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Perseguire il cambiamento

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Cambiare se stessi, vuol dire, modificare qualcosa di noi che non ci fa star bene soprattutto con noi stessi.

di Federica Curzi

cambiamento curzi

“Hai un tuo cavallo di battaglia?”
“Si”
“Come si chiama?”
“Cambiamento!”

Oramai sono anni che ho a che fare con il cambiamento. A dir la verità, tutta la mia vita ne è impregnata.

Il cambiamento che ho affrontato crescendo, il cambiamento che ho affrontato dell’attività di famiglia, il cambiamento dovuto alla morte di mio padre, delle varie città in cui sono vissuta, il cambiamento di diventare madre, il cambiamento continuo del mio lavoro, il cambiamento dovuto al fatto di aver perso amici che riputavo importanti … Il cambiamento fisico dovuto ai miei ben guadagnati 45 anni!

Per non sottovalutare pagine e pagine lette sul cambiamento, le ore a parlarne con gli studenti, amici..

Insomma tutta la vita. 

Quando penso alla parola cambiamento mi vengono alla mente due concetti affini, ma allo stesso tempo differenti:

  •  Gestire il cambiamento
  •  Cambiare me stessa e soprattutto il mio modo di pormi.

Se ci pensate bene sono due cose leggermente differenti.
Gestire un cambiamento, vuol dire, saper adattarmi a quello che succede, alle cose diverse che ci succedono tutti i giorni e questo non vuol dire necessariamente modificare il nostro modo di essere e fare.

Cambiare se stessi, vuol dire, modificare qualcosa di noi che non ci fa star bene soprattutto con noi stessi.
Pausa.., un attimo.., spero di essere stata abbastanza chiara, ecco perché spesso vorrei avere di fronte a me il lettore, per poter condividere con te, si proprio te che stai li avanti allo schermo, i tuoi pensieri le tue perplessità su quanto scrivo!

Ritornando al discorso, ora mi preme concentrarmi sul gestire il cambiamento,mentre più avanti affronterò, con chi riterrà opportuno finire di leggere l’articolo, il tema del cambiamento di se stessi e del modo di porsi.

Gestire il cambiamento

La parola chiave, per molto tempo, ogni volta che avevo un cambiamento da fare per me è stata affrontare.
Finché ho utilizzato questo termine vicino alla parola cambiamento le cose sono state sempre molto difficili da affrontare, per l’appunto!

Affrontare, pensiamoci un attimo...

Si affronta un nemico, una malattia, una situazione difficile … ecco cosa viene in mente a me. A voi?

Affrontare mi mette nella predisposizione mentale di fare la guerra, di sentimenti negativi, insomma una gran rottura di “gabasisi” (non finirò mai di ringraziare il grande Camilleri per aver reso mondiale il termine “cabasisi”, lo trovo un termine assolutamente esplicativo e allo stesso momento leggero).

 Io, qualche tempo fa, dopo alcuni giorni di silenzio, cosa rara e pericolosa per chi mi conosce bene, sono giunta a questa considerazione: “Kica non devi affrontare un cambiamento, è importante che tu svolga un cambiamento!”

 Ecco che la parola chiave per me da allora è diventata svolgere!

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 Svolgere! No, non sono pazza (o quanto meno mi illudo di non esserlo), sono solo una persona che crede molto nel potere delle parole che usiamo verso noi stessi e agli altri. Parole che ci raccontiamo, parole che usiamo per raccontare.

 Torniamo alla parola svolgere che sottintende fare, eseguire, compiere; insomma vivere un’azione!

 Ecco che, da allora, io non affronto più i cambiamenti che la vita (forse anche io sono l’artefice di essi!) mi presenta, ma li svolgo!

 Ora sono attiva nel cambiamento sia nel riconoscere la sua essenzialità sia nel fare qualcosa per attuarlo (altra parola che amo: attuare).

 Non pensiate che sia stato facile per me far questo salto mentale, sono da sempre una donna che non ha mai amato i cambiamenti e vi assicuro che soprattutto negli ultimi anni la parola d’ordine è stata cambiare (pensate che sono solo 8 mesi che vivo nella nuova casa ed ora sono costretta a cambiarla di nuovo).

 Mio figlio ha 7 anni e già ha cambiato casa e città 6 volte! 

Inoltre non va dimenticato che mi sono laureata in psicologia, ho scritto un libro centrato su come diventare assertiv e che quindi, forse a questo punto, non mi rimane da realizzare che in realtà, ora come ora, sono una sostenitrice accanita della idea che se un persona vuole cambiare può farlo, come può imparare anche a gestire bene e con serenità il cambiamento.

La realtà è che a forza di pane e cambiamento, sono oramai un’esperta su come gestirlo (o forse anche qui mi illudo) ed inoltre non mi stancherò mai di sostenerlo “se ci sono riuscita io, vi assicuro che è possibile che ci riusciate anche voi, con impegno e azione!”

Cambiare me stessa e soprattutto il mio modo di pormi

A questo punto il domandone dell’articolo è il seguente: Come è possibile cambiare?

 Vi siete risposti?

Quanto vorrei sapere i vostri pensieri. Io, al riguardo sono giunta a queste conclusioni:

  1. Ho deciso di Scegliere di stare dalla parte colorata della vita.
  2. Ho deciso di Sviluppare serenità interiore.
  3. Tenendo ben presente i sopra punti, ho deciso di Comprendere cosa voler cambiare della mia vita, di me stessa, che non mi permetteva di essere felice.
  4. Ho deciso di Identificare cosa fare e poi, tanto per capirci, tramutare i pensieri in azioni concrete da fare per cambiare me stessa, la mia vita.
    Non a caso ho scritto prima cambiare me stessa e la mia vita.
    Provate, vi assicuro che cambiando voi stessi, poi la vita cambia naturalmente. Invertendo il prodotto, il finale non sarà lo stesso.
  5. Ho deciso di Tramutare quello che ho pensato in azioni.
    No, non è un errore di stampa, ho una mia dimenticanza, ho voluto ripetere il concetto del fare, perché sono convinta che è un modo facile per farci entrare in mente il concetto con maggiore enfasi.

Non dico che tutto questo processo è stato semplice, sarei una bugiarda incallita, non dico nemmeno che ho impiegato un giorno, perché sarei ancor più bugiarda, infatti ci sto ancora lavorando.

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Ma sono confortata da un pensiero vivo in me, che mi aiuta ad andare avanti per questa strada: “Riconosci le cadute come un percorso normale e rassicurante”.

Cosa intendo? Intendo che i veri cambiamenti sono lenti, fatti di piccoli passi e molte cadute. Se mi accorgo che sono caduta, è già in atto il cambiamento, ecco perché è rassicurante (per chi si stesse domandando cosa intendessi per rassicurante vicino alla parola caduta!)

Questo pensiero lo trovato in un libro del Dalai Lama “L’arte della felicità” che amo consigliare di leggere ogni volta che ne ho l’occasione.

Ho scoperto che anche Sua Santità per modificare le sue abitudini ha raccontato con estrema serenità che ci ha messo tutta la vita vissuta fino ad ora e che continua a lavorarci sopra ogni giorno, con perseveranza e diligenza (non quella dei cow-boy)...

Sempre da sua Santità ho fatto mio anche il concetto che segue.

Per voler realizzare un vero cambiamento, oltre al non mettersi fretta è fondamentale sviluppare in noi 5 punti:

  • Apprendimento ed educazione
  • Convinzione
  • Determinazione
  • Azione
  • Sforzo.

 Apprendere a voler essere felici, farlo diventare il nostro cavallo di battaglia nella vita, educarci a coltivare in noi emozioni positive: amore, gioia, compassione, bontà, serenità, calma, pace, affettuosa gentilezza e chi più ne ha più ne metta.

 Allo stesso tempo rendersi conto, finalmente, che invece le emozioni negative, i comportamenti negativi, portano a stare solo male.

 Tranquilla Martina (una psicologa che mi ha suggerito che le emozioni non possono essere distinte come negative o positive, perché anche quelle negative sono essenziali e non per questo negative in assoluto) non sto sostenendo che l’odio sia da non provare e che chi lo prova è malato o pazzo e che è sbagliato provarlo in assoluto, sto solo sostenendo che imparare ad non odiare fa vivere meglio, imparare che assecondare la tristezza, l’astio, il rancore, porta a vivere con la paura e ci fa vivere il mondo nell’oscurità il più delle volte.

 Sarebbe bello che questo ci venisse Insegnato fin da piccoli, cosi tanto per vivere meglio, genitori, maestre, insegnanti, psicologi, medici, scienziati insomma tutti gli adulti che si assumono la responsabilità di far apprendere ai nostri cuccioli, al nostro futuro, che vivere con emozioni solari rende la vita migliore.

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 Un utopia la mia? Forse, ma anche qui mi piace illudermi di lasciare in eredità a mio figlio e ai miei studenti, amici, lettori e persone che mi chiedono consiglio, un senso di gioia, il concetto che vivere sereni, felici che sviluppare emozione buone (tremo ora a dire positive) e a gestire le altre, sia più appagante, pensate un mondo colorato.

 Questo concetto, se appreso, poi ci dona la convinzione che il mondo cosi sia meglio e da qui parte la determinazione a mettere in atto comportamenti, azioni positive e infine ci permette di continuare a sforzarci anche su questa strada.

 A lezione dopo avere affrontato questi tipi di discorsi, uno studente mi ha detto: “professoré, ma oggi se fai tanto il buono rischi di essere preso come un co….ne!”

 Ed proprio in quel momento che mi sono resa conto che c’è molto da fare al riguardo, da svolgere e non più da affrontare. Cosi ho incominciato a fare, continuando a parlare, a mostrare il mondo colorato.

 Il barlume di interesse e lo sguardo incuriosito dello stesso studente mi ha fatto sognare che forse …
 

“Adulti possiamo farcela, il mondo può tingersi di svariati colori.
Basta volerlo, basta apprenderlo, basta convincerci, basta essere determinati, basta fare azioni, basta sforzarci...”

 

Dottoressa Federica Curzi. Autrice di “Conoscersi meglio, consapevolezza e assertività”. Ed. Psiconline

 

 

 

 


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