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black hole

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  1. C’è sempre un complotto quando la “verità” è appannaggio di pochi illuminati e tutti gli altri sono pecoroni ignoranti soggiogati da informazioni pilotate… Praticamente sei passato da una verità ad un’altra, sempre inculcate, naturalmente… poi, tutti possiamo essere saulo sulla via di damasco… per quanto mi riguarda, pur essendo agnostica tendente all’ateismo, mi ritengo molto più cristiana di tanti cattolici praticanti, ma ancora non ho percorso la via per damasco: magari verrò illuminata anch’io e diventerò una fervente cattolica, ma anche decisamente intollerante verso chi non la pensa come me…
  2. black hole

    Perso nelle tenebre

    Perdonami, ma spero che sia solo una provocazione: chi stabilisce chi è giusto e chi è sbagliato? In base a quali canoni o criteri si è nell'una o nell'altra categoria?
  3. Io le ho subite... Negli ultimi tempi i problemi erano già tanti, ma avevo capito che c'era qualcosa di strano: alla prima occasione che l'ho beccato a raccontarmi una balla, non ho aspettato di coglierlo sul fatto ma, semplicemente, l'ho lasciato libero di frequentarla come e quando voleva perché con me aveva chiuso. Riguardo il farle, non so che dire: sino ad ora non ho mai tradito.
  4. Tutto quello che hai scritto avrei potuto tranquillamente scriverlo io alcuni anni fa: l'unica differenza è che la mia relazione andava avanti da 12 anni ma, per il resto, sembra la fotocopia della tua, gesti eclatanti e plateali da parte sua compresi. Non riuscivo a spiegarmi come non avevo potuto capire quello che stava succedendo e come la persona che avevo avuto accanto nulla aveva di quella moralità, integrità e onestà che per anni aveva professato. Considera, tra l'altro, che in un sol colpo ho perso un compagno, un progetto di vita, dei sogni da realizzare e il lavoro perché da alcuni anni avevamo avviato un'attività insieme. Purtroppo certe situazioni ti cambiano il modo di vedere le persone e il modo di relazionarti con chi ti si avvicina, ma non tutti sono come il tuo ex. Io, dal canto mio, ho trovato la forza per andare avanti quando ho smesso di chiamarmi stupida perché non avevo capito: stupido è stato lui a giocare con la mia vita e con i miei sentimenti, io ho sempre fatto tutto per amore e, ancora oggi, è solo l'amore (in tutti i sensi) a guidare i miei gesti. Ti auguro di uscirne presto.
  5. Al di là delle cause scatenanti, io credo che l’origine del problema sia solo una: paura di lasciarsi andare con gli altri e poi soffrire. Che poi si manifesti con fastidio al contatto fisico o con riluttanza ad aprirsi con un altro, poco importa: l’elemento in comune è non volersi illudere, e per non illudersi ci si chiude in una torre d’avorio e si guarda il mondo da lontano. Io ho eretto un muro tra me e il resto del mondo dopo una cocente delusione di alcuni anni fa che ha sconvolto la mia vita a 360°: ne sono uscita così malconcia e dolorante che ho ripromesso a me stessa che mai nessuno sarebbe più riuscito ad arrivarmi così vicino da farmi male. Ma se all’inizio una trincea serve non fosse altro per potersi leccare le ferite in santa pace e per riprendere contezza di sé, alla lunga ci si rende conto di vivere in una gabbia, e le gabbie, per quanto dorate possano essere, sempre gabbie rimangono. Un po’, penso, come fai tu @gazza: rifiuti il contatto con gli altri perché non sai quanto possano essere sinceri e quanto puoi fidarti e, soprattutto, affidarti a loro
  6. Purtroppo non ho un buon consiglio da darti, ma sono d’accordo con te riguardo la consapevolezza: da sola non è sufficiente a farci superare i nostri limiti e le nostre paure. Ci vuole altro… cosa è soggettivo, ma di sicuro non basta dire “ho questo problema” per superarlo. Io, per esempio, so di avere dei problemi nel relazionarmi con le persone perché (a causa di diverse e variegate esperienze negative) non mi fido neanche della mia stessa ombra, ma nel calderone del “mettere tutti a debita distanza” entra anche chi non ha colpe o chi si è sempre comportato bene. Ma tant’è! Ne sono consapevole, certo, so da cosa proviene questo mio atteggiamento, ma non riesco a cambiare. Un po’ come il tuo problema: ne sei consapevole, sai da dove deriva, ma non riesci a superarlo…
  7. Ti lascio una citazione di Einstein sperando che riesca a infonderti un po’ di fiducia “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.” In bocca al lupo per il nuovo lavoro
  8. scuse accettate @Hope82 ma, per quanto mi riguarda, assolutamente non necessarie. apprezzo, però, notevolmente il gesto: denota coraggio e capacità di mettersi in discussione, caratteristica non facile da trovare in questi tempi in cui tutti pensiamo sempre di essere perfetti...
  9. Si dice “ognuno col suo cuor l’altrui misura”… nell’esprimere un parere io ci metto dentro solo me stessa: non direi mai al mio compagno di curarsi di più se io, per prima, non lo facessi… poi forse sbaglio, ma non conoscendo assolutamente mirko né la sua compagna, come del resto non conosco te, posso solo vedere la situazione dal mio punto di vista…
  10. Io penso che il vero problema delle relazioni lunghe sia il dare tutto per scontato: “è mio marito”, “è mia moglie”, “stiamo insieme da tanti anni” come se questo fosse garanzia di amore e passione eterna… non voglio dire che bisogna vivere sempre con una spada di Damocle che penzola sulla testa, ma ogni tanto pensare che bisogna sapersi reinventare per non far spegnere il desiderio potrebbe essere di grande aiuto. Ovvio che tu dovresti desiderare tua moglie indipendentemente da quello che indossa, sia che abbia un vestito elegante sia che indossi un pigiamone di flanella perché lei (e solo lei) sa darti certe emozioni e sensazioni, ma capisco anche che l’occhio gioca un ruolo fondamentale, soprattutto se non ti permette di vedere tutto (altrimenti sarebbe solo volgarità) ma ti porta a immaginare cosa ci può essere, anche se quello che c’è tu lo conosci benissimo. Sinceramente, da donna, non mi sentirei particolarmente offesa da questo discorso… anzi! Probabilmente apprezzerei la sincerità e il tentativo che fa il mio uomo per non andare alla ricerca di quello che gli manca altrove, ma è anche vero che il modo e il tono come vengono fatte certe richieste fa da discriminante tra l’offendere e cercare insieme una soluzione. Falle capire che è ancora il centro del tuo mondo ma che hai solo bisogno di vederla più femmina e più donna, senza che questo significhi volerla cambiare… e non me ne vogliano tutte le femministe che leggeranno questo post perché il mio ragionamento non ha nulla a che vedere con la sottomissione all’uomo. Vi auguro di riuscire a trovare insieme la giusta soluzione.
  11. Hai mai pensato che, forse, tuo padre possa sentirsi a disagio a parlare con te proprio perché sente (o gli fai sentire) di essere “inferiore”? non tutti siamo intelligenti, acculturati o brillanti, ma questo non vuol dire che non siamo meritevoli di amore, di attenzioni e di sensibilità. Accetta tuo padre per quello che è e non fargli una colpa di niente: non merita di essere odiato solo perché non ha saputo darti lezioni di vita. Prima accetterai che sei suo figlio con tutto ciò che questo può implicare, prima starai meglio tu e starete meglio insieme.
  12. concordo abbastanza con questa affermazione anche se, a mio modo di vedere, non del tutto esatta: i "vampiri" saranno anche più deboli delle loro "prede", ma le "prede", dal canto loro, non sono abbastanza forti da impedire che il "vampiro" le annienti o che, quanto meno, le riduca allo stremo. una personalità forte e strutturata, per quanto il gioco psicologico possa essere sottile e invisibile, non si farà mai sottomettere da un'altra. e non credo che aiutare l'altro rientri in questa fattispecie: non si nutrono di gesti amorevoli o caritatevoli (anche perché non pensano di averne bisogno), ma della positività e della vitalità di chi ha la sventura di capitargli a tiro. come dice giustamente @Gabbiano "rade al suolo le tue vette" perché lui (o lei) non le ha e non accetta che qualcun altro le abbia
  13. brutta bestia l’adolescenza… e non pensare che avendo “ormai” 19 anni ne sei fuori del tutto… negli ultimi tempi si è notevolmente innalzata la fascia di età compresa nel periodo dell’adolescenza proprio a causa dell’enorme incertezza nella quale viviamo e nella quale vivono specialmente i giovani… non avere né prospettive né speranza per il futuro di certo non aiuta chi deve ancora trovare il suo posto nel mondo... e non importa se tu pensi di non avere di questi problemi: è l’aria che respiriamo, sono le notizie che sentiamo, tutto quello che accade nel mondo che non ci fa essere mai né sicuri né mai al sicuro… il tuo atteggiamento positivo si intravede in alcuni momenti nei tuoi scritti, soprattutto quando vieni “criticata” da chi non ti conosce o quando leggi che ci sono altre persone (anche molto più grandi di te) che vivono il tuo stesso disagio… leggendo quello che scrivi e le risposte che dai o che hai dato anche in altri post, ho la sensazione che tu abbia solo bisogno di una pacca sulla spalla, di qualcuno che ti dica che non sarà sempre così e che col tempo la situazione migliorerà, di qualcuno che ti prenda per mano e ti accompagni nel cammino della vita… si impara a vivere solo vivendo: non esiste un manuale e nessuno conosce la strada giusta… cerca soltanto di credere un po’ di più in te stessa e accettati per quella che sei, anche con queste “paranoie” che a volte vengono a trovarti: se sai chi sei e cosa vuoi, niente e nessuno potrà davvero farti del male… un grande augurio per tutto
  14. e dov'è il problema?... Nietzsche insegna "bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi"
  15. non si può fuggire da se stessi... possiamo cambiare luogo, lavoro, amici, partner, ma quello che siamo ce lo porteremo sempre dietro... la stessa curiosità (in accezione assolutamente positiva) che ti ha spinto a partire, ora ti sta tormentando di dubbi: "avrò fatto la scelta giusta?"... "è proprio questo che voglio?"... "ce la farò o dovrò tornare a casa con le pive nel sacco?"... posto che non ti conosco e nulla so della tua storia personale, io credo che tutto questo arrovellarti il cervello (ne parlo con cognizione di causa) sia solo positivo: è un modo per crescere, per migliorarsi, per guardarsi dentro e capire davvero cosa si vuole dalla vita... forse quella decisione presa un anno fa sarà la tua vita per sempre, forse tra un anno deciderai di tornare a casa o di partire per un altro luogo e per un'altra avventura... se credi davvero in quello che stai facendo, non hai sbagliato allora e non sbaglierai in futuro... siamo materia in divenire: acquisito questo concetto, ti sembrerà normale continuare a porti domande sulla vita e su te stesso... auguri per tutto
  16. pensa soltanto a vivere invece di pensare a come vivrai in un futuro prossimo venturo che, tra l'altro, non puoi sapere come sarà perchè nessuno (fortunatamente) possiede una sfera di cristallo. per dirla con john lennon "la vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti", quindi goditi il momento e quello che hai: il resto verrà da sé
  17. non si rinuncia mai alle proprie passioni come non si smette mai di sognare: se ti piace disegnare anche se i risultati non sono eccellenti, perché mai dovresti smettere? certo! ognuno dev'essere conscio dei propri limiti e capire che nella vita, forse, deve far altro per tirare a campare, ma questo non vuol dire che non si possa coltivare un hobby. detto questo, non lasciarti influenzare da chiunque ti dica che i tuoi disegni non sono validi o non sono belli: l'importante è quello che provi tu nel momento in cui sei di fronte a un foglio bianco e lasci che la tua fantasia lo "imbratti" nel modo in cui più ti va.
  18. Ne ho conosciuto uno un po' di tempo fa e abbiamo avuto una relazione durata oltre 12 anni… in tutto quel periodo (ero poco più che una ragazzina dal carattere gioioso e solare) ho sempre creduto che il mio ruolo all’interno della coppia era apportare vitalità, buon umore e ottimismo e permettere a lui di riscattarsi da situazioni familiari e di vita poco felici grazie proprio al mio carattere… mai avrei creduto che un giorno sarei diventava l’ombra di me stessa… poi un giorno mi sono “guardata allo specchio” e non mi sono più riconosciuta: ero diventata musona, spenta, pessimista, poco propensa ai rapporti sociali… e ho detto basta… e da quel giorno sono rinata… anzi! sono tornata me stessa… parlare chiaro con certe persone secondo me non serve: l’unica speranza è, appunto, sperare di essere abbastanza strutturate come persone tanto da impedir loro di trarre linfa vitale dalla nostra energia e, ovviamente, scappar via a gambe levate… questo passaggio de “Lo Zahir” di Coelho penso descriva proprio cosa succede quando si incontra un "vampiro" di questo tipo "Immaginiamo che due pompieri si addentrino in una foresta per spegnere un piccolo incendio. Alla fine, quando ne escono e si avvicinano alla riva di un torrente, uno di loro ha il viso coperto di cenere, mentre l'altro è immacolatamente pulito. Voglio domandarti: ' Quale dei due si laverà il viso?' " "E' una domanda sciocca: ovviamente quello sporco di cenere." "Sbagliato. Il pompiere dal viso sporco, guarderà l'altro e penserà di essere come lui. E viceversa: quello con il viso pulito noterà che il compagno è imbrattato di cenere e si dirà: "Devo essere sporco allo stesso modo, ho bisogno di lavarmi." "Ma che cosa intendi dire?" "Voglio dire che mi sono reso conto che nelle donne che ho amato cercavo sempre me stesso. Guardavo i loro visi puliti, e mi ci vedevo riflesso. D'altro canto, loro guardavano me, vedevano la cenere sulla mia faccia e, per quanto fossero intelligenti e sicure, finivano per vedersi riflesse in me, e si ritenevano peggiori di quello che magari non erano. Non lasciare che ciò accada a te, per favore." Avrei voluto aggiungere: "Questo è successo con Esther. [...] Io assorbivo sempre la sua luce, la sua energia: mi rendeva felice, sicuro, capace di andare avanti. Lei guardava me, si sentiva brutta, sminuita [...]
  19. il detto "cane scottato con l'acqua calda teme la fredda" avrà pure una sua ragion d'essere... certo! non siamo cani, ma alcune cose ti segnano così tanto che inevitabilmente te le porti dietro per sempre... questo non vuol dire che non si superano ma che si acquisisce un nuovo modo di affrontare la vita... in poche parole non credo si riesca mai del tutto a dimenticare: "semplicemente" si impara ad andare avanti con una nuova consapevolezza di sé...
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