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Problemi di coppia (106018)

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Alessandra 30

Salve, da 8 anni sono fidanzata con un ragazzo che attualmente ha 28 anni. Lui ha perso la mamma a 14 anni e vive con il padre ed il fratello. Ha anche una nonna materna, che purtroppo gli crea un mare di problemi dato che, subito dopo la morte della madre, il padre ha iniziato un'altra storia e la nonna non ha accettato la cosa al punto da creare un muro di odio nei confronti del genero; non solo ma ricattava i due nipoti dicendo loro che non li avrebbe più calcolati se loro avessero frequentato la nuova compagna del padre. Attualmente questa donna non convive con loro, ma l'odio della nonna continua incessante. Tra l'altro adesso la nonna ha 84 anni e quindi ha bisogno di cure (pur essendo autosufficiente), e il mio ragazzo si occupa di tutto, dal bagno alle punture quotidiane di insulina. Ovviamente fa questo perchè ha un'attaccamento morboso a lei, tanto che non lascia che nessuno lo sostituisca in queste mansioni, a parte il fratello ovviamente. Il clima familiare teso e i rapporti un pò freddi con il padre e il fratello, lo hanno portato negli anni a pensare che l'unica persona su cui potrà contare è se stesso e quindi sta diventando sempre più cinico, egoista ed egocentrico. In ambito universitario se la cava bene e studia parecchio. Ha anche un lavoro che lo occupa nel week end per cui è un ragazzo in gamba. Io sono una persona dipendente. Non c'è dubbbio. Sin dall'inizio l'ho sostenuto moralmente e psicologicamente e con la scusa di prendermi cura di lui ho trascurato me stessa, tanto che a trent'anni sono ancora all'università e mi laureo l'anno prossimo. Non ho mai lavorato nel frattempo ed ho una vita praticamente vuota. Tutto quello che ho fatto sin dall'inizio di questa storia, l'ho fatto con lui. I miei primi viaggi li ho fatti con lui, per esempio e così tante altre cose. Questo perchè ci siamo conosciuti quando io sono arrivata a Roma e non conoscevo nessuno all'infuori di lui, quindi è stata la mia ancora. Io tra l'altro ero salita a Roma per l'università, ma problemi miei psicologici mi hanno impedito di studiare con profitto (premetto che i miei genitori sono iperprotettivi e poco mi hanno aiutato a superare le mie paure, per cui mi sono trovata da sola a vivere in una grande città, piena di paure). La mia resa negativa all'università, unita al trasferimento dei miei a Roma, ha scatenato delle liti enormi a casa mia e il mio ragazzo è diventato un'isola felice per me. Insomma ci siamo aiutati a vicenda e inizialmente io ho giocato la parte del leone essendo più grande di lui e avendo già fatto tanti passi. Adesso dopo 8 anni di amore siamo all'esatto opposto, lui in questi anni si è messo alla prova, ha rischiato, è cresciuto ed io sono ancora la solita persona dipendente che ha bisogno di un appiglio per sentirsi sicura. Ovviamnete 8 anni passati a fare i fidanzatini ci stanno portando alla noia e alla stanchezza. Io per anni ho avuto crisi e voglia di troncare, perchè mi sentivo sola e non considerata da lui che nel frattempo era preso da se stesso. Lui è sempre stato il primo a dire di essere innamoratissimo di me. Adesso che si sta allonatnando sempre più l'ho messo con le spalle al muro e gli ho detto di affrontere la situazione. Così mi ha detto che sente che il rapporto è stanco e fossilizzato negli stessi meccanismi per questo magari prefesrisce passare il tempo libero in altro modo e poco con me. Tra l'altro non facciamo l'amore da 4 mesi e lui mi ha detto di essere preoccupato perchè si è accorto che non ne ha proprio sentito la mancanza, così come me d'altra parte. Ha detto che si sente meno innamorato di me, ma che non vuole chiudere perchè vorrebbe ritrovare l'armonia nel rapporto. Il fatto è che io ho paura. Lo amo tanto anche se sento questa stanchezza come lui. Vorremmo uscirne ma come fare? Io ho paura di perderlo anche se credo che questo rapporto non sia sano perchè lui penserà sempre più a se stesso e alle sue cose mentre io vorrei fosse più presente e più vicino a me. E' troppo preso da se stesso e non mi vede nemmeno certe volte. Io non voglio lasciarlo, ma se fosse l'unica soluzione non potrei fare altro. Che posso fare? Aiutatemi! Mi sembra di stare insieme ad un treno in corsa che va e tiene su solo chi gli sa stare dietro. Tra l'altro gli ho chiesto cosa proverebbe se ci lasciassimo e mi ha detto che gli sarebbe dispiaciuto, ma che comunque avrebbe continuato a vivere e poi mi parla di figli! Io senza di lui soffoco, mi manca tanto e lo amo. Perchè è così freddo? Cosa devo fare per salvare questo amore? Aiutatemi vi prego!

Cara Alessandra, nella nostra società per motivi collegati al protrarsi degli studi, alla crisi del lavoro, all'allungarsi dell'età adolescenziale, la dipendenza economica dai genitori si è dilatata enormemente e le storie di fidanzamenti infiniti è nella normalità delle cose. Sembra che siate nel classico momento di stanca dove ci vorrebbero dei progetti comuni, delle decisioni da prendere, come quella di pensare nel breve periodo alla ricerca di un lavoro che vi porti alla vostra indipendenza e che renda possibile una convivenza o matrimonio. Nessuno dei due vuole "mollare" pertanto è il caso di provarci ma con degli scopi, se nel frattempo lui penserà anche ad altri aspetti della sua vita non è una cosa negativa: aiuta anche te a sganciarti un pò di più da questo legame di dipendenza che hai contribuito a creare. Cercati anche tu degli altri interessi al di fuori della storia d'amore. Parli con molta lucidità del rapporto con i tuoi genitori, della loro iperprotettività e il fatto stesso che si siano trasferiti a Roma per te lo dimostra. Cerca di far capire loro che sei cresciuta, dimostraglielo con i fatti, ad esempio terminando gli studi e cercandoti con impegno un impiego e se fosse nesessario un aiuto terapeutico che rinforzi le tue sicurezze e la tua modalità di presa decisione; ti consiglio una terapia breve basata sul problema. Auguroni.

(risponde la Dott.ssa Maristella Copia)

Pubblicato in data 25/12/07

 

 

 

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