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domanda su psicoterapia


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Può darsi che tu abbia ragione...ma se la gente va dallo psicologo è per trovare una soluzione attraverso un'altra persona. Il fatto che la psicoterapia funzioni poco o nulla è una cosa risaputa ed è dovuta alla mancanza di presa di "vera" coscienza da parte del paziente. Scoprire la natura del nostro malessere (collocata in un passato più o meno remoto) poi è assolutamente relativo per ciò che stiamo vivendo in quest'istante. Certo è un programma interiore, ma non è scoprendo come quel programma è stato introdotto in noi, che abbiamo una soluzione per il presente. Scoprire come è iniziato tutto -il più delle volte- è un modo per deresponsabilizzarsi...ed è un modo per far riaffiorare nuovi traumi. Non sono cose che mi invento io. Poi il rapporto di dipendenza una volta creato, non è facile da sciogliere nemmeno per lo psicologo...le sfaccettature di un rapporto con una figura professionale come quella dello psicologo sono moltissime e spesso controproducenti...Ma è un parere personale.

l'analisi vecchio stampo, quella freudiana sicuramente è stata messa da parte ma il supporto psicologico oggi impiegato in vari campi è fondamentale...pensa a tutti quei bambini vittime di violenze che fine farebbero senza aiuto..e chi smette di bere? Gli anoressici? I tossicodipendenti? Queste persone riescono a uscire dai loro tunnel grazie alla psicoterapia....praticata nei vari centri di recupero e simili...

E poi ci sono patologie come la depressione, gli attacchi di panico, la semplice insicurezza, il complesso di inferiorità....che spesso vengono curate grazie alla psicoterapia...che non deresponsabilizza affatto ma solo ti fa capire che se hai agito in un determinato modo c'è un motivo valido e per questo devi perdonarti che non vuol dire deresponsabilizzarti....

Far riaffiorare vecchi traumi, vuol dire portare alla luce qualcosa che dentro ci stava rodendo e da fuori invece lo si riesce ad affrontare meglio...e poi non è vero che lo psicologo non riesce a sciogliere un rapporto di ipendenza..questi tipi di rapporto sono sbilanciati, grazieadio, perchè lo psicologo non è l'amico e nemmeno il compagno di una vita, è un professionista che deve saper porre dei limiti e delle mete....naturalmente io parlo di quelli bravi...che poi ci sia qualche psicologo che si faccia coinvolgere troppo e peggio se ne approfitti è una cosa che purtroppo dobbiamo mettere in conto, come mettiamo in conto checi sono dei chirurghi che lasciano gli attrezzi denro i loro pazienti....

comunque di base c'è una tua tangibile mancanza di fiducia in tale disciplina, sacrosanta per carità, ma comunque è solo il tuo parere, non mi pare giusto passarla per verità assoluta!!!

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non ti preoccupare, non è la questione di distruggere o meno delle credenze! Anch'io cerco chiarezza...e anch'io spesso mi chiedo quali siano gli effettivi risultati della psicoterapia. Però appunto bisogna distinguere tra psicoterapia e analisi...perché l'analisi non ha l'obiettivo di curare, mentre la psicoterapia si!

Una cosa intelligente invece trovo che sia la terapia strategica breve. E' molto pratica e ti mette in condizione di agire...ovviamente agisce principalmente sul comportamento e per alcune situazioni di nevrosi. Ma anche questa è una "cosa a pelle"....

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l'analisi vecchio stampo, quella freudiana sicuramente è stata messa da parte ma il supporto psicologico oggi impiegato in vari campi è fondamentale...pensa a tutti quei bambini vittime di violenze che fine farebbero senza aiuto..e chi smette di bere? Gli anoressici? I tossicodipendenti? Queste persone riescono a uscire dai loro tunnel grazie alla psicoterapia....praticata nei vari centri di recupero e simili...

E poi ci sono patologie come la depressione, gli attacchi di panico, la semplice insicurezza, il complesso di inferiorità....che spesso vengono curate grazie alla psicoterapia...che non deresponsabilizza affatto ma solo ti fa capire che se hai agito in un determinato modo c'è un motivo valido e per questo devi perdonarti che non vuol dire deresponsabilizzarti....

Far riaffiorare vecchi traumi, vuol dire portare alla luce qualcosa che dentro ci stava rodendo e da fuori invece lo si riesce ad affrontare meglio...e poi non è vero che lo psicologo non riesce a sciogliere un rapporto di ipendenza..questi tipi di rapporto sono sbilanciati, grazieadio, perchè lo psicologo non è l'amico e nemmeno il compagno di una vita, è un professionista che deve saper porre dei limiti e delle mete....naturalmente io parlo di quelli bravi...che poi ci sia qualche psicologo che si faccia coinvolgere troppo e peggio se ne approfitti è una cosa che purtroppo dobbiamo mettere in conto, come mettiamo in conto checi sono dei chirurghi che lasciano gli attrezzi denro i loro pazienti....

comunque di base c'è una tua tangibile mancanza di fiducia in tale disciplina, sacrosanta per carità, ma comunque è solo il tuo parere, non mi pare giusto passarla per verità assoluta!!!

Tu sei sicura che la terapia non crei altri traumi? Io non ne sono sicuro...

Non è una questione di fiducia o no verso la terapia....crederci o non crederci.... A mio parere - e non ho mai parlato di verità assoluta- è semplicemente un qualcosa che può "guarire" qualcosa, ma crea qualcos'altro...tutto qui.

Jung stesso negli ultimi anni della sua vita ha affermato che chiunque avesse avuto il ruolo di psicoterapeuta, avrebbe dovuto fare un grosso lavoro su se stesso...non vado oltre...

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Tu sei sicura che la terapia non crei altri traumi? Io non ne sono sicuro...

Non è una questione di fiducia o no verso la terapia....crederci o non crederci.... A mio parere - e non ho mai parlato di verità assoluta- è semplicemente un qualcosa che può "guarire" qualcosa, ma crea qualcos'altro...tutto qui.

Jung stesso negli ultimi anni della sua vita ha affermato che chiunque avesse avuto il ruolo di psicoterapeuta, avrebbe dovuto fare un grosso lavoro su se stesso...non vado oltre...

io non sono sicura di niente....però "credo" che la psicoterapia potrebbe creare altri danni, in certe situazioni, con certi tipi di pazienti e certi tipi di dottori...ma ripeto fa parte dei rischi, come fa parte dei rischi andare in ospedale per un mal di stomaco e ritrovarsi operati di appendicite quando non ce n'era bisogno e domani ritornare ad avere mal di stomaco, perchè non è stato curato il vero problema....e in più avere avuto un intervento inutile di cui ti restererà per sempre addosso la cicatrice....

Io non credo che sia qualcosa che crei niente...al massimo trasforma in maniera naturale proprio perchè curando un problema si risolvono anche tutti i sintomi ad esso legati....

Non so perchè jung dicesse quello che ha detto, voglio dire in quale contesto lo abbia detto, però che una persona che sia accinge a fare da psicoterapeuta o psicanalista si sottoponga ad un'analisi personale sia per sperimentare in prima persona su di sé l'applicazione della psicoterapia e sia per individuare e risolvere le proprie discrasie psicologiche, mi pare pure giusto ed è anche uno dei punti fondamentali per poter fare terapie psicologiche...

Questo non è altro che una garanzia in più per noi pazienti come lo è la supervisione clinica e personale periodica del terapeuta durante tutto la sua vita professionale....

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L'obbiettivo della psicoterapia è riuscire a star bene con noi stessi..........imparando a gestire autonamamente i ns bisogni e/o punti deboli............

Anche cio' che crea la psicoterapia quindi dovrebbe rientrare nella gestione.

Io son riuscita ad imparare questo.......... e cio' che 6 mesi fa mi creva problemi...........adesso non li crea piu' perchè son riusctita a trovare la strada per gestirli............

Io credo adesso in questo cammino.......(all'inizio anche a me sembrava di non fare passi avanti)perchè quello che sto ottenendo sta avvenendo in modo naturale..........senza particolari sforzi...........

Si a me capita molto raramente di star male quando vado..........perchè anche li riusciamo a gestire lo star male............quindi per me tutto è una via verso la guarigione!

forse perchè il mio psi.............è veramente in gamba..........non so..........penso dipenda anche molto dalla sintonia che si crea con chi ti segue..........

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Molti psichiatri o psicanalisti hanno messo in dubbio l'analisi e il mito dell'analisi. Jung e Hillman sono solo due, ma anche Campbell....poi come ho detto nessuno vuole distruggere le credenze di nessuno (non ho il mio scopo). Io ho solo detto che i mezzi interiori sono a nostra disposizione senza dover avere una forte figura di riferimento....Se uno sente il bisogno di uno psicologo ben venga...

Ciao,

sono daccordo sul fatto che noi stessi possediamo interiormente i mezzi per risolvere i nostri problemi solo credo che alle volte non sappiamo come usare questi mezzi...è un po come avere una ferrari parcheggiata sotto casa ma non saper guidare...forse lo psicologo dovrebbe insegnarci a guidare la nostra mente, anche se poi non saprei come (ma questo spero lo sappia lui) intendo se per una determinata persona è necessario un determinato percorso...

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ho iniziato da poco una terapia ma mi sembra di non andare da nessuna parte..mi sembra di parlare, parlare, ma di non arrivare ad un dunque ( premetto che sono 4 settimane che ho iniziato, quindi 4 incontri) forse è troppo presto per farsi un idea?

a voi è mai capitato di avere la sensazione di non aver ricevuto gran che alla fine del colloquio??

di aver parlato tanto ma di non essere arrivati a buttare giù delle linee guida definite, precise..di non aver ricevuto delle risposte. sono forse io che ho troppa fretta??

cerco nelle sue parole delle soluzioni, ma non ne trovo. o meglio mi ha detto cose che mi hanno fatto riflettere, cose che mi hanno dato degli spunti, ma vorrei, non so, forse un analisi più profonda. mi aspettavo che mi aprisse in due come una mela scavando nel mio passato e invece mi ascolta e rimaniamo in *superficie* ( o quantomeno ho questa sensazione)... :Thinking:

Ciao,

in un altro topic mi ponevo anche io più o meno la stessa domanda :): pur non essendo mai stata in cura ho letto su riviste mediche che di solito quando si inizia una terapia il terapeuta dovrebbe, insieme con il proprio paziente, fissare una sorta di piano della cura (proprio come per qualsiasi malattia) spiegando come pensa di agire e in quanto tempo mediamente il paziente dovrebbe aver ottenuto lo scopo che si è prefissato e che l'ha spinto a rivolgersi allo specialista.

Credo che sarebbe una cosa ottima (non so però se applicabile in tutti i casi).

Già ti hanno consigliato di parlarne con il tuo psicologo anche io farei la stessa cosa.

Ciao :):

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io non sono sicura di niente....però "credo" che la psicoterapia potrebbe creare altri danni, in certe situazioni, con certi tipi di pazienti e certi tipi di dottori...ma ripeto fa parte dei rischi, come fa parte dei rischi andare in ospedale per un mal di stomaco e ritrovarsi operati di appendicite quando non ce n'era bisogno e domani ritornare ad avere mal di stomaco, perchè non è stato curato il vero problema....e in più avere avuto un intervento inutile di cui ti restererà per sempre addosso la cicatrice....

Io non credo che sia qualcosa che crei niente...al massimo trasforma in maniera naturale proprio perchè curando un problema si risolvono anche tutti i sintomi ad esso legati....

Non so perchè jung dicesse quello che ha detto, voglio dire in quale contesto lo abbia detto, però che una persona che sia accinge a fare da psicoterapeuta o psicanalista si sottoponga ad un'analisi personale sia per sperimentare in prima persona su di sé l'applicazione della psicoterapia e sia per individuare e risolvere le proprie discrasie psicologiche, mi pare pure giusto ed è anche uno dei punti fondamentali per poter fare terapie psicologiche...

Questo non è altro che una garanzia in più per noi pazienti come lo è la supervisione clinica e personale periodica del terapeuta durante tutto la sua vita professionale....

Noi essere umani riusciamo a vedere solo il piccolo o meglio mettiamo a fuoco ciò che vogliamo. Io non nego la psicoterapia, ma delegare la propria vita psichica ad un altro uomo che vive le nevrosi del nostro tempo come noi, mi pare un azzardo. Mi viene in mente Nanni Moretti nel "la stanza del figlio" :Thinking: Ma come ti ho detto è un punto di vista mio. Uno degli anelli deboli di tutta la psicologia e della psicanalisi secondo me è il non considerare gli impulsi spirituali del'uomo. Cerca di "guarire" l'io da un presunto guasto. Io la penso come Assagioli e come diversi Psicologi Traspersonali: ogni problema della personalità è un problema sollevato dallo spirito e va risolto ad un livello che la psicoterapia classica ignora. Finchè si continuerà a guardare alla sola personalità cercando di guarire questi presunti guasti e non riconoscendo un impulso derivante dallo spirito, noi interveremo su un "dato" psichico ben presciso alimentando però qualcos'altro. A livello di personalità non si "guarisce"...si sposta solo il problema...Il disagio si sposterà altrove...

Comunque libera di pensare quello che vuoi a proposito....sopra mi sembra di aver letto di qualche persona che si riteneva dipendente dallo psicanalista...

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ma delegare la propria vita psichica ad un altro uomo che vive le nevrosi del nostro tempo come noi, mi pare un azzardo.

tu parti dall'assunto che fare psicoterapia significhi delegare la propria vita psichica. E' proprio qui che dissento, perché per me, come credo per un sacco di gente, non è assolutamente così! Il mio psicologo una volta ha detto che per lui la psicoterapia è un percorso che fanno due persone... Ecco, a me piace vederla così! Come per me è stato rassicurante nel momento in cui raccontavo una cosa particolarmente pesante (mi sto censurando...) scoprire che anche il mio psicologo aveva passato nella sua vita un'esperienza simile...come potrei sentirmi compresa, come essere umano, da qualcuno che non ha vissuto sulla propria pelle delle nevrosi? Come potrebbe lui sentirmi profondamente, se non avesse sofferto per primo?

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Noi essere umani riusciamo a vedere solo il piccolo o meglio mettiamo a fuoco ciò che vogliamo. Io non nego la psicoterapia, ma delegare la propria vita psichica ad un altro uomo che vive le nevrosi del nostro tempo come noi, mi pare un azzardo. Mi viene in mente Nanni Moretti nel "la stanza del figlio" :): Ma come ti ho detto è un punto di vista mio. Uno degli anelli deboli di tutta la psicologia e della psicanalisi secondo me è il non considerare gli impulsi spirituali del'uomo. Cerca di "guarire" l'io da un presunto guasto. Io la penso come Assagioli e come diversi Psicologi Traspersonali: ogni problema della personalità è un problema sollevato dallo spirito e va risolto ad un livello che la psicoterapia classica ignora. Finchè si continuerà a guardare alla sola personalità cercando di guarire questi presunti guasti e non riconoscendo un impulso derivante dallo spirito, noi interveremo su un "dato" psichico ben presciso alimentando però qualcos'altro. A livello di personalità non si "guarisce"...si sposta solo il problema...Il disagio si sposterà altrove...

Comunque libera di pensare quello che vuoi a proposito....sopra mi sembra di aver letto di qualche persona che si riteneva dipendente dallo psicanalista...

Scusa perché tu non sei dipendente da qualcuno o da qualcosa?! Se nella vita si aspira ad essere totalmente liberi da tutti si insegue,secondo me, solo un'utopia :Thinking: .

Quello che non capisco (e qui scusa la mia ignoranza) è: chi guarisce lo spirito?

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tu parti dall'assunto che fare psicoterapia significhi delegare la propria vita psichica. E' proprio qui che dissento, perché per me, come credo per un sacco di gente, non è assolutamente così! Il mio psicologo una volta ha detto che per lui la psicoterapia è un percorso che fanno due persone... Ecco, a me piace vederla così! Come per me è stato rassicurante nel momento in cui raccontavo una cosa particolarmente pesante (mi sto censurando...) scoprire che anche il mio psicologo aveva passato nella sua vita un'esperienza simile...come potrei sentirmi compresa, come essere umano, da qualcuno che non ha vissuto sulla propria pelle delle nevrosi? Come potrebbe lui sentirmi profondamente, se non avesse sofferto per primo?

E' proprio questo un punto...Il suo trauma è il suo e non il tuo. La figura dello psicanalista (magari con un trauma alle spalle di un certo tipo) può operare su pazienti? Quando parlavo di "lavoro su se stesso" parlavo di un vero lavoro "spirituale" da parte dello psicanalista. Il trasfert è un processo molto particolare, dove possono essere messe in atto una serie di proiezioni da parte del paziente come da parte dello psicanalista. Il ruolo che si crea è spesso di dipendenza (ovviamente si può creare anche molto altro vedi qualcuno che si innamora dello psicanalista, o vede nello psicanalista veramente la madre o il padre...). Ovviamente anche dall'altra parte si può creare un rapporto "sottile". Comunque è giusto che tu creda in questa strada se ritieni che possa darti frutti...anche se continuo a ripetere che gli strumenti interiori per lavorare in modo indipendente li abbiamo...

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Scusa perché tu non sei dipendente da qualcuno o da qualcosa?! Se nella vita si aspira ad essere totalmente liberi da tutti si insegue,secondo me, solo un'utopia :Thinking: .

Quello che non capisco (e qui scusa la mia ignoranza) è: chi guarisce lo spirito?

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Non è guarire lo spirito (o come vogliamo chiamarlo), ma andare verso lo spirito. Chi soffre è la personalità (o ego), ma quel tipo di sofferenza è un impulso per andare verso qualcosa di più alto. Mi viene in mente questa frase di un mistico sufi

Quando il cuore piange su ciò che ha perduto, lo spirito ride su ciò che ha trovato.

Il nostro dolore è una possibilità per guardare oltre...

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E' proprio questo un punto...Il suo trauma è il suo e non il tuo.

E quindi? posso comunicare e condividere la sofferenza solo con chi ha vissuto la mia stessa identica sofferenza? Lo stesso trauma?

Quando parlavo di "lavoro su se stesso" parlavo di un vero lavoro "spirituale" da parte dello psicanalista.

E l'analisi personale (che fanno gli analisti) non serve proprio a questo? Non è un lavoro spirituale? Un dare il senso alla propria sofferenza? Io so che il mio psicoterapeuta (che non è analista) ha sulle spalle 20 anni di psicanalisi...direi che ha lavorato su se stesso!

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E quindi? posso comunicare e condividere la sofferenza solo con chi ha vissuto la mia stessa identica sofferenza? Lo stesso trauma?

E l'analisi personale (che fanno gli analisti) non serve proprio a questo? Non è un lavoro spirituale? Un dare il senso alla propria sofferenza? Io so che il mio psicoterapeuta (che non è analista) ha sulle spalle 20 anni di psicanalisi...direi che ha lavorato su se stesso!

Non è la stessa cosa...stiamo parlando due lingue diverse. Il lavoro spirituale non è fare un lavoro da vent'anni... Comunque non voglio entrare nel merito di un lavoro interiore dello psicanalista :D:

Quello che dico è che volente o nolente nel momento che entriamo in contatto con il terapeuta siamo nelle sue "mani"..."L'interpretazione" della nostra vita dipende da lui. Ad un certo punto il rapporto diverrà la sua interpretazione della nostra vita. E' questo su cui bisogna riflettere...Ma quello che percepisce della nostra vita è veramente la nostra vita? Io penso che una buona auto-osservazione costante nella vita di tutti i giorni ci da più risposte che l'analisi...tutto qui. Poi sta alle persone pensare a quale strada scegliere...

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Io non credo che lo psicanalista intrepreta la vita altrui, almeno il mio non lo fa. Quello che fa è pormi delle domande, ma a quest'ultime sono io che rispondo e rispondendo a lui chiarisco le idee a me.

Scusa non ti conosco, ma dalle tue parole traspare come una paura ad affidarsi ad un aiuto altrui, magari nella vita non sempre siamo in grado di un auto-osservazione e forse in quei momenti abbiamo bisogno di un appoggio esterno :D:

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Innanzi tutto ringrazio tutti per le risposte:)

La mia domanda ha generato un dibattito davvero molto interessante.. che va al di la della semplice risposta al mio "banale" quesito ma che apre molti spunti e riflessioni. ringrazio davvero tutti per le vostre parole perché il confronto, come sempre, è, mi è, di grande aiuto.

Non credo riuscirò a rispondere a tutti quindi faccio le mie considerazioni in base a quello che avete scritto.

Visto che il tema emerso è quello se è più o meno *utile* la psicoterapia, dirò la mia a riguardo.

Io credo che ognuno di noi - se c'è la volontà di andare verso un miglioramento - nonostante la confusione o la sofferenza, istintivamente abbia un idea di cosa può portarlo a stare bene, istinto di sopravvivenza direi..

Quindi ben venga un percorso terapeutico se ci si sente di farlo, e ben venga una ricerca personale/spirituale se è questa la via che si desidera percorrere.

Non mi sento di dire che una sia più valida dell’altra, sono due strade, diverse, ma che vertono verso unico obiettivo, la ricerca dello star bene.

E poi sono convinta che in una situazione come nell'altra il grosso lo facciamo comunque noi. La nostra volontà. La nostra apertura.

Per quanto riguarda la mia scelta personale, posso dire che ho deciso di tentare di percorrere una via che finora non avevo ancora provato, a parte 6 anni fa per qualche mese, ma ciò che allora mi aveva portato verso quella terapia nn era un lavoro su me stessa ma quello di essere di aiuto ad una persona con gravi problemi..

Stò provando una via verso la quale ho comunque fiducia all 80x100, nel senso che metto un 20x100 di dubbio.

Ma questo lo faccio in tutto, niente è certo se non la morte, io ragiono così :)

Le riflessioni di TempoFuoriLuogo sono esattamente il mio 20x100 di dubbi.. poi c'è anche il dubbio che andrà sempre così come sta andando come dice Left e poi c'è l'altro 80x100 che sono le riflessioni sulla terapia in positivo di Filotea, Digi, Juditta, Stellina, Oltre, Elli, Fioriblu... ..mi trovo sempre in dilemmi amletici èh!

Cosa mi ha portato a questa scelta?

Mi sono resa conto che da sola mi stavo perdendo, che sono subentrate delle dinamiche che penso siano piuttosto distruttive, mi sento ferma su di un isola deserta senza mezzi, senza acqua, ma con una chiave in mano.

So che quella chiave potrebbe aprire una porta, o chissà cosa, forse quella di un sottomarino da qualche parte, forse una porta nella palma qui accanto a me.. insomma ho questa chiave, so che mi può portare alla salvezza ma non so come usarla.

Ho la teoria, ma non riesco ad applicarla.

Ho bisogno che qualcuno mi dia una mano a fare chiarezza perchè da sola non riesco.

So che c'è un opzione che non ho ancora provato, e visto che sono stanca di questa situazione che dura ormai da troppo tempo, la sto provando.

Penso che la psicoterapia serva proprio a questo.

Ad aiutare a mettere chiarezza laddove regna il caos e che sia non tanto un mezzo per darti delle risposte quanto uno strumento per trovartele da solo.

Io penso che tutti noi dipendiamo, in generale.

Io credo che l'essere umano dipenda a prescindere.

Se non fosse così non avremmo bisogno di nessuno e vivremmo nel nostro castello privato.

La differenza secondo me sta quando questa dipendenza è momentanea, e soprattutto quando questa dipendenza ci arricchisce ma non ci castra, quando diventa un mezzo per completarci.

Quando invece la dipendenza diventa l'unico mezzo per vivere (preferisco dire sopravvivere), quando senza il nostro oggetto o persona siamo persi, ecco, allora questo genere di dipendenza diventa distruttiva. è un attimo, lo so, ma trovo che comprendere questa sottile differenza sia fondamentale per Viviere in modo completo. E questa mia riflessione è riferita alla dipendenza verso un terapeuta, come a quella verso il partner o a qualsiasi altra persona.

Altro concetto interessante che è emerso è il fatto di rivivere il passato e quindi i nostri traumi.

Per quello che penso io la consapevolezza del nostro passato e quindi delle nostre ferite è assolutamente necessaria per superarle ed andare oltre.

Prendere contatto con il nostro passato penso sia indispensabile per percepire tutta quella serie di emozioni che abbiamo chiuso in una scatola in seguito a traumi più o meno antichi..

Sentirsi autenticante (che è il mio obiettivo, vista la mia incapacità di sentire e riconoscere le mie emozioni) è possibile solo se si prende coscienza di ciò che ci ha bloccato e ferito.

Noi siamo Ombra e Luce allo stesso tempo, e spesso non lo accettiamo, spesso non lo sappiamo proprio...se vogliamo amarci dobbiamo prendere coscienza di questo e per poterlo fare secondo il mio punto di vista dobbiamo viaggiare in profondità dentro di noi, percorrendo strade che possono anche far male, ma che sono necessarie per poter capire le nostre dinamiche.

Conoscere il nostro passato per vivere pienamente e liberamente il nostro presente, è questo che penso.

Per quanto riguarda il tipo di terapia che stò facendo, a questo punto non lo so se sia analisi o psicoterapia... credo sia una psicoterapia, anche se non so dire di che tipo, perchè non l'ho ancora chiesto alla mia terapeuta...

non penso sia analisi perché lei è una psicoterapeuta e non una psichiatra (non so se questa differenza centri sul tipo di terapia, quindi correggetemi se sbaglio!) però ieri parlando di medicinali mi ha detto chiaramente che lei non ne prescrive salvo in situazioni molto gravi...di solito è lo psichiatra che li prescrive o anche il terapeuta può farlo??

..però io non ho capito un cosa.....qual'è l'obiettivo della psicoterapia e quale quello dell'analisi?

la mia psicoterapeuta (ripeto dopo 4 incontri) non sembra propensa ad andare a scavare nel mio passato (infanzia) la vedo più incline a farmi parlare del presente, di ciò che sento e che provo in relazione ad avvenimenti recenti...

per quanto riguarda i tempi, forse sono stata troppo precipitosa, non so.. normalmente sono una che ha abbastanza fretta!

aspetterò e magari come mi avete consigliato gliene parlerò ..spero sia la persona *giusta*, perchè so che anche il giusto incontro e la sintonia non sono cosa semplice da trovare al primo colpo..credo sia un pò come con un partner o con un amico, non con tutti riesci ad aprirti..

scusatemi per la lungaggine!

ciao:)

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Io non credo che lo psicanalista intrepreta la vita altrui, almeno il mio non lo fa. Quello che fa è pormi delle domande, ma a quest'ultime sono io che rispondo e rispondendo a lui chiarisco le idee a me.

Scusa non ti conosco, ma dalle tue parole traspare come una paura ad affidarsi ad un aiuto altrui, magari nella vita non sempre siamo in grado di un auto-osservazione e forse in quei momenti abbiamo bisogno di un appoggio esterno :D:

Ho notato che il concetto che volevo esprimere non arriva probabilmente per mia incapacità di esprimermi...non è un problema. Cercherò di ampliare il discorso. Mi sembra che oramai si stia parlando di chi è a favore e chi è contro una data cosa. Ripeto io non sono contro la psicoterapia in generale, ma sollevo dubbi legittimi a riguardo. Come ho già citato sopra i punti deboli della psicoterapia -a mio parere- sono diversi compreso l'andare a scavare morbosamente nel passato per modificare il presente. La seduta da uno psicanalista è di qualche ora a settimana (ma che può durare anche 30 anni!!), mentre la vita di tutti i giorni ci aspetta fuori da quella stanza. Durante il giorno siamo consapevoli di quello che pensiamo e proviamo solo per il 5%. Per il 95% della nostra giornata siamo assolutamente inconsapevoli, viviamo nell'incoscienza più assoluta. Facciamo gesti automatici, ci comportiamo allo stesso modo per anni e anni, al posto di agire con coscienza reagiamo alla vita e alle situazioni, siamo abitudinari. Non scegliamo, ma viviamo una meccanicità dettata dai nostri programmi interni. Questo i terapeuti non lo dicono (qualcuno lo dice)....La tradizione orientale (e le tradizioni di tutto il pianeta) ci dicono queste cose da millenni. Ci dicono che basta essere "quà" presenti per vivere e che qualsiasi cosa -volenti o nolenti- scorre nell'esistenza; se vogliamo essere gioiosi dobbiamo stare a quel "ritmo" ed aprirci a quello che "è"...Certo bisogna avere le chiavi per arrivare a comprendere certe cose e lasciarsi andare alla vita. Il fatto è che gli psicoterapeuti (ripeto non tutti) non ti diranno queste cose....non ti diranno di essere più consapevole "ora", in questo istante, e di vivere, anche perchè la terapia entro poche sedute finirebbe. Non ti dicono che se stai nel presente in modo consapevole il passato psichico non esiste....E' tutto in noi...comunque comprendo chi voglia andare da uno psicologo e magari non abbia le giuste "nozioni" filosofiche -citate sopra- (da verificare nella vita) per affidarsi alla vita...Tutto può essere utile se non rientra nel solito meccanismo di abitudine, di dipendenza o "sostituzione", e se è preso come un passaggio di vita....Poi come già ampliamente discusso -da qualcuno- ci sono casi e casi. Ci sono personalità "distrutte" (vedi alcool o droghe) dove la coscienza è completamente annebbiata e che hanno bisogno di un "sostegno" per superare tale fase. Per quanto riguarda l'affidarsi ad "altrui" in qualche modo ho risposto: che cerco di affidarmi alla vita...

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Il fatto è che gli psicoterapeuti (ripeto non tutti) non ti diranno queste cose....non ti diranno di essere più consapevole "ora", in questo istante, e di vivere, anche perchè la terapia entro poche sedute finirebbe.

sarò fortunata io, perché il mio psicoterapeuta me le dice eccome queste cose...peccato che il fatto che qualcuno di sproni a essere consapevole nel presente, non comporta in automatico che tu riesca a farlo...

Non ti dicono che se stai nel presente in modo consapevole il passato psichico non esiste....

su questo punto mi permetto di obiettare...

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sarò fortunata io, perché il mio psicoterapeuta me le dice eccome queste cose...peccato che il fatto che qualcuno di sproni a essere consapevole nel presente, non comporta in automatico che tu riesca a farlo...

su questo punto mi permetto di obiettare...

Questo è un altro discorso...e anche molto lungo. E' un lavoro interiore a tutti gli effetti. Qualcuno diceva "ricordati di te" (la frase può essere interpretata in mille modi però) durante la giornata. Ciò significa osservarsi, rallentare la velocità, cercare di guardare gli automatismi, non rispondere a domande in modo automatico (reazione), scegliere la strada da prender per andare a lavoro...Su un migliaio di cose durante la giornata si può essere consapevoli almeno per un pò. "Ricordarsi di se" significa cercare di esser "li" applicandosi. Nessuno ha detto che all'inizio è facile (non lo è neanche dopo). Ma stai pur sicura che nella consapevolezza (chiamala anche presenza) nulla del passato viene a disturbarti, perchè la "mente" non è sul passato. E quando siamo annebbiati (o non consapevoli) che pensieri ed emozioni (veri e propri fantasmi che alimentiamo continuamente) saltano fuori in modo automatico. A livello psicologico (non mi addentro ora in altri campi) non capiamo che meno diamo forza a certe cose (pensieri ed emozioni negative) più queste svaniscono. Sono illusioni. Il solo osservare un pensiero fa in modo che questo svanisca, perchè non riceve più forza. Noi invece inconsapevolmente (quindi quando non siamo "coscienti" o "svegli") alimentiamo il pensiero che è sorto, con altre associazioni, in modo da alimentarlo ancora più. Creiamo dei veri golem con cui poi ci identifichiamo costantemente....ora mi fermo qua...

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Questo è un altro discorso...e anche molto lungo. E' un lavoro interiore a tutti gli effetti. Qualcuno diceva "ricordati di te" (la frase può essere interpretata in mille modi però) durante la giornata. Ciò significa osservarsi, rallentare la velocità, cercare di guardare gli automatismi, non rispondere a domande in modo automatico (reazione), scegliere la strada da prender per andare a lavoro...Su un migliaio di cose durante la giornata si può essere consapevoli almeno per un pò. "Ricordarsi di se" significa cercare di esser "li" applicandosi. Nessuno ha detto che all'inizio è facile (non lo è neanche dopo).

anche lo psicologo mi da suggerimenti di questo tipo...ma per me è davvero difficile! Mi sembra di non riuscirci mai :D:

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anche lo psicologo mi da suggerimenti di questo tipo...ma per me è davvero difficile! Mi sembra di non riuscirci mai :D:

Non ti abbattere, ma soprattutto non darti giudizi in merito....I giudizi sono quelli della mente che non vuole che tu ti "ricorda di te stessa". Puoi prenderli a volte come esercizi. Si può cercare di "ricordarsi di sè" di tanto in tanto durante la giornata ad esempio. E' una cosa che ovviamente all'inizio deve essere avviata con la volontà, visto che il nostro apparato o Ego, non molla la presa. La nostra personalità tende ad opporsi a questo tipo di processo. Nel quotidiano ci sono migliaia di cose che si possono fare con presenza: ad esempio cucinare, disegnare, mangiare, camminare, ascoltare...Rallentare i gesti è un modo -ad esempio- di rompere una meccanicità sia del corpo che della mente. Tutti noi ad esempio abbiamo un ritmo dettato dalla nostra "macchina"..Proviamo nei momenti in cui possiamo farlo, rallentare questo ritmo. Ad esempio una camminata lentissima (sarebbe il massimo quando "abbiamo fretta"). Stai pur certa che in quei casi -almeno inizialmente- dobbiamo essere presenti...sono solo piccole cose per iniziare. Stai pur certa che situazioni ne troverai moltissime anche senza che qualcuno ti dia spunti....osservazione di se stessi e soprattutto evitare i giudizi interiori...

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Non ti abbattere, ma soprattutto non darti giudizi in merito....I giudizi sono quelli della mente che non vuole che tu ti "ricorda di te stessa". Puoi prenderli a volte come esercizi. Si può cercare di "ricordarsi di sè" di tanto in tanto durante la giornata ad esempio. E' una cosa che ovviamente all'inizio deve essere avviata con la volontà, visto che il nostro apparato o Ego, non molla la presa. La nostra personalità tende ad opporsi a questo tipo di processo. Nel quotidiano ci sono migliaia di cose che si possono fare con presenza: ad esempio cucinare, disegnare, mangiare, camminare, ascoltare...Rallentare i gesti è un modo -ad esempio- di rompere una meccanicità sia del corpo che della mente. Tutti noi ad esempio abbiamo un ritmo dettato dalla nostra "macchina"..Proviamo nei momenti in cui possiamo farlo, rallentare questo ritmo. Ad esempio una camminata lentissima (sarebbe il massimo quando "abbiamo fretta"). Stai pur certa che in quei casi -almeno inizialmente- dobbiamo essere presenti...sono solo piccole cose per iniziare. Stai pur certa che situazioni ne troverai moltissime anche senza che qualcuno ti dia spunti....osservazione di se stessi e soprattutto evitare i giudizi interiori...

questa cosa della camminata lentissima me l'ha detta anche il mio psico, non ci ho ancora provato...

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Io credo che solo un eletto possa permettersi l'ambizione di sentirsi superiore ad un' altra persona.

Esiste il buonsenso, ma questo non lo si impara a scuola, anche un povero analfabeta potrebbe dare consigli migliori di un laureato in psicologia che non abbia buonsenso.

Certo, gli studiosi sono arrivati a comprendere alcuni meccanismi della mente umana, ma ora che hanno sottomano quei pochi dati e cercano di seguire uno schema preordinato, schematizzando e classificando i vari disturbi e profili psicologici, possono fare gravi danni e solo in pochi casi aiutare realmente qualcuno veramente in difficoltà.

So che non sarete d'accordo con me, ma non credo esista nessuno che si possa ritenere all'altezza di un eletto, un essere superiore, ovviamente non intendo come intelletto, bensì come essere.

Ripeto, secondo me ci si può certamente aiutare vicendevolmente tra esseri umani, ma utilizzando solo IL BUON SENSO.

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ho letto con grande interesse questo post e su alcune mi ritrovo in pieno mentre su altre non sono molto d'accordo

prima di tutto non credo che gli psicologi "scavino morbosamente" nel nostro passato come dice TempoFuoriLuogo. credo invece che sia importante andare in alcuni casi a ripercorrere il passato per cercare l'inizio di alcune dinamiche che si sono attivate in un certo punto della nostra vita e che continuano a ripertersi. sono convinta che capire le cause di una cosa possa aiutarci a risolvere la cosa stessa.

non credo neanche che da soli si possa fare un lavoro su se stessi che sia paragonabile a quello che si fa con uno psicoterapeuta non fosse altro percè mancherebbe il confronto con l'altro. lo psicoterapeuta non ti dà delle risposte già pronte, non ti indica la via da seguire nè tanto meno ti dice cosa fare in determinate situazioni perchè siamo NOI che dobbiamo fare tutto questo. credo invece che lo psicoterapeuta possa aiutarci a vedere con più chiarezza quelle che sono le nostre difficoltà. è come se illuminasse la via, ma poi siamo noi che dobbiamo fare il cammino vero e proprio.

per quanto riguarda l'anali e la psicoterapia io non ho ovviamente le conoscenze per dare indicazioni al riguardo, ma sinceramente non credo che l'analizzare i sogni sia una chiara indicazione di analisi. la dottoressa da cui vado è una psicologa e psicoterapeuta che utilizza le tecniche della psicologia analitica junghiana (e quindi lavora molto con i sogni), ma il percorso che stiamo affrontando è quello di una psicoterapia

e cmq la prossima volta che andrò le chiederò di spiegarmi una volta per tutte la differenza tra analisi e psiocoterapia !! :D:

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So che non sarete d'accordo con me, ma non credo esista nessuno che si possa ritenere all'altezza di un eletto, un essere superiore, ovviamente non intendo come intelletto, bensì come essere.

Ripeto, secondo me ci si può certamente aiutare vicendevolmente tra esseri umani, ma utilizzando solo IL BUON SENSO.

nessuno è in contrasto con te... assolutamente d'accordo.

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