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La scelta consapevole di togliersi la vita.


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Vero è che il suicidio è un errore di valutazione, superabile soltanto con un altro errore di valutazione. Ho sempre detto che viviamo una realtà virtuale, così come ce la creiamo, per cui perché non sostituire ad una realtà nera, pessimista un'altra più rosea? Hanno entrambe lo stesso valore relativo, ma una ci fa soffrire, l'altra ci dà gioia.  

Terribile però è la situazione del ricercatore che non trova risposte alla sua incessante domanda sul cos'è la vita, terribile situazione per il disadattato che non trova senso nel farsi una famiglia, lavorare fino alla pensione per poi attendere la morte...si dice che a chi bussa sarà aperto, a me ad un certo punto è successo, sono stato fortunato, ma per motivi ritengo karmici non accade a tutti coloro che "non si adattano", magari non si adattano alle risposte che dà la Chiesa o il Dalai Lama. Come lo vedi, Aio, il problema eterno dell'INSICUREZZA ONTOLOGICA dell'uomo (Laing)? Io comprendo benissimo che  può essere un motivo di suicidio "serio", se certe risposte non si trovano. Ma forse ci vorrebbe un topic a parte...

Per la verità è un pò strana la posizione esistenzialista di chi si pone il problema dell'insicurezza/fallibilità dei processi conoscitivi...essendo questo un dato di base di tutto l'esistenzialismo, ovvero la sospensione di giudizio ( epochè) sulle possibilità umane di raggiungere l'assoluto nella scienza, nella consapevolezza di sè etc... Secondo me questo tipo di posizione rappresenta il limite dell'esistenzialismo nell' enfatizzare la condizione di angoscia/dolore umani, senza percepire il valore di "utilità" di tali fattori.

Quindi dedotte le speculazioni sui "massimi sistemi", resta un campo di "operatività" che già di suo è abbastanza ampio, e cioè il "vivere concreto" di una (singola) persona. In questi ambiti evidentemente assumono significato le "convinzioni personali" e tutto il mondo/capacità autopercettive/percettive di un'individuo, quindi assumono rilevanza le proprie emozioni, le proprie sensazioni, i propri processi logici, intelligenza, e quant'altro relativo al vissuto concreto di una persona. All'interno di questi ambiti non esiste insicurezza nè sicurezza ma solo l'agire ed il percepirsi. Faccio un esempio, se sono triste in genere me ne accorgo e non mi pongo un problema di insicurezza rispetto a questo "dato", se sento dolore altrettanto...ma il dolore mi sta comunicando qualcosa...quindi esiste una relazione tra vari elementi di cui sono costituito e che agisce seguendo delle regole, che, conosciute o meno, pur sempre agiscono...ora certamente mi potrà capitare di desiderare di dare un senso a questo che mi accade, o superare un certo disagio che avverto in relazione a questo dolore che provo...succede che utilizzando procedimenti "noti" tale disagio possa essere affrontato in maniera utile per la persona. A questo punto non resta che tradurre le domande sulla conoscenza come desiderio di esprimere un dato disagio.Cioè se io mi chiedo a che vale lavorare se dovrò morire, semplicemente potrei dirmi che il lavoro che faccio per qualche motivo non mi va a genio, e che trovo inutile lavorare se poi i risultati di questo lavoro nel mio contesto familiare/sociale mi deludono...traducendo altresì questo senso di delusione come rabbia nei confronti di qualcuno che ritengo responsabile di tale mia condizione. Abbiamo visto, allora, come porsi un problema teorico non rappresenti altro che la manifestazione di un certo disagio, o più semplicemente desiderio interiore, non insicurezza...

Il parallelismo col tema del topic mi sembra evidente anche in questoo caso...e cioè una valutazione sui "massimi sistemi" che può essere ritenuta scelta consapevole di suicidio, quando invece ancora una volta rappresenta soltanto un desiderio di contattare/esprimere una parte di se...quindi non si tratta di adattamento/disadattamento o di trovare/non trovare risposte, ma solo di desiderio di manifestarsi...

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Un giorno rimasi sconvolta da una notizia: mia zia si era buttata di sotto dal settimo piano dalla sua casa in Spagna dove abitava. Mia zia aveva subito degli elettrochoc (si dice così?) per via di una depressione per la quale non aveva avuto nessuna aiuto. Famiglia mediamente numerosa ma particolare, la figlia non era del marito ma di un altro uomo, mio zio però la amava come fosse sua, mio cugino andato in Spagna per vacanza lì ci ha costruito una famiglia; mia zia che era considerata la leonessa della famiglia, una persona che trovata davanti a vari crack finanaziari del marito si era sempre rialzata dignitosamente, non capiva che qualcosa stava accadendodentro di lei.. Lo capì mia madre la quale diceva al marito ed ai figli "FATE QUALCOSA" e lo hanno fatto: chiusa in una clinica psichiatrica, elettrochoc continui ed ecco la leonessa trasformarsi in una pecorella smarrita dal suo gregge. Per addormentarsi aveva bisogno di ascoltare le favole che il marito (rimastogli solo questo da fare) l'accontentava. Mia madre la prendeva con sè, la faceva stare con lei e, anzi, le dava dei facili compiti da svolgere, comprare il pane, le sigarette, il latte e lei ubbidiva come un automa ma era in grado di capire esattamente tutto, il suo cervello ancora le permetteva ragionamenti razionali. Ma vedere mia zia da bella e affascinate donna che era ridotta ad uno straccio psicologico be'...credetemi era ingiusto ed inacettabile. Partì per la Spagna, una mattina aprì la finestra e decise che la favola raccontatale la sera prima, sarebbe stata l'ultima.

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Realtà "principale"? Realtà "fasulla"? Non esiste nessuna realtà.

In che senso non esiste nessuna realtà Turbo? esiste La Realtà.... non è nè pricipale nè fasulla nè triste nè divertente... è semplicemente la realtà... chi si suicida non vive nella realtà....

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Realtà "principale"? Realtà "fasulla"? Non esiste nessuna realtà.

In che senso non esiste nessuna realtà Turbo? esiste La Realtà.... non è nè pricipale nè fasulla nè triste nè divertente... è semplicemente la realtà... chi si suicida non vive nella realtà....

Beh, esiste la MIA, la TUA, la SUA (e di sua zia) realtà. Io sono libero di vivere una realtà da suicidio o un'altra da paese dei balocchi...sono io che me la creo, interpretando a mio modo gli eventi, le persone ecc.. Per questo c'è chi vive contento da solo su una montagna bevendo il latte della sua capretta, e c'è il figlio di Agnelli che si suicida. I soldi non danno la felicità (figuriamoci la miseria, rispondeva un vecchio saggio). :LOL:

Isomma...chi si suicida non vive nella Realtà, come non vive nella Realtà chi non vede l'ora che venga sera per godersi l'isola dei famosi. Nessuno vive nella Realtà, perchè nessuno sa cosa sia questa Realtà. Naturalmente non ho detto una cosa Reale, altrimenti mi contraddirei, ma "reale" con la minuscola, cioè valida per me... :hallo

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Ma mezzo bicchiere di birra è mezzo pieno o è mezzo vuoto?

Quante realtà che non esistono ci sono in questo classico dilemma?

Qualcuno direbbe 2: quella dell'ottimista e del pessimista (Mani non

morirà mai...); qualcun'altro direbbe infinite: una per uno non fa male a

nessuno; qualcun'altro ancora direbbe una oggettiva e tante soggettive,

ma non necessariamente una fissa per ciascuno...

Ai postumi l'ardua sentenza.

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tra i motivi  principali del suicidio c' è quello di fare male a qualcuno  

strano ma vero

E' un classico, Cuorfield, il suicidio fatto per far star male qualcuno. Ma è come la storia di quel tale che si tagliò i testicoli per far dispetto alla moglie. Sì, a volte, non avendo la forza di uccidere un altro, uccidi te stesso. (Che metaforicamente inteso è un'ottima cosa, ma questa è un'altra storia, vero Aio? :ok2 )

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Una rosa, è una rosa e una rosa. La rosa non ha nessuna intenzione di realizzarsi come canguro.” (Perls, 1969a).

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tra i motivi  principali del suicidio c' è quello di fare male a qualcuno  

strano ma vero

E' un classico, Cuorfield, il suicidio fatto per far star male qualcuno. Ma è come la storia di quel tale che si tagliò i testicoli per far dispetto alla moglie. Sì, a volte, non avendo la forza di uccidere un altro, uccidi te stesso. (Che metaforicamente inteso è un'ottima cosa, ma questa è un'altra storia, vero Aio? :ok2 )

si, diciamo tutto il di più che dentro di noi non serve...insomma siamo sempre lì, parti di noi che ci tolgono spazio inutilmente...( senza andare troppo lontano, maurì, scomodando Budda o S.Paolo Martire, o di Tarso... :wink: )

mettiamola così, ogni tanto un pò di pulizia interiore fa bene, ma senza esagerare troppo nemmeno...se no dobbiamo andare al topic di Martinelli su quelli che si lavano troppo... :D e sempre torniamo punto e daccapo: pulirsi troppo è indice di paranoia... ed anche la paranoia a volte è causa di suicidio...ovvero il complotto per distruggermi attribuito agli altri non è altro che il mio stesso complotto per autodistruggermi...

insomma, al posto di suicidarsi, ogni tanto una bella purga, affidando le scorie alla nettezza urbana...

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Beh, esiste la MIA, la TUA, la SUA (e di sua zia) realtà. Io sono libero di vivere una realtà da suicidio o un'altra da paese dei balocchi...sono io che me la creo, interpretando a mio modo gli eventi, le persone ecc..

Attenzione: una cosa è la Realtà una cosa è l'interpretazione della realtà....

Mia moglie che mi tira uno schiaffo è la Realtà....

Se penso che mia moglie è una stronza perchè mi ha tirato uno schiaffo e non posso vivere così e mi suicido questa é interpretazione della realtà...

Il bicchiero mezzo pieno e mezzo vuoto sono già interpretazioni della realtà...

La Realtà è che il bicchiere contiene 250ml di acqua....

Se mi baso su una rigida interpretazione della realtà dicendo che non ho speranza non ce la posso fare o che mia moglie è una stronza o che il bicchiere è mezzo vuoto non sto vivendo nella Realtà... sto vivendo nella mia interpretazione della realtà...

in pratica sto vivendo nel mio cervello...

nessuno si suiciderebbe se vivesse nella Realtà.... Nella Realtà non ce nessuna tigre che ci stà sbranando per cui non possiamo continuare a vivere... nella realtà c'è il sole le macchine gli alberi etc...

Bisogna vivere più nella Realtà e meno nella testa...

L'uomo è l'unico animale che non vive pienamente nella realtà... e difatti è l'unico animale che si suicida...

Non so se ho espresso bene il mio concetto....

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Le balena mica si uccidono di proposito...

Certo, l'ho detto una cosa è la realtà un'altra le interpretazioni che ne diamo, le quali sono comunque tutte soggettive. Bisogna studiare il modo di dare interpretazioni le migliori possibili, il modo migliore è disciplinare la propria sensibilità in modo da viversi quel sereno distacco che impedisce di rimanere troppo coinvolti negli avvenimenti, facendo di un granellino una montagna. Ciò accade perché si crede troppo di essere un "qualcosa" di determinato...la felicità sta nel vuoto dell'attimo vissuto con pienezza.

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Anche la realtà oggettiva è una variabile da prendere in considerazione.

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Io credo che per suicidarsi, per arrivare a negare se stessi, ci voglia anche tanto coraggio.

Io credo non riuscirei a suicidarmi perché mi farebbe paura. Una volta ho studiato che la paura è collegata al nostro istinto di sopravvivenza.

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Io credo che per suicidarsi, per arrivare a negare se stessi, ci voglia anche tanto coraggio.

Io credo non riuscirei a suicidarmi perché mi farebbe paura. Una volta ho studiato che la paura è collegata al nostro istinto di sopravvivenza.

la tua voglia di vivere è più forte di quella di morire perchè in fondo stai ancora abbastanza bene, o quanto meno ti è sopportabile. meno male!!! ma se fossi in situazioni assurde, forse lapaura ti passerebbe. Spero non ti passi mai.

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eros e thanatos sono sempre in lotta tra loro e talvolta il secondo prevale...

la forza dell'istinto di conservazione è forte, ma può essere forte anche una sorta di istinto di ritorno all'inorganico , e una volta che ha preso il sopravvento è difficile contrastarlo

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Il papa' del mio ragazzo si e' tolto la vita.

Era malato di tumore alla prostata e credo anche che il suo male non sia stato curato adeguatamente dai medici:a dicembre abbiamo saputo che per due volte hanno sbagliato nel fargli la chemioterapia...

Io non so se il suo gesto e' stato per non soffrire piu':tra febbraio e marzo e' peggiorato tanto e putroppo il male si era espanso anche ai polmoni.

Il e il mio ragazzo saremo tornati a meta marzo ma lui si e' tolto la vita tre giorni prima della nostra partenza e questo mi fa pensare che non voleva che lo vedessimo in quello stato visto che eravamo fuori da circa 8 mesi.

Lo avra fatto anche perche sentiva che non ce l'avrebbe fatta o per non essere piu' un "peso".Non ha lasciato niente scritto e se ne e' andato solo col suo "coraggio", col suo "orgoglio" di sempre, se ne e' andato solo contro il suo male.

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Beh, esiste la MIA, la TUA, la SUA (e di sua zia) realtà. Io sono libero di vivere una realtà da suicidio o un'altra da paese dei balocchi...sono io che me la creo, interpretando a mio modo gli eventi, le persone ecc..

Attenzione: una cosa è la Realtà una cosa è l'interpretazione della realtà....

Mia moglie che mi tira uno schiaffo è la Realtà....

Se penso che mia moglie è una s****a perchè mi ha tirato uno schiaffo e non posso vivere così e mi suicido questa é interpretazione della realtà...

Il bicchiero mezzo pieno e mezzo vuoto sono già interpretazioni della realtà...

La Realtà è che il bicchiere contiene 250ml di acqua....

Se mi baso su una rigida interpretazione della realtà dicendo che non ho speranza non ce la posso fare o che mia moglie è una s****a o che il bicchiere è mezzo vuoto non sto vivendo nella Realtà... sto vivendo nella mia interpretazione della realtà...

in pratica sto vivendo nel mio cervello...

nessuno si suiciderebbe se vivesse nella Realtà.... Nella Realtà non ce nessuna tigre che ci stà sbranando per cui non possiamo continuare a vivere... nella realtà c'è il sole le macchine gli alberi etc...

Bisogna vivere più nella Realtà e meno nella testa...

L'uomo è l'unico animale che non vive pienamente nella realtà... e difatti è l'unico animale che si suicida...

Non so se ho espresso bene il mio concetto....

DACCORDISSIOMO

è proprio questo la causa di chi si suicida o per lo piu di chi vive tanto male nella sofferenza....chi vive troppo nella testa...chi perde il contatto con la realtà chi pensa.....pensa..... e rende complicate e difficili anche cose che in raeltà non lo sono!!!

secondo me fa soffrire di piu il pensiero di una cosa brutta che la cosa brutta in se stessa se ci pensiamo a fondo è così....

è il pensiero che arrivi una determinata cosa che ci distrugge perchè ancora nn abbiamo la forza per affrontarla...perchè è solo nella ns testa.....non è nella realtà!!

quando arriva poi arriva anche la forza per sopportarla!!!!

per lo piu dei casi è cosi!!! non so se mi sono spiegata??????

cmq io purtroppo sono una persona che vive molto poco nella realtà e tantissimo nella mente infatti alcune volte mi è capitato di pensare al suicidio a chi di voi è capitato???? rispondetemi!!!

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a me capita da quando sono piccola, pochi giorni non ci penso. Quando usciva mia mamma le dicevo che mi sarei suicidata , solo per attirare la sua attrazione. lei faceva la dura ma dentro moriva dall'ansia. Ne abbiamo parlato anni dopo. Quando ero piccola la psicologia non era ancora così di moda da ricorrervi. Troppo fantasiosa dicevano le maester. Et voilà, il mistero risolto. Ci penso spoessissimo. Anni a ho scritto anche un testamento. ora mi fa ridere. Sono scontenta di me , della percezione della mia realtà, e pure mi amo abbstanza da non farlo. Non lo farò. Non credo. Non ho le palle per farlo. Forse non ne ho veramente voglia, vivo sufficientemente bene così. A volte credo di toccare il fondo , ma non lo tocco. Altrimenti lo farei...... forse.....

Incredibile come siano profondi i fondi.........

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certo che ci capita! a volte cerco anche di metterlo in pratica :D

tipo sti giorni a viterbo e dintorni cè il raduno dei nazi da tutta europa :shock: se decidessi di andare da quelle parti, mi becco sicuro una coltellata (sucidio indiretto :LOL: ), pero so esperienze che si devono prova :wink:

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certo che ci capita! a volte cerco anche di metterlo in pratica  :D  

tipo sti giorni a viterbo e dintorni cè il raduno dei nazi da tutta europa  :shock: se decidessi di andare da quelle parti, mi becco sicuro una coltellata (sucidio indiretto  :LOL: ), pero so esperienze che si devono prova  :wink:

Beh, Ego, da certe cose che hai detto non mi sembri molto "de sinistra"... :LOL:, che paura hai? Non è che invece c'è il raduno di tutti i centri sociali d'Italia? :LOL::LOL:

Io credo di avere già vissuto l'esperienza del suicidio in un'altra esistenza, infatti il mio inconscio, nonostante i gravissimi problemi vissuti :LOL: me ne ha tenuto lontano, solo una volta finii all'ospedale per una lavanda gastrica...troppe pasticchette ingoiate, ma non volevo farla finita, se no ne avrei prese più delle 6 che avevo mandato giù.

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bè, a parte il fatto che si preannunciano scontri durissimi con i no global, polizia dappertutto, senza contare poi che questi, quando so ubriachi, te incominciano a fa "che xxxx te guardi ao!", ed ecco che si finisce a schiaffi, e a volte ci scappa anche il morto :wink:

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