Vai al contenuto

aioblu

Membri
  • Numero di messaggi

    2335
  • Registrato dal

  • Ultima visita

Contenuti inseriti da aioblu

  1. aioblu

    Impariamo l'Italiano

    stavo appunto cercando di risponderti qui...ma da quello che dici nel tuo ultimo post vedo che hai colto a questo punto forse è il caso di rileggere un pò quello che dicevo nell'altro topic...e poi magari approfondiamo ulteriormente.... Domanda a te: sono io che non rispondo o...? :D Altra domanda: sono io che ti ci volevo portare o tu che ci volevi venire? :)
  2. Appunto.Quale rapporto ci fa essere più sicuri??
  3. aioblu

    Impariamo l'Italiano

    :shock: Capisco... è solo un tuo modo di esprimerti... 8)
  4. aioblu

    Impariamo l'Italiano

    Altra domanda: "E lui sospettoso o io che non la dico tutta?"
  5. aioblu

    Impariamo l'Italiano

    Domanda: "Seduttiva io o maliziosi gli altri :roll: ?"
  6. Ma certo, per essere più sicura.... ....di non vivere un rapporto!
  7. aioblu

    ciao

    infatti Ora un po’ te la racconti tu e un po’ te la racconto io :) : "Non c'e' piu' la vela bianca con l'inverno c'e' il gabbiano e l'estate del mio amore e' un ricordo ormai lontano. al mio fianco si sdraiava si bruciava sotto il sole si assopiva in mezzo al vento come un bimbo era contento. ciao ciao ciao ciao mare! il vento cancella dalla sabbia i ricordi ma dal cuore no il vento non puo' ciao ciao ciao ciao mare! ciao ciao ciao ciao mare! ciao ciao ciao ciao mare!" Ciao Mare!
  8. Ok . Niente favole. Anche quella che ci racconti tu però potrebbe essere una bella/brutta favola. Sono però daccordo con te : la vita non ha senso. Però la tua si. L'errore, se mi consenti, a mio avviso, è proprio l'aver cercato il senso della "vita" e non della "tua vita".La vita non è qualcosa di esterno a te: la vita sei tu...il senso sei tu; ha senso quello che senti, non quello che cerchi...questo non lo troverai mai...cioè potrai solo trovare te stesso, cioè capire/vivere quello che senti...cioè diventare consapevole di quello che senti...di quelle che sono le dinamiche psicologiche che ti tengono incatenato ( che ti portano a cercare fuori ciò che è già dentro) Come rompere le catene?Facendo pulizia dei concetti...delle superfetazioni mentali....delle recriminazioni, sentendo che esisti e che quel sentire è l'unica cosa che abbia senso, è l'unica cosa che può dare senso a qualsiasi cosa tu possa mai vivere.
  9. è possibile, per esempio, per un certo periodo estendere a tutti i moderatori la possibilità di cancellare utenti/topic/post in qualsiasi sezione del forum e non solo nelle specifiche sezioni da loro moderate?
  10. Ormai è un pò che il forum è infestato da cicliche inondazioni di messaggi spam. E' possibile intervenire "tecnicamente" per evitare il problema, che ormai ha assunto forme acute? E' ormai evidente che il disagio provocato agli utenti tende a superare i limiti di tollerabilità. Io pensavo se potesse essere utile programmare un tempo di ritardo di due -tre minuti tra un post e l'altro, almeno per un certo periodo fino a quando non terminerà l'euforia spammistica... boh... :roll: Altri forum sono stati chiusi per un certo periodo a causa dello stesso problema. Chiedo alla Redazione: è possibile, tecnicamente, adottare misure per arginare/debellare il fenomeno? P.S.: C'è qualcuno che ha suggerimenti?
  11. è stato precedentemente "hackerato" anche lui... dico sia riguardo al caso reale che metaforicamente... Si tende sempre a rifare agli altri quello che abbiamo subito...per esempio educhiamo i figli come hanno educato noi...e se qualche dinamica dei nostri genitori non era "completamente a posto" noi tenderemo a trasmetterla ai nostri figli...E.Berne parla del cosiddetto "copione" che ci tramandiamo di generazione in generazione, come una trama di un'opera teatrale già scritta in partenza...fino a quando non riusciremo a "rientrare" in una visione più oggettiva delle cose...a raggiungere una più profonda consapevolezza delle nostre dinamiche psicologiche...
  12. aioblu

    completamente a nudo

    Caro Perdy, nel quadro della situazione psicosociale/femminile negativa che tu descrivi, potresti spiegarmi in sintesi quale è il tuo messaggio?Cosa conti di fare per cambiare le cose?Come intendi modificare la psicologia delle donne?Continuando a recriminare, o hai invece una proposta "costruttiva"? Cosa conti di fare per cambiare te stesso? Come intendi modificare, se lo intendi, il tuo modo di rapportarti agli altri/alle donne? Perchè se aspetti che cambi il quadro della psicologia femminile a livello mondiale, ovvero il modo di essere delle donne, o di qualsiasi persona, è triste dirlo, ma temo che resterai vergine per altri 30-40 anni. Un saluto. Aio. P.S.:Scusami, un'ultima domanda alla Colombo: pensi che tutto dipenda dal modo di essere delle donne e del mondo o credi che possa dipendere anche da qualcosa che riguarda il tuo modo di rapportarti alle donne/al mondo?
  13. aioblu

    Ciao forum!

    ogni tanto conviene a tutti... :) in realtà non so se sono stato chiaro a sufficienza: io vedo il fare le cose in maniera "irregolare" come riequilibriativo dell'essere "programmatore"...intendendo programmatore più nel senso psicologico del termine...
  14. aioblu

    Ciao forum!

    Certo, a furia di essere un "programmatore" poi uno un pò si scoccia..., no? :D la tua mi sembra, come dire, un'ottima tattica di riequilibrio personale... Ci sentiamo Marco...benvenuto da parte mia. :)
  15. aioblu

    cerco aiuto-di nuovo in crisi

    L'amore non è "una fantastica intesa sessuale". Ma anche colpevolizzare qualcuno per il proprio passato, senza la minima sensibilità verso ciò che uno ha vissuto, facendo domande davvero spropositate, mi sembra proprio che non abbia nulla a che fare con l'amore. Il tuo passato è tuo, di nessun'altro...nessuno ha diritto di farti domande su di esso, meno che mai chi ci entra come un elefante. Il mio consiglio, per quanto doloroso e difficile è di cercare di recuperare un rapporto " più sereno" con tuo padre, cercando di vedere quello che ha fatto come manifestazione di una sua difficile problematica personale. Questo che ti dico non vuole essere/sottendere in nessun modo un qualsiasi giudizio etico sui comportamenti messi in atto, infatti non è mai facile giudicare le complesse dinamiche psicologiche di una persona. Cosa che bisognerebbe ricordare anche al tuo partner. Cerca di capire tu invece quali dinamiche portavano tuo padre ad avere quel tipo di atteggiamento nei tuoi confronti. Molto spesso l'insicurezza cui ci ha portato il periodo di formazione/educazione tendiamo, se non lo risolviamo, a trasmetterlo a nostra volta...molto probabilmente la stessa cosa che è capitata a tuo padre. Cioè, anche se mi rendo conto che è difficile, ma bisognerebbe sforzarsi per riuscire a distinguere ciò che rappresenta una dinamica di sofferenza in tuo padre dalle cose invece positive che ti avrà probabilmente anche trasmesso. Solo così potrai ritrovare la strada per rapporti in cui sia chiaro e si possa distinguere ciò che rappresenta un problema personale da ciò che invece può meritare l'appellativo di "amore", senza fare tutto un...mix!
  16. :) In questo caso un piccolo trailer...una pagina tratta dal testo, con un piccolo precommento. Una pagina da Lo zen e il tiro con l'arco Abbiamo semplicemente letto una pagina dal famoso romanzo-saggio di Eugen Herrigel. Qui Herrigel parla della concentrazione sulla respirazione e della fastidiosa situazione nella quale, cercando di fare silenzio interiore, centrati sul nostro respiro, affiorano mille pensieri, stati d'animo, sensazioni, elementi disturbanti per la pratica. Ma... "[...] Se, continuando a respirare tranquillamente, si accoglie con serenità ciò che si presenta, ci si abitua ad assistervi da semplici spettatori, sino a che si è finalmente stanchi dello spettacolo. Così si giunge gradatamente a uno stato d'abbandono che somiglia a quel dormiveglia che precede il sonno. Scivolarvi definitivamente è il pericolo che bisogna evitare. Lo si affronta con un particolare scatto della concentrazione, paragonabile al riscuotersi di uno che, sfinito da una notte di veglia, sa che dalla vigilanza di tutti i suoi sensi dipende la sua vita; e se tale scatto è riuscito anche una volta sola, si riuscirà sicuramente a ripeterlo. Per esso l'anima, come da sola, si ritrova quasi a librare entro se stessa, una condizione che, capace di crescere d'intensità, si solleva addirittura a quel senso d'incredibile leggerezza, sperimentato solo in rari sogni, e di felice certezza di poter destare energie rivolte in ogni direzione e di saperle accrescere o sciogliere a ogni livello. Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera né si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell'impossibile - questo stato interamente libero da intenzioni, dall'Io, il Maestro lo chiama propriamente «spirituale». È infatti saturo di vigilanza spirituale e perciò viene anche chiamato «vera presenza dello spirito». Con questo s'intende che lo spirito è presente dappertutto perché non si appende a nessun luogo particolare. E può restare presente perché anche quando si rivolge a questo o a quello non vi si attaccherà con la riflessione e non perderà così la sua originaria mobilità. Simile all'acqua che riempie uno stagno ma è sempre pronta a defluirne, lo spirito può ogni volta agire con la sua inesauribile forza, perché è libero, e aprirsi a tutto perché è vuoto. Tale condizione è veramente una condizione originaria e il suo emblema, un cerchio vuoto, non è muto per colui che vi sta dentro. È perciò con questa presenza e piena potenza del suo spirito non turbato da intenzioni, e fossero le più nascoste, che l'uomo che si è svincolato da tutti i legami deve esercitare qualsiasi arte”. Come dire, resta in stand-by, e appena scocca la scintilla, tira l'arco, vai...tu e il mondo sarete la stessa cosa e il bersaglio non potrà che essere stato centrato, infatti avrai centrato ciò che davvero senti!
  17. aioblu

    smettere di piangere

    Cara Farfy, hai fatto sia l'analisi che la diagnosi. Sicuramente anche la prognosi sarà favorevole se ti impegnerai appena un poco- Accetta la tua parte debole (tutti lo siamo in una certa misura); quando non hai le parole non cercarle, non cercare di dire quello che, solo forse, pensi; Non sforzarti di far valere la tua opinione...che se pure ci riesci non saprai che fartene di questa effimera vittoria...e l'indomani non ricorderai nemmeno più su cosa hai avuto ragione... un silenzio parla più di tante parole molto spesso... Lascia scorrere il tuo pianto, senza il desiderio controproducente di controllarlo...ti sta solo dicendo che le emozioni, gli altri, un fidanzato o un figlio o chiunque, la vita insomma, non potranno mai essere sotto il controllo di nessuno, nè saranno mai sotto il tuo controllo...nemmeno te stessa lo sarà... Se farai questo il tuo pianto cesserà come d'incanto...e comincerà il sorriso...il sorriso che ti viene dal lasciarsi andare e dall'aver fiducia degli altri , della vita, di te stessa.
  18. Osho è sicuramente illuminante per tanti versi...solo forse un pò "teorico"... se dovessi consigliare qualche lettura, per entrare ancora più dentro i temi trattati da Osho ,senz'altro direi: "Lo Zen e il tiro con l'Arco" di Eugen Herrigel Ma non vorrei distogliervi dalle ottime letture, già impegnative, che state facendo. :) Riporto cmq. una piccola recensione di questo libro che trovate al link http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__z...n_tiro_arco.php "Questo piccolo libro, da anni molto letto e molto amato in tutto il mondo, è forse il più illuminante, il più lucido e utile resoconto, scritto da un occidentale, di come un occidentale possa avvicinarsi allo Zen. Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo Zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l'arco. Comincia così un emozionante tirocinio, nel corso del quale Herrigel si troverà felicemente costretto a capovolgere le sue idee - e soprattutto il suo modo di vivere. All'inizio con grande pena e sconcerto: dovrà infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. Ma il tocco sapiente del Maestro aiuterà Herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare 'vuoto' per accogliere, quasi senza accorgersene, l'unico gesto giusto, che fa centro - quello di cui gli arcieri Zen dicono: "Un colpo - una vita". In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e Io si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell'arciere e il bersaglio da colpire è l'arciere stesso. "
  19. aioblu

    Che cosa fare?

    Bellissimo post, Xela. :ok2 Ci arrivi, ci arrivi... Il prossimo step...quello nel quale il vuoto è la cosa più bella che tu possa sentire...non quella più brutta... ( ammesso che esistano emozioni/sensazioni che si possano classificare con le categorie bello/brutto....) un vuoto accettato, riconosciuto come "essenza" dell'esistenza umana, come motore di ogni autenticità...come unico luogo in cui non regna la "razionalizzazione/concettualizzazione/manipolazione", come unica "casa" possibile, come condizione inevitabile, non eludibile da ogni nostro tentativo di fuggirla... siamo sempre e solo, 24 ore al giorno in compagnia di noi stessi, del silenzio dentro di noi, laddove soltanto, ogni cosa vera può nascere... Uno scienziato andò a trovare un maestro Zen, che gli versò del tè in una tazza, e non smetteva di versare cosicchè il tè fuoriusciva abbondantemente... "Ma... la tazza è piena disse lo scenziato... non può versare altro tè!" "E cosa posso aggiungere io a tutto ciò che lei già ha in testa?" Non resta che svuotare... http://www.nikonians.org/dcforum/User_file...9d0149e4feb.jpg
  20. aioblu

    completamente a nudo

    Quoto quello che dice Turbo. Io la traduco così: l'amore è qualcosa che si vive spontaneamente e non certo per avere qualcosa in cambio...ma soprattutto non può essere qualcosa che "utilizziamo" per star bene noi...questo è l'opposto di amore...si chiama "manipolazione dell'altro", ovvero egoismo...nulla a che fare con l'amore... Cioè: non si può fare qualcosa sapendo che quel qualcosa serve a priori solo a "catturare" l'altro...l'amore non cattura...mai...semplicemente è fare quel che si sente, a prescindere dal risultato...il resto è arrivismo, preconcetto, strategia,vittimismo, essere presi solo da se stessi, "tutto mi è dovuto", recriminazione, proiezione sull'altro dei nostri malesseri, " oggettivizzazione" di ciò che non può essere invece sempre e solo che un "soggetto" ( siamo cioè ancora alla teoria della donna, ovvero degli altri in generale, come semplici oggetti per soddisfare i miei bisogni)etc. etc. Che fine ha fatto il vissuto reale? Che fine ha fatto l'interazione autentica con l'altro?Che fine ha fatto la nostra capacità di tolleranza alle frustrazioni?Al primo insuccesso cominiciamo a recriminare ed inveire per 20 anni... e ci sentiamo dei falliti...o meglio, ci rendiamo dei falliti! Ma come si può amare/essere amati se non conosciamo l'amore? Se non riusciamo ad amare nemmeno noi stessi?
  21. "Il libro tibetano dei morti" affronta la tematica del passaggio "fatidico".... "1) Vale a dire non lasciarti trascinare da nessuno affetto di simpatia o di antipatia: non ragionare su quella luce: rimani in uno stato di ricettività passiva. 2) Cioè quell'immagine scompare in te e tu in lei, e tu e lei sarete fusi in una sola e medesima essenza. 3) Cioè se non sei preparato a riconoscere quella luce e quella immagine come una emanazione del tuo pensiero e in te predomina il concetto devozionale della divinità, pensa che quella è la misericordia divina che viene in tuo soccorso: in quel luogo si tiene dunque conto del diverso atteggiamento nei riguardi delle immagini divine: chi le intende nel loro vero senso, come proiezione del nostro intelletto e chi le onora come esistenze obiettive. Anche una idea errata può essere convogliata al bene." ( op.cit.) "Se tu la riconoscerai come la luce della tua intelligenza anche se non avrai fede e devozione, anche se non pregherai, tuttavia il corpo (del Budda) e il suo fulguramento si dissolveranno in te, saranno una cosa sola con te e tu diventerai Budda perfetto."(op.cit.)
  22. lentamente...quindi ha più tempo per fare qualcosa prima di morire :) ...; immagina chi muore di colpo...
  23. "Ciao.Se tu non mi pensi io non ti penso per farmi pensare da te, e se poi mi pensi non ti penso più,sperando tu possa pensarmi ancora di più, ma visto che non mi pensi io ricomincio a pensarti, e così via,fino a quando non dovrò andare da uno psik.Non farci caso, mi mandi fuori . Buon compleanno.La tua Patatina."
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.