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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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mamma....quanti interventi densi oggi....complimenti a tutte

poesia

Tu si 'na cosa grande p'mme...

Grazie Margherita, mi fa bene il tuo riconoscimento, immensamente.

Perchè quando ho scritto del ventre delle emozioni ho provato un certo sgomento....ho temuto di aver esagerato....di aver mostrato un mio modo di sentire non troppo comune e quindi non bene accetto anche se sapevo di esprimere me stessa più che mai in un'espressione del genere.

Vorrei aggiungere altre cose ma stanotte non me lo posso permettere, ho un lavoro nuovo in questi giorni che mi ha sobbarcato di un notevole surplus di ansia, cercherò di riprendere l'argomento nei prossimi giorni.

Io sono convinta che non si possa cambiare tutto; anzi, penso che si posa cambiare ben poco, e non c'entra quanto tempo dura la terapia. La consapevolezza è decisamente inutile, perchè in termini di soffernza non cambia quasi nulla. Ma continuo ad illudermi che smettere di camminare senza saperne il motivo e smettere decidendo che non si vul più camminare siano due cose molto diverse. Io posso essere una che non cammina. Avrò problemi muscolari, col tempo, ma so che io sono così, che ho, per così dre, questo "handicap". La scommessa (che non so se vincerò) è smettere di prendere a calci il bastone e comprarne uno incredibilmente trendy da mostrare in giro.

Anche io da qualche anno penso qualcosa di simile, una considerazione che si è riproposta negli ultimi tempi...ha a che fare col transfert e il trauma da attaccamento.

Non mi ricordo dove, forse proprio in questo topic, parlavo dei malesseri e del percorso terapeutico dando l'immagine di una spirale, dove non ti liberi completamente dei problemi ma sperimenti che si riducono di intensità man mano che procedi.

Uso spesso per me l'immagine dell'handicappata, non come segno di disfattismo, ma proprio come dici tu: accettazione di se stessi e dei propri limiti, dei traumi che potremo sanare solo in parte, sono ferite che credi chiuse e poi si riaprono senza che te l'aspetti oppure restano cicatrici che fanno male ogni tanto....(per l'ennesima volta mi ritorna in mente "donne che corrono coi lupi", anche lì si parla di cicatrici)

Nulla dice che non li potremo superare ma accettarli e imparare a convivere con questi è importante, infatti mi piace moltissimo la tua immagine del bastone trendy.

Sono proprio felice che ce l'hai fatta a chiedere il recapito al tuo psi, complimenti :abbr:

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Judi ricordo di me stesso l'arrivare alla resa incondizionata, la solitudine più assoluta, un abisso nel quale non volevo guardare, insomma l'essere messi drammaticamente di fronte a se stessi. E volevo dormire, non sentire, per un pò ci sono riuscito anche mentre lavoravo come un robot ben programmato. Rabbia, ancora non sai contro chi. Ora posso dire che quello è stato il punto di svolta della terapia. Certo solo ora. Sei stata portata sul punto o ci sei voluta andare tu. Nessuno sa cosa viene dopo. Meglio non pensarci. Pensare può portare a capire ciò che è giusto. Mentre il viaggio è proprio da ciò che è giusto a ciò che è vero. Ma almeno una cosa si può fare. Sentire. Non girare lo sguardo. Guarda nel baratro spaventoso. Stai con l'orrore. Bisogna perdersi completamente per ritrovarsi

sai cosa ho pensato leggendo?

"che martellata sui cogglioni!!!" (con la doppia g per aggirare la censura automatica)

scusa! scusaTE!!...sono dissacrante...

come se la mia vita (psicologica) fosse stata una passeggiata di salute. sono stanca di guardare baratri. di sentirmi sola. di pensare che domani...forse...

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Judi ricordo di me stesso l'arrivare alla resa incondizionata, la solitudine più assoluta, un abisso nel quale non volevo guardare, insomma l'essere messi drammaticamente di fronte a se stessi. E volevo dormire, non sentire, per un pò ci sono riuscito anche mentre lavoravo come un robot ben programmato. Rabbia, ancora non sai contro chi. Ora posso dire che quello è stato il punto di svolta della terapia. Certo solo ora. Sei stata portata sul punto o ci sei voluta andare tu. Nessuno sa cosa viene dopo. Meglio non pensarci. Pensare può portare a capire ciò che è giusto. Mentre il viaggio è proprio da ciò che è giusto a ciò che è vero. Ma almeno una cosa si può fare. Sentire. Non girare lo sguardo. Guarda nel baratro spaventoso. Stai con l'orrore. Bisogna perdersi completamente per ritrovarsi

Mamma mia diamante mi hai fatto commuovere!!!!

E' esattamente quello che ho provato negli ultimi mesi....solitudine profonda dalla quale non avevo scampo...una solitudine che rifutavo categoricamente anche se solo attraverso essa avrei visto davvero me stessa!!!!

E credo di aver fatto il passo, mi sono calata nel buio, il peggiore di tutta la terapia, e lì ci sono rimasta per mesi, nemmeno la psi era d'aiuto, niente mi poteva far rinascere, se non me stessa, lì in mezzo a quel buio ho cominciato a vedere qualcosa, e poi ho cercato di afferrarla, e quante volte mi sono sbagliata, troppe!!!! Ma alla fine pian piano ho visto l'uscita...

E' lontana...ancora...ma c'è e io non la perdo di vista....devo stare ben attenta a non voltare lo sguardo....ho una paura tremenda di ritornare nel baratro....

E' il momento in cui pensare (come dici tu) non serve più, l'unica regola è sentire..

E' la prima vtla che qualcuno mi parla di questo come se lo avesse vissuto con me, impressionante il modo in cui ne parli, sembra che parli di me!!!!

Posso dire che se lo avessi letto una settimana fra mi sarei incazzata, avrei detto "tutta teoria"..invece no, è un passaggio reale del quale ci si accorge solo alla fine....quante volte la psi mi ha detto che era necessario, quante votle mi ha spiegato a cosa servisse, quanto l'ho odiata!!!! Pensavo "che xxxxxxx, intanto io sto da schifo"....ma ancora uanvotla devo darle ragione....

GRazie Diamante....

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può esse' che un giorno ritratterò...può esse'

ma per ora la mia idea è questa:

ci sono persone che non guarderanno mai baratri

ci sono persone che sono costrette a guardare i baratri in seguito a una malattia, una tragedia personale...

e ci sono persone che guardano baratri da sempre e li guarderanno per sempre

io invidio quelli del primo gruppo

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può esse' che un giorno ritratterò...può esse'

ma per ora la mia idea è questa:

ci sono persone che non guarderanno mai baratri

ci sono persone che sono costrette a guardare i baratri in seguito a una malattia, una tragedia personale...

e ci sono persone che guardano baratri da sempre e li guarderanno per sempre

io invidio quelli del primo gruppo

ognuno vive questa esperienza del percorso terapeutico a modo suo judy, secondo me ritratterai ma non è che ti voglio convincere, non serve, perchè ci sono passata e non so se è l'ultima volta ma so che è stata la volta del "punto di non ritorno"!!!!

Però questo baratro per me è stato diverso...è un baratro che ti serve per poter rinascere....ricordi quando parlavo di "senso di morte"? Ecco è come se si affrontasse un lutto, una morte, ed è devastante ma non è fine a sè stesso come gli altri baratri....

Comunque incazzati e vivilo come senti di fare, se ti sto sul xxxx (evviva la censura) quando ti dico queste parole hai ragione, io odiavo tantissimo la mia psi quando me ne parlava....

Ovviamente può essere che non è la stessa cosa che sto vivendo io, non sono il tuo psi, non posso saperlo, però è da quello che dici e da come ne parli che ho sentito la mia stessa rabbia e la mia stessa rassegnazione, la solitudine più nera.....

Ti abbraccio forte forte....e ti sono vicina!!!!

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può esse' che un giorno ritratterò...può esse'

ma per ora la mia idea è questa:

ci sono persone che non guarderanno mai baratri

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e ci sono persone che guardano baratri da sempre e li guarderanno per sempre

io invidio quelli del primo gruppo

caspita judi ,sembra che queste parole le abbia scritte io, mi trovo piu' o meno nella nella stessa situazione psicologica che qui descrivi e ogni teoria sul ''rinascere'' mi sembra una favola .............spero pure io un giorno di poter ritrattare anche se a conti fatti le tre condizioni che descrivi non possono essere in nessun modo confutate, non ci resta che sperare in un ipotetica 4 condizione di chi ha toccato il fondo e poi ne è venuto a galla.

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caspita judi ,sembra che queste parole le abbia scritte io, mi trovo piu' o meno nella nella stessa situazione psicologica che qui descrivi e ogni teoria sul ''rinascere'' mi sembra una favola .............spero pure io un giorno di poter ritrattare anche se a conti fatti le tre condizioni che descrivi non possono essere in nessun modo confutate, non ci resta che sperare in un ipotetica 4 condizione di chi ha toccato il fondo e poi ne è venuto a galla.

secondo me sono quelli del caso due...quelli che guardano il baratro in seguito a una tragedia personale, che possono aspirare a venire a galla.

comunque per stemperare, visto che qui si parla di baratri e tragedie e cosmiche solitudini...non è che io poi vada in giro con il muso lungo, ululando alla luna come un lupo...

rimango la solita cazzona. questa solitudine è uno squarcio profondissimo nel cuore. qualcosa che non si può riparare...

ma anche invisibile agli altri.

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Quoto: le persone che mi conoscono appena e non sanno cosa ho dentro pensano che io sia una persona solare, allegra, disponibile, gentile e affettuosa. Da non crederci...

idem per me....per esempio dopo la seduta di oggi dormirei per mesi, mi sneto sposata e affranta ma da fuori nessuno vedrà nulla!!!!

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Ospite sea
può esse' che un giorno ritratterò...può esse'

ma per ora la mia idea è questa:

ci sono persone che non guarderanno mai baratri

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io invidio quelli del primo gruppo

Dividere il mondo in categorie....è riduttivo, un po' da pigri. Chi c'è e chi c'ha..non ha senso..

Siamo tutti persone, ciascuno con "fortune", parola interessante, diverse..

ci sono due espressioni marinare belle: "correre la fortuna, la sorte" e poi"le vele di fortuna", quelle che metti su quando il mare è bruttissimo..

Issa le vele, affronta il mar delle incertezze, con tutti i tuoi dubbi. Sicuramente vedrai qualcosa, e non sarai mai nè cieca nè stupida, e neanche libera..

Ma sarai viva.

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vorrei far notare la differenza tra il lirismo di margherita e il mio scazzo totale...

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Non ho letto gli ultimi interventi ma mi associo all'humor nero ed allo scazzo

ed aggiungo il commento autistico del giorno...

come desidero amare......

il fatto è che sono rimasta troppo scottata, a dire il vero mi spaventano le mie motivazioni

alla scelta del partner (cit.) o delle persone da amare...

chissà chi incontrerò, autistica come sono ....nessuno

( ma al contrario, nel caso fortuito in cui l'incontro avverrà dovrò riconoscerlo bene .......così da dileguarmi meglio icon22.gif)

vi dedico una musica stupenda...

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Judi ricordo di me stesso l'arrivare alla resa incondizionata, la solitudine più assoluta, un abisso nel quale non volevo guardare, insomma l'essere messi drammaticamente di fronte a se stessi. E volevo dormire, non sentire, per un pò ci sono riuscito anche mentre lavoravo come un robot ben programmato. Rabbia, ancora non sai contro chi. Ora posso dire che quello è stato il punto di svolta della terapia. Certo solo ora. Sei stata portata sul punto o ci sei voluta andare tu. Nessuno sa cosa viene dopo. Meglio non pensarci. Pensare può portare a capire ciò che è giusto. Mentre il viaggio è proprio da ciò che è giusto a ciò che è vero. Ma almeno una cosa si può fare. Sentire. Non girare lo sguardo. Guarda nel baratro spaventoso. Stai con l'orrore. Bisogna perdersi completamente per ritrovarsi

può esse' che un giorno ritratterò...può esse'

ma per ora la mia idea è questa:

ci sono persone che non guarderanno mai baratri

ci sono persone che sono costrette a guardare i baratri in seguito a una malattia, una tragedia personale...

e ci sono persone che guardano baratri da sempre e li guarderanno per sempre

io invidio quelli del primo gruppo

ciao Fanciulli...scrivete molto molto..ed è sempre un piacere leggere...ma, mentre leggevo questa sorta di "opposti"(in questi giorni sono più vicina al "sentire" di Jiudi), e le discussioni ed esperienze che ne sono derivati mi sono resa conto di quanto siano momentanei e per me, assolutamente non definitivi, gli stati di consapevolezza. Cercherò di spiegare meglio: dopo aver letto Diamante sembra che, dopo aver guardato il baratro ed essersi persi e ripigliati dalla sensazione di non-ritorno si possa esser salvi per tutta la vita...e dopo aver letto Juditta, sembra che l'impossibilità di trovare una via d uscita possa rimanere una situazione stabile che porta solo rabbia e delusione. Il fatto è che questi stati si avvicendano nella vita e, come in una continua spirale (zazà hai già usato questa immagine) si torna giù e si risale continuamente....nulla è stabile e definitivo. Forse sarebbe meglio dire, che non si ritorna giù, ma, proseguendo nella salita, si scoprono altri nodi dell'esistenza, altre consapevolezze che provocano dolore e fatica ed allora, ci si rimbocca le maniche, e ci si rimette al lavoro, in una direzione di marcia senza inversione.

Judi, io il baratro l'ho guardato anche una decina di anni fa dopo una gravissima malattia che non mi lasciava molto scampo..là mi sono salvata con terapie mediche e psicologiche...ed ora sono ancora qui davanti ad un'altra voragine, più grande e profonda, che nulla ha a che fare con la salute, e per questo è ben peggiore (allora sapevo di combattere contro un drago conosciuto, ora non so più da che parte sta il nemico...)....certo che anche a me vien da dire: meglio la non-consapevolezza, ma, da qualsiasi parte mi giro, trovo gente infelice, che prende farmaci per soffocare la voce che ha dentro....ed allora mi dico, meglio vedere ben in faccia questo dolore...io sono stata obbligata a guardarmi dentro, per sopravvivere...ma credo che questo sia un passaggio che condivido con molti di voi. Non so se si è capito quel che volevo dire: in questi giorni nulla scorre liscio, nemmeno i pensieri che prendono la forma scritta!!!

http://www.youtube.com/watch?v=M702l-fQSDY

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...certo che anche a me vien da dire: meglio la non-consapevolezza, ma, da qualsiasi parte mi giro, trovo gente infelice, che prende farmaci per soffocare la voce che ha dentro....ed allora mi dico, meglio vedere ben in faccia questo dolore...io sono stata obbligata a guardarmi dentro, per sopravvivere...ma credo che questo sia un passaggio che condivido con molti di voi.

Grande Priscilla!

Cortes, giunto nel nuovo Mondo, ordinò di bruciare le navi: una buona motivazione per i suoi uomini ad andare avanti.

Non prendiamoci in giro. Indietro non possiamo tornare ormai. Si è oltre il punto di non ritorno. La vecchia casa è bruciata, fumante. O avanti o si resta parcheggiati a perdere un pò di tempo. Solo una questione di tempo. A cercare finanche la morte, in qualche forma, perchè qualcuno ci guardi con quel pò di amore che però non concediamo a noi stessi.

E arriva anche il momento in cui ci si stanca di essere "vittima" del proprio sistema, di stare li con la rabbia carica pronta a spararla sul primo "Cristo/genitore/salvatore non all'altezza del compito" che capita a tiro. E ci si prende la responsabilità di se stessi, integralmente, della propria vita. Questa la vedo come vera crescita verso l'amore (e la gioia). Se chiudo gli occhi e mi sento "vittima" (per riesumare una cosa che ci dicemmo con Margherita) mi sento diversamente dal se chiudo gli occhi e mi sento totalmente responsabile, al volante di me stesso

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Grande Priscilla!

Cortes, giunto nel nuovo Mondo, ordinò di bruciare le navi: una buona motivazione per i suoi uomini ad andare avanti.

Non prendiamoci in giro. Indietro non possiamo tornare ormai. Si è oltre il punto di non ritorno. La vecchia casa è bruciata, fumante. O avanti o si resta parcheggiati a perdere un pò di tempo. Solo una questione di tempo. A cercare finanche la morte, in qualche forma, perchè qualcuno ci guardi con quel pò di amore che però non concediamo a noi stessi.

E arriva anche il momento in cui ci si stanca di essere "vittima" del proprio sistema, di stare li con la rabbia carica pronta a spararla sul primo "Cristo/genitore/salvatore non all'altezza del compito" che capita a tiro. E ci si prende la responsabilità di se stessi, integralmente, della propria vita. Questo la vedo come vera crescita verso l'amore (e la gioia). Se chiudo gli occhi e mi sento "vittima" (per riesumare una cosa che ci dicemmo con Margherita) mi sento diversamente dal se chiudo gli occhi e mi sento totalmente responsabile, al volante di me stesso

scrivo la questione per quanto riguarda me.

non mi ritrovo nel discorso del "sentirsi vittima". sicuramente la risoluzione di tante questioni pratiche dipende da me. posso AGIRE per migliorarle. e questa è una cosa.

ma quando io parlo di "abissi"...mi riferisco a cose che non possono essere cambiate con la forza di volontà. siamo nell'ambito del "sentire". la "solitudine psicologica" è qualcosa che riguarda il mio intimo. qualcosa che va oltre il comunicare con gli altri, cosa che io faccio.

ma se non sento nessuno intimamente vicino...beh spiegami tu come la cambio questa cosa!

ps. non sapete quanto mi girano quando qualcuno parla di responsabilità o vittimismo a sproposito.

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ma se non sento nessuno intimamente vicino...beh spiegami tu come la cambio questa cosa!

ps. non sapete quanto mi girano quando qualcuno parla di responsabilità o vittimismo a sproposito.

Ehi Judi non mi aggredire :Peace:

Ho solo cercato di descrivere, con i miei limiti forse, un momento del mio percorso. Se ho detto qualcosa a sproposito, scusami, davvero :vava:

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non è che io voglia aggredire. capirai anche tu che stare di cacca e sentirsi dire che è una questione di forza di volontà...un po' irrita.

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Ho letto di striscio i vostri ultimi commenti, si parla di consapevolezza.di una consapevolezza che in certi casi fa soffrire perche' ci mette difronte a realta' che non possiamo cambiare,ora io mi trovo piu' o meno in questa situazione : consapevolezza di cio' che della mia vita non posso cambiare e che mi porta sofferenza .

Ora mi chiedo a cosa mi servirebbe un percorso di analisi, certo mi farebbe capire che certe mie scelte e le loro negative conseguenze sono derivate da miei errati modi di affrontare la vita in passato( consapevolezza alla quale ci sono arrivato da solo ) e oltre a questo mi chiedo in che modo l'analisi potrebbe cambiare la vita di un soggetto che è conosce gia' i suoi perche'? premetto che non ho mai fatto analisi e quindi potrei aver detto un sacco di cavolate, ma se io dovessi ( e me lo potessi permettere ) intraprendere un percorso di analisi lo farei per cambiare in meglio la mia vita ma se gia' in partenza so che non posso farlo a cosa mi servirebbe ? grazie per l'attenzione e vi chiedo anticipatamente scusa qualora il mio commento non risultasse consono alle tematiche di questo topic.

alle volte capire non basta ciao, alle volte è necessario "sentire"

io ho ben chiari quali sono i miei modi di agire, le mie difese, le mie paure, ma la conosenza è solo il primo passo.

ora che ho capito devo sentire , devo entrare realmente e profondamente in contatto con i miei demoni , con le mie paure

non è detto che alla fine riuscirò a cambiare, ma questo non lo so in partenza. quando parti per un viaggio puoi avere un'idea di quello che farai, di quello che vedrai, ma è solo facendo l'esperienza viaggio che vivrai realmente

e cmq anche solo entrare in contatto con se stessi è importante, anche se poi non si potrà modificare quello che si è, ma magari si potrà imparare a convivere con i propri limiti o le proprie paure.

ovviamente questo vale per me , è un discorso molto soggettivo e non si può generalizzare

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alle volte capire non basta ciao, alle volte è necessario "sentire"

io ho ben chiari quali sono i miei modi di agire, le mie difese, le mie paure, ma la conosenza è solo il primo passo.

ora che ho capito devo sentire , devo entrare realmente e profondamente in contatto con i miei demoni , con le mie paure

non è detto che alla fine riuscirò a cambiare, ma questo non lo so in partenza. quando parti per un viaggio puoi avere un'idea di quello che farai, di quello che vedrai, ma è solo facendo l'esperienza viaggio che vivrai realmente

e cmq anche solo entrare in contatto con se stessi è importante, anche se poi non si potrà modificare quello che si è, ma magari si potrà imparare a convivere con i propri limiti o le proprie paure.

ovviamente questo vale per me , è un discorso molto soggettivo e non si può generalizzare

il tuo discorso fila benissimo e alcuni riescono a raggiungere la condizione che descrivi............ma aggiungerei anche quest' altra riflessione : lottare contro i propri demoni diventa un abbitudine che non fa piu' paura, si capisce anche che certi limiti non possono essere oltrepassati , ci si arrabbia per anni contro se stessi , contro certe condizioni del nostro vivere ma difficilimente (mai) (almeno per alcuni) si riuscira' a diventare amici dei propri limiti , difficilmente la mente riuscira' a distrarsi da quella possibilita' che in qualche modo il vivere ti ha negato , da quell' ideale , da quel tassello anche piccolo che avrebbe potuto rendere diversa la tua esistenza ...........che dire un amerezza di fondo,una specie di ombra che incombe sempre sulla tua vita.

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dico la mia sulla questione "solitudine psicologica" di cui parla judy....

In realtà a me non mi è chiaro di che cosa stia parlando lei, a votle sembra che parli di un periodo che ho vissuto io in questi ultimi mesi ma altre ho l'impressione che non conosco ciò di cui sta parlando...perchè insomma diciamocelo chiaro, non tutti i eprcorsi si assomigliano, e poi dipende anche dal tipo di psicoterapai che si fa....

Per esempio io mi ritrovo spesso con le descrizoni che fa froggy e non credo sia un caso che la sua psi è una junghiana (ma anche tu fra fai terapia psicodinamica??)...

Per esempio il discorso di diamante pure mi si addice tantissimo....quello di altir propri onon lo riesco a comprendere....

qualche giorno fa una mia amica mi disse "allora di che parlate"? quando io le spiegai che con la mia psi non avevamo mai affrontato l'argomento sesso e disturbi alimentari (cose molto delicate per me) in modo approfondito....

In effetti a impatto mi sembrava avesse ragione....mi son detta come si fa a star meglio da un certo punot di vista se non se ne parla in modo diretto e approfondito???

Invece non è così!!! Ognuno ha il suo modo di fare terapia e le sue tappe...magari per arrivare a un certo punto si scelgono strade diverse (accennavamo ieri una cosa del genere con juditta in mp) e tempi e modalità diverse....magari io affronto prima un argomento difficile e poi il resto, altri fanno il contrario...chi fa terapia tramite l'analisi del tranfert e chi invece lo vive solo di sfuggita...

Quindi non credo si possa capire mai esattamente cosa e come stia vivendo una persona....

Ognuno poi lascia il suo contributo e ognuno di noi rifletterà su di esso nel modo più adeguato...

Io per esempio ieri ho parlato alla psi dei miei sentimenti per lei....l'aiuto è venuto proprio dal forum, da tutti voi....

Ma non posso dire che la mia storia sia uguale alla vostra e nemmeno il tipo di transfert, però leggervi mi ha aiuto a capire delle cose, prendendo spunto qua e là da ognuno di voi...

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il tuo discorso fila benissimo e alcuni riescono a raggiungere la condizione che descrivi............ma aggiungerei anche quest' altra riflessione : lottare contro i propri demoni diventa un abbitudine che non fa piu' paura, si capisce anche che certi limiti non possono essere oltrepassati , ci si arrabbia per anni contro se stessi , contro certe condizioni del nostro vivere ma difficilimente (mai) (almeno per alcuni) si riuscira' a diventare amici dei propri limiti , difficilmente la mente riuscira' a distrarsi da quella possibilita' che in qualche modo il vivere ti ha negato , da quell' ideale , da quel tassello anche piccolo che avrebbe potuto rendere diversa la tua esistenza ...........che dire un amerezza di fondo,una specie di ombra che incombe sempre sulla tua vita.

però magari la terapia aiuta anche a tirar fuori delle doti che a causa di quei limiti non ha itirato fuori in precendenza....è un modo per darsi diverse possibilità...dico magari, perchè ovviamente non è detto che sia così...

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però magari la terapia aiuta anche a tirar fuori delle doti che a causa di quei limiti non ha itirato fuori in precendenza....è un modo per darsi diverse possibilità...dico magari, perchè ovviamente non è detto che sia così...

sono daccordo Digi ,infatti io lascio cosi dei commenti ma non nego affatto l'utilita' del fare terapia.

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