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Ma è un non potere o un non volere? Ovvero, qualora il fatto di non parlarne produca per sé dei benefici si traduce in volontà non in imposizione … sono un po’ confusa :icon_confused:

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A priori, direi solo un essere impossibilitati (includendoci anche il caso in cui si può parlare ma le parole cadono sistematicamente nel vuoto).

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Di perché ognuno ha il suo, o più spesso più d'uno... magari a volte basta chiedere e lo dicono (esempio).

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Nel senso che non ci vedi una logica?

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Una logica difensiva, a me pare abbastanza evidente.

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guarda che non volevo offenderlo, porello... :icon_confused: solo che non ti seguo, non capisco... difendersi da che o da chi? Ho letto anche il messaggio dopo e ho capito ancora meno :Confused:

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Scusa, forse ho capito male... io parlavo della logica dell'interdizione della comunicazione.

Tu quando dicevi che razionalmente non ha molto senso a cosa ti riferivi?

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all' auto-interdizione nella comunicazione. Ho capito che è una questione difensiva ma in difesa di chi? come? Non afferro... Abbi pazienza :icon_confused:

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Di se stessi, direi. :huh: Difesa preventiva ("chi si fa li caz.zi sua...").

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Se non c'ha a bordo Keanu Reaves eSandra Bullock è fottuto. :mellow:

ok, allora bisognerebbe ingaggiare questi. :wacko:

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... e questo spiegherebbe il dilagante uso di psicofarmaci :mellow:

... quando ascoltandola meglio, potrebbe suggerire l'uso di qualcos'altro:

(appunto... della parola... :mellow: )

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allora, ricapitolando… :sweat:

L’ impossibilità di comunicare è una delle possibili cause o concause che al di là della questione responsabilità, che non ci frega più di tanto, possono influire in maniera decisiva sulla qualità della vita lavorativa fino alle sue estreme conseguenze. Detto ciò, alla base di questa mancanza di dialogo vi sono delle motivazioni soggettive che per genericità non ci è dato di sapere, perché chiaramente sarebbe impossibile valutarle caso per caso. Tuttavia, riguardo al campione esaminato :mellow: , risulta che la causa potrebbe richiamare una difesa preventiva di se stessi nell’ attesa che un infelice evento, quale il verosimile approssimarsi della perdita del posto di lavoro, venga scongiurato da Keanu Reeves e Sandra Bullock. In alternativa, Mary Poppins, la quale oltre a consigliare un massiccio impiego di psicofarmaci sin dall’ infanzia, suggerisce anche il caratteristico e insolito uso di “parole” . Peccato che anche lei non sappia dirci come.

:help:

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vi sono delle motivazioni soggettive che per genericità non ci è dato di sapere, perché chiaramente sarebbe impossibile valutarle caso per caso

... che non vuol dire che caso per caso non ci sia dato di sapere.

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Peccato che anche lei non sappia dirci come.

Perché "come?" e non ad esempio... "quando?".

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Perché "come?" e non ad esempio... "quando?".

perchè arrivati a questo punto sembra più difficile stabilire come, per il quando potrebbe semplicemente essere "quando ce ne è bisogno".

Poi se il presupposto è "tanto non c' è nessuno che ti ascolta e allora tanto vale..." allora non esiste come... :icon_confused:

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perchè arrivati a questo punto sembra più difficile stabilire come, per il quando potrebbe semplicemente essere "quando ce ne è bisogno".

Beh, anche per il come potrebbe essere semplicemente "in modo che si capisca".

Oppure, perché "come?" e "quando?" e non "dove?"?

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sono tutte domande plausibilissime...

... e la risposta è già scritta, sinteticamente concreta ed efficace come una firma… :db:

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Si, plausibilissime, ma... ci sono situazioni nelle quali "come?" perde un po' di importanza rispetto alle altre,

e più ne perde, più se ne attribuisce. A volte le cose vanno dette, non importa come, purché le si dicano.

Ce ne sono altre utili... ad esempio "a chi?".

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sono d' accordo ma mi sono dovuta soffermare sul come dato che sembra siano tutti colpiti da un' irrimediabile afasia... :unknw:

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