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ESSERE FELICI PER QUEL CHE SI HA, MA QUANDO NON SI HA NULLA?


secondo voi cosa è la felicità?  

13 utenti hanno votato

  1. 1.

    • non pretendere di fare la principessa
      0
    • essere appagati per ciò che si ha anche se non si ha nulla?
      5
    • ostentare un certo status spendendo per mostralo
      0
    • avere un lavoro e degli amici
      0
    • avere qualcuno che ti ama e ti comprenda
      1
    • avere il giusto di che vivere e non pretendere altro
      0
    • avere figli
      0
    • realizzarsi nelle proprie aspirazioni
      7
    • essere felici per un amico che è felice
      0


Messaggi consigliati

PARE CHE IN QUESTO MONDO ci si debba adattare nelle situazioni recitando sempre ruoli diversi prostituendosi intellettualmente, la cosa che odio più al mondo. Non sopporto un sociologo di nome Francesco Alberoni che dice che dobbiamo tenerci anche i rapporti sociali non buoni, perchè sennò avremmo 4 amici o neanche quelli, e io rispondo chi se ne frega. qUINDI SE VUOI SARE CONTENTO ADATTATI ALLA M***A CHE HAI INTORNO.

Oppure inizio a non sopportare più lo psicologo che è direttore su riza psicosomatica Morelli Raffaele che dice che la felicità è uno stato interiore a prescindere da ciò che abbiamo.

In una società moderna dove tutti o quasi sono inseriti in un tessuto sociale con conoscenze, e soprattutto un lavoro e tu sei solo e non lavori e non guadagni, come fai ad essere felice? Lo saranno solo in India dove muoiono tutti di fame. E poi soggiunge sulle cause della depressione, che si punta troppo su una cosa nella vita e venendo a mancare quella ci crolla tutto addosso. Spesso non abbiamo che quella cosa, non tutti hanno diversi punti di riferimento. E poi tornando al lavoro, il lavoro è ancora oggi il centro di tutto, che identifica la persona. In giro ti chiedono chi sei e cosa fai. Io vorrei vedere uno solo dei professionisti della mente senza un lavoro nè speranza e magari con famiglia che fare quando non lavora e non trova niente, neanche di ripiego. Per questo il mio terapeuta l'ho smollato da un mese, dopo 12 mesi di terapia.

Diceva che dovevo tirarmi su. O che dovevo cambiare mia madre che non mi sostiene affatto dicendo che mi lamento e in parte mi capisce ma mi devo rassegnare perchè tanto mio marito lavora...ma lei ha 60 anni cosa cambi? Eppoi ciascuno è perfetto, ma deve cambiare, questi psicologi.

Ma è anche questione di realizzazione personale non dipendere da un uomo matrimonio o meno, e specie se non ho la licenza media ma ben di più.

Per questo mi fanno in parte ridere tutti questi discorsi di adattamento sociale, di sorriso ad ogni costo anche quando ti arriva una pietra stessa, questa filosofia dell'andare avanti, con niente in mano.

Per i contatti umani ALDO BUSI dice giustamente che

l'uomo se è solo e non parla con nessuno implode in sè stesso. Ma certo che siano amicizie buone come aggiungo io, se devono avvelenarti la vita meglio senza.

Quindi questo star bene da soli senza lavoro nè amicizie a cui sono stata costretta negli anni e non per scelta, (per le amicizie rigida educazione e pochissima libertà di uscire e di farmene), per me è solo ricchezza se cosi' la si vuol chiamare degli eremiti.

Pensati tu, all'improvviso se hai figli i tuoi crescono vanno fuori città o va all'estero, e vabbè, si supera, ma aggiungiamo che per sfortuna (facciamo le corna) non lavori, e hai bisogno di che vivere, gli amici di un tempo ti voltano le spalle . Tu saresti contento? Ovviamente no. E dovresti adattarti alla nuova condizione da fame?

C'è gente che si abitua a vivere con sempre meno, vedi le baraccopoli in varie città oggetto di un servizio su Panorama. A quelli cosa vai a dire di accettare la condizione ai margini della società? Per questi motivi quando chi lavora e sta meglio di me mi viene a dire di accontentarmi, mi fa tremendamente incazzare. Non trovi?

Su questo piano trovo cinici molti terapeuti ma non psichiatri.

Per lo meno per la mia esperienza.

Molti anziani vivono con misere pensioni non vendendo parenti nè amici,

e non sono felici, e gliene vogliamo fare una colpa?

Questa società è una cosa meravigliosa diceva OSCAR WILDE ed è una tragedia starne fuori, aggiungo io, puoi anche evitare di stare dietro alle mode imposte, ma non certo di lavorare, mangiare, ESISTERE.

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Top Posters In This Topic

io credo che tu stia continuando sulla strada che hanno tracciato per te i tuoi la tua famiglia,la tua origine,pur avendo desideri profondamente diversi.tutto queelo che tu dici è vero..ma c'è gente che sta bene anche se non ha tanti soldi anche se sta solo con la sua compagna..con poco insomma.da cosa dipende questo?dal fatto che si sa cosa si cerca,si sa di se stessi,si sa dove è il valore delle cose,dei limiti tuoi e della vita stessa,delle circostanze.dal tuo scritto sembra che tu sia critica in quello che appare ma che non riesci ad andare oltre.perchè non sei andata oltre in te,cercendo un senso alla tua vita stessa che credimi non risiede in qualcosa di predefinito.ognuno ha il suo senso:bisogna cercarlo,trovarlo.sarai sempre critica su tutto ma

saprai esattamente cos'è l'essenziale il tuo.che sarà banale non lo capirà nessuno ma è lo stimolo alla tua vita.e devi sorridere anche se è difficile perchè sei in un momento difficile.perchè il tuo stesso nervosismo distorce la realtà delle cose,che non è tutto negativo,ci sei tu la tua vita il tuo stare male il tuo cercare questo è un inizio,ma devi riconoscerlo.

ti auguro di essere positiva,di smettere di ragionare e osservare oltre modo quello che è negativo e che tu possa trovare la strada che ti avvicini alla tua verità personale,che poi potrai raccontare..avrai da dire a qualcuno..uno non tanti..uno che da senso..non perdere la testa per quello che appare,per il valore che risiede in quello che si dice e sembra.

ciao!

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a ME LA STRADA NON L'HA TRACCIATA NESSUNO, FORSE TU PARLI PERCHè HAI TUTTO, MA CHI PERDE IL LAVORO DOMANI E' A RISCHIO baracche perchè non avrà pensione, ammesso che Prodi non faccia casini per cui i giovani se la sognano comunque.

Io mi sono laureata e non ho scelto di fare la casalinga sperando che mio marito non perdesse il lavoro.

ma il mondo di lavoro è mafioso, ed essendoci più raccomandati e diplomati la cosa è dura.

Su questo tema posso dirti che non puoi fare la paternale a chi non ce l'ha perchè col lavoro vivi, e sei nella società e a contatto anche con la gente.

Non fa tutta la felicità il denaro, ma quel poco per vivere credo che in buona parte la faccia.

Se non lavori sei ai margini di tutto, e non puoi permetterti di avere famiglia.

La gente che conoscevo è tutta ben piazzata perchè aveva il futuro sicuro e tracciato, ed è abbastanza contenta, (già perchè son megalomani).

Io non vedrò mai un avvocato figlio di avvocati stare nelle baracche di Roma (ameno che non si rovini con la coca). Certo ci vuole altro nella vita son d'accordo cara, ma è facile parlare come tanta gente in questi forum che vive nella bambagia.

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Ciao,

per me la felicità è realizzarsi secondo le proprie aspirazioni...frase che include anche avere attorno persone che mi stimano e mi amano per quello che sono perchè anche questa è una mia aspirazione.

Riguardo ai soldi...essi non fanno la felicità ma sono la strada che vi conduce...è una frase che mio padre ripete spesso...e per certi versi debbo dargli ragione.

Per essere felici è necessario avere stima di se stessi e ovviamente se svogliamo un lavoro che ci gratifica la stima aumenta.

Però spesso mi chiedo perchè anche le star si deprimono...forse l'abitudine alla ricchezza porta a non darle più valore e quindi a non considerarla?

Ciao :cry:

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in un certo senso io do' ragione a templare , l'italia e' sempre stata

cosi' . i raccomandati , i figli dei ricchi nn hanno di questi problemi

ed e' come un mafia che crea tumori ovunque vanno.

la nostra repubblica e' fondata sul lavoro e nn vedi altro che nepotismo, in tutti gli strati sociali anche in politica si tramandano il lavoro da padre a figlio.....siamo ancora all'epoca feudale. il lavoro e' diritto di qualsiasi cittadino e nn e' bello vedere una terra con disagi lavorativi cronici

importare emigranti quando gli indigeni nn sanno come sbarcare il lunario.

e' bugia che i nostri cittadini nn vogliono lavorare ,questa e' una scusa creata dagli imprenditori e dai poilitici che si dividono i pizzi!!!

il nord est e' pieno di emigranti , nn e' colpa loro anchio lo sono stato.

e' conveniente per le industrie fare questo tanto li pagano di meno

ei contributi che ricevono sono scarsi percio' sono sfruttati. mi pare che la schiavitu' sia ancora viva mai abolita perche' legalizzata.

allora io dico , perche' tanti agitatori che fanno chiasso per

le baggianate come adozioni per gays nn fanno qualcosa per

questi poveretti !! gli emigranti in italia hanno pochi diritti e se nn hai lavoro ti rispediscono al mittente .questa cosa nn succede in america

perche' ogni emigrante che viene ha gli stessi diritti civili e sociali di

ogni cittadino eppoi chiamano l'america , nazione di barbari!!!

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quale sarebbe allora una risposta?se non attraverso la speranza e la lotta per migliorare le nostre condizioni,a parte quella di avvelenarci con la condizione che si vive?meglio provare e riprovare..meglio che rinunciare se proprio non ne diventa il caso..non si vive senza la speranza, senza lottare..a volte ci si dà per vinti prima di aver perso,ancora prima di averle tentate tutte.sono di questa idea.

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Ciao a tutte;

Templare ti racconto un aneddoto che ho vissuto qualche anno fa:

"Un ragazzo vedendomi con la faccia arrabbiata, mi ha consigliato di sorridere perchè nella vita farlo è strettamente necessario."

La scena si è svolta in India, il ragazzo in questione lavorava in un negozio che a perere di italiano poteva somigliare più ad una baracca, io avevo il muso lungo perchè era una settimana che camminavo in strade luride circondate da baracche fatiscenti, tra una mucca e la sua cacca con la paura di prendermi una qualche infezione, e credevo di aver sprecato i miei giorni di ferie per stare in un posto osceno, rimpiangendo una bella spiaggia per fare windsurf e ballare in discoteca fino a notte tarda.

Ogni volta che sento parlare di uno stile di vita a cui ambire per essere felici, mi viene da sorridere.

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quale sarebbe allora una risposta?se non attraverso la speranza e la lotta per migliorare le nostre condizioni,a parte quella di avvelenarci con la condizione che si vive?meglio provare e riprovare..meglio che rinunciare se proprio non ne diventa il caso..non si vive senza la speranza, senza lottare..a volte ci si dà per vinti prima di aver perso,ancora prima di averle tentate tutte.sono di questa idea.

straquoto diase :!: :!:

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Ciao a tutte;

Templare ti racconto un aneddoto che ho vissuto qualche anno fa:

"Un ragazzo vedendomi con la faccia arrabbiata, mi ha consigliato di sorridere perchè nella vita farlo è strettamente necessario."

La scena si è svolta in India, il ragazzo in questione lavorava in un negozio che a perere di italiano poteva somigliare più ad una baracca, io avevo il muso lungo perchè era una settimana che camminavo in strade luride circondate da baracche fatiscenti, tra una mucca e la sua cacca con la paura di prendermi una qualche infezione, e credevo di aver sprecato i miei giorni di ferie per stare in un posto osceno, rimpiangendo una bella spiaggia per fare windsurf e ballare in discoteca fino a notte tarda.

scusa datango, ma cosa ti aspettavi in india?

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scusa datango, ma cosa ti aspettavi in india?

Perchè mi fai questa domanda Tex?

Io non mi aspettavo niente da un viaggio/vacanza in India,di certo non ero partito con l'idea fare il missionario tra i lebbrosi, volevo visitare un paese interessante dal punto di vista paesaggistico e culturale.

Scontrarsi con la realtà delle cose a volte non corrisponde alle aspettative; interessante è però il passaggio successivo, ovvero come la nostra mente reagisce alla realtà.

Io ho imparato, anche in seguito al viaggio in India, che avere delle aspettative durante la nostra vita risulta inutile, questo perchè il momento in cui la tua aspettativa sarà appagata, la tua sete sarà appagata ma sarà una cosa temporanea, perchè la sete ritorna ed avrai bisogno di soddisfarla nuovamente. Nel caso contrario quando la tua aspettativa è delusa, ne trarrai solamente negatività nei confronti della vita, e non avrai più volonta di affrontare il quotidiano in maniera costruttiva.

Secondo me la più grande possibilità che abbiamo durante la nostra vita è quella di riconoscere la felicità in ogni momento, a prescindere se la tua logistica e perdente (secondo i canoni sociali che ci hanno imposto) se gli avvenimenti sono stati avversi ed anche se le tue possibilità fisiche non sono complete.

Buonagiornata

Daniele

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PARE CHE IN QUESTO MONDO ci si debba adattare nelle situazioni recitando sempre ruoli diversi prostituendosi intellettualmente, la cosa che odio più al mondo. Non sopporto un sociologo di nome Francesco Alberoni che dice che dobbiamo tenerci anche i rapporti sociali non buoni, perchè sennò avremmo 4 amici o neanche quelli, e io rispondo chi se ne frega. qUINDI SE VUOI SARE CONTENTO ADATTATI ALLA M***A CHE HAI INTORNO.

Oppure inizio a non sopportare più lo psicologo che  è direttore su riza psicosomatica Morelli Raffaele  che dice che la felicità è uno stato interiore a prescindere da ciò che abbiamo.

In una società moderna dove tutti  o quasi sono inseriti in un tessuto sociale con conoscenze, e soprattutto un lavoro e tu sei solo e non lavori e non guadagni, come fai ad essere felice? Lo saranno solo in India dove muoiono tutti di fame. E poi soggiunge sulle cause della depressione, che si punta troppo su una cosa nella vita e venendo a mancare quella ci crolla tutto addosso. Spesso non abbiamo che quella cosa, non tutti hanno diversi punti di riferimento. E poi tornando al lavoro, il lavoro è ancora oggi il centro di tutto, che identifica la persona. In giro ti chiedono chi sei e cosa fai. Io vorrei vedere uno solo dei professionisti della mente senza un lavoro nè speranza e magari con famiglia che fare quando non lavora e non trova niente, neanche di ripiego. Per questo il mio terapeuta l'ho smollato da un mese, dopo 12 mesi di terapia.

Diceva che dovevo tirarmi su. O che dovevo cambiare mia madre che non mi sostiene affatto dicendo che mi lamento e in parte mi capisce ma mi devo rassegnare perchè tanto mio marito lavora...ma lei ha 60 anni cosa cambi? Eppoi ciascuno è perfetto, ma deve cambiare, questi psicologi.

Ma è anche questione di realizzazione personale non dipendere da un uomo matrimonio o meno, e specie se non ho la licenza media ma ben di più.

Per questo mi fanno in parte ridere tutti questi discorsi di adattamento sociale, di sorriso ad ogni costo anche quando ti arriva una pietra stessa, questa filosofia dell'andare avanti, con niente in mano.

Per i contatti umani ALDO BUSI dice giustamente che

l'uomo se è solo e non parla con nessuno implode in sè stesso. Ma certo che siano amicizie buone come aggiungo io, se devono avvelenarti la vita meglio senza.

Quindi questo star bene da soli senza lavoro nè amicizie a cui sono stata costretta negli anni e non per scelta, (per le amicizie rigida educazione e pochissima libertà di uscire e di farmene), per me è solo ricchezza se cosi' la si vuol chiamare degli eremiti.

Pensati tu, all'improvviso se hai figli i tuoi crescono vanno fuori città  o va all'estero, e vabbè, si supera, ma aggiungiamo che per sfortuna (facciamo le corna) non lavori, e hai bisogno di che vivere, gli amici di un tempo ti voltano le spalle . Tu saresti contento? Ovviamente no. E dovresti adattarti alla nuova condizione da fame?

C'è gente che si abitua a vivere con sempre meno, vedi le baraccopoli in varie città oggetto di un servizio su Panorama. A quelli cosa vai a dire di accettare la condizione ai margini della società? Per questi motivi quando chi lavora e sta meglio di me mi viene a dire di accontentarmi, mi fa tremendamente incazzare. Non trovi?

Su questo piano trovo cinici molti terapeuti ma non psichiatri.

Per lo meno per la mia esperienza.

Molti anziani vivono con misere pensioni non vendendo parenti nè amici,

e non sono felici, e gliene vogliamo fare una colpa?

Questa società è una cosa meravigliosa diceva OSCAR WILDE ed è una tragedia starne fuori, aggiungo io, puoi anche evitare di stare dietro alle mode imposte, ma non certo di lavorare, mangiare, ESISTERE.

dunque sostieni che la fama, i soldi, il successo diano la felicità.....

bhe osservando le star e gli imprenditori non direi........

Più hai più temi di perdere cio che hai, puoi possedere cio che vuoi ma nulla può darti la felicità, essa è coerenza con la verità, e nessun ricco potrà mai essere sinceramente buono, altrimenti aiuterebbe gli altri, inutili sono le scuse o miseri aiuti, il vero felice e colui che dona tutto cio che ha in esubero per la sopravvivenza, e colui al quale ricchezza e successo lo fanno sorridere.......

Certo non è una colpa inseguire la ricchezza, è più ignoranza di cosa sial la gioia di vivere......quella è vera richezza,,,,

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La felicità è un concetto soggettivo, come il piacere: per la Binetti

son due ore di cilicio, per Grillini due ore d'altro...

Proprio per questo è importantissimo non dare una definizione

generale di felicità, e lasciare invece la libera scelta all'individuo.

Invece, se si vuole discutere di realizzazione personale, di lavoro, di

povertà e di ricchezza... di cose così insomma... è meglio abbassare la

mira e parlare di "qualità della vita", che può essere definita in modo

più oggettivo, meno metafisico.

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io ho votato realizzarsi nelle proprie aspirazioni o roba del genere... anche se non è proprio quello che intendo io per felicità :D

se abbiamo tipo un aspirazione abnorme :shock: , capace che non la realizzeremo mai :cry: e ecco che quello che doveva esse fonte di felicità si tramuta in fonte di tristezza e angoscia :roll:

per me la felicità è si, avere delle aspirazioni, dei desideri e cercare di realizzarli, ma il raggiungimento dell'obiettivo è irrilevante :wink: quello che conta, che rende felici, è dare tutto se stessi per cio che amiamo, per cioò che ci piace (sia un lavoro, sia una donna o un uomo, sia la guerra :twisted: :LOL: ecc ecc)

:oops: :LOL:

x TEMPLARE: ehi, qual'è il problema?? sei una comunista per caso?? :roll: :LOL:

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La felicità è un concetto soggettivo, come il piacere: per la Binetti  

son due ore di cilicio, per Grillini due ore d'altro...  

Proprio per questo è importantissimo non dare una definizione

generale di felicità, e lasciare invece la libera scelta all'individuo.

Invece, se si vuole discutere di realizzazione personale, di lavoro, di

povertà e di ricchezza... di cose così insomma... è meglio abbassare la

mira e parlare di "qualità della vita", che può essere definita in modo

più oggettivo, meno metafisico.

Ciao Ste. Cosa è per te una discussione in tono alto? Come fai se non in maniera metafisica a parlare di felicità? non hai detto tu che la felicità è un concetto non definibile?

Hai dichiarato in maniera conclusiva che è importantissimo non dare una definizione oggettiva di felicità? dicendo così non pensi di dare una definizione un po restrittiva della felicità? se io voglio dare una definizione oggettiva di felicità pensi sia libero di farlo?

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ma sbagli datango , per ste' la metafisica e' reale ma nn per gli altri!!

Ciao Tex, a costo di sembrarti nuovamente antipatico ti chiedo:

perchè sei così pronto a giudicare quello che scrivo, non sarebbe più utile leggerlo senza pregiudizi. Io nel mio intervento non giudicato ste e la sua sensibilità verso il metafisico, volevo parlare con lei e con tutti gli altri di quello che aveva scritto, senza spirito di competizione.

Buonaserata

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ma sbagli datango , per ste' la metafisica e' reale ma nn per gli altri!!

Ciao Tex, a costo di sembrarti nuovamente antipatico ti chiedo:

perchè sei così pronto a giudicare quello che scrivo, non sarebbe più utile leggerlo senza pregiudizi. Io nel mio intervento non giudicato ste e la sua sensibilità verso il metafisico, volevo parlare con lei e con tutti gli altri di quello che aveva scritto, senza spirito di competizione.

Buonaserata

1) nn mi sei antipatico!

2)io nn giudico quello che scrivi! hai la tua opinione ed io la mia!!

3) io e ste' ci conosciamo da tempo e mi posso permettere di scherzare

ma il commento nn era per te'!

4) hai criticato me se ben ricordi!!

5) per me sei il benvenuto e spero di esserti amico!

6) no emails please...thanks!

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ma sbagli datango

io nn giudico quello che scrivi! .....

ma il commento nn era per te'!

Tex ti ho citato per farti rileggere cio che hai scritto' date=' che ne pensi? non ti sembra aggressivo e giudicante il tuo intervento? [/color']

....hai criticato me se ben ricordi!!Io come te ho delle opinioni sulle cose che leggo, se scrivi qualcosa ed io la prendo a spunto per elaborare il mio pensiero non è per essere in conflitto con te, credo possa essere utile per mettere in discussione le proprie convinzioni

Ehi!! ma questo ci azzecca con l'argomento del forum :LOL: , le aspettative/convinzioni che quando raggiungi/appaghi sei felice (avere soldi, belle macchine,essere popolare, possedere belle donne/uomini e farci tanto sesso, casa grande, lavoro appagante, bei viaggi, avere figli modello, conoscere tanti amici simpatici, ); quando al contrario ti deludono (le convinzioni/aspettative), sei depresso.

Ribadisco un concetto di cui parlare che oramai è nella pagina passata:

dopo quanto ho asserito sopra mi e vi chiedo a cosa servono le convinzioni di ambire ad una vita migliore? Non è meglio riconoscere la felicità nlla vita che abbiamo adesso?

Saluti a tutti, e a Tex in particolare, per me sei amico e mi doni spunti interessanti su cui riflettere.

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Ribadisco un concetto di cui parlare che oramai è nella pagina passata:

dopo quanto ho asserito sopra mi e vi chiedo a cosa servono le convinzioni di ambire ad una vita migliore? Non è meglio riconoscere la felicità nlla vita che abbiamo adesso?

essere presenti nel presente ed amare quello che si sta vivendo, è la più grande saggezza, il desiderio di migliorare è comunque una spinta innata e molto positiva se non diventa una fuga dalla realtà e da noi stessi. ;)

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Ribadisco un concetto di cui parlare che oramai è nella pagina passata:

dopo quanto ho asserito sopra mi e vi chiedo a cosa servono le convinzioni di ambire ad una vita migliore? Non è meglio riconoscere la felicità nlla vita che abbiamo adesso?

:shock: stai parlando di... accontentarsi??? :shock:

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ma sbagli datango

io nn giudico quello che scrivi! .....

ma il commento nn era per te'!

Tex ti ho citato per farti rileggere cio che hai scritto' date=' che ne pensi? non ti sembra aggressivo e giudicante il tuo intervento? [/color']

....hai criticato me se ben ricordi!!Io come te ho delle opinioni sulle cose che leggo, se scrivi qualcosa ed io la prendo a spunto per elaborare il mio pensiero non è per essere in conflitto con te, credo possa essere utile per mettere in discussione le proprie convinzioni

Ehi!! ma questo ci azzecca con l'argomento del forum :LOL: , le aspettative/convinzioni che quando raggiungi/appaghi sei felice (avere soldi, belle macchine,essere popolare, possedere belle donne/uomini e farci tanto sesso, casa grande, lavoro appagante, bei viaggi, avere figli modello, conoscere tanti amici simpatici, ); quando al contrario ti deludono (le convinzioni/aspettative), sei depresso.

Ribadisco un concetto di cui parlare che oramai è nella pagina passata:

dopo quanto ho asserito sopra mi e vi chiedo a cosa servono le convinzioni di ambire ad una vita migliore? Non è meglio riconoscere la felicità nlla vita che abbiamo adesso?

Saluti a tutti, e a Tex in particolare, per me sei amico e mi doni spunti interessanti su cui riflettere.

ma sbagli datango , per ste' la metafisica e' reale ma nn per gli altri!!

questo e' quello che ho scritto e come ti ho detto prima scherzavo con ste!

cmq incominciamo da capo...come stai datango?

io bene ma un po' stonato e stanco per via delle furenti battaglie

amorose vissute puntualmente mentre dormo!

buona giornata :LOL:

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possiamo avere e fare di più..è uno stimolo,per tutto.però bisogna ache sapersi trattenere e non invaghirsi di idee e cammini irrangiungibili(al momento?in fututo?mai?chissà!forse si forse no)che hanno l'effetto contrario,appunto la depressione.insomma la felicità non dovrebbe essere uno stato euforico e nemmeno di tristezza è appunto qualcosa di intermedio ma sentito,vivo che certamente non ci fa sparlare della vita.noi idealizziamo il concetto di felicità pensando a qualcosa dagli effetti"straordinari",forse non riconoscendola quando c'è..

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La felicità è un concetto soggettivo, come il piacere: per la Binetti  

son due ore di cilicio, per Grillini due ore d'altro...  

Proprio per questo è importantissimo non dare una definizione

generale di felicità, e lasciare invece la libera scelta all'individuo.

Invece, se si vuole discutere di realizzazione personale, di lavoro, di

povertà e di ricchezza... di cose così insomma... è meglio abbassare la

mira e parlare di "qualità della vita", che può essere definita in modo

più oggettivo, meno metafisico.

Ciao Ste. Cosa è per te una discussione in tono alto? Come fai se non in maniera metafisica a parlare di felicità? non hai detto tu che la felicità è un concetto non definibile?

Non ho detto che non è definibile, ho detto che è importante non definirla,

in modo che ognuno la definisca per se. E' uno dei concetti più alti ai quali

è arrivata l'umanità.

Hai dichiarato in maniera conclusiva che è importantissimo non dare una definizione oggettiva di felicità? dicendo così non pensi di dare una definizione un po restrittiva della felicità? se io voglio dare una definizione oggettiva di felicità pensi sia libero di farlo?

Certo che puoi farlo, e sarebbe una definizione validissima! Ma sarebbe

una definizione oggettiva tua, cioé una definizione soggettiva. :LOL:

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Si è felici quando si è veramente capaci di vivere momento per momento. E quando non ci si fanno domande sulla felicità. :green

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Si è felici quando si è veramente capaci di vivere momento per momento. E quando non ci si fanno domande sulla felicità.

insomma si è felici quando si vive nell'ignoranza...? :roll: :?

:wink:

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