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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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allora... Quesitone della settimana (?) mese (?) anno (?)

............................................

e voi quanto siete sinceri? e sto parlando di SINCERITA'... non ce li avete degli argomenti tabù? delle piccole "inezie" che non direste MAI, a nessuno, nemmeno sotto tortura? quelle cosine che vi fanno ringraziare che non esista la lettura della mente?

Bel domandone! a cui non sono sicura di saper rispondere.

Primo, perchè non sono sicura di aver capito cosa intendi. Secondo perchè non so rispondere nemmeno a me stessa. Scusa...forse è un po' di stanchezza :Raised Eyebrow::Just Kidding:

In effetti qualche volta ci ho pensato anch'io......per esempio per i fatti miei, pensare a qualcosa (il bello è che non mi viene in mente niente ora :Thinking: ) e chiedermi come mai non ne ho mai parlato, chiedermi se veramente non lo faccio perchè è marginale o io voglio credere così.

Credo di poter affermare con un certo grado di certezza (mai dire mai) che non ho "inezie" che non confesserei nemmeno sotto tortura.

Ci sono cose di cui mi vergogno.....per esempio proprio oggi ho parlato di certi miei aspetti infantili che, se pur relativi ad un passato recente, mi fanno sentire ancora male dalla vergogna. Diciamo che in questi casi tendo a raccontare lo stretto necessario, ma dico comunque qualcosa... :icon_rolleyes:

Ric, ogni volta che sembro avere un lapsus o esprimere un sentimento scomodo, na zozzeria qualsiasi, attiva la claque per incitarmi a parlare (che teneressa mi fa quel birbone immobile.... :rolleyes:)

Anche con enzo, nonostante la confidenza, c'erano cose imbarazzanti da dire ma con Ric è peggio. Ci sono cose con cui parlerei, e ne ho parlato, con persone fidate, ma con lui ho più imbarazzo

Scrivo e mi rendo conto che sono in mare aperto, mi sa che ci devo pensare su. Se mi viene in mente qualcosa d'interessante scrivo domani.

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continuo a pensare che parliamo di cose diverse. le cose che "ometto" io, le ometto consapevolmente.

in più ci saranno quelle che ometto inconsapevolmente...

va a finire che scopro di essere davvero contorta!

Anch'io a volte ometto consapevolmente certe cose, ma solo qualche volta lo faccio per vergogna, oppure ci penso un po' su e poi le dico comunque, proprio per quella questione di sacrosanta onestà.

Quant'è brutto parlare in generale, si finisce per non capir nulla, ma proprio non si possono fare esempi :icon_confused: , mo' ci vuole: troppo imbarazzante!

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anche io vado a lavare i capelli....prima devo passare da casa del morto :unsure: e poi vado dalla psi, immagiante che seduta felice.... :blink:

Come è andata? :icon_rolleyes:

spero tutto bene :Rose:

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ci mancavano solo i campi di sterminio. non l'hai mica capito che le motivazioni che hanno spinto me in terapia sono profondamente diverse dalle tue?

e tirare in ballo una cosa come i "campi di sterminio" significa solo non aver rispetto per il dolore di chi sta dall'altra parte.

un po' come dire a un'anoressica che in africa la gente muore di fame...

eh, no, cara juditta..

non stai mica parlando con uno psicologo.

e' certo che io non so cosa sia giusto dire o non dire a un'anoressica.

Il guardarsi intorno e relativizzare le proprie sfortune, significa riconoscere la nostra fragilità e i nostri limiti, e non è affatto sbagliato.

Se poi è sbagliato dirlo a te, non posso saperlo, mi spiace.

Chiuso l'ot.

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Anch'io a volte ometto consapevolmente certe cose, ma solo qualche volta lo faccio per vergogna, oppure ci penso un po' su e poi le dico comunque, proprio per quella questione di sacrosanta onestà.

Quant'è brutto parlare in generale, si finisce per non capir nulla, ma proprio non si possono fare esempi :icon_confused: , mo' ci vuole: troppo imbarazzante!

E' vero, secondo me dipende da che tipo di verità inconfessabili sono.

Se sono autocritiche, cose che ritengo brutte e cattive di me, a volte dirle sa di inutile espiazione, e a volte il "dolore" nasconde altre verità...

Comunque i pensieri vanno portati tutti, a quel che ho capito, siamo lì per questo.

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allora... Quesitone della settimana (?) mese (?) anno (?)

la sincerità in terapia

allora Juditta ti rispondo per quel poco che ho capito, nel senso che senza fare esempi è difficile e magari ti rispondo fischi per fiaschi

sul discorso "prima di iniziare la terapia" anche io pensavo che avendolo scelto io sarei andata lì e avrei parlato, raccontato tutto senza alcuna difficoltà

quando poi invece mi sono trovata realmente lì mi sono resa conto che non è così automatico. esistono un sacco di resistenze che non mi creano difficoltà a parlare di alcuni argomenti. altri poi li casso io direttamente perchè penso che non abbiano importanza, siano poco rilevanti ai fini della terapia. ma mi sa che non è questo quello che tu intendevi

credo tu ti riferissi a cose piccole, piccoli segreti che custodisci dentro di te e di cui non parli immagino non solo a giovanni, ma in generale

io non so se ne ho. forse qualcosa, ma bene o male ho raccontato molte cose negli anni o a donna bettina o ad amici alla mia compagna. voglio dire che non credo ci sia qualcosa di me che non ho raccontato a nessuno, forse un paio, piccole cose non "gravi" e neanche particolarmente importanti he però preferisco non dire in giro. si , quindi un paio di cose ci sono

scusa per come ho scritto , ma sto ragionando ad alta voce.....

premessa 2. forse il punto di vista di chi fa psicanalisi può essere diverso, non lo so, ditemelo voi...

solo una considerazione al riguardo: premettendo che io non faccio psicanalisi (perchè quella credo sia freudiana), ma psicologia analatica (che dovrebbe essere quella junghiana) , mi domando quanto sia diversa una tua seduta rispetto ad una mia. voglio dire che la sola cosa che mi viene in mente è che io parlo dei sogni, ma il "momento dei sogni" in genere è alla fine della seduta, dopo che magari per 40 minuti ho parlato a ruota libera. anche il fatto di essere stesa sul lettino è un escamotage trovatp èer cercare di allentare le mie difese, ma di fatto non cabia molto rispetto a quando sto seduta di fronte a lei

sicuramente il mio tipo di psicoterapia è diverso rispetto a quelli che fanno gli esercizi (credo siano i comportamentalisti), ma credo che valga lo stesso anche per te

certe volte ho come l'impressione che tu senta una profonda differenza tra la tua psicoterapia e che fa analisi, ma in fondo non credo sia così grande la differenza

ti dico solo che la mia compagna andava da una junghiana (quindi psicologia analitica) e in 4 anni non ha mai parlato dei suoi sogni perchè si è sempre rifiutata di farlo: quindi a quel punto che ha fatto ? era seduta di fornte alla psi (al suo posto, ma questo è un altro discorso !! ^_^) e parlavano di cose accadute, di sensazioni, emozioni

vabbè, non c'entrava niente con la tua domanda, ma mi è venuto in mente e volevo dirlo....

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eh, no, cara juditta..

non stai mica parlando con uno psicologo.

e' certo che io non so cosa sia giusto dire o non dire a un'anoressica.

Il guardarsi intorno e relativizzare le proprie sfortune, significa riconoscere la nostra fragilità e i nostri limiti, e non è affatto sbagliato.

Se poi è sbagliato dirlo a te, non posso saperlo, mi spiace.

Chiuso l'ot.

nome credo che il discorso sia un altro: relavitizzare le proprie sfortune può essere importante per poi riuscire a reagire, ma è anche vero che non possiamo mai sapere con chi stiamo parlando, quali sono i motivi per cui una persona è andata in terapia e quindi dire "c'è chi sta peggio" non semrpe va bene

e poi alle volte io posso star male per una xxxxxxx , ma in quel momento quella xxxxxxx per me è devastante (perchè è la classica goccia o perchè ha un valore altamente simbolico o perchè non lo so) e dire "che ti lamenti a fare, c'è chi sta peggio" non mi aiuta, anzi mi può far piombare ancora di più nel baratro

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ma non è un problema la leggerezza. io sono leggera, leggerissima.

questa cosa colpisce anche giovanni, che posso parlare di qualcosa di profondamente doloroso e dopo un secondo sparare una caxxata.

non è questo ciò di cui stavo cercando di parlare...

leggerezza=difesa ?

non è una critica, è solo una considerazione

probabilmente è un qualcosa che anche io spesso metto in atto, un modo per "sdrammatizzare" le situazioni che altrimenti potrebbero essere troppo dolorose, troppo pesanti da gestire

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forse voi siete molto più avanti di me.... ma per me è complicatissimo. Ho sempre avuto un sacco di difficoltà a tirar fuori i miei pensieri, le mie emozioni e cose di questo tipo. Penso che le volte che l'ho fatto nella mia vita si possono contare sulle dita di una mano. Saranno 10 anni che non riesco a piangere o meglio, facilmente mi emoziono per un libro, per un film ma non c'è nulla che smuova il mio 'io'. Magari arrivo lì con la voglia di tirar fuori tutto ma poi non ci riesco... e quel poco che riesco a tirar fuori è comunque 'filtrato'. Mi rendo conto di non farlo razionalmente ma comunque filtro... è come se mi stessero mettendo alla prova, così come è stato in tutta la mia vita... sentivo che gli altri volevano qualcosa da me, cercavo di capire cosa e il modo per poterglielo dare senza mai considerare me stessa. Ed è ancora così, purtroppo.

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La leggerezza non è il riso, necessariamente.

E' quel che di inconsapevolezza necessaria a vivere e sopravvivere nelle condizioni più dure, la spinta alla vita che l'uomo sente anche di fronte alla condizione più tragica, e alla morte.

tu la chiami inconsapevolezza o leggerezza, io la chiamo superficialità o strafottenza (ma senza alcuna valenza negativa)

voglio dire che ci sono persone che riescono a non farsi coinvolegere più di tanto dalle disgrazie della vita

ce ne sono altre che invece sono più coinvolte emotivamente, se la prendono di più, si incazzano o soffrono di più

poi ovviamente c'è l'istinto di sporavvivenza dentro tutti noi, quello che ti fa andare avabti anche dopo una perdita immensa, ma quello è un'altra cosa

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forse voi siete molto più avanti di me.... ma per me è complicatissimo. Ho sempre avuto un sacco di difficoltà a tirar fuori i miei pensieri, le mie emozioni e cose di questo tipo. Penso che le volte che l'ho fatto nella mia vita si possono contare sulle dita di una mano. Saranno 10 anni che non riesco a piangere o meglio, facilmente mi emoziono per un libro, per un film ma non c'è nulla che smuova il mio 'io'. Magari arrivo lì con la voglia di tirar fuori tutto ma poi non ci riesco... e quel poco che riesco a tirar fuori è comunque 'filtrato'. Mi rendo conto di non farlo razionalmente ma comunque filtro... è come se mi stessero mettendo alla prova, così come è stato in tutta la mia vita... sentivo che gli altri volevano qualcosa da me, cercavo di capire cosa e il modo per poterglielo dare senza mai considerare me stessa. Ed è ancora così, purtroppo.

non è facile e non sono molto avanti neanche io stanca

ora devo scappare, ma dopo ti rispondo con calma !

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nome credo che il discorso sia un altro: relavitizzare le proprie sfortune può essere importante per poi riuscire a reagire, ma è anche vero che non possiamo mai sapere con chi stiamo parlando, quali sono i motivi per cui una persona è andata in terapia e quindi dire "c'è chi sta peggio" non semrpe va bene

e poi alle volte io posso star male per una xxxxxxx , ma in quel momento quella xxxxxxx per me è devastante (perchè è la classica goccia o perchè ha un valore altamente simbolico o perchè non lo so) e dire "che ti lamenti a fare, c'è chi sta peggio" non mi aiuta, anzi mi può far piombare ancora di più nel baratro

Allora froggy non hai capito il senso del discorso.

E' vero, io non posso sapere con chi sto parlando, per cui non sono responsabile se quello che dico qui va bene o non va bene alla persona con cui chatto.

Posso fare affidamento sulla mia sensibilità, ma mai e poi mai mi voglio sentir dire che magari potrei far piombare nel baratro chi mi legge.

Non sarebbe più un piacere scrivere qui, per nessuno.

Non ho mai pensato neanche lontanamente che chi scrive in questo topic stia male o sia andato in terapia per una xxxxxxx! :Raised Eyebrow:

Si fa a chi sta male per la "xxxxxxx" più grossa? :icon_surprised:

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dico la mia sull'argomento sincerità.......sincerità-à-à-à..... ^_^

Io credo di aver capit ocosa intendi judy.....e ti dico che anche per me ci sono cose che "scelgo" di non dire consapevolmente, solo che la psi mi ha sgamata in questo mio trattenermi perchè spesso alcuni parole mi escono prima che arrivi il pensiero e poi ritratto, e lei invece insiste nel continuare su quella strada, a votle lo faccio, altre addirittura rimuovo quello che volevo dire, altre invece non ce la fò proprio....

Ultimamente invece m istacapitanto di dire proprio tutto e ho capito che quello che non dicevo non era perchè era chissà quale segreto inconfessabile, forse stranamente quelli ho avuto voglia di confessarli subito per togliermi un peso forse....ma piccole cose che spesso ho detto anche alla psi m ifanno sentire "stupida", proprio questo termine mi sento di usare, proprio così insignificanti e poco degne di nota mda risultare stupide....e che di conseguenza mi rendono (secondo me) stupida ai suoi occhi....

Il disocrso di non guardarlo neglio occhi è uno dei motivi che mi hanno protata sul lettino, la psi aveva capito che per esprimere ste cose avevo bisogno di non guardarla in faccia, la magia del lettino è quella di mettere un pò da parte l'imbarazzo (almeno per quanto mi riguarda).

La psi in questi si è impegnata molto...a non farmi sentire stupida...intendo!!!! Quando poi gliene aprlo la sensazione è di aver fatto la cosa giusta e spesso anche utile ma mi rimane quel sottofondo di disgusto verso me stessa....credo che di base siano cose che mi scoccia anche ammettere a me stessa, con consapevolezza perchè so di pensarle ma preferisco far finta che non ci sono...

anzi posso dirti che in passato io mi sentivo soppressa dalla mia "stupidità", di questi piccoli pensieri, segretini incoffessabili....e insignificanti, adesso parlandone man mano diventano sempre meno....

Non so se parliamo ella stessa cosa però...io leggendoti ho associato il tuo discorso a queste cose mie....

Riguardo all'analisi i sogni (io per esempi onon ho un momento in cui parlarne a volte si parla per tutta la seduta solo del sogno, altre sto mesi senza portare un sogno, non c'è una regola, vado lì e dico la rima cosa che m iapssa per la mente) a votle servono a dire alcuni di questi segreti in un modo più simbolico ed è difficile a volte fare l'associazione con queste cose...perchè il pensiero va là ma sembrano così insignificanti e (riepto) stupide che spesso evito di dirle...ultimamente lo sto facendo, almeno con i sogni e i risultati sono davvero un'altra cosa...

piccolo O.T. sulla seduta di ieri, che non è nemmeno tanto O.T. forse:

nell'interpretare il sogno che vi ho raccontato la psi ha apertamente ammesso che forse sto cercando un maggiore accoglimento da parte sua per riuscire ad aprirmi di più rispetto a un determinato argomento...e in effetti da qualcheseduta a questa parte la trovo più attenta, più vicina, meno riflesso di prima e più disponibile e stranamente ho notato che quella a mettere le distanza sono io... nel senso che per esempio ieri a fine seduta stava cercando di dirmi il motivoper cui mi aveva spostato la seduta di un paio d'ore e io non lh'o lasciata finire, dicendo "si si ok, non fa niente"...sono sempre fredda, sembra che abbia paura di instaurare un qualsiasi rapporto che vada oltre a quello professionale e di base non mi sento all'altezza e dentro di me mi sento "stupida"....questo mi riporta a mio padre quando mi chiamava con un termine equivalente a "stupido", per ogni cosa che facevo e che secondo lui sbagliavo....

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Si fa a chi sta male per la "xxxxxxx" più grossa? :icon_surprised:

ma forse questo lo hai fatto tu, tirando fuori le guerre....non c'è una misura della sofferenza, una volta la mia psi mi disse che paradossalmente chi ha vissuto un trauma ben definito ha più possibilità di superarlo in analisi di chi invece ha tanti piccoli dolori inconfessabili e per riallacciarmi a ciò che dicevo prima "stupidi" (o che almeno che il paziente ritiene tali di fronte alle grandi tragedie).

Quindi dire che c'è chi vive la guerra non è un modo nè per consolare nè per prendere alla leggera le altre cose....proprio perchè non c'è un metro sulla sofferenza, c'è chi di fronte alla guerra diventa un mostro, anche quello è un modo per difendersi......mi pare inutile portare il paragone....

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Allora froggy non hai capito il senso del discorso.

E' vero, io non posso sapere con chi sto parlando, per cui non sono responsabile se quello che dico qui va bene o non va bene alla persona con cui chatto.

non sapere con chi stai parlando non ti rende automaticamente non responsabile

Non ho mai pensato neanche lontanamente che chi scrive in questo topic stia male o sia andato in terapia per una xxxxxxx! :Raised Eyebrow:

ma forse chi scrive qui e soprattutto chi va in terapia sta male

se non avesse un disagio probabilmente non si porrebbe il problema di affrontare un percorso lungo e difficile come la psicoterapia

Si fa a chi sta male per la "xxxxxxx" più grossa? :icon_surprised:

fare a chi sta più male l'hai fatto tu tirando in ballo i campi di sterminio

io ti ho detto proprio il contrario: non c'è una scala di dolore e sofferenza e quella che per te è una xxxxxxx per me può essere una ferita insanabile e viceversa. tutto è relativo e bisogna fare attenzione a quello che si dice , alle parole che si usano e questo non vale solo qui , vale nella vita , sempre

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Juditta , ma ti riferisci a xxxxxxx tipo "ho rubato un rossetto in un negozio, è una sciocchezza , ma proprio non lo direi mai nè allo psi nè a nessun altro manco sotto tortura" ?

oppure "avrei voglia di ammazzare i miei genitori con una sega elettrica , ma è un pensiero non politicamente corretto e non lo confesso" ?

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nell'interpretare il sogno che vi ho raccontato la psi ha apertamente ammesso che forse sto cercando un maggiore accoglimento da parte sua per riuscire ad aprirmi di più rispetto a un determinato argomento...e in effetti da qualcheseduta a questa parte la trovo più attenta, più vicina, meno riflesso di prima e più disponibile e stranamente ho notato che quella a mettere le distanza sono io... nel senso che per esempio ieri a fine seduta stava cercando di dirmi il motivoper cui mi aveva spostato la seduta di un paio d'ore e io non lh'o lasciata finire, dicendo "si si ok, non fa niente"...sono sempre fredda, sembra che abbia paura di instaurare un qualsiasi rapporto che vada oltre a quello professionale e di base non mi sento all'altezza e dentro di me mi sento "stupida"....questo mi riporta a mio padre quando mi chiamava con un termine equivalente a "stupido", per ogni cosa che facevo e che secondo lui sbagliavo....

io credo che il tuo desiderio di non sapere niente di lei, di tenerla a distanza sia un qualcosa da analizzare e sviscerare così come il mio desiderio di avvicinarmi, di sapere tanto di lei

forse sto dicendo una gran sciocchezza, ma potrebbe trattarsi di 2 facce della stessa medaglia

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eh, no, cara juditta..

non stai mica parlando con uno psicologo.

e' certo che io non so cosa sia giusto dire o non dire a un'anoressica.

Il guardarsi intorno e relativizzare le proprie sfortune, significa riconoscere la nostra fragilità e i nostri limiti, e non è affatto sbagliato.

Se poi è sbagliato dirlo a te, non posso saperlo, mi spiace.

Chiuso l'ot.

sai benissimo che qualsiasi dolore è relativizzato da un paragone con i campi di concentramento.

e non c'è bisogno di essere psicologhi per capirlo...

più che altro sarei curiosa di capire da cosa hai intuito che io abbia bisogno di questo tipo di consiglio...

contando anche che il mio discorso , il quesitone...non mi pareva un messaggio particolarmente pesante o autocommiserante. era più che altro una riflessione mista a una curiosità. anche rileggendolo non ci trovo niente di così pesante da meritare il consiglio di "prendere le cose con leggerezza".

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Juditta , ma ti riferisci a xxxxxxx tipo "ho rubato un rossetto in un negozio, è una sciocchezza , ma proprio non lo direi mai nè allo psi nè a nessun altro manco sotto tortura" ?

oppure "avrei voglia di ammazzare i miei genitori con una sega elettrica , ma è un pensiero non politicamente corretto e non lo confesso" ?

mi sa che davvero si è capito poco del mio messaggio...magari è davvero un "viaggio" mio...

poi come ha giustamente osservato zazà, visto che non si può dire, è difficile farsi capire.

comunque intendo qualcosa di vicino al tuo secondo esempio.

pensieri inconfessabili... che diventa così difficile ammettere perchè svelano lati di noi che non vorremmo nessuno conoscesse, neanche lo psicologo. lati che probabilmente noi non accettiamo. per questo diventa impossibile parlarne e per questo sarebbe importante parlarne: perchè questi pensieri svelano qualcosa di importante su di noi, qualcosa che sarebbe utile affrontare in una psicoterapia. poi nella vita di tutti i giorni è un altro discorso...

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Mi vuoi fare sentire in colpa?

Senti, froggy, tu fai attenzione a quello che dici?

Non mi sembra.

E questo forum non è un LEBBROSARIO, dove chi scrive deve essere considerato un poveretto che sta male...per cui si fanno le crocerossine e gli si dicono le cose che piacciono..

QUESTO ANCHE NELLA VITA.

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Mi vuoi fare sentire in colpa?

Senti, froggy, tu fai attenzione a quello che dici?

Non mi sembra.

E questo forum non è un LEBBROSARIO, dove chi scrive deve essere considerato un poveretto che sta male...per cui si fanno le crocerossine e gli si dicono le cose che piacciono..

QUESTO ANCHE NELLA VITA.

nome io non dico le cose che piacciono e non voglio farti sentire in colpa

dico solo che la tua citazione dei campi di concentramento mi pareva del tutto fuori luogo

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io più che altro sarei curiosa capire l'origine di sto astio improvviso. altre volte lo intuivo...stavolta sono colta alla sprovvista. e visto che manco io sono una crocerossina, ti informo che non c'ho proprio la pazienza di starti dietro...

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io più che altro sarei curiosa capire l'origine di sto astio improvviso. altre volte lo intuivo...stavolta sono colta alla sprovvista. e visto che manco io sono una crocerossina, ti informo che non c'ho proprio la pazienza di starti dietro...

potrebbe essere questa la frase che ha scatenato la reazione con conseguenti campi di concenmtramento ?

forse sarò tesa io...mhhh

comunque ti assicuro che di QUELLA inconsapevolezza ne ho a badilate.

tu non lo sai nemmeno lontanamente com'è la vita al posto mio...

forse il sentirsi dire "tu non sai", "tu non capisci" ha toccato punti dolenti

(e mo' è sicuro che mi becco un vaff per la mia psicologia da settimana enigmistica !!)

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Ma quali punti dolenti...

ma sai una sega dei miei punti dolenti.. :D:

ma quale astio..se c'avevo astio a quest'ora 'un v'avevo cagato manco di striscio...

casomai è affetto.

Io vi sono affezionata, è dura ammetterlo, xxxx, che sventura, :o: ma è così.

Autoanalisi da quattro soldi.

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bah... io trovo che anche la leggerezza sia un concetto relativo, io riesco ad essere scherzosa ed allegra nonostante i miei dolori e le mie sofferenze, cerco di affrontare la vita con positività ma questo non toglie che ci siano giornate in cui il negativismo prende il sopravvento. Io penso che anche saper ridere e fare battute sia indice di 'leggerezza' che non è da confondere con superficialità e pagherei non so cosa per essere capace di essere leggera sempre, di riuscire ad affrontare la vita con quella carica di ottimismo che fa sembrare tutto risolvibile e superabile... ognuno di noi ha i propri problemi e ognuno di noi ha tutto il diritto di considerare i propri problemi come fossero i più importanti anche se a volte si può cadere nell'autocommiserazione... perchè non potersi autocommiserare? Ora cadrò in un luogo comune comunque penso che la 'leggerezza' e la 'pesantezza' siano da considerarsi due facce della stessa medaglia e che la loro coesistenza sia positiva.

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