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ilaria

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  1. Felicità è un dito in bocca ed una coperta Felicità è un mucchio di foglie Felicità è una persona simpatica alla porta Felicità è giocare con la sabbia e sentirsi amici Felicità è dormire nel proprio letto Felicità è stare con gli amici Felicità è un marciapiede liscio liscio Felicità è aver tolto la scheggia dal dito Felicità è un albero da arrampicarsi Felicità è arrivare alla maniglia Felicità è un lumino nel buio Felicità è tanti zuccherini gialli rosa bianchi e rossi senza quelli verdi Felicità è il singhiozzo… dopo che è passato Felicità è giocare sempre a nascondino Felicità è un golfino tutto pelo Felicità è piegare in due il pane con burro e zucchero Felicità è sapersi allacciare le scarpe da sé Felicità è camminare sull’erba a piedi nudi Felicità è diciotto colori tutti diversi Felicità è un bocconcino preso al volo Felicità è trovare finalmente quel pezzo rosa con l’angolo di cielo e la cima del veliero Felicità è una cosa per uno e una cosa per un altro [da "La felicità è un cucciolo caldo"Charles M. Schulz]
  2. ragazze, grazie davvero..se non ci foste state voi, stasera sarebbe stata decisamente più cupa ..persino la cagnolina se ne sta buona buona..intimidita.
  3. via, più ci ripenso più mi girano... la faccenda economica: quando abbiamo ripreso a fare la second seduta io le proposi però 6 sedute al mese invece che 8 per contenere la spesa...poi il primo periodo ne abbiamo fatte subirto 7, e negli ultimi mesi, ho smesso di lesinare ,e senza che nemmeno se e parlasse ne ho fatte pure 9 al mese. Da questa prospettiva lo scrupolo della speculazione non ci sta: avrebbe dovuto farselo venire anche in altre circostanze. poi una cosa che ho sempre pensato è come il lavoro "sequestri" spesso l'analisi e spesso mi sono chiesta cosa sarebbe venuto fuori se avessi condotto l'analisi in periodi in cui la scuola non rompe. e in effetti si fa più spazio per altro. tipo gli album, ad esempio che è un altro importante. e poi, al di là della seduta mancata c'è pure la vaghezza del "ci risentiamo". ma com'è che funziona? - il primo anno ti danno l'appuntamento per settembre - il 2° introducono il "ci risentiamo" ma precisando quando (fine agosto) - il 3° perseverano con il "ci risentiamo" ma sorvolando sul "quando" (per natale?) . zazà: non credo di tornarci..al max un sms
  4. euri, ci sta... magari sbaglio ma se solo avesse insistito meno su quanto io debba essere impegnata in questo periodo ( che non lo sa forse che a impegni sto a zero??) avrei forse potuto avere quest'impressione.. ora però rimando a domani...magari le cose mi appariranno sotto una luce diversa. in fin dei conti ho ancora il margine di qualche giorno per eventualmente escogitare qualcosa.
  5. judi tu stai prendendo la psicoterapia per il verso giusto. suggerisci e agisci in un modo che condivido.rompere con gli schemi reattivi consueti, chiarirsi che serve per farsi conoscere e per riuscire a porsi meglio in relazione..son tutte cose che se le inizi a fare con l'analista poi prendi a farle anche fuori dalla terapia. ma forse io ora devo portare le mie recriminazioni, i miei bronci, i miei propositi di vendetta... sono le emozioni più autentiche che sento, puerili ma più mie.
  6. brava, judi..è proprio questo. io stavo già con l'anima in pace che a fine luglio sarebbe iniziata la pausa. ne avevamo parlato. e anche se la seduta di oggi è stata tosta per tutto quello che è venuto fuori su mia madre, la sua tristezza e la sua malattia.. io ero pronta a interrompere. poi se ne viene fuori con quella finta opzione, con quella apparente possibilità di scegliere...e statti zitta, che altrimenti si sfiora il sadismo: io ci sono,te lo dico ma non ti consento di venire. e poi, ma che non lo sanno gli psi che quando vanno in ferie si riempiono topic di post tristi e sconsolati.. ma facciamo i finti tonti?? altro che impegni, altro che ferie, altro che scomodarsi..per una seduta in più. al massimo, ora, le mando un sms senza possibilità di rispondermi e ci provo a rovinargliela a lei l'estate.. sto inc@zzata nera.
  7. Ragazze, vi ringrazio per la vostra attenzione... Froggy, la mia analista sa perfettamente della mia ansia d'abbandono...non può esserle sfuggita, tra l'altro, dopo una seduta in cui ha potuto constare, conforntando le foto degli album che le ho portato, che "effettivamente" mia madre appare distante, molto di più di quanto non lo fosse verso mia sorella, che era "altrove" mentre stava con me, che quando stava con me non era dove desiderava essere... Un'altra seduta, non mi cambia la vita... si sa che siamo agli sgoccioli, ero già pronta a finire , avevamo parlato di fine mese... ma però che vuoi che sia, rispetto ai "miei impegni" "disturbarmi" per venire una volta di più... mi stanno proprio sulle b@lle sti analisti così goffi e maldestri nel gestire le separazioni... ma andassero a farsi friggere...mi rode dover sempre subire questa frustrazione.
  8. che rimostranze? la cosa brutta è che quando i colloqui sono tosti e importanti e magari lasciati per traverso è più difficile sopportare la lunga pausa estiva. Comunque, non lo so, certamente lei ha sfiorato un punto debole. Ha lo studio a due passi da casa mia, e più di una volta ci siamo incontrate nei paraggi. Magari l'eventualità di potermi incrociare vicino al suo studio mentre io la penso in vacanza potrebbe seccarla e averla indotta a dirmi che lei c'è... ma non c'è. però è in effetti un'illazione. Quello che ha costituito una barriera comunicativa che non ho saputo superare è stata l'insistenza con cui ha ribadito che io vorrò andare in ferie, che io avrò mille impegni, e che quindi non potrò andare, che magari è meglio se ci risentiamo (in un tempo indeterminato)... : lascia che sia io a dirlo se mi vuoi "davvero" dare la possibilità di scegliere.
  9. Io l'ho preso come un accompagnamento alla porta.Boh. Spero che la tua ultima seduta sia più intrisa di nostalgia che di inca.zzature...
  10. judi..ti giuro : è stato come se mi avesse detto: io, ahimè, lunedì ci sono e non posso nascondertelo..però non ho un cavolo di voglia di doverti aggiungere alla lista delle ultime sedute prima delle vacanze ... quindi vattene al mare, porta in giro il cane, pensa ad altro...ma ti prego fammi respirare.. S'alza erta e alta la barriera dell'orgoglio.. e poichè ci ha aggiunto il "ci risentiamo" senza darmi un appuntamento mi vendicherò nel modo più fetente di cui sarò capace. Cretina sarà piuttosto la mia reazione ma quando vengo toccata su questi tasti mi irrigidisco.
  11. Ecco, torno ora, furente. E' stata dedicata una parte della seduta alla preannunciata visone degli album di famiglia. Sobbuglio emotivo,ovviamente, sul quale sorvolo, al momento. Ma l'affondo è stato alla fine; lei dice: Cosa vuole fare, io lavoro anche lunedì, ma lei non avrà voglia di venire, vorrà andare in ferie .. e poi la canina... Io le dico che piuttosto dipende da lei, quando pensa di staccare. ..Ribadisce che lei lunedì lavora, che io avrò tante cose da fare...ma che comunque decidessi io. Quando fa così mi sembra doppiolegamesca: mi dice che lei potrebbe che sta a me decidere ma praticamente mi dissuade dall'andare ..Così dico "vabbè vengo a settembre" e lei "ci risentiamo" . Poi due convenevoli su Smilla , su come la troverà cresciuta al rientro e così via. E così, nemmeno l'appuntamento fissato.Cosa che è accaduta anche l'anno scorso, ma l'anno scorso si dovette operare. Quest'anno, no. Allora io divento str.onza... ma di quelle pesanti. E gli farò vedere i sorci verdi, la svilirò, da scommetterci.
  12. Domani mia ultima seduta prima della pausa, e mi giricchiano abbastanza. Da quando ho preso la cagnolina sono andata in seduta con lei e il "setting" ne ha risentito. In bene, direi. E' stata la dott. a insistere che la portassi, e se ho preso il cane in parte è perchè ho seguito un suo vecchio suggerimento. La mia dott. si prende in braccio Smilla e la riempie di coccole.E a me piace pensare che la cagnolina simbolicamente rimandi a me, e mi rinvii quelle coccole che lei riceve. L' ultima volta ha "sganciato" tutto lo sganciabile . Così io e la dott. abbiamo armeggiato con carta e bisognini tra lo studio e il bagno e poi a ripescare Smilla che si era infilata in terrazzo e se ne è andata in giro per le altre stanze dello studio. Questa scompostezza mi ha imbarazzata ma mi ha anche fatto sentire più vicina la mia dott. e me ne ha mostrato alcuni aspetti nuovi che mi piacciono molto. Una volta prima che andassi via s'è piegata su Smilla, che tenevo in braccio, per farle una coccola di saluto, e mi è arrivato il suo profumo di pulito. Il "maschile" che ho incamerato dal babbo e che compare nei sogni è cupo, torvo, stantìo...ma fino a quando non me l'ha fatto notare la dott. non avevo mai pensato che quelle figure d'uomo fossero la mia rappresentazione interiore dell'uomo. Piuttosto credevo di essere stata influenzata più da mia madre, perchè a partire dal colore dei capelli per finire ai tratti di carattere, solare ed estroverso, molti aspetti rimandavano a lei.
  13. I padri... Anch'io credo di non aver idealizzato mio padre.Piuttosto l'ho subito, come un ostaggio subisce un sequestro.Parte della mia vita è stata sequestrata da mio padre, dalla sua depressione, dalla cupezza della sua vedovanza. E' stato difficile essere adolescente con un padre cupo e severo come famiglia. E il fatto che fosse un militare non ha facilitato le cose, e che fosse un militare scontento di esserlo ma condizionato dall'istituzione le ha complicate ulteriormente.La mia vita a dodici anni s'è scissa: quella mostrata a mio padre, quella realmente vissuta, di nascosto. Il fatto è che era un uomo pieno di qualità, intelligente, sensibile, ma rigido e moralista, letteralmente imbrigliato nel senso del dovere.E la sua tristezza e i suoi tormenti , la sua nevrosi e il suo affetto nevrotico per me grondavano di umana fragilità che manco potevi odiarlo più di tanto. E farsi carico del dolore di quell'uomo per una bambina che aveva perduto la propria mamma e doveva imparare a crescere è stata un' impresa impossibile. Comunque oggi ricordo mio padre come una figura tragica ma grondante di umanità; sotto la patologia c'era una persona di valore che non è riuscito ad apprezzare se stesso e la sua vita. Il mio problema è quello di aver assorbito tutto quel nero per anni, in un contesto privo di altre vibrazioni emotive e affettive. Mi devo aggrappare con tutte le forze alla mia parte vitale per tentare di reagire e contrastare, sovvertire un ordine delle cose che rischio di ripetere.
  14. digi, mi spiace sentirti così... però io non credo che se tu cercherai di spiegare alla tua psi cosa stai provando "lei si giustificherà" e tu ti sentirai "quella che si lamenta per cretinate": questo capita nelle dinamiche "fuori dal setting" perchè tendiamo tutti a difenderci, a difendere la nosta immagine di fronte alle critiche altrui e non ci curiamo che questa premura di uscire fuori "vittoriosi" da un confronto abbia affossato l'altro e disconosciuto le sue emozioni. Io capisco la cocente delusione, capisco come ti possa aver ributtato indietro nel tempo e riaperto vecchi dolori. Io credo che il punto sia "come superare" quei vecchi dolori. A volte a me sembra un gatto che si morde la coda: ci sono una mamma e un babbo che non colgono i bisogni di un figlio, questo cresce con il dolore della trascuratezza, dell'abbandono, della perdita e con la sfiducia verso ogni possibilità di comprensione e di consolazione sperimentabile in un rapporto. Poi ti imbatti nella psicoterapia e in quel contesto si dovrebbe sperimentare una relazione nuova, curativa, risanatrice.Ed in parte è così. Ma,come tutti i rapporti, anche quello non è al riparo da criticità.Forse nuovi e più adeguati sono i modi con cui si riconoscono e superano le criticità. Io però, per quel che mi riguarda, non so davvero se sarò capace di sanare quel profondo sentimento di solitudine, quell'assenza di speranza, che è il retrogusto di ogni relazione che mi capita avere. Davvero non so se si tratta di superare certe pretese infantili, le idealizzazioni; forse farebbe sentire meno soli se nelle relazioni più che basarci sui bisogni e sulle attese ci si basasse sulla constatazione solidale di una solitudine di fondo costituzionale alla condizione umana.
  15. intanto,trovato questo qui .....
  16. Di rincorsa ho letto che il 14 luglio ci sarà lo sciopero dei blogger che protestano contro un decreto di Berlusconi ( mi pare sulle intercettazioni, ma non sono sicura) che ha conseguenze anche sul web imponendo "l'obbligo di rettifica"... chi ne sa qualcosa e ha la pazienza di diccelo?
  17. Ci sarebbe da spargersele tutte davanti sul pavimento, tirarne su una dopo l'altra con lo stesso procedimento delle libere associazioni... Poi, se uno c'ha pure i filmini amatoriali di famiglia ... Comunque digi, anch' io non credo finisca mai questo genere di lavoro, cambia, ma non si esaurisce finchè campi..ne sono pressochè certa.
  18. autoreferenscial moment con la dott. si parla molto dei miei familiari, mi chiede se riguardo, a volte, vecchi album, le riferisco le impressioni.Si tratteggiano tipi e "patologie", lei riesce a cogliere aspetti di personaggi di cui io appena accenno e i ritratti che mi restituisce sono illuminanti e "mi tornano".Le figure prendono dimensioni e vita e vengono scongelate e liberate dai miti e dagli stereotipi fissi con cui sono state narrate da babbi, zii e così via..ciascuno preso a confermarsi la sua verità su fatti e persone. E' un "risignificare" il romanzo familiare dandogli uno spessore e una profondità di cui io da sola mai sarei stata capace, e, insieme sto lavoraccio libera mille sentimenti ed emozioni. In realtà lei dice che sono io a "fargli vedere" le persone come prima non accadeva, ma i suoi spunti, le sue messe a fuoco, o il modo di rispecchiare più compiutamente ciò che le farnetico, sono imprescindibili. Ho ripreso certi vecchi album di foto, ho capito che riordinarli secondo "temi" o cronologie - come soprattutto ha fatto mio padre - è seguire soltanto alcuni dei possibili criteri: ci sono vie emotive percorribili nell'accostare tra di loro le foto e io ho cercato di seguirle compilandone uno con gli scarti, con le foto non scelte, quelle che non rientravano nelle convenzioni estetiche o celebrative, ma forse capaci di cogliere, nella loro sgangheratezza, momenti di maggiore verità. Ne ho parlato con la dott. che mi ha chiesto se non è cosa così personale da non volerla portare in seduta e guardarla con lei. Sono così contenta di fare questo passo, ho davvero l' impressione di presentarle per intero la mia famiglia, di chiamarcela dentro, di mettere tutti i miei a disposizione di una "rivelazione di senso" di cui non siamo stati capaci.. Ho rivisto Un'ora sola ti vorrei di Alina Marazzi, niente di più in tema..
  19. anch'io ho tutto luglio e anch'io "vado zozza" dalla mia psi.. con lei finalmente va bene, ma davvero...mi sto aprendo tanto e lei lo ha rimarcato...ho proprio bisogno di questa relazione..l'altro giorno, parlando se n'è venuta fuori, incidentalmente, con un "io sono la sua analista" poi è andata avanti nel suo discorso che nemmeno mi ricordo qual era..ma quanto m'è piaciuto sentirle dire che lei si sente la mia analista..
  20. dunque ... mi trovo d'accordo con chi ti dice di cambiare, eventualmente io ho fatto presso la asl una psicoterapia (chiamiamola così) con uno psi al quale mi ero molto legata: non ti sto a raccontare i dettagli di tutta la faccenda per non annoiare ma mettici un periodo nero di tristissima solitudine, mettici che era la mia prima esperienza seria di psicoterapia, metti che lui mi appariva un vero figo, col fascino del brizzolato, di uno che portava addosso tutti i segni di una vita in cui fantasticavo si fosse speso sempre per le cose giuste, metti che rompeva i miei schemi facendomi intravedere modi nuovi di pensare la propria esistenza, e che era pure un bel po' direttivo e io ero allo sbando e non aspettavo di meglio...metti che a volte avevo delle serie difficoltà ad avere un appuntamento con lui e che spesso passava pure un mese da un colloquio a un altro e che tutto questo mi aveva impantanata in una dipendenza micidiale condita con un senso d'abbandono da paura.. poi un bel giorno scompare del tutto,se ne va in pensione e mi lascia in consegna a una sua collega....bene...dapprincipio "obbedisco" mi faccio tutto un film su come era giusto cambiare il copione delle mie reazioni (e quindi seguire quello che aveva predisposto per me), su come dovevo avere comunque fiducia che lui sapeva cosa stava facendo e che rimanere lì, alla asl dalla sua collega era un modo per proseguire ed essere "reperibile", nel caso che... con la tipa ho fatto un colloquio poi una pausa di un po', poi mi sono forzata a tornare e ho fatto qualche altro colloquio ...poi ho sentito potente il bisogno di "uccidere " simbolicamente il mio psi, di disobbedire, di non accettare che lui disponesse pure il suo dopodilui senza che io abbia mai potuto dire la mia, o senza che io abbia mai potuto negoziare qualcosa in tutto quello che stava succedendo .Mi è occorso un bel po' di tempo, la disobbedienza non è mai stata il mio forte e poi mi dovevo assumere pure la responsabilità di una scelta sulla mia "salute" psichica . Però l'ho fatto...e mi ha dato un enorme soddisfazione anche solo pensare che non è andata come lui, così direttivo, aveva disposto.Lasciando la asl io sfuggivo dal suo controllo, perdeva le mie tracce, non avrebbe mai più potuto avere mie notizie semmai per un capriccio gli fosse mai venuto in mente di averne. Nella mia fantasia io giravo i tacchi e me ne andavo per i ca..zzi miei e facendo così sentivo di aver fatto in qualche modo, misero, esiguo, la mia parte in una scelta che lui pensava io dovessi subire...
  21. io non voglio che venga agosto e che non la vedo per un po'... io vorrei che per una volta lei andasse in vacanza chessò ad aprile quando la scuola è ancora aperta e che lavorasse ad agosto...credo che farei un'analisi completamente diversa, argomenti diversi, emozioni diverse... per fortuna quest' estate avrò la novità di una cucciola di cane a distrarmi...
  22. anche tu però sei prolifica: ti si sono moltiplicati i pupazzetti in firma
  23. però è un modo strano.. paradossalmente ero più attenta a certi aspetti interni e ai loro processi quando andavo dall'altro psi, quello cognitivo-comportamentale...mi viene da pensare che l'analista abbia buttato all'aria ogni possibilità di "teorizzazione", di logica...e questo apparente muoversi in superficie sia un allenamento a lasciarsi andare al flusso, di essere naturalmente se stessi. a volte ho come l'impressione che mi spinga al limite dei miei capricci, delle mie piccolezze, delle mie paranoie...forse perchè io riesca a vederle così come sono, schiettamente, senza mistificazioni, freni colpevolizzanti o altra roba ancora.
  24. Lei lo sollecita, senza pressione, ma lo sollecita. E io trovo che sia giusto che ci sia. Il fatto è che solo adesso io sento di non incontrare più ostacoli alla fiducia. Stanotte mi sono sognata che mi trovavo ad attraversare folle di persone, come in uh anfiteatro che diventava un pub che diventava un locale su più piani dove si addensavano in ogni angolo persone, persone, persone...e io stentavo a procedere finquando non mi sono ritrovata in mutande a camminare sperando in una via d'uscita e sperando che nessuno notasse la mia condizione.Ma un signore a una cassa, una persona che io conoscevo e che rappresentava l'unico volto amichevole in quella ressa mi fa notare che sarebbe meglio se io indossassi i pantaloni del training. Questa è la mia condizione in questi giorni: in mezzo a una marea di persone tra riunioni, commissioni, gruppi di lavoro e quant'altro dilaniata dallo stress e dalla stanchezza. In tutto questo sapere che come un cadavere è sicuro che planerò sulla poltroncina davanti alla mia dott. mi è di enorme conforto. Da sola non ce la potrei fare.Le vomito addosso i dubbi che ho su di me, sul mio modo di procedere tra gli altri, le mie esitazioni, i miei desideri di fuga, le paure...ecco si tratta più di questo, al momento, che di un'elaborazione, di un viaggio in profondità..
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