Vai al contenuto

Cerca nella Comunità

Visualizzazione dei risultati per tag 'paura'.

  • Ricerca per tag

    Tipi di tag separati da virgole.
  • Ricerca per autore

Tipo di contenuto


Calendari

  • Gli eventi della Comunità di Psiconline

Forum

  • Regolamento del Forum
  • Confrontiamoci con gli Esperti
    • La psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza
    • I disturbi dell'alimentazione
    • La coppia, l'amore e la dipendenza affettiva
  • Confrontiamoci fra di noi
    • Avvisi e richieste
    • Parliamo di Psicologia
    • Fatti e misfatti
    • Chi mi aiuta?
    • Argomenti
    • Single, Coppia, Famiglia
    • Mobbing & Bossing: prevenzione e non solo cura
    • L'ho appena letto ed ora ne parlo! (Il libro che mi ha colpito ... )
    • L'ho appena visto ed ora ne parlo! (Il film che mi ha colpito ... )
    • Accordi e disaccordi
    • Parliamo di attualità...
    • La vita scolastica
    • Totem e tabù
  • Spazio libero
    • Ciao, io sono ....
    • Coccole e carezze
    • Hobby e passioni
    • Chiacchiere in libertà (lo spazio per gli OFF TOPIC)
  • Corsi, Convegni, Congressi, Incontri di Formazione
    • Convegni ECM
    • Convegni, Congressi e Corsi
  • Professione Psicologo
    • Avvisi e richieste
    • Problemi della professione
    • Psicologia ed Internet
    • Usiamo i Test Psicologici
  • Studenti di psicologia
    • Studenti di psicologia
    • Esame di Stato per Psicologi
    • La tesi di laurea
    • Studenti di psicologia.it

Cerca risultati in...

Trova risultati che contengono...


Data di creazione

  • Inizio

    Fine


Ultimo aggiornamento

  • Inizio

    Fine


Filtra per numero di...

Registrato

  • Inizio

    Fine


Gruppo


AIM


MSN


Website URL


ICQ


Yahoo


Jabber


Skype


Location


Interests

Trovato 24 risultati

  1. Buonasera. Mi trovo in una situazione strana. Ero da circa 3 mesi impegnato in una relazione con una ragazza. Tutto bello, tutto fantastico. Di punto in bianco lei mi confessa delle sue preoccupazioni riguardanti il suo futuro e inoltre vorrebbe cambiare radicalmente la propria vita. Dice di amarmi e che sta sprofondando in questo baratro, in cui non vuole portarmi altrimenti mi farei troppo del male secondo lei. Io le tendo la mano e le dico di affrontare la cosa insieme. Lei decide che non è il caso e ci siamo "lasciati" dopo aver fatto l'amore ed essere stati abbracciati.Lei dice che sono il suo uomo perfetto , ma nel momento sbagliato. Vorrei aspettare una settimana e presentarmi da lei rassicurandola del fatto che insieme possiamo farcela. Corretto secondo voi? O dovrei aspettare un suo ritorno, cosa secondo me improbabile. Grazie.
  2. Buongiorno, è la prima volta che mi imbatto in questo sito web. Mi trovo in una situazione davvero difficile e vorrei condividerla con voi sperando che magari qualcuna sappia capirmi. Sei mesi fa, dopo aver vissuto una gran delusione d'amore, ho incontrato un ragazzo della mia età (25 anni) ed in brevissimo tempo è scoppiato l'amore tra noi. Da subito mi ha riempito di attenzioni, mi ha portato a conoscere i suoi genitori, mi ha coinvolto in qualsiasi attività familiare (anche le vacanze). I suoi mi hanno accolto in maniera incredibilmente gentile, ribadendo sempre quanto mi fossero grati per aver riportato nella loro casa l'armonia, che mancava da tanto, troppo tempo. Inizialmente non capivo a cosa si riferissero, ma poi pian piano la situazione mi è risultata più chiara. Il mio (ormai ex) ragazzo mi confessò di avere un disturbo chiamato "passivo-aggressivo" che lo portava occasionalmente ad avere attacchi di rabbia improvvisi. La notizia un po' mi spaventò sul momento, ma feci finta di nulla perché non volevo si sentisse sbagliato, e quindi gli promisi che avrei cercato di aiutarlo, magari trovando insieme un professionista. Poco tempo dopo, anche sua madre, in un momento in cui eravamo sole, mi parlò di questa situazione, dicendomi che in più occasioni aveva avuto lei stessa paura di suo figlio, il quale in momenti di rabbia aveva addirittura distrutto alcuni mobili del salone. Mi chiese di convincerlo ad andare da uno psicoterapeuta, visto che lei non ci era riuscita, ma anche i miei sforzi sono stati inutili e lui si è rifiutato di farsi aiutare. Nei miei confronti gli attacchi di rabbia improvvisi o magari scaturiti da una semplice cosa che gli chiedevo o facevo notare sono stati abbastanza frequenti, ed in quelle occasioni io non riuscivo a reagire, mi mettevo a piangere e notavo che più piangevo, più lui mi urlava contro. Stiamo parlando di un “uomo” di due metri per 115 chili, contro una ragazza alta 1.60 per 53 chili di peso. Durante questi attacchi mi diceva cose del tipo “ti ho dato tutto, sei una persona sola, i tuoi amici non sono veri amici, vogliono solo usarti e sfruttarti, ti cercano solo se gli servi, hai una famiglia di m***a, non sembri una che si è laureata con 110 e lode, ma una che ha a malapena la terza media”. Alla fine di questi attacchi si calmava e poi mi chiedeva perdono in ogni modo, dicendomi che non pensava davvero quelle cose e che “non rispondeva di se'”. Non so perché, ma io ogni volta l'ho perdonato senza nemmeno pensarci troppo. Il giorno dopo questi attacchi, magari, mi ricopriva di attenzioni, mi portava a cena fuori, mi scriveva messaggi meravigliosi ed ogni giorno mi ripeteva in continuazione quanto mi amasse, chiedendomi subito dopo “e tu quanto mi ami?”. Anche io glielo ripetevo sempre, ma perché davvero provavo un amore smisurato che andava oltre qualsiasi cosa. Anch'io l'ho ricoperto di attenzioni, di regali, di pensieri, di sorprese, non perdevo mai occasione per ripetergli quanto per me fosse meraviglioso e quanto valesse. L'ho aiutato a laurearsi, perché quando mi ha conosciuto diceva di essere una persona sola e si era fermato da 3 anni con l'università. In due mesi gli ho fatto fare gli ultimi esami e la tesi e così ha potuto concludere quel capitolo rimasto in sospeso. Nel frattempo, ha avuto delle liti violente anche con altre persone; stava svolgendo un tirocinio al quale ambiva da molto tempo, ma dopo un mese è stato cacciato via, con la motivazione che “il suo atteggiamento irrispettoso non era in linea con ciò che cercavano”. Non ha mai alzato le mani su di me, ma le sue urla, le sue bestemmie (sapeva che ero molto credente), i suoi scatti di ira mi spaventavano. Lo sapeva, perché io gli chiedevo di smettere, ed una volta, quando ha esagerato al punto da urlare di notte per strada dicendo cose senza senso come se fosse in preda ad un delirio, gli dissi spontaneamente: fermati, ma sei pazzo? Questa parola lo fece imbestialire e da allora dovetti stare molto attenta a pronunciarla anche quando mi urlava contro, perché gli faceva letteralmente perdere il senno. Quando era al volante, insultava violentemente chiunque gli capitasse a tiro ed una volta ha inseguito un uomo che gli aveva tagliato la strada, urlandogli di scendere perché così “lo avrebbe ammazzato”. In queste occasioni andava così veloce con la macchina che io lo imploravo di smetterla perché mi spaventavo, lui si scusava e poi subito dopo rincorreva qualcun altro; faceva così soprattutto con automobiliste donne, usava parole ignobili anche verso di loro e spesso mi diceva “a quello/a lo ammazzerei, gli staccherei la testa, lo brucerei” o cose così. Non ho mai avuto il coraggio, nel corso dei mesi passati insieme, di parlare di queste vicende con le persone a me care, perché non volevo farle preoccupare e dentrodi me speravo che piano piano lui potesse rinsavire grazie all'amore che gli stavo dando. Da quando si è laureato ed ha iniziato la specializzazione, si è montato molto la testa, sentiva che si stava riscattando da anni di immobilità e “fallimenti” ed ha iniziato anche a frequentare dei colleghi che con una scusa o l'altra non mi ha mai presentato. Erano mesi che di notte facevo un sogno ricorrente, cioè che lui spariva dalla mia vita, non rispondeva più ai messaggi ed alle telefonate, e mi svegliavo piangendo. Mi sembava davvero strano tutto ciò e quando gliene parlavo mi prendeva per pazza e ribadiva ogni volta che lui fosse diverso dai miei ex fidanzati e che mai e poi mai sarebbe sparito. Ebbene, qualche giorno fa, quando mi ha comunicato la sua intenzione di andare ad una festa in casa di uno di questi nuovi colleghi ed io, sempre con molto timore, gli ho detto che ero preoccupata perchè in un momento di pandemia come quello che stiamo vivendo non mi sembrava una scelta responsabile, mi ha aggredito di nuovo (ma questa volta telefonicamente), arrivando di nuovo ad offendermi ed umiliarmi. Mi ha sentito piangere, ero debole, e gli chiedevo di smetterla di urlare e di vederci per parlare e chiarirci con tranquillità, ma lui mi ha detto solo “piangi, piangi, sei brava a fare solo questo...vedrai quanto ti farò piangere ancora” e da quel momento è sparito nel nulla. Niente più messaggi, ne' telefonate. Nulla. Fino al giorno prima, mi aveva ripetuto mille volte quanto si sentisse fortunato a stare con me, quanto io fossi indispensabile nella sua vita e quanto lo avessi fatto “rinascere”. Diceva che ero l'amore della sua vita e che mai mi avrebbe lasciato, anzi temeva che un giorno a causa del suo carattere potessi farlo io, ma ogni volta gli ripetevo che non sarei mai riuscita a lasciarlo. Lui sa bene quanto io stia soffrendo, perché mi conosce; sa che sto piangendo da giorni e che non riesco a toccare cibo, ma l'unica cosa che ha saputo fare è stata uscire a divertirsi con i suoi amici. Non ho avuto cenni nemmeno dalla sua famiglia, alla quale vorrei tanto dire tutto ciò che sto scrivendo qui, ma so che alla fine lo difenderebbero dicendo che “in fondo, è un ragazzo davvero buono”. Lo pensavo anch'io, ma ora comincio a dubitarne. Razionalmente, sono consapevole che questi comportamenti non appartengono ad una persona stabile ed affidabile, ma che sono propri di una persona che potrebbe diventare ancora più violenta. Quando prevale la mia parte sentimentale, però, mi attribuisco delle colpe che so di non avere in realtà, visto che l'ho trattato sempre con amore incondizionato e che mi sono sacrificata in tutto e per tutto per lui. Quello che io gli ho dato è stato dettato dal puro amore, ma penso che ciò che ha dato lui a me servisse solo a “compensare” ed in qualche modo far passare inosservato il suo lato “oscuro”.
  3. Buongiorno, da quando, da qualche mese, al lavoro, sto seguendo un nuovo progetto, la mia vita è diventata un incubo. In questo progetto non ho creduto nemmeno un istante fin dall'inizio, perchè si tratta di un progetto che ho ereditato da 2 persone dimissionarie. Il progetto prevede la realizzazione di cose che secondo me sono fuori portata in un tempo decisamente troppo stretto. E, anche qualora ci fosse più tempo, penso che le idee alla base del progetto siano fallimentari. Purtroppo non si possono cambiare le basi del progetto perchè ormai è stato concordato così con il cliente, ma penso che così non potrà mai funzionare, men che meno per le date in cui è stato concordato. Il progetto sta già costando di più di quanto inizialmente preventivato e non vedo come la situazione possa migliorare. Ho già provato a spiegare la cosa ai miei superiori ma sembra che non mi diano retta. Mi viene detto che il progetto oramai è concordato e pertanto deve essere portato a termine. In più mi viene chiesto di fornire una previsione dei tempi di realizzazione ma, secondo me non sono fornibili, in quanto ci sono proprio delle lacune incolmabili. Ho una paura incredibile di quello che potrà succedere e delle ripercussioni. Vivo malissimo ogni giorno, in preda a fortissima ansia e depressione. Non so cosa fare, sto malissimo.
  4. Salve, sono un ragazzo di 28 anni, ho una relazione che dura da nove anni, con una ragazza di 25 anni; Abbiamo iniziato questa relazione, quando eravamo troppo giovani, quindi i sentimenti che provavamo, l'uno per l'altra, erano "diversi", chiamiamoli immaturi... A Maggio di quest'anno, però, lei ha iniziato ad avere dei dubbi ed anche io, non lo nego, sul reale sentimento che provassimo, ovvero se fosse Amore o abitudine... Io a questa nostra perplessità, già mi diedi una risposta: L'amore negli anni cambia aspetto, ossia durante un percorso abbastanza lungo, è normale che entra in gioco l'abitudine, esso è un sentimento che è legato all'Amore, perché non può esserci abitudine, se non c'è un sentimento positivo e di tranquillità che ci circonda. Lei continua a dire che senza di me non sta bene, è felice solo se è accanto a me... Però ha questo pensiero che la ostacola: Amore o Abitudine???? Grazie per la Vostra eventuale, sincera e professionale risposta.
  5. Ciao a tutti, mi chiamo Arianna e ho 22 anni. E' da molti anni ormai che soffro di depressione e ultimamente sto pensando al suicidio come unica soluzione. L'unica cosa che mi sta frenando è il fatto di non riuscire a trovare un metodo efficace e indolore. La mia vita è un fallimento totale.
  6. Sono una paziente oncologica. Ho un cancro raro, difficile da trattare che sembra rispondere sempre peggio a ogni trattamento. Ho quindi preso la decisione di attendere i risultati nuove sperimentazioni nella speranza che riescano a trovare delle nuove cure che stanno sperimentando proprio in questo momento. Sembrano positive, nel caso lo fossero potrebbero entrare in profilassi nel giro di quello che spero sia un tempo relativamente breve e che mi trovi ancora in vita. Onestamente? non ho altissime speranze. Sono relativamente giovane, ho 42 anni, e sono sempre stata positiva e piena di vita e voglia di fare. Ho anche preso spunto da questo grosso problema con cui ho iniziato ad avere a che fare 12 anni fa, per fare scelte che fossero migliori per me. Per decidere meglio della mia vita, seguire i miei desideri e cambiare tante cose. Ma ultimamente mi sto arrendendo all'ansia e alla depressione. La situazione del covid19 non aiuta. Avrei dovuto raggiungere il mio fidanzato il 15 marzo, è americano e abbiamo una relazione a distanza da 4 anni. Anche se, alla fine, abbiamo vissuto insieme quasi due anni, facendo avanti e indietro fra america e italia. Ovviamente tutte le frontiere sono chiuse e niente. Io sono bloccata qui, nemmeno a casa mia, ma da mia madre. Avendo metastasi polmonari sono un paziente a rischio e non posso uscire nemmeno per fare la spesa. Quindi mi ospita lei fino a che i medici mi diranno come muovermi. Sto già prendendo antidepressivi da circa un anno, quando ho avuto un episodio di depressione maggiore in seguito all'ennesimo trattamento che non solo è andato male e mi ha fatto soffrire moltissimo, ma ha peggiorato la situazione. Uso brintellix (mezza compressa perchè sono molto sensibile ai medicinali) . In piu' ho avuto attacchi d'ansia piuttosto pesanti, sempre in quel periodo, che cerco di tenere sotto controllo con ansiolin quando ne sento il bisogno (cercando di non abusarne) Ultimamente stavo arrivando vicino ad un altro episodio di depressione maggiore. Un mese fa ho iniziato ad avere forti attacchi di ansia, a non avere energie, a non riuscire ad alzarmi dal letto e ad avere pensieri costanti di morte. Non solo paura di morire, ma l'idea di essere inutile e soltanto un peso e che la mia morte avrebbe liberato i miei cari dalla persona che sono diventata e che, onestamente, non riconosco, non amo e non voglio essere piu'. Ho cercato aiuto e da tre settimane mi segue via skype una psicologa del reparto oncologico. Mi sta lentamente aiutando. Ma ieri notte mi sono spaventata perche' ho avuto un attacco di ansia mentre dormivo. O almeno SPERO lo fosse. Mi spiego: di solito i miei attacchi di ansia si presentano prima di tutto con fame d'aria. Iperventilazione. Mi sembra di soffocare, comincio a fare respiri profondi fino a che non trovo quello giusto, che mi da' sollievo per un po' per poi ricominciare. Poi tachicardia, opressione al petto e debolezza del tipo che si sente prima di svenire. Spesso prendere dell'ansiolin (o valium) serve a calmarmi, a volte la sensazione va e viene per tutta la giornata. Negli ultimi mesi, da quando e' scoppiato il coronavirus e sapevo che la situazione sarebbe diventata complicata per me, ho avuto sempre piu' attacchi di ansia, sempre piu' spesso. Gli unici momenti nei quali sono libera di sicuro sono quando faccio esercizio leggero (immagino per la regolazione della respirazione) o dormo. Ieri notte pero' mentre sognavo ho avuto mancanza di aria. Non mi sono svegliata, sono riuscita a respirare dopo pochi istanti, ma mi sono spaventata moltissimo quando mi sono svegliata perche' non so se sia possibile avere un attacco di ansia mentre si dorme o se fosse altro, cioe' un problema respiratorio fisico. Avete esperienze a riguardo? vi e' mai capitato di avere un attacco di ansia nel sonno e senza svegliarvi? Martedi' ne parlero' con la psicologa, ma se nel frattempo qualcuno avesse esperienze da condividere mi aiuterebbe molto. Grazie mille
  7. Ciao a tutti. Questo é il mio primo intervento, mi sono fatto forza e dopo molto tempo ho deciso che avevo bisogno di "aiuto" più sostanziale e più oggettivo di quello che possono darmi le persone vicine. Mi presento, sono Nicola, un ingegnere milanese con una volta un brillante futuro davanti. Si perché dopo gli eventi che sto per raccontarmi la mia vita é crollata pezzo dopo pezzo. Sono stato in una relazione molto importante, forse la più, per ben 2 anni e mezzo con una ragazza fantastica, dico sul serio, la più splendida che mi sia mai capitata. Bellissima ed intelligentissima, Americana qualche anno più grande di me. Mi amava alla follia, ha fatto cose che nessun altra aveva mai fatto per me, ed è stata la prima a parlarmi di matrimonio e di bambini con me, questo credo possa farvi capire quanto serie le cose erano tra noi. Il punto è che io non le ho mai dato le attenzioni che meritava, e questo lei lo vedeva, le sue continue richieste di "più amore" hanno iniziato a renderla quasi insopportabile davanti ai miei occhi portando a comportarmi da perfetto xxxxx. Ogni litigio ne approfittavo per ferirla nei punti che sapevo potevano farle del male e lei ci stava malissimo. Il rifiuto verso di lei é sfociato in piu di un tradimento eppure ogni volta che tardivo sapevo che io ero innamorato di lei è che comunque non riuscivo ad immaginare il mio futuro con un altra donna se non lei. Tutto questo é andato avanti sino a quando stanco delle sue lamentele e della mia vergogna per il comportamento fedifrago l'ho lasciata e lei é ritornata in america. Sono sparito per un mese e lei avuto la forza di non contattarmi in questo periodo, dopo un mese esatto l'ho contattata per dire che volevo riprovarci e lei per tutta risposta mi ha detto che era uscita con e baciato un altro uomo ma che comunque voleva stare con me e che se l'aveva fatto era solo perché le sue amiche le avevano detto di farlo e che voleva dimenticarmi. Io invece di capire tutto questo mi sono scatenato ad una rabbia incontrollata e l'ho insultata nella maniera peggiore e mandato una mail con il nome e link di Facebook di tutte le donne con cui l'avevo tradita tanto questa cosa aveva toccato il mio orgoglio. Dopo questa cosa lei è completamente sparita nel nulla, volatilizzata , come morta, mi ha bloccato da Facebook , le principali app per iPhone di messaggistica, le mail e persino il mio numero di telefono in modo non potessi chiamarla. Da allora ormai sono passati ormai 5 mesi, ed io nei primi 3 mesi ho provato a cercarla in tutti i modi possibili, usando altre schede con messaggi ma mai sfociando in pratiche non consone alla mia persona come stalking, lei comunque non ha mai risposto ai miei messaggi o cercato un contatto. La cosa peggiore che ho fatto è stata entrare in possesso della suo account Facebook per veder se si sentiva con un altro uomo, scoprendo di no. Tuttavia dopo questo episodio lei ha detto ad un mio amico che la dovevo smettere altrimenti mi avrebbe denunciato, quindi ormai sono 2 mesi che io me ne sto buono buono. Il punto è che io non faccio altro che pensare a lei, e questa cosa mi ha distrutto, tanto da farmi perdere il mio lavoro, poiché la notte non riuscivo più a dormire regolarmente. Sono inoltre diventato del tutto indifferente a pensiero della morte e prego quando vado a dormire di non svegliarmi più la mattina dopo, e qualche volta lo confesso ho avuto istinti non troppo belli.... Ora quello che vi chiedo è questo, se questa ragazza ora mi odia così tanto, c'è qualcosa che io potrei fare per farle cambiare idea? Forse non sono riuscito a esprimere la nostra storia ma il nostro era davvero un grande amore tanto da superare anche la distanza di migliaia di Km cm tra l'Italia e l'America. Io avevo pensato di andare davanti casa sua con un mazzo di fiori e chiedere scusa per tutto quello che avevo fatto... Secondo voi é una buona idea? In più posso aspettarmi che chiami la polizia da una persona che dopo avermi amato più di ogni altra cosa dice di volermi denunciare? Non dico che aspetto che lei cada alle mie braccia ma dopo tanto odio e 2 mesi di assoluta mia non presenza può questa cosa ricreare un contatto? Oppure mi consigliate di aspettare di più? E le la mia vita cosa mi consigliate di fare? Vi prego di aiutarmi perché io non so più cosa fare se non stare ad aspettare e soffrire come un cane....
  8. animo

    Eiaculazione E Psiche

    Salve, vorrei porvi una questione un po' spinosa. Da molti anni ebbi l'idea di cercare di non eiaculare quando faccio attività sessuale. Da un po' di tempo questa idea è diventata una realtà. Secondo voi che ripercussioni può avere sulla psiche? Ciao
  9. ho il doc da più di un anno, e per tanto tempo mi ha tormentato anche se nell'ultimo periodo sono stata davvero benissimo, quasi per sette mesi! ho avuto una paura orribile, quale quella di poter diventare schizofrenica. che mi passò dopo poco. ora invece giro su instagram e trovo un post sulla schizofrenia e le voci nella testa, che si danno nomi, che hanno personalità..mi ha così impressionata che ora ne ho il terrore peggio di prima. di notte io ho sempre avuto paura di sentire voci. mi sono resa conto invece che, tornando a casa la sera stanca, ho tantissimi pensieri per la testa e impressionandomi che ne so, sento il mio nome ripetuto ma solo quando penso a questa cosa (e posso controllarlo, quindi sono solo io). ora invece penso siano reali, che io possa impazzire. è una malattia che può prendere a tutti se si vuole e io non ne sono esclusa..quali sono i pensieri degli schizofrenici?
  10. Buongiorno a tutti, sono una ragazza di 25 anni e da poco più di 3 mesi mi sono trasferita col mio ragazzo in un'altra città, per lavorare. Sono stata sempre una persona ansiosa e un po' ossessiva col sapere dove e con chi era il mio ragazzo, ma da quando ci siamo trasferiti la cosa è lentamente peggiorata. Per farla breve, io sono stata un mese senza lavoro, e ho sofferto un po' di solitudine perché durante il giorno ero sempre sola. Già lì le cose non erano buone, e ho iniziato a pensare di andare da uno psicologo, a causa di crisi d'ansia che avevo. Iniziando a lavorare mi son detta "adesso che lavorerai avrai la mente impegnata e avrai meno tempo per preoccuparti". Peccato che dopo nemmeno due settimane di lavoro ho iniziato a fare trasferte due o tre volte a settimana, e questo ha iniziato a distruggermi. Lo stare sola lontano da casa, il tornare la sera stanca, ma soprattutto il non avere tempo per me. Non frequento altre persone se non il mio fidanzato, che ormai è stanco dei miei attacchi di panico, che sono diventati troppo frequenti e che gli impediscono di vivere, in quanto ad esempio se una sera deve uscire e far tardi e io non posso stare con lui perché il giorno dopo ho una trasferta, ho crisi di panico molto forti, con pensieri orrendi, e lo costringo a stare a casa, causandogli tristezza e rabbia. Non ho hobby, non fequento nessun tipo di corso, perché appunto non ho tempo la sera... Il weekend torniamo sempre a casa nostra, che è l'unico momento in cui sto bene (almeno fino ad ora è stato così), quindi ho praticamente solo 4 sere (dal lunedì al giovedì) in cui eventualmente organizzare le mie passioni. Ad andare dallo psicologo ho iniziato, ho fatto solo 3 incontri perché ora è in ferie e fino a Settembre non lo vedrò, e questo mi pesa molto. Quello che mi stavo chiedendo è se tutto questo sia causato dalla solitudine in cui sono finita, e se frequentare corsi e conoscere altra gente mi possa aiutare. Non so, fare sport, palestra... Sto sperando fortemente che mi possano aiutare a superare questa orrenda situazione in cui mi trovo. Ho sempre più paura di avere paura, gli attacchi si moltiplicano, a volte mi sveglio la notte, faccio fatica a calmarmi... e inizio ad avere paura che possa fare del male a me stessa se continuo così, come se potessi impazzire e non rendermi conto delle mie azioni. Secondo voi mi potrebbero davvero aiutare quelle cose? Io comunque le inizierò, ma ho paura di non ricevere alcun beneficio e buttarmi ancora più giù, perché mi renderei conto di essere persa e che non c'è niente che mi aiuta.
  11. Salve, questa notte ho sognato che una persona dopo essere resuscitata per non si sa quale motivo, è venuta da me e mi ha detto che nel tempo della sua morte aveva visto la mia e che sarebbe stata tra pochi giorni in un incidente stradale con una mia amica.. Mi sono svegliata da stamattina ed ho paura che possa succedere davvero.. In questi giorni sono molto ansiosa, e si, ho paura di poter morire da un giorno all'altro. E con il sogno di stanotte sono proprio in uno stato di terrore puro e non so che fare per farmi passare questa ansia e soprattutto questa paura. Vi prego aiutatemi e tranquillizzatemi se possibile. Grazie in anticipo
  12. Scusate,vorrei dire poche parole riguardo a ciò che mi sta succedendo.Dal mio nickname si è intuito che sono ancora un ragazzino di quindici anni e che non ha proprio le idee chiare in testa. Non so chi sono.Mi spiego meglio.Ogni giorno mi alzo col pensiero che quella giornata mi possa andare bene come andare da schifo,ma non perché sono gli altri che me lo fanno pensare. Sono io.Penso di non essere l'unico ad avere questo problema.Ho consultato diversi forum ma ho ricavato tanto come niente. Voglio che qualcuno mi possa dare una spinta.Possa dirmi quella frase che mi cambierà totalmente la vita. Andiamo al nocciolo però...Davanti alle persone HO PAURA.Non paura di LORO, paura di ME e come posso reagire. Nella mia testa ci sono una miriade di pensieri che svolazzano qui e la fra i miei neuroni. Penso molto,parlo poco. Sto molto da solo e alcune volte penso anche di essere pazzo. Sempre,e dico SEMPRE,mi capita di parlare da solo e rispondermi pure...non è normale affatto però lo faccio come se fosse una specie di terapia inconscia di cui non posso farne a meno. Mi aiuta,questo è vero. Mi fa sentire solo e disorientato,anche questo è vero. Vorrei dire molte altre cose ma penso che siano superflue. Voglio solo qualcuno che mi capisca e che possa darmi consigli. Qualcuno che ha sperimentato sulle sue mani quello che provo io. Grazie
  13. Angelo87

    Pensieri strani

    Salve a tutti,mi sono iscritto a questo forum perchè da circa un anno e mezzo sono entrato in una spirale dalla quale non so uscire completamente. Tutto cominció un anno e mezzo fa mentre ero a lavoro, dopo un periodo di forte stress fisico e psicologico.Mi venne un colpo d’ansia mentre pensavo al male che potevano farmi degli integratori che assumevo per via dello sport che faccio. Ebbi una sorta di vertigine accompagnata da un attacco di panico e da quel maledetto giorno cominció tutta una serie di controlli fisici in ogni parte del mio corpo figlia di una forte ipocondria acquisita negli anni. Non voglio dilungarmi su tutto quello che mi è capitato in questo anno e mezzo in cui ho avuto un cambiamento radicale dei miei pensieri e del mio modo di vivere. Quello che mi è rimasto di tutto questo sono dei pensieri strani e assurdi che tornano ripetutamente ad attaccarmi e a provocarmi una forte paura nel vivere.Pensieri su che cosa sia la vita,su chi sono,sul perchè siamo fatti così,pensieri sulla terra,sulla natura. Pensieri che prima non facevano parte di me,e che sono entrati nella mia testa a causa di varie cavolate lette qui su internet nei vari forum sull’ansia e la depressione. Come faccio a liberarmene?non mi sto vivendo nè godendo la vita pìu,ho cambiato 3 psicoterapeuti e sono stato anche da uno psichiatra.Ho iniziato una cura con ansiolitici a Ottobre integrata con degli antidepressivi.A inizio anno mi sentivo meglio ma a causa di una discesa della mia libido sono andato dallo psichiatra e abbiamo deciso di comune accordo di ridurre i dosaggi.Da qualche giorno questi pensieri vanno via via facendosi di nuovo presenti nella mia testa e ho paura di ricadere nella spirale orribile in cui sono stato per un anno e mezzo.. Qualcuno che ha giá vissuto un’esperienza simile?
  14. Salve, purtroppo da un po' di tempo sto vivendo una situazione di malessere... Ho 19 anni, sto frequentando l'ultimo anno di liceo scientifico e spero a breve di diplomarmi. Non riesco più a fidarmi di nessuno, anche perché le persone che si ritenevano mie amiche si sono rivelate tutt'altro... Ho cominciato a sentire il bisogno di andare via, cambiare ambiente, città, cambiare vita! Dopo il liceo voglio lavorare sperando che qualche azienda nonostante il mio misero diploma da liceale mi assuma, ma premetto che se dovesse accadere sarebbe merito di mio padre... Allo stesso tempo vorrei seguire studi universitari, magari online o non so, tantissima voglia di studiare purtroppo non ne ho più. Ahime, sento il bisogno di essere indipendente da tutti e tutto, dai miei genitori soprattutto; sono anche una persona che non si accontenta e che ha gli occhi grandi... Nel frattempo però, c'è in me uno stato di malcontento... Precisamente non so da cosa sia dipeso... io sono anche innamorato di una ragazza, con la quale scambiavo messaggi fino a tre settimane fa, ma fin quando ero in contatto con lei, riuscivo a mettere un attimino da parte questo malessere... Con questa ragazza della quale io sono innamorato da quasi un anno non ho mai avuto il coraggio di dirle ciò che sentivo e che tutt'ora sento perché penso che da parte sua la cosa non sia ricambiata. Ciò che mi fa più rabbia, è il fatto che lei a tratti mi ha dato l'impressione di essere interessata a me nonostante non lo fosse veramente e sapendo anche che io provassi qualcosa per lei... Non so se è cattiveria o carattere ma ci sono rimasto male, anche perché ad un tratto non ci siamo più scambiati un messaggio, perché come è orgogliosa lei, lo sono anch'io. Ora ci ho messo una pietra sopra dicendo di non volerla più sentire, ma so benissimo che dentro di me la verità è tutt'altro. Questo mio star male con me stesso mi sta perseguitando, anche con gli amici, infatti non ci ho più quel rapporto di una volta, quasi da preferire stare da solo... infatti capita spesso che la sera dopo aver studiato prenda la macchina e percorra chilometri e chilometri senza meta, con la musica che mi accompagna... Mi rilasso e provo a sognare, provo ad immaginare che in quel momento sto viaggiando seriamente... Vi ringrazio se davvero avete letto tutto e spero che mi potiate dare qualche consiglio...
  15. Salve a tutti, Sono Carola. Da qualche mese sono una strana 'relazione' a cui non riesco a dare soluzione e ho bisogno di un consiglio esterno, da persone non preoccupate di dirmi come stanno le cose. Vivo a Milano in questo appartamento dove per una serie di cose ci conosciamo un po' tutti e abbiamo la stessa eta' (dai 25 ai 32). Siamo quindi tutti amici e molti uniti tra noi, uscendo spesso insieme e organizzando cene in casa. Vivo li' da un anno e mezzo e dopo qualche mese si e' trasferito un ragazzo: V. con cui ho legato molto, ma solo in termini di amicizia. Siamo simili tra noi, in termini di ambizioni, amicizie e abbiamo trovato subito cose di cui parlare. Lui usciva nel frattempo con una mia amica e spesso eravamo insieme. Il loro rapporto oscillava di continuo per numerose litigate e gelosia di lei nei suoi confronti. Mentre stavano insieme, una sera ha cercato di baciarmi e io l'ho allontanato perche' non ferirei i sentimenti di un'amica e sinceramente non ero neanche attratta da lui. Nel frattempo stavo iniziando una storia con il suo amico e quella notte siamo stati insieme. Una storia finita dell'arco di un paio di mesi perche' non c'era nessun sentimento da entrambe le parti. Senza rimorsi o arrabbiature. Siamo ancora in buoni rapporti. Ad aprile anche lui si lascia definitivamente con la mia amica, ma non conosco le cause (entrambi non ne hanno voluto parlare e mi hanno parlato solo dei continui litigi). Ogni tanto da ubriaco cercava di provarci con me ma lo rifiutavo sempre. Una sera dovevamo uscire con degli amici a bere ma alla fine tutti si sono tirati indietro e siamo stati solo noi due. Siamo usciti, ci siamo divertiti e tornando a casa in taxi mi abbracciava ma nulla piu'. Nel frattempo continuava a prendermi in giro per la storia con il suo amico e continuava a dire che lo amavo chiamandolo il mio ragazzo anche dopo la rottura. Il nostro rapporto in termini di amicizia e' andato avanti fino a settembre senza problemi. Anzi mi dava sempre un consigli, mi spronava a cercare lavoro e aveva sempre una parola per me. Diciamo che e' la persona che aiuta sempre gli altri in difficolta' (ma non e' un santo per niente anzi). A settembre, dopo un serata tra amici ci siamo avvicinati (avevamo anche bevuto un po') e restati soli ci siamo trovati a letto insieme ma non abbiamo dormito insieme perche' sono tornata al mio appartamento. Non sara' stato un gesto carino ma pensavo fosse la storia di una notte. Dopo 2 giorni mi chiede come e' stato e se mi era capitato di fare sesso con amici prima. Io metto le cose in chiaro dicendo che comunque nulla cambiava ed eravamo amici, che questo non doveva compromettere il rapporto tra noi. Lui era in imbarazzo, rideva ma mi dava ragione. Dopo una settimana prova a scrivermi mentre era con un amico in giro e non gli rispondo. Dopo qualche giorno mi chiede arrabbiato perche' non avevo risposto ma lascia cadere la cosa velocemente. Nelle settimane successive pero' continuiamo ad avere degli 'episodi a letto'. Nel frattempo conosciamo nuove persone, nuovi amici. In particolare un ragazzo tedesco che si e' trasferito da poco. Il tedesco e' una persona timida ma di cuore. Si e' preso una cotta per me (a detta di tutti perche' e' alquanto palese la cosa) ma non ha mai avuto un approccio diretto. E' una delle persone che vediamo piu' spesso insieme e talvolta V e' infastidito dalla sua presenza. Ovviamente ha anche iniziato a chiamare il tedesco mio ragazzo come l'altro amico. Ho in prevalenza amici maschi a cui sono molto legata e con cui ho un rapporto molto bello e senza ambiguita' da entrambi i lati e periodicamente tutti loro diventano i miei ragazzi stando a V. Un giorno mentre eravamo insieme mi accorgo di provare qualche cosa e la cosa mi spaventa come non mai. Ho avuto un paio di brutte esperienze nel passato e ho problemi a fidarmi delle persone. Molti dicono che sono come un gatto che prima scruta da lontano in maniera fredda e poi cambia atteggiamento per diventare molto piu' socievole. Non che sia distaccata con le persone, anzi mi lego molto ai miei amici ma ho bisogno di tempo e difficilmente lascio trapelare le mie emozioni anche dopo aver instaurato un rapporto di amicizia solido. Spesso indosso una maschera per nascondere cosa mi passa per la testa. Capisco di provare qualche sentimento ma sono decisa a non volere nulla da lui. E' 3 anni piu' giovane di me, abbiamo troppi amici in comune. Ma quello che mi terrorizza di piu' e' che ha un carattere piu' forte del mio sotto certi aspetti. Ed e' l'unica persona al mondo di cui non riesco ad avere un quadro completo e mai soo davvero riuscita a capirlo. Questo accadeva a Ottobre, quando io inizio a scendere un po' in depressione per problemi sul lavoro (che intanto cercavo di cambiare) e altre cose. Mille volte lui cercava di chiedermi cosa avevo, ma io non rispondevo mai un po' perche' non riuscivo a esprimere le mie emozioni, un po' perche' non volevo lasciarmi andare con lui. Cercava intanto anche di coinvolgermi in attivita' con altre persone per farmi uscire di casa. Malgrado cio', nello stesso periodo, intreccia una relazione con un'amica del tedesco che era in visita per due settimane. Stavano sempre insieme, dormivano insieme e lui aveva cura di sbattermi la relazione in faccia. Un giorno eravamo a bere in giardino con degli amici e, mentre lo ignoravo, lui cercava di attirare la mia attenzione co battute varie e un'espressione da schiaffi in faccia che alla fine anche la ragazza se ne era accorta e mi inziava a fissare in cagnesco. Lei alla fine se ne torna a Berlino, lui l'accompagna in aereoporto, si sentono per alcuni giorni e alla fine lui mi dice che anche se era preso gli era passata subito. Nel frattempo io cambio lavoro e apro una societa' di servizi informatici con altre persone. E lui ne era orgoglioso e felice (vuole anche lui aprire qualche cosa di suo in futuro anche se e' ancora nelle prime fasi della sue carriera e, anche se molto ambizioso e studioso spesso si sente stretto nella sua funzione). Una sera mi addormento sul tavolo della cucina (capita spesso... lo trovo cosi' comodo) e V. entra in casa per portare delle cose alla mia coinqulina. Mi vede e mi accarezza la testa per svegliarmi dicendo di andare a dormire. Io li dico che il giorno dopo avrei dato il preavviso per licenziarmi dal mio precedente lavoro e lui orgolioso, con davvero un sorriso commosso mi dice che e' felicissimo per me. Dopo qualche tempo riprendono i nostri episodi... Questa volta sembra che ogni notte oscilliamo tra dolcezza e combattimento. Con blocchi nello stare insieme, scherzi, momenti di dolcezza e nulla piu'. Nessuno sospetta di questa nostra relazione e cerchiamo di mantenerla segreta. Nel frattempo il nostro rapporto cambia. Siamo sempre amici con momenti di vicinanza ma spesso mi prende in giro e scherza con lo scopo di farmi innervosire. Sminuisce il mio lavoro e la compagnia, altre volte mi prende in giro per i locali che frequento dicendo che sono troppo fighetti (ma sa bene che giro un po' ovunque, che sia un mega locale o la bettola sotto casa), mi prende in giro perche' sono vestita alla moda ecc. Allo stesso tempo fa apprezzamenti sulle stesse cose: i miei vestiti, il lavoro, i locali dove vado. Una sera succede un fattaccio. Eravamo a una festa con tutti gli amici in giardino. Io arrivo e lo vedo parlare con il migliore amici che e' come un fratello per me, il ragazzo con cui sono stata e la sua ragazza. Io ero con il tedesco nel frattempo. Sento che dice al primo migliore amico che lo facevo innervosire, poi ha avuto una scenata di gelosia mente parlavo con lui e l'ha fatto entrare in casa. Uscendo ho sentito che V gli urlava e' complicato. Il suo migliore amico e' come un fratello minore per me ma non abbiamo mai parlato del rapporto con V. perche' so che non tradirebbe la sua fiducia. Quella sera mezzi ubriachi, ci troviamo a letto insieme. Lui inizia a fare discorsi deliranti dicendo che indossa una maschera per non fare vedere le sue emozione e dicendo che molti pensano che sia un donnaiolo senza sapere che puo' essere peggio. Dopo lo facciamo e poco dopo abbiamo una litigata. Ha un attacco di panico e inzia a camminare per la stanza, a dire cose senza senso, a dire che sono sempre gentile come per prendermi in giro. Io lo caccio e lui per tutta risposta mi manda a quel paese. Il giorno dopo lo scopro che mi guarda dalla finestra con aria colpevole. Non ci parliamo per una settimana e quanto rispendiamo il discorso lui dice di non ricordare, che non mi guardava perche' si sentiva in colpa ma perche' lui mi controlla sempre. Nei giorni successivi vedevo che cercava di riprendere la mia fiducia, guardandomi con occhi dolci, cercando di trovare spazio solo per noi per parlare del piu' e del meno ed era infastitido da altre persone che si intromettevano. Non succede nulla fino al giorno che dobbiamo portare il migliore amico in ospedale perche' si era fatto male e lui era contento che li accompagnavo con la macchina e che stavo con loro li'. Era davvero riconoscente. Passiamo la notte insieme (managgia a me). Da quel momento cambia il modo di atteggiarsi nei miei confronti. Spesso mi diceva di amarmi (scherzando) e non rispondeva alle miei battute quando gli dicevo che e' falso o che non si scherza sull'amore, davanti alle altre persone dice che quando prende in giro una ragazza e' perche' ci tiene, dice che parla di me a sua madre ecc. A dicembre io lascio l'appartamento per un mese per viaggi di lavoro e per tornare a casa dei miei a Venezia. La sera che stavo per partire era nervoso e a bassa voce, perche' c'era altra gente, mi chiede di comportarmi bene. Durante la mia assenza ci sentiamo per messaggi e quando torno era davvero felice di vedermi almeno pensavo. La sera dopo usciamo per andare in un pub e continuava a dire che sarebbe uscito solo se c'ero io, si complimentava con me, era affettuoso anche davanti alle altre persone (ripeto: loro non sanno nulla). La sera torniamo a casa con la mia coinquilina e il suo ragazzo e lui mi abbraccia davanti a loro. Dopo che vanno via, mi chiede se lo ho tradito mente ero via. Io gli rispondo che non siamo una coppia quindi non conta cosa sia successo (nulla in realta'... perche' durante la lontanaza io mi sono accorta di tenerci molto a lui), che non litighiamo mai e che anche se vediamo altre persone noi torniamo insieme sempre. In realta' abbiamo avuto tutti e 2 appuntamenti prima del riavvicinamento prima della partenza(da parte mia non hanno portato a nulla, erano solo uscite senza un bacio o altro, da parte sua non so) e il fatto e' che non so come ma sembrava sempre capire se uscivo per un appuntamento o solo con amici. Senza che dicessi nulla in giro. Quella sera mi ha baciato e si lamentava che non lo bacio mai io. Passiamo una notte insieme stupenda, il giorno dopo andiamo a fare commissioni insieme e tutto sembra perfetto. La sera pero' cerca di farmi ingelosire facendomi vedere un messaggio che la ex (la mia amica) le ha scritto. So che tra i due non c'e' nulla e lei frequenta un altro ragazzo, ma sembra che volesse solo farmi arrabbiare. Nei giorni successivi mi sorrideva sempre, mi faceva gli occhi dolci tutto il tempo, se stavamo con gli altri amici si metteva vicino a un tavolo solitamente appoggiando una gamba contro la mia per avere il contatto fisico con me. Mi paragonava sempre alla madre che e' il suo punto di riferimento, scherzando diceva di amarmi, che siamo una coppia ma io non lo so, che andremo a vivere insieme ecc.. Io rispondevo con battute perche' ho la tendenza a non fidarmi e poi non faceva altro. Non mi portava fuori, non veniva a cercarmi per guardare un film insieme o altro. Una sera provo a baciarlo e lui si ritira. Gli chiedo perche', se c'e' un'altra e lui risponde togliendo lo sguardo e ridendo in un modo amaro come sembrare a dire ma che dici. Quando gli chiedo cosa succedeva e se era un mio errore pensare che ci stavamo avvicinando lui, con fatica per le mie domande, mi dice che e' fatto cosi' e non vuole essere dipendente dalle persone, inclusi gli amici. Poi mi chiede di non essere arrabbiata e andando via mi prende per il braccio chiedendomi una cosa su una storia che mi preoccupava. Io mi sono sentita morire. Nel frattempo, dopo qualche giorno di distacco, lui si avvicina, mi fa battute sull'amore ecc come prima, mi aiuta con delle cose che gli avevo chiesto tempo fa, ha un grosso colloquio e ne ha voluto parlare prima con me che con gli altri per avere una mia opinione ecc.. Un giorno entro in casa e lui parlava con la mia coinqulina. Si erano salutati ed era gia' sulla porta, ma quando mi ha visto sulla porta, ha cercato di passare del tempo con me, di tenermi a parlare, mi ha chiesto cosa facevo il venerdi' e quando ho detto che andavo da mia madre ci era rimasto male. Poi si avvicina di scatto, come per baciarmi, ma toglie lo sguardo dicendo no, cambia tono di voce e va via. Una sera, mentre eravano a una cena, rimaniamo soli. Scherzavamo normalmente ma appena entrano i miei amici che erano usciti a prendere la pizza lui si prende la testa tra le mani e sussurra che e' difficile stare vicino a me. I miei amici sono subito entrati, impedendomi di ribattere alla battuta. Sabato scorso lo abbiamo fatto di nuovo. Io ero infuriata con me perche' ancora una volta ero caduta nella trappola. La mattina dopo viene invitato a pranzo dalla mia coinquilina, con cui sono molto amici e tendono a mangiare insieme la domenica, e sembrava felice di passare tempo con me a parlare, giocare ecc. Poi la mia coinqulina chiede se vogliamo fare qualche cosa la sera e poi si corregge chiedendo se lui avrebbe visto quella ragazza di cui parlava. Io muoio. Aveva un appuntamento. Si accorge che sono arrabbiata e mi segue quando vado in camera. Mi prende in giro su alcune cose, sui regali del mio ragazzo ossia il tedesco, mi blocca la strada e cos' via dicendo. Io lo ignoro completamente e gli rispondo per versi. Anzi ha detto che lui non mi ha fatto cosi' tanti regali ma mi ha dato il cuore. Falso come Giuda no? Ieri ha visto che fumavo. Avevo smesso ma ero troppo nervosa. Lui sa che fumo solo quando sono nervosa o triste e la prima cosa che mi ha chiesto e' se ho ripreso a fumare e perche'. Cercava di parlarmi del piu' e del meno, mi faceva vedere cose sul telefono e sembrava nervoso. Gli chiedo "allora come e' andato l'appuntamento" e lui bene ma non ha voluto dire nulla. Quando gli ho detto che 2 ragazze in meno di 24 ore era troppo schifoso anche per lui ha detto non e' come pensi (cosa dovrei pensare?) e cercava di evitare il discorso. Io me ne sono andata. Detto cio' stamattina era a colazione con la mia coinqulina (sta ragazza adora fare pranzi e colazioni con lui sembra!). Lei dice che potremmo prendere un appratemento piu' grande e bello insieme visto che siamo molto amici. Gli chiede se quando gli scade il contratto ha intenzione di andarsene, e lui dice "non so magari potrei... Lascia stare stavo per dire una cosa stupida". Come per lasciare intendere che puo' andare con lei. Non so se lo ha fatto per farmi innervosire (sa come usare le parole) ma pua' davvero progettare la vita con una che ha visto 2 volte? Avevo bisogno di sfogarmi perche' non ho molte persone a cui raccontare questa storia, avendo troppi amici in comune. Posso essermi illusa che il suo fosse solo un gioco? Che non ci fosse nulla e quelle frasi fossero false? La sua puo' essere una paura di impegnarsi con me perche' troppo simile a a lui, alla madre, piu' affermata sul lavoro? E poi perche' dirmi quelle cose dolci se fosse solo per portarmi a letto se era gia' riuscito a sedurmi? Perche' ora come ora mi sento presa in giro e trattata come un oggetto. Grazie del vostro aiuto.
  16. Quello che riporto sotto é quanto é venuto fuori da un test sulla paura che ho svolto in rete (sul sito di riza.it) e il risultato rispecchia quello che sono i miei pensieri di fondo, spessissimo quando sono a lavoro, meno quando sono fuori da esso e per nulla con persone che mi sono molto familiari. Ti nascondi per timore del mondo Il tuo incubo sono tutte quelle situazioni che ti mettono in gioco, al centro dell'attenzione, che ti espongono al giudizio altrui e ti costringono ad assumerti responsabilità. Le tue paure nascono da un'insicurezza di fondo, che ti fa sentire sempre sotto esame, inadeguato. Hai perciò bisogno di continue rassicurazioni e raramente sai dartele da solo. Più che dal confronto con gli altri le tue paure nascono dal confronto con un'immagine di te ideale e irraggiungibile, tutta all'insegna del successo e della perfezione. Il giudice più severo sei tu e più lo segui più ti sentirai fragile e impaurito, e a rischio depressione. Dovendo ora cambiare lavoro, queste idee di fondo si sono fatte più acute e so che se non avessi tutte queste insicurezze vivrei meglio il cambiamento. Andró a lavorare in pronto soccorso e pertanto ogni giorno ne vedró delle belle e avró a che fare con mille persone diverse al mese e proprio in quest'ultima situazione"mi" sottopongo a stress e mi giudico come se un intera giuria mi stesse giudicando. Come fare peró per avere una vocina di sottofondo più benevola e sicura? Io non ne ho idea proposte e suggerimenti?... Grazie
  17. Per favore, ho bisogno che qualcuno mi risponda e mi aiuti, perché sto per scrivere di una cosa che mi fa stare molto male. Grazie in anticipo. Buonanotte a tutti, scrivo perché in questi giorni c'è una cosa che mi inquieta abbastanza: la solitudine, o meglio la paura di essa. La solitudine è la mia peggior nemica: mi sento male se penso ad un probabile futuro passato da sola e mi viene voglia di morire prematuramente. Ho sempre avuto paura di essere lasciata sola, di rimanere sola in un contesto sconosciuto, (tant'è vero che ci metto molto meno tempo ad ambientarmi e trovarmi bene in un posto se sono in compagnia, mentre se sono sola diventa difficile anche solo il pensiero). Qual è il problema immediato? Ho iniziato il primo anno di Università in una città vicino alla mia, quindi faccio avanti e indietro da casa, non mi sono trasferita. All'università c'è qualcuno che già conoscevo con me ma ho formato il mio gruppetto che include anche gente che non avevo mai visto prima e con cui mi sto trovando bene, la cosa mi rende abbastanza felice perché avevo paura di trovarmi male. Allora cosa mi turba? Il fatto che tutti i miei amici al di fuori sell'università, l'anno prossimo, se ne andranno. Molti si iscriveranno all'università a loro volta, alcuni lo sono già, quindi ho molta paura di restare sola, non avere con chi uscire, ecc. I miei amici dell'università, purtroppo, sono fidanzati o tornano ai loro paesi, quindi non li posso tenere in considerazione... questa paura di vivere l'anno prossimo in queste condizioni si espande al resto della mia vita. Sono single, è molto difficile per me trovare un ragazzo (non sono mai stata fidanzata e in amore non semro essere particolarmente fortunata) sono figlia unica e con il resto della mia famiglia, a parte i miei genitori, non abbiamo un gran legame: in poche parole, ho una paura tremenda di restare completamente sola al mondo quando i miei non ci saranno più, ho paura che i miei amici si faranno una vita e io non riuscirò a fare come loro, a formarmi una famiglia e vivere la mia vita tranquilla in compagnia. sono paure irrazionali, lo so, ma il solo pensiero di questa cosa mi fa stare male. Per favore, ho bisogno che qualcuno mi risponda e mi aiuti perché questa è una cosa che mi fa stare molto male. Come potrei fare per non pensarci? Grazie mille in anticipo
  18. Salve.. scusate il disturbo ma mi potreste dare dei consigli? sono una ragazzi di 17 anni e mi sento triste, vuota e mi sento un fallimento Fin da piccola ho sempre pensato che io non fossi abbastanza per la mia famiglia e per i miei amici... i miei incubi si sono avverati quando alle medie la mia migliore amica di quel tempo (10 anni di amicizia) ha cominciato a evitarmi dicendomi che non voleva essere più amica di una ragazza grassa e noiosa e da quel giorno in poi tutto il mio mondo si è fermato, non volevo più uscire e da quel momento in poi non ho più indossato degli shorts e tutti i vestiti stretti, ho cominciato a litigare con mia madre almeno una volta al giorno, ormai non parlavo più con nessuno tanto che dopo ho scoperto che i miei compagni mi chiamavano una "cerca attenzioni" cosa che non ho mai voluto anzi io volevo/voglio scomparire, essere invisibile. Ogni sera vado a dormire e spero di non svegliarmi più e piango... mi sento una fallita, vorrei soltanto essere abbastanza ma non ci riesco fallisco in tutto anche se ci metto tutto il mio impegno, sono stanca di piangere e ho paura di dirlo ai miei genitori perché so che lo deluderei, cavolo ho 17 anni e voglio sorridere non piangere... ho bisogno di qualcuno con cui parlare ma non so chi... adesso sono all'estero per un anno scolastico e due persone che conosco non fanno altro che dirmi che sono stupida (prima credevo scherzassero però adesso lo dicono ogni volta che mi vedono e non penso più sia uno scherzo... la mia mente dice subito che hanno ragione: io sono stupida). Scusate ancora il disturbo e grazie per aver letto questo post
  19. Ciao, sono una ragazza di 19 anni, vado all'università e ho una vita abbastanza normale e tranquilla, ho degli amici (nonostante a volte abbia dei dubbi sulla loro lealtà, dovuti al vizio che ho di "complessarmi" su tutto)...ma il motivo per cui sto scrivendo qui è un altro. In 19 anni non ho mai avuto una relazione. Ok, molti potrete pensare che non sarà poi la fine del mondo e a volte lo penso anche io, ma poi mi rendo conto in che società viviamo e mi sento tremendamente fuori luogo. Non riesco a distogliermi dal pensiero di una relazione, anche se vorrei. Non ho mai baciato un ragazzo, tranne una volta un tizio che non conoscevo in discoteca, e ovviamente non ho mai avuto rapporti. La cosa mi fa molta rabbia, perché io non reputo di avere qualcosa in meno rispetto alle altre ragazze, non credo di essere nemmeno tanto brutta né antipatica. Eppure, non riesco a trovare la persona giusta. Qualcuno è stato interessato, ma io l'ho sempre respinto, non so perché, magari per paura. Perché da un lato ho una paura tremenda dell'intimità. Ho pensieri ricorrenti legati al sesso, ma da un lato mi terrorizzano, e non riesco ad immaginarmi in un rapporto. La cosa mi scombussola un po' perché mi porta anche a sentirmi spesso tremendamente in imbarazzo quando parlo con un ragazzo in qualsiasi circostanza e , a maggior ragione, quando siamo soli. Non riesco a non immaginare quasi ogni elemento di sesso maschile (ovviamente piú o meno della mia età) che incontro come un potenziale partner, e comunque mi sento a disagio anche con gli adulti maschi, mi sento molto più tranquilla con le donne. non capisco da dove derivi questo mio problema, non mi sembra di aver subito traumi da piccola, comunque la cosa mi fa stare abbastanza male perché, oltre a sentirmi "diversa" adesso, ho paura che questo mio imbarazzo e questa paura mi precludano in futuro di avere una relazione, e già mi sento quasi fuori tempo massimo...cosa posso fare? Secondo voi, da cosa potrebbe derivare questa sorta di disagio? Grazie a chi leggerà
  20. Aime

    morendo dentro..

    sono arrivata a un punto in cui non sento più niente. non provo più niente. non ho più sogni e ambizioni. non provo più amore, non sento tristezza nè gioia... apatia quasi totale. questo già dalla fine della scuola. poi ci sono state salite, ricadute e risalite.. ora mi sembra solo di scendere. credo di essere una pessima e brutta persona.. lunatica e senza cuore... ho fatto una cosa bruttissima e non c'è modo di rimediare e di perdonarmi. dovevo partire con un mio amico in spagna, aveva bisogno di andare per riprendersi e curarsi. l'aveva chiesto a me. all'inizio volevo andare. poi in pochi giorni è salita l'angoscia. e all'ultimo gli ho dato pacco... non ci sono parole. solo immaturità ed egoismo. ora mi odia e non vuole più saperne di me, anche perhcè purtoppo non è la prima volta che mi comporto così... giuro che non lo faccio per prendere in giro. non potrei mai!.. ero innamorata di lui, fino all'anno scorso almeno.. però siamo sempre in un certo senso "stati insieme" e non parlo solo di rapporti sessuali. abbiamo fatto diverse cose assieme. ma ora non più. me ne dispiace, ma non del tutto anche perchè lui non lo è mai stato di me. credo sia anche per quello che "ho smesso". però c'è sempre stato l'affetto di base. La cosa peggiore è che in tutto questo non provo nulla! quando mi ha scritto che non voleva più saperne di me mi è venuto da piangere e sono stata male.. ora idifferenza, come se non mi riguardasse, come se mi fossi tolta un peso. mi sento una merda. e ora sono qui.. vuota. non ho voglia di cercare lavoro, e non so nemmeno cosa. non ho voglia di vedere persone, ma nemmeno di stare a casa. è terribile stare a casa coi genitori. sono brave persone ma non ce la faccio più. più mi dicono di reagire meno ho voglia di fare cose. vorrei starmene nel letto a far niente ma non posso, non c'è privacy. anche se dopo un po' mi romperei. passo le giornate al computer, a fare niente. ogni tanto mando il cv a qualche annuncio. sono morta o sto morendo dentro. non voglio più avere a che fare con ragazzi o uomini, temo di non essere proprio portata per le relazioni.. una vita a cercare e sognare l'amore e ora non me ne frega nulla. voglio stare da sola..
  21. Ciao a tutti, Sono un ragazzo di quasi 21 anni, frequento l'università (studio fuori sede), facoltà di medicina, primo anno. Spero di scrivere cose che diciamo possano essere argomento di discussione e utili. Quello che vorrei raccontare/discutere è piuttosto personale, perchè non l'ho mai detto a nessuno, ma anche condivisibile poichè sono certo sia già stato provato da altri, che spero intervengano. Partiamo dal punto: mi sembra che la mia vita abbia preso una piega che non fa per me, come se non fosse mia, non mi sento "io", quello di sempre, che ero. La paura la fa da padrona, mi sta letteralmente accompagnando nei giorni. Prima dell'università -al liceo- stavo bene e mi sentivo vivo nel senso di carico di energia e vitalità, caratteristica che mi ha sempre contraddistinto e che ora è più debole. è come se con il passare del tempo si fosse consumata, mi sto riducendo a sentirmi frustrato, insoddisfatto, incerto, ma soprattutto, profondamente inadatto a tutto questo. Provenendo dal liceo scientifico ordinario, avevo sempre pensato che medicina facesse per me, mi vedevo solo in quello, anche ora che ho cominciato mi piace; ma il problema è: io ho altre passioni, non sono mai stato un amante dello studio,che ho sempre vissuto semplicemente come il mio 'dovere'. Ora che sono all'università, anche se al primo anno, la paura di non avere tempo da dedicare a ciò che mi piace mi sta distruggendo. (al liceo ovviamente era diverso, il tempo si trovava/gestiva meglio) Lo scontro più grosso ancora è stato quello di vivere durante i giorni feriali in un'altra città, ogni fine settimana che torno a casa non vorrei ripartire più, i miei amici, quelli veri, la mia famiglia, le mie passioni, il mio sport, tutto è nella mia città natale e dove ho sempre vissuto, dove io mi sento sereno e tranquillo; ogni volta ripartire è peggio della volta prima; ma nella mia città alla fine non ci sono molte opportunità essendo una città prevalentemente turistica... Sono stretto in questa morsa, la paura inoltre di deluledere la famiglia, che ha sempre creduto in questa mia scelta e mi ha sempre supportato, dirgli ora "no guardate ho sbagliato, non fa per me, voglio fare qualcosa di diverso" da un lato non me la sento, perchè ripeto, mi sono sempre visto nei panni di uno studente di medicina (al liceo non pensavo ci fosse altro per me); dall'altro vorrei credere al fatto che invece ci sia un'altra strada, vivere serenamente e quindi ricominciare da zero; ma temo che la mia percezione sia sbagliata, a guardarsi in giro moltissimi giovani sono a 'piedi', nonostante abbiano studiato anche una vita. Sono davvero in tilt... mi affido alla vostra esperienza e buona volontà di condividere consigli, opinioni e quanto altro possibile.
  22. gabri22

    Terrore dell'aereo

    Ciao a tutti. Fra tre giorni devo prendere un aereo per la tratta Brindisi-Amsterdam e sono totalmente terrorizzato. Non è la prima volta che volo (sarà la sesta) ma da almeno 4 anni non salgo su un aereo perchè ho perso il controllo di questa mia fobia e non riesco ad affrontarla. In conclusione però fra tre giorni devo partire e se ci penso mi vengono delle sudare. Non so come prendere la cosa!!
  23. Salve a tutti, sono Domenico, ho 21 anni e studio Filosofia. Volevo porvi all'attenzione il problema del fratello di una mia carissima amica (mia coetanea). Questo ragazzo, a breve sedicenne, è un tipo molto particolare. Non esce mai di casa, è schivo e chiuso e a volte sembra con la testa tra le nuvole. Almeno così me lo descrive la sorella, con la quale non ha mai avuto un bel rapporto: litigano di continuo, soprattutto dopo che la sorella aveva messo in atto un "piano" per fare uscire il fratello da casa (ha convinto il cugino di una sua amica). Ultimamente sono spesso a casa loro e ho notato come, dandogli un po' di confidenza, non è quel ragazzo un po' ritardato che mi aspettavo, ma una persona intelligente, che fa battute intelligenti, ma dalla grande sensibilità. Approfondendo l'argomento con la sorella, mi ha raccontato che una sera lo ha chiuso in una stanza per un paio d'ore e lo ha "costretto" ad aprirsi. Questo ragazzo ha raccontato come era maltrattato ed escluso dal gruppo con cui usciva e, soprattutto, ha raccontato dell'inutilità di farsi una vita, di uscire e divertirsi perché teme la morte, cosa ci sarà dopo, se esiste un Paradiso e se ci andrà. La sorella gli ha consigliato di viverla la vita e non vederla trascorrere e alla domanda "Pensa alla festa del tuo 18esimo compleanno. Chi ci sarà?" e lui cominciò a singhiozzare. In più, gli confidò che gli unici amici che ha li ha conosciuti su internet, perché "loro sono molto più avanti e intelligenti dei ragazzi che ci sono qui". Adesso che questo ragazzo ha cominciato a entrare in confidenza con me, so che posso dargli una mano a sbloccarsi, in quanto anch'io alla sua età facevo simili considerazioni ed ero asociale e chiuso. Ho notato come, ad esempio, cerca un dialogo con me. Una sera, ad esempio, mi trovavo a casa sua a studiare con la sorella e, prima che andasse a letto, si è seduto sul tavolo con noi a parlare del più e del meno per un'ora circa. Per questo vorrei qualche consiglio su come posso aiutarlo nella maniera più produttiva e rapida. Volevo sottolineare che vive in un piccolo paesino (dall'ovvia mentalità "particolare"), i genitori sono molto all'antica e spesso il padre inveisce contro di lui dicendogli che è una delusione, che è un "malato" e che è inutile. Accuse a cui lui non risponde, ma che lo fanno singhiozzare la notte. Inoltre ha sempre vissuto in un contesto in cui il padre, con cui non ha dialogo, lavora dalla mattina preso alla sera, e in cui ha come riferimenti la madre (con cui non ha dialogo), la sorella maggiore (la mia amica) e la sorella minore (la cocca dei genitori di 10 anni). Ho pensato che la sua esclusione derivi da una forte esigenza di essere ascoltato e capito, dalla mancanza di una figura che potesse apprezzarlo per quello che è, e non vederlo come la discarica delle proprie frustrazioni e dei proprio sogni infranti. Ho anche pensato che la sua "paura della morte" derivi dalla condizione di salute del padre che, 3 anni fa, ha rischiato la vita per un infarto. Cosa posso fare per aiutarlo? PS: la sorella mi ha detto che, da quando il ragazzo scambia quattro chiacchiere con me, ha cambiato in positivo il rapporto tra loro due (fino al mese scorso, lui non la salutava neanche). PPS: non ditemi di portarlo dallo psicologo, tentativo già fallito. Vi ringrazio anticipatamente.
  24. Salve a tutti, ho bisogno di aiuto. Sono un ragazzo di 17 anni, con una buona famiglia, una situazione scolastica normale. Da un anno è come se mi fossi bloccato. Prima avevo la mia compagnia di amici, una ragazza, uscivo e trasmettevo sempre positività, tanto che uscivo molto e conoscevo sempre persone nuove. E bastato un anno... Non riesco più a relazionarmi con gli altri, tanto che ho perso in poco tempo tutti i miei amici. Ho smesso di uscire. Con i compagni di classe, ogni volta mi sento un estraneo. Ho paura del giudizio della gente e sono continue paranoie. Sono cambiato e non so quale sia il motivo. Sono solo, non ho una persona con cui parlare ( coi miei genitori non se ne parla) e ho sempre pensieri strani. Ho paura del futuro, di rimanere solo, senza una famiglia. Sono sempre costretto ad apparire felice, con falsi sorrisi ma dentro sto male. Piango e mi sento strano. E assurdo. Ho paura, ho pensato e penso tutt'ora al suicidio, perchè no? basta soffrire. Ho pensato di cercare qualche farmaco depressivo come il tavor, xanax. Per me è molto strano perchè è una vita che non mi appartiene, fin dalle medie sono sempre stato socievole, uscivo, avevo voglia di fare tutto coi miei amici e godermi la vita senza pensieri. Adesso mi è passata la voglia di vivere. Durante la mia vita ho cambiato 3 volte posti per il lavoro dei miei genitori e sono sempre riuscito ad ambientarmi in meno di una settimana. Avevo voglia di divertirmi, innamorarmi. Perchè ora sono così, perchè a me? La mia vita è finita? Resterò sempre così? Forse è un segnale. Questo periodo non fa per me e mi sta distruggendo non sono piu io. Se il futuro fosse così? Non trovassi una donna? Rimanessi un fallito come adesso? Meglio farla finita. Vi prego aiutatemi. Non saprei con chi parlarne. Anche coi miei familiari mi trovo a disagio ora. Non posso uscire senza farmi paranoie. Ho pensato di rivolgermi a uno psicologo ma i miei genitori lo verrebbero a sapere. Aiuto!
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.