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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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secondo me è un po un illusione pensare che lo psicoterapeuta stabilisca rapporti profondi con propri pazienti.

Ho paura che sia proprio così......

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ma in fondo è giusto ed è professionale che sia così..

sarebbe poco serio uno psicoterapeuta che investisse i propri sentimenti sul paziente.. senza interrompere la terapia.

sono dei medici .. e stanno lavorando .. tutto li.

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è la relazione o come la chiamano "alleanza psicoterapeutica" che fa il successo di una psicoterapia...

quel legame profondo e empatico che dovrebbe forse essere alla base di ogni vita... dalla nascita fino al raggiungimento dell'età adulta e che però forse è una rarità più che la norma.

ma non è detto che l'empatia sia il filo conduttore di ogni relazione terapeutica, questo voglio farti capire!

sicuramente è il filo conduttore del tuo rapporto e di tanti altri. però, ad esempio, nel mio caso la "relazione" è caratterizzata dal mio "non sentirmi capita", altro che empatia... tutt'altro! ora mi sto rendendo conto che questa sensazione di non sentirmi capita è una mia questione, e devo ancora arrivare a trarre delle conclusioni in proposito.

quindi io non sono rimasta li più di due anni perchè lo sentivo empatico (a volte si, ma tantissime volte no)...sono rimasta li a fare palestra e a cercare di fagli capire quello che io pensavo lui non capisse. (porello... che pazienza :Just Kidding:)

e probabilmente intanto arrivavo a capirmi io... :He He:

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ma in fondo è giusto ed è professionale che sia così..

sarebbe poco serio uno psicoterapeuta che investisse i propri sentimenti sul paziente.. senza interrompere la terapia.

sono dei medici .. e stanno lavorando .. tutto li.

certo... per loro è una professione.

però io sono anche convinta che tra gli altri strumenti che utilizzano ci siano anche le loro emozioni.

e ricordiamoci sempre che un bravo psicoterapeuta ha fatto a suo tempo una psicoterapia personale che sta alla base secondo me di ogni

possibilità di evitare implicazioni emotive non controllate.

poi credo che questi siano discorsi cmq molto complessi su cui studiosi hanno scritto libri e libri....

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ma non è detto che l'empatia sia il filo conduttore di ogni relazione terapeutica, questo voglio farti capire!

sicuramente è il filo conduttore del tuo rapporto e di tanti altri. però, ad esempio, nel mio caso la "relazione" è caratterizzata dal mio "non sentirmi capita", altro che empatia... tutt'altro! ora mi sto rendendo conto che questa sensazione di non sentirmi capita è una mia questione, e devo ancora arrivare a trarre delle conclusioni in proposito.

quindi io non sono rimasta li più di due anni perchè lo sentivo empatico (a volte si, ma tantissime volte no)...sono rimasta li a fare palestra e a cercare di fagli capire quello che io pensavo lui non capisse. (porello... che pazienza :Just Kidding:)

e probabilmente intanto arrivavo a capirmi io... :He He:

certo... ogni rapporto terapeutico è fatto di empatia ma anche di rabbia, incomprensione, distanza...

tutte cose che aiutano ad avvicinarci a noi stessi.

non so quante volte sono uscita da quella stanza pensando che il mio psicoterapeuta mi aveva dato poco... che non mi era stato d'aiuto... che non aveva capito le mie parole... e forse a volte è stato davvero così, in fondo è una persona diversa da me e anche questo va accettato... la profonda solitudine che c'è dentro ognuno d noi, perchè al di là di tutto siamo talmente unici che ognuno è solo con la sua unicità.

quello che intendo con empatia non è solo sentirlo vicino nel dolore quando lo provavo... ma anche capacità di stare lì ad ascoltare senza dare giudizi o consigli convinto di saperne più di me... al contrario... lui è solo stato accanto a me in questo percorso così speciale e travagliato ma anche così sorprendente.

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digi... quello che scrivi è molto bello... non ti fermi mai alla prima impressione, scavi dentro di te, cerchi di capire... disposta anche ad affrontare il dolore... secondo me questa lontananza dalla tua terapeuta ti sta facendo molto bene... certo è dolorosa (e il dolore è sempre così profondamente personale e difficile) ma sta davvero dando grandi frutti!!!

non quoto anche diotima se nò esce un post lunghissimo ma intendo rispondere anche a lei...

Credo che sia vero che questo periodo mi stia aiutando a capire alcune cose di me, i sogni non mi sembrano così negativi, mentre ingarbugliati e intrisi di significato si...credo che anche il suo silenzio per tutto qusto tempo, nemmeno gli auguri a pasqua (che dentro di me ho desiderato tanto), in fondo mi aiutino a trovare dentro di me le risorse giuste....per andare avanti, io lo so come sono fatta, lo so bene che mi appoggerei a lei se minimamente si facesse vedere "accondiscendente"....mica non lo so è che a volte sono così stanca di cercare dentro di me che mi appoggerei volentieri...così mi arrabbio!!!

E probabilmente questa rabbia ha origini più remote di quando avevo un motivo "reale" per esserlo!!!! quando appunto avevo bisogno di quell'appoggio che un bambino trova (o perlomeno cerca) nei suoi genitori...e siamo sempre lì....

lui ha mandato all'aria tutti i miei schemi proprio perchè rendeva impossibile incasellarlo in qualsiasi modo. e allora, avendo davanti una persona che mi turbava profondamente per la sua imprevedibilità, ho dovuto per forza tirare fuori me stessa... nessun "ruolo", nessuna "maschera (inconscia)" era adeguata a rapportarmi con lui, non potevo sedermi li e interpretare il ruolo della paziente dicendo o facendo quello che di solito ci si aspetta (o meglio: io mi aspetto) faccia un paziente. sono stata costretta ad essere me stessa... e guardate che io a sta cosa non è che ci fossi molto abituata. mi sono sempre nascosta e mimetizzata (anche con la simpatia, anche con l'anticonformismo!!!!) cercando sempre di comportarmi in un modo che "andasse bene" secondo i miei personalissimi schemi mentali, che magari non corrispono per niente a come ragionano gli altri (non mi sono mai preoccupata di chiederlo... :icon_rolleyes: )

e finalmente ho capito il senso della PALESTRA.

e mentre pensavo queste cose mi sono venute in mente le parole di digi: lei tempo fa ha scritto che era riuscita a tirare fuori se stessa in terapia, proprio perchè l'analista non si mostrava, si metteva in disparte... altrimenti digi si sarebbe adeguata, cercando in qualche modo di assecondare l'analista. ma l'analista non le ha dato nessun appiglio e lei è stata "costretta" a essere se stessa (spero di non aver travisato le parole di digi :icon_confused:) .

se ci pensate è la stessa cosa...solo ottenuta in due maniere molto diverse, in un caso con "l'invisibilità", nel mio invece all'opposto con il mostrare una personalità molto "ingombrante". se queste diversità dipendano dall'approccio o dalle differenze di carattere tra me e digi o da altro ancora non so... e poi alla fine,che importanza avrebbe saperlo?

l'importante è il risultato finale... certo io credo che a volte ci vuole un po' di fortuna anche a imbroccare l'approccio giusto per noi, soprattutto perchè noi scegliamo "alla cieca". io sono abbastanza sicura che una terapia analitica per me sarebbe stata un po' più difficoltosa... non che non avrebbe avuto risultati, ma di sicuro avrei impiegato tempi più lunghi. col rischio di perdermi per strada a causa delle difficoltà economiche che ho... ho avuto fortuna a imbroccare un percorso che si adatta bene alle mie particolari caratteristiche, e soprattutto un terapista davvero bravo, e quella è la cosa fondamentale per tutte noi, credo.

in effetti mentre ti leggevo, prima di leggere il tuo riflerimento a me, ho pensato che dopotutto anche se in modo diverso era molto simile a quello che la mia psi fa con me....tra l'altro io e te siamo molto diverse, per cui non poteva essere altrimenti...io sono straconvinta che anche Giovanni con me sarebbe stato "distaccato"!!!

Sai forse se c'è una cosa che sta venendo fuori in più adesso è la rabbia....nel senso che si avevo capito che l'essere distaccata era per aiutarmi, ma questo non è stato affatto d'aiuto(capirlo) , in quanto al solito io ho cominciato a fare ciò che lei (secondo me) si aspettava da me. E cioè "comprendere" il suo distacco! Magari se non avessi alcunchè di conoscesce in psicologia e psicoterapia, questo passaggio lo avrei saltato....tirando fuori direttamente ciò che a questa "freddezza" è legato e cioè la mia rabbia!!!!

Scrivendo qusta cosa, tra l'altro assume pure un sigificato più preciso il sogno di stanotte....e la mia rabbia che "sparisce" all'improvviso stamattina...

non so se si capisce cosa voglio dire... :icon_confused:

quello che intendo con empatia non è solo sentirlo vicino nel dolore quando lo provavo... ma anche capacità di stare lì ad ascoltare senza dare giudizi o consigli convinto di saperne più di me... al contrario... lui è solo stato accanto a me in questo percorso così speciale e travagliato ma anche così sorprendente.

in effetti l'empatia credo sia proprio quello...."sentirli accanto" nonostante tutto!!! Infatti juditta, nonostante molto velote non ti sei sentita capita...sei continuata ad andare alle tue sedute.....credo che dentro di te sapevi che lui comunque ti era accanto....

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non quoto anche diotima se nò esce un post lunghissimo ma intendo rispondere anche a lei...

Credo che questo periodo si mi stia aiutando a capire alcune cose di me, i sogni no m sembrano così negativi, ingarbugliati e intrisi di significato si...credo che anche il suo silenzio per ttuto qusto tempo, nememno li auguri a pasqua, in fondo mi aiutino a trovare dentro di me le risorse giuste....per andare avanti, io lo so come sono fatta, lo bene che mi appoggerei a lei se minimamente si facesse vedere accondiscendente....mica non l oso è che a votle sono così staca di cercare dentro di me che mi appoggerei volentieri...così mi arrabbio!!!

E probabilmente questa rabbia ha origini più remote di quando avevo un motivo "reale" per esserlo!!!! quando appunto avevo bisogno di quell'appoggio che un bambino trova (o perlomeno cerca) nei suoi genitori...e siamo sempre lì....

in effetti mentre ti leggevo, prima di leggere il tuo riflerimento a me, ho pensato che dopotutto anche se in modo diverso era molto simile a quello che la mia psi fa con me....tra l'altro io e te siamo molto diverse, per cui non poteva essere altrimenti...io sono straconvinta che anche Giovanni con me sarebbe stato "distaccato"!!!

Sai forse se c'è una cosa che sta venendo fuori in più adesso è larabbia....nel senso che si avevo capito che l'essere distaccata era per me, ma questo non è stat oaffatto d'aiuto.in quanto al solito io ho cominciato a fare ciò che lei (secondo me) si aspettava da me. E cioè "comprendere" il suo distacco! Magari se non avessi alcunchè di conoscesce in psicologia e psicoterapia, questo passaggio lo avrei saltato....tirando fuori direttamente ciò che a questa "freddezza" è legato e cioè la mia rabbia!!!!

Scrivendo qusta cosa, tra l'altro assume pure un sigificato più preciso il sogno di stanotte....e la mia rabbia che "sparisce" all'improvviso...

non so se si capsice cosa voglio dire... :icon_confused:

in effetti l'empatia credo sia proprio quello...."sentirli accanto" nonostante tutto!!! Infatti juditta, nonostante molto velote non ti sei sentita capita...sei continuata ad andare alle tue sedute.....credo che dentro di te sapevi che lui comunque ti era accanto....

ragazzi scusate l' ot ( si dice cosi') l' altra volta leggevo che anche nell' empatia sono coinvolti questi tanto citati neuroni specchio , in alcuni per vari motivi non funzionano bene e di qui la mancanza di empatia..........non so se sapete il loro funzionamento, di solito questi neuroni specchio riflettono dentro di noi il tipo di atteggiamento, la situazione in cui siamo coinvolti anche in assenza di parole e' un po come se ci sintonizzassimo sulle stesse frequenze d' onda dell' altro

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secondo me è un po un illusione pensare che lo psicoterapeuta stabilisca rapporti profondi con propri pazienti.

invece, anche se non ho fatto psicoterapia, mi sembrava che fosse proprio l' opposto cioè pensavo che il terapeuta, specie in psicoanalisi diventasse diventasse piu' o meno una parte di te stesso, nella seduta intendo, ecco perchè spesso questo tipo di terapie devono essere fatte meglio da privati che seguono un numero limitato di pazienti

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invece, anche se non ho fatto psicoterapia, mi sembrava che fosse proprio l' opposto cioè pensavo che il terapeuta, specie in psicoanalisi diventasse diventasse piu' o meno una parte di te stesso, nella seduta intendo, ecco perchè spesso questo tipo di terapie devono essere fatte meglio da privati che seguono un numero limitato di pazienti

no direi che tra pubblico e privato non ci siano grosse differenze da questo punto di vista.

il rapporto con il terapeuta è sempre sbilanciato .. tu sei una moltitudine .. lui è uno.

anche se privato .. non sei mai l' unico suo paziente.

e quando esci da quella stanza il prossimo paziente avrà le stesse attenzioni e interesse e investimento affettivo. etc etc..

quindi in effetti il cosidetto transfert è un fenomeno molto strano e un meccanismo molto complesso perchè il paziente non si sa in virtu' di quale suggestione dovrebbe dimenticarsi che paga.

e che quindi la relazione è di tipo economica.

io sono molto scettico circa questa storia.

anche perchè ho fatto diversi anni di analisi con diversi terapeuti e ho raggiunto ottimi risultati .. ma mai è uscita fuori sta storia del transfert.

quindi diciamo che dipende un po dai casi.

non si puo' pretendere che scatti un fenomeno relazionale diverso da quello economico professionale tra due individui.

e poi che sarebbe sta relazione ..amicizia? come la definiamo.? amore, come dice il titolo di questo topic?.

o cosa..

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Io ho parlato con diversi psicoanalisti.

L'"amore" per il terapeuta, che poi si interpreta in vario modo, e assume il suo significato, può essere un buon motore per una terapia, insomma, uno dei tanti..

Comunque esiste, non è pura invenzione del topic, ecco..:))

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Io ho parlato con diversi psicoanalisti.

L'"amore" per il terapeuta, che poi si interpreta in vario modo, e assume il suo significato, può essere un buon motore per una terapia, insomma, uno dei tanti..

Comunque esiste, non è pura invenzione del topic, ecco..:))

lo so che esiste. pero' è curioso ..

cioè è un fatto strano.

come puoi provare "amore" per uno che ti ascolta per 45 minuti in cambio di un malloppo di quattrini.

poi magari è brutto / a non ti piace .. che fai te ne vai perchè non è il tuo tipo.. : )

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Come hai amato un familiare, ad esempio..

ora è difficile, son discorsi non miei, per cui mi astengo...:))

I quattrini, ti posso dire, mi riportano senz'altro a una dimensione attuale.:)

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Come hai amato un familiare, ad esempio..

ora è difficile, son discorsi non miei, per cui mi astengo...:))

I quattrini, ti posso dire, mi riportano senz'altro a una dimensione attuale.:)

urka.. provare per un medico quello che provi per tuo padre o madre. è un po pesante come cosa..

come pu' essere, ???

proiezioni?.. non cose reali.

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Sì, può essere, infatti quando mi ha interpretato un 'emozione provata in relazione al mio rapporto con lui, spesso l'ha ricondotta al rapporto con mio padre, o con mia madre, o con mio fratello.

Ti faccio un esempio: "Lei mi sta prendendo per il culo!!" detto tutta incazzata nera.

" E chi la prendeva per il culo, in famiglia?"

Qui aleggia il fantasma di qualcuno...in quel caso, mio fratello che quand'ero piccolaera solito pigliarmi per i fondelli, ma a questo ci arrivo io.:))

Ecco, così, più o meno..non so se ho reso l'idea:))

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a be in questo senso . si.

ma non centra con il creare un meccanismo relazionale.

intendo dire con il " provare " qualcosa.. per lui .

si tratta appunto di una proiezione.

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a me sembra più inumano non provare nulla con una persona con cui parli intensamente tutte le settimane per anni.

indipendentemente dal pagamento. quella col terapeuta è una relazione, un relazione diversa da tutte le altre, una relazione terapeutica, ma è una relazione...

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a me sembra più inumano non provare nulla con una persona con cui parli intensamente tutte le settimane per anni.

indipendentemente dal pagamento. quella col terapeuta è una relazione, un relazione diversa da tutte le altre, una relazione terapeutica, ma è una relazione...

e chi lo mette in dubbio.

io dico che mi stupisce la relazione affettiva..

ma certo è una relazione terapeutica.

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tra l'altro appunto io faccio una terapia sistemico-relazionale. la relazione col terapeuta è centrale nel mio percorso...

altro che qualcosa di "strano", "curioso" ecc, ecc...

io non capisco te Left che pretendi di essere il metro di paragone dell'umanità, e allora se una cosa non la provi tu diventa "strana"... bah

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tra l'altro appunto io faccio una terapia sistemico-relazionale. la relazione col terapeuta è centrale nel mio percorso...

altro che qualcosa di "strano", "curioso" ecc, ecc...

io non capisco te Left che pretendi di essere il metro di paragone dell'umanità, e allora se una cosa non la provi tu diventa "strana"... bah

è strana per me juditta . perchè universalizzi il mio pensiero ?

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a be in questo senso . si.

ma non centra con il creare un meccanismo relazionale.

intendo dire con il " provare " qualcosa.. per lui .

si tratta appunto di una proiezione.

Sì, infatti, per me, sapere che in lui vedo di volta in volta mio padre, mia madre, i miei fratelli, che so, l'amica che quella volta mi sembrava una puttana, oppure io nella mia testa sono la puttana, in quel momento, mi aiuta..

mi aiuta anche nel lavoro, ad esempio..

Ad esempio, per i ragazzi io posso rappresentare altro da quello che sono..

se io so che quello che provo, o che quello che provano gli altri nei miei confronti, è il risultato di qualcosa, mi comporto più serenamente..ecco.

Posso sgombrare il campo, farmi neutra, non assorbire i colori altrui, un po' come fanno loro..:))

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no direi che tra pubblico e privato non ci siano grosse differenze da questo punto di vista.

il rapporto con il terapeuta è sempre sbilanciato .. tu sei una moltitudine .. lui è uno.

anche se privato .. non sei mai l' unico suo paziente.

e quando esci da quella stanza il prossimo paziente avrà le stesse attenzioni e interesse e investimento affettivo. etc etc..

quindi in effetti il cosidetto transfert è un fenomeno molto strano e un meccanismo molto complesso perchè il paziente non si sa in virtu' di quale suggestione dovrebbe dimenticarsi che paga.

e che quindi la relazione è di tipo economica.

io sono molto scettico circa questa storia.

anche perchè ho fatto diversi anni di analisi con diversi terapeuti e ho raggiunto ottimi risultati .. ma mai è uscita fuori sta storia del transfert.

quindi diciamo che dipende un po dai casi.

non si puo' pretendere che scatti un fenomeno relazionale diverso da quello economico professionale tra due individui.

e poi che sarebbe sta relazione ..amicizia? come la definiamo.? amore, come dice il titolo di questo topic?.

o cosa..

sei stato molto chiaro grazie..................io intendevo non so un tipo di rapporto terapeutico , mi riferisco alle terapie analitiche ,dinamiche altrimenti non so come possa sgorgare un sentimento che di solito è curativo, non so quel qualcosa che sciolga il gumo che hai dentro , per questo occorre instaurare un rapporto a due.....................mi ricordo di un caso descritto da Jung ,in pratica questi stava curando un ragazzo giovane, sapeva gia' cosa avesse questo suo paziente ma a lui non disse nulla instaurando con lui un rapporto basato sulla fiducia che porto' il giovane a guarire

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sei stato molto chiaro grazie..................io intendevo non so un tipo di rapporto terapeutico , mi riferisco alle terapie analitiche ,dinamiche altrimenti non so come possa sgorgare un sentimento che di solito è curativo, non so quel qualcosa che sciolga il gumo che hai dentro , per questo occorre instaurare un rapporto a due.....................mi ricordo di un caso descritto da Jung ,in pratica questi stava curando un ragazzo giovane, sapeva gia' cosa avesse questo suo paziente ma a lui non disse nulla instaurando con lui un rapporto basato sulla fiducia che porto' il giovane a guarire

figurati.. ma quelli erano scienziati amanti di quello che stavano scoprendo e provando..

gli psicoterapeuti stanno li .. e incassano.

a volte scrivono due righe.. a volte nulla. a volte una mezza parola .

certo essere curati da jung .. hehehe

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Sì, infatti, per me, sapere che in lui vedo di volta in volta mio padre, mia madre, i miei fratelli, che so, l'amica che quella volta mi sembrava una puttana, oppure io nella mia testa sono la puttana, in quel momento, mi aiuta..

mi aiuta anche nel lavoro, ad esempio..

Ad esempio, per i ragazzi io posso rappresentare altro da quello che sono..

se io so che quello che provo, o quello che provano gli altri nei miei confronti, è il risultato di qualcosa, mi comporto più serenamente..ecco.

si i meccanismi di proiezione sono molto interessanti.

anche se difficilmente ce ne possiamo impadronire visto che sono del tutto inconsci.

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gli psicoterapeuti stanno li .. e incassano.

a volte scrivono due righe.. a volte nulla. a volte una mezza parola .

e questa frase non è un'universalizzazione del tuo pensiero forse?

il mio terapeuta parla molto in seduta, ad esempio

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