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Pensare al passato fa male...


Ste

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dimenticare?? no è fuga è rende sempre un rischio di incosci pronti a riemergere....

comprendere che è inutile pensarci , forse si, è l'UNICA via per vivere in pace, e a dire il vero credo sia la sola reale.

la penso allo stesso modo.

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secondo me si dimentica sempre che non siamo fatti di sola coscienza, non è che decidiamo sempre a cosa pensare , come dove e quando....esiste pure l'inconscio, esiste una gran parte di sentimenti e ricordi del apssato che vivono sotto la soglia della coscienza e che forse è la parte più difficile da debellare....è quello per me che porta a farci star male...

Pensare al passato non fa male se non diventa l'unico pensiero della giornata...magari un bel passato che confrontiamo continuamente con il presente che ivnece non ci paice ma non facciamo nietne per cambiarlo...oppure un passato orrendo che ci condiziona l presente non permettendoci di andare avanti....E in questi casi se i vari tentativi di andare otlre non hanno funzionato per me rientramo nel campo di vere e proprie patologie psicologiche contro le quali non è che basta metterci uan pietra sopra o non pensarci......

Se invece si pensa al passato al momento e nel modo giusto, se ci fanno compagnia i bei ricordi in un momento di malinconia, e se ci ricordiamo delle brutte esperienze avendo sempre presente che adesso ne siamo fuori allora il passato è parte di noi e DEVE , secondo me, far parte del nostro quotidiano.....altrimenti potremmo rinascere tutti i giorni...ed essere sempre gli stessi....

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Ma guarda che pensare al passato è utile tanto quanto pensare al presente e al futuro (meglio se si pensa a tutti e tre).

Volerlo cambiare è inutile, o rivivere uguale identico, ma sono cose molto diverse dal pensarci e dal parlarne.

Poi, chiaro, se nel passato uno vede solo le cose che gli fanno troppo male o troppa vergogna, o sensi di colpa, allora forse

può trovare beneficio nel cercare di non pensarci, ma è una cosa molto soggettiva e comunque sia è una scelta che comporta

rinunciare a quanto di utile ci può essere, e di buono pure. Sai quanta gente che a forza di mettere pietre sul passato finisce

per mantenere solo il ricordo che "è di merda" (un bel ricordo da tenere sulla mensola nel presente), ma se solo andasse a

vederlo un po' meglio potrebbe rendersi conto che avrebbe cose più belle e più utili da conservare e con le quali convivere...

si Ste.

ma non subirlo implica la libertà dallo stesso e implica quasi sempre il non pensarci....

perchè costui che non lo subisce nel presente vede già prima, adesso e poi....e nell'adesso da la sua attenzione....

parlando di una donna,,,,me la godo ora non penso a com'era o come sarà...lo posso fare occasionalmente, ma non ne dipendo....

per il resto concordo

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si Ste.

ma non subirlo implica la libertà dallo stesso e implica quasi sempre il non pensarci....

perchè costui che non lo subisce nel presente vede già prima, adesso e poi....e nell'adesso da la sua attenzione....

parlando di una donna,,,,me la godo ora non penso a com'era o come sarà...lo posso fare occasionalmente, ma non ne dipendo....

per il resto concordo

Non pensarci non vuol dire necessariamente non esserne dipendente... anzi, semplificando un po' direi che ci sono due

modi opposti per essere passato-dipendenti: pensarci sempre, e non pensarci mai. Sei libero, almeno mentalmente, se

col pensiero puoi/riesci ad andare dove vuoi anche lungo l'asse temporale, senza porti queste limitazioni o avere qualcosa

che te le pone (qualcosa che potrebbe essere un trauma, così come una convinzione o una convenzione).

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Non pensarci non vuol dire necessariamente non esserne dipendente... anzi, semplificando un po' direi che ci sono due

modi opposti per essere passato-dipendenti: pensarci sempre, e non pensarci mai. Sei libero, almeno mentalmente, se

col pensiero puoi/riesci ad andare dove vuoi anche lungo l'asse temporale, senza porti queste limitazioni o avere qualcosa

che te le pone (qualcosa che potrebbe essere un trauma, così come una convinzione o una convenzione).

ovviamente non si pensa sia per "pietra sopra" sia per comprensione raggiunta....

essere consapevoli di cio che è adesso implica comprendere cio che è accaduto.....una volta compreso è superato emozionamente e dunque libero e senza queste limitazioni di cui ben parli...

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torniamo a noi...

come affermi tu stesso, tu non sei rimasto fermo a odiare e a provare rancore...hai veicolato questa energia in azione.

ma proprio per questo sei andato oltre. certo, ricorderai i torti subiti e la tua sofferenza, ma ormai tu sei altrove. di fatto io credo che il tuo stesso odio sia ormai un sentimento "sbiadito" che ricordi, ma che non ha più molta importanza per te

il rancore, per come lo intendo io, è un sentimento immobilizzante, perchè non espresso liberamente, quindi bloccato.

vedi la definizione di rancore:

sentimento di avversione profonda, di risentimento verso una persona, un ambiente, una situazione, spec. maturato in seguito a un’offesa o a un torto e non manifestato apertamente

forse è in questo senso che il mio psicologo parla di energia bloccata. per lui qualsiasi sentimento nascosto blocca l'energia.

e uno dei consigli più utili che mi abbia dato è stato quello di esprimere apertamente i miei sentimenti.

il rancore invece è un sentimento che si cova, che si trattiene.

tu forse intendi odio, al posto di rancore.

però anche in questo caso, nella tua vita hai usato, hai veicolato intelligentemente l'energia derivante da questo sentimento. e credo che così questo sentimento abbia esaurito la sua spinta propulsiva.

a che pro "coltivarlo" come scrivevi qualche messaggio fa? in questo modo "sprecheresti" energia per tenere vivo un sentimento che "non ti serve più"!!!!

per il manifestato apertamente è chiaro che non potendo renderlo noto a chi di dovere è un sentimento palese ma non indirizzato più che nascosto,tant'è che non ho difficoltà a dire di provarlo.il nucleo di ciò che io chiamo rancore ma allora forse è più giusto rabbia,deriva dalla memoria del torto subito e tenere a memoria lo stesso per me equivale a coltivarlo,di fatto gli impedisco di scemare,primo perchè l'energia spesa per la memoria è minore dell'energia che ne ricavo con l'odio prodotto quindi il saldo è attivo poi ho l'illusione che il mio odio sia trasferibile e indirizzabile verso la colpevole in questione.Se l'odio sta vivo e spinge energeticamente verso il futuro comunque il saldo è attivo,amo e odio ed entrambi questi sentimenti hanno potere di spinta ma con colore diversi il che rende la spinta completa,a che pro smettere di odiare quindi?Solo se questo m'impedisse di amare ma così non è al momento.Ogni sentimento serve credo a vivere in equilibrio,non si butta via niente!!Vero è che vanno manifestati,sono d'accordo... :Batting Eyelashes:

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ovviamente non si pensa sia per "pietra sopra" sia per comprensione raggiunta....

essere consapevoli di cio che è adesso implica comprendere cio che è accaduto.....una volta compreso è superato emozionamente e dunque libero e senza queste limitazioni di cui ben parli...

Mmmm... se devo essere sincero, quando sento di aver compreso qualcosa mi ripeto 3 volte che mi sto sbagliando, in modo da convincermi,

e poi scopro quasi sempre d'aver fatto bene da un lato e male dall'altro... bene nel senso che effettivamente la comprensione delle cose non

è mai completa, e male nel senso che come dice il detto... la curiosità uccise il gatto... Devo confessarti anche che quando sento parlare di

comprensione del passato e consapevolezza, come traguardi necessari per chiudere i conti del passato, mi sembra quasi una cattiveria anche

se so che la maggior parte delle volte non è così, e quando sento qualcuno che ne parla come di traguardi raggiunti, mi sembra quasi più un

autoconvincimento che una cosa cui credere. Secondo me semmai è il processo inverso che accade... uno riesce a chiudere i conti con il passato,

magari attraverso una discreta comprensione o magari attraverso altre vie come la rimozione o altre cose che gli hanno portato sollievo (tipo,

chessò, il chiodo scaccia chiodo dei traumi d'amore), e poi scambia il benessere raggiunto per comprensione. Un fenomeno di inversione tra

causa ed effetto che è frequente anche in altre 'assi' su cui ci si muove... è frequentissimo ad esempio nelle carriere professionali o politiche che

sono piene di persone che scambiano la posizione raggiunta, e annesso benessere, per raggiungimento di uno stato di saggezza e competenza...

quando magari non è attraverso le vie che danno conoscenza che hanno raggiunto il benessere, e intimamente lo sanno ma devono convincersi

del contrario e a forza di ripeterlo e ripeterselo finiscono per convincersene...

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la rabbia è energia!!!

io direi che la rabbia è la direzione data all'energia...

ahhh saperla controllare e renderla attenzione....è pura magia..

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secondo me si dimentica sempre che non siamo fatti di sola coscienza, non è che decidiamo sempre a cosa pensare , come dove e quando....esiste pure l'inconscio, esiste una gran parte di sentimenti e ricordi del apssato che vivono sotto la soglia della coscienza e che forse è la parte più difficile da debellare....è quello per me che porta a farci star male...

bhè la differenza tra coscio ed incoscio è solo la nostra ignoranza sul secondo...una volta scoperto passa dall'altra parte...no?

Pensare al passato non fa male se non diventa l'unico pensiero della giornata...magari un bel passato che confrontiamo continuamente con il presente che ivnece non ci paice ma non facciamo nietne per cambiarlo...oppure un passato orrendo che ci condiziona l presente non permettendoci di andare avanti....E in questi casi se i vari tentativi di andare otlre non hanno funzionato per me rientramo nel campo di vere e proprie patologie psicologiche contro le quali non è che basta metterci uan pietra sopra o non pensarci......

Se invece si pensa al passato al momento e nel modo giusto, se ci fanno compagnia i bei ricordi in un momento di malinconia, e se ci ricordiamo delle brutte esperienze avendo sempre presente che adesso ne siamo fuori allora il passato è parte di noi e DEVE , secondo me, far parte del nostro quotidiano.....altrimenti potremmo rinascere tutti i giorni...ed essere sempre gli stessi....

sulla seconda parte non so che dire io avevo posto l'argomento in maniera diversa....

secondo me non fa bene o male, secondo me l'uomo , tutti, vive solo in continua altalena tra ricordi e speranze, passato e futuro...e tutto cio impedisce di vedere anche solo un 'attimo il presente....l'uomo al 99% dei casi nasce e muore senza vederlo....ecco in cosa fa male il ricordo, la paura o le loro proiezioni desideri, scopi e incertezze....

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Mmmm... se devo essere sincero, quando sento di aver compreso qualcosa mi ripeto 3 volte che mi sto sbagliando, in modo da convincermi,

e poi scopro quasi sempre d'aver fatto bene da un lato e male dall'altro... bene nel senso che effettivamente la comprensione delle cose non

è mai completa, e male nel senso che come dice il detto... la curiosità uccise il gatto... Devo confessarti anche che quando sento parlare di

comprensione del passato e consapevolezza, come traguardi necessari per chiudere i conti del passato, mi sembra quasi una cattiveria anche

se so che la maggior parte delle volte non è così, e quando sento qualcuno che ne parla come di traguardi raggiunti, mi sembra quasi più un

autoconvincimento che una cosa cui credere. Secondo me semmai è il processo inverso che accade... uno riesce a chiudere i conti con il passato,

magari attraverso una discreta comprensione o magari attraverso altre vie come la rimozione o altre cose che gli hanno portato sollievo (tipo,

chessò, il chiodo scaccia chiodo dei traumi d'amore), e poi scambia il benessere raggiunto per comprensione. Un fenomeno di inversione tra

causa ed effetto che è frequente anche in altre 'assi' su cui ci si muove... è frequentissimo ad esempio nelle carriere professionali o politiche che

sono piene di persone che scambiano la posizione raggiunta, e annesso benessere, per raggiungimento di uno stato di saggezza e competenza...

quando magari non è attraverso le vie che danno conoscenza che hanno raggiunto il benessere, e intimamente lo sanno ma devono convincersi

del contrario e a forza di ripeterlo e ripeterselo finiscono per convincersene...

bel discorso anche molto intelligente secondo me....

trovo tutto vero....

cio che io voglio dire non è quella comprensione che porta ha dire "ho capito tutto!"....ma quella comprensione che porta a dire inutile struggersi pensandoci tanto è così e sino a che perdo tempo a pensare a come poteva essere non cambiera, devo piuttosto fermarmi, osservare capire cosa è e solo allora creero il mio futuro per quanto posso....e così via.

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Non pensarci non vuol dire necessariamente non esserne dipendente... anzi, semplificando un po' direi che ci sono due

modi opposti per essere passato-dipendenti: pensarci sempre, e non pensarci mai. Sei libero, almeno mentalmente, se

col pensiero puoi/riesci ad andare dove vuoi anche lungo l'asse temporale, senza porti queste limitazioni o avere qualcosa

che te le pone (qualcosa che potrebbe essere un trauma, così come una convinzione o una convenzione).

Se sei capace di andare dove vuoi col pensiero significa che ti sei "illuminato", per cui come necessaria conseguenza puoi anche eliminarlo, 'sto benedetto pensiero...

NON RESTARE CHIUSO QUI...PENSIERO!/CERCA DI VOLARE E VAI...NEL CIELO!/

QUELLA NOTTE GIU' IN CITTA' NON C'ERO...E LE CORNA NON T'HO MESSO MAI...DAVVERO! (Pooh)

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Se sei capace di andare dove vuoi col pensiero significa che ti sei "illuminato", per cui come necessaria conseguenza puoi anche eliminarlo, 'sto benedetto pensiero...

NON RESTARE CHIUSO QUI...PENSIERO!/CERCA DI VOLARE E VAI...NEL CIELO!/

QUELLA NOTTE GIU' IN CITTA' NON C'ERO...E LE CORNA NON T'HO MESSO MAI...DAVVERO! (Pooh)

No... non parlo di capacità, ma di libertà... sono cose diverse! Ma perché, poi eliminarlo? :huh:

Non dico che il pensiero non m'abbia mai fatto male, ci mancherebbe altro... e nemmeno ho la certezza che non me ne farà in futuro...

ma non mi sembrano buoni motivi per farlo fuori!!!! Un po' di tolleranza, eccheddiamine!

e ogni tanto ci facciamo del male

eh... ogni tanto è normale

(Luca Carboni)

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Il pensiero non è mai libertà, non esiste il "libero pensiero" (anche se può essere un pensiero lieto)...diceva il vecchio saggio cinese: ti regalo un milione, basta che tu non pensi a un albero...Dopo un po': -Come ti chiami? - Albero!

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Scusa Mau, l'espressione"libero pensiero" non si riferisce - di solito, almeno - all'idea che il pensiero è libertà,

ma all'idea che il pensiero debba essere libero. Se poi il pensiero è libero, (cosa difficile fìvisto tutti i tentativi

di confinarlo o addirittura eliminarlo), ma chi pensa liberamente è uno schiavo, allora il problema è un altro...

non certo di natura intellettual/filosofico.

PS: Il vecchio saggio cinese probabilmente era un illuminato, o, per dirla in orientalese, una tazza piena.

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Scusa Mau, l'espressione"libero pensiero" non si riferisce - di solito, almeno - all'idea che il pensiero è libertà,

ma all'idea che il pensiero debba essere libero. Se poi il pensiero è libero, (cosa difficile fìvisto tutti i tentativi

di confinarlo o addirittura eliminarlo), ma chi pensa liberamente è uno schiavo, allora il problema è un altro...

non certo di natura intellettual/filosofico.

PS: Il vecchio saggio cinese probabilmente era un illuminato, o, per dirla in orientalese, una tazza piena.

qui credo si sia giocato su questo concetto...

il pensiero è memoria, dunque mai libero e sempre condizionato...

io mi sento di dire che pur tutta via esiste un pensiero perfetto.....

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qui credo si sia giocato su questo concetto...

il pensiero è memoria, dunque mai libero e sempre condizionato...

io mi sento di dire che pur tutta via esiste un pensiero perfetto.....

Il pensiero è memoria, ma anche immaginazione, ragionamento, intuizione, elaborazione...

Certo che è sempre condizionato, ma "libero" non significa "non condizionato", ma semmai privo di condizionamenti impropri.

E' ovvio che se uno pensa al passato è condizionato dai ricordi e dalle fantasie che scambia per ricordi, e che questo è un

condizionamento (e non è l'unico)... ma anche l'idea che non si debba pensare al passato per essere liberi e che se si pensa

al passato non si è liberi è un condizionamento al pensiero... è quello che si suol definire un "recinto", una "gabbia". In questo

caso ovviamente è una gabbia mentale, non fisica ma non per questo meno reale.

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Il pensiero è memoria, ma anche immaginazione, ragionamento, intuizione, elaborazione...

Certo che è sempre condizionato, ma "libero" non significa "non condizionato", ma semmai privo di condizionamenti impropri.

E' ovvio che se uno pensa al passato è condizionato dai ricordi e dalle fantasie che scambia per ricordi, e che questo è un

condizionamento (e non è l'unico)... ma anche l'idea che non si debba pensare al passato per essere liberi e che se si pensa

al passato non si è liberi è un condizionamento al pensiero... è quello che si suol definire un "recinto", una "gabbia". In questo

caso ovviamente è una gabbia mentale, non fisica ma non per questo meno reale.

una domanda :Batting Eyelashes: : puoi pensare a cio che non conosci, escludendo anche immagini e ricordi modificati......?Si può pensare al nuovo?

io intendevo non libero anche nel senso che il suo campo è sempre limitato in cio che conosce che modifica sempre secondo quanto già sa.....

ritengo inoltre che non ci siano condizionamenti buoni o negativi, in quanto tutti impediscono l'attenzione .

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Certo che puoi pensare al nuovo. L'immaginazione ad esempio, è pensare al nuovo... il ragionamento pure.

Chiaro però che c'è modo e modo... se si mette un recinto tra il presente e il passato, qualunque cosa si pensi

diventa "nuova" anche quando non lo è... è solo un barbatrucco che però non fa rimanere di stucco... ma di gesso!

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Finisco col filosofeggiare senza esserne capace, forse tutto sta nell'intendersi sul senso della parola "libero". Come dice Ste, è per forza sempre condizionato da ambiente, famiglia, situazioni vissute ecc.. Tutto sta nell'intuire se esiste una forma diversa di "pensiero", che può andare al di là. Io sono convinto che esista, nascosta nel nostro profondo. Un saggio parlò di "pensieri dell'anima"...

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Ma esistono infinite forme di pensiero... la libertà di pensiero consiste anche nel non vincolarsi alla convinzione che

ce ne debba essere per forza una più giusta delle altre in assoluto. Il pensiero libero va indietro e avanti, in su e in

giù, dentro e fuori. Poi chiaro che se uno parte dalla convinzione che c'è il fiore azzurro in qualche posto particolare,

poi cercherà di andare in quella direzione... nel tuo caso nella direzione dell'introspezione, in altri casi magari la

direzione è un'altra. Nulla c'è di male, in questo: scegliere una direzione e seguirla con tenacia per perseguire le

proprie ambizioni e per raggiungere la meta che ci si prefigge, non è certo sintomo di mancanza di libertà... anzi

è proprio uno spirito da uomini liberi (i pionieri, i grandi esploratori, hanno sempre fatto così!). Semmai potrebbe

essere sintomo di mancanza di libertà il non poterlo fare perché spinti o ostacolati in modo da andare solo in

direzioni scelte da altri, oppure lo spingere e ostacolare per fare andare gli altri nella sola direzione scelta da noi

(cioè, appunto, quando una direzione diventa "giusta" in assoluto).

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Certo che puoi pensare al nuovo. L'immaginazione ad esempio, è pensare al nuovo... il ragionamento pure.

Chiaro però che c'è modo e modo... se si mette un recinto tra il presente e il passato, qualunque cosa si pensi

diventa "nuova" anche quando non lo è... è solo un barbatrucco che però non fa rimanere di stucco... ma di gesso!

non sono concorde....

pensiamo solo a già che conosciamo, lo modifichiamo secondo gusti o paure già esistenti....

il pensiero è sempre passato...

senza memoria non puoi pensare se non .......

poi ovviamente ogni pensiero è sempre nuovo, non certo lo è l'oggetto dello stesso....

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Finisco col filosofeggiare senza esserne capace, forse tutto sta nell'intendersi sul senso della parola "libero". Come dice Ste, è per forza sempre condizionato da ambiente, famiglia, situazioni vissute ecc.. Tutto sta nell'intuire se esiste una forma diversa di "pensiero", che può andare al di là. Io sono convinto che esista, nascosta nel nostro profondo. Un saggio parlò di "pensieri dell'anima"...

io affermo che esiste!

nasce da cio che è non dall'anima....è il pensiero perfetto....

ma è un discorso che va fatto passo dopo passo....

possiamo dire che il pensiero è memoria, ho meglio una risposta della memoria ad un fatto presente (che puo essere qualsiasi cosa accada adesso)?

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Ma esistono infinite forme di pensiero... la libertà di pensiero consiste anche nel non vincolarsi alla convinzione che

ce ne debba essere per forza una più giusta delle altre in assoluto. Il pensiero libero va indietro e avanti, in su e in

giù, dentro e fuori. Poi chiaro che se uno parte dalla convinzione che c'è il fiore azzurro in qualche posto particolare,

poi cercherà di andare in quella direzione... nel tuo caso nella direzione dell'introspezione, in altri casi magari la

direzione è un'altra. Nulla c'è di male, in questo: scegliere una direzione e seguirla con tenacia per perseguire le

proprie ambizioni e per raggiungere la meta che ci si prefigge, non è certo sintomo di mancanza di libertà... anzi

è proprio uno spirito da uomini liberi (i pionieri, i grandi esploratori, hanno sempre fatto così!). Semmai potrebbe

essere sintomo di mancanza di libertà il non poterlo fare perché spinti o ostacolati in modo da andare solo in

direzioni scelte da altri, oppure lo spingere e ostacolare per fare andare gli altri nella sola direzione scelta da noi

(cioè, appunto, quando una direzione diventa "giusta" in assoluto).

ora concordo...

io non farei però una questione di meglio o peggio , giusto o errato...

diciamo che i più fortunato sono in grado di decidere a cosa pensare , naturalmente sempre entro il proprio conosciuto...

direi che il pensiero è limitato dal conosciuto essendo un movimento dello stesso e nulla più....

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non sono concorde....

pensiamo solo a già che conosciamo, lo modifichiamo secondo gusti o paure già esistenti....

il pensiero è sempre passato...

senza memoria non puoi pensare se non .......

poi ovviamente ogni pensiero è sempre nuovo, non certo lo è l'oggetto dello stesso....

Il pensiero è sempre presente. Preso dal passato può essere al massimo qualche ingrediente del pensiero.

senza memoria non puoi pensare se non ....... ad andare da un bravo medico e sperare che la cosa sia curabile.

Poco tempo fa è morto l'uomo senza memoria, cioè un signore che aveva questa disfunzione che... beh... ne parla qui:

http://www.corriere.it/salute/08_dicembre_...44f02aabc.shtml

Per certi versi sarà sicuramente un vantaggio, ma...

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Certo, il pensiero non può essere che "presente", noi viviamo il presente attimo per attimo, ma COS'E' questo "presente"? Da cosa è costituito? Comunque da esperienze e vissuto del passato. Che è solo nostro, ed è quello che ci contraddistingue dagli altri. O meglio, rappresenta la nostra INTERPRETAZIONE del passato...Se io penso ADESSO che c'è da aver paura per un colloquio di lavoro, è perché nel PASSATO mio padre mi ha castrato psicologicamente facendomi sentire un incapace...(pura verità per quanto mi riguarda).

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