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emulazione


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no ho detto che la depressione è causa di ciò che è accaduto!!! Però credo che essere depresso insieme ad altri fattori scatenanti può incentivare maggiormente l'esasperazione...e poi la strage o il suicidio o quello che capita a seconda dei casi...

Il punto non è tanto che ha commesso una strage, avrebbe potuto far altre cose....a seconda della situazione che si trovava e dal fattore che gli ha scatenato questo raptus folle!!! (magari era vittima di bullismo o mobbing come ho letto da qualche altra parte, aveva la possibilità di utilizzare una pistola e la follia ha preso questa strada....ma poteva essere qualsiasi altra cosa)

a me non sembra un raptus omicida.. ma una strage ben pianificata.

e comunque questa idea secondo cui i depressi sono piu' facilmente soggetti a raptus omicidi è SBAGLIATA.!!!

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a me non sembra un raptus omicida.. ma una strage ben pianificata.

e comunque questa idea secondo cui i depressi sono piu' facilmente soggetti a raptus omicidi è SBAGLIATA.!!!

non ho detto questo ma è chiaro che non ci capiamo...

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non ho detto questo ma è chiaro che non ci capiamo...

ma che fai come Berlusconi prima dici una cosa e poi dici che non l' hai detta. : )

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ma che fai come Berlusconi prima dici una cosa e poi dici che non l' hai detta. : )

eh?

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Io (e probabilmente Mio) penso che non esista anzitutto una storia personale che cominci da zero e finisca a 70, 80 anni, col vuoto prima e dopo. Quel tizio poteva pure essere stato Hitler...ma al di là di questo, c'è nella mente umana la possibilità di crearsi qualsiasi realtà virtuale, solo che la nostra in genere è meno deformata. Cosa crea il crollo dei normali freni inibitori, che in noi funzionano ogni volta che ci alziamo dal letto incazzati, con la voglia di fare una strage? E' semplicemente la fine di uno che ha sempre percorso la strada dei demoni? Sì, la strage era pianificata, e inquadrabile in una sindrome paranoide che agiva da chissà quanto...bastava un piccolo spunto, come quando in Bosnia fu ucciso l'arciduca austriaco e scoppiò la guerra, che comunque sarebbe scoppiata con un altro pretesto.

Non so se l'eventuale complesso di persecuzione sia inquadrabile sotto la voce "depressione"...

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usavo questo termine perchè in genere non è che tutti reagiscono cosi'..

ma non è un trermine dispregiativo.

anzi.

Si, si... avevo capito che non intendevi in termine dispregiativo, ma nemmeno io intendevo "fuorviante" in quel senso.

Intendevo dire che l'espressione "i più deboli" è fuorviante perché induce spesso a fare paragoni impropri basati su forza

di questo e di debolezza di quell'altro ma in assenza di alcun confronto tra i rispettivi pesi sopportati, la durata della

sopportazione, la disponibilità di strumenti per sollevarli, ecc...

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Io (e probabilmente Mio) penso che non esista anzitutto una storia personale che cominci da zero e finisca a 70, 80 anni, col vuoto prima e dopo. Quel tizio poteva pure essere stato Hitler...ma al di là di questo, c'è nella mente umana la possibilità di crearsi qualsiasi realtà virtuale, solo che la nostra in genere è meno deformata. Cosa crea il crollo dei normali freni inibitori, che in noi funzionano ogni volta che ci alziamo dal letto incazzati, con la voglia di fare una strage? E' semplicemente la fine di uno che ha sempre percorso la strada dei demoni? Sì, la strage era pianificata, e inquadrabile in una sindrome paranoide che agiva da chissà quanto...bastava un piccolo spunto, come quando in Bosnia fu ucciso l'arciduca austriaco e scoppiò la guerra, che comunque sarebbe scoppiata con un altro pretesto.

Non so se l'eventuale complesso di persecuzione sia inquadrabile sotto la voce "depressione"...

io non credo neanche nella sindrome paranoide.

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Scusate se ciò che tenterò di dire non è stretta conseguenza dei pensieri espressi precedentemente in questo dibattito, ma le 5 e più pagine le ho lette (tutte) in modo veloce.

Io credo che il rapporto tra violenza e realtà attuale, sia determinato dalla perdita sempre maggiore di consapevolezza del reale da parte della popolazione, almeno della maggior parte.

Vi voglio proporre una riflessione fatta in un colloquio, non con uno specialista.

Brevemente. Il festival di s. remo ottiene 10 mln di spettatori, in onda alle 21.00, su r.1. Dalle 20.30 alle 21.00, sempre su r.1, in onda tg.

Prendiamo per esempio lo stupro della 14ne a febbraio, facendolo idealmente coincidere con il festival.

Quello che io mi chiedo, può una persona, se cosciente e consapevole del significato che ha ciò che succede, finire di vedere il tg, che ha parlato dell' episodio di cronaca precedente, e come se niente fosse godersi il festival, senza più pensare alle notizie sentite.

E il fatto, il rapporto di cui parlo, è che le notizie sono la realtà, il festival è niente.

Ma in ufficio, il giorno dopo, tutti parlano del festival.

Il problema è questo. I fatti, la violenza, non interessa. La realtà, non interessa. Perchè sempre più si vive di sogni.

Ma la violenza è un incubo, e i sogni li spezza.

Finchè la gente verra scossa da un' eliminazione imprevista dal grande fr., ma nemmeno impensierita dalle stragi compiute da adolescenti, tutto può succedere, tranne che dal cielo arrivi una soluzione al problema, che secondo me stà crescendo esponenzialmente.

Da un osservazione in un mess. preced. Io a 6 anni giocavo per strada la sera, ora non mi fiderei a 28 ad andare a comprare un gelato. E abito in una zona relativamente tranquilla.

Grazie per l' attenzione.

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Ciao nemmenosenza (che nick curioso!)... sono solo in parte d'accordo con quello che dici. Secondo me noi

non siamo materialmente in grado di rimanere consapevoli di tutto ciò che ci accade attorno, e men che meno

in grado di mantenere costantemente l'attenzione su tutte le cose brutte che accadono (ammesso che serva a

qualcosa). Credo che l'importante sia invece sapersi orientare in questo mare di stimoli nel quale siamo immersi,

senza perdere la capacità di dare alle cose la giusta importanza quando serve. In quest'ottica penso anzi che la

televisione di intrattenimento e di svago sia molto più innocua di certi TG che prendono la cronaca e a seconda

dll'opportunità del momento ondeggiano tra il sensazionalismo/emergenzismo oppure l'ovattamento... sono in

un certo senso disorientanti ma non perché non dicono le cose come stanno bensì perché mettono a dura prova

le nostre capacità di valutare i messaggi che ci arrivano... Fino ad un certo punto magari è utile per allenarle, ma

da un certo punto in poi subentrano cose come l'ipersensibilizzazione o al contrario l'inibizione da sovrasforzo.

Anche per questo io preferisco informarmi per altri canali...

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Ciao nemmenosenza (che nick curioso!)... sono solo in parte d'accordo con quello che dici. Secondo me noi

non siamo materialmente in grado di rimanere consapevoli di tutto ciò che ci accade attorno, e men che meno

in grado di mantenere costantemente l'attenzione su tutte le cose brutte che accadono (ammesso che serva a

qualcosa). Credo che l'importante sia invece sapersi orientare in questo mare di stimoli nel quale siamo immersi,

senza perdere la capacità di dare alle cose la giusta importanza quando serve. In quest'ottica penso anzi che la

televisione di intrattenimento e di svago sia molto più innocua di certi TG che prendono la cronaca e a seconda

dll'opportunità del momento ondeggiano tra il sensazionalismo/emergenzismo oppure l'ovattamento... sono in

un certo senso disorientanti ma non perché non dicono le cose come stanno bensì perché mettono a dura prova

le nostre capacità di valutare i messaggi che ci arrivano... Fino ad un certo punto magari è utile per allenarle, ma

da un certo punto in poi subentrano cose come l'ipersensibilizzazione o al contrario l'inibizione da sovrasforzo.

Anche per questo io preferisco informarmi per altri canali...

Ciao.

Per collegarmi alla tua (mi permetto di dare del tu per agevolare la fluidità) ultima affermazione. Io abito in un appartamento da solo, ormai da circa un anno. Mi sono portato il telev. dalla precednte abitazione. Lo misi provvisoriamente sotto un tavolo in una stanza in disuso, ancora è lì.

Uso internet per informarmi, e tendo a vivere la realtà per capirla. Anche se a volte gli stimoli scarseggiano...

Nel precedente mess. io non volevo comunque condannare la telev.. Il mio giudizio non era su di essa o su ciò che attraverso essa entra come dottrina nella mente di milioni di persone, perchè in fondo è così.

Quello che tu dici, il sapersi orientare, il godere la leggerezza di certi programmi, il valutare se le informazioni passate sono specchio della realtà oppure gestite per altri fini, e ancor di più concetti come ipersensibilizzazione od inibizione, dalla maggior parte dei tv/dipendenti, non viene preso neppure in considerazione.

Nè più nè meno come una droga. Forse una tra le peggiori, perchè socialmente accettata e pubblicizzata. Gente si mette seduta, preme sul telec., e via per mondi che non esistono. C'è un posto al sole, con un medico in famiglia, e l' isola dei famosi al largo.

Ma il problema non è la telev.. Così come il problema non è la droga in sè.

Il problema è chi di una o dell' altra fà uso.

Ritornando al mess. che ho scritto prima, all' episodio di cronaca descritto e ai 10 mln di spettatori.

Una valutazione, su un' ipotesi, che ti chiedo di fare.

Di 10 mln di telesp., 2 mln risiedono a Roma, solo un mln di questi ha figli, e 500.000 una figlia adolescente.

Io ti chiedo: secondo te, quanti di questi 500.000, finito il tg e vedendo iniziare s. remo, ha preso una sedia e ha fatto esplodere il telev.? Quanti invece di questi si sono seduti sulla poltrona a vedere chi cantava canzoni di nessun valore musicale per vincere un premio già assegnato, godendosi spot pubblicitari nel frattempo. Godendosi, il brutto è, godendosi tutto ciò, immagazzinandolo nello spazio del cervello in cui prima avevano archiviato una coetanea della loro figlia stuprata vicino alla loro abitazione.

Io penso che la situazione stia sfuggendo di mano. La spensieratezza è un ottima compagna. Ma deve essere una spensieratezza attenta, valutata, consapevole, e capace di giudizio. E' invece sempre più presente, almeno dentro me, l' associazione spensieratezza/stupidità.

Io lavoro in un ufficio, tanta bella gente intorno a me. Dalla mattina a fine giornata non parlano altro che di xxxxxxx. Io mi trovo in difficoltà nel trovare un collega con cui affrontare un discorso, non serio, ma almeno che abbia un significato. Vivono di sogni.

Io sono uno che nella vita ha combinato solo casini, non ho figli e i miei genitori sono anziani. Perciò, di come và a finire, non mi frega proprio niente. Se avessi però qualcosa a cui tenere, e per cui di conseguenza preoccuparmi, avrei un bel pò da fare con l' ansia.

Mi scuso se non sono stato troppo chiaro e se le affermazioni non sono toppo conseguenti tra di loro, ma sono stanco, ho provato a rispondere per rispetto, non essendo forse in grado.

Saluti.

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Quel che fregherà tutti quanti Ste, piano piano, è la mancanza di un giudizio verso i fatti.

Tutto, anche la più banale sciocchezza deve essere giudicata. Ma ancor di più fatti gravi come quelli descritti nei precedenti.

Solo il giudizio verso le cose, in questo caso verso i problemi, può portare a trovare una soluzione.

Il non pensarci, ci farà vivere meglio, ma forse non troppo a lungo.

Se la gente giudicasse le cose, Ste, la televis. non avrebbe motivo di esistere, perchè la realtà, se vissuta veramente, basta e avanza per un cervello.

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io non credo neanche nella sindrome paranoide.

E come leggi l'accaduto, anche al di là delle definizioni?

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Ciao Nemmenosenza, non hai bisogno di scusarti per come scrivi: scrivi molto bene e chiaro, altrochè!

Riguardo alla tua domanda su quanti di quei 500.000 ecc, onestamente non so risponderti, ma una reazione del genere cosa

sarebbe se non un inutile sfogo verso un oggetto? Con questo non voglio dire che tu abbia torto nel sostenere che l'indifferenza

è un problema, ma solo che ci sono situazioni dove l'indifferenza è... indifferente. Di diverso avviso sarei stato se m'avessi portato

ad esempio una situazione nella quale la ragazza, in condizione di pericolo, avesse chiesto aiuto in presenza di altre persone e

nessuna di esse si fosse mossa dalle sue attività del momento se non altro per andare a vedere cosa stava accadendo.

Tra l'altro cose come quest'ultima che ho esemplificato accadono davvero, soprattutto nei luoghi dove coabitano tante persone

(come le grandi città) e sarebbe comunque un errore ricondurli alla sola indifferenza o ad un presunto spegnimento del cervello.

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Ciao Nemmenosenza, non hai bisogno di scusarti per come scrivi: scrivi molto bene e chiaro, altrochè!

Riguardo alla tua domanda su quanti di quei 500.000 ecc, onestamente non so risponderti, ma una reazione del genere cosa

sarebbe se non un inutile sfogo verso un oggetto? Con questo non voglio dire che tu abbia torto nel sostenere che l'indifferenza

è un problema, ma solo che ci sono situazioni dove l'indifferenza è... indifferente. Di diverso avviso sarei stato se m'avessi portato

ad esempio una situazione nella quale la ragazza, in condizione di pericolo, avesse chiesto aiuto in presenza di altre persone e

nessuna di esse si fosse mossa dalle sue attività del momento se non altro per andare a vedere cosa stava accadendo.

Tra l'altro cose come quest'ultima che ho esemplificato accadono davvero, soprattutto nei luoghi dove coabitano tante persone

(come le grandi città) e sarebbe comunque un errore ricondurli alla sola indifferenza o ad un presunto spegnimento del cervello.

Quello che tu definisci come inutile sfogo verso un oggetto, io lo definirei come uno sfogo, senz' altro inutile, ma verso tutto quello che l' oggetto in questione rappresenta.

Ho letto i primi mess. di questa discussione. Forse alcuni ragazzi non si sono dati alle fiamme per emulazione, e forse non ne hanno bruciati altri per lo stesso motivo, forse milioni di ragazze non hanno sofferto di anoressia, o comunque di problemi nell' alimentazione, nel vedere modelle magre, forse altrettanti giovani di entrambi i sessi non vivono una vita infernale perchè il loro aspetto non è adeguato all' idealizzazione di 'bello' diffusa dalla tv, forse alcune persone non cadono in depressione perchè la propria vita non ha niente a che fare con gli episodi di beautiful.....

In tutto questo, il confronto che ognuno di noi, il rapporto che ognuno di noi ha con la telev., è, comunque sia gestito, un rapporto malato. Perchè è un rapporto con qualcosa che non esiste.

Nella situazione da te descritta, in cui qualcuno è in pericolo vicino a noi, entrano in campo molti altri giocatori.

Entra la paura, entra la violenza, entra il quel che succederà dopo, entra l' egoismo, l' indifferenza, entra il figlio che aspetta a casa, entra 'e se succedesse a me?', e possono, ancora ai giorni nostri, entrare in campo gli eroi, anche se sempre più raramente.

Ti porto un' esperienza personale, banale.

Ho come vicini una famiglia con un bambino, avrà 6-7 anni. Indipendentemente dalla mia volontà, sento tutto quello che questa famiglia fà. Questo bambino, passa tutta la parte libera della giornata, a giocare alla playstat.. Ormai da un anno, tutti i giorni. probabilmente sarà così ancora per un pò, e così dev' essere stato prima del mio arrivo.

Io quand' ero piccolo, giocavo con mio nonno, giocavo per strada, giocavo a pallone, giocavo alla realtà. Nemmeno conoscevo un videogame o un programma televisivo.

Questo bambino è l' immagine del bambino di oggi, io ero l' immagine del bambino di ieri. E non mi voglio chiedere l' immagine del bambino di domani.

Nè io nè lui in tutta la vita commeteremo un crimine. Ma una volta adulti, chi capirà meglio, tra me e lui, il significato di un' azione violenta.

Per vincere una partita, si deve conoscere il gioco. Per vincere la violenza, e la violenza è sangue, asfalto, grida... ciò si deve conoscere.

Per vincere la violenza, si può usare solo la violenza.

E la violenza, è realtà.

Telev., playst., lo stesso internet, che cos'è. Tutto quello che vuoi. Ma non è realta.

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Quello che tu definisci come inutile sfogo verso un oggetto, io lo definirei come uno sfogo, senz' altro inutile, ma verso tutto quello che l' oggetto in questione rappresenta.

Ho letto i primi mess. di questa discussione. Forse alcuni ragazzi non si sono dati alle fiamme per emulazione, e forse non ne hanno bruciati altri per lo stesso motivo, forse milioni di ragazze non hanno sofferto di anoressia, o comunque di problemi nell' alimentazione, nel vedere modelle magre, forse altrettanti giovani di entrambi i sessi non vivono una vita infernale perchè il loro aspetto non è adeguato all' idealizzazione di 'bello' diffusa dalla tv, forse alcune persone non cadono in depressione perchè la propria vita non ha niente a che fare con gli episodi di beautiful.....

In tutto questo, il confronto che ognuno di noi, il rapporto che ognuno di noi ha con la telev., è, comunque sia gestito, un rapporto malato. Perchè è un rapporto con qualcosa che non esiste.

Nella situazione da te descritta, in cui qualcuno è in pericolo vicino a noi, entrano in campo molti altri giocatori.

Entra la paura, entra la violenza, entra il quel che succederà dopo, entra l' egoismo, l' indifferenza, entra il figlio che aspetta a casa, entra 'e se succedesse a me?', e possono, ancora ai giorni nostri, entrare in campo gli eroi, anche se sempre più raramente.

Ti porto un' esperienza personale, banale.

Ho come vicini una famiglia con un bambino, avrà 6-7 anni. Indipendentemente dalla mia volontà, sento tutto quello che questa famiglia fà. Questo bambino, passa tutta la parte libera della giornata, a giocare alla playstat.. Ormai da un anno, tutti i giorni. probabilmente sarà così ancora per un pò, e così dev' essere stato prima del mio arrivo.

Io quand' ero piccolo, giocavo con mio nonno, giocavo per strada, giocavo a pallone, giocavo alla realtà. Nemmeno conoscevo un videogame o un programma televisivo.

Questo bambino è l' immagine del bambino di oggi, io ero l' immagine del bambino di ieri. E non mi voglio chiedere l' immagine del bambino di domani.

Nè io nè lui in tutta la vita commeteremo un crimine. Ma una volta adulti, chi capirà meglio, tra me e lui, il significato di un' azione violenta.

Per vincere una partita, si deve conoscere il gioco. Per vincere la violenza, e la violenza è sangue, asfalto, grida... ciò si deve conoscere.

Per vincere la violenza, si può usare solo la violenza.

E la violenza, è realtà.

Telev., playst., lo stesso internet, che cos'è. Tutto quello che vuoi. Ma non è realta.

ciao nemmenosenza e benvenuto, provo a dire la mia su quanto detto...

L'esempio che tu fai del bambino tuo vicino di casa, secondo me è davvero emblematico dei giorni nostri...e sicuramente racchiude tutto ciò che io penso di questo discorso che in effetti è molto complesso e ha mille sfaccettature....si possono fare mille analisi senza mai arrivare a trovare una causa specifica...

Il punto infatti, secondo me, non è tanto l'oggetto televisione, o internet o playstation....ma quanto il fatto che i suoi genitori (che se vogliamo immaginare a occhio e croce sono cresciuti come te - e me- a giocare per strada) non trovano (e/o non lo vogliono fare) il tempo per giocare con lui, probabilmente nemmeno il nonno (come invece accadeva a te) ha più la stessa volontà dei nonni di una volta....e allora da cosa dipende??? I suoi nonni, i suoi genitori non sono cresciuti per strada????

Io credo che la società ormai è come anestetizzata....l'indifferenza può essere un meccanismo di difesa per non svegliarsi e rendersi conto che qualcosa non va....e che probabilmente continuando di questo passo le cose andranno sempre peggio...

Tu dici che la tv è una droga....e posso essere d'accordo....ma come ogni droga non è mai la causa del male di chi la usa ma solo un oggetto di sfogo....

Le cause io credo siano molteplici...mi pare difficile poter fare un elenco che possa essere realistico e forse non ha nememno tanta importanza rintracciarle quanto invece riuscire a comprendere cosa accade...dare una possibilità a questi bambini cresciuti a pane e playstation per capire che il mondo fantastico c'è solo nei giochi al pc ma che appena si spegna tutto, c'è la vita reale, fatta di difficoltà, violenza, paura, indifferenza, discriminazioni ecc. ecc. e che questi mostri non si combattono come i mostri dei videlogame....

Io non credo (per prendere un esempio dei tuoi) che l'anoressia sia causa delle modelle che le ragazze vedono in tv....quello può essere la causa scatenante.... ma io credo che qualcosa si è spezzato all'origine, nella famiglia di queste ragazze....l'idealizzazione del bello visto in tv, anche questo può sicuramente essere un motivo per cui si manifesta l'inadeguatezza di molti ragazzi ma non penso sia colpa della tv...chi non gli ha trasmetto i valori per cui vale ciò che sei e non ciò che appare???? Forse molte cose le hanno apprese dalla Tv, ma chi ha fatto in modo che la tv si sostituisse agli insegnamenti basilari dei genitori?

Ovviamente poi bisogna anche adeguarsi, non è che si può fare terrorismo sui figli e costringerli a non vedere tv e giocare con il fango, ma se i valori ci sono nietne o poco potrà influenzarli e comunque da adulti avranno la possibilità di discernere...

Anche io ho un figlio, di 5 anni, e credimi crescerlo con tutto ciò che si vede in giro non è facile....ne è influenzato e io non posso a volte non accondiscendere alle sue richieste...ma comunque cerco di essere presente....di fargli comprendere che le cose importanti della vita non sono racchiuse nella tv o nei giochi....e la cosa più difficile non è lottare contro ciò che la tv può inculcargli...ma contro ciò che il resto dei bambini (non tutti ma troppi!!!) invece prende per buono!!! La lotta più difficile è quella contro l'adeguamento ai canoni generali...è quella di fargli capire che è dentro di lui che deve cercare cosa è giusto e non al di fuori, come invece accade speso...e non solo ai bambini!!!

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ciao nemmenosenza e benvenuto, provo a dire la mia su quanto detto...

L'esempio che tu fai del bambino tuo vicino di casa, secondo me è davvero emblematico dei giorni nostri...e sicuramente racchiude tutto ciò che io penso di questo discorso che in effetti è molto complesso e ha mille sfaccettature....si possono fare mille analisi senza mai arrivare a trovare una causa specifica...

Il punto infatti, secondo me, non è tanto l'oggetto televisione, o internet o playstation....ma quanto il fatto che i suoi genitori (che se vogliamo immaginare a occhio e croce sono cresciuti come te - e me- a giocare per strada) non trovano (e/o non lo vogliono fare) il tempo per giocare con lui, probabilmente nemmeno il nonno (come invece accadeva a te) ha più la stessa volontà dei nonni di una volta....e allora da cosa dipende??? I suoi nonni, i suoi genitori non sono cresciuti per strada????

Io credo che la società ormai è come anestetizzata....l'indifferenza può essere un meccanismo di difesa per non svegliarsi e rendersi conto che qualcosa non va....e che probabilmente continuando di questo passo le cose andranno sempre peggio...

Tu dici che la tv è una droga....e posso essere d'accordo....ma come ogni droga non è mai la causa del male di chi la usa ma solo un oggetto di sfogo....

Le cause io credo siano molteplici...mi pare difficile poter fare un elenco che possa essere realistico e forse non ha nememno tanta importanza rintracciarle quanto invece riuscire a comprendere cosa accade...dare una possibilità a questi bambini cresciuti a pane e playstation per capire che il mondo fantastico c'è solo nei giochi al pc ma che appena si spegna tutto, c'è la vita reale, fatta di difficoltà, violenza, paura, indifferenza, discriminazioni ecc. ecc. e che questi mostri non si combattono come i mostri dei videlogame....

Io non credo (per prendere un esempio dei tuoi) che l'anoressia sia causa delle modelle che le ragazze vedono in tv....quello può essere la causa scatenante.... ma io credo che qualcosa si è spezzato all'origine, nella famiglia di queste ragazze....l'idealizzazione del bello visto in tv, anche questo può sicuramente essere un motivo per cui si manifesta l'inadeguatezza di molti ragazzi ma non penso sia colpa della tv...chi non gli ha trasmetto i valori per cui vale ciò che sei e non ciò che appare???? Forse molte cose le hanno apprese dalla Tv, ma chi ha fatto in modo che la tv si sostituisse agli insegnamenti basilari dei genitori?

Ovviamente poi bisogna anche adeguarsi, non è che si può fare terrorismo sui figli e costringerli a non vedere tv e giocare con il fango, ma se i valori ci sono nietne o poco potrà influenzarli e comunque da adulti avranno la possibilità di discernere...

Anche io ho un figlio, di 5 anni, e credimi crescerlo con tutto ciò che si vede in giro non è facile....ne è influenzato e io non posso a volte non accondiscendere alle sue richieste...ma comunque cerco di essere presente....di fargli comprendere che le cose importanti della vita non sono racchiuse nella tv o nei giochi....e la cosa più difficile non è lottare contro ciò che la tv può inculcargli...ma contro ciò che il resto dei bambini (non tutti ma troppi!!!) invece prende per buono!!! La lotta più difficile è quella contro l'adeguamento ai canoni generali...è quella di fargli capire che è dentro di lui che deve cercare cosa è giusto e non al di fuori, come invece accade speso...e non solo ai bambini!!!

Ciao Digi.

Come tu dici, è del tutto inutile cercare di analizzare (anche perchè è impossibile, per analizzarle andrebbero prima individuate), le cause e le sfaccettature del problema discusso.

Da incompetente, in quanto non ho figli, voglio comunque provare a dirti quel che penso riguardo ai tuoi dubbi e paure su tuo figlio di 5 anni.

Io credo che sia del tutto inutile sforzarsi al fine di trovare il modo per insegnare a tuo figlio la strada da seguire. Prendendo per buono che il tuo ideale di questa sia quello giusto.

Secondo me, i figli, specialmente se piccoli, riconoscono nei genitori il modello da imitare, non in base a quello che i genitori dicono, negano, regalano, vietano.... ma solo in base a quanto i ganitori siano, come dire, sicuri di loro stessi.

E' a mio avviso un processo più istintivo, che valutato e ragionato.

Ad esempio, e ti prego di non prenderla come un' offesa, è solo un paragone per farti capire ciò che intendo dire.

In famiglia noi abbiamo un cane.

A volte questo cane lo portiamo a fare un giro nei dintorni di casa nostra.

Quando il cane esce con mia madre, prende e và, senza rendere conto, nè rispondere ad eventuali richiami.

Quando esce con me, il cane, prima di fare un passo, mi guarda, e mai si allontana in modo inopportuno.

Io ti assicuro che questo cane non l' ho mai picchiato, e voglio a lui più bene che a molte persone. Ma il cane, istintivamente, segue il modello forte, deciso, che, in questo caso, io sono. E non è paura. E' rispetto, adattato alla mente animale, ma rispetto.

Non ha quindi troppa importanza, per me, il modo, in cui tu cerchi di far seguire la tua 'fede' a tuo figlio, ma quanto tu effettivamente credi in questa 'fede'.

Tutte le parole che tu puoi dire a tuo figlio, saranno sempre un numero irrilevante rispetto a tutte quelle che tuo figlio sentirà in giro.

Così come in amore.

Una persona può farci la corte una vita intera ed essere disprezzata.

Un' altra può non considerarci nemmeno, ed essere il tutto per noi.

E' tutto una questione di istinto, fondamentalmente perchè non siamo altro che animali. Vestiti da dolce gabb.., ma solo animali.

E questo aspetto è ancora più presente nei bambini piccoli, che neppure conoscono dolce gabb...

Di nuovo chiedo scusa per l' esempio del cane, e se ciò che ho provato a dire è del tutto un opinione personale di nessuna rilevanza.

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Ho compreso l'esempio del cane, non preoccuaprti ma con i figli la cosa è un pò più complessa, premetto che condivido pienamente quello che tu dici, fa più l'esempio che ogni sorta di educazione forzata...infatti cerco di lavorare più su me stessa che su di lui....comunque sia, arriva sempre la necessità di dover però insegnargli delle cose o dirgli dei si o dei no e quindi dover scegliere...ed è uan cosa molto difficile...in quanto si cerca di fare il meglio senza sapere cosa lo è davvero!!!

Sicuramente la strada da seguire deve essere la sua e non la mia....più che "fede" parlerei proprio di modo di essere...inutile proiettare sui figli quel che vorremmo fossero o peggio avremmo voluto essere noi, quindi è giusto che trovi la sua strada ma la cosa che differenzia maggiormente il cresce un figlio dal crescere un animale è che i lcane in qualche modo è tuo, e lui ha bisogno di sentire il capobranco...peri figli il processo è molto più complicato perchè loro hanno si bisogno della guida ma anche dei loro spazi per poter esplorare e la parte difficile è proprio come riuscire a giostrarsi tra i loro leggittimi spazi e il nostro dovere di fargli da guida in questa difficile realtà che gli stiamo lasciando...

Mestiere difficile quello dei genitori....ma posso dire, avend ofatto entrambe le esperienze, che è ancor peggio quello dei figli!!!!

Ciao :):

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ciao nemmenosenza e benvenuto, provo a dire la mia su quanto detto...

L'esempio che tu fai del bambino tuo vicino di casa, secondo me è davvero emblematico dei giorni nostri...e sicuramente racchiude tutto ciò che io penso di questo discorso che in effetti è molto complesso e ha mille sfaccettature....si possono fare mille analisi senza mai arrivare a trovare una causa specifica...

Il punto infatti, secondo me, non è tanto l'oggetto televisione, o internet o playstation....ma quanto il fatto che i suoi genitori (che se vogliamo immaginare a occhio e croce sono cresciuti come te - e me- a giocare per strada) non trovano (e/o non lo vogliono fare) il tempo per giocare con lui, probabilmente nemmeno il nonno (come invece accadeva a te) ha più la stessa volontà dei nonni di una volta....e allora da cosa dipende??? I suoi nonni, i suoi genitori non sono cresciuti per strada????

Io credo che la società ormai è come anestetizzata....l'indifferenza può essere un meccanismo di difesa per non svegliarsi e rendersi conto che qualcosa non va....e che probabilmente continuando di questo passo le cose andranno sempre peggio...

Tu dici che la tv è una droga....e posso essere d'accordo....ma come ogni droga non è mai la causa del male di chi la usa ma solo un oggetto di sfogo....

Le cause io credo siano molteplici...mi pare difficile poter fare un elenco che possa essere realistico e forse non ha nememno tanta importanza rintracciarle quanto invece riuscire a comprendere cosa accade...dare una possibilità a questi bambini cresciuti a pane e playstation per capire che il mondo fantastico c'è solo nei giochi al pc ma che appena si spegna tutto, c'è la vita reale, fatta di difficoltà, violenza, paura, indifferenza, discriminazioni ecc. ecc. e che questi mostri non si combattono come i mostri dei videlogame....

Io non credo (per prendere un esempio dei tuoi) che l'anoressia sia causa delle modelle che le ragazze vedono in tv....quello può essere la causa scatenante.... ma io credo che qualcosa si è spezzato all'origine, nella famiglia di queste ragazze....l'idealizzazione del bello visto in tv, anche questo può sicuramente essere un motivo per cui si manifesta l'inadeguatezza di molti ragazzi ma non penso sia colpa della tv...chi non gli ha trasmetto i valori per cui vale ciò che sei e non ciò che appare???? Forse molte cose le hanno apprese dalla Tv, ma chi ha fatto in modo che la tv si sostituisse agli insegnamenti basilari dei genitori?

Ovviamente poi bisogna anche adeguarsi, non è che si può fare terrorismo sui figli e costringerli a non vedere tv e giocare con il fango, ma se i valori ci sono nietne o poco potrà influenzarli e comunque da adulti avranno la possibilità di discernere...

Anche io ho un figlio, di 5 anni, e credimi crescerlo con tutto ciò che si vede in giro non è facile....ne è influenzato e io non posso a volte non accondiscendere alle sue richieste...ma comunque cerco di essere presente....di fargli comprendere che le cose importanti della vita non sono racchiuse nella tv o nei giochi....e la cosa più difficile non è lottare contro ciò che la tv può inculcargli...ma contro ciò che il resto dei bambini (non tutti ma troppi!!!) invece prende per buono!!! La lotta più difficile è quella contro l'adeguamento ai canoni generali...è quella di fargli capire che è dentro di lui che deve cercare cosa è giusto e non al di fuori, come invece accade speso...e non solo ai bambini!!!

E la tv, prima o poi, per tutti, interrompe le trasmissioni. E dopo sono problemi.

Tutto ciò che la società dovrebbe fare per trovare una soluzione a buona parte dei casini che ci sono in giro attualmente, è semplicemente riprendere il contatto con la realtà.

Triste, misera, straziante, oppure piacevole e appagante, ma comunque la realtà.

Tutto il resto, che sia playst., che sia televis., che sia anche internet, stà portando a una situazione per cui tutti piangeremo (tranne chi ha finito le lacrime davanti ai film drammatici).

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E la tv, prima o poi, per tutti, interrompe le trasmissioni. E dopo sono problemi.

Tutto ciò che la società dovrebbe fare per trovare una soluzione a buona parte dei casini che ci sono in giro attualmente, è semplicemente riprendere il contatto con la realtà.

Triste, misera, straziante, oppure piacevole e appagante, ma comunque la realtà.

Tutto il resto, che sia playst., che sia televis., che sia anche internet, stà portando a una situazione per cui tutti piangeremo (tranne chi ha finito le lacrime davanti ai film drammatici).

Drammaticamente vero!

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Ho compreso l'esempio del cane, non preoccuaprti ma con i figli la cosa è un pò più complessa, premetto che condivido pienamente quello che tu dici, fa più l'esempio che ogni sorta di educazione forzata...infatti cerco di lavorare più su me stessa che su di lui....comunque sia, arriva sempre la necessità di dover però insegnargli delle cose o dirgli dei si o dei no e quindi dover scegliere...ed è uan cosa molto difficile...in quanto si cerca di fare il meglio senza sapere cosa lo è davvero!!!

Sicuramente la strada da seguire deve essere la sua e non la mia....più che "fede" parlerei proprio di modo di essere...inutile proiettare sui figli quel che vorremmo fossero o peggio avremmo voluto essere noi, quindi è giusto che trovi la sua strada ma la cosa che differenzia maggiormente il cresce un figlio dal crescere un animale è che i lcane in qualche modo è tuo, e lui ha bisogno di sentire il capobranco...peri figli il processo è molto più complicato perchè loro hanno si bisogno della guida ma anche dei loro spazi per poter esplorare e la parte difficile è proprio come riuscire a giostrarsi tra i loro leggittimi spazi e il nostro dovere di fargli da guida in questa difficile realtà che gli stiamo lasciando...

Mestiere difficile quello dei genitori....ma posso dire, avend ofatto entrambe le esperienze, che è ancor peggio quello dei figli!!!!

Ciao :):

Anch' io, come più o meno tutti, ho fatto l' esperienza di essere figlio.

E in questo caso con competenza, un consiglio mi sento di poterlo dare.

Fai sempre parlare il più possibile tuo figlio, al limite anche senza dargli consigli riguardo a quello che lui dice, ma fallo parlare.

Se una persona sà ascoltare, penso in particolar modo una madre se è il figlio che parla, le parole dicono molto di più del significato riportato sul vocabolario.

Ed inoltre, più una persona sà di te, più sei portato a farla sapere.

Il silenzio porta solo silenzio.

La realtà che lui si troverà a vivere, come tu dici giustamente, sarà solo sua. Quello che tu puoi fare, è vivere con lui questa realtà.

Per quanto mi riguarda, nel difficile e poco appagante rapporto che ho avuto con i miei genitori, non sono stati determinanti i sì ed i no, i divieti o le concessioni.

Purtroppo loro non sono mai stati una 'presenza' per me.

Mi hanno dato tutto e permesso di vivere fino ad oggi, ma i problemi che ho avuto, non li ho mai potuti affrontare con loro, che al massimo pagavano chi mi doveva aiutare.

E poi ho fatto naturalmente la mia strada, ma loro non erano con me sul cammino.

La parola chiave, secondo me, nel rapporto gen/figli, è proprio presenza.

Un genitore, con cui affrontare, oppure un genitore da affrontare.

E il mondo su cui i bambini di oggi muovono i primi passi incerti, è purtroppo un mondo pieno di buche.

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Anch' io, come più o meno tutti, ho fatto l' esperienza di essere figlio.

E in questo caso con competenza, un consiglio mi sento di poterlo dare.

Fai sempre parlare il più possibile tuo figlio, al limite anche senza dargli consigli riguardo a quello che lui dice, ma fallo parlare.

Se una persona sà ascoltare, penso in particolar modo una madre se è il figlio che parla, le parole dicono molto di più del significato riportato sul vocabolario.

Ed inoltre, più una persona sà di te, più sei portato a farla sapere.

Il silenzio porta solo silenzio.

La realtà che lui si troverà a vivere, come tu dici giustamente, sarà solo sua. Quello che tu puoi fare, è vivere con lui questa realtà.

Per quanto mi riguarda, nel difficile e poco appagante rapporto che ho avuto con i miei genitori, non sono stati determinanti i sì ed i no, i divieti o le concessioni.

Purtroppo loro non sono mai stati una 'presenza' per me.

Mi hanno dato tutto e permesso di vivere fino ad oggi, ma i problemi che ho avuto, non li ho mai potuti affrontare con loro, che al massimo pagavano chi mi doveva aiutare.

E poi ho fatto naturalmente la mia strada, ma loro non erano con me sul cammino.

La parola chiave, secondo me, nel rapporto gen/figli, è proprio presenza.

Un genitore, con cui affrontare, oppure un genitore da affrontare.

E il mondo su cui i bambini di oggi muovono i primi passi incerti, è purtroppo un mondo pieno di buche.

Meglio dei genitori troppo ingombranti, severi, pignoli ecc. ma "presenti" che dei genitori "assenti"!!!! Anche la mia esperienza di figlia è stata di "indifferenza"...e molto spesso se non si è consapevoli di questo si tende a trasmettere ai propri figli esattamente ciò che si è ricevuto...

(forse siamo Ot o forse no)

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E la tv, prima o poi, per tutti, interrompe le trasmissioni. E dopo sono problemi.

Tutto ciò che la società dovrebbe fare per trovare una soluzione a buona parte dei casini che ci sono in giro attualmente, è semplicemente riprendere il contatto con la realtà.

Triste, misera, straziante, oppure piacevole e appagante, ma comunque la realtà.

Tutto il resto, che sia playst., che sia televis., che sia anche internet, stà portando a una situazione per cui tutti piangeremo (tranne chi ha finito le lacrime davanti ai film drammatici).

la penso anche io cosi'

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  • 2 weeks later...

ogni generazione si e' creduto che la gioventu' fosse sballata ma c'e' sempre

stata gente che faranno la differenza.

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