Ma io non ne ho idea! Solo che, alla fine, mi sembra che si arrivi sempre a mancanze di affetto inziale, quando non ci si capisce nulla. Mi chiedo e vi chiedo: non pensate sia una semplificazione? E, soprattutto, cosa saremmo, noi, se fossimo portati a mettere in atto quasi meccanicamente, inconsciamente, spinti da una necessità incontrollabile meccanismi di compensazione? Come si dovrebbe immaginare che viviamo i rapporti affettivi? Solo determinati ad agire per il nostro vissuto? Dove sarebbe la nostra personalità, dove i nostri desideri? Quello che scrivi è ciò che si pensa generalmente della questione: lo dicono gli psi, lo si legge sui libri; non uso il sarcasmo contro di te, assolutamente, ma contro la visione sconsolata che ci sarebbe, a mio modo di vedere, se quello che dici fosse vero (dato il fatto che non ho un altro modo di vedere la cosa). Non trovi sconsolante la possibilità che ciscuno di noi sia determinato da ciò che ha avuto o non ha avuto? E se domani avessimo un figlio, e per qualche motivo lui non sentisse il nostro amore incondizionato, lui è destinato ad essere un infelice? Quando possiamo "correggere" l'errore iniziale? Io posso aver anche subito una mancanza d'affetto iniziale, ma solo perchè mia madre stava male e non poteva stare più di tanto con me. Razionalmente lo so, ma fuggo dall'idea che irrazionalmente io stia continuando ad agire in conseguenza di quel fatto. Mi sentirei una sorta di bamboccio nelle mani del caso.
Niente sacrasmo, Sirena, se non nel senso che, circa le questioni di questo tipo, sono sarcastica nei confronti della vita.