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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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io credo che riuscire ad entrare in contatto con emozioni profonde come quella di abbandono attraverso delle storie (film, cronaca o altro) sia una grande conquista. per me vuol dire aver recuperato quei dolori che nel passato nessuno ha condiviso con noi.

oggi siamo persone adulte con molti più strumenti di allora e a volte è come tornare indietro e rivivere con quelle bambine il loro grande dolore.

il senso di abbandono io lo conosco molto bene. quando avevo 6 anni i miei genitori mi lasciarono per 4/5 giorni da sola da amici partendo con mia sorella per un posto a 500 km perchè mio nonno stava morendo. questo episodio è emerso praticamente all'inizio della mia terapia e io non facevo altro che pensare che mi aveva segnata. il mio psicoterapeuta mi fece però notare che un singolo episodio può avere conseguenze relative.

ma io non ero pronta. col tempo ho ricostruito la mia storia e ho capito che il vero abbandono era stato prima. rimasta da sola lontano dalla mia famiglia non riuscivo a dire al telefono a mia mamma che volevo tornasse a prendermi, era lì il vero segno di qualcosa che non aveva funzionato.

un bambino che è sicuro dell'amore dei propri genitori è in grado di chiedere aiuto quando si sente abbandonato.

un bambino che conosce la non accettazione delle sue parti negative tenderà a nascondere le proprie emozioni e i prori sentimenti.

quello è il vero abbandono secondo me... sentirsi soli con emozioni che gli adulti non vogliono condividere e accettare (dalla rabbia alla paura e molte altre).

certo pensare che i propri genitori hanno sbagliato in un singolo episodio è molto più tranquillizzante di pensare che si è cresiuti in un'ambiente non accogliente e che il pane quotidiano era il chiedere di essere qualcosa che non si era.

accattare la verità com è stata è chiaramente dolore e dolore vero e profondo.

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quello è il vero abbandono secondo me... sentirsi soli con emozioni che gli adulti non vogliono condividere e accettare (dalla rabbia alla paura e molte altre).

Così è stato per me. Non sono stata abbandonata concretamente, ma sul piano delle emozioni e dei sentimenti. Mia madre c'era sempre, la sua ombra era costantemente su di me. Dovevo avere sempre le cose più buone da mangiare (finirle tutte anche quando non mi andava perché dovevo crescere bene), essere adeguatamente vestita (tanto da non poter correre e giocare perché gli abiti o erano troppi o erano scomodi), misurare la febbre 20 volte al giorno quando stavo male (infatti ora non sono più capace di farlo, quando sento che dovrei prendere una tachipirina cerco di indovinare se è il caso perché non riesco proprio a usare un termometro). Se avevo paura di qualcosa non potevo dirlo perché mia madre era lei a terrorizzarsi, se mi sentivo male ovviamente tentavo di nasconderlo per quanto possibile, se provavo un sentimento di gioia o di allegria dovevo nascondere anche quello perché sicuramente dietro veniva scovato qualcosa di controproducente. Forse sarebbe stato meglio essere abbandonata sola nel deserto. E' quella bambina che ora è angosciata che la propria psi la lasci sola. Una psi che accoglie e contiene tutte le paure, le ansie, le angoscie. Una persona con la quale quella bambina non è costretta a fingere. Spero di avere il tempo sufficiente per poter elaborare e analizzare tutti gli abbandoni che ho subìto. Se perdo anche lei non so cosa farò

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uguale per me...l'abbandono è metaforico...Ci hanno abbandonate nel momento in cu inon ci hanno "accolte" per come eravamo!!!

voi cosa provate nei confronti delle vostre madri (o genitori) per questa "mancanza"?

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io sono piuttosto confusa ancora su questa cosa...

i miei sentimenti sono diversi se riferiti ai miei genitori di adesso rispetto a quelli che mi porto dentro dall'infanzia, sono due cose distinte.

rispetto ai genitori di ora mi sento piuttosto distante, li trovo persone così confuse e incapaci di vivere nel mondo con vera cognizione. non li vedo come punti di riferimento e devo dire che l'affetto è misto anche a distanza, indifferenza. ma questo non è nient'altro che il risultato di un rapporto costruito senza vera condivisione, comunanza di interessi.

rispetto ai genitori del passato... quelli che sono stati, che sono ancora dentro di me... beh, quelli non mi piacciono proprio. mi fanno ancora rabbia e continuo a soffrire per come si sono comportati con me. li trovo rabbiosi, incapaci di starmi accanto e questo mi fa ancora molto soffrire. li ritengo dei genitori che mi hanno ferito e anche chiusi nel loro mondo di dolore dove hanno provato a portare anche me.

certo provare questo per i propri genitori fa sentire aridi e incapaci di amare... e fa male anche questo.

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Credo che un certo distacco invece sia matuo, tu li vedi per quello che sono...diverso è continuare a vederli ancora con gli occhi da bambina...insomma almeno per te è metà e metà..la mia bilancia invece tende quasi completamente verso i sentiment idi bambina...non tanto rabbia, che magari è già un passettino avanti...ma ancora "ricerca" e rassegazione...

l'unica cosa che riesco a fare peri lmomoento è rendermene conto e evitare i comprotamenti più deleteri ma ancora non è nulla di così spontaneo...

so anche bene che dovrei allontanarmi da loro, non nel senso materiale, almeno non totalmente, forse all'inizio mi farebbe bene anche questo...ho bisogno di vedere le cose con più chiarezza e questo non lo posso fare se sono ancora vivi e presenti dentro di me come quando ero bambina!

Non è che si deve amare per forza i propri genitori, almeno non nel modo in cui si pensa...io credo che non riuscirò per esempio mai ad amare totalmente mia madre, non me lo ha trasmetto proprio lei, come faccio io a cercare questo sentimento per lei, se nemmeno lei si sforza di trovarlo per me?

diciamo che sono cosciente che se mi hanno fatto del male non è stato di proposito, questo no, so che a modo loro mi vogliono bene....e quindi io gliene voglio a modo mio!

Comunque è più riferito a mia madre, con mio padre il problema è opposto devo ridimensionare l'amore che ho per lui...e forse questo è più facile...che smettere di cercare amore (impossibile) da mia madre...

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forse anche accettare di sentire ciò che si sente verso i propri genitori è un modo per stare accanto a quelle bambine che siamo state e che ci portiamo dentro.

i sentimenti verso di loro col tempo avranno diverse evoluzioni ma essere pronte ad accettare che possiamo anche non amarli alla follia ma criticarli e che so volerli diversi o continuare a cercare il loro affetto accettando di non trovarlo come vorremmo... ecco questo significa proprio aver trovato in noi stessi quei genitori accoglienti che magari ci sono mancati, vale a dire lasciarci la possibilità di vivere i sentimenti per quello che sono, quella possibilità che nell'infanzia non ci è stata concessa.

in effetti ora che ci penso la fase che ho avuto di rabbia verso di loro, fatta di rimproveri, discussioni, cose rinfacciate forse è stato proprio il portare fuori ciò che da piccola provavo ma che non avevo la possibilità di esprimere perchè troppo spaventata dall'idea di perderli. così come il chiedergli aiuto e pretendere la loro presenza in certe situazioni era proprio quella bambina che a suo tempo non era riuscita a chiedere dominata dalla paura di non essere amata se non sicura, buona, disponibile.

grazie digi79, mi hai dato uno spunto molto interessante per rileggere certi comportamenti venuti fuori nel corso della terapia! ;-)

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forse anche accettare di sentire ciò che si sente verso i propri genitori è un modo per stare accanto a quelle bambine che siamo state e che ci portiamo dentro.

i sentimenti verso di loro col tempo avranno diverse evoluzioni ma essere pronte ad accettare che possiamo anche non amarli alla follia ma criticarli e che so volerli diversi o continuare a cercare il loro affetto accettando di non trovarlo come vorremmo... ecco questo significa proprio aver trovato in noi stessi quei genitori accoglienti che magari ci sono mancati, vale a dire lasciarci la possibilità di vivere i sentimenti per quello che sono, quella possibilità che nell'infanzia non ci è stata concessa.

in effetti ora che ci penso la fase che ho avuto di rabbia verso di loro, fatta di rimproveri, discussioni, cose rinfacciate forse è stato proprio il portare fuori ciò che da piccola provavo ma che non avevo la possibilità di esprimere perchè troppo spaventata dall'idea di perderli. così come il chiedergli aiuto e pretendere la loro presenza in certe situazioni era proprio quella bambina che a suo tempo non era riuscita a chiedere dominata dalla paura di non essere amata se non sicura, buona, disponibile.

grazie digi79, mi hai dato uno spunto molto interessante per rileggere certi comportamenti venuti fuori nel corso della terapia! ;-)

Certo riuscire ad accettarlo sarebbe una bunissima maniera x stare accanto alle bambine che eravamo.... Ma io non ci riesco ancora...Ieri ho avuto una seduta che si è protratta x quasi 2 ore...abbiamo parlato ancora del rapporto con mia madre, e del rapporto che ho io con il mondo femminile, cosa che dovremmo analizzare in maniera più approfondita la prossima volta. La settimana passata, è stata abbastanza pesante, mi sembrava di essere tornata a come ero un anno fa... Nel senso che non avevo voglia di far nulla ne di uscire ne di preparare le cose più banali, ascoltavo musica, pensavo e ripensavo a mio padre , alla malattia di mio figlio a quanto a sofferto...a me da piccola.... ne ho parlato ieri in seduta, e dopo tutto sommato mi sentivo meglio....Vorrei riuscire a vivere i sentimenti x quello che sono, e mi fa una rabbia non riuscirci, vorrei altro anche oggi che sono adulta vorrei poter ritrovare la "famigliarità" che non ho mai avuto con mia madre, mi manca la complicità la confidenza e sono consapevole che sono cose che non arriveranno mai, anche perchè adesso io mi sono troppo irrigidita nei suoi confronti, e quindi non sono più pronta ad accoglierli....Vi abbraccio :abbr::3_4:

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Mamma mia, stava passando quasi un mese dalle domande a cui volevo rispondere :(:

E prima ho voluto leggere tutto ciò che avete scritto successivamente....ora sono stanca :(:

Molto interessanti i discorsi sulla percezione delle bambine che siamo state e sul come si vive il rapporto con i genitori.

Brevemente, io la bambina la sento, eccome! proprio ultimamente mi è capitato di farmi un pianto in cui mi immedesimavo completamente in un bambino che si sente solo e mi sembrava che il mio petto sussultasse per i singhiozzi proprio come quello di un bambino....cioè, non so se riesco a spiegarmi, il pianto del bambino è più sciolto perchè non è frenato, non è "mediato" come può esserlo quello di un adulto che anche quando è solo può essere portato a limitare il proprio pianto.

Quando poi parlavate dei film e delle emozioni che provocano.....beh, io mi ricordo di un film di Spielberg, non ricordo il titolo, dove il bambino protagonista s'immerge sott'acqua e si ritrova davanti alla statua della Madonna e invoca la madre (che non aveva, mi pare), una scena strappabudella e ho odiato Spielberg (non ricordo perchè ma giudicavo il film pessimista o qualcosa del genere) perchè mi sentivo violata, perchè lui faceva leva in maniera opportunista su un sentimento ancestrale. In totale contrapposizione mi viene in mente un'altro film, Vai e vivrai, dove il protagonista cerca la madre e alla fine......non ve lo racconto....l'emozione è indicibile ed è tutta positiva!!!

Ora dirò una cosa in tono un po' strano forse, però lo sento proprio.

Riflettendo su quel film, penso che la Madre ci cerca e noi cerchiamo Lei e finchè non ci ritroviamo non saremo veramente sereni.

Riguardo i miei genitori reali provo sentimenti laceranti.. provo grade affetto e stima per i loro lati positivi, poi mi fanno tenerezza e pena per le loro nevrosi che li rendono fondamentelmente problematici e infelici. E contemporaneamente vedo la loro terribile distruttività, quella passata e quella presente, perchè sono ancora nelle condizioni di creare grandi danni a noi figli, danni reali, pratici, non solo psicologici.....e per questo nutro una grandissima rabbia e senso d'impotenza. Ci ho provato a cambiare qualcosa ma su certi fronti è come combattere contro imulini avento, se insisti sei tu che sbagli perchè non vuoi realizzare che un certo tipo di follia è talmente strutturale in alcune persone che ne andrebbe della loro esistenza se provassero a cambiare.

Ora provo a rispondere a Juditta (meglio tardi che mai :Batting Eyelashes: )

quello che viene in mente a me come spunto è di chiederti innanzitutto perchè non senti il suo affetto. non lo senti perchè non c'è o non lo senti perchè non è espresso come tu vorresti? e se fosse così (ad esempio) è giusto insistere per ottenere le risposte che vogliamo oppure è un nostro problema quello di non sentire l'affetto espresso in un modo diverso dal nostro schema? questa è una domanda apertissima anche per me, ad esempio. E'anche una domanda a trabocchetto perchè è anche possibilissimo che non si senta un affetto perchè non c'è. punto.

tornando a te, è anche interessante che tu voglia sapere PERCHE' non ti vuole bene (nel caso fosse così).

ma in questo caso mi chiedo: è una domanda che si può fare? c'è una risposta a una domanda del genere? tu sapresti rispondere a chi te lo chiedesse? e anche: dobbiamo per forza essere amati da tutti? (anche se nel rapporto terapeutico questa aspettativa è molto normale e lecita, direi... la mia domanda è più "generica")

e senza estremizzare, mettiamo che tu non senti il suo amore perchè prova un affetto ma non violento, un bene e un affetto più placido (io credo che tutti i terapeuti provino affetto per i pazienti dopo lungo tempo)... questo per te sarebbe un problema? riesci ad accettare un affetto meno intenso di quello che vorresti lui provasse per te?

con tutte ste domande non vorrei sembrare ego (:He He:). rispondi solo se ti va, sono spunti di riflessione, perchè, appunto, molte di queste questioni sono "temi caldi" pure per me...

Dunque......

Non dobbiamo per forza essere amati da tutti, sarebbe un'utopia, anzi mi sembra una proiezione sul mondo di un desiderio "arcaico" di unione col cosmo....non so se mi spiego :Just Kidding:

Insomma una cosa bella ma simbolica che non va cercata nella realtà.

Personalmente a me non interessa, vorrei piuttosto riconoscermi in un gruppo anche ristretto di miei simili, mi accontenterei di una discreta rete di affetti SANI.

Riporto una cosa che ha scritto Diotima:

........ Nell'approccio sistemico - relazionale il/la terapeuta è proprio parte attiva nella relazione con il/la paziente.

Ecco, a me sta cosa della parte attiva mi piace assai!

Judi, centri il bersaglio quando mi chiedi se riuscirei ad accettare un affetto meno intenso di quello che desidero. Io la penso come te, Ric, come qualsiasi altro analista, dovrebbe essere una pietra per non provare un minimo di affetto per me dopo un anno e mezzo.

è vero, io vorrei confrontarmi proprio su questo, ma non posso perchè non so se lui prova poco affetto oppure ne prova molto e non lo mostra.

Dopo tutte le mie lamentele nelle ultime sedute, Ric mi ha chiesto come e perchè riuscivo a sentire l'affetto di Enzo (i miei genitori e mio marito sono stati scartati immediatamente :He He: ) e in quest'ultima seduta ho dato sfogo ai ricordi di una miriade di piccoli e grandi gesti che hanno reso possibile che Enzo diventasse parte della mia struttura psichica quasi alla stregua dei miei genitori riuscendo in parte a colmare quell'immenso buco nero che mi abita.

Gli ho fatto presente che mi rendo benissimo conto che il nostro rapporto è stato decisamente fuori dall'ordinario ed è per questo che ho portato anche alcuni esempi di altri analisti (uno a caso: quello di Juditta :Just Kidding: ) che toccano con naturalezza i propri pazienti, dialogano direttamente.

Per come sono di carattere preferirei situazioni come quelle di Judi e Frogga, che poi assomigliano a quella che avevo con Enzo, la realzione è diretta e ci si scazza pure. Non disdegno certi lati positivi del rapporto "rarefatto" con Ric......però mo' basta, lo voglio vedere di più e se non lo fa gli romperò le scatole a vita!

So che dovrei rispondere in modo più completo però sono davvero stanca, vi lascio con una bella scena:

Quando è finita questa seduta fatta di bei ricordi e di sogni attuali impastati prevalentemente di rifiuti di vario tipo, me ne sono andata in bagno a riordinarmi e a far pipì....nonostante i pianti a profusione, manco un cammello c'ha le mie riserve!!!

Dopo, diversamente dal solito dove lui aspetta buono buono vicino alla porta d'ingresso che io mi rivesta con i miei tempi nello studio, è rimasto nella stanza con me e mi ha guardato per tutto il tempo necessario a mettermi cappotto sciarpa cappello (sono freddolosa :pardon:).

Io l'ho sempre preso in giro per il fatto che a fine seduta sgattaiolava di corsa vicino alla porta (anche se in fondo andrebbe vista come una forma di cortesia e discrezione.....ma io voglio la PRESENZA!) e questa volta ha voluto esaudire il mio desiderio.

Non so, può darsi che io ingigantisca le cose, ma era proprio un bello sguardo, molto intenso, al punto che ho espresso immediatamente la mia gratitudine per quello sguardo. Un "piccolo" gesto che messo insieme ad altri potrebbe costituire quell'affetto che io desidero da lui.

p.s: vorrei rispondere brevemente anche a qualche altro post

in verità io ho avuto bisogno che donna bettina mi dicesse di volermi bene e anche lì poi non ci ho creduto fino in fondo, ma io non le ho mai chiesto se mi volesse bene, non avrei sopportato un no come risposta e poi, per come sono fatta io, un "ti voglio bene" detto non spontaneamente non ha nessun valore

mi domando anche io zazà come mai hai bisogno che ti dica che ti voglia bene , come mai non senti il suo affetto (ammesso che ci sia). e nel caso non ti volesse bene, come potrebbe fare a spiegartene il motivo ? come si fa a capire perchè non si vuole a una persona ? perchè lo vuoi mettere con le spalle al muro e farti dire "si" o "no".

cosa vuoi realmente ?

scusa , sono più che domande, spunti di riflessione, se vuoi rispondimi pure di farmi gli affaracci miei !! :p:

Voglio la realtà e la verità, qualunque essa sia, anche se fa male. Mettermi alla prova e scatenare la reazione dell'altro.

..........

Solo non cpaisco perchè s'arrabbiano i vostri psi? siete sicuri siano arrabbiati o siete voi che li percepite così? Io non mi sentirei accettata se la psi si arrabbiasse....boh..sto concetto non mi è chiaro...

Credo che dipenda dal livello di confidenza e da come si imposta la relazione. Con Ric, razionalità a parte, penso che se si arrabbiasse anch'io lo percepirei (si dice così?? ...sto fondendo) irrazionalmente come un rifiuto. Ma se sei in maggiore confidenza e di base sai che ti vuole bene, tutto questo protegge la relazione, e quindi diventa una discussione, accesa, che può creare distanza...ma di vedute, non di affetto. Certe volte Enzo mi ha fatto una pezza ma non provavo quel senso di rifiuto totale, non potevo dimenticare i riconoscimenti precedenti.

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In questo momento ho la netta sensazione che alla mia psi non importi proprio nulla di me. Per lei sono lavoro e basta. Tutto questo mi fa a brandelli

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Ora provo a rispondere a Juditta (meglio tardi che mai :Batting Eyelashes: )

Dunque......

Non dobbiamo per forza essere amati da tutti, sarebbe un'utopia, anzi mi sembra una proiezione sul mondo di un desiderio "arcaico" di unione col cosmo....non so se mi spiego :Just Kidding:

Insomma una cosa bella ma simbolica che non va cercata nella realtà.

Personalmente a me non interessa, vorrei piuttosto riconoscermi in un gruppo anche ristretto di miei simili, mi accontenterei di una discreta rete di affetti SANI.

Riporto una cosa che ha scritto Diotima:

Ecco, a me sta cosa della parte attiva mi piace assai!

Judi, centri il bersaglio quando mi chiedi se riuscirei ad accettare un affetto meno intenso di quello che desidero. Io la penso come te, Ric, come qualsiasi altro analista, dovrebbe essere una pietra per non provare un minimo di affetto per me dopo un anno e mezzo.

è vero, io vorrei confrontarmi proprio su questo, ma non posso perchè non so se lui prova poco affetto oppure ne prova molto e non lo mostra.

Dopo tutte le mie lamentele nelle ultime sedute, Ric mi ha chiesto come e perchè riuscivo a sentire l'affetto di Enzo (i miei genitori e mio marito sono stati scartati immediatamente :He He: ) e in quest'ultima seduta ho dato sfogo ai ricordi di una miriade di piccoli e grandi gesti che hanno reso possibile che Enzo diventasse parte della mia struttura psichica quasi alla stregua dei miei genitori riuscendo in parte a colmare quell'immenso buco nero che mi abita.

Gli ho fatto presente che mi rendo benissimo conto che il nostro rapporto è stato decisamente fuori dall'ordinario ed è per questo che ho portato anche alcuni esempi di altri analisti (uno a caso: quello di Juditta :Just Kidding: ) che toccano con naturalezza i propri pazienti, dialogano direttamente.

Per come sono di carattere preferirei situazioni come quelle di Judi e Frogga, che poi assomigliano a quella che avevo con Enzo, la realzione è diretta e ci si scazza pure. Non disdegno certi lati positivi del rapporto "rarefatto" con Ric......però mo' basta, lo voglio vedere di più e se non lo fa gli romperò le scatole a vita!

So che dovrei rispondere in modo più completo però sono davvero stanca, vi lascio con una bella scena:

Quando è finita questa seduta fatta di bei ricordi e di sogni attuali impastati prevalentemente di rifiuti di vario tipo, me ne sono andata in bagno a riordinarmi e a far pipì....nonostante i pianti a profusione, manco un cammello c'ha le mie riserve!!!

Dopo, diversamente dal solito dove lui aspetta buono buono vicino alla porta d'ingresso che io mi rivesta con i miei tempi nello studio, è rimasto nella stanza con me e mi ha guardato per tutto il tempo necessario a mettermi cappotto sciarpa cappello (sono freddolosa :pardon:).

Io l'ho sempre preso in giro per il fatto che a fine seduta sgattaiolava di corsa vicino alla porta (anche se in fondo andrebbe vista come una forma di cortesia e discrezione.....ma io voglio la PRESENZA!) e questa volta ha voluto esaudire il mio desiderio.

Non so, può darsi che io ingigantisca le cose, ma era proprio un bello sguardo, molto intenso, al punto che ho espresso immediatamente la mia gratitudine per quello sguardo. Un "piccolo" gesto che messo insieme ad altri potrebbe costituire quell'affetto che io desidero da lui.

eccomi qua zazà! :D:

allora... io capisco perfettamente quello che intendi, e posso condividerlo anche... o perlomeno posso dire che io mi trovo bene con l'approccio del mio psi, ma che è un po' un caso, io non sapevo nulla degli orientamenti, casualmente sono incappata in uno psi "sistemico-relazionale" e credo che sia un approccio molto adatto a me.

ma è un caso, appunto... credo che se fossi incappata in un analista mi sarei adattata a quell'approccio, forse avrebbe mosso altre corde, e avuto efficacia lo stesso... questo non lo posso dire, che mi sarei adattata sono abbastanza sicura.

ora la mia posizione è diversa, dopo questa esperienza con giovanni immagino faticherei a ritrovarmi in un setting analitico... un po' quello che sta succedendo a te, che prima hai avuto una lunga esperienza con Enzo, che era si un analista, ma molto sui generis, e questo lo sai bene anche tu.

la sensazione che ho io adesso leggendoti, è che tu adesso stia un po' lottando coi mulini a vento, nel senso che vorresti trasformare Ric, portarlo a manifestare il suo affetto come fece Enzo e come magari farebbe un terapeuta di un altro approccio... il problema è che dubito ci riuscirai. tu hai a che fare un analista non giovane che ha una lunga carriera impostata su quel metodo terapeutico. dubito che lo abbandonerà, anche se tu dovessi pressarlo all'infinito. al massimo umanamente ti verrà incontro con piccoli gesti come sta facendo, ma non di più... coerentemente col suo approccio lui ributta tutta la questione su di te, sul perchè non senti il suo affetto, sul perchè per te è importante... tutti spunti per parlare di te, non per modificare il suo modo di condurre l'analisi.

a questo punto io però mi chiedo che senso abbia pensare di fare un analisi col chiodo fisso che insisterai finchè lo convincerai... è questo lo scopo della tua analisi? far cambiare approccio terapeutico al tuo analista? perchè se davvero ti rendessi conto che è questo il tuo obiettivo, e che alla fine tutti i suoi tentativi di utilizzare la tua insistenza a scopi analitici sono vani... forse dovresti seriemente prendere in considerazione l'idea di cercare un terapeuta con un altro approccio, un sistemico/relazionale per dire... così saresti sicura che il terapeuta non rifuggerebbe il rapporto con te e a quel punto ti potresti concentrare su di te.

è un'idea la mia, ovviamente non sono nella posizione per dare un consiglio di questo tipo. hai molta più esperienza di terapia tu di me...

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Credo che dipenda dal livello di confidenza e da come si imposta la relazione. Con Ric, razionalità a parte, penso che se si arrabbiasse anch'io lo percepirei (si dice così?? ...sto fondendo) irrazionalmente come un rifiuto. Ma se sei in maggiore confidenza e di base sai che ti vuole bene, tutto questo protegge la relazione, e quindi diventa una discussione, accesa, che può creare distanza...ma di vedute, non di affetto. Certe volte Enzo mi ha fatto una pezza ma non provavo quel senso di rifiuto totale, non potevo dimenticare i riconoscimenti precedenti.

questo lo posso confermare... recentemente, come ho accennato, c'è stata un po' di maretta. una seduta difficile nella quale ho sentito giovanni "arrabbiato", molto duro ...che poi non vi immaginate un'arrabbiatura nel senso che mi urlava dietro, si tratta di qualcosa di più sfumato ma incisivo...infatti non ho dormito la notte! :o:

diciamo che ho seriamente temuto che volesse chiudere la terapia.

poi la seduta successiva abbiamo parlato e molto umilmente ha ammesso di aver sbagliato e di aver riversato su di me la tensione di una giornata molto brutta. credo che questi episodi siano più facilmente superabili quando c'è un rapporto di confidenza, sicuramente è più probabile che succedano proprio perchè la terapia è impostata sulla relazione e nella relazione tra due esseri umani ci sta pure la giornata storta e lo scazzo... forse una situazione del genere in un rapporto analitico distaccato farebbe più danni...

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ciao zazà, piacere di rileggerti !!

Voglio la realtà e la verità, qualunque essa sia, anche se fa male. Mettermi alla prova e scatenare la reazione dell'altro.

in realtà si tratta di 2 cose diverse e slegate

da una parte dici che vuoi la verità, ma dall'altra ti metti in competizione con lo psi, vuoi scatenare la sua reazione, lo vuoi cambiare, cambiare la sua modalità, il suo approccio, il suo essere

perchè è così importante per te scatenare una sua reazione emotiva , farlo andrae fuopri dai suoi soliti binari ?

capisco che eri abituata con Enzo che era completamente diverso, ma secondo me non è solo questo il motivo

è come se tu dovessi misurare la tua forza e dimostrare che sei più forte di lui....

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In questo momento ho la netta sensazione che alla mia psi non importi proprio nulla di me. Per lei sono lavoro e basta. Tutto questo mi fa a brandelli

corsi e ricorsi storici, ti capisco, ma non credo siamo solo lavoro

certo siamo lavoro, ma questo non significa che loro non provino sentimenti reali nei nostri confronti..... o almeno mi illudo sia così !! :p:

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...............

la sensazione che ho io adesso leggendoti, è che tu adesso stia un po' lottando coi mulini a vento, nel senso che vorresti trasformare Ric, portarlo a manifestare il suo affetto come fece Enzo e come magari farebbe un terapeuta di un altro approccio... il problema è che dubito ci riuscirai. tu hai a che fare un analista non giovane che ha una lunga carriera impostata su quel metodo terapeutico. dubito che lo abbandonerà, anche se tu dovessi pressarlo all'infinito. al massimo umanamente ti verrà incontro con piccoli gesti come sta facendo, ma non di più... coerentemente col suo approccio lui ributta tutta la questione su di te, sul perchè non senti il suo affetto, sul perchè per te è importante... tutti spunti per parlare di te, non per modificare il suo modo di condurre l'analisi.

a questo punto io però mi chiedo che senso abbia pensare di fare un analisi col chiodo fisso che insisterai finchè lo convincerai... è questo lo scopo della tua analisi? far cambiare approccio terapeutico al tuo analista? ..............

in realtà si tratta di 2 cose diverse e slegate

da una parte dici che vuoi la verità, ma dall'altra ti metti in competizione con lo psi, vuoi scatenare la sua reazione, lo vuoi cambiare, cambiare la sua modalità, il suo approccio, il suo essere

perchè è così importante per te scatenare una sua reazione emotiva , farlo andrae fuopri dai suoi soliti binari ?

capisco che eri abituata con Enzo che era completamente diverso, ma secondo me non è solo questo il motivo

è come se tu dovessi misurare la tua forza e dimostrare che sei più forte di lui....

Io penso che ci si può incontrare a metà strada (qualche progresso lo abbiamo fatto), volevo dire una cosa semplice semplice, ma evidentemente non ci riesco perché sono complicata :pardon:

Non mi va più di sentire quel senso di rifiuto che emerge a fasi alternate e voglio sentire affetto!

L'analisi va avanti comunque, non voglio cambiare lui ma non capisco perché dovrei cambiare me stessa perché in certe mie richieste non ci vedo nulla di nevrotico. Sono altri gli aspetti di me che vorrei migliorare.

Frogga, più che mettermi in competizione, io lo vorrei "conquistare"......e poi noi cosa ne sappiamo davvero di quali sono i suoi soliti binari? :Raised Eyebrow:

E poi ricordate:

l'amore non è bello se non è friccicarello :He He::Just Kidding:

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In questo momento ho la netta sensazione che alla mia psi non importi proprio nulla di me. Per lei sono lavoro e basta. Tutto questo mi fa a brandelli

Quando ti vengono in mente queste negatività, vatti a rileggere ciò che di buono hai scritto su di lei. La memoria delle sensazioni belle aiuta a rimettere le cose in equilibrio. Non crogiolarti nel dolore.

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Quando ti vengono in mente queste negatività, vatti a rileggere ciò che di buono hai scritto su di lei. La memoria delle sensazioni belle aiuta a rimettere le cose in equilibrio. Non crogiolarti nel dolore.

Sono una maestra del "crogiolamento"..... mi sembra di essere la strega bacheca che rimesta nel pentolone con la ramazza... se almeno finissi bollita e fine :deadtired:

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Io penso che ci si può incontrare a metà strada (qualche progresso lo abbiamo fatto), volevo dire una cosa semplice semplice, ma evidentemente non ci riesco perché sono complicata :pardon:

Non mi va più di sentire quel senso di rifiuto che emerge a fasi alternate e voglio sentire affetto!

L'analisi va avanti comunque, non voglio cambiare lui ma non capisco perché dovrei cambiare me stessa perché in certe mie richieste non ci vedo nulla di nevrotico. Sono altri gli aspetti di me che vorrei migliorare.

Frogga, più che mettermi in competizione, io lo vorrei "conquistare"......e poi noi cosa ne sappiamo davvero di quali sono i suoi soliti binari? :Raised Eyebrow:

E poi ricordate:

l'amore non è bello se non è friccicarello :He He::Just Kidding:

e se invece il punto fosse proprio riuscire a superare questa sensazione di rifiuto?

altri pazienti con analisti ermetici che parlano pochissimo e non si mostrano...non si sentono rifiutati ma pienamente accolti.

è molto probabile che la sensazione del rifiuto sia dentro di te e dipenda in misura minima dal comportamento esterno... sai bene che nella vita reale le persone non sono sempre disposte a venirti incontro a metà strada o a darti mille conferme per non farti sentire rifiutata... e queste cose le dico per esperienza personale e perchè io stessa sto combattendo la mia "battaglia" con questa sensazione di rifiuto... sai che c'è? mi sono resa conto che finivo (parlo al passato per scaramanzia) per mettere le persone continuamente alla prova, chiedendo mille conferme... e alla fine ci sta pure che le persone si rompano le palle...

secondo me Ric ti farebbe un torto colmando quella sensazione di rifiuto invece di fartela affrontare e (si spera) superare dentro di te. (sempre per come vedo io la faccenda... :icon_rolleyes: )

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Frogga, più che mettermi in competizione, io lo vorrei "conquistare"......e poi noi cosa ne sappiamo davvero di quali sono i suoi soliti binari? :Raised Eyebrow:

e allora mi domando perchè lo vuoi conquistare a tutti i costi ?

scusa zazà non è che voglio romperti le palle con questa storia, però io vedo tanta ostinazione su questo punto e mi domando se dietro non ci sia dell'altro.....

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Io penso che ci si può incontrare a metà strada (qualche progresso lo abbiamo fatto), volevo dire una cosa semplice semplice, ma evidentemente non ci riesco perché sono complicata :pardon:

Non mi va più di sentire quel senso di rifiuto che emerge a fasi alternate e voglio sentire affetto!

L'analisi va avanti comunque, non voglio cambiare lui ma non capisco perché dovrei cambiare me stessa perché in certe mie richieste non ci vedo nulla di nevrotico. Sono altri gli aspetti di me che vorrei migliorare.

Frogga, più che mettermi in competizione, io lo vorrei "conquistare"......e poi noi cosa ne sappiamo davvero di quali sono i suoi soliti binari? :Raised Eyebrow:

E poi ricordate:

l'amore non è bello se non è friccicarello :He He::Just Kidding:

mi domando pure (quante doamnde che mi faccio oggi !!) se effettivamentesentiresti il suo affetto

non è possibile che lui te lo dimostyri già , mentre tu invece non riesci a sentire perchè non riesci a sentire affetto, perchè tutto quello che ti viene dato finisce in un grande pozzo senza fondo e tu manco ti accorgi di piccole dimostrazioni che magari ricevi quotidianamente ?

e qui sto proiettando un po' di robaccia mia.....

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questo lo posso confermare... recentemente, come ho accennato, c'è stata un po' di maretta. una seduta difficile nella quale ho sentito giovanni "arrabbiato", molto duro ...che poi non vi immaginate un'arrabbiatura nel senso che mi urlava dietro, si tratta di qualcosa di più sfumato ma incisivo...infatti non ho dormito la notte! :o:

diciamo che ho seriamente temuto che volesse chiudere la terapia.

poi la seduta successiva abbiamo parlato e molto umilmente ha ammesso di aver sbagliato e di aver riversato su di me la tensione di una giornata molto brutta. credo che questi episodi siano più facilmente superabili quando c'è un rapporto di confidenza, sicuramente è più probabile che succedano proprio perchè la terapia è impostata sulla relazione e nella relazione tra due esseri umani ci sta pure la giornata storta e lo scazzo... forse una situazione del genere in un rapporto analitico distaccato farebbe più danni...

beh ma la relazione e la fiducia sono basi essenziali per qualsiasi tipo diapproccio terapeutico credo...

Per esempio tempo fa anche io ho avuto un diverbio con la mia psi, ovviamente niente di rissoso, lei non è il tipo ma nemmeno io...ecco credo sia più questa la questione...i caratteriche si incontrano!

Io il rifiuto lo sento comunque, sia che stia buona, sia che mi dia un consiglio, sia che sia un pò nervosa o arrabbiata...il punto epr me nonè tanto come lei si rivolge a me, io comunque sento distanza e rifiuto...

Mi viene in mente la ex psi che una volta mi disse che dovevo assolutamente cercare un lavoro (fosse uan cosa semplice!!! Son due anni che sto lavorando su questo punto e quella se ne usciva così!!! -_- ) che non ero fatta per starmene a casa e io ci lessi una pesante critica quando lei cercava solo di spronarmi...

quind il senso del distacco della mai psi io so bene è dovuto proprio a questo...lei sa bene che è meglio interagire poco con me, perchè io sento sempre il rifiuto e metto le distanze...

Per farvi un esempio recentissimo, in una delle ultime sedute le chiesi proprio un parere professionale sulla possibilità che io recepissi male la sua assenza...che avessi bisogno di un sostegno e lei all'inizio disse che non ptoeva dirmelo ma poi cedette e mi disse che secondo lei non ne avevo bisogno...

Bene io ho rimuginato parecchio su quella cosa, pensando che lei pensa che non soffro veramente che non capsice fino in fondo il mio dolroe ecc.ecc. e devo proprio razionalizzare di brutto per rendermi conto che invece aveva ragione, visto che comunque me la sto cavando...

Insomma mi sono persa un pò ma volevo dire che secondo me non è nemmeno questione di approccio, la psi di frogga è junghiana come la mai ma è molto più aperta...

Zazà io credo che Ric invece hai trovato un tuo punto "debole" e ci sta lavorando....poi magari parlo per esperienza vissuta ma è solo la mia!!!

Il tempo ci dirà....se sarà cambiato Ric o Zazà!!! :Just Kidding:

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beh ma la relazione e la fiducia sono basi essenziali per qualsiasi tipo diapproccio terapeutico credo...

Per esempio tempo fa anche io ho avuto un diverbio con la mia psi, ovviamente niente di rissoso, lei non è il tipo ma nemmeno io...ecco credo sia più questa la questione...i caratteriche si incontrano!

Io il rifiuto lo sento comunque, sia che stia buona, sia che mi dia un consiglio, sia che sia un pò nervosa o arrabbiata...il punto epr me nonè tanto come lei si rivolge a me, io comunque sento distanza e rifiuto...

Mi viene in mente la ex psi che una volta mi disse che dovevo assolutamente cercare un lavoro (fosse uan cosa semplice!!! Son due anni che sto lavorando su questo punto e quella se ne usciva così!!! -_- ) che non ero fatta per starmene a casa e io ci lessi una pesante critica quando lei cercava solo di spronarmi...

quind il senso del distacco della mai psi io so bene è dovuto proprio a questo...lei sa bene che è meglio interagire poco con me, perchè io sento sempre il rifiuto e metto le distanze...

Per farvi un esempio recentissimo, in una delle ultime sedute le chiesi proprio un parere professionale sulla possibilità che io recepissi male la sua assenza...che avessi bisogno di un sostegno e lei all'inizio disse che non ptoeva dirmelo ma poi cedette e mi disse che secondo lei non ne avevo bisogno...

Bene io ho rimuginato parecchio su quella cosa, pensando che lei pensa che non soffro veramente che non capsice fino in fondo il mio dolroe ecc.ecc. e devo proprio razionalizzare di brutto per rendermi conto che invece aveva ragione, visto che comunque me la sto cavando...

Insomma mi sono persa un pò ma volevo dire che secondo me non è nemmeno questione di approccio, la psi di frogga è junghiana come la mai ma è molto più aperta...

Zazà io credo che Ric invece hai trovato un tuo punto "debole" e ci sta lavorando....poi magari parlo per esperienza vissuta ma è solo la mia!!!

Il tempo ci dirà....se sarà cambiato Ric o Zazà!!! :Just Kidding:

io mi riferivo a quell'episodio specifico con giovanni... la sensazione di rifiuto in quel caso non è stata una mia percezione...è che lui era proprio teso per i caxxi suoi e mi ha un po' maltrattato. :icon_confused:

intendevo dire che probabilmente è più difficile che una cosa del genere succeda in un rapporto analitico nel quale il "carattere" del terapeuta rimane fuori, ma allo stesso tempo la complicità del rapporto nel mio tipo di terapia rende più facilmente superabile uno scaxxo isolato...

spero si capisca cosa intendo, sono un po stanca!

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