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E se la terapia è in crisi?


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Comunque come ultima seduta ho avuto una sopresa: il divanetto nuovo, comodissimo e spostato rispetto alla finestra, quindi anche se a settembre tornerò alle sedute mattiniere non avrò quella fastidiosa luce negli occhi che nella posizione precedente avevo!!!!!! Solo che qui mi sono venute le paranoie, avrà letto il forum?????? :o:-_- Tutto ciò che mi infastidiva è stato cambiato!!!!! Sarà una semplice combinazione??????

altro che coincidenze :Hug: ........ qui mi sa che c'è una talpa :shok: , qualcuno che si spaccia per paziente e invece è psi !! :Liar:

comunque buone vacanze a tutti!!!!! :):

buona vancanza anche a te !! -_-

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Ospite sea

mi sento di scrivere che quest'uomo che vola, mi fa perdere il controllo dell'aereo.

Vado a nuotare in me stessa, mi immergo e vi lascio un color blu cielo.

Au revoir, quel che viene.

ciao, judy.

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Ilaria non so, ma non è una forma di resistenza voler credere che tutto quello che lo psi fa sia calcolato? magari lei non ti ha dato un appuntamento preciso per settembre solo perchè deve sistemare delle cose, magari quando vi sentirete a fine agosto ti dirà di andare subito senza aspettare settembre, magari non voleva darti una data precisa in modo da lasciarti un po' più libera di capire anche tu quando vuoi tornare (ultimamente le hai dato delle belle batoste e ora forse vorrà che le elabori...)

me la sono già fatta passare... <_<

non è quello "il punto" ma io ci casco ogni volta..

grazie froggy!

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  • 1 month later...

Trixy..................

qui va a finire che invece di traslocare tu di la, trascloco io di qua.

quando sarò un po' più lucida farò mente locale sui miei dubbi. c'è qualche punto di contatto con i tuoi...

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Trixy..................

qui va a finire che invece di traslocare tu di la, trascloco io di qua.

quando sarò un po' più lucida farò mente locale sui miei dubbi. c'è qualche punto di contatto con i tuoi...

Ma cooome Judii, che mi dici maaii??!! -_-

Aspetto delucidazioni su questi dubbi :Nerd:

Io l'ho rivisto oggi, e mi sono resa conto di essere al livello successivo...

Non penso più di cambiarlo, penso che lui è sicuramente bravo e valido...sono io ad essere senza speranza :crazy:

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Ma cooome Judii, che mi dici maaii??!! -_-

Aspetto delucidazioni su questi dubbi :Nerd:

Io l'ho rivisto oggi, e mi sono resa conto di essere al livello successivo...

Non penso più di cambiarlo, penso che lui è sicuramente bravo e valido...sono io ad essere senza speranza :crazy:

ma qual'è il livello successivo?

aspetto a parlare perché ora non sono lucida...venerdì m'è arrivata una botta...(se vai di la sul solito topic ti becchi i miei sfoghi a caldo, una cosa pateticissima....)

comunque questo episodio ha acuito dubbi pre-esistenti. ho bisogno di fare mente locale, poi ti delucido... :):

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ma qual'è il livello successivo?

Dare la colpa solo a se stessi, e deresponsabilizzare il terapeuta riguardo i pochi progressi della terapia..

aspetto a parlare perché ora non sono lucida...venerdì m'è arrivata una botta...(se vai di la sul solito topic ti becchi i miei sfoghi a caldo, una cosa pateticissima....)

comunque questo episodio ha acuito dubbi pre-esistenti. ho bisogno di fare mente locale, poi ti delucido... :):

Ok.. -_-

Sì, stavo dando un'occhiata, ma scrivete troppo :Nerd:

Piano piano arrivo anche a te, così comprendo meglio la situazione :crazy:

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Dare la colpa solo a se stessi, e deresponsabilizzare il terapeuta riguardo i pochi progressi della terapia..

ecco....

già su questo punto ci sarebbe da ragionare...

di la mi si diceva (con le migliori intenzioni del mondo) "perché noi non ci si tira indietro. non si molla la terapia, etc etc..."

io direi "calma"

questo discorso vale se la terapia dimostra efficacia. ma (prendi il mio discorso come teorico, ancora non ho tratto conclusioni...) se mi dovessi rendere conto che la terapia non sta dando risultati...ho anche il sacrosanto diritto di metterla in discussione. non è un dogma. e il terapeuta non è dio.

io nella mia vita ho già commesso l'errore di portare avanti cose che avrebbero dovuto essere troncate. solo per orgoglio. per non essere quella che molla. ma mi sono interrogata sul fatto che spesso si fanno cose che non ci piacciono più per dimostrare "di essere forti", che per se stessi.

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ecco....

già su questo punto ci sarebbe da ragionare...

di la mi si diceva (con le migliori intenzioni del mondo) "perché noi non ci si tira indietro. non si molla la terapia, etc etc..."

io direi "calma"

questo discorso vale se la terapia dimostra efficacia. ma (prendi il mio discorso come teorico, ancora non ho tratto conclusioni...) se mi dovessi rendere conto che la terapia non sta dando risultati...ho anche il sacrosanto diritto di metterla in discussione. non è un dogma. e il terapeuta non è dio.

io nella mia vita ho già commesso l'errore di portare avanti cose che avrebbero dovuto essere troncate. solo per orgoglio. per non essere quella che molla. ma mi sono interrogata sul fatto che spesso si fanno cose che non ci piacciono più per dimostrare "di essere forti", che per se stessi.

Io di solito non le inizio proprio le cose..così evito di pormi troppi problemi poi -_-

Sì, capisco cosa intendi, ma è brutto quando inizi a pensare di "aver fallito ancora", e quell'ancora pesa come un macigno.

La colpa ovviamente è sempre della sottoscritta, che non è "in grado, capace, forte ecc..ecc.."

Non lo so Judi, in questo periodo mi cullo come non mai nel mio star male, non sento il desiderio di staccarmene, ora.

Forse adesso come adesso mi serve, è "funzionale" a qualcosa.

Questo probabilmente è il motivo per cui ho smesso di mettere in discussione il mio psi.

Ma allora ci si potrebbe domandare: questo mio stato non è proprio l'espressione dell'insuccesso della terapia?

Per chiarirmi le idee devo aspettare che finisca questo stato di passività.

Ora, passiamo a te.. :Nerd:

Ho letto dillà..e mi sono ritrovata molto nel tuo stato d'animo, pur non conoscendo in modo specifico l'accaduto.

Io sono una di quelle persone (purtroppo devo dire..), che perde la fiducia con un niente, basta un episodio.. una bugia gratuita, una cattiveria gratuita, un comportamento a mio parere scorretto che dall'altro non mi aspetto.

Dico purtroppo perché ho capito che molte persone, avendo una diversa sensibilità, tendono a dare molto meno peso di me ad alcune parole o comportamenti..percui a volte dietro c'è semplicemente un po' di superficialità e nient'altro.

E sono anche una persona che non si fa troppo problemi a chiudere i rapporti, se vengo ferita davvero.

Questo in generale..nello specifico, in terapia, peggio che mai :):

Più volte il mio terapeuta ha avuto atteggiamenti che non mi sono piaciuti..una volta in particolare ha fatto un megacascatone che mi sono portata dietro per molto tempo..pensandoci e ripensandoci.

Tecnica? Secondo me no, e di certo non sempre. Nel caso in cui fosse stata tecnica..beh, non so quale fosse lo scopo ma sicuramente non l'ha raggiunto.

Io ho sbagliato perché non ne ho parlato esplicitamente con lui, gli ho solo mandato delle "frecciatine" che credo abbia colto..ma non sono andata oltre.

E penso di non riuscire a farlo perché non mi piace immaginarlo che si scusa..o che si giustifica. Non voglio vederlo "debole" ai miei occhi, non voglio metterlo in una situazione per lui spiacevole...non so, non so neanche se lo faccio per proteggere lui o per proteggere me.

In ogni caso so che non va bene, quindi mi unisco al coro del: "Parlaci e digli tutto".

E poi dal momento in cui si scuserà, valuterai tu se dargli un'altra possibilità o meno, valuterai in base a tutto il resto che c'è stato oltre questo espisodio.

Se la terapia proprio non va lo senti, io l'ho sentito ed ero pronta ad andarmene, poi sono rimasta perché ho perso le alternative che avevo pensato.

Comunque mi dispiace perché è brutto come momento..e so che probabilmente ci ripenserai spesso, standoci ancora male.

Perdonare è molto difficile, accettare gli sbagli, gli errori altrui e propri, l'imperfezione altrui e propria, i limiti di una persona idealizzata...non è facile.

Ti abbraccio :crazy:

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Io di solito non le inizio proprio le cose..così evito di pormi troppi problemi poi -_-

Sì, capisco cosa intendi, ma è brutto quando inizi a pensare di "aver fallito ancora", e quell'ancora pesa come un macigno.

La colpa ovviamente è sempre della sottoscritta, che non è "in grado, capace, forte ecc..ecc.."

Non lo so Judi, in questo periodo mi cullo come non mai nel mio star male, non sento il desiderio di staccarmene, ora.

Forse adesso come adesso mi serve, è "funzionale" a qualcosa.

Questo probabilmente è il motivo per cui ho smesso di mettere in discussione il mio psi.

Ma allora ci si potrebbe domandare: questo mio stato non è proprio l'espressione dell'insuccesso della terapia?

Per chiarirmi le idee devo aspettare che finisca questo stato di passività.

mi pongo domande simili. non so rispondermi...

Ho letto dillà..e mi sono ritrovata molto nel tuo stato d'animo, pur non conoscendo in modo specifico l'accaduto.

Io sono una di quelle persone (purtroppo devo dire..), che perde la fiducia con un niente, basta un episodio.. una bugia gratuita, una cattiveria gratuita, un comportamento a mio parere scorretto che dall'altro non mi aspetto.

Dico purtroppo perché ho capito che molte persone, avendo una diversa sensibilità, tendono a dare molto meno peso di me ad alcune parole o comportamenti..percui a volte dietro c'è semplicemente un po' di superficialità e nient'altro.

E sono anche una persona che non si fa troppo problemi a chiudere i rapporti, se vengo ferita davvero.

Questo in generale..nello specifico, in terapia, peggio che mai :Nerd:

Più volte il mio terapeuta ha avuto atteggiamenti che non mi sono piaciuti..una volta in particolare ha fatto un megacascatone che mi sono portata dietro per molto tempo..pensandoci e ripensandoci.

ti riferisci a quando è sparito per motivi di salute senza avvisarti, ne scusarsi?

brutto scivolone anche il suo...soprattutto nella mancanza di scuse sincere...

Tecnica? Secondo me no, e di certo non sempre. Nel caso in cui fosse stata tecnica..beh, non so quale fosse lo scopo ma sicuramente non l'ha raggiunto.

appunto.

anche di la, molti dicono "l'avrà fatto apposta!"

però questa cosa non mi convince appieno. ad esempio sia tu che Arley che Froggy fate psicoterapia con uno psi junghiano. il mio è di un altro orientamento. le gaffes e le situazioni sono diverse.

tutta tecnica? credo che stiamo dando un' interpretazione arbitraria...

io credo che possa succedere di avere degli screzi (più o meno pesanti) con una persona che si "frequenta" tutte le settimane. e alla quale si da grandissima fiducia.. e con essa il potere di ferirci.

e a volte succede, semplicemente.

la parola sbagliata. l'atteggiamento sbagliato...

poi sta a noi decidere come comportarci. ancora non so cosa farò, anche se tengo in considerazione ciò che mi è stato consigliato.

E penso di non riuscire a farlo perché non mi piace immaginarlo che si scusa..o che si giustifica. Non voglio vederlo "debole" ai miei occhi, non voglio metterlo in una situazione per lui spiacevole...non so, non so neanche se lo faccio per proteggere lui o per proteggere me.

per me è il contrario. ho paura che non si scusi. che minimizzi la portata delle sue parole. che si dimostri sprezzante.

quando il mio psi è sprezzante...non ti puoi immaginare quanto sappia essere freddo, duro... ne ho soggezione!

grazie del parere Trixy. poi cercherò di esporre i miei dubbi, che comunque esulano questa situazione...

:crazy:

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ti riferisci a quando è sparito per motivi di salute senza avvisarti, ne scusarsi?

brutto scivolone anche il suo...soprattutto nella mancanza di scuse sincere...

Quello è stato il primo episodio che ha messo a dura prova la mia fiducia nei suoi confronti..ma quello a cui mi riferivo io è un altro, ben peggiore per come l'ho vissuto.

appunto.

anche di la, molti dicono "l'avrà fatto apposta!"

però questa cosa non mi convince appieno. ad esempio sia tu che Arley che Froggy fate psicoterapia con uno psi junghiano. il mio è di un altro orientamento. le gaffes e le situazioni sono diverse.

tutta tecnica? credo che stiamo dando un' interpretazione arbitraria...

io credo che possa succedere di avere degli screzi (più o meno pesanti) con una persona che si "frequenta" tutte le settimane. e alla quale si da grandissima fiducia.. e con essa il potere di ferirci.

e a volte succede, semplicemente.

la parola sbagliata. l'atteggiamento sbagliato...

poi sta a noi decidere come comportarci. ancora non so cosa farò, anche se tengo in considerazione ciò che mi è stato consigliato.

Anche io non sono molto per la tecnica nascosta dagli scivoloni.. :Nerd:

per me è il contrario. ho paura che non si scusi. che minimizzi la portata delle sue parole. che si dimostri sprezzante.

quando il mio psi è sprezzante...non ti può immaginare quanto sa essere freddo, duro... ne ho soggezione!

In realtà neanche io ho la certezza che il mio si scuserebbe..

Ti dirò, l'episodio della "buca" è stato poi chiarito che si trattava di un suo errore nel segnare il mio nuovo numero..praticamente lui mi avvertiva sul cellulare vecchio.

Però quando questo è venuto fuori lui non si è scusato, ha detto qualcosa del tipo "Cose che capitano..". Si, ok, ma l'errore era comunque stato il suo.

Per l'episodio in particolare credo che si scuserebbe perché mi ha comunque provocato un malessere, e questo non può essere messo in discussione. :): Se dovesse arrampicarsi sugli specchi ovviamente la vivrei malissimo, dunque rimango con il dubbio. -_-

grazie del parere Trixy. poi cercherò di esporre i miei dubbi, che comunque esulano questa situazione...

:huh:

Ook! buonanotte Judi! :crazy:

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Quello è stato il primo episodio che ha messo a dura prova la mia fiducia nei suoi confronti..ma quello a cui mi riferivo io è un

peggio? :Nerd:

già mi sembrava grave quel fatto...

In realtà neanche io ho la certezza che il mio si scuserebbe..

Ti dirò, l'episodio della "buca" è stato poi chiarito che si trattava di un suo errore nel segnare il mio nuovo numero..praticamente lui mi avvertiva sul cellulare vecchio.

Però quando questo è venuto fuori lui non si è scusato, ha detto qualcosa del tipo "Cose che capitano..". Si, ok, ma l'errore era comunque stato il suo.

ecco...queste sono le cose che mi danno veramente fastidio.

noi pazienti in terapia dobbiamo continuamente metterci in discussione, smutandarci (come direbbe Arley)...il tutto ovviamente per crescere. lo facciamo per noi stessi mica per qualcun' altro, ci mancherebbe!

ma, mi chiedo io, che esempio ci può dare una persona che non è nemmeno in grado di scusarsi quando commette un errore? secondo me è una questione di rispetto, punto e basta.

Per l'episodio in particolare credo che si scuserebbe perché mi ha comunque provocato un malessere, e questo non può essere messo in discussione. :crazy: Se dovesse arrampicarsi sugli specchi ovviamente la vivrei malissimo, dunque rimango con il dubbio. -_-

ti capisco...

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i dubbi di Judy (in forma confusa perchè le idee a questo punto sono poco chiare...)

io sono in terapia da un anno. il punto, detto brutalmente, è che mi chiedo "cosa sto facendo?"

mi spiego meglio...nell'ultimo mese e mezzo ho constatato che la mia testa (purtroppo) funziona sempre nella solita maniera. la verità è che inizio a disperare che possa realmente cambiare qualcosa da questo punto di vista. sono così fin da bambina. io non sto facendo psicoanalisi. più di una volta (anche nell'ultima seduta, lasciamo perdere gli scazzi...) il mio psi mi esorta a risolvere una determinata situazione sulla quale sono bloccata da anni. sono bloccata da paure che non ci provo neanche a spiegarvi. quello che mi fa incazzare è che lui ha tanto da dire " e allora fai sta cosa." lo so benissimo anch'io. me lo dicono anche altri. è la stessa cosa che mi potrebbe dire anche il mio vicino di casa.

va bene volere spronarmi, ma se questa situazione si è incancrenita ci sarà un perché... io mi sono rivolta a lui perché questa situazione (tra le altre) non la so sciogliere. forse mi devo arrendere all'evidenza che con queste paure irrazionali ci dovrò sempre convivere, va bene...ma allora che mi dia degli strumenti per affrontare il quotidiano!

l'ansia mi blocca e mi impedisce di fare determinate cose? che mi insegni ad aggirarla, se non la posso sopprimere.

ma dirmi "risolvi sta cosa" senza darmi nessuno strumento per farlo...a cosa serve? mi dovrò smazzare le mie angosce esattamente come se non andassi in terapia. non mi sento supportata. addirittura mi vergogno delle mie paure. mi sembra che le minimizzi, e tendo a non dirle più.

ultimamente ho pensato seriamente di passare a una terapia cognitivo-comportamentale... da quello che ho capito (e qui correggetemi se sbaglio) in questo tipo di terapia vengono insegnati strategie per aggirare l'ansia o i blocchi che si hanno. almeno così risolverei i miei problemi pratici...

spero che si capisca qualcosa, so di non avere le idee chiare e questo si ripercuote sulla scrittura.

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i dubbi di Judy (in forma confusa perchè le idee a questo punto sono poco chiare...)

Sì, penso di capire bene cosa intendi..

Del resto, è uno dei problemi più grandi della psicoanalisi, e cioè il fatto che spesso prendere coscienza di certi meccanismi, analizzarli e sviscerarli in tutti i loro aspetti, spesso non aiuta comunque a risolverli nell'atto pratico. Quindi il paziente non riesce poi a cambiare il proprio comportamento, pur comprendendo tutti i motivi che lo portano ad agirlo.

Io penso che effettivamente una terapia comportamentale, nel momento in cui c'è stato un bel periodo di analisi a precederla, può davvero funzionare.

Però non credo che sia per tutti l'ancora di salvezza, come ad alcune persone basta l'analisi e ad altre no, ad altre basta magari un corso sul comportamento (vedi quelli per combattere la timidezza ecc..), al altre ancora non bastano neanche entrambe, altrimenti non verrebbe talmente messa in discussione la psicologia in generale, e non si ricorrebbe neanche così tanto ai farmaci.

Purtroppo credo che non ci siano delle soluzioni uguali per tutti, come credo che non tutti possano risolvere i propri problemi, e difficilmente poi si risolvono tutti i problemi. Con alcune paure ed ansie, sempre secondo me, si deve imparare a conviverci. Ovviamente le difficoltà maggiori, quelle che invalidano il quotidiano, sono quelle che occorre superare.

Ciò che spesso mi chiedo io, e sui cui rifletto, è l'ipotesi che determinate persone possano avere costruito nel tempo dei meccanismi patologici talmente ben radicati ormai, che non riescono proprio, con tutta la buona volontà, a smontare.

Se penso agli psicotici (prendendo per buona la causa psicologica della psicosi, e non quindi biologica), che non hanno più il contatto con la realtà, beh loro hanno varcato una determinata soglia..dalla quale molto difficilmente riusciranno a tornare indietro. Il massimo per lo psicotico è riuscire a convivere con le proprie allucinazioni, accettarle e rendersi conto che non sono reali (non so se hai visto "A Beautiful Mind", lui alla fine riusciva proprio a fare questo), perchè guarire del tutto è quasi impossibile.

Bene, nella mia visione molto pessimistica io credo che determinate persone sono più al confine tra psicosi e nevrosi rispetto ad altre, e quindi non riusciranno mai a vivere un'esistenza "normale", ma al massimo possono aspirare ad arraspare in una parvenza di "normalità", accettando i ciclici periodi di malessere.

Scusa, questa è una riflessione molto dettata dal periodo :rolleyes:

Ma per te ripeto, la terapia comportamentale potrebbe davvero aiutarti, se ne parli con il tuo psi?

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cara Trixy hai centrato perfettamente il punto. disperavo che qualcuno cogliesse il senso delle mie parole...

io temo di essere in mezzo al guado...non sono psicotica, ma non sono neanche di là dal fiume. i meccanismi secondo cui funziona la mia mente sono troppo radicati, e non sono normali.

a volte dalle mie parole sul topic, sembra che sto facendo una gran tragedia per nulla (qualcuno mi ha gentilmente invitato a crescere...)...ebbene io lo so (razionalmente) che esagero, che il modo in cui vivo certe situazioni è davvero esagerato. lo so. in questi giorni il mio compagno mi vede e dice "tu stai troppo male per questa cosa". è la verità : mi sto tormentando. la mia mente fiunziona così. ci fosse un interruttore da girare, lo farei immediatamente!!!!

ma la razionalità non serve a nulla!!!

inizio a credere che dovrò convivere sempre con questi lati di me.

ma allora forse mi servirebbe di più qualcuno che mi insegnasse ad affrontare le emergenze pratiche. (come un adulto) piuttosto che qualcuno che mi dica "vai e fai sta cosa!" come se non lo sapessi!

ma se mi devo gestire l'angoscia (che proverò nel fare certe cose) da sola, allora perchè pagare qualcuno?

inoltre...tu hai parlato di analisi, ma io non faccio nemmeno analisi...torniamo al punto "cosa sto facendo?"

ovviamente ne devo parlare con lui. e non è semplice. e sta xxxx di crisi che è esplosa rende ancora più difficile affrontare questo discorso.

qualche settimana fa c'ho provato...vagamente (avevo le idee ancora più confuse) e lui mi ha risposto in una maniera che m'ha lasciata perplessa, dicendo che del resto la psicoterapia non era come la medicina e che non ci sono riscontri scientifici certi...e portando l'esempio di una sua ex-paziente che a un certo punto gli fa "io sto esattamente come prima, che senso ha continuare?" e ha interrotto la terapia.

io in quel momento non riuscivo a dare forma ai miei dubbi, e ho chiuso li il discorso. ma ripensandoci ora mi sembra un modo di minimizzare il mio disagio. neanche fosse un capriccio! mentre in realtà è la perplessità di una persona che da un anno sta facendo enormi sacrifici per pagarsi la terapia (es, dovrei andare dal dentista, ma non ho i soldi...) . ho il disritto di sapere se sto percorso mi sta portando da qualche parte. e se vale la pena fare tutti questi sacrifici.

facessi analisi...so che i tempi sono lunghi, un anno è poco per vedere risultati...ma nel percorso che sto facendo io? almeno che mi desse delle coordinate temporali...

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ho il disritto di sapere se sto percorso mi sta portando da qualche parte. e se vale la pena fare tutti questi sacrifici.

adesso è un periodo che vedi tutto negativo.

fai passare qualche giorno e confrontati a come eri un anno fa... i miglioramenti a questo punto dovresti individuarli anche da sola senza aspettare che te lo dica lui......... e mi raccomando non li sottovalutare come superficiali

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confrontati a come eri un anno fa... i miglioramenti a questo punto dovresti individuarli anche da sola senza aspettare che te lo dica lui......... e mi raccomando non li sottovalutare come superficiali

Su questo son sicura che andrea abbia ragione, sono sicura che alcune cose sei riuscita a superarle anche tu, magari ti sembrano piccole cose, piccoli passi, ma sono importanti.

Anche io ho fatto dei progressi, mi rendo conto di essere riuscita ad affrontare molte situazioni che in passato non sarei stata in grado di superare. Ho preso decisioni che non avrei mai preso, senza la terapia, ed ho acquistato un po' di sicurezza in più.

Però certo, rimangono ancora i grossi scogli, i grossi impedimenti che mi rendono difficile vivere un'esistenza "normale".

Il mio psi mi disse che una signora, alla fine della terapia, aveva superato molti problemi, ma le rimaneva una forte angoscia di morte che si rendeva conto non sarebbe riuscita a superare, e con la quale quindi doveva convivere.

Le mie angosce accompagnano il mio quotidiano, a volte impedendomi di fare qualcosa da sola, turbandomi il sonno, e poi sono pensieri spesso fissi, continui..che mi buttano giù e non mi fanno vivere molte situazioni, non mi fanno godere neanche di bei momenti.

Pensare di conviverci per sempre è proprio dura.

(Questo al di là della bulimia, che è l'unico comportamento che voglio e devo eliminare completamente, anche se sicuramente rimarranno i problemi con il cibo, l'ossessione per il peso ed annessi)

Io credo che in ogni caso è proprio l'agito il compromesso che possiamo riuscire ad ottenere, cioè credo che la vittoria sta nel riuscire a fare qualcosa che non riusciamo a fare, anche con i mille pensieri e le mille paranoie in testa che ci accompagnano.

Quindi penso che forse (poi io mi auguro che non sarà cosi), non riuscirai a non tormentarti Judi, però puoi riuscire ad agire diversamente il tuo tormento, facendo qualcosa che altrimenti non faresti, o dicendo cose che altrimenti non diresti. Che poi agendo in modo diverso nel mondo, ovviamente attuerai dei cambiamenti.

E' questo credo quello che giustamente devi pretendere dalla terapia e da te stessa, e che devo pretendere io..ed è lecito il tuo interrogarti sugli esiti.

Insomma, si dice che il paziente si rende conto quando la terapia è finita..il paziente si renderà anche conto quando la terapia non sta dando i suoi frutti.

Che poi a sentire gli psicologi, se la terapia va bene è merito loro, se va male è colpa nostra che evidentemente non vogliamo guarire.

E che cavolo, troppo comodo così!

Chiedigliele queste coordinate, lui deve dartele..

Effettivamente anche io ce l'ho, io c'ho lo scoglio del lavoro.

Ma ritorniamo al discorso di prima: Evidentemente se non riesco a girare come dovrei per trovarmi lavoro, non sarà perché la terapia non mi ha dato gli strumenti per farlo?

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Ribadisco, su questo argomento siamo in sintonia (dovrei dire purtroppo!)

ti riporto le frasi in cui mi riconosco di più.

Le mie angosce accompagnano il mio quotidiano, a volte impedendomi di fare qualcosa da sola, turbandomi il sonno, e poi sono pensieri spesso fissi, continui..che mi buttano giù e non mi fanno vivere molte situazioni, non mi fanno godere neanche di bei momenti.

Pensare di conviverci per sempre è proprio dura.

Io credo che in ogni caso è proprio l'agito il compromesso che possiamo riuscire ad ottenere, cioè credo che la vittoria sta nel riuscire a fare qualcosa che non riusciamo a fare, anche con i mille pensieri e le mille paranoie in testa che ci accompagnano.

Quindi penso che forse (poi io mi auguro che non sarà cosi), non riuscirai a non tormentarti Judi, però puoi riuscire ad agire diversamente il tuo tormento, facendo qualcosa che altrimenti non faresti, o dicendo cose che altrimenti non diresti. Che poi agendo in modo diverso nel mondo, ovviamente attuerai dei cambiamenti.

E' questo credo quello che giustamente devi pretendere dalla terapia e da te stessa, e che devo pretendere io..ed è lecito il tuo interrogarti sugli esiti.

Insomma, si dice che il paziente si rende conto quando la terapia è finita..il paziente si renderà anche conto quando la terapia non sta dando i suoi frutti.

Che poi a sentire gli psicologi, se la terapia va bene è merito loro, se va male è colpa nostra che evidentemente non vogliamo guarire.

E che cavolo, troppo comodo così!

APPUNTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Effettivamente anche io ce l'ho, io c'ho lo scoglio del lavoro.

Ma ritorniamo al discorso di prima: Evidentemente se non riesco a girare come dovrei per trovarmi lavoro, non sarà perché la terapia non mi ha dato gli strumenti per farlo?

sempre qui siamo. e il tuo psi risposte in tal senso te ne ha sapute dare?

intendo dire...ciò che tu riesci a esprimere qui con tanta lucidità e chiarezza (che sta aiutando anche me a focalizzare i miei dubbi), sei riuscita a spiegarlo al tuo psi?

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di la mi si diceva (con le migliori intenzioni del mondo) "perché noi non ci si tira indietro. non si molla la terapia, etc etc..."

io direi "calma"

questo discorso vale se la terapia dimostra efficacia. ma (prendi il mio discorso come teorico, ancora non ho tratto conclusioni...) se mi dovessi rendere conto che la terapia non sta dando risultati...ho anche il sacrosanto diritto di metterla in discussione. non è un dogma. e il terapeuta non è dio.

Juditta secondo me la terapia non si molla se questo rappresenta una fuga, se abbiamo paura di affrontare il cambiamento che ne può derivare. ma se tu ritieni che quest'anno di terapia non ti abbia portato nessun miglioramento, se pensi che il tuo psi non sia la persona giusta per te in questo momento fai benissimo a interrompere la terapia! capisco che non sia facile prendere una decisione del genere, ma è giusto nei nostri confronti perchè è inutile continuare a perdere tempo e denaro

però devi capire se effettivamente è questa la tua situazione. come ti suggeriva Andrea, cerca di fare mente locale, un confronto tra la Juditta di 1 anno fa e la Juditta di ora e cerca di vedere in maniera imparziale se effettivamente non ci sono stati miglioramenti

più di una volta (anche nell'ultima seduta, lasciamo perdere gli scazzi...) il mio psi mi esorta a risolvere una determinata situazione sulla quale sono bloccata da anni. sono bloccata da paure che non ci provo neanche a spiegarvi. quello che mi fa incazzare è che lui ha tanto da dire " e allora fai sta cosa." lo so benissimo anch'io. me lo dicono anche altri. è la stessa cosa che mi potrebbe dire anche il mio vicino di casa.

va bene volere spronarmi, ma se questa situazione si è incancrenita ci sarà un perché... io mi sono rivolta a lui perché questa situazione (tra le altre) non la so sciogliere. forse mi devo arrendere all'evidenza che con queste paure irrazionali ci dovrò sempre convivere, va bene...ma allora che mi dia degli strumenti per affrontare il quotidiano!

l'ansia mi blocca e mi impedisce di fare determinate cose? che mi insegni ad aggirarla, se non la posso sopprimere.

anche se difficile, cerca di parlargli chiaramente di questi tuoi dubbi, affronta l'argomento, mettilo in discussione. anche io ho avuto un periodo di crisi quest'inverno e sono sicura che ne avrò altri, l'unico modo per capire se si sta andando nella direzione giusta è parlarne con loro.

mi ricordo che quando andavo dalla mia precedente psi lei mi disse che probabilemte le mie resistenze a vivere le emozioni erano una difesa che avevo adottato e che visto che le resistenze erano così alte foprse era meglio non toccarle, ma imparare a conviverci. queste sue parole mi gettarono nello sconfrot, ci pensai e ripensai per non so quanti giorni e poi alla fine decisi che non ero d'accordo con quello che mi diceva, che volevo risolvere il problema anche se questo avrebbe scombussolato completamente i miei equilibri e per questo decisi di interrompere la terapia con lei.

questo per dirti che devi capire dentro di te cosa vuoi fare realmente, come ti senti. non farti trasportare dall'onda del momento, dallo scazzo che c'è stato venerdì scorso , ma valuta se oggettivamente ritieni corretto proseguire con lui o andare altrove. quando ci avrai pensato, parlane con lui e poi decidi!

addirittura mi vergogno delle mie paure. mi sembra che le minimizzi, e tendo a non dirle più.

questo non farlo, non puoi e non devi andar lì e non dire tutto quello che provi perchè sarebbe un prendere in giro prima di tutto te stessa e non te lo meriti !

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Ospite sea

Comunque se una terapia, puta caso, dovesse fallire perchè il paziente scappa prima, la responsabilità è del terapeuta.

Toh, ci mancherebbe altro! Uno va lì, gli mette la sua vita nelle mani, non ci sono storie. Il lavoro è suo, mica del paziente.

Quando ha accettato il caso, lo sapeva. Poi potrebbe lui mollare per primo, no? Ma secondo me è raro, perchè fallisce lui, insomma, in ogni caso.

Non è un fallimento del paziente, mai.

Altrimenti la terapia diventa un tormento. La saprò fare, non la saprò fare.. seee! ^_^

Se'ondo me già quando ti prendono, sanno che sei un caso semplice. Poi imparano un sacco di cose strada facendo, dal paziente. Non si pentono mai, sono impenitenti, tutto serve, tutto fa esperienza, sai quanti libri ci scrivono su.

Impariamo anche noi, gente.

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sempre qui siamo. e il tuo psi risposte in tal senso te ne ha sapute dare?

intendo dire...ciò che tu riesci a esprimere qui con tanta lucidità e chiarezza (che sta aiutando anche me a focalizzare i miei dubbi), sei riuscita a spiegarlo al tuo psi?

Ovviamente no.. ^_^

Non riesco ad essere così schietta e sincera con lui, e a dirgli chiaro e tondo tutto.

Però spero che il discorso fatto prima dell'estate (in cui ho esposto il pensiero di mollarlo), gli abbia acceso qualche lucina di avvertimento in testa.

Ma dirgli : "Senta, evidentemente se non riesco a fare ciò che mi chiede, lei ha la sua buona dose di colpa." , proprio non mi riesce.. :p:

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Non è un fallimento del paziente, mai.

Che bella frase sea, ora me la appiccico in fronte sperando che prima o poi mi entri in testa! :p:

Se'ondo me già quando ti prendono, sanno che sei un caso semplice.

In che senso? ^_^ Dici che danno per scontato la semplicità del caso, cioé sottovalutano le situazioni?

Poi imparano un sacco di cose strada facendo, dal paziente. Non si pentono mai, sono impenitenti, tutto serve, tutto fa esperienza, sai quanti libri ci scrivono su.

Cioè non gli frega una mazza se il paziente non guarisce, tanto a loro è utile comunque? :;):

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Ospite sea
Che bella frase sea, ora me la appiccico in fronte sperando che prima o poi mi entri in testa! :;):

In che senso? :deadtired: Dici che danno per scontato la semplicità del caso, cioé sottovalutano le situazioni?

Cioè non gli frega una mazza se il paziente non guarisce, tanto a loro è utile comunque? :(:

No, no...

se ci ragiono su, nei termini dell'onestà professionale, naturalmente, penso che pensino:

Prendo un paziente, perchè so che posso aiutarlo, altrimenti non ne faccio di niente.

Se era un caso difficile per me, figurati se lo prendevo. E mi sembrerebbe logico.

Durante la terapia, però, scopro una serie di cose nuove, risvolti inaspettati: che faccio? Mica mollo, a meno che non diventi pericoloso.

Modifico, allora, mi adatto, imparo da queste opportunità, cerco strade, incroci, punti di confluenza, soluzioni, idee nuove via via.

E su queste costruisco nuovi orizzonti, per il paziente, e anche per me, perchè senz'altro ne uscirò arricchito umanamente e professionalmente.

Ecco, questo è quello che intendevo.

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Ospite sea

c'è anche un altro discorso, e poi mi cheto.

Chi sceglie di andare in terapia, poichè è una scelta personale, è una persona sì in crisi e tutto quanto, ma per forza di cose solo per il fatto di andar lì e mettersi in mutande, è in via di guarigione. :deadtired:

Le sue risorse sono voglia di star bene, anche una certa dose di testardaggine nell'insistere quando tutto sembra andare storto..ecc, ecc, oltre all'intelligenza di dire ne ho bisogno, vado.

Io non smetto di andare dal dottore proprio quando mi sento male, non credi?

Casomai, gli dico: "pallino, io sto male,sto così, così e cosà, per questo e quest'altro motivo. Datti una mossa. Che si può fare?

Bella domanda.

Io penso che contino, queste cose, sulla bilancia.

Se uno si fida del proprio terapeuta.. aspetta che molli lui.

allora gli potrà finalmente dire che è un incapace! :;):

non vedo l'ora.

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