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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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io mica ho detto che ambire all'indipendenza significhi chiudere un rapporto significativo... però sinceramente per me ha poco senso adesso proiettarsi al dopo, pensare di impostare un rapporto ora di modo che dopo, quando finirò, durerà... io al dopo non ci penso proprio, ci penserò quando sarà il momento.

e poi. precisazione io non faccio analisi...io faccio psicoterapia (terapia!). precisazione che comunque da il senso di chi fa un percorso considerandolo destinato a una conclusione, sperando di non aver bisogno di fare terapia a vita...

quello che volevo dire io è che io ho la sensazione personalissima , quindi può anche essere errata, che tu rischi di adagiarti nell'analisi se lui ti desse ANCHE un un rapporto che bilanciasse i tuoi rapporti attuali. partendo dalla tua idea che potendo non ti priveresti dell'analisi, trovando pure un rapporto che ti consola un po' rischi di adagiartici davvero a vita. ma io credo che nessun analista voglia dare ai pazienti un rapporto consolatorio che li faccia meno soffrire delle mancanze attuali, credo che il suo scopo sia quello di aiutare a costruirsi fuori di li dei rapporti più sani.

oppure può essere una fase, l'analista può porsi come qual padre sano che è mancato, appunto... ma è una fase che hai già passato, Ric si inserisce nella tua terapia in un momento successivo.

Forse ti ho risposto in quel modo perché prima avevi scritto "secondo me ciò che rende il nostro punto di vista totalmente diverso è la prospettiva futura" e avrò interpretato male ciò che volevi dirmi.

Ora capisco più chiaramente cosa vuoi dire e ti dico che questo rischio lo conosco bene, in passato mi è accaduto in diverse situazioni (non solo con l'analista) di osservare in generale che l'accontentarmi di qualche cosa ha fatto sì che trascurassi cose molto, ma molto, più importanti.

Però ti devo fare una precisazione: io non voglio un po' di consolazione, voglio nutrimento (non da un padre, nè da una madre, ma da una persone reale che ha un nome e cognome) e proprio perché non ho intenzione di accontentarmi che ho cercato di modificare il modo di relazionarsi tra me e l'analista.

Il nutrimento dà forza, che a sua volta serve per agire. Probabilmente chiedo troppo? non saprei...

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e se il nutrimento lo cercassi dentro di te? (chiedo eh, non sono affatto sicura che ci sia dentro di noi, quel nutrimento che cerchiamo...però onestamente non credo che vorrei averlo da qualcun'altro....tanto quel tipo di nutrimento non mi basta mai!!! Parlo di me...)

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mi volevo riallacciare a quanto ha scritto zaza......

capisco perfettamente a quale sentimento si riferisce.......ho passato due anni cercando di voler cambiare il mio rapporto con lo psi.......e lui reagiva a volte in modo molto forte.....non so se ricordate.....

anche io cercavo da lui non un rapporto consolatorio,ma un rapporto vero..........che fosse esattamente come io avrei voluto che rispondesse a tutti i miei bisogni e quando questo non avveniva, sentivo che il percorso non era adatto a me.

Io poi non so bene cosa sia successo, dentro me ma alla fine sono in qualche modo riuscita a capire con il suo aiuto che io appunto come è stato scritto da digi e judi........ribaltavo su di lui un mio bisogno......che poi comunque anche quando lui in qualche sporadica seduta si comportava in un modo simile (mai esattamente uguale)a quello che io avrei voluto non mi bastava mai...

Adesso su qs fronte sono tranquilla,non cerco piu' niente li,ho capito che li è il posto dove devo riuscire a capire me stessa, senza essere coinvolta.......Infatti lui per me adesso è come se non ci fosse nella mia vita!Non è una persona alla quale penso, o che sia particolarmente importante.........

Questo è quello che ho vissuto io, un coinvolgimento iniziale molto forte, che poi si è trasformato in uno strumento terapeutico.......Ho fatto un lavoro difficile su me stessa( x interrompere sto meccanismo).......che non saprei spiegare,

Certo è che nella vita qs meccanismo non si è risolto, adesso infatti sto lavorando proprio su questo bisogno che per me è un po' l'essenza di me........

Zazà capisco perfettamente.........

ti abbraccio

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Grazie ragazze, è comunque bello condividere con voi la tristezza e i miei dubbi.

Quello che vorrei chiedervi è: avete mai pensato seriamente di abbandonare la terapia? Perché ogni tanto si affaccia quest'idea nella mia mente. Non perché sia a un impasse, anzi, è che sono completamente abbattuta, disperata al pensiero che non c'è più nulla che possa fare per cambiare e vivere in maniera diversa.

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e se il nutrimento lo cercassi dentro di te? (chiedo eh, non sono affatto sicura che ci sia dentro di noi, quel nutrimento che cerchiamo...però onestamente non credo che vorrei averlo da qualcun'altro....tanto quel tipo di nutrimento non mi basta mai!!! Parlo di me...)

Certo Digi, questo è implicito (per me quel nutrimento c'è sicuramente ma funziona così così) , ma guarda bene che noi il nutrimento (buono o cattivo...) lo traiamo anche dalle relazioni affettive importanti di cui ci circondiamo.

Non lo so....ho proprio la sensazione che non riesco a spiegarmi :icon_rolleyes:

forse è inutile continuare a parlarne, stiamo a vedere cosa succederà prossimamente, se ci saranno novità vi aggiorno.

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mi volevo riallacciare a quanto ha scritto zaza......

capisco perfettamente a quale sentimento si riferisce.......ho passato due anni cercando di voler cambiare il mio rapporto con lo psi.......e lui reagiva a volte in modo molto forte.....non so se ricordate.....

anche io cercavo da lui non un rapporto consolatorio,ma un rapporto vero..........che fosse esattamente come io avrei voluto che rispondesse a tutti i miei bisogni e quando questo non avveniva, sentivo che il percorso non era adatto a me.

Io poi non so bene cosa sia successo, dentro me ma alla fine sono in qualche modo riuscita a capire con il suo aiuto che io appunto come è stato scritto da digi e judi........ribaltavo su di lui un mio bisogno......che poi comunque anche quando lui in qualche sporadica seduta si comportava in un modo simile (mai esattamente uguale)a quello che io avrei voluto non mi bastava mai...

Adesso su qs fronte sono tranquilla,non cerco piu' niente li,ho capito che li è il posto dove devo riuscire a capire me stessa, senza essere coinvolta.......Infatti lui per me adesso è come se non ci fosse nella mia vita!Non è una persona alla quale penso, o che sia particolarmente importante.........

Questo è quello che ho vissuto io, un coinvolgimento iniziale molto forte, che poi si è trasformato in uno strumento terapeutico.......Ho fatto un lavoro difficile su me stessa( x interrompere sto meccanismo).......che non saprei spiegare,

Certo è che nella vita qs meccanismo non si è risolto, adesso infatti sto lavorando proprio su questo bisogno che per me è un po' l'essenza di me........

Zazà capisco perfettamente.........

ti abbraccio

Grazie Elli, però, vedi, io penso che mi saprei accontentare di alcune cose, la fase del "non mi basta mai" l'ho affrontata anni fa con Enzo.

E anche nella vita reale ho ridimensionato molto certe richieste affettive che all'epoca erano siceramente sproporzionate.

Indubbiamente devo apparirvi picciosa......non so cosa dirvi :pardon:

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Grazie ragazze, è comunque bello condividere con voi la tristezza e i miei dubbi.

Quello che vorrei chiedervi è: avete mai pensato seriamente di abbandonare la terapia? Perché ogni tanto si affaccia quest'idea nella mia mente. Non perché sia a un impasse, anzi, è che sono completamente abbattuta, disperata al pensiero che non c'è più nulla che possa fare per cambiare e vivere in maniera diversa.

Seriamente mai, semmai nei momenti di sconforto mi sono chiesta se avrei avuto il coraggio di cambiare analista...

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Invece proprio perché il mio psicologo è così bravo e tra di noi c'è una tale intesa, mi sembra che sia tutto inutile. Cioè, nonostante il percorso fatto e un rapporto che funziona, io non vado da nessuna parte e la mia strada non riesco a costruirla.

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Grazie ragazze, è comunque bello condividere con voi la tristezza e i miei dubbi.

Quello che vorrei chiedervi è: avete mai pensato seriamente di abbandonare la terapia? Perché ogni tanto si affaccia quest'idea nella mia mente. Non perché sia a un impasse, anzi, è che sono completamente abbattuta, disperata al pensiero che non c'è più nulla che possa fare per cambiare e vivere in maniera diversa.

Io vado da poco, non è ancora un anno. L'idea di abbandonare non mi ha neppure sfiorata, anzi ho il terrore di essere lasciata io .....

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Grazie Elli, però, vedi, io penso che mi saprei accontentare di alcune cose, la fase del "non mi basta mai" l'ho affrontata anni fa con Enzo.

E anche nella vita reale ho ridimensionato molto certe richieste affettive che all'epoca erano siceramente sproporzionate.

Indubbiamente devo apparirvi picciosa......non so cosa dirvi :pardon:

ma no cosa dici?non appari picciosa.....non l'ho mai pensato

secondo me è abb.normale porsi aspettative nella vita.....che poi devono im qualche modo essere 'tarate'...ma questo non è facile.......

ciao gioietta!

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Ragazze care, spero vi ricordiate di me.

Mi spiace essere assente da questa discussione tanto amata, ma dal nuovo anno è esploso tutto il vulcano che ho dentro, questo mostro che mi dilania e m'impedisce di vivere. Ci sono giorni in cui non riesco a leggere neanche un intervento, talmente mi fa male riconoscere certe riflessioni, rivivere certe emozioni. Quanto avete scritto sull'infanzia, su quanto siamo a contatto, oggi, con le bambine che eravamo, mi ha fatto piangere, talmente sono di fronte a quella bambina, nuda, impotente, sola nella sua desolazione.

Non lo so cosa è successo, o, meglio, lo so. Un evento di apparentemente scarsa importanza, un incontro breve, diciamo, ha risvegliato in me tutto il dolore, la rabbia e la desolazione che mi devastano da anni. Il problema è che sono dentro a tutto questo e di fronte al mio vuoto spogliata completamente, senza più palliativi, stratagemmi, nulla. Io di fronte a me stessa e al mio modo di rapportarmi agli altri, ragione principale della mia sofferenza.

E dovrei pensare "sola, ma con a fianco l'analista"... invece no, sola davvero. L'analista c'è, mi ha persino fatto una "dichiarazione" in merito al suo estremo coinvolgimento nel mio percorso, ma sono io ad essere tremendamente stanca e disillusa. Quella rabbia che mi ha mandata avanti fino ad oggi alla ricerca di un riscatto si sta trasformando in disillusione. Vedo che qualsiasi passo in avanti io faccia, arriva subito una mazzata a farmi tornare a terra e a sprofondarci.

Ogni giorno basta un pensiero, un ricordo, una parola a risvegliare il mio vulcano, mi succede di piangere ovunque (ormai con l'analista accade sempre...) e non ce la faccio più, credetemi, la prossima volta che qualcuno mi dice "Eh, ma a te piace soffrire" non rispondo delle mie azioni! Qualsiasi cosa sarebbe preferibile a quest'agonia.

Perdonate lo sfogo, ma sono veramente al capolinea. Cosa potrà succedere ancora? E dove la trovo io la forza per sopportare le altre cose che mi accadranno?

Un abbraccio a tutte :Four Leaf Clover:

una cosa davvero similissima l'ho vissuta un annetto fa... quando il dolore ti attraversa profondamente ti sembra di non avere più energie, che lui prenderà la meglio, che non ce la farai... ma non è così! io mi svegliavo praticamente ogni mattina piangendo e piangevo con la bambina che sono stata. e quel dolore è venuto fuori dopo tanta tanta rabbia.

ma ti assicuro che anche questa è una fase che evolve... ogni stato d'animo evolve.

dopo quel periodo così buio piano piano sono riemersa e "aver fatto pulizia" vivendo quel dolore mi ha dato la possibilità di avere molto più spazio per iniziare a creare qualcosa di profondamente mio.

il cammino è personale e ognuno ha il suo dolore però posso dirti che le cose cambiano sempre, non restano mai uguali a se stesse...

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Forse ti ho risposto in quel modo perché prima avevi scritto "secondo me ciò che rende il nostro punto di vista totalmente diverso è la prospettiva futura" e avrò interpretato male ciò che volevi dirmi.

Ora capisco più chiaramente cosa vuoi dire e ti dico che questo rischio lo conosco bene, in passato mi è accaduto in diverse situazioni (non solo con l'analista) di osservare in generale che l'accontentarmi di qualche cosa ha fatto sì che trascurassi cose molto, ma molto, più importanti.

Però ti devo fare una precisazione: io non voglio un po' di consolazione, voglio nutrimento (non da un padre, nè da una madre, ma da una persone reale che ha un nome e cognome) e proprio perché non ho intenzione di accontentarmi che ho cercato di modificare il modo di relazionarsi tra me e l'analista.

Il nutrimento dà forza, che a sua volta serve per agire. Probabilmente chiedo troppo? non saprei...

c'è un qualcosa che non mi "quadra" nel tuo ragionamento, però non so se te lo so spiegare...

ovviamente io parto dal mio tipo di terapia, non so effettivamente se il mio modo di vedere le cose si possa applicare a un'analisi... (ma vi prego non mi ripetete per l'ennesima volta che è la stessa cosa, quando evidenzio sta cosa non voglio fare una classifica o dire cosa è peggio o cosa è meglio...sono solo due metodi psicoterapici diversi, entrambi validi!)

allora...il mio psi dice che la terapia è una "palestra" anche dei rapporti, con lui mi alleno e porto ciò che ho imparato nella mia vita (so che mi sto spiegando male, ma oggi non riesco a fare meglio)... se applico questo punto di vista al tuo ragionamento...c'è qualcosa che non mi quadra...indendo dire: tu applichi o applicheresti lo stesso comportamento ai tuoi rapporti "reali" insistendo all'infinito per ottenere un rapporto "come vuoi tu" o una dimostrazione d'affetto "come vuoi tu"?

e nel caso la tua risposta fosse un si... sei sicura che persone che non siano il tuo terapeuta sarebbero altrettanto pazienti o disponibili da venire incontro alle tue esigenze?

si capisce qual'è il mio dubbio e la cosa sulla quale vorrei farti riflettere?

ps. sempre beninteso che in terapia è giusto portare se stessi al 100%, la mia non è una critica ma una riflessione...

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Grazie ragazze, è comunque bello condividere con voi la tristezza e i miei dubbi.

Quello che vorrei chiedervi è: avete mai pensato seriamente di abbandonare la terapia? Perché ogni tanto si affaccia quest'idea nella mia mente. Non perché sia a un impasse, anzi, è che sono completamente abbattuta, disperata al pensiero che non c'è più nulla che possa fare per cambiare e vivere in maniera diversa.

io alcune volte ci ho pensato, ma perchè ero in una situazione secondo di me di stallo (mi sento ciclicamente in questa situazione :icon_rolleyes: ). hai provato a parlarne con lo psi ?

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Invece proprio perché il mio psicologo è così bravo e tra di noi c'è una tale intesa, mi sembra che sia tutto inutile. Cioè, nonostante il percorso fatto e un rapporto che funziona, io non vado da nessuna parte e la mia strada non riesco a costruirla.

ecco.... questa è la situazione di stallo di cui parlavo prima :acute:

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Invece proprio perché il mio psicologo è così bravo e tra di noi c'è una tale intesa, mi sembra che sia tutto inutile. Cioè, nonostante il percorso fatto e un rapporto che funziona, io non vado da nessuna parte e la mia strada non riesco a costruirla.

E lui cosa ne pensa di queste tue constatazioni?

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c'è un qualcosa che non mi "quadra" nel tuo ragionamento, però non so se te lo so spiegare...

ovviamente io parto dal mio tipo di terapia, non so effettivamente se il mio modo di vedere le cose si possa applicare a un'analisi... (ma vi prego non mi ripetete per l'ennesima volta che è la stessa cosa, quando evidenzio sta cosa non voglio fare una classifica o dire cosa è peggio o cosa è meglio...sono solo due metodi psicoterapici diversi, entrambi validi!)

allora...il mio psi dice che la terapia è una "palestra" anche dei rapporti, con lui mi alleno e porto ciò che ho imparato nella mia vita (so che mi sto spiegando male, ma oggi non riesco a fare meglio)... se applico questo punto di vista al tuo ragionamento...c'è qualcosa che non mi quadra...indendo dire: tu applichi o applicheresti lo stesso comportamento ai tuoi rapporti "reali" insistendo all'infinito per ottenere un rapporto "come vuoi tu" o una dimostrazione d'affetto "come vuoi tu"?

e nel caso la tua risposta fosse un si... sei sicura che persone che non siano il tuo terapeuta sarebbero altrettanto pazienti o disponibili da venire incontro alle tue esigenze?

si capisce qual'è il mio dubbio e la cosa sulla quale vorrei farti riflettere?

ps. sempre beninteso che in terapia è giusto portare se stessi al 100%, la mia non è una critica ma una riflessione...

Bah...spero di aver capito....ricordatevi che mentalmente non sto troppo in forma.....io mi considero generalmente una persona che si adatta abbastanza nei rapporti con gli altri, anzi il mio errore è stato a volte di adattarmi un po' troppo e infatti poi sono usciti fuori i disagi, soprattutto miei....a me, guarda caso :Raised Eyebrow: , nessuno mai mi ha mandato a quel paese veramente, è toccata sempre a me la chiusura definitiva, sia in rapporti di amicizia che amorosi.

Sarebbe un discorso molto ampio, troppo....non riesco a farlo qui su due piedi.

Allora dico una cosa in generale: bisogna imparare a dosarsi, sia nel dare che nell'avere. è sbagliato pretendere troppo, insistere all'infinito ma è anche giusto imparare a chiedere ed è legittimo aspettarsi che esistano individui che vengano incontro alle proprie richieste, sempre che queste non siano eccessive.

La palestra di cui tu parli l'ho fatta anch'io e son state mazzate e pannelle a seconda dei momenti e delle richieste.

Ora io ti do l'impressione di essere una persona che insiste all'infinito, può darsi che tu abbia ragione e io non me ne rendo conto, ma evidentemente non se ne rende conto nemmeno il mio analista perché finora non mi sta muovendo critiche particolari riguardo il mio atteggiamento oppure se ne rende conto e ritiene opportuno per ora non farmelo notare? Eppure quando ha qualcosa da farmi notare di negativo su di me non mi sembra che si trattenga tanto.

Io veramente non so rispondere, per questo dico aspettiamo e vediamo come procede....

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Bah...spero di aver capito....ricordatevi che mentalmente non sto troppo in forma.....io mi considero generalmente una persona che si adatta abbastanza nei rapporti con gli altri, anzi il mio errore è stato a volte di adattarmi un po' troppo e infatti poi sono usciti fuori i disagi, soprattutto miei....a me, guarda caso :Raised Eyebrow: , nessuno mai mi ha mandato a quel paese veramente, è toccata sempre a me la chiusura definitiva, sia in rapporti di amicizia che amorosi.

Sarebbe un discorso molto ampio, troppo....non riesco a farlo qui su due piedi.

Allora dico una cosa in generale: bisogna imparare a dosarsi, sia nel dare che nell'avere. è sbagliato pretendere troppo, insistere all'infinito ma è anche giusto imparare a chiedere ed è legittimo aspettarsi che esistano individui che vengano incontro alle proprie richieste, sempre che queste non siano eccessive.

La palestra di cui tu parli l'ho fatta anch'io e son state mazzate e pannelle a seconda dei momenti e delle richieste.

Ora io ti do l'impressione di essere una persona che insiste all'infinito, può darsi che tu abbia ragione e io non me ne rendo conto, ma evidentemente non se ne rende conto nemmeno il mio analista perché finora non mi sta muovendo critiche particolari riguardo il mio atteggiamento oppure se ne rende conto e ritiene opportuno per ora non farmelo notare? Eppure quando ha qualcosa da farmi notare di negativo su di me non mi sembra che si trattenga tanto.

Io veramente non so rispondere, per questo dico aspettiamo e vediamo come procede....

mi sembra giusto che l'analista non ti dica "questo tuo comportamento è sbagliato!"

quello è anche uno spazio di sperimentazione, temo sarebbe difficile essere genuinamente se stessi se si venisse inibiti da critiche...

le mie considerazioni sono ovviamente limitate al tuo racconto di come ti poni in seduta, più volte hai scritto cose tipo "lo voglio vedere di più e se non lo fa gli romperò le scatole a vita” ecc... da queste tue frasi in effetti mi sono fatta l'idea che tu sia molto insistente con lui. :pardon:

E ho commentato quello, non mi allargo a considerazioni sulla tua vita e suoi tuoi rapporti, che non conosco…

Sono abbastanza convinta che il nostro modo di porsi con il terapeuta rifletta il modo in cui viviamo le relazioni significative, però non sono uno psicologo, magari non c'ho capito un cappero! :Just Kidding:

comunque i miei commenti si limitano alle tue parole che magari amplificano un tuo sentire che invece in seduta non emerge come insistenza.

Se può consolarti, io in questi due anni io ho preso coscienza di quanto sia contorta nel vivere le relazioni interpersonali… e di quanti meccanismi abbia finora applicato senza nessuna consapevolezza. Proprio recentemente sono arrivata a un passo dal mandare all’aria un’amicizia, ed è stato scioccante rendermi conto di quanta “malafede” ci fosse da parte mia, quante proiezioni… probabilmente in passato avrei semplicemente buttato alle ortiche un rapporto, la terapia mi ha dato la capacità di riconsiderare i miei meccanismi e di provare a essere diversa. e probabilmente dal fuori può sembrare una cosa banale o scontata, mentre per me è una conquista enorme poter agire in modo "libero" e non accecata dalle mie stesse proiezioni...

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io alcune volte ci ho pensato, ma perchè ero in una situazione secondo di me di stallo (mi sento ciclicamente in questa situazione :icon_rolleyes: ). hai provato a parlarne con lo psi ?

E lui cosa ne pensa di queste tue constatazioni?

Sono sincera, ragazze, la mia potrebbe essere una bella resistenza. Nel senso che negli ultimi tempi, nonostante enormi difficoltà nella mia vita, andavo alle sedute piena di voglia di condividere e parlare, lui mi ha anche molto gratificata in merito, lasciandosi un po' andare in alcune riflessioni come mai prima.

L'ultima seduta io ero molto cupa, nervosa, e lui è stato molto tagliente su alcune riflessioni che gli ho portato. Diciamo che sono usicta di lì piangendo anche per le sue parole, mi sono sentita veramente incompresa, sola.

Negli ultimi giorni è successa una cosa terribile (non pensate a chissà cosa, ma interiormente per me è stata una coltellata) nella mia vita "di relazione" e il mio sprofondare in certi abissi m'è sembrato tornare indietro di anni e anni.

Insomma, l'idea di abbandonare la terapia mi ha sfiorato tante volte a causa del rapporto con lo psicologo che per me ha ricalcato alla grande il modo in cui mi relaziono agli uomini, accecata da un attaccamento profondo e da un devastante odio perché so di non poter essere ricambiata. Negli ultimi mesi, invece, migliorando questo rapporto, pensavo che la terapia stesse davvero decollando, finché questi ultimi eventi privati non hanno fatto che confermare quello che penso di me stessa, cioè che sono inadatta a vivere. Di conseguenza: a che scopo la terapia?

Domani ho la seduta, non so proprio che succederà, poi, con 'ste crisi di pianto ovunque (oggi in metro!) già mi immagino inondare il divano....mah!

Grazie a tutte, intanto.

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Invece proprio perché il mio psicologo è così bravo e tra di noi c'è una tale intesa, mi sembra che sia tutto inutile. Cioè, nonostante il percorso fatto e un rapporto che funziona, io non vado da nessuna parte e la mia strada non riesco a costruirla.

non sai quanto ti capisco...si ci ho pensato, e specialmente quando ero particolarmente stanca, come lo sono adesso, e penso "ma chi me la fa a fare"? Tanto sono sempre qui a crogiolarmi nel mio dolore..sono sempre la stessa, non cambierò mai e poi penso alla mia psi, a quello che abbiamo condiviso e a quanto è stato importante per me questo percorso e invece di stare meglio mi sento peggio, soffocare, annientare!!! Io vorrei essere io senza aver bisogno di lei, io vorrei vivere e non aspettare disperatamente una data...questa non è vita e non è essere maturi e indipendenti...ma onestamente, proprio onestamente dentro di me so che non ho altro che questo...non c' è alternativa...è una strada che ho scelto io di intraprendere e so che è l'unica...

Ma sono molto combattuta!

Pensavo (o meglio cerco di non pensarci) fra poco sarà pasqua....e la mia psi mi manderà gli auguri? Sicuramente no! Che tristezza! Non che lei non mi mandi gli auguri ma che io li desideri così tanto, che desideri sapere che mi ha pensato...che rabbia mi fa tutto questo!

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non sai quanto ti capisco...si ci ho pensato, e specialmente quando ero particolarmente stanca, come lo sono adesso, e penso "ma chi me la fa a fare"? Tanto sono sempre qui a crogiolarmi nel mio dolore..sono sempre la stessa, non cambierò mai e poi penso alla mia psi, a quello che abbiamo condiviso e a quanto è stato importante per me questo percorso e invece di stare meglio mi sento peggio, soffocare, annientare!!! Io vorrei essere io senza aver bisogno di lei, io vorrei vivere e non aspettare disperatamente una data...questa non è vita e non è essere maturi e indipendenti...ma onestamente, proprio onestamente dentro di me so che non ho altro che questo...non c' è alternativa...è una strada che ho scelto io di intraprendere e so che è l'unica...

Ma sono molto combattuta!

Pensavo (o meglio cerco di non pensarci) fra poco sarà pasqua....e la mia psi mi manderà gli auguri? Sicuramente no! Che tristezza! Non che lei non mi mandi gli auguri ma che io li desideri così tanto, che desideri sapere che mi ha pensato...che rabbia mi fa tutto questo!

Carissima, anche il mio sarà assente per qualche settimana ad aprile, ma in questi giorni sono talmente affossata nella mia sofferenza che non ci penso neanche. E paradossalmente questo mi fa ancora più paura. Già, quello che vi dicevo...so di essere completamente sola davanti a me stessa, e sarei quasi "felice" di distrarmi soffrendo anche per la sua assenza o perchè non mi capisce...

Ma è già nato il bambino della tua psicoanalista?

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si ma il tuo psi non è incinto e non deve accudire un bambino e questo non ha fatto scaturire in te tutta una serie di tue questioni personali...il punto per me non è assolutamente l'assenza, d'estate sono stata anche un mese senza vederla...il punto è che io dvorei elaborare tutto questo invece me lo tengo dentro di me e crea solo un mostruoso dolore....che nemmeno posso condividere, perchè in effetti sembra un capriccio che assolutamente non è!

Se è nato? non lo so, nemmeno ricordo bene quando era il periodo presunto, se non sbagli oci siamo, a fine mese di marzo!!!

Ma quando arriverà il momento io non lo saprò mica...io sono ricomparirò a maggio nella sua vita! Punto! Cerco di farla scomparire dalla mia più che posso pure io....ma quanto più provo più ritorna...che schifo di vita è questa?

A volte penso che dovrei semplicemente cominciare ad accettare questa mia forma di "debolezza" e slo così la rielaboro..altre penso che invece non posso, non serve..anche perchè autoanalisi non posso farme, non sono in grado!

mi accorgo che non mi macna nemmeno lei o l'analisi...è che mi sento esclusa, mi sento messa da parte, come sempre l'ultima ruota de carro..non valgo niente, io non esisto al di fuori di quella maledetta stanza!

Sto accumulando tanta rabbia, e magari mi servirà, non lo so per adesso so solo che mi fa soffrire...

Va beh andiamo a dormire dai...tanto parlarne non serve, almeno a me!

notte Berenice...

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mi accorgo che non mi macna nemmeno lei o l'analisi...è che mi sento esclusa, mi sento messa da parte, come sempre l'ultima ruota de carro..non valgo niente, io non esisto al di fuori di quella maledetta stanza!

Sto accumulando tanta rabbia, e magari mi servirà, non lo so per adesso so solo che mi fa soffrire...

Va beh andiamo a dormire dai...tanto parlarne non serve, almeno a me!

oh, parole che potrebbero essere le mie... in questo periodo mi sembra che tutti mi calpestino... e mi arrabbio... non con loro, ma con me stessa... e mi sputerei in un occhio, perchè mi sto ammazzando da sola, di nuovo... ancora e ancora....

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si ma il tuo psi non è incinto e non deve accudire un bambino e questo non ha fatto scaturire in te tutta una serie di tue questioni personali...il punto per me non è assolutamente l'assenza, d'estate sono stata anche un mese senza vederla...il punto è che io dvorei elaborare tutto questo invece me lo tengo dentro di me e crea solo un mostruoso dolore....che nemmeno posso condividere, perchè in effetti sembra un capriccio che assolutamente non è!

Se è nato? non lo so, nemmeno ricordo bene quando era il periodo presunto, se non sbagli oci siamo, a fine mese di marzo!!!

Ma quando arriverà il momento io non lo saprò mica...io sono ricomparirò a maggio nella sua vita! Punto! Cerco di farla scomparire dalla mia più che posso pure io....ma quanto più provo più ritorna...che schifo di vita è questa?

A volte penso che dovrei semplicemente cominciare ad accettare questa mia forma di "debolezza" e slo così la rielaboro..altre penso che invece non posso, non serve..anche perchè autoanalisi non posso farme, non sono in grado!

mi accorgo che non mi macna nemmeno lei o l'analisi...è che mi sento esclusa, mi sento messa da parte, come sempre l'ultima ruota de carro..non valgo niente, io non esisto al di fuori di quella maledetta stanza!

Sto accumulando tanta rabbia, e magari mi servirà, non lo so per adesso so solo che mi fa soffrire...

Va beh andiamo a dormire dai...tanto parlarne non serve, almeno a me!

notte Berenice...

giusy credo sia stata la prima volta che leggendoti ho sentito la tua rabbia, è passata tutta e tu l'hai lasciata passare

scusa, ragiono ad alta voce e forse ti farò incazzare ancora di più, ma magari non è male che la tua rabbia stia venendo a galla.....

io non leggo debolezza nel tuo comportamento, credo che quanto più cerchiamo di allontanare qualcosa tanto più questa qualcosa torna prepotentemente alla ribalta. so che non è facile per niente, ma forse dovresti smettere di lottare contro queste sensazioni e farle fluire dentro di te, non opporti, ma lasciare che passino

hai pensato a provare a scrivere tutto quello che senti in questi giorni di separazione ? a me fissare le sensazioni su carta aiuta a mettere un po' d'ordine tra i miei pensieri....

:abbr:

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