli spunti che lanciano i topic, tutto il resto è OT.

Ma ti pare. L'ho aperto io questo topic (abbi pazienza) e l'ho apperto apposta per parlare di queste cose.

Ho scelto quello spunto lì e non uno del tipo "generazione yes-men" (cioè sono partito da un punto invece che da un altro

dello stesso argomento) anche se sapevo benissimo che in linea di principio sarebbe stato un punto di partenza altrettanto

valido, proprio perché sapevo benissimo che se avessi scelto il secondo avrei parlato da solo.

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Potrei dire la stessa cosa. Perché parli di costrizioni? Le persone si cercano un lavoro più adatto alle proprie condizioni

famigliari oppure cercano di migliorare il mondo del lavoro in modo da renderlo più compatibile e non sono più costrette, no?

Se questo non è fattibile o addirittura nemmeno concepibile, allora non sono emancipate, solo passate dalla padella alla brace.

Certo che per essere uno che dà la colpa alla crisi di tutti i problemi della generazione boomerang (questo è quello che hai scritto nel commento all'articolo) la fai molto facile... è sicuramente facile cambiare lavoro, trovarne uno più adatto alle proprie esigenze, anzi, trovare il lavoro dei propri sogni, come è facile cambiare le proprie condizioni di lavoro, soprattutto se si lavora come dipendenti e non come titolari...

E comunque, continui a non rispondere... :Waiting:

Ma ti pare. L'ho aperto io questo topic (abbi pazienza) e l'ho apperto apposta per parlare di queste cose.

Ho scelto quello spunto lì e non uno del tipo "generazione yes-men" (cioè sono partito da un punto invece che da un altro

dello stesso argomento) anche se sapevo benissimo che in linea di principio sarebbe stato un punto di partenza altrettanto

valido, proprio perché sapevo benissimo che se avessi scelto il secondo avrei parlato da solo.

Se l'hai aperto apposta per argomenti in generale ti chiedo scusa, sinceramente non ho letto l'inizio del topic, mi sono limitata a leggere da quando mi sono iscritta e credevo bisognasse stare attinenti all'argomento di spunto. :pardon:

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Certo che per essere uno che dà la colpa alla crisi di tutti i problemi della generazione boomerang (questo è quello che hai scritto nel commento all'articolo) la fai molto facile... è sicuramente facile cambiare lavoro, trovarne uno più adatto alle proprie esigenze, anzi, trovare il lavoro dei propri sogni, come è facile cambiare le proprie condizioni di lavoro, soprattutto se si lavora come dipendenti e non come titolari...

Alt. Io non do "la colpa alla crisi". Sarebbe come dare la colpa alle stelle. Semplicemente faccio notare che sono cose che sono

normali in tempi di crisi e che poco hanno a che fare con problemi di maturità.

Se proprio volessi dare la colpa a qualcosa, la darei a qualcuno e sarebbero proprio le persone che vanno al lavoro, si piazzano

lì a spiegare che nulla si può fare e che sono costrette, dopodiché liquidata questa pratica fastidiosa di occuparsi delle cose che

li riguardano si mettono a giudicare la vicina se si compra il cellulare o se aiuta in casa o meno.

Adesso ti rispondo (anche se in realtà mi ripeto): la scelta è quella tra occuparsi delle cose che ci riguardano e che riguardano il

futuro dei propri figli, tipo appunto come vanno le cose sul lavoro e che ricadute hanno sulle vite delle persone, e l'occuparsi dei

xxxx privati altrui. Il fatto che la prima cosa sia "non facile" e che la seconda sia fin troppo facile, la rende certamente una scelta

difficile per cui servirebbe un po' di maturità, ma non certo una costrizione.

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Alt. Io non do "la colpa alla crisi". Sarebbe come dare la colpa alle stelle. Semplicemente faccio notare che sono cose che sono

normali in tempi di crisi e che poco hanno a che fare con problemi di maturità.

Se proprio volessi dare la colpa a qualcosa, la darei a qualcuno e sarebbero proprio le persone che vanno al lavoro, si piazzano

lì a spiegare che nulla si può fare e che sono costrette, dopodiché liquidata questa pratica fastidiosa di occuparsi delle cose che

li riguardano si mettono a giudicare la vicina se si compra il cellulare o se aiuta in casa o meno.

Adesso ti rispondo (anche se in realtà mi ripeto): la scelta è quella tra occuparsi delle cose che ci riguardano e che riguardano il

futuro dei propri figli, tipo appunto come vanno le cose sul lavoro e che ricadute hanno sulle vite delle persone, e l'occuparsi dei

xxxx privati altrui. Il fatto che la prima cosa sia "non facile" e che la seconda sia fin troppo facile, la rende certamente una scelta

difficile per cui servirebbe un po' di maturità, ma non certo una costrizione.

però, se non sto fraintendendo il senso di questo tuo intervento...

il fatto che noi nei nostri commenti ponessimo l'accento su alcuni comportamenti (es. indebitarsi per un cellulare) per analizzare un fenomeno sociale...non era per quanto mi riguarda, a fini di "pettegolezzo".

perchè non lo puoi negare ma c'è, c'è eccome! un mio conoscente lavora in banca e mi racconta di persone con il conto in rosso che hanno sky e le rate del bmw...non sono eccezzioni. è un fenomento anche questo. perchè non parlarne?

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Alt. Io non do "la colpa alla crisi". Sarebbe come dare la colpa alle stelle. Semplicemente faccio notare che sono cose che sono

normali in tempi di crisi e che poco hanno a che fare con problemi di maturità.

Se proprio volessi dare la colpa a qualcosa, la darei a qualcuno e sarebbero proprio le persone che vanno al lavoro, si piazzano

lì a spiegare che nulla si può fare e che sono costrette, dopodiché liquidata questa pratica fastidiosa di occuparsi delle cose che

li riguardano si mettono a giudicare la vicina se si compra il cellulare o se aiuta in casa o meno.

Adesso ti rispondo (anche se in realtà mi ripeto): la scelta è quella tra occuparsi delle cose che ci riguardano e che riguardano il

futuro dei propri figli, tipo appunto come vanno le cose sul lavoro e che ricadute hanno sulle vite delle persone, e l'occuparsi dei

xxxx privati altrui. Il fatto che la prima cosa sia "non facile" e che la seconda sia fin troppo facile, la rende certamente una scelta

difficile per cui servirebbe un po' di maturità, ma non certo una costrizione.

Oh, finalmente sei stato chiaro! :Applause:

Continuo a non essere d'accordo, perchè per me la maturità c'entra parecchio (salvo i casi obiettivamente disperati, è ovvio), però almeno ho capito come la pensi!

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però, se non sto fraintendendo il senso di questo tuo intervento...

il fatto che noi nei nostri commenti ponessimo l'accento su alcuni comportamenti (es. indebitarsi per un cellulare) per analizzare un fenomeno sociale...non era per quanto mi riguarda, a fini di "pettegolezzo".

perchè non lo puoi negare ma c'è, c'è eccome! un mio conoscente lavora in banca e mi racconta di persone con il conto in rosso che hanno sky e le rate del bmw...non sono eccezzioni. è un fenomento anche questo. perchè non parlarne?

Perché a parlare di quelle cose lì ci pensa già il tuo amico bancario (vedi intervento precedente :acute: ).

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Perché a parlare di quelle cose lì ci pensa già il tuo amico bancario (vedi intervento precedente :acute: ).

quindi è un argomento che deve rimanere confinato nel "pettegolezzo". cercare di analizzarlo non ha nessun valore?

non sono d'accordo.

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