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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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:21::21:

era una scala di marmo, però.

Sarà un tarlo che mangia pesante.. :Batting Eyelashes:

Scherzi a parte, hai mai pensato che i sogni potrebbero essere il momento in cui interpreti invece che qualcosa da interpretare?

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ciao ragazze, vi saluto di volata da un internet point...talmente di volata che ho letto solo di sfuggita i messaggi, per cui non lascio commenti. mancherò ancora qualche giorno, quest'anno vacanze lunghe. come primo bilancio devo dire che quest'anno è andata decisamente meglio dell'anno scorso, il fatto di essere in compagnia ha aiutato, ma a parte quello, ero proprio io a essere sottoterra... nonostante quat'anno non ci siano stati grossi cambiamenti nella mia vita, il mio stato d'animo è migliore...direi che è un passo avanti anche questo, no?

a presto.

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ciao ragazze, vi saluto di volata da un internet point...talmente di volata che ho letto solo di sfuggita i messaggi, per cui non lascio commenti. mancherò ancora qualche giorno, quest'anno vacanze lunghe. come primo bilancio devo dire che quest'anno è andata decisamente meglio dell'anno scorso, il fatto di essere in compagnia ha aiutato, ma a parte quello, ero proprio io a essere sottoterra... nonostante quat'anno non ci siano stati grossi cambiamenti nella mia vita, il mio stato d'animo è migliore...direi che è un passo avanti anche questo, no?

a presto.

Io potrei ricambiare il saluto, ma questo presupporrebbe parlare di cose mooolto intime, che non sono intenzionata a condividere con te. :mellow:

:rflmao:

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Sarà un tarlo che mangia pesante.. :Batting Eyelashes:

Scherzi a parte, hai mai pensato che i sogni potrebbero essere il momento in cui interpreti invece che qualcosa da interpretare?

la mia analista lo ripete spesso che i sogni non si devono interpretare che equivarrebbe a sottoporli a un intervento chirurgico di tipo logico-razionale..mentre i con i sogni rappresentiamo nostre emozioni ricorrendo a immagini simboliche...

una volta mi sono sognata una bambina vestita di bianco che saltellava allegramente lungo un corridoio mentre un'ascia cercava di abbattersi su di lei ..

in analisi ne venne fuori che quello era il mio modo di rappresentare l'emozione di sentirmi aggredita..tra l'altro avevo subito un'aggressione verbale assolutamente gratuita pochi giorni prima..

non so se tu intendevi qualcosa del genere..forse è proprio il verbo "interpretare" ad essere fuorviante.

Quanto alla scalinata: pensare di poter scendere una scalinata con gli sci significa utilizzare strumenti inadeguati e l'inappropriatezza dei mezzi può risultare fatale.

Proprio ultimamente, confrontavo me stessa con una mia ex compagna di classe delle elementari di cui ho ritrovato in internet degli scritti in cui raccontava di aver intrapreso l'analisi a 19 anni. Poi ha fatto filosofia, si è specializzata in psicoanalisi e si è messa a scrivere delle robe molto giuste e interessanti. Mi sono fatta l'idea che lei abbia realizzato se stessa molto più compiutamente di quanto io non sia stata capace. E proseguendo con i confronti sono arrivata alla conclusione che ci sono contesti familiari ( e anche delle botte di c.ulo esistenziali ) capaci di fornire strumenti di crescita ed emancipazione migliori . Io ho sempre sentito che lei aveva qualche marcia in più.

E iniziare un'analisi a 19 anni significa intervenire precocemente a orientare la propria vita.Io, a confronto, mi sento come una che "ha avuto sentore" di quale fosse la via che avrebbe dovuto percorrere ma che ha proceduto col freno a mano tirato: certo c'ho messo del mio ma in parte ciò è dipeso anche da certe arretratezze, presenti nel mio contesto familiare.

la strada della psicoterapia la si può percorrere raggiungendo diversi liveli di consapevolezza e profondità: forse io sto facendo un saltino in avanti rispetto al punto di consapevolezza cui è arrivato il mio parentado (la zia) ma forse non procedo ancora nel modo più appropriato.

E qui arriva il "tarlo" che si annida nell'articolo della dott. precisamente laddove parla del suo "caso clinico".

Quando ho letto l'articolo la prima cosa che ho pensato è che ogni terapeuta ha una sua costruzione teorica, tesse un suo filo che gli serve per ricomporre, grazie a un paradigma, il magma disorganico delle emozioni e dei vissuti dei pazienti.

In questo la psicoterapia può essere un'avventura tanto per l'analista quanto per il paziente quando entrambi, analista e paziente, sono implicati in una creativa ricerca di senso: è il momento delle ipotesi, delle cadute, delle riprese tra incertezze e nuovi slanci fino al conseguimento del traguardo.Quell'articolo mi fa pensare che il coinvolgimento maggiore è stato in concidenza con un paziente che è capitato nel momento giusto della vita professionale della mia analista, quando quella ricerca stava muovendo i suoi primi passi. Io, al massimo, sono una conferma della correttezza di quel costrutto.

Insomma l'analisi è uno strumento che giunge tardi per suscitare entusiasmi

sia nella mia vita che nella vita professionale della mia analista .

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la mia analista lo ripete spesso che i sogni non si devono interpretare che equivarrebbe a sottoporli a un intervento chirurgico di tipo logico-razionale..mentre i con i sogni rappresentiamo nostre emozioni ricorrendo a immagini simboliche...

una volta mi sono sognata una bambina vestita di bianco che saltellava allegramente lungo un corridoio mentre un'ascia cercava di abbattersi su di lei ..

in analisi ne venne fuori che quello era il mio modo di rappresentare l'emozione di sentirmi aggredita..tra l'altro avevo subito un'aggressione verbale assolutamente gratuita pochi giorni prima..

non so se tu intendevi qualcosa del genere..forse è proprio il verbo "interpretare" ad essere fuorviante.

Si, intendevo più o meno quello che ti dice il tuo analista. Il verbo più giusto penso sia "rielaborare", cosa che se

uno già fa mentre sogna (in condizioni mentali più adatte), rifarlo da sveglio sarebbe ridondante e forse anche

fuorviante perché sarebbe una rielaborazione non tanto del materiale da rielaborare (esperienze, stimoli e altro),

ma di una "rielaborazione in corso". Spesso, anzi, di un suo ricordo poco nitido.

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Beh, forse qualche volta ci piacerebbe che le nostre esperienze fossero importanti e coinvolgenti per gli altri, perchè uniche e irripetibili lo sono già.

Il vero tarlo è confrontarsi, secondo me, che è un'operazione coraggiosa, con tutto quello che comporta, di negativo o positivo.

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Si, intendevo più o meno quello che ti dice il tuo analista. Il verbo più giusto penso sia "rielaborare", cosa che se

uno già fa mentre sogna (in condizioni mentali più adatte), rifarlo da sveglio sarebbe ridondante e forse anche

fuorviante perché sarebbe una rielaborazione non tanto del materiale da rielaborare (esperienze, stimoli e altro),

ma di una "rielaborazione in corso". Spesso, anzi, di un suo ricordo poco nitido.

Nei sogni ci sono i nostri istinti primordiali.

Raccontano quello che lo stato di coscienza censura, perchè inaccettabile.

Un conto è quello che racconti del sogno, e un altro è quello che vi si nasconde dietro.

l'analisi dovrebbe aiutare a svelare questo...

ma quant'è scomodo, a volte....

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Io potrei ricambiare il saluto, ma questo presupporrebbe parlare di cose mooolto intime, che non sono intenzionata a condividere con te. :mellow:

:rflmao:

come ti leghi le cose al dito tu non se le lega nessuno... ne hai mai parlato con l'analista?

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sono qui di nuovo di sfuggita... vorrei avere il tempo di commentare ilaria, ma non ce l'ho! quando torno...

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Nei sogni ci sono i nostri istinti primordiali.

Raccontano quello che lo stato di coscienza censura, perchè inaccettabile.

Un conto è quello che racconti del sogno, e un altro è quello che vi si nasconde dietro.

l'analisi dovrebbe aiutare a svelare questo...

ma quant'è scomodo, a volte....

Beh, scomodo... :mellow: dipende da come guardi alla cosa... se cerchi davvero qualcosa dietro, è scomodo

senz'altro visto che cosa si nasconde dietro (e se ci si nasconde qualcosa) non c'è modo di accertarlo...

però per lo stesso motivo è ambito molto comodo per dietrologie.

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sono qui di nuovo di sfuggita... vorrei avere il tempo di commentare ilaria, ma non ce l'ho! quando torno...

aspetto..

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Beh, scomodo... :mellow: dipende da come guardi alla cosa... se cerchi davvero qualcosa dietro, è scomodo

senz'altro visto che cosa si nasconde dietro (e se ci si nasconde qualcosa) non c'è modo di accertarlo...

però per lo stesso motivo è ambito molto comodo per dietrologie.

La ricerca del proprio passato, che tu chiami dietrologia, serve per procurarsi una chiave di lettura, che potrebbe essere anche fuori strada, ma che più è completa di dati, più è probabile si avvicini a una possibile interpretazione corretta.

Questa chiave non è fine a se stessa,( non serve a scoprire le cause, il rapporto causa-effetto), però può aiutare a vivere IL PRESENTE in maniera più serena e consapevole.

L'analisi è speculazione intellettuale, come diceva Jung.

Non è una psicoterapia.

Quest'ultima si pone obiettivi, risultati perseguibili.

In analisi, ci vai per sapere, conoscere, aver la miglior conoscenza possibile di te, e delle tue reazioni nei confronti dei fatti della vita.

Tutto il resto è eventuale.

E' scomoda, faticosa e annichilente, qualche volta fuorviante.

E non ci sono premi finali e cotillons.

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Si, intendevo più o meno quello che ti dice il tuo analista. Il verbo più giusto penso sia "rielaborare", cosa che se

uno già fa mentre sogna (in condizioni mentali più adatte), rifarlo da sveglio sarebbe ridondante e forse anche

fuorviante perché sarebbe una rielaborazione non tanto del materiale da rielaborare (esperienze, stimoli e altro),

ma di una "rielaborazione in corso". Spesso, anzi, di un suo ricordo poco nitido.

Il fatto di ritornare sul sogno da svegli io penso serva per una "decodifica", per un trasferimento di codice: il linguaggio del sogno è diverso dal linguaggio "normale", è alogico, emotivo e simbolico e pertanto ritornarci penso sia un arricchimento e un ampliamento della conoscenza di sè..

La razionalità ha senz'altro una funzione adattiva, ma assolve a tale funzione a scapito di altri "occhi" con cui guardare se stessi e il mondo.

Quanto al fatto del "ricordo poco nitido": è vero, spesso il ricordo del sogno fatto è sfuggente ma in analisi questo val poco perchè è compensato dalle fantasie e dalle associazioni che vengono fatte sul sogno ( e non dalle sue interpretazioni).. ecco, per questo forse ha senso parlare dei sogni solo in analisi e per questo fuori da quel contesto, in effetti, il discorso sul sogno diventa speculativo, ridondante.

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La ricerca del proprio passato, che tu chiami dietrologia, serve per procurarsi una chiave di lettura, che potrebbe essere anche fuori strada, ma che più è completa di dati, più è probabile si avvicini a una possibile interpretazione corretta.

Questa chiave non è fine a se stessa,( non serve a scoprire le cause, il rapporto causa-effetto), però può aiutare a vivere IL PRESENTE in maniera più serena e consapevole.

L'analisi è speculazione intellettuale, come diceva Jung.

Non è una psicoterapia.

Quest'ultima si pone obiettivi, risultati perseguibili.

In analisi, ci vai per sapere, conoscere, aver la miglior conoscenza possibile di te, e delle tue reazioni nei confronti dei fatti della vita.

Tutto il resto è eventuale.

E' scomoda, faticosa e annichilente, qualche volta fuorviante.

E non ci sono premi finali e cotillons.

Beh, io la chiamo dietrologia perché una ricerca di cose che stanno dietro qualcosa, fatta attraverso speculazioni

intellettuali (e soprattutto dialettiche) si chiama così... "dietro" da "dietro", "logia" da "logos".

Perché bisogna rinunciare a usare le parole appropriate solo perché vengono usate anche in modo dispregiativo? :cray:

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Il fatto di ritornare sul sogno da svegli io penso serva per una "decodifica", per un trasferimento di codice: il linguaggio del sogno è diverso dal linguaggio "normale", è alogico, emotivo e simbolico e pertanto ritornarci penso sia un arricchimento e un ampliamento della conoscenza di sè..

La razionalità ha senz'altro una funzione adattiva, ma assolve a tale funzione a scapito di altri "occhi" con cui guardare se stessi e il mondo.

Quanto al fatto del "ricordo poco nitido": è vero, spesso il ricordo del sogno fatto è sfuggente ma in analisi questo val poco perchè è compensato dalle fantasie e dalle associazioni che vengono fatte sul sogno ( e non dalle sue interpretazioni).. ecco, per questo forse ha senso parlare dei sogni solo in analisi e per questo fuori da quel contesto, in effetti, il discorso sul sogno diventa speculativo, ridondante.

Si, ma se prendi un sogno, e ci torni sopra presupponendo che sia un messaggio e che quindi ci sia un linguaggio

con cui decodificarlo, è con un occhio molto razionale che guardi alle cose. :huh:

Un modo per guardare con un occhio meno razionale potrebbe essere, ad esempio... sognare le cose.

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:cry:

Cielo, che cosa ho combinato!

Grazie al nostro amico di Distinti Saluti ho scoperto che esiste anche la rettorica. :D:

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Fì, fì, blava blava :LMAO: 7+

Che ci trovi da fare sfottò perchè dico a judi che mi interessa il suo commento , boh.

Comunque, contenta te.

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Si, ma se prendi un sogno, e ci torni sopra presupponendo che sia un messaggio e che quindi ci sia un linguaggio

con cui decodificarlo, è con un occhio molto razionale che guardi alle cose. :huh:

Un modo per guardare con un occhio meno razionale potrebbe essere, ad esempio... sognare le cose.

Aspe'..no. io "definisco" il sogno come qualcosa che ha un suo linguaggio e te lo dico a te, qui per spiegarmi. Ma in analisi si parla a partire dal sogno con un linguaggio che gli è molto vicino ed è quello delle fantasie, associazioni e così via..che sono sempre modi con cui si esprime l'inconscio.(e altri modi, forse, di "sognare le cose")

E comunque il rischio di intellettualizzare c'è anche in quel caso, anche se "si sente" quando ci si sta spostando su un piano logico e non emotivo. L'analista dovrebbe saper evitare che questo accada.

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L'analisi è speculazione intellettuale, come diceva Jung.

Non è una psicoterapia.

Quest'ultima si pone obiettivi, risultati perseguibili.

In analisi, ci vai per sapere, conoscere, aver la miglior conoscenza possibile di te, e delle tue reazioni nei confronti dei fatti della vita.

Tutto il resto è eventuale.

E' scomoda, faticosa e annichilente, qualche volta fuorviante.

E non ci sono premi finali e cotillons.

Ma io penso che non sia vero...

l'analisi si pone l'obiettivo fondamentale di attivare nuovi processi di pensiero

e questo avviene nel dare dicibilità, nel trovare il modo di verbalizzare ciò che non

è verbalizzabile, il che vuol dire una rivoluzione a 360° ... rivoluzione reale, concreta, tangibile

che si riflette in qualsiasi dimensione dell'essere...

secondo me la storia del cammino sciamanico...ci stà tutta s'intende, sopratutto nella faccenda del conoscersi,

del frequentarsi ...è un luogo troppo comune, c'è sicuramente dell'altro

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Aspe'..no. io "definisco" il sogno come qualcosa che ha un suo linguaggio e te lo dico a te, qui per spiegarmi. Ma in analisi si parla a partire dal sogno con un linguaggio che gli è molto vicino ed è quello delle fantasie, associazioni e così via..che sono sempre modi con cui si esprime l'inconscio.(e altri modi, forse, di "sognare le cose")

E comunque il rischio di intellettualizzare c'è anche in quel caso, anche se "si sente" quando ci si sta spostando su un piano logico e non emotivo. L'analista dovrebbe saper evitare che questo accada.

Ah, allora, beh, si... potrebbe essere un modo anche questo. In effetti ce ne sono tanti... pensa ad esempio alle

esperienze spirituali, o a quelle emotive fortuite. Però il punto che volevo fare è che probabilmente quando uno ha

sognato, questa cosa di guardare alle cose del sogno con un occhio meno vincolato dalla razionalità l'ha già fatta...

cioè... guardando le cose dal punto di vista "analitico", che il sogno potrebbe essere visto come l'approdo di un'analisi

anziché come il punto di partenza.

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Ma io penso che non sia vero...

l'analisi si pone l'obiettivo fondamentale di attivare nuovi processi di pensiero

e questo avviene nel dare dicibilità, nel trovare il modo di verbalizzare ciò che non

è verbalizzabile, il che vuol dire una rivoluzione a 360° ... rivoluzione reale, concreta, tangibile

che si riflette in qualsiasi dimensione dell'essere...

secondo me la storia del cammino sciamanico...ci stà tutta s'intende, sopratutto nella faccenda del conoscersi,

del frequentarsi ...è un luogo troppo comune, c'è sicuramente dell'altro

Ma per cortesia...questi sì che sono luoghi comuni, banalità, secondo me.

attivare processi di pensiero...360 gradi.. rivoluzione...dare dicibilità...dimensione dell'essere...

allora, guarda, mettiamoci a studiare tutti ingegneria o analisi matematica e vedrai come ci si attivano i processi di pensiero....

La realtà è che non tutti sono disposti a mettersi in gioco, e soprattutto a mettersi in dubbio, in discussione.

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