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Tu credi alla vita dopo la morte?


mio

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che esistano bambini in africa lo so per letture, per tv, per conoscenza...ma per me non è un fatto vero. So che è vero, ma non ho avuto relazione con loro, l'ho avuta con le informazioni ricevute....posso dire che le informazioni sono vere, con loro ho avuto un rapporto, ma con i bambini dell'africa non ho avuto rapporti, il mio rapporto si limita ad un idea che le informazioni hanno creato.

Il giorno che mi recherò in africa sicuramente avrò una relazione "NUOVA" vera e reale....

Credo di aver capito su cosa non ci incontriamo: tu reputi la tua realtà, l'unica realtà in effetti possibile per te, come assoluta, il vero è quello e basta, mentre per me è relativa. E' il discorso che facevo prima: il fatto che ognuno abbia una propria realtà è sacrosanto, ma quella realtà è vera solo per lui e non per tutti gli altri, che hanno altre realtà, diverse dalle nostre, ma non per questo meno vere.

questo è quello che la tua esperienza, la tua cultura, la tua formazione ti porta a pensare....altri con culture diverse la pensano diversamente....ma per me è sempre falso un pensiero...

dimmi cosa vedi, e se vedi la cosa-

Ma quello che pensi tu della mente, dell'io, non è esso stesso un pensiero?

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Credo di aver capito su cosa non ci incontriamo: tu reputi la tua realtà, l'unica realtà in effetti possibile per te, come assoluta, il vero è quello e basta, mentre per me è relativa. E' il discorso che facevo prima: il fatto che ognuno abbia una propria realtà è sacrosanto, ma quella realtà è vera solo per lui e non per tutti gli altri, che hanno altre realtà, diverse dalle nostre, ma non per questo meno vere.

Allora...

io non faccio considerazioni...osservo.

dier che la tua realtà la reputi....già implica un giudizio e usciamo dall'analisi oggettiva...

cio che tu vivi è un rapporto con l'ambiete che ti circonda, quello è l'unica cosa vera a cui hai accesso.

Tra le cose vere ci sono i pensieri (veri come pensieri) è il rapporto che hai con loro che è una relazione vera.

L'immagine pensata come fatto è un pensiero e non è mai la cosa, il rapporto tu lo hai con l'immagine e non con la cosa che l'immagine rappresenta...

Questa non è un opinione! Hai capito cosa intendo?

Ma quello che pensi tu della mente, dell'io, non è esso stesso un pensiero?

io non penso nulla della mente....(è ovvio che per parlare utilizzo il pensiero) ma non è il pensiero la fonte delle parole che dico. La fonte è l'osservazione. Vedo , sento e ripeto. (in questo caso, ovviamente) C'è un rapporto (l'osservazione) tra me e cio che mi accade, e cio che sono e lo racconto.

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Ma quello che pensi tu della mente, dell'io, non è esso stesso un pensiero?

non è il topic adatto , potremmo aprirne uno....

però è quello su cui spendo più parole...la differenza tra pensiero come mezzo di ragionamento e pensiero come identificativo di "me"...

per parlare , penso.....

ma conta cio che dico.....posso raccontare un fatto o un pensiero....

ovviamente il parlare è lo scambio di "immagini" sotto forma di parole, la parola non è la cosa che rapprente e significa...

però...però,....se nasce da una realtà, e tra i due dialoganti c'è il vivere quella realta e il riconoscerla è vero dialogo...

sarebbe bello introdurre l'argomento "pechè si parla?"....perchè dovrebbe essere per comunicare, per informare..ma di solito è così, a me non pare, osservatevi...e poi ditemi

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dimmi cosa vedi, e se vedi la cosa-

,...

vedi impa...

per chiarire dico, dimmi cosa vedi non cosa pensi a riguardo....

ossia la fonte è la tua osservazione, non l'idea che ti sei fatta.... :air_kiss:

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Allora...

io non faccio considerazioni...osservo.

dier che la tua realtà la reputi....già implica un giudizio e usciamo dall'analisi oggettiva...

cio che tu vivi è un rapporto con l'ambiete che ti circonda, quello è l'unica cosa vera a cui hai accesso.

Tra le cose vere ci sono i pensieri (veri come pensieri) è il rapporto che hai con loro che è una relazione vera.

L'immagine pensata come fatto è un pensiero e non è mai la cosa, il rapporto tu lo hai con l'immagine e non con la cosa che l'immagine rappresenta...

Questa non è un opinione! Hai capito cosa intendo?

Si, ho capito, ma quello che non capisco è come si possa riuscire ad avere un rapporto diretto con qualcosa senza passare per i sensi ed il pensiero, visto che le cose le percepiamo con la vista, l'udito, ecc. e poi le elaboriamo col cervello, che indubbiamente ci crea delle immagini che non corrispondono alla cosa reale, ma è l'unico mezzo che abbiamo, non possediamo un organo che ci possa far saltare questi passaggi e porci in rapporto diretto con qualcosa.

Mi sono spiegata? :icon_confused:

io non penso nulla della mente....(è ovvio che per parlare utilizzo il pensiero) ma non è il pensiero la fonte delle parole che dico. La fonte è l'osservazione. Vedo , sento e ripeto. (in questo caso, ovviamente) C'è un rapporto (l'osservazione) tra me e cio che mi accade, e cio che sono e lo racconto.

Non è il pensiero la fonte delle parole, giustissimo, perchè sono le parole la fonte del pensiero. Hai mai provato a pensare senza parole? Prova a pensare qualcosa in cinese... non ci riesci. E' lo stesso motivo, si pensa, per cui non ci ricordiamo quasi nulla della nostra infanzia fino ai 3 anni: perchè non parliamo, non bene almeno, e quindi non possiamo fissare nella memoria conscia le cose con il pensiero cosciente, quello che elabora con le parole.

Di conseguenza, il rapporto che dici c'è: osserviamo con i sensi, elaboriamo col cervello, fissiamo nella memoria col cervello e raccontiamo con le parole, che producono pensiero. Quindi credo che il rapporto sia dato da tutto e non solo dall'osservazione, perchè se ti limiti ad osservare senza far intervenire altro di te, non ti rimane niente, perchè non memorizzi, non elabori e non prendi coscienza.

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Si, ho capito, ma quello che non capisco è come si possa riuscire ad avere un rapporto diretto con qualcosa senza passare per i sensi ed il pensiero, visto che le cose le percepiamo con la vista, l'udito, ecc. e poi le elaboriamo col cervello, che indubbiamente ci crea delle immagini che non corrispondono alla cosa reale, ma è l'unico mezzo che abbiamo, non possediamo un organo che ci possa far saltare questi passaggi e porci in rapporto diretto con qualcosa.

Mi sono spiegata? :icon_confused:

benissimo...

ma rileggiti...dici

.Si, ho capito, ma quello che non capisco è come si possa riuscire ad avere un rapporto diretto con qualcosa senza passare per i sensi ed il pensiero, visto che le cose le percepiamo con la vista, l'udito, ecc. e poi le elaboriamo col cervello

e quel poi.....l'attimo è adesso non poi.

quando elabori è passato e compromesso dal contenuto....

l'organo c'è è la mente, ma va prima liberata....

bella metafora la trovi nelle storielle ZEN...quella del thè....non so se la conosci.

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Non è il pensiero la fonte delle parole, giustissimo, perchè sono le parole la fonte del pensiero. Hai mai provato a pensare senza parole? Prova a pensare qualcosa in cinese... non ci riesci. E' lo stesso motivo, si pensa, per cui non ci ricordiamo quasi nulla della nostra infanzia fino ai 3 anni: perchè non parliamo, non bene almeno, e quindi non possiamo fissare nella memoria conscia le cose con il pensiero cosciente, quello che elabora con le parole.

Di conseguenza, il rapporto che dici c'è: osserviamo con i sensi, elaboriamo col cervello, fissiamo nella memoria col cervello e raccontiamo con le parole, che producono pensiero. Quindi credo che il rapporto sia dato da tutto e non solo dall'osservazione, perchè se ti limiti ad osservare senza far intervenire altro di te, non ti rimane niente, perchè non memorizzi, non elabori e non prendi coscienza.

la parola , il denominare.....la metafora della mela di adamo...la mela della conoscenza che porta alla perdizione e il Gesù che dice tornate bambini per entrare nel regno....ed è quello che intende....vivere non identificati....

perchè un bambino pensa elabora, semplicemente non si identifica, non ha immagine di se...

il rapporto c'è cambiano i soggetti...

uomo-fatto

uomo-pensiero

nell'adesso c'è tutto e chi lo trovo non elabora dopo.....io sono cio che è stato non ho bisogno di rielabolarlo ogni volta....

in realtà è molto più semplice farlo che spiegarlo....

daltronde devi smettere di fare, non fare qualcosa di nuovo.

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la parola , il denominare.....la metafora della mela di adamo...la mela della conoscenza che porta alla perdizione e il Gesù che dice tornate bambini per entrare nel regno....ed è quello che intende....vivere non identificati....

perchè un bambino pensa elabora, semplicemente non si identifica, non ha immagine di se...

il rapporto c'è cambiano i soggetti...

uomo-fatto

uomo-pensiero

nell'adesso c'è tutto e chi lo trovo non elabora dopo.....io sono cio che è stato non ho bisogno di rielabolarlo ogni volta....

in realtà è molto più semplice farlo che spiegarlo....

daltronde devi smettere di fare, non fare qualcosa di nuovo.

Io credo che tu pensi di fare qualcosa che in realtà non fai, perchè credimi, è biologicamente impossibile fare ciò che dici: abbiamo un organismo che non ce lo permette. Non sei tu che decidi di rielaborare, lo fai e basta, anche senza rendertene conto. Se così non fosse, ci saremmo estinti alla prima competizione con altre forme di vita.

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Io credo che tu pensi di fare qualcosa che in realtà non fai, perchè credimi, è biologicamente impossibile fare ciò che dici: abbiamo un organismo che non ce lo permette. Non sei tu che decidi di rielaborare, lo fai e basta, anche senza rendertene conto. Se così non fosse, ci saremmo estinti alla prima competizione con altre forme di vita.

vedi, l'elaborazione successiva è ovvia, scontata e direi quasi obbligata....ma puoi vederla come tale o identificarti con il pensatore che elabora.....e non c'è nessun pensatore....è l'attenzione all'azione ce fa si che sia determinante o insignificante....Io dopo che un attimo è passato non devo rielabolarlo per ricordarlo, anzi ti irò rielaborare falsa l'esperienza nei ricordi...

vivere l'adesso fa si che tale processo sia quasi insignificante ....mentre di solito noi siamo identificazione, noi sia la rielabolazione in continuo....il che non permette l'adesso....

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vedi, l'elaborazione successiva è ovvia, scontata e direi quasi obbligata....ma puoi vederla come tale o identificarti con il pensatore che elabora.....e non c'è nessun pensatore....è l'attenzione all'azione ce fa si che sia determinante o insignificante....Io dopo che un attimo è passato non devo rielabolarlo per ricordarlo, anzi ti irò rielaborare falsa l'esperienza nei ricordi...

vivere l'adesso fa si che tale processo sia quasi insignificante ....mentre di solito noi siamo identificazione, noi sia la rielabolazione in continuo....il che non permette l'adesso....

Forse stiamo parlando di due rielaborazioni diverse: tu parli di una rielaborazione conscia, che ti fa analizzare e rivivere ciò che è passato e sono d'accordo che quello che ricordi successivamente a questo passaggio sia falsato; io invece parlo della rielaborazione istantanea, inconscia, che analizza ma lo fa a livello di attimo e soprattutto inconsciamente... a questa non si scappa, non puoi dire di non farla perchè altrimenti non saresti neanche in grado di parlare o scrivere quello che stai dicendo. E, per me, anche questa rielaborazione falsa l'adesso, per cui credo sia impossibile percepire un adesso oggettivo, ma solo uno soggettivo.

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  • 11 months later...
dovremmo primo definire cosa è vivo e cosa ipoteticamente muore , perchè qui è il nocciolo di tutto....

se non sappiamo cosa siamo come possiamo sapere cosa e chi dovrebbe vivere dopo la morte....

di certo il mio cervello si decompone e con esso tutti i pensieri, identificazioni , ricordi ecc,.....dunque quello che personalmente definisco "ego" smette....

di certo morendo il cervello muore la capacità di avere sensazioni, di percepire....

di certo il corpo si trasforma non potendo sparire la materia cambia forma....

dunque la vita come vita-materia, dei tessuti, della carne e delle ossa continua il processo di trasformazione in moto dalla notte dei tempi

ma la domanda resta "io cosa sono" e solo dopo posso chiedermi se morirò, se ci sarà vita dopo la cessazione del funzionamento del corpo...ecc...ecc...

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"non volle vivere chi non vuole morire"

(Seneca, Lettere a Lucilio, libro IV,30)

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io sono la morte,

di voi signora e padrona.

finirete tutti a fertilizzare i campi

dopo che il contratto con i

commencianti edili dei campi silenziosi

sara' terminato.

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Brancaleone è di nuovo in viaggio con la sua banda di straccioni. Questa volta è diretto in Terra Santa, alla conquista del Santo Sepolcro. Improvvisamente Brancaleone e i suoi, fedeli al Papa Gregorio VII, vengono attaccati dai soldati seguaci dell'antipapa Clemente III: si salvano solo quattro persone e lui, il quale, disonorato per non essere morto in battaglia, invoca la Morte che gli si palesa. Brancaleone, spaventato dall'apparizione, le chiede una proroga, per avere il tempo di compiere una gloriosa impresa, che gli viene eccezionalmente concessa.

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Io credo alla vita

Io credo alla morte

Se la vita non ha cognizione dell'essere se stessi e del passato....tutto è possibile...........

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  • 2 months later...
 

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