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Integrazione e conformismo (era "in memoria del defunto topic autogestione")


juditta

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Io credo che una persona cha ha raggiunto un buon grado di consapevolezza, viva i sentimenti in una maniera più completa, soprattutto perchè reintegrando le proprie subidentità agirà come unità, con il risultato di tenersi per se tutte le emozioni (o identità) che dapprima rifutava e di conseguenza proiettava su chi aveva di fronte, ad esempio un figlio, un partner un datore di lavoro etc .etc .

Riuscire a provare amore per una persona è una cosa secondo me assai rara, questo perchè implica uno spazio e un tempo che coincidono e che viene percepito da entrambi nella stessa maniera. Un condivisione tale da creare un mondo alternativo a quello reale; mondo che, grazie alla sola presenza dell'altro che lo rispecchia, prende forma.

E' una condzione che si verifica tra uomo e donna, nel caso di due persone molto simili e molto diverse, che si integrano a vicenda.

Per fortuna io penso non è tanto rara. Casomai non duratura, perchè gli eventi della vita cambiano le persone e le loro visioni del mondo.

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opps...siamo arrivati all'amore...

ma cosa c'entra con l'integrazione...

si è giunti a cos'è l'integrato e se sia davvero diverso dall'uniformato....?

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L'uniformato è senza forma propria. E' definibile come risultato della media ponderata degli altri esseri.

L'integrato, in quanto fa parte delle cose, si avvicina a Dio, nella sua infinita saggezza.

A queto punto, il disintegrato chi è?

Colui che è fuori da tutto, cioè out.

Un rompiballe, ma ha il suo valore, perchè ti costringe a fare i conti con le tue certezze.

Abbidubbi.

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L'uniformato è senza forma propria. E' definibile come risultato della media ponderata degli altri esseri.

L'integrato, in quanto fa parte delle cose, si avvicina a Dio, nella sua infinita saggezza.

A queto punto, il disintegrato chi è?

Colui che è fuori da tutto, cioè out.

Un rompiballe, ma ha il suo valore, perchè ti costringe a fare i conti con le tue certezze.

Abbidubbi.

mi piace questa riflessione.

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L'uniformato è senza forma propria. E' definibile come risultato della media ponderata degli altri esseri.

L'integrato, in quanto fa parte delle cose, si avvicina a Dio, nella sua infinita saggezza.

A queto punto, il disintegrato chi è?

Colui che è fuori da tutto, cioè out.

Un rompiballe, ma ha il suo valore, perchè ti costringe a fare i conti con le tue certezze.

Abbidubbi.

simpatica....si si forte.

però non approvo l'integrato come cosa così positiva....un saggio potrebbe anche non essere considerato tale...perchè è di un parere che parliamo no?

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a parte gli scherzi.. una società impone dei vaolri e dei modelli se ci vuoi far parte e ti ci vuoi integrare ti ci devi uniformare.

solo quando gli altri ti riconosceranno uguale a loro e tu ti sentirai uguale a loro ci sarà l' integrazione.

per alcuni questa cosa è un obbiettivo . capisco. e rispetto.

dubito fortemente che qualsiasi psicologo o psicoterapeuta possa aiutare un uomo in questo processo .

piuttosto potrà aiutarti a capire da cosa nasce quest' ansia di appartenenza e questa paura dell' esclusione.

e ti potra rendere libero di praticarla come scelta e non come necessità ..quella dell' integrazione intendo.

insomma gli obbiettivi della psiconalisi non sono quelli di assomigliare ad un modello predefinito.

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In effetti mi sono espresso male, il genitore deve contenere la propria di seduttività perchè dovrebbe essere consapevole del fatto che sul bambino opererebbe una manipolazione.

Sicuro che non ci si accoppia con una sorella per quel motivo?!?, e con la mamma?

una mamma che abbraccia e bacia un figlio .. chiamandolo amore di mamma... opera sicuramente una manipolazione cosi' come lo fa un genitore che si contiene...

entarmbi operano una manipolazione che sia affettiva o anaffettiva genererà dei risultati .

io penso che l' espansività affettiva sia meno pericolosa dell' anaffettività..

per il resto dove vuoi andare ad apparare con questa storia sugli acoppiamenti ?

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a parte gli scherzi.. una società impone dei vaolri e dei modelli se ci vuoi far parte e ti ci vuoi integrare ti ci devi uniformare.

solo quando gli altri ti riconosceranno uguale a loro e tu ti sentirai uguale a loro ci sarà l' integrazione.

per alcuni questa cosa è un obbiettivo . capisco. e rispetto.

dubito fortemente che qualsiasi psicologo o psicoterapeuta possa aiutare un uomo in questo processo .

piuttosto potrà aiutarti a capire da cosa nasce quest' ansia di appartenenza e questa paura dell' esclusione.

e ti potra rendere libero di praticarla come scelta e non come necessità ..quella dell' integrazione intendo.

insomma gli obbiettivi della psiconalisi non sono quelli di assomigliare ad un modello predefinito.

Concordo.

Penso che questo non contrasti tutto sommato con l'idea espressa da Datango, che si riferiva forse a un'integrazione "interiore", che conduce a valorizzare la propria persona, nelle sue caratteristiche e possibilità magari inespresse.

Banalmente, trovare se stessi.

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Concordo.

Penso che questo non contrasti tutto sommato con l'idea espressa da Datango, che si riferiva forse a un'integrazione "interiore", che conduce a valorizzare la propria persona, nelle sue caratteristiche e possibilità magari inespresse.

Banalmente, trovare se stessi.

si sulla questione delle subidentità siamo tutti daccordo ma quello è un altro topic da aprie.

qui stiamo parlando di integrazione e conformismo .

cioè qualcosa che ha a che fare con l' entare a far parte di un gruppo sociale e in che modo .

non trovare se stessi.

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si sulla questione delle subidentità siamo tutti daccordo ma quello è un altro topic da aprie.

qui stiamo parlando di integrazione e conformismo .

cioè qualcosa che ha a che fare con l' entare a far parte di un gruppo sociale e in che modo .

non trovare se stessi.

Aha!! ecco perchè sembra che abbiamo due pareri diversi, tu parli di integrazione, come una acritica adesione ad una ipotetica società, io parlo di integrazione come lavoro da compiere su se stessi per raggiungere la consapevolezza di se e di ciò che ti circonda, in modo tale da riuscire a vivere il tutto in maniera attiva e non passiva.

Toto e Peppino come dicevo... :pardon: probabilmente avrò contribuito a creare la confusione. :Four Leaf Clover:

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una mamma che abbraccia e bacia un figlio .. chiamandolo amore di mamma... opera sicuramente una manipolazione cosi' come lo fa un genitore che si contiene...

entarmbi operano una manipolazione che sia affettiva o anaffettiva genererà dei risultati .

io penso che l' espansività affettiva sia meno pericolosa dell' anaffettività..

per il resto dove vuoi andare ad apparare con questa storia sugli acoppiamenti ?

Voglio andare a parare sulla differenziazione,

Domanda ma perchè rispondi ad una domanda con un altra domanda?

Io in precedenza ti avevo chiesto:

Ma è il bambino che si innamora della madre o è la madre che si fa innamorare dal bambino?

Infatti mi chiedo perchè non accoppiarsi con mamma o sorella?

:unknw:

Se vuoi puoi anche rispondermi, altrimenti diventa una conversazione a senso unico. :icon_rolleyes:

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E' una condzione che si verifica tra uomo e donna, nel caso di due persone molto simili e molto diverse, che si integrano a vicenda.

Per fortuna io penso non è tanto rara. Casomai non duratura, perchè gli eventi della vita cambiano le persone e le loro visioni del mondo.

Eggià, la vita è disseminata di emozioni che ti stimolano a tradire il nostro io e riconoscere i nostri cambiamenti, il problema culturale, specialmente in Italia dove la presenza dogmatica è decisamente pervasiva, il provare senso di colpa potrebbe privarci della liberta di assecondare tale cambiamento. Le ripercussioni sono naturlamente a livello fisico. :icon_confused:

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Voglio andare a parare sulla differenziazione,

Domanda ma perchè rispondi ad una domanda con un altra domanda?

Io in precedenza ti avevo chiesto:

:unknw:

Se vuoi puoi anche rispondermi, altrimenti diventa una conversazione a senso unico. :icon_rolleyes:

piu che altro è un ot.. che non capisco.

restiamo in tema.

se poi vuoi aprire un topic sull' incesto . sicuramente è interessante.

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Aha!! ecco perchè sembra che abbiamo due pareri diversi, tu parli di integrazione, come una acritica adesione ad una ipotetica società, io parlo di integrazione come lavoro da compiere su se stessi per raggiungere la consapevolezza di se e di ciò che ti circonda, in modo tale da riuscire a vivere il tutto in maniera attiva e non passiva.

Toto e Peppino come dicevo... :pardon: probabilmente avrò contribuito a creare la confusione. :Four Leaf Clover:

no , non sono io che parlo di integrazione sociale è il topic che verte su questo argomento .

infatti si chiama appunto integrazione e conformismo.

certo poi ognuno lo interpreta a modo suo.

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no , non sono io che parlo di integrazione sociale è il topic che verte su questo argomento .

infatti si chiama appunto integrazione e conformismo.

certo poi ognuno lo interpreta a modo suo.

Bravo infatti sociale ce lo hai aggiunto te.

Io ho cominciato a palrare di integrazione a seguito delle ulteriore lite nata su questo forum poi Juditta ha cambiato nome aggiungendo conformismo. Il mio intervento voleva sottolineare la mancanza di capacità connitive di chi non riesce a contenere gesti che offendono la libertà altrui, che poi una persona che è riuscita a raggiungere un grado di integrazione personale e che riesce di conseguenza ad integrarsi con il mondo circostante (bada, non la società) è un livello successivo.

Le spirali comunicative si smontano nel momento in cui ritorna presente l'oggetto della discussione.

La questione incesto centra eccome nel discorso dell'integrazione della persona, per un principio che fa parte della natura, che è quello genetico, la scelta del partner per accoppiarsi si determina in base a cio che consente una migliore differenziazione del corredo genetico. L'incesto è opera di una mente confusa, che mette a tacere il naturale istinto evolutivo dell'uomo perchè educata a non sentirlo. Una persona che riesce a sentire ed elaborare l'istinto ha buone probabilità di consentire una variazione nel progetto evolutivo (la predisposizione alla depressione pare sia una patologia ereditaria).

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Esistono l'integrato per paura, l'integrato per convenienza, l'integrato apparente, l'integrato effettivo.

1) L'integrato per paura in fondo non si sente per nulla integrato, ma teme che ciò possano scoprirlo gli altri e servirsene per fargli del male. Allora cerca -di solito maldestramente- di recitare una parte;

2) L'integrato per convenienza è il vero ignavo condannato da Dante, quello che Flaiano diceva "sempre pronto ad accorrere in aiuto del più forte";

3) L'integrato apparente ha capito bene i meccanismi sociali, è un saggio che immerso nella società cerca di dare una mano avendo -almeno in buona parte- superato il suo egoismo. Sa che separarsi dal contesto non serve a nulla. Di queste persone ne esistono poche;

4) L'integrato effettivo è il conformista che non vedendo al di là del proprio naso segue la massa come una pecora; non ha colpe, fa solo il suo livello in questa vita.

Ora non prendetemi sul serio, ho scritto senza pensare... :icon_mrgreen:

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Bravo infatti sociale ce lo hai aggiunto te.

Io ho cominciato a palrare di integrazione a seguito delle ulteriore lite nata su questo forum poi Juditta ha cambiato nome aggiungendo conformismo. Il mio intervento voleva sottolineare la mancanza di capacità connitive di chi non riesce a contenere gesti che offendono la libertà altrui, che poi una persona che è riuscita a raggiungere un grado di integrazione personale e che riesce di conseguenza ad integrarsi con il mondo circostante (bada, non la società) è un livello successivo.

Le spirali comunicative si smontano nel momento in cui ritorna presente l'oggetto della discussione.

Questo era il punto di partenza.

E' sulla "mancanza di capacità cognitive", cito le testuali parole, "di chi non riesce a contenere gesti che offendono la libertà altrui", che potremmo discutere.

Si dice comunemente che la propria libertà termina dove comincia la libertà altrui.

Il confine è labile, indistinto e dipende da convinzioni e percezioni soggettive.

Per cui è solo attraverso la reciproca conoscenza, il riscontro ed eventualmente, lo scontro, che è possibile delinearlo.

Le proprie capacità cognitive, forse puoi chiamarle sensibilità personale, per quanto sviluppate e affinate con indagini introspettive, non rendono l'individuo responsabile nei confronti dell'altrui libertà e di eventuali offese che ciascuno di noi possa ad essa arrecare.

Il mondo circostante non può costituire la cartina di tornasole di ipotetici equilibri interiori, in quanto esso stesso si pone come disarmonia, asintonia, disomogeneità.

Nel mondo-specchio vediamo soprattutto ambivalenze e lacerazioni.

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a parte gli scherzi.. una società impone dei vaolri e dei modelli se ci vuoi far parte e ti ci vuoi integrare ti ci devi uniformare.

solo quando gli altri ti riconosceranno uguale a loro e tu ti sentirai uguale a loro ci sarà l' integrazione.

per alcuni questa cosa è un obbiettivo . capisco. e rispetto.

dubito fortemente che qualsiasi psicologo o psicoterapeuta possa aiutare un uomo in questo processo .

piuttosto potrà aiutarti a capire da cosa nasce quest' ansia di appartenenza e questa paura dell' esclusione.

e ti potra rendere libero di praticarla come scelta e non come necessità ..quella dell' integrazione intendo.

insomma gli obbiettivi della psiconalisi non sono quelli di assomigliare ad un modello predefinito.

boh sarà che io non ho interesse di cio che pensa la gente, io compreso, che questa cosa l'integrazione idea astratta proprio non la trovo importante, o meglio lo è in base al valoreche uno gli attribuisce....

cio che conta sono i rapporti...

se uno vive nella giungla e vive i rapporti con gli attimi della giornata serenamente è integrato molto più fi un neworkese che è stressato ma ha un sacco di amici che lo amano...o sbaglio?

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Bravo infatti sociale ce lo hai aggiunto te.

Io ho cominciato a palrare di integrazione a seguito delle ulteriore lite nata su questo forum poi Juditta ha cambiato nome aggiungendo conformismo. Il mio intervento voleva sottolineare la mancanza di capacità connitive di chi non riesce a contenere gesti che offendono la libertà altrui, che poi una persona che è riuscita a raggiungere un grado di integrazione personale e che riesce di conseguenza ad integrarsi con il mondo circostante (bada, non la società) è un livello successivo.

Le spirali comunicative si smontano nel momento in cui ritorna presente l'oggetto della discussione.

La questione incesto centra eccome nel discorso dell'integrazione della persona, per un principio che fa parte della natura, che è quello genetico, la scelta del partner per accoppiarsi si determina in base a cio che consente una migliore differenziazione del corredo genetico. L'incesto è opera di una mente confusa, che mette a tacere il naturale istinto evolutivo dell'uomo perchè educata a non sentirlo. Una persona che riesce a sentire ed elaborare l'istinto ha buone probabilità di consentire una variazione nel progetto evolutivo (la predisposizione alla depressione pare sia una patologia ereditaria).

bhè io interconetto pochissimo con gli altri perchè non mi interesso a cio che pensano e visto che vivono pensando siamo lontanissimi...

eppure sono e mi reputano ottimamente integrato , sono felice...e boh!

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simpatica....si si forte.

però non approvo l'integrato come cosa così positiva....un saggio potrebbe anche non essere considerato tale...perchè è di un parere che parliamo no?

I saggi, non avendo i nostri "pensieri", non possiamo catalogarli come "integrati" o "non integrati", sfuggono alle definizioni. Tu ti senti al di fuori dei "nostri pensieri", Mio? :icon_question::Thinking:

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I saggi, non avendo i nostri "pensieri", non possiamo catalogarli come "integrati" o "non integrati", sfuggono alle definizioni. Tu ti senti al di fuori dei "nostri pensieri", Mio? :icon_question::Thinking:

boh, fammici pensare non mi sono mai posto la questione....

però mentre penso mi sovviene, perchè dovrei rifletterci su perdendoci del tempo?

Così ricadendo il quel dolce attimo che mi attraversa adesso, vedo un amico, te Maurizio, che mi domandi, e volendo sinceramente risponderti e aiutarti a capire agirò di conseguenza facendoti riflettere su questo : Perchè me lo chiedi?

Però non voglio nemmeno essere maleducato e non rispondere, dunque lo farò, anche se spero tu non ti dostragga dal punto cruciale del pechè quella domanda.....ma veniamo alla risposta....mi chiedi se mi sento al di fuori,....bhè di sicuro non nutro nessun interesse per ciò che pensate, mentre mi sento partecipe (parlo nei confronti del mio resto che incontro attimo dopo attimo) della sofferenza e della gioia, ma queste cose non sono "pensieri" ma relazioni, rapporti....dunque si , indipendentemente dal fatto che io possa averli o no, non nutro nessun interesse nell'essere considerato integrato o meno, vivo a volte con gioia, a volte con dolore....il resto è sega mentale, non mi appartine!

spero di aver esaurito ogni dubbio ( per il quale aspetto sempre che tu riconosca la fonte) se non fosse così non esitare a domandare.

un'abbraccio. :icon_surprised:

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Bravo infatti sociale ce lo hai aggiunto te.

Io ho cominciato a palrare di integrazione a seguito delle ulteriore lite nata su questo forum poi Juditta ha cambiato nome aggiungendo conformismo. Il mio intervento voleva sottolineare la mancanza di capacità connitive di chi non riesce a contenere gesti che offendono la libertà altrui, che poi una persona che è riuscita a raggiungere un grado di integrazione personale e che riesce di conseguenza ad integrarsi con il mondo circostante (bada, non la società) è un livello successivo.

Le spirali comunicative si smontano nel momento in cui ritorna presente l'oggetto della discussione.

in realtà il titolo del topic è stato cambiato dalla redazione di propria iniziativa.

quindi in linea di principio non si può parlare di OT in questo topic...in quanto il topic stesso è un OT...

comunque. credo che il conformismo c'entri poco con la definizione che datango da di integrazione. e credo che se ci si sforzasse di leggere e di intendere le sue parole...sarebbe chiaro a tutti. poi ovviamente uno potrebbe dissentire dalla sua idea...dopo averla capita però!!!!

potessi cambiare io il titolo del topic lo chiamerei: "l'incomunicabilità. in tutte le sue forme"

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lo credo anche io....anche perchè integrazione e conformismo per me sono due cose molto diverse....basterebbe anche prendere il vocabolario....

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