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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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ciao margh........

hai fatto un intera seduta pensando al mitico tuo primo psi?Immagino la seduta!molto proficua.......

Ma sai ti capisco......sta sera mi ha chiamato hause.......mi ero al settimo cielo....non mi aveva mai chiamato...in due anni.....

Voleva il numero pero' del mio psi.....voleva mandarci una sua paziente.......

mi io gli ho detto che non l'avevo.......una donna dal mio psi?Un altra!!no solo io posso andare......!!!

Si poi alla fine glelo ho dato!

E' che sono confusa.........mi piacciono tutti e due in modo diverso!!

Quindi margh....capisco cosa senti x il primo..........sai possiamo parlare,scrivere,analizzare ma quello che si sente,si sente!!

un bacio

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mi io gli ho detto che non l'avevo.......una donna dal mio psi?Un altra!!no solo io posso andare......!!!

Eh già.. questo è un sentimento che provo anch'io.. la gelosia nei confronti delle altre pazienti: perché penso al grado di intimità che raggiungiamo, alle cose che lui sa di me (tutto o quasi), e pensare che abbia questo rapporto speciale con altre persone, specie se donne, mi manda in bestia..

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Ma come si può essere gelosi di qualcuno che neanche si conosce!

Scusate la crudezza, ma su questa faccenda dell'amore da setting divento sempre più cinica e razionale.

Un po' va bene, perchè in fondo l'innamoramento è il filo dorato della vita ma

credo che una persona inizi una terapia per essere più felice o quantomeno

per vivere più allegramente la propria tristezza, non per stare peggio!

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Ma come si può essere gelosi di qualcuno che neanche si conosce!

Scusate la crudezza, ma su questa faccenda dell'amore da setting divento sempre più cinica e razionale.

Un po' va bene, perchè in fondo l'innamoramento è il filo dorato della vita ma

credo che una persona inizi una terapia per essere più felice o quantomeno

per vivere più allegramente la propria tristezza, non per stare peggio!

su questo punto mi sa che ti illudi!

la terapia comporta tanta sofferenza per poi arrivare a "vivere più allegramente la propria tristezza"

ma prima di arrivare a quel punto, la tristezza te la devi vivere tutta. a fondo.

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Si però stare male, senza tentare di elaborare il male, ANCHE per la relazione con il terapeuta. No, mi spiace.

Aggiungere un'altra persona alla lista delle disillusioni NO, questo dicesi perseverare!

La cosa che non capiamo è che la relazione terapeutica è la cartina al tornasole di tutto il resto, non tutto il resto.

rifletteteci, non sto dicendo una cazz..ata

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Si però stare male, senza tentare di elaborare il male, ANCHE per la relazione con il terapeuta. No, mi spiace.

Aggiungere un'altra persona alla lista delle disillusioni NO, questo dicesi perseverare!

La cosa che non capiamo è che la relazione terapeutica è la cartina al tornasole di tutto il resto, non tutto il resto.

ma quindi se nel "tutto il resto" soffriamo...soffriremo anche nella relazione con il terapeuta.

e con lui possiamo capire il perchè...(forse)

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...e se invece fosse tutto un equivoco? e se invece il transafert venisse vissuto liberamente, in tutta la sua intensita', gioiosamente, cone per un bimbo che scopre i sentimenti? E se non fosse cosi' importante essere o no amati, ma amare sinceramente e gratuitamente l'altro?

L'esperienza mi dice che senza vera empatia non si entra nella mente e nel cuore dell'altro, e per entrarci a volte ci vuole anche il contatto fisico, il gesto affettuoso, la genilezza emotiva, lo scambio dei sentimenti.

Lo psicologo che fallisce di solito lo fa semplicemente perche' non riesce a trovare un canale di comunicazione col cliente.

Non sempre e' possibile trovarlo. Alcuni psicologi, e alcuni clienti, sono anti-patici, altri sim-patici, altri veramente empatici.

Secondo Carotenuto ed altri, questa e' la chiave d'accesso o di rifiuto all'ainconscio.

Il nostro Bambino interiore coglie subito quello che c'e' di buono o cattivo nell'altro. E si avvicina, oppure si allontana.

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Ma come si può essere gelosi di qualcuno che neanche si conosce!

Scusate la crudezza, ma su questa faccenda dell'amore da setting divento sempre più cinica e razionale.

Un po' va bene, perchè in fondo l'innamoramento è il filo dorato della vita ma

credo che una persona inizi una terapia per essere più felice o quantomeno

per vivere più allegramente la propria tristezza, non per stare peggio!

Anche e soprattutto la terapia è lo specchio dei nostri disagi: se io soffro i distacchi, gli abbandoni (anche quelli che immagino nella mia testa), è chiaro che mi comporterò allo stesso modo nei confrotni dell'analista; anzi, ancora di più nei suoi confronti, dato che diventa il mio totem, freudianamente parlando. Sarebbe impossibile per me, che ho questi problemi, non farli venire fuori anche con lui.

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...e se invece fosse tutto un equivoco? e se invece il transafert venisse vissuto liberamente, in tutta la sua intensita', gioiosamente, cone per un bimbo che scopre i sentimenti? E se non fosse cosi' importante essere o no amati, ma amare sinceramente e gratuitamente l'altro?

L'esperienza mi dice che senza vera empatia non si entra nella mente e nel cuore dell'altro, e per entrarci a volte ci vuole anche il contatto fisico, il gesto affettuoso, la genilezza emotiva, lo scambio dei sentimenti.

Lo psicologo che fallisce di solito lo fa semplicemente perche' non riesce a trovare un canale di comunicazione col cliente.

Non sempre e' possibile trovarlo. Alcuni psicologi, e alcuni clienti, sono anti-patici, altri sim-patici, altri veramente empatici.

Secondo Carotenuto ed altri, questa e' la chiave d'accesso o di rifiuto all'ainconscio.

Il nostro Bambino interiore coglie subito quello che c'e' di buono o cattivo nell'altro. E si avvicina, oppure si allontana.

Quoto ogni singola parola! :im Not Worthy:

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In effetti era questa strada che, forse al momento inconsapevolmente, stavo seguendo nella mia esperienza transfert (attaccamento, o come vogliamo chiamarlo: tra l'altro, non so neppure se si tratta di concetti assimilabili). L'emozione che provavo per Lui mi faceva stare bene; mi sentivo come tornata al liceo, mi sono ritovata a fare qualcosa per rendermi carina che non facevo più da un po' di tempo, ho ricominciato a comprarmi vestiti e, soprattutto, ho sentito che mi si rimettevano in moto le emozioni. La mattina cominciavo a svegliarmi non più (o non sempre) in preda alla nausea di essere al mondo (che, naturalmente, si traduceva in una nausea "fisica"), ma contavo i giorni che mi separavano dalla seduta. Quando andavo lì e lo vedevo sentivo un'emozione potentissima, una gioia meravigliosa, una sensazione di fremito incredibilmente forte che mi prendeva. Era gioia; era felicità per il riconoscimento di Qualcuno che era il mio Alleato; era la vita che, attravero "l'amore" (e non ci vorrebbero neppure le virgolette) lui era riuscito a suscitare in me. Dopo più di un anno di terapia e SSRI, penso che nel mio miglioramento abbia influito soprattutto quell'Amore, e solo in seconda istanza la chimica. Io ero felice, perchè mi sentivo rimessa al mondo da lui, non so quanto consapevolmente. Ed ero elettrizzata: volevo tenermi strette quelle sensazioni, volevo proteggere il mio amore da tutto ciò che diceva che era una reazione prevedibile e che il mio sentire era frutto di qualche proiezione. Avevo bisogno di sentire che era VERO, che era autentico: dovevo difendere il mio amore, sebbene sapessi che fosse solo il mio e che non avesse speranza di essere ricambiato. Ho cercato di dirlo, ma non so se (come spesso accade) ho interpretato male la sua reazione, vedendovi l'esempio evidente della sua necessità di allontanarmi, dopo che avevo accettato di rendermi vulnerabile, oppure se qualcosa sia andato "storto", ma mi sono trovata con le spalle al muro e un grosso cartello che diceva che, in realtà, stavo chiedendo "altro", che stavo chiedendo "troppo". Come si fa, verosimilmente, ad amare qualcono che non si conosce? (ma io risponderei: quanti di noi hanno provato un fortissimo coinvolgimento senza conoscere chi avevamo davanti?). Risultato? Forse mi sono un po' intestardita a cercare di dimostrare che non fosse vero, perdendo quasi totalmente quella sensazione di gioia di amare che vedevo ormai definitivamente frustrata. Ora non so. Quel sentimento, ormai molto più amaro e poco gioiso, mi accompagna ancora, e quella frustrazione mi segue quando incontro qualcuno, cerco di aprirmi agli altri e sento che quel fremito non lo sento. Così mi rifugio, in maniera sbagliata, nel ricordo di quell'amore e cerco di coccolarlo, sperando che, prima o poi, possa tornare a provarlo per un uomo "possibile" senza sentire che sto "tradendo" Lui.

Ci sono vari bisogni e varie esigenze che ci spingono a cercare un aiuto, che ora, per una deriva di scientificita', chiamiamo psicologico.

In realta' e' il bisogno umano di essere amati, capiti, guardati, visti, compresi, osservati, perche' solo cosi riusciamo a godere del fatto di esistere.

Le persone che meglio cadono nel trasfert erotico sono proprio le persone che piu' hanno sofferti di deficit a amore ed attenzioni iniziali.

Portano in se l'ingiunzione Genitoriale del:- Non esserci! Non esiste! non occupare spazio! non impedirmi di vivere la mia vita!-.

Questa ingiunzione viene trasmessa al bambino molto piccolo da una madre che non e' pronta ad accettarlo, perche' il suo Bambino interiore si sente minacciato dalla nuova presenza.

Questo anche se apparentemente la madre fa tutto il necesssario per accudirlo.

Ogni volta che qualcuno si interessa veramnte a noi e ci porge la sua attenzione, ci da valore. Quel valore che non abbiamo percepito inizialmente, e da qui parte il desiderio di abbracciarlo e sentirne il calore, come se cercassimo ancora quel seno che forse non abbiamo mai sentito veramente caldo. A volte ci tratteniamo a stento.

Ma sai che non tutti sono dipsoti a farlo; forse per formazione, per indole o perchè non ritengono possa essere giusto con "quel" paziente.

Forse perche' il loro Genitore interiore ha paura di questo slancio erotico, e devono tenere a freno il loro Bambino che invece si muove dentro.

La rigidita' e' imposta dal Genitore, e la razionalizzazione dal suo Adulto, che deve matenere le distanze. La spinta che seguono e':- Sii Forte! - cioe' non sentire i sentimenti, non lasciarti coinvolgere! resisti!.

Altri non hanno questa spinta, per cui sono piu' slegati e sensibili.

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onestamente mi sembra mooolto semplicistico. può rappresentare UNO dei casi...

psicologo cognitivo-comportamentale?

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onestamente mi sembra mooolto semplicistico. può rappresentare UNO dei casi...

psicologo cognitivo-comportamentale?

L'ingiunzione :_ Non esistere!-, e' la piu' frequente che si riscontra nella clinica. Ve ne sono molte altre, che pero' sono tutte riconducibili al bisogno di carezze e riconoscimento, cioe' al bisogno sensuale di ogni essere, di esistere e di essere considerati.

ps Sensuale ed erotico sta per sensibilita' affettiva e calore umano, non necessariamente per contatto sessuale.

Analisi transazionale

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Waoooo.....ma quanto scrivete!!!...Poi leggo tutto...ringrazio tutte per avermi risposto al dubbio sul comportamento del mio psi ....(riguardo il cinema, e la sua paura d incontrarmi)...mi avete fatto riflettere su alcune cose che vi dirò.......Ora nel giorno di s valentino vi dedico BATTIATO....."TUTTO L'UNIVERSO OBBEDISCE ALL'AMORE".....in fondo è di questo che qui si parla ..no???....."l amore nelle sue versioni" ...come ho scritto al mio psi!!

http://www.youtube.com/watch?v=fxEYzAAEqKY

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L'ingiunzione :_ Non esistere!-, e' la piu' frequente che si riscontra nella clinica. Ve ne sono molte altre, che pero' sono tutte riconducibili al bisogno di carezze e riconoscimento, cioe' al bisogno sensuale di ogni essere, di esistere e di essere considerati.

ps Sensuale ed erotico sta per sensibilita' affettiva e calore umano, non necessariamente per contatto sessuale.

Analisi transazionale

non contesto il discorso. probabilmente anche io mi sono sentita "poco riconosciuta".

Questa ingiunzione viene trasmessa al bambino molto piccolo da una madre che non e' pronta ad accettarlo, perche' il suo Bambino interiore si sente minacciato dalla nuova presenza.

Questo anche se apparentemente la madre fa tutto il necessario per accudirlo.

ma, ad esempio, nel mio caso, il problemi sono riconducibili alla figura di mio padre piuttosto che di mia madre.

tu hai scritto una situazione particolare come se fosse una regola generale.

ma così non è!

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In linea di massima sono d'accordo anch'io sull'evitare incontri con pazienti da parte degli psi, soprattutto se in fase transfert... però perchè esplicitarlo? Cioè poteva semplicemente evitare quel cinema e stop, che bisogno c'era di sottolineare che non vuole incontrarti? Io ci sarei rimasta malissimo, mi sarei sentita evitata stile lebbrosa... ma questo per come reagisco io... io già ci sono rimasta malissimo quando la psi, alla mia richiesta di una possibile amicizia post terapia, mi ha detto che è meglio di no, spiegandomi tutti i motivi del caso... credo che una risposta del genere, a me avrebbe compromesso il proseguimento della terapia...

non è che magari questa esplicitazione possa essere utile al fine della terapia? Del tipo, ogni paziente è diverso e quindi necessita un "trattamento" su misura, magari alcuni necessitano rassicurazioni sulla propria amabilità, altri invece magari di essere contenuti nelle proprie manifestazioni d'affetto...

o magari era tipo una provocazione...

...infatti la tua reazione è stata su di lui: quanto è distante, cosa farebbe se... e non tipo quella che avrei avuto io, su di me, stile che probabilmente mi tollera in studio ma fuori non ne vuol proprio sapere, le sto sulle palle, mi trova noiosa, invadente, ecc. ecc. ecc.

Ciao Ape...penso che il suo "comunicarmi" l'intenzione di NON VOLERMI INCONTRARE, sia stato assolutamente voluto....(per ridimensionare il transfert???)..al momento ci sono rimasta un pò male ma poi mi sono detta che "saprà lui dove vuole arrivare"...non credo l'abbia fatto con leggerezza, almeno lo spero!...certo, io ho percepito una grande distanza, mitigata un pò dal fatto che, questa storia del cercare di evitare di incontrarsi, già me l'aveva detta all'inizio della terapia..quando non c'era ombra di tranfert...Ecco, poi penso che lui sia anche un bel pò rigidino...ma questo è affar suo!! Beh, anch io mi sono chiesta che tipo di paziente sono...è naturale dopo un comportamento del genere....SONO COSì PESANTE IN SEDUTA CHE EVIDENZIA IL FATTO DI NON VOLERMI INCONTRARE????.....Poi mi sono detta che, anche se fossi noiosa, pesante o rompipalle....PAZIENZA!!!...Sono lì per fare terapia...non per essergli per forza simpatica!!! Anche se, ovviamente, 'ste cose un pò fanno male!!...Penso che cmq non gli porterò più alcun volantino che pubblicizza films..o altri spettacoli....io, cmq, non l'ho fatto sperando di incontrarlo....se succedesse mi sentirei svenire e, inoltre, preferisco non fomentare il transfert...che già mi da filo da torcere!!

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...e se invece fosse tutto un equivoco? e se invece il transafert venisse vissuto liberamente, in tutta la sua intensita', gioiosamente, cone per un bimbo che scopre i sentimenti? E se non fosse cosi' importante essere o no amati, ma amare sinceramente e gratuitamente l'altro?

L'esperienza mi dice che senza vera empatia non si entra nella mente e nel cuore dell'altro, e per entrarci a volte ci vuole anche il contatto fisico, il gesto affettuoso, la genilezza emotiva, lo scambio dei sentimenti.

Lo psicologo che fallisce di solito lo fa semplicemente perche' non riesce a trovare un canale di comunicazione col cliente.

Non sempre e' possibile trovarlo. Alcuni psicologi, e alcuni clienti, sono anti-patici, altri sim-patici, altri veramente empatici.

Secondo Carotenuto ed altri, questa e' la chiave d'accesso o di rifiuto all'ainconscio.

Il nostro Bambino interiore coglie subito quello che c'e' di buono o cattivo nell'altro. E si avvicina, oppure si allontana.

Cio oscar....scusa ma IL BIMBO NON SCOPRE I SENTIMENTI...il bimbo "ama" per poter sopravvivere....è veramente l'opposto di quel che tu dici...al bambino necessitano le cure, altrimenti morirebbe....perciò non può amare GRATUITAMENTE.

Il contatto fisico non può essere sempre previsto...dipende dalla terapia.

D'accordo sulla terza affermazione....ma l'inconscio, spesso, non è così lineare!

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Ma sai che non tutti sono dipsoti a farlo; forse per formazione, per indole o perchè non ritengono possa essere giusto con "quel" paziente.

Eih, Marg...un pò sta succedendo anche a me...l'amore mette in moto l'amore...ma so che è un amore funzionale alla terapia...dunque, senza alcuna possibilità. ....ma mi sembra di capire che questa terapia ti ha portata ad affrontare altri problemi...scusa, ma non so perchè è avvenuto il passaggio da uno psico all'altro...è stato un suo bisogno o un tuo desiderio??? Scusa ma sono un pò dura a capire....

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Ci sono vari bisogni e varie esigenze che ci spingono a cercare un aiuto, che ora, per una deriva di scientificita', chiamiamo psicologico.

In realta' e' il bisogno umano di essere amati, capiti, guardati, visti, compresi, osservati, perche' solo cosi riusciamo a godere del fatto di esistere.

Le persone che meglio cadono nel trasfert erotico sono proprio le persone che piu' hanno sofferti di deficit a amore ed attenzioni iniziali.

Portano in se l'ingiunzione Genitoriale del:- Non esserci! Non esiste! non occupare spazio! non impedirmi di vivere la mia vita!-.

Questa ingiunzione viene trasmessa al bambino molto piccolo da una madre che non e' pronta ad accettarlo, perche' il suo Bambino interiore si sente minacciato dalla nuova presenza.

Questo anche se apparentemente la madre fa tutto il necesssario per accudirlo.

Ogni volta che qualcuno si interessa veramnte a noi e ci porge la sua attenzione, ci da valore. Quel valore che non abbiamo percepito inizialmente, e da qui parte il desiderio di abbracciarlo e sentirne il calore, come se cercassimo ancora quel seno che forse non abbiamo mai sentito veramente caldo. A volte ci tratteniamo a stento.

Forse perche' il loro Genitore interiore ha paura di questo slancio erotico, e devono tenere a freno il loro Bambino che invece si muove dentro.

La rigidita' e' imposta dal Genitore, e la razionalizzazione dal suo Adulto, che deve matenere le distanze. La spinta che seguono e':- Sii Forte! - cioe' non sentire i sentimenti, non lasciarti coinvolgere! resisti!.

Altri non hanno questa spinta, per cui sono piu' slegati e sensibili.

Mah, sembra che parli più dei rapporti affettivi in generale (amore, amicizia,ecc) che di rapporti tra paziente e psicoanalista....credo che in tal caso si giochino troppe dinamiche per poterle semplificare così...almeno parlo di quel che mi riguarda......poi, è vero che ogni psico ha le proprie peculiarità e, pur applicando la stessa teoria, ci mette del proprio...ma questa è la vita: ogni incontro prende forma e senso nel momento stesso in cui si attua...è la bellezza di ogni incontro...no???....

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Io non esisto, ma ho sviluppato un transfert tutt'altro che erotico

scusa euridice mi sembra che ti esista. eccome!

hai una laurea in psicologia. hai fatto il conservatorio. canti e componi. sei una bellissima ragazza e mi sembra ,dalla scelta delle foto, che tu ne abbia consapevolezza. come sei consapevole di avere un talento come cantante.

poi avrai altri problemi che ovviamente tu conosci...

ma ti assicuro, che"NON ESISTERE" è tutt'altra cosa. ma proprio tutt'altra.

e i tuoi genitori saranno delle bestie (dico così...è un 'ipotesi) ma ti hanno dato modo di seguire e sviluppare le tue inclinazioni. e per te sarà una cosa scontata...ma ti assicuro che non lo è!

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