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ilaria

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  1. la mia analista lo ripete spesso che i sogni non si devono interpretare che equivarrebbe a sottoporli a un intervento chirurgico di tipo logico-razionale..mentre i con i sogni rappresentiamo nostre emozioni ricorrendo a immagini simboliche... una volta mi sono sognata una bambina vestita di bianco che saltellava allegramente lungo un corridoio mentre un'ascia cercava di abbattersi su di lei .. in analisi ne venne fuori che quello era il mio modo di rappresentare l'emozione di sentirmi aggredita..tra l'altro avevo subito un'aggressione verbale assolutamente gratuita pochi giorni prima.. non so se tu intendevi qualcosa del genere..forse è proprio il verbo "interpretare" ad essere fuorviante. Quanto alla scalinata: pensare di poter scendere una scalinata con gli sci significa utilizzare strumenti inadeguati e l'inappropriatezza dei mezzi può risultare fatale. Proprio ultimamente, confrontavo me stessa con una mia ex compagna di classe delle elementari di cui ho ritrovato in internet degli scritti in cui raccontava di aver intrapreso l'analisi a 19 anni. Poi ha fatto filosofia, si è specializzata in psicoanalisi e si è messa a scrivere delle robe molto giuste e interessanti. Mi sono fatta l'idea che lei abbia realizzato se stessa molto più compiutamente di quanto io non sia stata capace. E proseguendo con i confronti sono arrivata alla conclusione che ci sono contesti familiari ( e anche delle botte di c.ulo esistenziali ) capaci di fornire strumenti di crescita ed emancipazione migliori . Io ho sempre sentito che lei aveva qualche marcia in più. E iniziare un'analisi a 19 anni significa intervenire precocemente a orientare la propria vita.Io, a confronto, mi sento come una che "ha avuto sentore" di quale fosse la via che avrebbe dovuto percorrere ma che ha proceduto col freno a mano tirato: certo c'ho messo del mio ma in parte ciò è dipeso anche da certe arretratezze, presenti nel mio contesto familiare. la strada della psicoterapia la si può percorrere raggiungendo diversi liveli di consapevolezza e profondità: forse io sto facendo un saltino in avanti rispetto al punto di consapevolezza cui è arrivato il mio parentado (la zia) ma forse non procedo ancora nel modo più appropriato. E qui arriva il "tarlo" che si annida nell'articolo della dott. precisamente laddove parla del suo "caso clinico". Quando ho letto l'articolo la prima cosa che ho pensato è che ogni terapeuta ha una sua costruzione teorica, tesse un suo filo che gli serve per ricomporre, grazie a un paradigma, il magma disorganico delle emozioni e dei vissuti dei pazienti. In questo la psicoterapia può essere un'avventura tanto per l'analista quanto per il paziente quando entrambi, analista e paziente, sono implicati in una creativa ricerca di senso: è il momento delle ipotesi, delle cadute, delle riprese tra incertezze e nuovi slanci fino al conseguimento del traguardo.Quell'articolo mi fa pensare che il coinvolgimento maggiore è stato in concidenza con un paziente che è capitato nel momento giusto della vita professionale della mia analista, quando quella ricerca stava muovendo i suoi primi passi. Io, al massimo, sono una conferma della correttezza di quel costrutto. Insomma l'analisi è uno strumento che giunge tardi per suscitare entusiasmi sia nella mia vita che nella vita professionale della mia analista .
  2. ilaria

    Bivio

    Non sottovaluterei la capacità di un genitore di mettere la figlia contro il coniuge rivale. Ho assistito a dei pezzi a scuola da sbigottire: un bimba che tenacemente rifiutava di scrivere il proprio cognome, perchè le ricordava il padre che odia e che non vuole incontrare, e pretendeva di essere chiamata per nome per le interrogazioni, per le verifiche. Fossi in te, Paolo, mi consiglierei con uno specialista, uno psicologo che ti sostenga in un compito piuttosto difficile lungo il quale si dovrebbe avere una solidità interiore di cui non sempre si dispone soprattutto quando ci si trova ad essere in "minoranza" e in una posizione marginale. La cosa è ulteriormente complicata dalla tendenza ad "adultizzare" i comportamenti dei bambini attribuendogli significati che appartengono più al modo di vedere e sentire dei loro familiari. Forse non è proprio vero che la bimba di te non gliene frega niente, forse vuole effettivamente stare con la cuginetta e fa i capricci che farebbe un qualsiasi bambino che non ha la capacità di guardare oltre i propri desideri e bisogni per comprendere come possa sentirsi qualcun altro in conseguenza a certe sue azioni. Pensandoci, io asseconderei il desiderio della bimba di stare con la cuginetta ma non mi defilerei lasciandole sole ai loro giochi, piuttosto cercherei di intrattenerle con mie proposte in modo da stare in mezzo a loro e ai loro giochi e rendermi così "interessante" per entrambe spostando così la loro attenzione dalla loro relazione a due. Con i bimbi bisogna rendersi interessanti, conquistarli, sedurli nel senso di "condurli verso di sè" per aprire con loro quel canale di comunicazione e di fiducia che è il primo mattoncino dell'educazione. Ti dico questa: da poco ho preso una cucciola di cane e quando l'hanno vista i bambini del mio palazzo sono letteralmente impazziti. Una bimba che abita davanti a me non c'è giorno che non voglia venire a giocare con Smilla, ha detto ai genitori che vuole trasferirsi da me !! Ebbene, non è certo che lei mi preferisca ai suoi genitori, ma certamente il cane ha funzionato da facilitatore di un contatto tra di noi . La cuginetta potrebbe rivelarsi un'opportunità per te, se te la saprai giocare...
  3. Il grande boh Non so che cosa desidero, non so verso cosa muovermi, non cosa vorrei sperimentare... ciò che prima mi piaceva ora mi interessa meno, sono invischiata in un presente così e così e poca energia per strattonare altrove..forse nel presente così così c'è qualcosa che ancora mi trattiene, non di piacevole, forse un mio nodo che m'imbriglia.. Sogni: 1-due facce di donne, rosa pallido. Ho davanti a me questi due volti (uno è di una conoscente). Mi dico che le ho uccise e al tempo stesso loro non sembra siano state ammazzate (non c'è sangue d'intorno) e io mi autorassicuro che non è vero, che io sono quella di sempre e non un'assassina, o, altrimenti mi auguro, se è davvero successa una cosa del genere, che non si scopra... 2-Una scalinata difficile da discendere senza precipitare o farsi male.A complicar le cose : sono con una mia anziana zia che, nella realtà, quand'era viva aveva collezionato fratture al femore e discendiamo la scalinata con gli sci quasi volando sopra gli scalini e io mi trovo davanti a lei che non sembra consapevole dei rischi che sta correndo e chiacchiera serenamente di varie amenità finquando non finisce fuori dalla scalinata addosso ad un albero e poi precipita e muore... Io assisto lucidamente alla scena prevedibile e mi chiedo se non ne sono responsabile poichè ho lasciato che la zia corresse il rischio senza suggerirle di lasciar perdere o di fare attenzione. Mi è arrivata la rivista con l'articolo della mia analista.Bello, anche se non mi ha sorpreso più di tanto perchè son cose di cui mi ha parlato, mi aveva detto che le studiava da un po' e così via Struttura: - Questione - excursus teorico sulla questione - approccio teorico alla questione dal punto di vista della psicoanalisi junghiana - esemplificazione della teoria con caso clinico felicemente concluso tratto dalla sua esperienza terapeutica Dove si annida il tarlo?
  4. Ola, digi..sei un fiume in piena: non so, al di là del dolore che traspare da ciò che scrivi io sento tanta voglia di vivere, c'è passione nelle tue parole anche se riguardano ferite, c'è energia. La famiglia è un luogo di tortura, è il luogo dove si commettono i più terribili delitti. Penso sia inevitabile la fase dell'odio e del distacco..quanto meno per prendere le distanze da quello stillicidio che martirizza e comprendere meglio quanta roba di quelle dinamiche è diventata roba nostra...che è il vero intoppo. La mia estate senza l'analista sta trascorrendo allegramente: la cosa mi lascia un po' perplessa... a me manco uno straccio di transfert (positivo) a quanto pare. Non conto i giorni, non penso alla ripresa e se c'è ripresa a cui penso con una smorfia di contrizione è la ripresa della scuola... quindi mi godo il sole, il caldo, l'assegno della funzione aggiuntiva, il mare, la canina e la varia umanità che mi sfiora..dilatando il tempo che mi separa a settembre.. Sto pensando se questo distacco emotivo dall'analista ha importanza, se dipende da me, se è specchio di un distacco dell'analista, se per me, dopo le passate esperienze di struggimento per abbandoni vari, è come scattato un meccanismo per cui "stop" non ce n'è più per nessuno oppure ha perso di fascinazione seduttiva l'analisi stessa anche se mi piace, la trovo utile. Forse non ho più voglia di "maestri", di figura "mitiche" dalle quali rimanere affascinata, forse lei stessa,umilmente, ha sempre evitato di farsi percepire come troppo oltre la mia dimensione. boh..
  5. no, no...io non deducevo dalle tue parole che tua madre corrispondeva al ritratto della mia conoscente... ho fatto la domanda proprio perchè lo spunto era debole e l'associazione mia e poteva essere confermata oppure no ...
  6. non credo che ci sia correlazione diretta tra tipo fisico e tipo caratteriale , ma tra tipo caratteriale e rapporto con il cibo, con inevitabili conseguenze sull'aspetto fisico.. quelle imposizioni di velluto mi hanno fatto venire in mente un tipa che conosco ammalata di smanie di potere e di controllo esercitato con modi studiatissimi, distaccati e gentili ma impositivi come pochi... e quel controllo lo esercita su tutto e tende a esercitarlo su tutti...ovviamente anche su di sè e sul suo corpo per il quale ha una cura diligentissima e severa che concede poco spazio al gusto e al piacere del cibo.. ovviamente è esile.
  7. quelle imposizioni di velluto sono tutto un programma, sono una faccenda terrificante: legano di più di pesanti catene d'acciao... la mia dott. disse che le donne hanno "la fantasia" dell'uomo forte, solido, protettivo e cercano sto mito per tutta la vita lamentandosi di quei pappamolle che si ritrovano per compagni... mentre nell'animo maschile ci sono fragilità grandiose e traballamenti impensabili...forse sono le donne ad essere più "toste": ovvio che ha accennato a un modo comune di pensare con tutti i limiti delle generalizzazioni....ma non c'è da stupirsi se il potere delle volte lo tengono queste figure capaci di esercitare imposizioni di velluto... Una domanda campata in aria: la tua mamma è esile, nella norma o robusta?
  8. A me non manca, cioè non mi cambia nulla in definitiva, sia che c'è sia che non c'è....sto sempre ugualmente impelagata nei miei casini.
  9. sì, concordo...ne senso che l'essere feriti di oggi è una riedizione di un'antica ferita. Io per ora ho capito che ciò che mi ferisce sono: - le persone che rilevano come inadeguata qualcosa che ho fatto, o sto facendo... richiamano le critiche feroci subite a piccola e che alimentano un'attitudine autocritica altrettanto feroce. - le persone che invadono i miei spazi privati.. o verbalmente con domande intrusive, l' esperessione di pareri non richiesti, il coinvolgimento arbitrario in faccende che non mi riguardano... o anche materialmente non rispettando i limiti di luogo e di ora ( il segretario scolastico che telefona il 6 agosto ne è un esempio) che richiamano la prepotenza irrispettosa, invadente e intrusiva delle parole e degli atti del mio parentado che disconosceva di fatto il diritto a una mia vita personale e disconfermava ogni mio passo compiuto verso l'autonomia. per dirne due questo mi è davvero difficile .. se forzo la tua espressione virandola verso il suo senso stretto: io di fronte a un'aggressione altrui non mi sento in grado di operare una scelta in merito alla reazione...sul momento scivolo nella dinamica...se vengo accusata mi giustifico, se vengo aggredita mi sento colpevolizzata dall'aggressore il "tonema" mi condiziona, sul momento...è che tanto chi accusa quanto chi aggredisce svolgono una funzione paterna in quel momento e io in un istante rimango invischiata ...la mia dott dice di non avere fretta...di compiacermi di certe reazioni avute e di darmi tempo... è che volte non so chi voglio essere, quale reazione vorrei avere... che immagine di me, tra quelle che mi sfilano nella testa e che recitano le possibili reazioni, è quella più giusta, più adatta a me, più adeguata alla situazione... fatto. ma non ho conservato granchè...
  10. Nella vita reale le persone reagiscono alle critiche con l'aggressività e aggredendo feriscono...e mica che noi andiamo in giro a cercarci sempre occasioni di sofferenza... Certo, c'è da dire che se ci feriscono è perchè toccano un'antica ferita...ma mica che uno c'ha sempre voglia di star lì a buttare sangue fintanto che la ferita non si è rimarginata..
  11. sì, perchè s'è reso conto di "quanto" stessi male e probabilmente ha visto incrinarsi la sua immagine di "bravo terapeuta" .. anche perchè gli dissi che preferivo "fare festa" dalla psicoterapia .. ha traballato solo perchè l'ho colto in un suo punto debole ma era troppo s.tronzo inside per fare del revisionismo su larga scala la pausa estiva prosegue in uno stato di demotivazione totale...e se non riprendessi? mi mancherebbe? a volte il mio pessimismo si estende sull'analisi, nel senso che inizio a dubitare che ne valga la pena, che possa servire, così profondamente interne sono le mie robacce che è difficile che io mi senta agganciata dalla dott.... o forse mi sento così perchè lei, a differenza dell'altro psi, non collude con me, non si fa trascinare dentro le trappole dinamiche che involontariamente tendo. p.s: oggi, 6 agosto, mi telefona il segretario della scuola per una mia domanda (che non è poi una roba importantissima nè riveste carattere d'urgenza) compilata male, dico che lo so che c'è qualche errore..."qualche? " risponde aggressivo e punitivo. Dice che dovrei passare, dico che il fatto è che sono in ferie ... non perde tempo e abbaia che lui mi ha chiamato per farmi un favore, dico che io oggi non posso passare, ringhia che lui "mica m' ha detto che devo passare oggi". Va bene anche lunedì. Questo è il tipo di comunicazione "standard" che si svolge in quel terzo mondo della scuola...
  12. sarà dura ma tu sei un tipettino tosto.. buona seduta conflittual-chiarificatrice
  13. ilaria

    Aiuto Studio :(

    Non entrare in crisi per il numero degli esami dati/da dare...non misurarti e/o valutarti guardando solo a quello che non hai fatto, alla distanza che ti separa dal traguardo.Compiaciti dei progressi compiuti. Stai dando esami, sei in cammino..magari hai avuto bisogno di prendere le misure con l'università, tieni a prepararti con cura..magari una volta che ti sentirari più "rodata" prenderai un ritmo più accelerato... Ogni esame dato, del resto, è organizzazione,fatica, coinvolgimento, passione,sforzo, dubbio, ansia, gioia... insomma non siamo delle catene di montaggio che funzionano solo a divisioni del numero delle pagine per il numero dei giorni, tot. pagg al dì e vai verso la laurea...no, non è così... Ah, poi, lascia stare "gli altri".. Che tu non abbia voglia di studiare il 5 di agosto,poi, a me pare una cosa assai comprensibile...
  14. ... OT pensierino: l'energia senza un oggetto su cui riversarsi ristagna e diventa noia... in effetti il transfert dà carica, accende il desiderio di raggiungere degli obiettivi io non so che cosa desiderare
  15. No, io sinceramente non sento questo "risveglio"..passettini, piccole cose.. niente di più... Sento di essere ancora facilmente impantanabile nei rapporti con gli altri, sento di non avere quella stabilità interiore che mi consente di fidarmi di me stessa anche in momenti difficili. Ho ancora alcune somatizzazioni che mi intralciano, specie d'inverno quando devo andare a scuola. A volte sento l'analisi evanescente, impalpabile, a volte invece mi sembra che lavori in sordina...in luoghi di me stessa di cui non sono consapevole.Forse abituata ai ragionamenti e ai giudizi, alle valutazioni col bilancino questo rapporto soft, emotivo mi spiazza e non ho scale di misura da applicarvi per leggerne i risultati. So che rimuovo il fatto che vi sarà una fine. Proprio non ci voglio pensare. Ogni volta che lei accenna a tempi e momenti trascorsi dell'analisi io glisso: ho timore si parli di un percorso con un punto di partenza, una strada da percorrere e un traguardo finale da tagliare. A parte che non mi ritrovo in queste letture di evoluzione lineare dei percorsi personali ma è che io non ci posso pensare a stare sola senza un riferimento per quel che concerne la mia vita...Non è come l' esame per la patente che alla fine vai .. ma penso di avere paura di rischiare il cambiamento, temo di leggere il cambiamento troppo correlato con la perdita.. e io mal volentieri mi predispongo a sopportarne altre. magari manco ci tengo più di tanto a questa psi ma è il mio scenario interiore delle separazioni che è ancora troppo intriso di malinconia.
  16. è quello che rimproveravo al mio ex-psi : non dava spazio all'elaborazione del dolore perchè o infieriva ( sei tu che vivi la tale cosa in questo modo e giù col cattivo rapporto col lato cattivo) o minimizzava; poi un giorno arrivai con una botta di depressione tale che gli fece fare un balzo sulla sedia e prese a mangiarsi le unghie a tutto spiano...ma non è che durò a lungo nè modificò approccio.. ci vuole lo spazio d' accoglienza del dolore, c'ha pure un nome , "abreazione", mi pare...solo dopo aver "sturato" il lavandino dalle passioni e dalla potenza delle emozioni.. ci sono spazio ed energia per valutare altre possibilità e prospettive...
  17. digi: "Sono nuova e non sono la sola ad accorgermene, i miei se ne sono accorti (mia madre però ne è felice nella misura in cui non si parla di sentimenti e di cambiamenti ma io mi guardo bene dal parlarne), mio marito e credo anche il mio bambino a cui adesso mi dedico con più interesse, a cui grazie alla riscoperta del mio lato infantile, riesco ad essere più vicina, più in sintonia...." Oh, ecco..questo fa numero e tua sorella è unica e sola. I cambiamenti in positivo sono una provocazione per gli altri, specie per chi si è costruito nel tempo un ruolo preciso, ha inchiodato gli altri in un ruolo preciso e non ammette ribaltoni ma deve la sua soporavvivenza al persistere di un preciso equilibrio.... La gente pur di sopravvevere nelle sue nevrosi condannerebbe a morte gli altri. Sono catene pesanti, è dura scrollarsele di dosso: la famiglia è un covo di omicidi e vi si commettono i più efferati delitti anche se apparentemente senza spargimento di sangue. Mi piace molto la faccenda della riscoperta del tuo lato infantile e del conseguente miglioramento del rapporto con tuo figlio ... è questa la via per trovare un feeling meraviglioso con i bambini: ci sono certe madri che sono vecchie dentro, dure, sembrano essersi scisse dal lato vitale e creativo. Quanto a me: digi cercherò di parlargliene .. ma devo passare la trafila del "fargliela pagare " in qualche modo... che la gente impari a provare su se stessa quello che infligge agli altri. Si tratta di una mia "restituzione".. in qualche modo.
  18. Mi sono resa conto che la mia psi è "camaleontica" nel senso che lei "sparisce" ...le riesce davvero bene non ingombrare il setting con se stessa,con la sua personalità - tranne in casi, rari, di gap della comunicazione, come l'u.s. - il tutto dietro un'apparente disinvoltura di comportamento in cui lei è se stessa, risponde al telefono, se deve fare un lavoro nello studio magari ci trovi gli operai dentro, arriva in ritardo, ha foto dei suoi genitori sulla libreria;so dove ha lavorato quando lavorava nel pubblico, ho incontrato per il mio lavoro sue ex-colleghe... tutto alla luce del sole..apparentemente... e, invece, mi sono resa conto che lei di se stessa non dice niente.Non so niente dei suoi gusti, dei suoi interessi , hobby (-ies), delle sue idee politiche...se le dico di aver visto un film mai da parte sua un commento ma solo attenzione a cosa io dico.. in questo senso l'altro mio psi era molto esplicito: mi suggeriva letture (Wilde, Simenon,Tabucchi), film (Almodovar) mi dichiarava le sue passioni (la vela.. ) ..mi faceva esempi tratti dal suo vissuto...mi dava cioè materiale per partire con mille mie fantasie e congetture su di lui (quando invece avrebbero dovuto essere stimoli per me) alimentando anche una notevole dipendenza. La mia dott. solo ultimamente mi ha detto di avere un figlio in modo estremamente incidentale (si parlava di cani: cioè non è che suo figlio è un "cane" ma ha una ragazza con un cane particolare) Solo qualche indizio colto qua e là dalla sua scrivania :un libro della Allende, uno di Buber, il numero di una rivista su cui lei ha pubblicato un articolo.. Così tocca darmi da fare con internet e cercare di scoprire se è così mimetica perchè cela il nulla oppure perchè è umile e cerca di non condizionare... pertanto ho "dovuto" cercare di recuperare il numero di quella rivista : cerca in librerie cittadine e fuori città, on-line .. infine invia mail per richiedere il numero (arretrato) direttamente alla rivista..e mi costerà quanto una seduta : ma chiederlo a lei direttamente, per fotocopiarlo, mai.
  19. io non ho l'indirizzo mail della mia psi. ma ho usato mail in passato quando ero in cerca di uno psi da cui andare...se non ci fossero state le mail io non avrei mai ripreso...odio telefonare.Poi, di fatto, la mia l'ho contattata per telefono.
  20. adoro l'email, è discreta: non "squilla", e la leggi quando puoi
  21. ma non lo so...le mie sono di solito "ripicche" da giardino d'infanzia con notevole effetto boomerang ..ripromettermi di farne mi serve sul momento per avere l'impressione di non subire la situazione...meglio non trarre spunti. Penserei di dirglielo ma so che non ci sono buone intenzioni preventive che reggano: andrò lì e mi uscirà fuori inaspettatamente qualche pezzo che adesso mi è impossibile prevedere. Certo la comunicazione è importante in una relazione , e non ne rappresentano una buona base messaggi comunicativi conflittuali in cui si dice a qualcuno "guarda tu puoi scegliere tra x e y però y non la scegliere e scegli x perchè è quello che tu vuoi/puoi scegliere" . Mi sono sognata che il 5 agosto la mia psi se ne andava in vacanza sul monte "ordinanza". Anch'io pensavo di slittare in là oltre metà settembre per recuperare un po' d'ossigeno economico.
  22. Mi sono passate le paturnie. Sarà che c'è il sole, le passeggiate sul lungomare con la canina, le nuotate, la bicicletta, i parchi con la canina, e poi i film, i libri ecc. ecc. ..io manco me la ricordo l'analista... sì perchè il vero transfert l'ho avuto con l'altro psi; con lei la dipendenza è sempre stata di tono minore.poi, in effetti, m'è passata.. forse sul momento ho sentito riafforare qualcosa d'altro che brucia forte ..ma c'ha messo poco per svanire, è che in effetti non mi sento abbandonata. Bah..sicchè lunedì niente sms e niente seduta... magari una vendettina me la studio lo stesso, ma nel tempo libero.. Come sono andate le "ultime sedute" di tutte quelle che l'avevano ieri? Mi vado a leggere eventuali resoconti... ciao
  23. Io, l'interruzione estiva so che c'è e l'accetto, inoltre generalmente trascorsi i primi giorni mi "assesto" sull'assenza della psi e trovo un certo equilibrio. Mi mandano in bestia, invece, gli accordi mal presi, le ambiguità e le vaghezze... Poi, stavo pensando che per cavarci le gambe da tutto il casino vissuto e da tutto il nero forse dovrei giocare al meccano con me stessa: smontarmi, guardare i pezzi e rimontarmi nel modo giusto. Ma ci si cavano le gambe? Ho sempre creduto che una parte della soluzione fosse accettare quanto è successo e come siamo. Voglio dire: uno c'ha avuto una madre che non ha funzionato .. bè alla fine tocca farsene una ragione e tirare a campare. Però è come se uno zoppo continuasse a rimanere senza una stampella. Poi, l'altro giorno, la dott se n'è venuta fuori che se non si ha avuto una madre almeno "sufficientemente buona " bisogna "inventarsela". E qui mi ha spiazzato. Ora so di persone che sono riuscite a trovare e ad appoggiarsi a figure sostitutive, che hanno costruito la propria identità (anche di genere) su modelli raccattati al di fuori della famiglia ; io in parte ho fatto questo con il mio prof dell'uni. ma erano gli anni della propria formazione che per quel che mi riguarda son passati da un pezzo. Però, davvero non so da che parte mettere le mani, da dove cominciare..
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