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Tutti in piazza!


Ste

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In ogni caso il lavoro non è una fonte di diritto (sembra una pignoleria, ma...).

non è una fonte del diritto ma un presupposto alla sua applicazione, temo.

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non lo so, anche se mi hai suggerito un' idea... :Whistle:

io facevo un discorso più generico, riferito al fatto che un diritto ha bisogno di un contesto per essere soddisfatto o preteso o garantito ecc...

prendiamo per esempio le fonti del diritto nell' ambito del lavoro, ne cito alcune, abbiamo la costituzione , le leggi e quindi il codice civile. Queste sono propriamente dette fonti del diritto del lavoro e sono determinanti nel contesto perchè ne disciplinano il rapporto ma al di fuori di questo temo non siano applicabili.

diversamente, come si potrebbe certamente obiettare, i diritti ( farò poi un esempio pratico se no sembra il mito che aleggia ) sono o dovrebbero essere norme generali che si fanno garante di principi fondamentali …

Art. 4 della Costituzione

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Nel caso dell’ amico, questo principio non mi pare granché applicato

p.s. sono solo congetture ma a me paiono verosimili

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Si, ma... non è che il contesto manchi: il contesto c'è e l'amico anzi l'ha contribuito a creare o perlomeno a tenere in vita

attraverso l'uso del diritto di cui parli (magari combinato con il dovere favellato nella seconda parte di quell'articolo).

Oddio... Almeno da quanto racconta lui! Poi magari sono balle ma conoscendo l'ambiente non mi pare del tutto inverosimile.

Nel caso dei 2+1, invece, il diritto deriva dall'applicazione della costituzione o dal fatto di essere nel "contesto"?

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Si, ma... non è che il contesto manchi: il contesto c'è e l'amico anzi l'ha contribuito a creare o perlomeno a tenere in vita

attraverso l'uso del diritto di cui parli (magari combinato con il dovere favellato nella seconda parte di quell'articolo).

sì, quando lavorava, ma adesso pragmaticamente come può rivendicare il suo diritto al lavoro o al "sostentamento" in teoria garantito dalla Costituzione?

Oddio... Almeno da quanto racconta lui! Poi magari sono balle ma conoscendo l'ambiente non mi pare del tutto inverosimile.

Nel caso dei 2+1, invece, il diritto deriva dall'applicazione della costituzione o dal fatto di essere nel "contesto"?

entrambe. il diritto si realizza nel contesto lavorativo, non al di fuori di quello, no?

non volevo infilarmi in un culo di sacco ma ho bisogno di capire la dinamica che può dar seguito ad una rivendicazione... giustamente come dicevi tu qualche post indietro, quelli che adesso cominciano a mobilitarsi lo fanno in prossimità dell' uscio :Straight Face:

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sì, quando lavorava, ma adesso pragmaticamente come può rivendicare il suo diritto al lavoro o al "sostentamento" in teoria garantito dalla Costituzione?

Boh?

entrambe. il diritto si realizza nel contesto lavorativo, non al di fuori di quello, no?

Si, ma qui c'è il dilemma che gli italiani si sono calati come una scure su se stessi: realizzarlo o goderne?

non volevo infilarmi in un culo di sacco ma ho bisogno di capire la dinamica che può dar seguito ad una rivendicazione... giustamente come dicevi tu qualche post indietro, quelli che adesso cominciano a mobilitarsi lo fanno in prossimità dell' uscio

Qualunque sia la dinamica... meglio spostarsi... :help:

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Boh?

Si, ma qui c'è il dilemma che gli italiani si sono calati come una scure su se stessi: realizzarlo o goderne?

Qualunque sia la dinamica... meglio spostarsi... :help:

non è che non lo sai tu Ste, è che non lo sa nessuno... non è applicabile... diventa pura astrazione se non puoi concretizzare

e di che parliamo se no?

io sono fuori area

:Doh:

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Ransie, se inframmezzi in quel modo è difficile rispondere...

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non è che non lo sai tu Ste, è che non lo sa nessuno... non è applicabile... diventa pura astrazione se non puoi concretizzare

Infatti. Quindi è meglio occuparsi di fare altro di più piacevole e più utile. Compatibilmente con i mezzi.

Alla difesa e alla protesta dei c.d. "diritti" meglio lasciare chi accetta di convivere con quella scure finché un lavoro ce l'ha

e che lo difende solo quando inizia a bagnarsi le chiappe (senza considerare che un lavoro di per sè non è un diritto.. esisteva

prima che si inventasse la parola "diritto" e esisterà anche quando sarà fatta completamente a pezzi).

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Infatti. Quindi è meglio occuparsi di fare altro di più piacevole e più utile. Compatibilmente con i mezzi.

Alla difesa e alla protesta dei c.d. "diritti" meglio lasciare chi accetta di convivere con quella scure finché un lavoro ce l'ha

e che lo difende solo quando inizia a bagnarsi le chiappe (senza considerare che un lavoro di per sè non è un diritto.. esisteva

prima che si inventasse la parola "diritto" e esisterà anche quando sarà fatta completamente a pezzi).

prima della parola diritto c' erano gli schiavi .. anche.

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prima della parola diritto c' erano gli schiavi .. anche.

Anche dopo, mi verrebbe da ipotizzare...

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Infatti. Quindi è meglio occuparsi di fare altro di più piacevole e più utile. Compatibilmente con i mezzi.

Alla difesa e alla protesta dei c.d. "diritti" meglio lasciare chi accetta di convivere con quella scure finché un lavoro ce l'ha

e che lo difende solo quando inizia a bagnarsi le chiappe (senza considerare che un lavoro di per sè non è un diritto.. esisteva

prima che si inventasse la parola "diritto" e esisterà anche quando sarà fatta completamente a pezzi).

mi viene da pormi questa domanda qua, ma 'sti diritti non bisognerebbe ricordarseli in partenza? e aggiungerei anche collettivamente?

:unsure:

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si esiste anche lo schiavismo di stato . che sarebbe quello che succede a me con il lavoro precario .

cioè ti danno dei soldi ... ma non abbastanza per vivere.

un po come una ciotola di riso . tanto per far vedere..

il precariato .. è lo schiavismo consentito .

pero ' ci si auto frusta .. nessuno ce lo impone. questa è la differenza con lo schiavismo vero .

li ti prendono da piccolo e ti vendono come un pezzo di una macchina.

e un po diverso .

direi che chi ancora oggi vive la vera condizione di schiavitù puo' ben invidiare me che sono precario .

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mi viene da pormi questa domanda qua, ma 'sti diritti non bisognerebbe ricordarseli in partenza? e aggiungerei anche collettivamente?

:unsure:

In teoria vorrebbero essere il presupposto (assieme ai doveri). Ricordarseli personalmente mi pare

una cosa improba, collettivamente mi pare improbabile. :Raised Eyebrow:

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Boh? Sostituire "collettivamente" con "a vicenda", se non risolutivo, potrebbe essere coadiuvante? :unsure:

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dici che non è la stessa cosa? :icon_question:

proprio no!

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capito...

...tornando all' argomento piazza...

chi ci deve andare in sta piazza? oppure, ha senso andarci? soprattutto se uno non sa che ci deve andare a fare? oppure ... non lo so.

Poche idee ma confuse, non mi tornano i conti. :search:

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capito...

...tornando all' argomento piazza...

chi ci deve andare in sta piazza? oppure, ha senso andarci? soprattutto se uno non sa che ci deve andare a fare? oppure ... non lo so.

Poche idee ma confuse, non mi tornano i conti. :search:

Nel caso specifico (poi magari cambiamo caso) direi nessuno, oppure i 2+1 quando perderanno il lavoro per chiederne

un altro o un aiutino per chi glie lo dà, sempre se qualcuno nel frattempo e altrove ha creato o preservato i presupposti

per tal dazione. Però se avessero un po' di consapevolezza non lo chiamerebbero "diritto" ma solo "lavoro", anche se

fa meno presa quando si urla in piazza.

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ma non sarebbe diritto al lavoro? :unsure:

ma poi, essenzialmente, da chi bisogna pretenderlo il lavoro?

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