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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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provo a fare un riepilogo generale di quel che penso di tutto quello che avete scritto:

Io credo che ogni rapporto terapeutico sia unico, e ci sono diversi fattori che lo determinano:

- sicuramente il lato caratteriale del paziente, forse molti non saranno d'accordo ma, io credo fermamente che lo psi si regoli anche in base a questo nella gestione del suo "affetto" per il paziente!!!

- poi c'è anche l'aspetto caratteriale del terapeuta che nessuno cita però insomma io credo che lo psi se è vero che deve essere comunque sè stessa all'interno del setting, per poter essere vero e sentito, è anche vero che porterà il suo modo di essere, quindi se si tratta di una persona poco espensiva, inutile sognarsi abbracci e carezze ma comuneu dimostrerà il suo affetto in un altro modo...

-mettiamoci anche l'empatia, qui alcune di voi parlano di "rapporto speciale", cosa a cui io credo (e invidio pure un pò!), quindi l'empatia non è una cosa standart, ci può essere maggiore o minore empatia e anche questo può influire....

Ovviamente non considerando i casi in cui lo psi sia molto rigido (ma non in quanto a gesti ma proprio in quanto a entrare in contatto con il paziente), troppo attento alle regole e poco ai bisogni del paziente, i casi in cui lo psi non sa contenere il suo controtransfert e i casi di colore che approfittano del loro lavoro per fare i porci con le pazienti!!!!

Questi sono psi che era meglio facessero un altro mestiere....ma ovviamente poi il confine fra questi e quelli "bravi" è molto labile....

Considerando questi particolari (e sicuramente altre variabili ancora) è difficile dire cosa sia ortodosso e cosa no, è difficile dire se uno psi sia affttuoso allo stesso modo con tutti i suoi pazienti, è difficile dire quale psi sia più bravo di un altro, piuttosto il metro dovrebbe essere quanto il paziente si senta a suo agio, quanto il paziente entri in vera empatia con lo psi (perchè può anche essere che non c'è proprio questa empatia, quindi si va oltre!!!) e soprattutto quanto il paziente sente che la terapia gli faccia bene!!! Sia utile!!!

Pensando (e ripensando) alla mia psi mi sono posta delle immagini mentali di lei che per esempio mi abbraccia o mi accarezzi o mi prenda il viso fra le mani o mi dica che le posso mordere la mano...ecco se ci penso ho un forte senso di disagio, la verità è che io non sono pronta per certe cose, anche se vi leggo con grande invidia!!!!

Il "tu" invece è un altro discorso, quello invece non mi creerebbe problemi....probabilmente un giorno glielo chiederò io a lei di abbracciarmi e forse sarà una grande conquista...ma sono felice che lei non mi ponga tutte queste cose su un piatto d'argento, altrimenti rischierei di "ingabbiarmi" (uso il termine molto significativo di euridice) in un rapporto "facile" da cui però non vorrei mai uscirne....

Riguarod a lilith là, purtroppo però, nel modo in cui lei racconta, ci vedo qualcosa di diverso....(posso sbagliarmi ma qui si scrive per avere delle risposte sincere e bisogna anche saperle prendere per quello che sono: pareri!!!), è come se lei in qualche modo raccontasse quegli episodi proprio perchè sente che qualcosa non va....anche se nello stesso tempo ne è così attratta che sembra vantarsene (come non comprenderla)!!!! Oppure si sta inventando tutto e forse sarebbe più auspicabile....

A quanto ho capito è una ragazzina e il dottore sa che è in pino transfert....bhè secondo me e ripeto secondo me, dovrebbe proprio per questo mantenere le distanze....farle comprendere quali sono i limiti....

Poi magari lei esagera solo il racconto e quindi è diverso....

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zazà: Anche Enzo era neuropsichiatra, trovatosi di fronte a certi miei malesseri psicofisici, a scanso di equivoci mi prescrisse una serie di analisi da fare, di carattere generale, anche un elettroencefalogramma, giusto per indagare....cmq non usci fuori nulla di strano, dipendeva tutto dalla mia testa maledetta!

Non aggiungo altro

Era un outsider.

:icon_surprised:

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io volevo aggiungere che l'ex psi di zazà mi sembra davvero speciale....a parte quello di juditta per il quale ho un piccolo transfert :Whistle::ph34r: anch'io!!!!

Ma io credo che gli outsider lo siano anche nella vita....non lo si può essere solo in terapia...quindi influisce comunque il loro modo di essere....l'importante però è che lì dentro a quella stanza portino ciò che sono, quello si sente!!!! Con abbracci o senza!!!!

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Ospite sea

Io vi racconto, allora, che sono andata molto tempo fa in seduta a dire che lo psi di Tizia, Caia e Sempronia era meglio, moolto meglio...

E a sindacare sul perchè lui mi buttava fuori subito.

al che non vi dico la risposta bruciante.

E vi ho detto tutto.

Il forum in seduta. Roba da matti! :D:

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secondo me leggere questi pensieri è come fare un seminario su come il paziente vive la psicoterapia

Io sto capendo un sacco di cose leggendo gli interventi...

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Ospite sea

Colludere che vuol dire: qualcuno sa che significa, per caso?

Euridice, forse tu?

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Non l'ho mai capito benissimo ma è il contrario della regola della frustrazione, da quello che ho capito è quando

il terapeuta appunto collude con i meccanismi difensivi del paziente e gli asseconda i desideri (ad eccezione di unico desiderio che lo ha spinto alla richiesta di aiuto, quello di conoscersi meglio e di prendere contatto con sè stesso) ostacolando il processo di guarigione

ohma mi hai preso di mira :icon_surprised:

lo so lo so io innervosisco, irrito e snervo, stai colludendo con me :icon_surprised:

grazie grazie è quello che volevo

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dipende da COME lo si fa, dal clima che si instaura.

Quello che ha descritto Lilyth è inquietante.

Ma quello che è ancor più inquietante è che Lylith, tu, ne sei compiaciuta.

O no?

per rispondere a quello che dici dopo è il clima che Lilyth ha descritto che ha mi ha inquietato, non la visita in se...

in che lingua lo devo scrivere affinchè si capisca?

e aggiungo che può essere benissimo che quel clima sia stato "percepito", mentre in realtà lo psi di Lilyth è super-corretto.

ma a quel punto, la bravura di uno psi non sta anche nel capire il paziente che ha di fronte e nel comportarsi di conseguenza?

il mio psi è molto "fisico" mi da carezze, baci sul viso...ma ha di fronte una paziente che non "fraintende" nulla. il clima che c'è quando mi da una carezza è assolutamente "pulito". io sento la sua tranquillità e la sua pulizia.

Lilyth ci racconta di sentire tutt'altro. e io non ci credo che un bravo psicoterapeuta non percepisce l'ambiguità con cui una paziente vive la situazione...

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Non l'ho mai capito benissimo ma è il contrario della regola della frustrazione, da quello che ho capito è quando

il terapeuta appunto collude con i meccanismi difensivi del paziente e gli asseconda i desideri ostacolando il processo di guarigione

ohma mi hai preso di mira :icon_surprised:

io innervosisco, irrito e snervo, stai colludendo con me :icon_surprised:

è quello che volevo dire io senza avere preparazione teorica.

dai racconti di Lilyth si percepisce questo!

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Ospite sea
Non l'ho mai capito benissimo ma è il contrario della regola della frustrazione, da quello che ho capito è quando

il terapeuta appunto collude con i meccanismi difensivi del paziente e gli asseconda i desideri ostacolando il processo di guarigione

ohma mi hai preso di mira :icon_surprised:

io innervosisco, irrito e snervo, stai colludendo con me :icon_surprised:

Hai ragione, ti ho preso di mira perchè mi son fatta il film che tu "sappia".

Scusami.

Anch'io irrito e snervo.

Colludiamo pure... :Batting Eyelashes:

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L'unico desiderio che secondo Semi è accettabile in terapia è il seguente:

L'eccezione di frustrare i desideri si fa solo per il desiderio che ha spinto il paziente a fare la richiesta d'aiuto, avere un'opinione più chiara di sè

Io comunque non so un xxxx...e pià vado avanti più mi rendo conto che non ho capito un xxxx

sea COLLUDIMI TUTTA......AHHHH

t'immagini entro nell'antro di merlino ed esordisco così...

MI COLLUDA TUTTA....FACCIA DI ME OGNI COLLUSIONE CHE VUOLE... :icon_surprised:

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si, è soggettiva la sensazione di chi riceve eventuali contatti fisici.

Per esempio Judi li accoglie con serenità.

Non concepirei un abbraccio, un bacio ogni seduta, la testa fra le mani, le carezze...

non mi prenderebbe bene...non lo capisco, è fuori dalla mia portata,

eppure è usuale, leggo, e perfettamente contemplato.

vivendo sempre in mezzo ai medici, pur essendo fobica, so distinguere fra un'amica o un amico o un marito che ti abbraccia ( si vabbè quelli sono ricordi :(: ), ti fa una coccola, un buffetto, ti tiene la mano in montagna, ti accarezza i capelli,

e quando ti afferra un polpaccio perchè hai un crampo...

è proprio diverso.

stavo pensando. Se avessi una crisi d'ansia...

basterebbero le parole, la sua fermezza, che sento come partecipazione umana senza coinvolgimento.

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per rispondere a quello che dici dopo è il clima che Lilyth ha descritto che ha mi ha inquietato, non la visita in se...

in che lingua lo devo scrivere affinchè si capisca?

e aggiungo che può essere benissimo che quel clima sia stato "percepito", mentre in realtà lo psi di Lilyth è super-corretto.

ma a quel punto, la bravura di uno psi non sta anche nel capire il paziente che ha di fronte e nel comportarsi di conseguenza?

il mio psi è molto "fisico" mi da carezze, baci sul viso...ma ha di fronte una paziente che non "fraintende" nulla. il clima che c'è quando mi da una carezza è assolutamente "pulito". io sento la sua tranquillità e la sua pulizia.

Lilyth ci racconta di sentire tutt'altro. e io non ci credo che un bravo psicoterapeuta non percepisce l'ambiguità con cui una paziente vive la situazione...

un bravo psicoterapeuta capisce questo e altro, molto di più...

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P.S. Ho avuto un attacco di panico in seduta, qualche tempo fa: lui mi ha contemplata per tutto il tempo, senza neppure alzarsi dalla sedia e chiedendomi solo, con la consueta calma distaccata, se avevo con me l'ansiolitico.

così è dura però... l'avrei vissuta male, soprattutto il fatto di non dire nulla... e tu?

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Mi sono seduta (perchè l'istinto era stato di alzarmi per uscire da quella stanza stretta ed uscire fuori in strada) e ho pensato: "c'è lui: non può succedermi nulla". Dopo dieci minuti ero sposatissima, ma era passato.

si, ti capisco. E' grandioso, questo. :):

Una persona cara si affannerebbe, vuoi bere acqua, distenditi, respira forte, ti abbraccio, usciamo,

cosa vuoi fare?

e tu che cavolo ne sai di quello che vuoi o puoi fare..

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ragassuole io vado a combinare qualcosa che oggi non ho studiato per niente...un bacino

pensiero autistico of the day:

come sarebbe bello essere amata per quella che sono, mi sa che è tanto difficile...

margherita: c'è lui: non può succedermi nulla". Dopo dieci minuti ero spoSatissima, ma era passato.

bello!

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Mi sono seduta (perchè l'istinto era stato di alzarmi per uscire da quella stanza stretta ed uscire fuori in strada) e ho pensato: "c'è lui: non può succedermi nulla". Dopo dieci minuti ero sposatissima, ma era passato.

bello!

ahah... se non è un lapsus questo!

buono studio!

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Ciao a tutti!

Innanzitutto vi ringrazio per le vostre opinioni, i vostri consigli, i vostri pareri. Voglio però mettere in chiaro che non ho esagerato i miei racconti, mi limito a riferirvi quei momenti 'particolari' delle mie sedute proprio perché sono quelli che, in positivo o in negativo, mi turbano di più. Sulla terapia non ho nulla da obiettare, perché mi soddisfa molto, mi sta dando una capacità di autoanalisi a me prima sconosciuta, mi sta facendo capire molte cose sul mio comportamento e sulle dinamiche della mia psiche. Deduco quindi che lo psi stia facendo un buon lavoro.

L'unica cosa è che non riesco ancora a liberarmi da quella sensazione di inquietudine che ho provato quando l'ho conosciuto, e continuo tutt'ora a fare sogni in cui lui è distante, freddo e menefreghista. Mi vorrei tanto fidare, eppure c'è qualcosa che ancora non mi convince, come questo doppio lavoro e la sua ambiguità (in seduta e non). Per quanto sia già affezionata a lui, avverto 'a pelle' che qualche cosa non mi convince, e tutto questo erotismo (o presunto tale) non fa altro che alimentare i miei dubbi. Non so neanche io se desidero farmelo, o se a quel punto sarei spaventata e mi tirerei indietro.

Certo, le sue allusioni mi fanno piacere, perché sono pur sempre una donna che ama i complimenti, le attenzioni degli uomini: come negarlo? Insomma, non so fino a che punto questo sia finalizzato alla terapia, e già il fatto che abbia sensazioni negative al riguardo non è un buon segno..

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provo a fare un riepilogo generale di quel che penso di tutto quello che avete scritto:

Io credo che ogni rapporto terapeutico sia unico, e ci sono diversi fattori che lo determinano:

- sicuramente il lato caratteriale del paziente, forse molti non saranno d'accordo ma, io credo fermamente che lo psi si regoli anche in base a questo nella gestione del suo "affetto" per il paziente!!!

- poi c'è anche l'aspetto caratteriale del terapeuta che nessuno cita però insomma io credo che lo psi se è vero che deve essere comunque sè stessa all'interno del setting, per poter essere vero e sentito, è anche vero che porterà il suo modo di essere, quindi se si tratta di una persona poco espensiva, inutile sognarsi abbracci e carezze ma comuneu dimostrerà il suo affetto in un altro modo...

-mettiamoci anche l'empatia, qui alcune di voi parlano di "rapporto speciale", cosa a cui io credo (e invidio pure un pò!), quindi l'empatia non è una cosa standart, ci può essere maggiore o minore empatia e anche questo può influire....

Sono completamente d'accordo con te. In particolare, sull'aspetto caratteriale dell'analista vorrei dire che infatti sto maturando l'idea che Ric non sia particolarmente espansivo, lo vedo come l'uomo classico che difficilmente mostra i suoi sentimenti, comunque riesco a vedere la sua benevolenza semplicemente nei suoi sorrisi e in fondo mi accontento di questo.

Pensando (e ripensando) alla mia psi mi sono posta delle immagini mentali di lei che per esempio mi abbraccia o mi accarezzi o mi prenda il viso fra le mani o mi dica che le posso mordere la mano...ecco se ci penso ho un forte senso di disagio, la verità è che io non sono pronta per certe cose, anche se vi leggo con grande invidia!!!!

Il "tu" invece è un altro discorso, quello invece non mi creerebbe problemi....probabilmente un giorno glielo chiederò io a lei di abbracciarmi e forse sarà una grande conquista...ma sono felice che lei non mi ponga tutte queste cose su un piatto d'argento, altrimenti rischierei di "ingabbiarmi" (uso il termine molto significativo di euridice) in un rapporto "facile" da cui però non vorrei mai uscirne....

Anch'io sono convinta che non vadano poste su un piatto d'argento. Devi essere tu, paziente, a chiederle, a desiderarle e ad essere anche pronta a qualsiasi tipo di risposta.

Però vorrei anche farti notare una cosa. Non è che perchè temi la dipendenza poi la aggiri cosi semplicemente negando a priori certi desideri. Se abbiamo timore di ingabbiarci, probabilmente siamo già ingabbiate, già sappiamo di essere tendenzialmente delle persone dipendenti. E allora forse la relazione terapeutica è veramente l'occasione per trasformare un rapporto di dipendenza in un rapporto paritario, io dico che si guarisce attraverso la relazione. Se dovessi dare una definizione del rapporto terapeutico con enzo direi che è stato "mazze e panelle (fanno e' figli belle)".

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La penso esattamente come lo scritto postato da zazà, per me la relazione terapeutica è così

e non può essere altrimenti, come faccio a parlare delle mie parti più profonde e triviali con l'umanità di mezzo...

A me succedeva esattamente il contrario: avevo bisogno di umanità, vicinanza e affetto per mostrare e vedere io per prima tutta la mia profondità.

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io volevo aggiungere che l'ex psi di zazà mi sembra davvero speciale....a parte quello di juditta per il quale ho un piccolo transfert :Whistle::ph34r: anch'io!!!!

Ma io credo che gli outsider lo siano anche nella vita....non lo si può essere solo in terapia...quindi influisce comunque il loro modo di essere....l'importante però è che lì dentro a quella stanza portino ciò che sono, quello si sente!!!! Con abbracci o senza!!!!

Ma infatti era proprio cosi, ho avuto modo di vedere enzo 4 o 5 volte al di fuori della terapia ed era esattamente identico a se stesso!

A me trasmetteva proprio un'idea di trasparenza!

Poi mi hai fatto ricordare che diceva che la gente non credeva che lui fosse cosi. Gli dicevano: "tu lo fai apposta ad essere così". Credo alludendo ad una sua certa schiettezza a tratti anche brutale per qualcuno o un fare provocatorio che però non era assolutamente fine a se stesso.

Ma si vedeva chiaramente che sostanzialmente era un uomo mite...era scomodo, perchè diceva le cose in faccia, ma era pacifico.

P.s: mi sa che devo andarmi a leggere un po' di pagine passate.....anch'io mi voglio innamorare dello psi di Juditta :muttley:

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Mi sono seduta (perchè l'istinto era stato di alzarmi per uscire da quella stanza stretta ed uscire fuori in strada) e ho pensato: "c'è lui: non può succedermi nulla". Dopo dieci minuti ero sposatissima, ma era passato.

è un lapsus fantastico....quante cose racchiude!!!! :): mi viene di mandarti un abbraccio!!! :abbr: (vedi come sono espansiva con lo schermi davanti???? :Raised Eyebrow: )

Ciao a tutti!

Innanzitutto vi ringrazio per le vostre opinioni, i vostri consigli, i vostri pareri. Voglio però mettere in chiaro che non ho esagerato i miei racconti, mi limito a riferirvi quei momenti 'particolari' delle mie sedute proprio perché sono quelli che, in positivo o in negativo, mi turbano di più. Sulla terapia non ho nulla da obiettare, perché mi soddisfa molto, mi sta dando una capacità di autoanalisi a me prima sconosciuta, mi sta facendo capire molte cose sul mio comportamento e sulle dinamiche della mia psiche. Deduco quindi che lo psi stia facendo un buon lavoro.

L'unica cosa è che non riesco ancora a liberarmi da quella sensazione di inquietudine che ho provato quando l'ho conosciuto, e continuo tutt'ora a fare sogni in cui lui è distante, freddo e menefreghista. Mi vorrei tanto fidare, eppure c'è qualcosa che ancora non mi convince, come questo doppio lavoro e la sua ambiguità (in seduta e non). Per quanto sia già affezionata a lui, avverto 'a pelle' che qualche cosa non mi convince, e tutto questo erotismo (o presunto tale) non fa altro che alimentare i miei dubbi. Non so neanche io se desidero farmelo, o se a quel punto sarei spaventata e mi tirerei indietro.

Certo, le sue allusioni mi fanno piacere, perché sono pur sempre una donna che ama i complimenti, le attenzioni degli uomini: come negarlo? Insomma, non so fino a che punto questo sia finalizzato alla terapia, e già il fatto che abbia sensazioni negative al riguardo non è un buon segno..

Lilith non abbandonare mai quelche senti, tienitelo stretto e parlargliene quanto più puoi....io credo che essere un buon terapeuta non è necessariamente contrastante con il fare il marpione!!! Però tu tieni gli occhi ben aperti...e considera anche che all'inizio è bellissimo per tutti...la consapevolezza di se stessi....certo...il problema è quando hai sparato tutte le cartucce...e devi cominciare a pescare nell'inconscio....questo per dirti che che non devi fidarti solo di questo aspetto (che la terapia sembra dare dei frutti), fidati innanzitutto di ciò che senti....

comunque volevo dirti che non c'era nessun giudizio in quello che ti è stato detto, solo un'opinione senza indorare la pillola, proprio perchè è giusto per te avere tutti i pareri possibili...poi tanto sei tu a decidere della tua vita!!!! Mi raccomando non buttarti via, per un gesto di attenzione....tu puoi avere molto di più da te stessa....

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