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Trovato 15 risultati

  1. Buonasera, vorrei chiedere delucidazioni rispetto alla mia attuale situazione lavorativa. Lavoro nel settore Risorse Umane/Selezione del personale. Lavoravo, fino a due settimane fa, in una nota agenzia per il lavoro, purtroppo, e inaspettatamente, non mi è stato rinnovato il contratto. Verso la scadenza, per scaramanzia, avevo fatto un colloquio per l'azienda in cui lavoro attualmente. Chi è del settore capisce bene le aspettative che, chi lavora in APL, pone verso l'azienda privata. Durante il colloquio mi viene chiesto l'inquadramento precedente, ovvero un quinto livello del commercio, ma con ticket restaurant e rimborso chilometrico, per farla breve stavo sui 1500 euro netti al mese. Quando vengo chiamata per comunicarmi l'esito positivo del colloquio, mi viene proposto lo stesso contratto, con rimborso chilometrico dato che sono a quasi 30 km da casa, ma senza buoni pasto. Speravo in una proposta migliorativa, ma nello smacco del mancato rinnovo, e pensando di dover cogliere l'occasione (ripeto, dall'APL all'azienda nel giro di pochi giorni), accetto. Mi fanno iniziare immediatamente, praticamente il giorno dopo. Tralasciando il brusco cambio di ambiente (agli antipodi, coi suoi pro e contro) nel giro di pochi giorni, mi sono trovata fin da subito di fronte a situazioni per me del tutto illogiche. Non mi viene assolutamente spiegato nulla sull'organizzazione aziendale, vengo subito affidata a una ragazza (poco più senior di me) che in teoria avrebbe dovuto affiancarmi. Premetto che conoscevo già l'80% della mansione, e che non ho richiesto alcun affiancamento, LEI me lo ha proposto. Ho notato un atteggiamento subito ostile, poche spiegazioni molto confuse, ma sopratutto, una difficoltà, da parte di questa collega, a distaccarsi dalle mansioni ora affidate a me (che prima erano assegnate a lei!). Continua infatti, tutt'ora, a prendersi carico di compiti di cui dovrei (e vorrei!) occuparmi io. Tornando al fantastico primo giorno, mi viene affidata una postazione (per altro nemmeno fissa), nell'ufficio meno appetibile, con un pc non certo paragonabile ai dispostivi super fighetti delle colleghe, ma questo è il male minore, già un ufficio personale tre giorni a settimana, mi sembra un miracolo, provenendo da un'APL. Arriviamo al punto più grave: nonostante io insista dal primo giorno, ancora non mi è stata creato un account aziendale, ne mi è stato dato l'accesso alla rete condivisa. Questi strumenti sono essenziali al fine di svolgere il mio lavoro in autonomia, senza dover di continuo chiedere informazioni alla signorina sopra citata, e senza che lei si sostituisca in quelli che ora sono miei compiti. Alle mie varie insistenze (le ultime non in tono molto pacato) mi è stato riposto di aver pazienza, che presto avrò tutto. Per intanto, per poter lavorare dignitosamente, mi sono arrangiata scaricandomi versioni gratuite dei programmi ufficiali, ma ho ancora molte limitazioni e sopratutto non ho accesso a dei file per me fondamentali oltre che molto importanti per la gestione aziendale in sé. Inoltre, mi trovo letteralmente con poco da fare. Premetto che ero abituata a lavorare su volumi grossi, cosa che qui non farò mai per la natura diversa del lavoro stesso, ma mi sembra di fare davvero il nulla, quasi come se fossi una stagista (con tutto il rispetto per gli stagisti) a cui sono affidate quattro cose in croce per tirare fino alle 17. Eppure sono stata fin dal primo giorno proattiva e propositiva, ricevendo sempre un "no tranquilla ci penso io". In pratica potrei stare tranquillamente a giocare ai videogiochi per 3/4 della giornata lavorativa! (Immagino che qualcuno mi invidi, personalmente invece la considero mancanza di rinconoscimento) Manca la ciliegina sulla torta: mi vengono a comunicare (sempre le colleghe, perchè dai "piani alti", le poche volte che passano in ufficio, non ho mai ricevuto uno sguardo), che per dei cambiamenti aziendali in corso, la mia busta paga sarà gestita dal commercialista e che per ferie, permessi ecc, dovrò rivolgermi a loro (anziché gestire il tutto in autonomia su Zucchetti come fanno loro e come facevo nel lavoro precedente) e OLTRETUTTO, non sono ancora certe del rimborso chilometrico (che è scritto nel contratto!) Tirando due conti, c'e qualcosa che non va, o sono troppo rigida io? Oltretutto, non sono la classica ragazzetta sprovveduta, ho comunicato fin dal primo giorno cosa non mi sta bene, prima in modo posato, negli ultimi giorni alzando i toni, ma più che chiudersi in ufficio a sparlare sottovoce, non ho visto alcuna azione nei miei confronti. Non è certo la prima volta che cambio lavoro, mi è capitato anche di inserirmi in ambiti completamente diversi, dovendo imparare da zero, MAI ho visto un atteggiamento del genere, mai sono stata trattata in questo modo, anche perché ho un carattere piuttosto duro, che generalmente non spinge a farlo. Ho sempre però costruito amicizie sul lavoro, alcune ancora attuali dopo anni. Mi faccio rispettare, ma porto altrettanto rispetto ai colleghi. Qua inizio a non volerne più portare. Qualcuno si è mai trovato in situazioni similari, e può consigliarmi come evitare di arrivare al punto di hackerare il sistema, avere finalmente accesso ai file che mi servono, e uscire dopo aver dato fuoco all'azienda? Scherzi a parte, mi trovo davvero in difficoltà, del resto, troverei precipitoso lasciare il posto, per mille motivi (non solo economici, anche perché la retribuzione è ridotta al minimo sindacale). D'altra parte ho ricevuto, proprio negli ultimi giorni, delle proposte da altre due aziende, oltretutto più vicine a casa. Ovviamente ancora non so cosa mi aspetterebbe, ma l'idea di un colloquio con entrambe mi tenta.
  2. GemelliTre

    Ridarella

    Ciao a tutti,a volte quando sono nervosa o stanca o tutti e due insieme,sono presa da attacchi di ridarella improvvisa,le persone non sanno soprattutto quando ho a che fare con clienti a lavoro. A voi è mai capitato? C'è un trucco per riuscire a fermarsi? Tipo stringersi e farsi male cose così
  3. Buongiorno.. e che lo sia davvero! sono un ragazzo, ormai adulto, di 38 anni che soffre di ansia e depressione dovute all'attività lavorativa che svolge. E' un'attività che ho sempre svolto malvolentieri, che mi insegue anche nei giorni e negli orari non lavorativi e turba h24 la mia serenità. Svolgo questa attività da più di 7 anni, con grande fatica, stando in ufficio almeno 8 ore al giorno... lavorandone però solo 2-3.. sono diventato un procrastinatore seriale... non riesco a lavorare... e ciò sta portando ulteriori difficoltà e al moltiplicarsi dell'ansia di fare "casino"... Faccio l'amministratore di condomini. Ma non sono un amministratore di condomini. Non riesco a mollare l'attività poichè non trovo un'alternativa e non ritengo possibile rimanere senza un'entrata economica dopo che mi son sposato ed ora sono anche padre da pochi mesi. In passato son sempre riuscito a "scamparla" arrivandoci con la forza dei nervi. Ora mi sto proprio lasciando andare in caduta libera. Ho paura del burn out, del non ritorno... di fallire con l'attività... e di conseguenza di perdere la mia famiglia. Non riesco a trovare motivazioni per combattere, neanche mio figlio riesce a darmi quella marcia in più di cui avrei bisogno. Ho coinvolto mia moglie in questo mio disagio che però non percepisce pericoloso e tossico così come lo vivo perennemente. Son sempre riuscito con la forza a non influenzare il tempo passato in famiglia con le mie preoccupazioni ma ora non ci riesco più e i giorni di "festa" li vivo spesso in piena apatia... con l'ansia del lunedì. Non ho la forza di chiudere questa esperienza di fallimento ed intraprenderne una nuova. Per questo chiedo aiuto. Grazie per l'attenzione
  4. Mi è capitato più di una volta di trovarmi a collaborare con associazioni e nel momento in cui dovevo fare cose che coinvolgessero un lavoro autonomo tipo contattare persone, chiamare gente, stilare programmi.. bum mi blocco, come se mi vergognassi, tendo sempre a posticipare anche se in ballo c'è il risultato finale di un lavoro di squadra o la mia immagine (in senso di fiducia, capacità lavorative, ecc) Perché sono così? Cosa posso fare per cambiare? So benissimo che certe cose saprei già come farle anche se poi mi blocco
  5. La vita non è cosi bella come me l'aspettavo, crescendo vedi tante cose che era meglio non conoscere mai, il mondo non è organizzato bene, sta andando tutto a puttane, e la vita personale ci inghiotte come un buco nero in duemila problemi senza via d'uscita, un limbo di dolore e dispiaceri causati da ogni cosa che ti circonda. I momenti belli che una persona tende a ricordare sono solo un ricordo estratto da un ricordo piu dolorante, ma quello una volta, da bambini, cercavamo di accantonarlo, nasconderlo, metterlo in un cassetto chiuso a chiave cosi da non farci del male, ma quando si cresce cambia tutto, non sai piu difenderti da questo mondo che ti regala una gioia e mille dispiaceri. Sei solo, vedi le persone che una volta erano con te andare via, per le loro strade, sparire come fantasmi, e tu li fermo nella tua vita a sentirti un errore, uno sbaglio, capisci che sei sempre stato uno sbaglio per il mondo, che tu non c' entri nulla qua e che sei totalmente solo a combattere la vita, ma a volte non si hanno avuto le basi per avere le forze di combatterla questa vita, capisci che sei debole, senza via d'uscita, e ti lasci andare, ti fai risucchiare da quel vortice di nullità e insoddisfazioni che la vita ti provoca sempre, ogni giorno di più, ogni mattina speri di non svegliari mai, di continuare a vivere in quei mondi magnifici che sai creare di notte, dove vorresti vivere per sempre e dove è tutto tuo. Svegliarsi la mattina è sempre un agonia, una cosa brutta, ti svegli e sai che la tua vita fara schifo esattamente come il giorno precedente, ogni volta speri in una svolta ma nulla, non succede mai un xxxx, sei positivo ci provi ma nulla è mai abbastanza, e ti ritrovi con dei genitori delusi, sconfortati e amareggiati da te, uno che addirittura nemmeno si informa, tu potresti essere tranquillamente morto ma non cambierebbe nulla, e tu ti senti in colpa, e hai ancora meno voglia di andare avanti, vedi tutto intorno a te che sta li pronto a criticare ogni tua mossa perche è sbagliata, ormai sei l errore che cammina per strada, il disagiato che non capisce nulla, che non ha futuro e ti chiedi perchè xxxx sei venuto al mondo, chi xxxx me l ha fatto fare, perche? Forse bisogna affrontare questi problemi che la vita ti mette davanti, penso pero che qualcuno o qualcosa abbia sbagliato i calcoli, affrontare problemi pesanti senza avere la forza necessaria non ha una fine bella. Forse hai avuto poco tempo per essere bambino e prendere la vita in un modo positivo, forse sin da piccolo la tua vita è stata stravolta, ti hanno portato via un infanzia che poteva essere felice, e tu la rivuoi ma sai che non potrai mai. È vero nella vita c'è chi sta peggio, ma dai chi è che non pensa alla sua vita per pensare solo agli altri? Sono rare le persone cosi. E comunque devi imparare solo una cosa in questo tipo di vita, fingere, fingere con tutti e mettere maschere su maschere e andare avanti cosi, stare male in silenzio e da solo per non farti terra bruciata, fingi sempre, fingi che stai bene, che quando la gente ti critica tu sei solo felice, assecondali, fai finta di nulla tanto non capiranno neanche se glie lo spieghi, indossa una fottuta maschera e va fuori, vivi la vita cosi come viene finché non sarai stufo e finalmente forse capirai come fare.
  6. Salve a tutti, Mi chiamo Eleonora, e sono nuova nel Forum! Mi ha incuriosito, e ho deciso di iscrivermi, anche perché è da tanto tempo che mi tormenta avere il parere di un'esperto del campo che possa consigliarmi! È da anni che sogno di diventare psicologa, quasi come se fosse una vera e propria vocazione, ma nonostante ciò mi spaventa tanto questo settore dal punto di vista occupazionale. Ora che mi diplomo, ho deciso di prendere con tutti i rischi possibili questa strada ma anche la scelta del corso di studi è parecchio difficile.. La scelta sarebbe tra Psicologia Clinica,Psicologia del lavoro o Neuropsicologia. Secondo voi, quale settore offre maggiori possibilità di realizzazione (anche economica) un domani? Quale settore, attualmente, sembra essere più "carico"?Quale invece è meno gettonato e quindi con maggior richiesta? PS: Se dovessi scegliere ciò che mi dice il cuore sicuramente sarebbe Psicologia Clinica, in un'ambiente ospedaliero o presso una struttura privata
  7. Filippo-

    Mobbing al posto di lavoro

    Ciao a tutti, chiedo l'aiuto di un esperto. Da ormai 5 anni lavoro in un azienda. Ma da due anni mi sono accorto che un mio superiore mi odia! Per motivi di gelosia. Non puó accettare il fatto che io ho la meglio sulle ragazze essendo lui laureato o non so per quali ragioni. È successo che avevamo una collega (bella ragazza) di 20 anni che lavorava con no,i io ne avevo 19 e lui ne ha 36. Lui ha iniziato a provarci con lei e io lo avevo notato ma non mi sono fatto tante storie. Poi col tempo ho iniziato ad avere un buon rapporto con questa ragazza ci sentivama spesso, era diventata un amicizia più che un rapporto tra colleghi. Quello fu lo sbaglio. Il mio collega ha iniziato a mostrare segni di gelosia. Quando ci vedeva parlare o scherzare si intrometteva sempre, ha iniziato a sminuirmi davanti a altri colleghi o addiritura clienti, insomma quando io e la Ragazza andavamo daccordo lui era xxxxxxxxxxx e quando invece non ci parlavamo lui era sereno. Non solo con me ma faceva pressione anche alla ragazza! Lei ha dovuto lasciare il lavoro sfogandosi solo con me, amici e la famiglia non dicendo niente al lavoro. Io ho continuato a lavorare in azienda ma tenevo sempre buoni rapporti con la ragazza, siamo anche andati in vacanza insieme e per lui era la fine. Per me al lavoro era diventato ingestibile lui era diventato insopportabile, io ovviamente non sono un angioletto e in quel periodo facevo errori banali che a mente lucida non si fanno, forse anche un pó distratto dalla ragazza, ma la pressione che lui faceva a me era la principale causa. Lui peró andava sempre dal mio capo a dirgli dei miei errori e dei miei atteggiamenti senza neanche prima chiedere a me. E il mio capo all oscuro di tutto questo mi riprendeva e mi diceva su. Fino a che io sono scoppiato e gli ho raccontato al capo come stavano le cose realmente e che per colpa della pressione del mio superiore io facevo quegli errori. Il problema è che il mio capo a quella persona non puó dire molto perche lui si occupa di tutta la parte commerciale ed è veramente bravo. Ma il mio capo sa che se se ne va è molto complicato. Poi per motivi di non so cosa ho avuto dei disguidi con la ragazza e guarda caso lui si era dato una calmata. Era tornato tutto come prima. Io non avevo più storie con nessuna ragazza e al lavoro ero tornato diciamo quello di prima. Peró adesso da 5 mesi ho iniziato a frequentare una nuova ragazza e ho deciso di non dire niente a lavoro per privacy. Ma ovviamente i miei colleghi se ne sono accorti qualche succhiotto e qualche immagine su facebook l'hanno vista, e volevano sapere di più ma io continqvo a temermelo per me. E per me era chiusa lì. Adesso peró mi sto accorgendo di nuovo di una certa gelosia da parte del mio superiore che di nuovo sta assumendo lo stesso atteggiamento di quando era successa la storia della collega! Bho saró io a farmi le paranoie o non so cosa ma sto di nuovo subendo la stessa pressione e sta volta non ho più le forze per reggerla. Cosa dovrei fare?non voglio creare problemi al mio capo. Peró non posso dargliela vinta al mio superiore deve capire che con il suo atteggiamento deve finirla. Io comunque sto avendo problemi in famiglia con gli amici e rischio anche con la nuova ragazza. Cosa fareste al mio posto?
  8. molo

    Consiglio per decisione lavoro

    Buona sera popolo del web, È davvero molto più semplice parlare ad un monitor che stressare sempre i soliti poveri amici/fidanzata! Ho un problema davvero insistente e per il mio piccolo (ne va del mio futuro) molto grosso e fastidioso. Al momento lavoro come operaio su turni in un'azienda alimentare (Ho una laurea magistrale in Agronomia, 110 e lode sono specializzato sul controllo degli alimenti, latte in particolare) ma purtroppo la fabbrica in cui lavoro è la classica multinazionale in cui o hai una bella raccomandazione o sei un numeretto che può averne tre di lauree ma non arriverà mai a nulla (porto un esempio, il mio "capo"/tecnologo alimentare ha una laurea triennale in enologia con 99/110 peccato che il papà lavori in ditta). Al momento sono stato inserito in un reparto dove ci sono buone speranze di avere un contratto decente/fare carriera con tutti i miliardi di forse del caso, ma ecco il mio problema: I turni mi uccidono, nel giro di 6 mesi mi è venuta la gastrite con un principio d'ulcera e sto male, a livello fisico e psicologico, sopratutto psicologico. Dall'altra parte mi si è presentata un'occasione unica, avendo io SEMPRE lavorato durante i miei studi ho acquisito una discreta esperienza come idraulico, mi è stata appunto offerta un'opportunità (contratto di 3 anni) per svolgere questo mestiere. Ecco a voi il mio dubbio: dovrei "rischiare" e stringere i denti (rimettendoci anche un pochino di salute) e provare ad aspettare e a vedere se riuscirò mai ad arrivare al lavoro che desidero fare con tutto me stesso e quindi rinunziare a fare l'idraulico o mollare la mia azienda e fare l'artigiano (stando anche un pochino meglio anche perchè fare l'idraulico mi piace e sopratutto niente più turni, NIENTE PIÙ NOTTI) ma rinunciare al sogno della mia vita? So che i sogni non si avverano quasi mai, ho 27 anni, ma so anche che fare l'idraulico è dura, è un mestiere comunque faticoso (cantieri, freddo/caldo) mentre nella mia attuale azienda di fatica non ne faccio minimamente, ma so anche che senza "calci in culo" si arriva a poco. Fatemi sapere! Vi ringrazio!
  9. Quello che riporto sotto é quanto é venuto fuori da un test sulla paura che ho svolto in rete (sul sito di riza.it) e il risultato rispecchia quello che sono i miei pensieri di fondo, spessissimo quando sono a lavoro, meno quando sono fuori da esso e per nulla con persone che mi sono molto familiari. Ti nascondi per timore del mondo Il tuo incubo sono tutte quelle situazioni che ti mettono in gioco, al centro dell'attenzione, che ti espongono al giudizio altrui e ti costringono ad assumerti responsabilità. Le tue paure nascono da un'insicurezza di fondo, che ti fa sentire sempre sotto esame, inadeguato. Hai perciò bisogno di continue rassicurazioni e raramente sai dartele da solo. Più che dal confronto con gli altri le tue paure nascono dal confronto con un'immagine di te ideale e irraggiungibile, tutta all'insegna del successo e della perfezione. Il giudice più severo sei tu e più lo segui più ti sentirai fragile e impaurito, e a rischio depressione. Dovendo ora cambiare lavoro, queste idee di fondo si sono fatte più acute e so che se non avessi tutte queste insicurezze vivrei meglio il cambiamento. Andró a lavorare in pronto soccorso e pertanto ogni giorno ne vedró delle belle e avró a che fare con mille persone diverse al mese e proprio in quest'ultima situazione"mi" sottopongo a stress e mi giudico come se un intera giuria mi stesse giudicando. Come fare peró per avere una vocina di sottofondo più benevola e sicura? Io non ne ho idea proposte e suggerimenti?... Grazie
  10. L’Enneagramma, antico mezzo di conoscenza di sè e di evoluzione spirituale, è nato in Persia più di duemila anni fa, dove era usato come percorso iniziatico dai maestri Sufi. É uno strumento che aiuta a fare verità su se stessi: da una parte ci rende consapevoli della nostra unicità e dall’altra ci spinge a cogliere le similitudini che ci legano alle altre persone. Permette infatti di rendersi conto che ognuno di noi ha modelli di comportamento, tendenze selettive o filtri che lo condizionano, e che gran parte delle difficoltà umane sono causate dal fatto che siamo ciechi al modo di vedere degli altri.Esso descrive nove diversi tipi di personalità e il rapporto tra loro. Se siamo in grado di riconoscere il tipo a cui apparteniamo, potremo affrontare meglio i nostri problemi, oltre che conoscere meglio i nostri familiari, amici e colleghi. Ma oltre alla descrizione delle varie caratteristiche umane, l’enneagramma conduce al cambiamento interiore. E’ più di un’indagine psicologica per la conoscenza di sé: ci dà la possibilità di metterci a confronto col nostro io inconscio, invitandoci a prenderne coscienza. L’Enneagramma (dal greco ennea, nove, e gramma, disegno) è un simbolo geometrico utilizzato in ambito psicologico ed esoterico. Graficamente, il simbolo si realizza a partire da una circonferenza suddivisa in nove parti uguali che rappresentano la fusione delle leggi del 3 e quella del 7. La prima che si riferisce alle tre forze presenti all’inizio di ogni evento: si pensi alla trimurti indù (Brahmā (il creatore), Śiva (il distruttore) e Viṣṇu (il ricostruttore), o alla trinità cristiana (Padre, figlio e Spirito Santo): le tre forze possono essere viste come creativa, distruttiva e conservativa, oppure come attiva, ricettiva e conciliativa, o ancora come conservativa, sessuale e sociale, a seconda dell’ambito in cui ci si muove nella vita. La seconda che governa la successiva evoluzione dell’evento nel mondo fisico (legge conservata per esempio nelle ottave della scala musicale), intersecate da linee interne. Oppure allo spettrometro dalla luce bianca (7 colori). L’unione dei punti è data da un triangolo equilatero avente come vertici i punti 3, 6 e 9. L’unione degli altri punti è data invece dalla divisione del numero 1 per il numero 7: si ottiene il numero periodico 0,142857142857.. con serie numeriche che non contengono multipli di 3, e i punti restanti da collegare sono appunto i sei numeri 1-4-2-8-5-7, in senso antiorario…t. Bari 1 e 2 Ottobre 2016 dalle ore 9:30 alle 18:30 METODOLOGIA DIDATTICA Il corso alterna la formazione teorica a quella pratica, attraverso la partecipazione attiva da parte dei corsisti. Sono previste esercitazioni singole e di gruppo, role playing, simulate. Docente Zeno Carnimeo Trainer in PNL bioEtica Business Life Coach Target: Psicologi, Psicoterapeuti, Medici e Assistenti Sociali, area Sanitaria, Imprenditori, Manager, Responsabili G.R.U., Insegnanti, Formatori, Studenti, Giornalisti, Artisti, Pubblicitari, Attori, Professionisti, Politici, Atleti... Chi si iscrive entro e non oltre il 31 luglio potrà usufruire di 3 BONUS: 12 ore di Formazione in più di cui : 4 ore di Coaching individuale 4 ore di Palestra pomeridiana 4 ore di Laboratorio Operativo PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA INFO E PRENOTAZIONI Per partecipare al corso è sufficiente contattare la segreteria per dare la propria adesione e compilare la relativa scheda di iscrizione da richiedere a IKOS AgeForm Via A. da Bari 157 – Bari O8O 5212483 - info@ikosageform.it www.pnlt.it – www.pnltonline.com Link acquisto on line http://www.pnltonline.com/corsi-in-aula/corsi-brevi/caratteri-straordinari-l-enneagramma-ottobre-2016/ Link sito http://www.pnlt.it/index.php/2016/07/22/carattere-straordinario-lenneagramma-1-2-ottobre-2016/
  11. Ciao a tutti, Sono un ragazzo di quasi 21 anni, frequento l'università (studio fuori sede), facoltà di medicina, primo anno. Spero di scrivere cose che diciamo possano essere argomento di discussione e utili. Quello che vorrei raccontare/discutere è piuttosto personale, perchè non l'ho mai detto a nessuno, ma anche condivisibile poichè sono certo sia già stato provato da altri, che spero intervengano. Partiamo dal punto: mi sembra che la mia vita abbia preso una piega che non fa per me, come se non fosse mia, non mi sento "io", quello di sempre, che ero. La paura la fa da padrona, mi sta letteralmente accompagnando nei giorni. Prima dell'università -al liceo- stavo bene e mi sentivo vivo nel senso di carico di energia e vitalità, caratteristica che mi ha sempre contraddistinto e che ora è più debole. è come se con il passare del tempo si fosse consumata, mi sto riducendo a sentirmi frustrato, insoddisfatto, incerto, ma soprattutto, profondamente inadatto a tutto questo. Provenendo dal liceo scientifico ordinario, avevo sempre pensato che medicina facesse per me, mi vedevo solo in quello, anche ora che ho cominciato mi piace; ma il problema è: io ho altre passioni, non sono mai stato un amante dello studio,che ho sempre vissuto semplicemente come il mio 'dovere'. Ora che sono all'università, anche se al primo anno, la paura di non avere tempo da dedicare a ciò che mi piace mi sta distruggendo. (al liceo ovviamente era diverso, il tempo si trovava/gestiva meglio) Lo scontro più grosso ancora è stato quello di vivere durante i giorni feriali in un'altra città, ogni fine settimana che torno a casa non vorrei ripartire più, i miei amici, quelli veri, la mia famiglia, le mie passioni, il mio sport, tutto è nella mia città natale e dove ho sempre vissuto, dove io mi sento sereno e tranquillo; ogni volta ripartire è peggio della volta prima; ma nella mia città alla fine non ci sono molte opportunità essendo una città prevalentemente turistica... Sono stretto in questa morsa, la paura inoltre di deluledere la famiglia, che ha sempre creduto in questa mia scelta e mi ha sempre supportato, dirgli ora "no guardate ho sbagliato, non fa per me, voglio fare qualcosa di diverso" da un lato non me la sento, perchè ripeto, mi sono sempre visto nei panni di uno studente di medicina (al liceo non pensavo ci fosse altro per me); dall'altro vorrei credere al fatto che invece ci sia un'altra strada, vivere serenamente e quindi ricominciare da zero; ma temo che la mia percezione sia sbagliata, a guardarsi in giro moltissimi giovani sono a 'piedi', nonostante abbiano studiato anche una vita. Sono davvero in tilt... mi affido alla vostra esperienza e buona volontà di condividere consigli, opinioni e quanto altro possibile.
  12. Ciao, sono un ragazzo di 22 anni...e non ho un futuro. Mi sono diplomato 2 anni fà in informatica ed adesso sono fottuto. Mi spiego, finita la scuola ero praticamente certo del mio futuro: andare all'università, studiare informatica, essere assunto nel settore e poi, costruirmi una vita, ma le cose non vanno mai come vogliono. Iniziai ad avere 2 opportunità, 2 lavori. Andare a fare uno stage 40 Km lontano da casa, o fare il panettiere vicino casa, ma non scelsi nessuno delle 2, fiducioso che ciò che mi avrebbe riservato il futuro, necessitava di una laurea. Inizia l'università, scoprendo che anche un'altro ragazzo che veniva a scuola con me la frequentava e così iniziammo a frequentarci maggiormente e ad utilizzare entrambe le macchine ( a turni ) per andare all'uni. Ma ecco che ad un tratto mi prese una strana sensazione:non appartenere a questo mondo, odiare tutti gli altri, avere tanta rabbia depressa di capire che avrei fatto una xxxxxxx se continuavo così. Vedevo attorno a me solo ipocriti e gente che aveva vita solo facile, insomma io vestivo le stesse cose da anni e non potevo nemmeno cambiare scarpe non avendo disponibilità economiche e la voglia di studiare veniva meno perchè la mia motivazione di continuare era 0. Cosi decisi di prendermi un'anno sabbatico ed iniziai a giocare ad un gioco online che mi prese molto, ed io ero ossesionato nel giocarci perchè entravo in un mondo che non era il mio e così giocai ossessivamente giorno e notte. Passato un anno circa. Al momento in cui mi ero convinto a riprendere l'università ebbi un malore improvviso, un'emmorraggia del cervello, in termini medici conosciuta come mav...pensai di morire...e non mi dispiaceva affatto.Durante tutto quel tempo ero diventato pigro, debole, non avevo più sogni e la notte non riuscivo a dormire perchè continuavo a pensare al mio passato e che non avrei dovuto continuare a vivere in quel modo. Comunque mi salvarono, mi ripresi ed ebbi nuova gioia di vivere, pensavo che tutto sarebbe andato per il meglio.Ma ancora una volta mi illusi. Ci vollero diversi mesi per riprendere la mia vita, a casa dopo l'ospedale, e così decisi di riprendere a studiare, ma questa volta trovai un corso gratuito, della durata di un anno, dove c'era la possibilità di essere assunti, cosi provai ad iniziare questo nuovo percorso. Ma ecco che di nuovo, incontrando i compagni del corso( coetanei o poco piu giovani) mi tornò quel sentimento di rabbia e depressione.Non potevo continuare cosi!! Arriviamo infine ad oggi, dove sto cercando lavoro ma senza successo, dove non riesco a dormire per troppi pensieri di merda che mi affollano in testa.Ho perso le mie speranze, i miei sogni, la mia umanità. Questo paese sembra proprio non volermi, mi hanno mentito dicendomi che il diploma era utile, che ero un bravo ragazzo e che ero in gamba ed avrei avuto un futuro roseo.Tutto quello che provo adesso è sempre quello stesso sentimento di depressione ed odio nel confronto degli altri e non faccio che pensare che sarebbe stato tutto più facile morire quella notte, di emorraggia...indolore... Avrei voluto solo rendere i miei genitori fieri, aiutare la mia famiglia, e tornare a sorridere, soddisfatto della mia vita. Ma adesso non vedo proprio soluzioni. Non è fattibile continuare...
  13. 5° Convegno Nazionale Psicopatologia e lavoro. Lo stress, il rischio e la malattia 6 novembre 2014 - Milano - Camera del Lavoro Fissata la data della nuova edizione del Convegno annuale della SIPISS, arrivato alla 5° edizione - a partecipazione gratuita. Il Comitato scientifico sta elaborando il programma dellevento e valuterà i contributi pervenuti (scrivere a segreteria@sipiss.it), il termine per inviare i paper è il 15 luglio 2014. Il 1 giugno apriranno le iscrizioni per i partecipanti. La quinta edizione In questa edizione del Convegno, ci si propone di mettere in luce come gli ambienti di lavoro siano caratterizzati da un continuum lungo il quale i lavoratori si distribuiscono dando luogo a un ventaglio di condizioni di salute e malessere che possono assumere vari livelli di severità. Immaginando i luoghi di lavoro possiamo sì immaginare che vi siano persone che godono di una buona salute psichica e altre che invece lamentano un disagio profondo. Ma nel mezzo, ed è la stragrande maggioranza, vi stanno individui che soffrono di stress lavoro correlato così come lavoratori che, per la natura stessa della propria attività, sono esposti a rischi importanti per lo sviluppo di malattie psichiche. A chi si rivolge Il Convegno si propone come unimportante occasione per leggere e ri-leggere i nostri ambienti di lavoro e lo stato di salute di coloro che li vivono. L'occasione è quella di affrontare l'argomento sotto diversi punti di vista e con il contributo di differenti discipline, dalla medicina alla psicologia basandoci oltre che su dati statistici e competenze tecniche, anche su esperienze sul campo. Il programma Le macro aree tematiche affrontate saranno: il benessere dei lavoratori, i cambiamenti nella percezione e nellesperienza dello stress tra i lavoratori, i fattori di rischio per lo sviluppo di psicopatologie nellambiente di lavoro e, infine, la malattia psichica conclamata o diagnosticata. Segreteria organizzativa Via Ciro Menotti 9 20129 Milano Tel 02 83421879 Fax 02 83422112 segreteria@sipiss.it Sipiss - Società Italiana di Psicoterapia Integrata per lo Sviluppo Sociale segreteria@sipiss.it www.sipiss.it
  14. Salve, circa un anno fà ho lasciato il fidanzato storico, per sue insicurezze, che dopo 10 anni per me non erano più scusabili. Cosa dovrei fare???? Grazie mille
  15. salve a tutti, arrivo in questo forum a causa di una situazione della quale sto soffrendo moltissimo..... mia figlia Giulia, è una bimba meravigliosa, socievole,di carattere ma dolcissima quando vuole, ha due anni e va al nido da 3 mesi . Giulia sin dall inizio come è normale che sia è stata sempre con la mamma, causa lavoro, faccio un lavoro pesantissimo che per il primo anno di vita di giulia mi teneva fuori tutte le notti, quindi è abituata a dormire con la mamma, tutt ora gran parte della mia giornata è al lavoro, e quando le poche volte al mese ho il turno di mattino per me è una grande gioia posso godermi il pomeriggio con lei! Sicuramente, facendo inevitabili errori da genitore inesperto cerco di essere presente, quando sono a casa la faccio giocare, quando la porto fuori cerco sempre di portarla in posti dove si possa divertire e passare un momento piacevole con me, spesso le porto dei regali quando torno alla sera dal lavoro..... ora succede questo torno a casa e mi evita, mi caccia a suon di no!!! vai via!! e mi spezza il cuore.... non l ho mai sculacciata a dire il vero una sola volta e mi sono sentito in colpa....a volte cerco di dirle di no quando fa qualcosa che non deve e lo faccio con dei secchi no non si fa!! al massimo provo a minacciarla di non portarla ai giochi, dico questo perchè la mamma qusto non lo fa, la mamma è andata completamente fuori di testa per la bambina, non le dice mai no; basta che piange la accontenta per qualsiasi cosa ora io non posso allinearmi a lei con questa cosa perchè secondo me non è giusto che ottenga tutto ciò che vuole ad una sola lagna. ...ci soffro molto e quando non mi vuole spesso la assecondo per non farla innervosire quello che chiedo è soltanto se sia normale o no, e il motivo di questo suo rifiuto nei miei confronti c'è qualcosa che posso fare per darle maggiore fiducia? ringrazio anticipatamente quanti possano aiutarmi almeno a capire...
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