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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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zazà tra l'altro notavo che il pupazzetto che ho messo nella firma fa esattamente lo stesso passo della carrà nel video..... :He He:

come si dice in analisi? le cose importanti ritornano! :Just Kidding:

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per quanto riguarda l'analisi la mia dott. mi ha detto che le sembro un "libro aperto", che anche se non è così in realtà però a lei emotivamente sembra di conoscermi da tanto, e che la mia fase più aperta, anche se è recente, a lei, sempre emotivamente, le sembra duri da tanto al punto che non ricorda quando è terminata la mia fase più silenziosa..

il fatto è che lei asseconda il flusso, inizio a pensare che quello che prima a me sembrava un suo modo di essere troppo accondiscendente, assolutorio, in realtà fosse un modo per aprire i miei rubinetti e lasciar scorrere il flusso delle cose da dire..o che io avevo da dire a me stessa; o forse è un modo affinchè io faccia anche tutte le cavolate del mondo senza sentirmi in colpa più di tanto, senza criticarmi severamente.

Lei è il mio punto di riferimento.Sono molto contenta della doppia seduta e anche se ancora non so dove mi porterà l'analisi, solo il fatto di poter contare su quell'ora, su quell'ascolto, su quel modo diverso e libero e rispettoso di entrare in relazione con qualcuno per me è di conforto e di aiuto.

Sfuggo ancora all'analisi del rapporto con lei, ma piano piano ci arriverò.

bello quello che scrivi ilaria (come sempre !! ^_^) e bello come sta evolvendo la tua terapia

per l'analisi del rapporto c'è tempo e poi mica è scritto nella pietra che deve esserci !!

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bello quello che scrivi ilaria (come sempre !! ^_^ ) e bello come sta evolvendo la tua terapia

per l'analisi del rapporto c'è tempo e poi mica è scritto nella pietra che deve esserci !!

Lei lo sollecita, senza pressione, ma lo sollecita. E io trovo che sia giusto che ci sia. Il fatto è che solo adesso io sento di non incontrare più ostacoli alla fiducia.

Stanotte mi sono sognata che mi trovavo ad attraversare folle di persone, come in uh anfiteatro che diventava un pub che diventava un locale su più piani dove si addensavano in ogni angolo persone, persone, persone...e io stentavo a procedere finquando non mi sono ritrovata in mutande a camminare sperando in una via d'uscita e sperando che nessuno notasse la mia condizione.Ma un signore a una cassa, una persona che io conoscevo e che rappresentava l'unico volto amichevole in quella ressa mi fa notare che sarebbe meglio se io indossassi i pantaloni del training.

Questa è la mia condizione in questi giorni: in mezzo a una marea di persone tra riunioni, commissioni, gruppi di lavoro e quant'altro dilaniata dallo stress e dalla stanchezza.

In tutto questo sapere che come un cadavere è sicuro che planerò sulla poltroncina davanti alla mia dott. mi è di enorme conforto. Da sola non ce la potrei fare.Le vomito addosso i dubbi che ho su di me, sul mio modo di procedere tra gli altri, le mie esitazioni, i miei desideri di fuga, le paure...ecco si tratta più di questo, al momento, che di un'elaborazione, di un viaggio in profondità..

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da qualche parte si deve pur cominciare ilaria ,non credi????

però è un modo strano..

paradossalmente ero più attenta a certi aspetti interni e ai loro processi quando andavo dall'altro psi, quello cognitivo-comportamentale...mi viene da pensare che l'analista abbia buttato all'aria ogni possibilità di "teorizzazione", di logica...e questo apparente muoversi in superficie sia un allenamento a lasciarsi andare al flusso, di essere naturalmente se stessi.

a volte ho come l'impressione che mi spinga al limite dei miei capricci, delle mie piccolezze, delle mie paranoie...forse perchè io riesca a vederle così come sono, schiettamente, senza mistificazioni, freni colpevolizzanti o altra roba ancora.

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ilaria:

ho come l'impressione che mi spinga al limite dei miei capricci, delle mie piccolezze, delle mie paranoie...forse perchè io riesca a vederle così come sono, schiettamente, senza mistificazioni, freni colpevolizzanti o altra roba ancora.

*

stasera ho un pensierino out...

la cosa che amo dello psi..lo psi..eheh.. è che lui, nella sua severità, è sempre stato dalla parte dei deboli, di chi fatica per ottenere le cose .... sempre, da quando l'ho sentito parlare per la prima volta, con un umiltà rara..

... mi riferisco anche alla mia parte debole, sfigata, malconcia che arranca e che io tendo a nascondere e nascondermi.

Per la prima volta nella mia vita qualcuno (di molto speciale) sta dando voce, valore, a questa parte che benchè tutta acciaccata ne ha di cose da dire

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però è un modo strano..

paradossalmente ero più attenta a certi aspetti interni e ai loro processi quando andavo dall'altro psi, quello cognitivo-comportamentale...mi viene da pensare che l'analista abbia buttato all'aria ogni possibilità di "teorizzazione", di logica...e questo apparente muoversi in superficie sia un allenamento a lasciarsi andare al flusso, di essere naturalmente se stessi.

a volte ho come l'impressione che mi spinga al limite dei miei capricci, delle mie piccolezze, delle mie paranoie...forse perchè io riesca a vederle così come sono, schiettamente, senza mistificazioni, freni colpevolizzanti o altra roba ancora.

non essite un modo ideale o un modo strano per me, esiste il tuo, il suo, il mio e quello di tutti gli altri...ognuno ci prova a modo suo a scendere in questo profondo...

Pensa che io ho cominciato cercando di rintracciare cose davvero molto molto nascoste...non perchè lo volessi veramente ma forse perchè secondo il mio giudizio inconscio dovevo cercare delle cose importanti da portare per essere riconosciuta....con i ltempo ho potuto capire che la psi non era lì per dirmi quale cosa mi aveva fatto soffrire di più ma accoglieva il mio dolore in toto, anche se derivante dal nulla!!!!

Così ho cominciato a parlare del superficiale e come per magia ho trovato la mia strada, che scava in superficie e ogni tanto scende in fondo afferra qualcosa la rimescola con la superifcie e mi dà il tempo di digerirla, elaborarla, farla mia....

La psi sembra contenta ...come dice lei, ho trovato la mia strada per l'inconscio...

ilaria:

*

stasera ho un pensierino out...

la cosa che amo dello psi..lo psi..eheh.. è che lui, nella sua severità, è sempre stato dalla parte dei deboli, di chi fatica per ottenere le cose .... sempre, da quando l'ho sentito parlare per la prima volta, con un umiltà rara..

... mi riferisco anche alla mia parte debole, sfigata, malconcia che arranca e che io tendo a nascondere e nascondermi.

Per la prima volta nella mia vita qualcuno (di molto speciale) sta dando voce, valore, a questa parte che benchè tutta acciaccata ne ha di cose da dire

ecco questo in parte richiama ciò che volevo dire....anche io nonostante la sua distanza, o severità, ci trovo spesso la sua accoglienza, la dolcezza, la sua mano che tende verso la mia aprte affaticata e stanca....non le importa il perchè....parte dal presupposto che questa parte ha bisogno d'aiuto...del suo aiuto!!!

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si vede chele cose vanno abbastanza bene e sono felice per te elli, te lo meriti...alla faccia di chi crede che noi dallo psi andiamo per cazzeggiare o farci consolare, che ne sa sta gente si quanto si suda lì dentro!!!!! Ma quando poi vediamo i risultati, ci sentiamo ripagati....e niente ci può far cambiare idea rispetto alla scelta di andare in analisi!!!! Niente!!!

giusy mi fa piacere vederti bella combattiva !! :ola (4):

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giusy mi fa piacere vederti bella combattiva !! :ola (4):

cara Fra, forse questa è l'unica certezza che ho sempre avuto: guai a chi mi tocca l'analisi!!!!! :B):

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non essite un modo ideale o un modo strano per me, esiste il tuo, il suo, il mio e quello di tutti gli altri...ognuno ci prova a modo suo a scendere in questo profondo...

Pensa che io ho cominciato cercando di rintracciare cose davvero molto molto nascoste...non perchè lo volessi veramente ma forse perchè secondo il mio giudizio inconscio dovevo cercare delle cose importanti da portare per essere riconosciuta....con i ltempo ho potuto capire che la psi non era lì per dirmi quale cosa mi aveva fatto soffrire di più ma accoglieva il mio dolore in toto, anche se derivante dal nulla!!!!

Così ho cominciato a parlare del superficiale e come per magia ho trovato la mia strada, che scava in superficie e ogni tanto scende in fondo afferra qualcosa la rimescola con la superifcie e mi dà il tempo di digerirla, elaborarla, farla mia....

La psi sembra contenta ...come dice lei, ho trovato la mia strada per l'inconscio...

Forse è proprio per questo motivo che la terapia con me non funziona. Anche io mi sento come in dovere di cercare dei motivi al mio stato attuale e di parlare solo di quello che potrebbe avere a che fare con questi motivi. O di stare zitta. Mi sento insulsa a parlare di cose qualsiasi, come se dovessi "meritare" l'attenzione sua con qualche fatto traumatico, patologico o comunque significativo.

Credo che sia anche per questo (oltre al fattto che non sono disposta a parlare di tutto) che non riesco a parlare liberamente. Non mi sento in diritto di farlo. Non riesco ad accettare veramente il principio della terapia secondo il quale tutto quello che ci viene in testa merita attenzione. Non ci riesco. Mi sento ridicola e egoista a dare importanza, parlandone, a stupidi pensieri ed episodi. Anzi il discorso mi sembra ridicolo e sbagliato anche quando a farlo è lui, cioè quando è lui a parlare di dolore e sofferenza al mio posto. Non so, le parole mi sembrano teatrali e ho l'impressione di reggere (colpevolmente) il gioco nascondendo il sorriso che mi sale sulla faccia (non è difficile perché non mi vede bene dato che sono stesa). Insomma reggo il gioco, ma con distacco. Non riesco a partecipare veramente. Non potrei essere io a dire quelle parole seriamente.

Lo so che la psicoterapia presupporrebbe proprio il contrario, ovvero la sospensione del giudizio sulle proprie parole. Ma non ci riesco. Forse non ci riesco perché non avendo fiducia nella riuscita, non me la sento di affrontare il rischio del ridicolo. Né di rinunciare alla segretezza del mio mondo immaginario.

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frncs la terapia per funzionare DEVE essere faticosa.

finchè continuerai a evitarti di "sporcarti le mani", ad esempio rischiando il ridicolo, ne farei ben poca di strada, ma poca poca...

posso capire che tu non possa obbligarti a provare emozioni, assurdo anche pensarlo.

ma puoi obbligarti a fare qualcosa che ti mette a disagio...e sta sicura che quel disagio qualcosa lo nasconde...le famose resistenze!

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frncs la terapia per funzionare DEVE essere faticosa.

finchè continuerai a evitarti di "sporcarti le mani", ad esempio rischiando il ridicolo, ne farei ben poca di strada, ma poca poca...

posso capire che tu non possa obbligarti a provare emozioni, assurdo anche pensarlo.

ma puoi obbligarti a fare qualcosa che ti mette a disagio...e sta sicura che quel disagio qualcosa lo nasconde...le famose resistenze!

Ho provato una volta. Verso l'inizio. E' stata una cosa insopportabile. E inutile. Forse quel fallimento ha pesato sul seguito.

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Ho provato una volta. Verso l'inizio. E' stata una cosa insopportabile. E inutile. Forse quel fallimento ha pesato sul seguito.

certo l'utilità non la puoi valutare su una o due sedute... l'utilità la scoprirai nel tempo, quando ti renderai conto del processo che si è attivato iniziando a parlare di ciò che ti mette a disagio!

nessuno dice che sia una passeggiata, e potrebbe risultare insopportabile per un po'...

ma senza questa fatica non si ottiene nulla!

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E poi non riesco a respingere del tutto un dubbio:

e se invece fosse sano il disagio che provo ad attribuire apertamente un'importanza enorme (come se si trattasse del destino dell'umanità) alle piccole idiozie della mia vita?

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certo l'utilità non la puoi valutare su una o due sedute... l'utilità la scoprirai nel tempo, quando ti renderai conto del processo che si è attivato iniziando a parlare di ciò che ti mette a disagio!

nessuno dice che sia una passeggiata, e potrebbe risultare insopportabile per un po'...

ma senza questa fatica non si ottiene nulla!

se almeno lui insistesse

invece di rispettare i miei tempi

che sono tempi morti

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nessuno dice che il disagio sia insano...insano può essere il fatto che ti condizioni al punto di ostacolare la tua terapia.

e più di insanità sarebbe per te interessante capire perchè lo provi sto disagio. il mio psi mi dice che ci sono suoi pazienti che vanno li e gli raccontano cose noiosissime, che fanno la spesa eccetera...quelle persone mica si sentono a disagio a parlare di cose banali...

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nessuno dice che il disagio sia insano...insano può essere il fatto che ti condizioni al punto di ostacolare la tua terapia.

e più di insanità sarebbe per te interessante capire perchè lo provi sto disagio. il mio psi mi dice che ci sono suoi pazienti che vanno li e gli raccontano cose noiosissime, che fanno la spesa eccetera...quelle persone mica si sentono a disagio a parlare di cose banali...

e non sarebbe giusto che si sentissero a disagio almeno un po'?

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e non sarebbe giusto che si sentissero a disagio almeno un po'?

perchè?

io non parlo della spesa, non perchè mi metta a disagio, non mi sentirei a disagio a parlare della spesa...semplicemente non provo nulla a riguardo e dopo averglielo detto passerei oltre...

a me mettono a disagio altre cose e c'è voluto del tempo perchè mi lasciassi andare a parlare di ciò che mi premeva. gli ho taciuto per mesi una cosa che per me era importantissima perchè mi vergognavo, perchè mi sembrava una cosa così stupida e stupida io a darle così tanta importanza. beh, sto argomento si è rivelato uno dei filoni più importanti della mia terapia, una delle cose sulle quali mi sono messa alla prova e grazie alla quale sono cresciuta tanto per quanto riguarda i rapporti interpersonali.

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se almeno lui insistesse

invece di rispettare i miei tempi

che sono tempi morti

capisco il tuo desiderio che spesso è anche il mio, ma la verità è che loronopn possono fare il lavoro sporco al posto nostro

alcune volte possono forzare la mano per sbloccare una qualche situazione di impasse, ma dobbiamo essere noi a faticare per prime, a sbatterci la testa e sudare le proverbiali 7 camicie..... solo così i risultati ottenuti saranno realmente proficui, solo così le cose che capiamo avranno un senso per noi

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e non sarebbe giusto che si sentissero a disagio almeno un po'?

perchè dovrebbero sentirsi a disagio frncs ?

magari per loro può essere importante in quel momento parlare di una xxxxxxx qualsiasi, o magari il parlare di sciocchezze può essere un modo di difendersi, di prender tempo

o ancora parlare di una cosa apparentemente banale può dare la stura a discorsi più corposi, si può partire da lì per poi andare oltre.....

non so, io spesso e volentieri parlo di cose senza importanza, alle volte lo uso come momento di pausa, come se avessi bisogno di prendere una boccata di ossigeno dopo una lunga apnea nella profondità dell'inconscio, altre volte parto da un discorso apparante privo di senso e da lì vengono fuori che manco sospettavo

ti dico solo che spesso parlo di scarpe (una mia passione, ma obiettivamente non un "argomento alto"!), le sogno pure e mai e poi avrei pensato che le scarpe avessero così tanti significati !! :o:

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perchè?

io non parlo della spesa, non perchè mi metta a disagio, non mi sentirei a disagio a parlare della spesa...semplicemente non provo nulla a riguardo e dopo averglielo detto passerei oltre...

a me mettono a disagio altre cose e c'è voluto del tempo perchè mi lasciassi andare a parlare di ciò che mi premeva. gli ho taciuto per mesi una cosa che per me era importantissima perchè mi vergognavo, perchè mi sembrava una cosa così stupida e stupida io a darle così tanta importanza. beh, sto argomento si è rivelato uno dei filoni più importanti della mia terapia, una delle cose sulle quali mi sono messa alla prova e grazie alla quale sono cresciuta tanto per quanto riguarda i rapporti interpersonali.

Ma sì. Avete ragione. Ma poi la mia non è un'opinione ma solo un dubbio che si insinua a volte. E che in realtà investe la terapia in generale. Diciamo il mettere noi (con tutte le piccole cose che ci compongono) al centro del mondo. Forse è questo (anche questo) che a volte (solo a volte, non è una convinzione, ma solo un dubbio) mi pare sbagliato e mi fa sentire a disagio. Ed è naturale che questa sensazione sia più forte quando non parlo di sintomi gravi o di cosedel genere che in un certo senso sembrano gistificare la terapia e il suo mettermi al centro del mondo.

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Ma sì. Avete ragione. Ma poi la mia non è un'opinione ma solo un dubbio che si insinua a volte. E che in realtà investe la terapia in generale. Diciamo il mettere noi (con tutte le piccole cose che ci compongono) al centro del mondo. Forse è questo (anche questo) che a volte (solo a volte, non è una convinzione, ma solo un dubbio) mi pare sbagliato e mi fa sentire a disagio. Ed è naturale che questa sensazione sia più forte quando non parlo di sintomi gravi o di cosedel genere che in un certo senso sembrano gistificare la terapia e il suo mettermi al centro del mondo.

secondo me noi dobbiamo essere al centro del nostro mondo. o almeno la terapia ce lo può insegnare...

ma non intendo questa cosa in senso egoistico, della serie "il mondo ruota intorno a me"

piuttosto come la capacità di ascoltarsi, di capire cosa si prova e perchè, di capire quali sono i nostri veri desideri...

ho la sensazione che buona parte dei problemi nascano proprio dal fatto che noi non siamo al centro del nostro mondo...

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secondo me noi dobbiamo essere al centro del nostro mondo. o almeno la terapia ce lo può insegnare...

ma non intendo questa cosa in senso egoistico, della serie "il mondo ruota intorno a me"

piuttosto come la capacità di ascoltarsi, di capire cosa si prova e perchè, di capire quali sono i nostri veri desideri...

ho la sensazione che buona parte dei problemi nascano proprio dal fatto che noi non siamo al centro del nostro mondo...

Nel mio caso credo che il problema nasca da un fatto un po' diverso. Io sono al centro del mio mondo (perché nel mio mondo non c'è nessun altro), ma che il mio mondo non ha niente a che fare con quell'altro mondo, quello degli altri. Quello che non mi riesce è il contatto tra i due mondi.

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Nel mio caso credo che il problema nasca da un fatto un po' diverso. Io sono al centro del mio mondo (perché nel mio mondo non c'è nessun altro), ma che il mio mondo non ha niente a che fare con quell'altro mondo, quello degli altri. Quello che non mi riesce è il contatto tra i due mondi.

questo è un aspetto...

però tu stessa hai scritto che "non provi sentimenti" che ti senti indifferente a tutto (scusa se non ricordo le parole)

questo secondo te non può essere un modo di non essere in contatto nemmeno con te stessa? se non sai cose provi in generale, come fai a metterti in contatto con gli altri?

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