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obbiezioni alla psicoanalisi


mio

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comunque non capisco perchè arenarsi alla questione se la psicanalisi sia o meno una scienza... appurato che al momento non si pone come tale, anche se cerca riscontri bioligici della propria efficacia...

per fare un esempio banale neanche la letteratura si pone come scienza, però nessuno mette in dubbio la sua capacità di arricchire la vita umana, sia del singolo, che della collettività.

Il perché arenarsi sulla questione se la psicanalisi è o meno una scienza è una domanda che andrebbe fatta a chi insiste

nel cercare di farla accettare per scienza.

Per quanto mi riguarda, il discorso della falsificabilità è importante non per la questione della demarcazione, ma proprio perché

penso che il blindamento delle teorie non sia affatto arricchente (per qualcuno magari si... ma nel complesso è inculdesaccente).

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... e se la società avesse bisogno della psicoterapia per negare i propri mali? :icon_surprised:

non mi risulta!

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non mi risulta!

Siamo sempre su un terreno di teorie non falsificabili ma... prova a pensarci: se tu fossi "la società" (qualunque cosa sia), non

ti tornerebbe comodo che ogni volta che c'hai 'na magagna, invece che cercarla dentro di te la si cerca dentro l'individuo?

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Siamo sempre su un terreno di teorie non falsificabili ma... prova a pensarci: se tu fossi "la società" (qualunque cosa sia), non

ti tornerebbe comodo che ogni volta che c'hai 'na magagna, invece che cercarla dentro di te la si cerca dentro l'individuo?

certo ma non si intendeva questioni sociali, almeno io non intendevo quelle, intendevo quelle individuali che poi influiscono sulla società. Non il contrario, nel qual caso saei d'accordo con te!

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certo ma non si intendeva questioni sociali, almeno io non intendevo quelle, intendevo quelle individuali che poi influiscono sulla società. Non il contrario, nel qual caso saei d'accordo con te!

Io non sono d'accordo con me! Cioè... non ho scritto quella cosa perché la penso, ma solo perché la ritengo altrettanto inconfutabile

(una cosa con la quale si può decidere di essere d'accordo o meno, e poco più).

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Io non sono d'accordo con me! Cioè... non ho scritto quella cosa perché la penso, ma solo perché la ritengo altrettanto inconfutabile

(una cosa con la quale si può decidere di essere d'accordo o meno, e poco più).

Boh a volte sei un pò complicato...non ho mica capito bene cosa vuoi dire...comunque sia io per fare un esempio palro anche dei fattacci di cronaca che si sentono ogni giorno, se gli individui non avessero bisogno di negare quel tipo di male, allora si eviterebbe anche di avere uan società inquinata da quei mal istessi negati! Non so se si capisce, tu secondo me parlavi di altro. Se no ho capito male!

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Lo stesso esempio lo puoi calare anche nell'altra teoria: se la società non avesse tanto bisogno di negare i suoi mali e li affrontasse,

non porterebbe tanti individui a fare le cose che tanto la inquinano.

Sono due teorie con le quali puoi spiegare tutto nel loro campo... come le due nell'esempio del link che avevo messo qualche post fa!

Danno spiegazioni diverse e inconciliabili tra loro, ma questo è un altro discorso...

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Di solito gli psicologi attribuiscono responsabilità individuali, cioè c'è la speranza che un individuo curi se stesso.

La società si arma invece, per tutelare se stessa dai problemi dell'individuo.

Gli psichiatri sono più propensi alle vie biologiche, infatti, più immediate.

Secondo me sono più in favore della società.

La società nega i suoi mali: ma, direi più che cerca soluzioni.

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Lo stesso esempio lo puoi calare anche nell'altra teoria: se la società non avesse tanto bisogno di negare i suoi mali e li affrontasse,

non porterebbe tanti individui a fare le cose che tanto la inquinano.

Sono due teorie con le quali puoi spiegare tutto nel loro campo... come le due nell'esempio del link che avevo messo qualche post fa!

Danno spiegazioni diverse e inconciliabili tra loro, ma questo è un altro discorso...

si è anche così, sono cose che si intrinsecano ed è difficile poi dare vere responsabilità a chicchessia! E forse proprio questa rete fitta di responsabilità individuali e sociali, alla fine deresponsabilizza tutti, facendo si che la società dà colpa agli individui e vicerversa ma forse questo è un altro discorso.

Però io credo che, un individuo che tenta di combattere i propri di mali, qualunque sia la loro origine, di certo fa qualcosa di buono per la società, viceversa dando solo la colpa alla società spesso è solo un modo per non vedere le proprie di colpe!

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Di solito gli psicologi attribuiscono responsabilità individuali, cioè c'è la speranza che un individuo curi se stesso.

La società si arma invece, per tutelare se stessa dai problemi dell'individuo.

Gli psichiatri sono più propensi alle vie biologiche, infatti, più immediate.

Secondo me sono più in favore della società.

La società nega i suoi mali: ma, direi più che cerca soluzioni.

Sempre giocando a fare il sostenitore dell'altra teoria non confutabile, potrei opporre che se io società (qualunque

cosa voglia dire) voglio difendermi da un individuo mandandolo in cura, più lunga è meglio è!

Potrei anche aggiungere che se ho un male mio che non voglio riconoscere, che non è necessariamente sinonimo

di negare, rigirarlo come problema dell'individuo e mandarlo in cura è un'ottima soluzione.

Ma il punto che volevo fare è che questi sono solo giochi dialettici: all'interno di una teoria non falsificabile si può

sostenere qualsiasi cosa, senza appunto possibilità di confutarla. Per questo dicevo, rispondendo a Juditta, che

secondo me non è affatto arricchente (lo è prima di alzare le pretese, e quando le ri-abbassa...).

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Non riuscivo a concepire alcun comportamento umano che non potesse interpretarsi nei termini dell’una o dell'altra teoria.

Era precisamente questo fatto – il fatto che dette teorie erano sempre adeguate e risultavano sempre confermate – ciò che

agli occhi dei sostenitori costituiva l'argomento piú valido a loro favore. Cominciai a intravedere che questa loro apparente

forza era in realtà il loro elemento di debolezza.

( http://www.filosofico.net/Antologia_file/A...CRITERIO%20.htm )

Scusa, Ste, mi hai estrapolato 4 righe da un pezzo ben più lungo (che, a sua volta, fa parte di un libro, quindi chissà quante altre cose dice), attribuendogli una tua libera interpretazione. E a dimostrazione di questo, ti cito le prime due righe estrapolate proprio dal brano che hai linkato tu:

"Fu durante l'estate del 1919 che cominciai a sentirmi sempre piú insoddisfatto di queste tre teorie: la teoria marxista della storia, la psicanalisi e la psicologia individuale; e cominciai a dubitare delle loro pretese di scientificità."

Il fulcro della teoria di Popper è proprio questo, se cerchi puoi trovare conferme di dappertutto, io ti posto qui un estratto ad una sua intervista, così almeno siamo sicuri che siano parole sue:

"Domanda: Professor Popper, Lei ha indicato nella falsificabilità il criterio di demarcazione delle teorie. Questo significa che una teoria non falsificabile è sempre una cattiva teoria?

Popper: Il criterio dice che dobbiamo essere sempre critici. Questo è il nocciolo. Se una teoria non può venir criticata sulla base di osservazioni sperimentali, allora non deve essere considerata una teoria empirica. Ciò non significa, però, che una teoria non sottoponibile a riscintri sperimentali sia una cattiva teoria."

http://www.emsf.rai.it/scripts/interviste.asp?d=365

comunque non capisco perchè arenarsi alla questione se la psicanalisi sia o meno una scienza...

In realtà non ci eravamo arenati sulle basi scientifiche della psicanalisi, bensì su cosa vuole demarcare la falsificabilità, perchè l'unica vera critica mossa alla psicanalisi è appunto che non si tratta di una scienza, almeno stando al brano riportato da Mio, visto che la sua validità, per un motivo o per l'altro, è riconosciuta da tutti.

A mio avviso, la falsificabilità non è un criterio giusto, o meglio, completo, per demarcare ciò che è scientifico da ciò che non lo è. Poi questo non vuol dire che la psicanalisi sia una scienza, ma solo che le obiezioni che le si rivolgono sono basate su qualcosa che a sua volta non è scientifico, quindi si potrebbe andare avanti all'infinito con questo discorso.

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Già, ma da uno psicologo la società non ti manda in cura, magari!

Ti manda di più dallo psichiatra! Ti ricovera.

C'è lo psicoanalista dell'ASL? Mica tanto. Troppo lungo, Ste, e troppo costoso.

Cassano, il guru degli psicofarmaci, ora da vecchio ha cambiato idea, sai, invia i matti dallo psicologo, meglio tardi che mai!

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Scusa, Ste, mi hai estrapolato 4 righe da un pezzo ben più lungo (che, a sua volta, fa parte di un libro, quindi chissà quante altre cose dice), attribuendogli una tua libera interpretazione. E a dimostrazione di questo, ti cito le prime due righe estrapolate proprio dal brano che hai linkato tu:

"Fu durante l'estate del 1919 che cominciai a sentirmi sempre piú insoddisfatto di queste tre teorie: la teoria marxista della storia, la psicanalisi e la psicologia individuale; e cominciai a dubitare delle loro pretese di scientificità."

Il fulcro della teoria di Popper è proprio questo, se cerchi puoi trovare conferme di dappertutto, io ti posto qui un estratto ad una sua intervista, così almeno siamo sicuri che siano parole sue:

"Domanda: Professor Popper, Lei ha indicato nella falsificabilità il criterio di demarcazione delle teorie. Questo significa che una teoria non falsificabile è sempre una cattiva teoria?

Popper: Il criterio dice che dobbiamo essere sempre critici. Questo è il nocciolo. Se una teoria non può venir criticata sulla base di osservazioni sperimentali, allora non deve essere considerata una teoria empirica. Ciò non significa, però, che una teoria non sottoponibile a riscintri sperimentali sia una cattiva teoria."

complimenti per la risposta impa!

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In realtà non ci eravamo arenati sulle basi scientifiche della psicanalisi, bensì su cosa vuole demarcare la falsificabilità, perchè l'unica vera critica mossa alla psicanalisi è appunto che non si tratta di una scienza, almeno stando al brano riportato da Mio, visto che la sua validità, per un motivo o per l'altro, è riconosciuta da tutti.

A mio avviso, la falsificabilità non è un criterio giusto, o meglio, completo, per demarcare ciò che è scientifico da ciò che non lo è. Poi questo non vuol dire che la psicanalisi sia una scienza, ma solo che le obiezioni che le si rivolgono sono basate su qualcosa che a sua volta non è scientifico, quindi si potrebbe andare avanti all'infinito con questo discorso.

me ne stavo accorgendo in effetti... grazie della delucidazione!

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Scusa, Ste, mi hai estrapolato 4 righe da un pezzo ben più lungo (che, a sua volta, fa parte di un libro, quindi chissà quante altre cose dice), attribuendogli una tua libera interpretazione. E a dimostrazione di questo, ti cito le prime due righe estrapolate proprio dal brano che hai linkato tu:

"Fu durante l'estate del 1919 che cominciai a sentirmi sempre piú insoddisfatto di queste tre teorie: la teoria marxista della storia, la psicanalisi e la psicologia individuale; e cominciai a dubitare delle loro pretese di scientificità."

Il fulcro della teoria di Popper è proprio questo, se cerchi puoi trovare conferme di dappertutto, io ti posto qui un estratto ad una sua intervista, così almeno siamo sicuri che siano parole sue:

"Domanda: Professor Popper, Lei ha indicato nella falsificabilità il criterio di demarcazione delle teorie. Questo significa che una teoria non falsificabile è sempre una cattiva teoria?

Popper: Il criterio dice che dobbiamo essere sempre critici. Questo è il nocciolo. Se una teoria non può venir criticata sulla base di osservazioni sperimentali, allora non deve essere considerata una teoria empirica. Ciò non significa, però, che una teoria non sottoponibile a riscintri sperimentali sia una cattiva teoria."[/url]

Esattamente: dice che il suo limite non è di essere "cattiva", cosa che non ho mai detto nemmeno io, ma di essere blindata, di essere

tale da essere sempre vera. Al suo interno.

Non ho estrapolato per attribuirgli una "mia interpretazione", ma per non riportare tutto il brano che ho comunque linkato, e nel quale spiegava

precisamente che quello è il motivo per cui lo proponeva come criterio per la demarcazione: perché è blindata (parola che uso io) o non-falsificabile

(espressione che usava lui, ma che dice la stessa cosa).

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In realtà non ci eravamo arenati sulle basi scientifiche della psicanalisi, bensì su cosa vuole demarcare la falsificabilità, perchè l'unica vera critica mossa alla psicanalisi è appunto che non si tratta di una scienza

Ecco: questa invece sarebbe un'impostazione da "clericali"... dove in questo caso la "chiesa" è la scienza", e si parte dal

presupposto che se una cosa è riconosciuta appartenente alla "scienza" è valida e se non lo è no.

Per la scienza stessa, invece, il fatto di appartenere o non appartenere alla "scienza" non è un granché come critica (se non

è supportata da altro, come ad esempio le critiche sulla falsificabilità o meno).

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Già, ma da uno psicologo la società non ti manda in cura, magari!

Ti manda di più dallo psichiatra! Ti ricovera.

C'è lo psicoanalista dell'ASL? Mica tanto. Troppo lungo, Ste, e troppo costoso.

Cassano, il guru degli psicofarmaci, ora da vecchio ha cambiato idea, sai, invia i matti dallo psicologo, meglio tardi che mai!

(Premessa: continuo nel gioco delle parti).

La società ti ci manda a tue spese, così ci guadagna pure. La società elabora soluzioni sempre migliori. ^_^

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Esattamente: dice che il suo limite non è di essere "cattiva", cosa che non ho mai detto nemmeno io, ma di essere blindata, di essere

tale da essere sempre vera. Al suo interno.

Non ho estrapolato per attribuirgli una "mia interpretazione", ma per non riportare tutto il brano che ho comunque linkato, e nel quale spiegava

precisamente che quello è il motivo per cui lo proponeva come criterio per la demarcazione: perché è blindata (parola che uso io) o non-falsificabile

(espressione che usava lui, ma che dice la stessa cosa).

No no, non rigirare la frittata, tu qui sotto:

Un criterio che più che per distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è (che, ripeto, di per sè è una questione irrilevante e

un po' clericale), o ciò che è valido da ciò che non lo è (che presuppone dare un contorno a cosa si intende per "valido"), serve per

distinguere le teorie blindate da quelle aperte.

hai scritto chiaramente che la falsificabilità non serve a distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è, ma ciò che è blindato (tua interpretazione) da ciò che non lo è. Mentre Popper dice chiaramente che serve a distinguere le teorie scientifiche da quelle non scientifiche (ma comunque valide).

Ecco: questa invece sarebbe un'impostazione da "clericali"... dove in questo caso la "chiesa" è la scienza", e si parte dal

presupposto che se una cosa è riconosciuta appartenente alla "scienza" è valida e se non lo è no.

Anche questo lo dici tu. Nessuno ha mai detto che ciò che non è scientifico non è valido. Io almeno non l'ho letto da nessuna parte.

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No no, non rigirare la frittata, tu qui sotto:

Te lo riscrivo come lo riscriverei per uno scolaro delle elementari (motivo per cui non faccio il maezro... non ho il savoir faire e scado

facilmente nel sarcasmo):

Un criterio che prima che per distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è (che, ripeto, di per sè è una questione irrilevante e

un po' clericale), o ciò che è valido da ciò che non lo è (che presuppone dare un contorno a cosa si intende per "valido"), serve per

distinguere le teorie blindate da quelle aperte. Motivo per cui Popper l'ha proposto per distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è...

Anche questo lo dici tu. Nessuno ha mai detto che ciò che non è scientifico non è valido. Io almeno non l'ho letto da nessuna parte.

No, però se insisti nel dire che il problema della falsificabilità serve solo a quello (stabilire se è scientifico o meno) e che l'unica critica

che viene fatta è quella come se si trattasse di una critichetta da poco... non è che cambia molto.

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Te lo riscrivo come lo riscriverei per uno scolaro delle elementari (motivo per cui non faccio il maezro... non ho il savoir faire e scado

facilmente nel sarcasmo):

peccato che impa non sia uno scolaro delle elementari bensi una persona con una laurea "scientifica".

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peccato che impa non sia uno scolaro delle elementari bensi una persona con una laurea scientifica

Ah beh, allora.

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ah beh allora hai beccato una persona ferrata su questo tema... e si capisce eccome, dalle risposte che ti da.

non è che il sarcarso possa far svanire la competenza di un'altra persona...

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ah beh allora hai beccato una persona ferrata su questo tema... e si capisce eccome, dalle risposte che ti da.

non è che il sarcarso possa far svanire la competenza di un'altra persona...

Non è certo per far svanire le sue competenze se scado nel sarcasmo (nè tantomeno se discuto), però visto che le ha, mi abbasso

umilmente e ne approfitto per chiederle il motivo per cui la scienza preferisce ancora usare il criterio di falsificabilità, pur con i suoi limiti

teorico-filosofici, rispetto ad altri criteri tipo "spiega tutto", "è una teoria tanto bella ed elegante".

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PS: Naturalmente, visto che sei abbastanza competente da saper valutare le risposte che ci si dà, la domanda

è aperta anche a delucidazioni da parte tua.

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PS: Naturalmente, visto che sei abbastanza competente da saper valutare le risposte che ci si dà, la domanda

è aperta anche a delucidazioni da parte tua.

ciao buffone addio

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