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FUGA


lorella

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  • 11 months later...
 
 
 
 

già left, da noi stessi. Oggi dicevo questo: sono di qua e di là, vago come un' anima disperata alla ricerca di capire voglia di non capire, alla ricerca della realtà ed al terrore che essa ci sia, alla ricerca di una verità ma solo con una bugia.

Fuggire da me stessa continuamente, come se questo fosse possibile.

Oggi ho nebbia nel mio cervello, vorrei che qualcuno mi facesse luce.

Capire o non capire, dire o non dire, andare o restare, restare o fuggire...

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scusate non vorrei intromettermi e disturbare...

ma nei giorni scorsi ho postato alcuni topic sulla "paura" paura nata dalla ricerca di scoprire cosa è "il vuoto interiore"

ecco dove

l'inconoscibile

oppure dove riporto questo

per favore ascoltate, prestate attenzione, se lo farete correttamente vedrete la verità di tutto questo, e allora la verità sarà l'unica azione. Qualsiasi cosa il pensiero faccia in relazione alla solitudine interiore è una fuga, un mmodo di evitare cio che è. Nel tentativo di evitare cio che è, il pensiero creerà il proprio condizionamento che impedirà di sperimentare il nuovo, cio che non conosce. La paura è l'unica risposta del pensiero a cio che non conosce, l'inconoscibile, dategli qualsiasi nome ma sarà sempre paura. Cerca solo di comprendere che il pensiero non può intervenire in alcun modo sull'inconoscibile, su cio che sta al di là delle parole "solitudine interiore": solo al quel punto cio che è si rivelerà, e sarà inesauribile

concordo con Left...e dice noi stessi.....ma prima vi chiedo cosa siamo?

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concordo con Left...e dice noi stessi.....ma prima vi chiedo cosa siamo?

mio, se ci allarghi il termine del discorso così tanto, usciamo fuori topic, anche se la faccenda è correlata

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il pensiero che fugge se stesso, l' atto incompiuto del come si vorrebbe che fosse... la paura che istiga alla fuga ma non si vince ..

la fuga forse non esiste realmente, in potenza è il pensiero di se, all' atto diventa qualche altra cosa

Non mi linciate, sono instabile :wub:

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non hai scritto una verità, poi non so se compresa , letta ho immaginata....

io mi complimento con cio che è scritto non con lo scrittore che è un umile osservatore...

hai capito cosa hai scritto???

Se si , brava, cio che è arriverà presto ad illuminarti .......la vita...

hai visto il mio quadro

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Mio?!

io sono io e ciò che penso o sono ciò che penso. Più spesso ciò che comunico arriva direttamente dal ventre, si chiarisce dopo intellettualmente e in fine viene esplicitato meglio o peggio sulla carta

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Brava rensie......dici bene....

io sono io e cio che penso.......ti manca ancora una parte di te,....qualcuno parlava di trinità.----

ma non andiamo fuori topic...

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^_^ there's a hero if you look inside your heart, you don't have to be afraid of what you are...

there's an answer, if you reach into your soul, and the sorrow that you know will melt away... :blush:

(M. Carey)

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io nn fuggo mai ma mi piacerebbe ogni tanto.

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a furia di fuggire ora non so dove sto. Qualcuno ha una cartina?

te devi fa na canna!

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fuga.....da cosa e da chi?

l'essere umano è in parte un animale quindi sono ancora conservati nel suo cervello dei procedimenti istintuali come la fuga davanti al pericolo... Darwin diceva che questi comportamenti erano adattivi perchè permettevano all'uomo primitivo (per esempio) di non farsi mangiare e comunque di scappare di fronte al pericolo. Al giorno d'oggi spesso scappare significa l'opposto, disadattamento perchè ci si isola dal "comune", perchè non potendo fuggire davanti al datore di lavoro che ci rimproverac i fa sentire male, ci viene impedito di fuggire dalla società.

Quindi non oserei dire che l'uomo fugge da se stesso perchè volenti o nolenti dall'ammetterlo noi amiamo noi stessi, vogliamo proteggerci, vogliamo conservarci.

Noi scappiamo dalla società che con le sue regole ci ha imposto troppe cose dalle più banali come "a che ora mangiare" alle più complesse... ci dice quando studiare, quando lavorare, quando rilassarci senza che noi ce ne accorgiamo e ci ostiniamo a fare cose che crediamo valorizzino noi stessi (come prendere un buon voto ad un compito a scuola) ma in realtà facciamo ciò che la società riconosce come positivo, come gratificante. Quindi ogni tanto è giusto voler fuggire

Il mio pensiero prende largo spunto da un libro che consiglio caldamente che per questo forum è particolarmente indicato "Elogio della fuga" di Henri Laborit.

Da questo libro è stato tratto un film di Alan Resnais Mon Oncle d'Amerique

un bacio

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