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ma, non è che ci tenga a questo tipo di precisazioni, ma sinceramente quello è un mio pensiero, so che è anche quello di K., ma infondo il sole è uguale per chiunque abbia le capacità di vederlo, comunque andiamo avanti!

il passo è vero, perchè lo ha detto lui....se lo avessi detto tu sarebbe?

Io lo trovo ovvio, me lo spieghi a parole tue....

non è un'interrogazione e che amici, avrei tanto da trasmettere, che preferisco rischiare di sembrare un pazzo fanatico spirituale, che non tentare di indicare la giusta via a chiunque incontro.....

andiamo avanti...cosa intende K.?

Mah, non vorrei certo enfatizzare, dopo oltre vent'anni di particolari studi e di esperienze vissute nel gruppo, ritrovo dentro di

me il senso della profondità di questi discorsi, senza peraltro aver raggiunto chissà quali traguardi personali... :p: . Quindi,

anche nel mio caso, il sole di Krishnamurti trova un pallidissimo riflesso in me.

Come potrei commentarlo io? Mi viene in mente un breve verso di una canzone di FdA, "Ma più ancora del Tempo che non ha età/siamo noi che ce ne andiamo". (Prova a esaminare alcuni testi di canzoni, specialmente di autori particolari come De André

e troverai cose che non immagineresti, ma questo potrebbe far parte di un bel topic). Sì, non è il tempo, siamo noi che ce ne andiamo apparentemente, come forma materiale, la nostra essenza è eterna e vive per sempre. Quali sono i nostri legami che ci tengono avvinti al dolore, dove risiede l'attaccamento? Nel tempo, nell'immagine che abbiamo formato nel tempo di noi stessi, degli altri, della vita in generale. Questa immagine crea dolore. Questa immagine non ha esistenza reale. Il dolore però sì! L'esperienza. Chi è che vive l'esperienza e ad essa attribuisce il valore? Sempre questo IO carico di passato, appesantito di prevenzioni e costruzioni mentali. Ma l'esperienza potrebbe essere vissuta nell'attimo, senza per forza agganciarla a questa astrusa architettura, rompendo la barriera tra "io" ed "esperienza", perché in quel caso, vivendo nell' attimo, vivi l'ESSENZA reale dell'esperienza e trovi fuori dal pensiero che deforma la risposta giusta.

Però, meglio che per ora mi fermi, caro Mio, sto sudando come un maiale, altro che "illuminato". Cos'altro vuoi sapere? Io so tutto, peccato che non riesca a mettere in pratica un bel niente! :D:

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ragazzi devo ammettere che mi sono un pò persa, poi ho anche la febbre, proverò a rileggere i post quando ho la mente più lucida, comunque riesco a capire l'essenza dei discorsi ma non riesco mai ad entrarci veramente.... :p:

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Mah, non vorrei certo enfatizzare, dopo oltre vent'anni di particolari studi e di esperienze vissute nel gruppo, ritrovo dentro di

me il senso della profondità di questi discorsi, senza peraltro aver raggiunto chissà quali traguardi personali... :Yawn: . Quindi,

anche nel mio caso, il sole di Krishnamurti trova un pallidissimo riflesso in me.

Come potrei commentarlo io? Mi viene in mente un breve verso di una canzone di FdA, "Ma più ancora del Tempo che non ha età/siamo noi che ce ne andiamo". (Prova a esaminare alcuni testi di canzoni, specialmente di autori particolari come De André

e troverai cose che non immagineresti, ma questo potrebbe far parte di un bel topic).

Certo K. in primis cantautori e via di seguito , poeti, scrittori (quello che hai riportato di Gaber era fantastico) ogni tanto ci regalano una pillola,,,,noto una differenza, alcuni dicono verità percependole lontanamente, altri come k, raccontano cio che vedono. K. non ha secondo me, nemmeno l'idea del domani dal punto di vista psicologico, e nemmeno dello ieri.....Io fino a poco fa non lo credevo possibile, dubitavo, ora so che è vero. Pultroppo a volte mento a chi mi sta vicino fingendo un po di risentimenti o riconoscenza verso fatti passati, questo perchè è una pillola amarissima da digerire, avere vicino chi non ha nemmeno la concezione di tali fatti, li vedo come i capricci di un bimbo, io non riesco ad odiare chi mi vuol far del male, o chi uccide o chi violenta......li vedo come il risultato ovvio di cio che è stato e essendo , saranno anche domani......vedo la stupidità delle opinioni, vedo l'inefficenza dei giudizi......

Sì, non è il tempo, siamo noi che ce ne andiamo apparentemente, come forma materiale, la nostra essenza è eterna e vive per sempre. Quali sono i nostri legami che ci tengono avvinti al dolore, dove risiede l'attaccamento? Nel tempo, nell'immagine che abbiamo formato nel tempo di noi stessi, degli altri, della vita in generale.

Questo, la prima parte...dove dici che la nostra essenza vive per sempre, per me è l'esempio di come complicare un fatto semplicissimo,,,,,

vedi è semper ora,,,,l'ora è eterno......è l'immagine di se che accresce accumulando ....scalfendo così le lancette del tempo....senza contenitore la misurazione, che è tempo , non esiste......esiste un'attimo eterno. Solo suddividendolo e contanto nasce il tempo......

Questo contenitore , taccato che misura.....bhè è la causa del dolore e dell'attaccamento che provoca tutte le sofferenze, senza di esso non sono possibili.

Questa immagine crea dolore. Questa immagine non ha esistenza reale. Il dolore però sì! L'esperienza. Chi è che vive l'esperienza e ad essa attribuisce il valore? Sempre questo IO carico di passato, appesantito di prevenzioni e costruzioni mentali. Ma l'esperienza potrebbe essere vissuta nell'attimo, senza per forza agganciarla a questa astrusa architettura, rompendo la barriera tra "io" ed "esperienza", perché in quel caso, vivendo nell' attimo, vivi l'ESSENZA reale dell'esperienza e trovi fuori dal pensiero che deforma la risposta giusta.

Però, meglio che per ora mi fermi, caro Mio, sto sudando come un maiale, altro che "illuminato". Cos'altro vuoi sapere? Io so tutto, peccato che non riesca a mettere in pratica un bel niente! :Yawn:

"il dolore però sì" .....quello fisico forse....l'altro è reale....cio lo tocchi, lo odori, lo tasti, lo ascolti o lo pensi....

cos'è materialemte se non un movimento di neuroni, se non scossette elettriche? dici "questo IO carico di passato" è forse anche altro...cosa dimmi? dici "Ma l'esperienza potrebbe essere vissuta nell'attimo" l'esperienza è dell'io.......sempre dell'io ed è sempre ricordo dell'attimo......nell'attimo c'è solo attimo....riflettici...osservalo non pensarlo,,,

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"il dolore però sì" .....quello fisico forse....l'altro è reale....cio lo tocchi, lo odori, lo tasti, lo ascolti o lo pensi....

cos'è materialemte se non un movimento di neuroni, se non scossette elettriche? dici "questo IO carico di passato" è forse anche altro...cosa dimmi? dici "Ma l'esperienza potrebbe essere vissuta nell'attimo" l'esperienza è dell'io.......sempre dell'io ed è sempre ricordo dell'attimo......nell'attimo c'è solo attimo....riflettici...osservalo non pensarlo,,,

Scusa se parto dalla fine, per non rendere il discorso troppo pesante risponderò poi al resto della tua lettera. Il dolore per me è certamente reale, oggettivo, essendo, per così dire, "l'oggettività della soggettività". Cioè, da un'interpretazione soggettiva, illusoria della realtà nasce un dolore che -ahimè- è realissimo. Percependo in modo diverso, più profondo, la realtà, è ovvio che di conseguenza si soffre di meno. Il movimento di neuroni che citi è comunque reale! Tanto che alla lunga provoca malattie serie nel fisico, malattie non immaginarie. Dovendo per forza usare questo strumento limitato che sono le parole, dico "esperienza" semplicemente per dire un fatto che ti accade (passeggi per strada e ti cade un vaso di fiori in testa). Quella che è del tutto soggettiva è la reazione all'evento (esperienza) stesso.

Lo stesso dolore fisico può essere vissuto diversamente a seconda della tua evoluzione. Ti cade in testa 'sto famoso vaso e

bestemmi a tutto spiano. Oppure fai subito chiamare un'ambulanza. Oppure sali dal proprietario del vaso con un vaso più grosso per spaccarglielo in testa. Oppure, pensi che se ti è successo doveva succedere, ci ridi sopra e ti assicuro che, a quel punto, senti pure di meno il dolore fisico! E adesso, a più tardi... :;):

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salve,un mio "amico "diceva "conosci te stesso" se mi conoscessi

scapperei via.

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taglio tutto per brevità...non concordo per niente. >Ti spiego:

io penso che tu ti veda con mia moglie. Un pensiero falso ti rende malvagio hai miei occhi.

io so che tu ti vedi con mia mogli. Un pensiero che ha una contropartita nei fatti ti rende malvagio hai miei occhi.

il fatto è che tu ti vedi con mia moglie. Non devo ne accettarlo ne non accettarlo in quanto è senza che necessiti della mia approvazione.

Posso essere consapevole di questo è agire. Agire comprendendo che io non voglio vivere con una donna simile è lasciarla, tutto cio in assoluta serenità in quanto cio che è, e soprattutto cio che è stato è assolutamente immutabile. Desiderare che cio che è, e soprattutto cio che è stato siano diversi è stupido, sarà normale ma anche stupido in quanto si desidera cio che non potrà mai avvenire, lei potrà voler tornare con me, ma se io non voglio una donna che mi ha tradito e lei lo ha fatto non potrà mai concellare cio che è stato. Desiderare cio che non è, quello che io chiamo falso crea il dolore.

Altro esempio mi muore il figlio, il vero dolore, cio che fisicamente si prova nella mente, pochi lo sanno, perchè fuggono dalla realtà non sapendo che è peggio ancora, e cosa fa pensa, a che bello sarebbe stato, a che bello se ci fosse, a come era quando c'era.....poi torna alla realtà ed ecco il conflitto..la sofferenza.

Chi si attiene a cio che è e lo comprende non soffre se non in misura ad esso, io soffrirei molto nell'attimo negli istanti in cui vedrei morire un figlio, ne sarei straziato, toccherei con mano la sofferenza, morirei anch'io in parte, ma poi terminato cio che è, o meglio mutato bisogna adeguarsi ad esso, tanto è

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salve,un mio "amico "diceva "conosci te stesso" se mi conoscessi

scapperei via.

proprio per quello lo si dice,.... ^_^

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Non riesco a capire, nonostante tutto, in che cosa Mio la pensi diversamente da me. Io naturalmente sono d'accordo con lui che desiderare che le cose siano diverse da come sono è un inutile sforzo mentale, è dolore. Accettare un fatto significa semplicemente prenderne nota al di là dei pensieri su di esso. E, naturalmente, il dolore esiste in quanto siamo noi a crearlo ed alimentarlo.

Quindi, ripeto, come mai dici "non concordo per niente" ?

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Caro mio, il dolore che proviamo durante la nostra esistenza, fa si che ci aiuti a crescere, a maturare ad essere cosa buona e giusta. Se io dimenticassi dolori fisici, umilazioni, non sarei la persona che sono adesso e cioè una persona che sa' in quale direzione andare, che sa' cosa dire e non dire. Il mio non dimenticare il passato mi aiuta a sopportare il presente.

Un abbraccio, Lorella.

.....condivido pienamente...... NON bisogna dimenticare...... ma bensì ricordare ciò che è stato poichè noi siamo il nostro passato nel bene e

nel male......comunque l'insieme di giorni, anni, gioie, sofferenze , difficoltà e doni ...tutto ci appartiene e la MEMORIA è una grande ricchezza

...ho dei dubbi che il dolore possa aiutarci a crescere però.... credo che il tempo guarisca Tutto, o quasi....ma quando si riaffaccia il dolore...non

può che sorprenderci sempre, come fosse la prima volta....ma anche la gioia e la serenità invadono le nostre giornate, a volte basta poco....anche

il cambiamento delle stagioni, notare il ciclo vitale della Natura che si trasforma e ci dona nuovi frutti tutti da assaporare......è un'alternanza....chissà...

...forse il Bello è proprio questo...e di gioia e dolore in fondo, non potremmo farne a meno!

...anche se è "quasi" mattina.....vado a dormire......Buona Giornata a Tutti! :10:

:lazy:

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Non riesco a capire, nonostante tutto, in che cosa Mio la pensi diversamente da me. Io naturalmente sono d'accordo con lui che desiderare che le cose siano diverse da come sono è un inutile sforzo mentale, è dolore. Accettare un fatto significa semplicemente prenderne nota al di là dei pensieri su di esso. E, naturalmente, il dolore esiste in quanto siamo noi a crearlo ed alimentarlo.

Quindi, ripeto, come mai dici "non concordo per niente" ?

intendevo, scusami ho esagerato con "per niente" ....sulla realtà del dolore....

insomma è un pensiero reale che non ha riscontranza nella verità se non come movimento di elettroni!

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.....condivido pienamente...... NON bisogna dimenticare...... ma bensì ricordare ciò che è stato poichè noi siamo il nostro passato nel bene e

questa rispota è anche per Lorella...

ok , mettiamo che dite bene......mettiamo,,,

voi dunque non avete più quella sensazione di incompletezza, di mancanza, di insoddisfazione, di non realizzazione di incompresione che caratterizza l'uomo, voi avete compreso l'essenza della vita?

se no, il ricordo vi infomo , il contenere sensazioni è la causa di questa mancanza! :lazy:

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questa rispota è anche per Lorella...

ok , mettiamo che dite bene......mettiamo,,,

voi dunque non avete più quella sensazione di incompletezza, di mancanza, di insoddisfazione, di non realizzazione di incompresione che caratterizza l'uomo, voi avete compreso l'essenza della vita?

se no, il ricordo vi infomo , il contenere sensazioni è la causa di questa mancanza! :lazy:

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la mia affermazione non esclude tutto il resto, tutto ciò di cui parli, lo vivo poichè c'è in me proprio quel senso di incompletezza e di mancanza....

...... non sò quale sia l'essenza della vita..... se per essenza intendi "scopo" forse è la stessa Vita, scopo di sè stessa...

posso dirti che ogni sera quando torno a casa da sola ogni passo è mancanza e sono qui poichè qui sono arrivata

ci vuole umiltà

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la mia affermazione non esclude tutto il resto, tutto ciò di cui parli, lo vivo poichè c'è in me proprio quel senso di incompletezza e di mancanza....

...... non sò quale sia l'essenza della vita..... se per essenza intendi "scopo" forse è la stessa Vita, scopo di sè stessa...

posso dirti che ogni sera quando torno a casa da sola ogni passo è mancanza e sono qui poichè qui sono arrivata

ci vuole umiltà

parole sante cara Viola, sei più saggia di quanto credi....

non posso ripetermi in post già scritti , ma se vuoi puoi trovare alcuni sul tempo, desiderio, vivere il passato, che possono, forse, aiutarti a capire che la causa di questa incompletezza che tutti sentiamo è proprio il "se" che altro non è che accumulo di ricordi, sensazioni, esperienze, immagini,,,

un'abbraccio sincero

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intendevo, scusami ho esagerato con "per niente" ....sulla realtà del dolore....

insomma è un pensiero reale che non ha riscontranza nella verità se non come movimento di elettroni!

Ecco, in sostanza siamo d'accordo...il dolore è reale, ma è basato sul pensiero distorto, potremmo dire sulla stessa attività di

"pensare", legata al tempo. Come ben sai, tra l'altro, il dolore rappresenta la prima Grande Verità del Buddha, la condizione

di noi comuni esseri umani... un caro saluto da Maurizio

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anche lui era un comune essere umano, solo un po' più "sveglio"..

..io ho iniziato a svegliarmi solo quando o smessio di mettere qualcuno davanti e qualcuno dietro a me,,,,,schiavi del contenuto siamo tutti uguali, dal santone al mafioso......e non schiavi siamo tutti un unicità con il "tutto"!

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anche lui era un comune essere umano, solo un po' più "sveglio"..

..io ho iniziato a svegliarmi solo quando o smessio di mettere qualcuno davanti e qualcuno dietro a me,,,,,schiavi del contenuto siamo tutti uguali, dal santone al mafioso......e non schiavi siamo tutti un unicità con il "tutto"!

Ho riflettuto molto sulla semplice frase "siamo tutti uguali proprio perchè siamo tutti diversi", e sul fatto che dovremmo considerarci al di fuori del tempo, in un "unicum" dove ognuno di noi toccherà ogni tappa del percorso, da relitto umano a buddha...

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VUOI DIRE CHE NELLO SPAZIO DI TEMPO UN BEL DI' RINASCERO' E POTREI ESSERE UN RE?

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VUOI DIRE CHE NELLO SPAZIO DI TEMPO UN BEL DI' RINASCERO' E POTREI ESSERE UN RE?

no! vuol dire che il tempo non esiste!

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E allora come fai a dire: "E' ora di andare a dormire?" :D::flowers2:

io infatti dico" adesso ho sonno è dormo, visto che posso" :huh:

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Eccomi mio.

Confesso che alla seconda pagina il mio cervello ha cominciato a fumare.

Credo di aver afferrato il concetto. Sul dolore per una morte la penso come te. La sofferenza va vissuta in pieno. Dopodi chè si accetta la morte perchè più forte di noi. Credo che vivere le cose per la realtà significa diventare adulti. da bambini il dolore ce lo nascondono, ce lo camuffano: è volato in cielo, è un angelo adesso e cose così, ci vietano di soffrire per paura che faccia danni al cervello. Io solo soffrendo ho imparato a gestire la sofferenza. In certe situazioni ho dubitato della mia sensibilità, ma ora sto capendo cosa avveniva in me.

Ok, ora mi piacerebbe sapere, come si raggiunge questo stato di cui parli? Con la meditazione?

Ti confesso che la cosa mi fa anche un pò paura e mi confonde. Il distacco emotivo l'ho trovato spesso come sintomo di malattie mentali, della schizofrenia in particolare. Io sono completamente ignorante su ciò, spero di chiarirmi le idee.

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vedi dici un bambino non comprende perchè camuffano....

ad un bimbo di 5 anni non camuffi se gli muore la madre....

lui non si fa seghe mentali di che bello sarebbe se, lui non si uccide pensando a....

lui va a letto è vive il freddo della solitudine perche è solo non perchè paragona l'adesso allo ieri....

adesso sente l'assenza dentro di se, non se ne fa nulla dello ieri o di come potrebbe essere il domani, adesso non c'è la mamma e lui soffre.......vive la sofferenza.....una volta vissuta, come tutto nella vita lo si lascia alle spalle.....

tornando a noi il discorso è che noi si vive sempre in continua agitazione della testa, non viviamo mai cio che facciamo , ma continuiamo a pensare allo ieri ed a immaginare il domani, sia come speranza che come paura, da un lato appariamo felici dall'altro preoccupati, ma in entrambi i casi stiamo immagginando di essere non siamo (Questo è il movimento dell'ego).

In questa immaginare noi siamo convinti davvero di essere.....ne vuoi una prova (un esempio...vediamo)

ieri incontri un vicino e per un qualche motivo ti manda a spigolare...e ti dice che sei scema.....

oggi lo rincontri ...cosa accade....la nostra mente vede il vicino lo associa a quanto accaduto ieri (non si interessa a quanto sta accadendo) e ti crea disagio, ti da fastidio, e tu porti rancore.....

ma passiamo al fatto di ieri...cosa ha fatto il tuo vicino cosa ha leso di te....? La tua immagine, l'idea che tu hai di te e che vorresti abbiano gli altri, perchè in effetti ha emesso un suono che significa che lui ritiene che tu sei scema,,,..e questo cosa porta,....potrebbe avere ragione.....il che sarebbe una costatazione di un fatto, e a meno che tu non fossi convinta di non esserlo (dunque non avessi immaginato cio che non è invece di cio che è) non porterebbe nessun conflitto ne disagio.....

Oppure ha detto una cosa falsa, ossia afferma cio che non è, e tu se fossi consapevole che cio che conta è solo cio che è non gli daresti nessuna importanza, sapresti che la parola non è la cosa.....ne modifica cio che è.....così come le idee...è quella è una sua idea....null'altro.

dunque (questo è un esempio stupido) ma dimostra che noi viviamo per le idee non per i fatti....

chi si attiene ai fatti cogliendo la realtà per cio che è non può avere problemi.....di nessun genere il problema per sua natura nasce quando cio che è non è ci che noi desideremmo fosse, e capendo che questa è la realta ed la vità non può sorgere il problema....

fammi un esempio di cio che dici quando affermi "ho un problema!"

nel frattempo ti posto un brano di Krisnhamurti che scrive molto megli di me e magari ti può aiutare....

buona lettura

"Qual è il meccanismo che forma le immagini? Mia moglie mi dice: «Sei uno sciocco». La cosa non mi piace e mi lascia un segno nella mente. Poi mi dice qualcos'altro; anche questo mi lascia un segno nella mente. Questi segni sono le immagini della memoria. Ora, quando mi dice: «Sei uno sciocco», se in quello stesso istante sono conscio, presto attenzione, allora non rimane alcun segno - può darsi che abbia ragione.

Dunque, la disattenzione genera le immagini; l'attenzione libera la mente dall'immagine. Questo è molto semplice. Ugualmente, se, quando mi adiro, divento completamente attento, allora non c'è quella disattenzione che permette al passato di venire a intromettersi nella concreta percezione della collera in quel momento" (da Al di là della violenza, p. 67).

Cioè in uno stato di disattenzione si scambiano le immagini mentali per la realtà oggettiva. Vivere attraverso il filtro della memoria degli eventi passati è essere succubi della speranza fanciullesca, del rancore e delle ripicche; è vivere con la mente e le sue valutazioni, i suoi ricordi e i suoi paragoni. È l'essere subito pronti a tirare fuori le unghie, è una lotta infinita. Se non sono uno sciocco, cosa mi turba? E se lo sono, perché non riconoscerlo sinceramente? L'attenzione mantiene in uno stato mentale pacificato. L'attenzione è qualcosa di estremamente importante, è la chiave di volta. Questa cosa non andrebbe mai dimenticata. Sei attento: sei presente, sei lì, sei vuoto e sei ricettivo.

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E' vero quello che dici. Il brano di K. è chiarissimo. Ma se la moglie dicesse invece "sei sciocco e perciò non ti amo più" ? In questo caso coem dovrebbe reagire il marito? Si distruggerebbe da pensieri del genere: sono sbagliato. Nascerebbe invidia verso altre persone amate perchè non sono sciocche. Allora si interrogherà sul suo passato. MA potrebbe essere anche che vedrà gente sciocca come lui ma amata lo stesso.

Il rifiuto; come si fa a superare il rifiuto?

Un mio esempio di problema: la gelosia. Mi si annebbia la vista. Però lo riconosco e chiedo tempo per riflettere prima di esprimermi. Più che altro penso a come mi comporto io e arrivo alla comprensione e all'accettare la cosa, ma se non avessi esempi da parte mia, se fossi una segregata in casa che non parla con nessuno quel sentimento non sarebbe facile da sconfiggere.

Un altro esempio: piango ancora perchè il mio ex mi ha lasciata, perchè ha detto agli amici che sono pazza. sono passata per un mostro e credevo di esserlo. Gli ho chiesto di perdonarmi, solo di perdonarmi e non l'ha fatto. Volevo morire. Ora ho paura di esprimermi, ho paura di offendere la sensibilità della gente, di essere giudicata, di non piacere.

Come si fa a non farsi condizionare dalle esperienze passate?

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E' vero quello che dici. Il brano di K. è chiarissimo. Ma se la moglie dicesse invece "sei sciocco e perciò non ti amo più" ? In questo caso coem dovrebbe reagire il marito? Si distruggerebbe da pensieri del genere: sono sbagliato. Nascerebbe invidia verso altre persone amate perchè non sono sciocche. Allora si interrogherà sul suo passato. MA potrebbe essere anche che vedrà gente sciocca come lui ma amata lo stesso.

Il rifiuto; come si fa a superare il rifiuto?

Un mio esempio di problema: la gelosia. Mi si annebbia la vista. Però lo riconosco e chiedo tempo per riflettere prima di esprimermi. Più che altro penso a come mi comporto io e arrivo alla comprensione e all'accettare la cosa, ma se non avessi esempi da parte mia, se fossi una segregata in casa che non parla con nessuno quel sentimento non sarebbe facile da sconfiggere.

Un altro esempio: piango ancora perchè il mio ex mi ha lasciata, perchè ha detto agli amici che sono pazza. sono passata per un mostro e credevo di esserlo. Gli ho chiesto di perdonarmi, solo di perdonarmi e non l'ha fatto. Volevo morire. Ora ho paura di esprimermi, ho paura di offendere la sensibilità della gente, di essere giudicata, di non piacere.

Come si fa a non farsi condizionare dalle esperienze passate?

apriamo un topic sul possesso....(dunque gelosia..rifiuto ecc...) ti va? <_<

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apriamo un topic sul possesso....(dunque gelosia..rifiuto ecc...) ti va? :D:

sì, come no.

Aprilo tu . Se hai qualcosa sul sentimento di possesso la vorrei leggere volentieri.

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